CATANIA
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ANGELO MANGANO SCRITTO, IL
POLIZIOTTO SCOMODO, ALLA DISTRUZIONE DI MARINA DI
MELILLI.
Secondo spettacolo per Officina teatro canzone nella
Sala del Centro studi laboratorio d’arte di via Caronda,
a Catania.
Il cantastorie, Giuseppe Pastorello, ha esordito,
davanti a un pubblico attento e partecipe, proponendo
con la sua Officina teatro canzone, la storia di Angelo
Mangano, un questore della Pubblica sicurezza che in
Sicilia indagò sulla mafia e in Sardegna contrasto il
banditismo, negli anni Sessanta e Settanta, arrestando,
tra gli altri, a Corleone, Luciano Liggio e Totò Riina.
Il figlio, omonimo, che ha contribuito alla
realizzazione del testo con la documentazione raccolta,
è intervenuto e, intervistato dal giornalista Daniele Lo
Porto, ha introdotto gli spettatori nel contesto storico
della Sicilia di quegli anni, ricordando anche
l’attentato del quale fu vittima il padre, che
sopravvisse nonostante venne centrato da 6 colpi di
pistola, ma che, proprio in conseguenza di quelle
ferite, morì molti anni dopo. Lo spettacolo si è
articolato tra brani cantati e recitati, con il supporto
di video e immagini d’epoca. Applausi per Giuseppe
Pastorello (voce, chitarra acustica), Roberto Giannì
(pianoforte), Maurizio De Luca (voce recitante), Agnese
Firullo (voce), Annalisa Paladino (basso elettrico),
Christian Bianca (violino).
Il secondo spettacolo, che sarà
proposto il 25 marzo, è incentrato sulla distruzione di
Marina di Melilli e sul trasferimento dei suoi abitanti,
sacrificati nel nome dell’industrializzazione, a metà
degli anni Sessanta. In ”Marina, il sogno di mio padre”
(liberamente spirata dal libro “Il mio nome è Marina” di
Roselina Salemi) si ricorda la triste storia di un borgo
di pescatori che si affacciava sul golfo di Targia, di
fronte alla bellissima penisola di Thapsos, tra il porto
di Augusta e la città di Siracusa. Negli anni '60 in
quell'area cominciarono i lavori per costruire il
petrolchimico di Priolo-Siracusa, uno dei più grandi
poli industriali d'Europa. Il paesaggio cambiò
radicalmente. Il paese di Marina di Melilli venne raso
al suolo. L'aria divenne irrespirabile, l'acqua del mare
avvelenata provocando stragi di pesci. Gli abitanti se
ne andarono, tranne una decina di famiglie che non
vollero abbandonare le proprie case. Uno di loro guidava
la resistenza denunciando gli abusi di aziende senza
scrupoli che stavano a poco a poco distruggendo quel
pezzo di costa incontaminato dai tempi della Magna
Grecia. Si chiamava Salvatore Gurrieri, fu ucciso nel
1992 da due sicari che lo sorpresero nel sonno e lo
lasciarono morire, incaprettato, nel bagagliaio della
sua auto. I killer furono arrestati e processati, i
mandanti sono rimasti ignoti. La paga per quel delitto
fu di duecentocinquantamila lire a testa.
(www.marinadimelilli.it).
Lo
spettacolo si sofferma sugli ultimi giorni trascorsi
dagli abitanti nelle loro case, descrivendo
l’incantevole zona detta “paradiso degli dei”, la vita
degli abitanti, le mal velate minacce nei confronti di
coloro che non volevano andare via, l’abbandono delle
case, il travaglio del prete nel non volere seguire le
direttive di chi gli chiedeva di lasciare la Chiesa, la
baldanza di un onorevole corrotto che anteponeva il
progresso alla vita della gente, le confessioni di un
criminale e il dolore di una bambina per l’abbattimento
della sua casa. E’ un unico messaggio: “Noi torneremo
lì, ti rifaremo lì, non avremo la stessa età ma avremo
tanta forza in più”.
Gli interpreti : Giuseppe Pastorello (voce, chitarra
acustica), Roberto Giannì (pianoforte), Maurizio De Luca
(voce recitante), Agnese Firullo (voce), Annalisa
Paladino (basso elettrico), Christian Bianca (violino).
Lo spettacolo sarà ospitato nella
sala di via Caronda , 316, con inizio alle ore 20, atto
unico, durata circa 70 minuti. Il costo è di 10 euro.
L’incasso dello spettacolo sarà devoluto in beneficenza.
CATANIA
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SPETTACOLO CARNAVAL A TEATRO DEI GIGANTI IN ZO CENTRO
PER CULTURE CONTEMPORANEE.
Carnaval è lo spettacolo prodotto dal Teatro dei
Colori in scena domenica 12 marzo, alle ore 17, a Zo
Centro culture contemporanee, piazzale Rocco Chinnici 6.
La manifestazione fa parte della rassegna teatrale per
le generazioni future, ‘Il teatro dei giganti’, prodotto
da La Casa di Creta -Teatro ArgentumPotabile.
Antonella Caldarella spiega che ha voluto “questo
spettacolo perché è innovativo, sconosciuto ai bambini,
che incentiva la fantasia e li conduce a focalizzarsi,
non tanto sulla storia, ma sulle immagini. Si scopre un
nuovo modo di fare teatro per l’infanzia che ha una
narrazione visiva che stimola i sensi e le emozioni,
rendendolo adatto a tutti”.
Carnaval si basa sul gioco dei colori e delle forme. Le
immagini geometriche si vestono della meraviglia della
natura, con animali sgangherati e panciuti, fiori e
piante caleidoscopiche e fantastiche, buffi esserini che
appaiono come spiritelli ad abitare le note della
irriverente, poetica, partitura di Camille de
Saint-Saëns: Il Carnevale degli Animali. Un mix tra
mimo, danza e animazione di figure luminose e brillanti,
nello stile inconfondibile del Teatro dei Colori. Una
nota di regia spiega come è nata questa performance :
“Dallo scambio e dal dono dei bimbi, che sollecitati nel
disegno, e nel creare le loro forme geometriche, hanno
inventato dei buffi protagonisti di questa storia senza
capo né coda… anzi con tante tantissime code”.
Narratore della storia è un magico Arlecchino che
conduce la platea nella storia, insieme ad altre
maschere coloratissime, rimbalzanti, giocherellone. Le
tante maschere come nella Commedia dell’Arte, come in un
Carnevale del ‘900, perché Carnaval sono anche un
omaggio all’utopia ed alla libertà. Carnevale in ogni
forma ed in ogni tempo, la festa della rinascita della
natura e del rinnovamento, dove l’alto è il basso, ed in
un allegro girotondo si finisce tutti giù per terra.!
Spazio anche alla musica che caratterizza questo
spettacolo con motivetti tonalità ed incipit delle più
note composizioni, da Offenbach a Rossini…con in più, il
guizzo di un inizio scherzoso, rubato ad un Saltarello
Medievale, e il ricordo della grande musica progressiva
italiana. È tempo di sognare, per prenotare c’è il
numero: 3534304936. Drammaturgia e Regia: Valentina
Ciaccia da un progetto di: Gabriele Ciaccia.
Animatori: Andrea Tufo, Valentina Franciosi,
Maddalena Celentano, Massimo Sconci.
Suono-luci: Boris Granieri. Organizzazione:
Gabriella Montuori. La produzione è del Teatro
dei Colori Onlus.
CATANIA
– IL
PIFFERAIO MAGICO A TEATRO ZO, CULTURE CONTEMPORANEE
COMPAGNIA CALABRESE TEATROP.
Lo spettacolo è in scena
domenica 26 febbraio, alle ore 17, nel centro di
piazzale Rocco Chinnici, a Catania, prodotto dalla
compagnia calabrese TeatroP. La rappresentazione
teatrale è inserita nella rassegna per le generazioni
future, ‘Il teatro dei giganti’.
Antonella Caldarella e Steve Cable, sono i promotori ed
ideatori della rassegna ‘Il teatro dei Giganti”. I
mecenate ospitano nuovamente la compagnia del teatroP
poiché “In questa maniera si forma una miscellanea di
energia positiva e di confronto artistico, creando un
circolo virtuoso dove a beneficiarne è, soprattutto, il
nostro pubblico formato da famiglie e dai figli cioè le
generazioni future che godranno del teatro”.
Parola, musica e disegno sono le tre metodologie
narrative che vengono utilizzate. Il testo è stato
scritto in rima con l’intento di giocare con la lingua
italiana e con la sua musicalità. L’opera è
riscrittura nata anche dal confronto con le scuole e da
una nuova interpretazione dei testi originali della
famosa favola, dei fratelli Grimm. La musica è inedita,
eseguita dal vivo da un musicista ed attore con
strumenti a percussione, fiati ed un vibrafono mentre i
disegni sono eseguiti con l’innovativa tecnica della
sand art. I disegni di sabbia appaiono, scompaiono e si
trasformano al ritmo della musica e al suono delle
parole.
La storia di un piccolo uomo, un pifferaio il quale con
la musica riesce a salvare e allontanare dalla città di
Hamelin dall’invasione dei topi. Ma, quando, i cittadini
non rispettano gli accordi presi, il pifferaio pensa
bene di portare con sé tutti i bimbi della città Nella
riscrittura del testo il magico pifferaio conduce i
bimbi in un’isola fantastica e molto conosciuta: l’Isola
che non c’è.
Le avventure della città di Hamelin insegnano ai bambini
che è molto importante rispettare i patti e non agire
solo per interesse personale. Il racconto è costruito
da metafore che alludono a determinati ideali e
riproducono modelli di comportamento. I topi riflettono
l’immagine di una città un po’ ammalata, sporca ed
inquinata. Il pifferaio, è la figura misteriosa,
rappresenta colui il quale potrebbe portare di nuovo
l’ordine in città. Lo spettacolo performativo stimola i
ragazzi alla lettura ed all’esercizio
dell’immaginazione. La sand art contribuisce ad
introdurre un’educazione all’immagine ed una visione
estetica del racconto. Lo spettacolo è stato
rappresentato in molte città italiane: al Teatro
Sociale di Como, “Sociale Famiglie”, al “Festival
Nazionale del Teatro Ragazzi G. Calendoli” di Padova, al
Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti di Spoleto, al Teatro
Stimate di Verona, al Giardino del Museo Ridola di
Matera, al Roots di Catania, e ancora ad Avezzano,
Pordenone, Paulilatino e Bari.
Il Pifferaio Magico
Regia: Piero Bonaccurso, con: Pierpaolo
Bonaccurso, Greta Belometti, Fabio Tropea, musica dal
vivo: Fabio Tropea, sand art: Greta Belometti,
durata: 55 minuti.C’era una volta un pifferaio… e
l’Isola che non c’è!
CATANIA
–
VIOLENTATA, NO A MATRIMONIO RIPARATORE: VALERIA
CONTADINO SPETTACOLO “L’ALTRO IERI, SANGU ME”.
La
rappresentazione “‘L’Altro ieri, Sangu me”, storytelling
teatralizzato è in scena, sabato 3 settembre, alle ore
21, a piazza Buglio, a Mineo interpretato da Valeria
Contadino per la regia di Salvatore Greco. La
storia è liberamente tratta dalla vicenda di Franca
Viola, donna che si è ribellata ad uno schema sociale
stereotipato. Franca Viola rappresenta l’evoluzione
della donna a tutto tondo nella società, Franca ha detto
no al matrimonio riparatore, con coraggio e fierezza,
diventando protagonista di un cambiamento nella società.
Il periodo storico in cui si sviluppa la nota vicenda è
a metà negli anni ‘60, epoca in cui la donna
“svergognata” aveva la possibilità di lavare la propria
onta di disonore sposando il suo amante. Ma c’è di più.
La legge italiana dell’epoca, legittimava di fatto lo
stupro, che lo riteneva un oltraggio contro la morale e
non reato contro la persona. Franca violentata dal
fidanzato Filippo, non solo rifiuta il matrimonio
riparatore, ma denuncia il fidanzato e i 12 aggressori.
Il processo si concluderà sedici anni dopo con la
condanna di Filippo.
Valeria Contadino, attrice protagonista,
afferma: “L’azione di Franca ha generato
un’evoluzione nella società grazie alla sua autenticità
e al suo coraggio. Ora, questa storia, letta in un
determinato periodo della mia vita, fatta di
introspezione, rottura e verità, si è incrociata al mio
flusso di coscienza quasi come in un meccanismo a
matriosca fino a sovvertire anche l’approccio con il mio
mestiere di attrice. Le regole stesse del teatro finora
sperimentate, le ho ribaltate. Fino ad ora,
nell’interpretare un personaggio, sono sempre partita da
un testo per tradurre il messaggio dell’autore e
consegnarlo, attraverso l’interpretazione, al giudizio
ultimo dello spettatore. In questo spettacolo invece
catapulto questo meccanismo. Partendo dal mio punto di
vista, dal mio pensiero, lascio allo spettatore la
possibilità di “leggere” e “intrepretare” una storia: la
mia, attraverso quella di Franca, quella di Filippo (il
suo violentatore), di ogni essere umano che rivendica la
propria identità. Come a dire: mettere in campo la
verità del vissuto personale nella verità dell’atto
teatrale. Questo è quello che sento adesso, come donna,
come artista”.
Il regista, Salvatore Greco dice : “Lo
spettacolo è comunicazione. Lo spettacolo è racconto. La
linea di regia che da subito ho immaginato è un’intima
lezione etica. La protagonista è una giovane attrice che
si immedesima attraverso semplici dettagli in Franca e
Filippo leggendo i loro diari postumi ai fatti accaduti.
Si produce così una fruizione drammaturgica su tre punti
di vista: la donna e l’uomo parti in causa e il sentire
di Valeria, l’attrice in scena; come punteggiatura dei
fatti salienti ed espressione di una difesa dei diritti
inalienabili della donna. Il tutto assume un tono
autentico e forte dato dal fatto che si tratta di
cronaca realmente accaduta. È il racconto della
risolutezza di Franca Viola che con il coraggio e la
determinazione sua e della sua famiglia ha portato un
cambio di legislazione epocale nei confronti di ataviche
ingiustizie e discriminazioni. Il tutto mantenendo uno
stretto contatto col pubblico ed incorniciato da tre
brani musicali dedicati ad ogni singolo diario”.
Karol Wojtyla a
XXII Festival International de Théâtre Francophone con
lo scritto di Pennac
di Lella
Battiato Majorana
CATANIA
-
XXII Festival International de Théâtre Francophone di
Catania. Il “Wojtyla” ha portato in scena lo spettacolo
tratto dal romanzo di Daniel Pennac, ‘Chagrin d’école’.
Il 21 e il 22 aprile 2022, l’IPSSEOA “Karol Wojtyla”
ha partecipato al XXII Festival International de Théâtre
Francophone di Catania che ha ripreso vita quest’anno,
dopo due anni di silenzio dovuti alla pandemia.
La dirigente del “Karol Wojtyla” di Catania, dott.ssa
Daniela Di Piazza, ha fortemente voluto la
ripresa di questo progetto didattico, che dal 2009 non
aveva mai avuto battute d’arresto grazie al lavoro della
prof.ssa Alessandra Costarella, docente di Lingua
Francese e responsabile di progetto in collaborazione
con il Dipartimento di Lingua Francese dell’Istituto,
diretto dalla prof.ssa Claudia Cardone.
Il progetto dello studio della lingua
francese attraverso le pratiche teatrali e la
conseguente partecipazione a tutti i Festival della rete
internazionale, negli anni, infatti, ha portato
gli studenti del “Wojtyla” a rappresentare i loro
spettacoli in giro per il mondo, si è dimostrato
fortemente motivante nello studio delle lingue
straniere.
Il progetto è stato anche complementare alle attività
professionalizzanti del “Wojtyla” in quanto aiuta, in
poco tempo ed in modo divertente, quasi per gioco, a
rafforzare molti obiettivi trasversali come la
padronanza della parola, del gesto, del movimento, la
scoperta del sé e l’importanza fondamentale del lavoro
d’équipe.
170 studenti di una decina di scuole superiori di
Catania e provincia, con grande entusiasmo, dunque si
sono ritrovati a calcare la scena con degli spettacoli
teatrali in lingua francese, per la prima volta senza la
presenza dei gruppi stranieri in sala ma comunque
collegati attraverso i social e la diretta streaming del
Festival.
Un gruppo di studenti delle classi 3A sezione
Accoglienza Turistica e 3B sezione Enogastronomia,
quest’anno ha lavorato alla messa in scena di uno
spettacolo tratto dal romanzo di Daniel Pennac ‘Chagrin
d’école’ in cui l’autore francese ricorda i suoi
trascorsi da ultimo della classe, disinteressato ad ogni
aspetto della vista scolastica fino al momento in cui,
inaspettatamente, proprio un professore lo salva
facendogli finalmente scoprire il profondo significato
della parola “apprendere” insieme a tutte le sue mille
sfaccettature che riusciranno, in futuro, a cambiare la
vita dell’alunno svogliato fino a farlo diventare uno
degli scrittori più famosi del suo tempo!
L’adattamento del testo teatrale e la regia dello
spettacolo sono opera del talento dell’attrice
Irene Tetto che con grande garbo e sapienza ha
trasportato gli studenti in un mondo nuovo, fatto di
giocosa finzione, lasciando che i giovani
attori parlassero proprio di se stessi ma in un modo
completamente nuovo!
La scoperta del linguaggio teatrale e la
partecipazione al XXII Festival de Theatre Francophone
di Catania hanno lasciato nei ragazzi la voglia di
continuare l’avventura…
Ecco alcune delle loro testimonianze :
Viola:
“Esperienza fantastica e che personalmente mi ha
aiutata molto anche a crescere! Mi sono divertita
tantissimo e sono fiera del risultato ottenuto! Lo
rifarei tante altre volte!”
Roberta:
“C’è una prima volta per tutto’ dicono….e proprio questa
è stata una di quelle prime volte così magiche che non
si dimenticheranno mai! Questa avventura è stata un’emozione
indescrivibile e sicuramente rifarei tutto infinite
volte. (P.S.: Pas de panique!)”
Riccardo:
“È stata una esperienza carina!”
Francesco:
“È stata una splendida avventura. È stato molto
gratificante vedere il risultato di tutti i nostri
sacrifici e, se fosse possibile, mi piacerebbe un sacco
ripetere questa esperienza!”
Mattias:
“È stata un’esperienza fantastica ed era una cosa che
mai mi sarei aspettato! Invece siamo arrivati sul palco
e siamo stati fantastici ma soprattutto tutti quanti
uniti fino alla fine….Un’esperienza che vorrò rifare
sicuramente!”
Dorotea:
“È stato per me un vero piacere partecipare
a questo percorso che ha integrato l’insegnamento della
lingua francese con lo spettacolo teatrale. Imparare
divertendosi! Ringrazio la professoressa, l’insegnante
di teatro e i miei compagni per aver reso possibile la
realizzazione di uno spettacolo davvero gradevole!”
Alessio: “Un’esperienza
fantastica, da rivivere, trovi un mix di emozioni
che non vivi ogni giorno, fai conoscenze nuove ma
soprattutto impari a legare con i compagni che sono
stati al tuo fianco in questo percorso. Inizialmente non
mi sarei mai aspettato tutto questo, non mi sarei
aspettato degli applausi come quelli che ci hanno fatto
in teatro e spero davvero di poter fare tante altre
esperienze del genere. Vorrei complimentarmi e
ringraziare le nostre due insegnanti: Irene Tetto
e la prof Alessandra Costarella“.

CATANIA
- Amore, possesso e violenza in “Sempre tua” in teatro
civile e sociale.
Bianca bambina, figlia, fidanzata, madre e moglie. Donna
innamorata, maltrattata e calpestata nel suo essere è la
protagonista di “Sempre tua” toccante atto unico
scritto, diretto ed interpretato da Antonella Caldarella,
sul palco di Roots, per l’applaudita stagione “Teatro
Argentum Potabile”. Una storia come tante, una storia
di ordinaria disumana follia dove le donne sono l’oggetto
premeditato della violenza del maschio prevaricatore che
sfoga, come nel caso di Nino il compagno della protagonista,
tutte le sue frustrazioni sulla moglie. La scena essenziale
: vestita da un perfetto gioco di luci e da coinvolgenti
musiche dal vivo scritte e suonate da Steve Cable,
Antonella Caldarella interpreta svariati personaggi
sia uomini che donne dimostrando una grande padronanza
scenica, per un’esperienza teatrale dal sicuro impatto
emotivo, che inevitabilmente scava nelle pieghe più
recondite dell’animo umano regalando un crescendo di
contrastanti emozioni tra rabbia e dolore per la giovane
protagonista, colpevole di aver amato un uomo sbagliato. La
pièce racconta la vita di Bianca che vive felice gli anni
della sua vita nella sua casa- fortezza fino al giorno del
primo schiaffo, in cui si ritrova sola, come nella scena, ad
affrontare il suo mondo improvvisamente buio e cattivo. Un
testo utile, necessario e doveroso che parla di violenza di
genere ponendosi come mezzo di unione tra tutte le donne che
si devono ribellare al primo gesto violento, perché chi alza
le mani una volta continuerà a farlo sempre e sempre più
spesso. Le continue variazioni di atmosfera, le evocazioni
tragi-comiche delle figure della madre e della nonna, la
graduale discesa negli inferi della violenza domestica fino
al tragico massacro lasciano nello spettatore uno sgomento
tale che porta alla commozione più profonda, per un
insegnamento civile ponendosi come teatro sociale, che deve
necessariamente essere visto dai più giovani, per la
costruzione di una coscienza morale oggi più che mai
necessaria.
CATANIA
-
Verga a Teatro
Ambasciatori : compagnia Buio in Sala con “Storia di una
Capinera”. La Compagnia “Buio in Sala”, a
grande richiesta, sabato 7 marzo, ore 17.30 e 21.00,
ritorna protagonista sul palco del Teatro
Ambasciatori per la rassegna teatrale “Ridi che
ti passa” dopo il successo di critica e pubblico. La
messa in scena di “Storia di una Capinera”
immortale romanzo epistolare di Giovanni Verga,
ha nel ruolo della giovane novizia Maria l’attrice
Irene Tetto, autrice anche della rielaborazione
drammaturgica. Gli attori e registi Giuseppe
Bisicchia e Massimo Giustolisi
dirigono l’applaudito spettacolo. Gli artisti
danno vita all’intricato intreccio narrativo raccontando
non solo l’amore tormentato di Maria e Nino (Massimo
Giustolisi) ma puntando l’attenzione sull’impossibilità
di poter scegliere liberamente senza alcuna costrizione
il proprio futuro. Irene Tetto dichiara : “La
riscrittura teatrale rispetta la connotazione storica e
il linguaggio del romanzo di Verga che insieme alla
scelta registica di utilizzare giochi di luce,
trasparenze, brani musicali minimalisti e sacri e la
particolare caratterizzazione enigmatica di Suor Agata,
proiezione pirandelliana della protagonista, crea una
giusta amalgama tra antico e moderno”. La giovane
novizia Maria (Irene Tetto), costretta a trasferirsi in
campagna a causa di un’epidemia di colera a Catania,
incontra, all’interno di questa cornice bucolica,
l’amore negli occhi di Nino (Massimo Giustolisi).
L’unione dei due è ostacolata dalla matrigna (Nadia
Trovato) sposata con il padre di Maria (Giuseppe
Brancato), uomo d’affari caduto in disgrazia che non
potrebbe offrire la dote alla figlia e che, a causa di
questo, lascia alla moglie le redini della conduzione
familiare. La matrigna obbliga Maria, la cui vocazione
vacilla, ad entrare in convento, mentre organizza il
matrimonio della figlia Giuditta (Laura Accomando) con
lo stesso Nino. La vita in convento, l’asfissia di una
clausura non voluta, il dolce ricordo dell’amore appena
conosciuto, porteranno Maria alla morte. Otto attori si
esibiscono sul palco ed indossando i costumi di Giovanna
Sesto della sartoria Baco da Seta: Irene
Tetto, Massimo Giustolisi, Giuseppe
Brancato, Nadia Trovato, Floriana Renna,
Laura Accomando, Giovanna Sesto,
Silvana D’Anca e Pippo Tomaselli. Due le
ambientazioni sceniche: la ricca casa di campagna nel
primo atto e la chiesa- convento nel secondo atto.


CATANIA
-
Carpe Theater a MUST Musco
presentazione
per
cartellone.
La conferenza stampa di presentazione degli spettacoli
in programma al Teatro Musco di Catania è stata
illuminata da ospiti di primo piano primo tra tutti l’attore
Tuccio Musumeci
( ascolta
intervista)
il quale
ha ripercorso la storia del Teatro.
Il
sindaco di Catania Salvo
Pogliese
( ascolta
intervento)
ha
presoparte al MUST alla conferenza di presentazione
della stagione 2019-2020 Carpe Theater. Il
regista Giuseppe
Dipasquale
( ascolta
intervista)
che ha
presentato la stagione del MUST 2019-2020 denominata
Carpe Theater l’ha fatto in buona compagnia con Valeria
Contadino
( ascolta
intervista)
attrice
e deus ex machina del Teatro.Gli attori
ed alcuni dei protagonisti della stagione teatrale hanno
raccontato sul palco esperienze e programmi.
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