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CATANIA -  Anfiteatro Ciminiere apre ad Edipo Re di Salvatore Guglielmino. Finalmente a Catania, dopo il successo del debutto a Noto, per soddisfare le numerose richieste del pubblico catanese e dello stop forzato a causa delle avverse condizioni metereologiche, sabato 3 ottobre, alle ore 21.00, nella cornice dell’anfiteatro Le Ciminiere, nell’ambito della rassegna “SummerFest” del Comune di Catania, va in scena la pièce “Edipo Re” di Sofocle riadattata e diretta da Salvatore Guglielmino. Il dramma di Sofocle, per la seconda stagione di Mitoff dedicata al teatro classico, sarà interpretato da Salvatore Guglielmino con Marta Limoli. Salvatore Guglielmino dichiara :“L’Edipo Rerappresenta una delle tragedie greche più significative e influenti per la civiltà occidentale, evidenziando la tragedia dell’uomo illuso di avere sotto controllo la propria vita e le conseguenze delle proprie azioni”. L’opera racconta il dolore dell’uomo che cerca di sfuggire i tutti i modi alla profezia che lo vede l’assassino del padre e marito della madre, ma ciononostante si ritroverà nella totale inconsapevolezza, a realizzare il nefasto responso datogli alla nascita. Come sappiamo Edipo credendo di allontanarsi dalle colpe che non ha ancora commesso  si sta inconsapevolmente adoperando a mettere in atto i disegni del destino, dimostrando come una storia scritta secoli or sono sia tremendamente attuale e come molto spesso cercando di evitare quel problema ci troviamo spesso avvinghiati e travolti da esso”. Una pagina teatrale con cui si esaminano l’esistenza umana e le sue miserie che, mettendo in luce la tragicità e la psicologia del dramma umano dove teatro, morte e l’inevitabilità del fato, dimostra ancora una volta come l’insegnamento dei miti si rifletta nel nostro quotidiano.


CATANIA - “Eracle” tragedia in chiave moderna a Platamone  diretta da Salvatore Guglielmino, 2a stagione  “Mitoff”. La seconda edizione della rassegna “Mitoff”  è dedicata al teatro classico, e venerdì 28 agosto, alle ore 21.30, la tragedia di Euripide fa tappa a Catania, dopo l’applaudito debutto a Noto di “Eracle”, riadatto e diretto per le scene dal regista Salvatore Guglielmino. Salvatore Guglielmino nelle vesti del protagonista sul palco del Cortile Platamone, nell’ambito della rassegna Catania SummerFest, ripropone la rilettura attenta dell’opera in chiave moderna, trattando temi attuali del nostro quotidiano, dove le anime dei personaggi racconteranno i propri sentimenti per una messa in scena dal grande impatto emotivo. Salvatore Guglielmino dichiara : “I testi del passato ci aiutano a comprendere la nostra attualitàsi esamina la durezza della situazione umana facendo emergere un dialogo interiore con il divino su cui si sviluppa tutto il dramma psicologico dove il teatro si mischia con l’amore e la morte per uno spettacolo che dai miti del passato, su cui nei secoli si è basata la nostra società, ricrea un nuovo modo di narrare e concepire le tragedie classiche. Il primo personaggio ad entrare in scena, interpretato da Santi Consoli, è Anfitrione, padre dell'eroe Eracle  che parla direttamente al pubblico, narrando gli sfortunati eventi che stanno affliggendo Tebe. L’attrice Marta Limoli è l’unica protagonista femminile in scena per una tragedia classica estremamente attuale e da riscoprire”. Euripide propone una visione decisamente problematica dell'uomo e dei complessi rapporti con la divinità, che Guglielmino racconta in un dramma psicologico affrontando la tematica del suicidio vista dal protagonista come unica strada per salvare la propria dignità.


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CATANIA Teatro, musiche, cultura & cinema


VIOLENTATA, NO A MATRIMONIO RIPARATORE: VALERIA CONTADINO SPETTACOLO “L’ALTRO IERI, SANGU ME”




CATANIA- SILVIO BARBIERO IN SCENA PATEMI D’AMORE A TEATRO PER RASSEGNA RIGENERAZIONI: GROPPI D’AMORE NELLA SCURAGLIA Lo spettacolo  della compagnia padovana Mare Alto Teatro a Catania è in scena venerdì 23 e sabato 24 febbraio, alle ore 20,30, nello spazio artistico teatrale Roots, in via Borrello, 73. La rappresentazione fa parte della rassegna di teatro contemporaneo “Rigenerazioni”.  Liberamente tratto dal libro di Tiziano Scarpa. La  scena è nuda, ma man mano si riempie di personaggi e paesaggi tipici del Centro Sud. Il personaggio principale è  Scatorchio il quale per far dispetto al rivale in amore aiuta il sindaco a trasformare il paese in una discarica, senza considerare che così perderà facilmente sia l'amore che il paese. La  rappresentazione è  un viaggio nei meandri dei  sentimenti, realizzato in maniera poetico e severo allo stesso tempo.  L’eroe è un  pò naif e fa sorridere, ma fa riflettere e guardare alla nostra coscienza.   Un solo attore in scena, Silvio Barbiero,  veste i panni di molti personaggi, esprimendosi in un dialetto  gramelot che ben rappresenta la vicenda dello  sconsiderato personaggio. La regia è firmata da Marco Caldiron. Chi vuole prenotarsi può farlo al 3534304936. Antonella Caldarella e Steve Cable, fondatori de La Casa di Creta Teatro Argentum Potabile sottolineano: “Il teatro è luogo naturale non solo di aggregazione, ma anche dove vi è uno scambio energetico di pensiero, per scuotere le coscienze. Per noi, svolge una funzione sociale importante, soprattutto di crescita personale. Per questo motivo, cerchiamo di portare al nostro pubblico delle rappresentazioni teatrali che siano arricchenti e nutrienti. Sì, perché il nostro spazio artistico ha come obiettivo  attraverso gli spettacoli di stimolare lo spettatore a guardare avanti per avere un futuro migliore. Vi aspettiamo al Roots” .


CATANIA ANGELO MANGANO SCRITTO, IL POLIZIOTTO SCOMODO, ALLA DISTRUZIONE DI MARINA DI MELILLI. Secondo spettacolo per Officina teatro canzone nella Sala del Centro studi laboratorio d’arte di via Caronda, a Catania. Il cantastorie, Giuseppe Pastorello, ha esordito, davanti a un pubblico attento e partecipe, proponendo con la sua Officina teatro canzone, la storia di Angelo Mangano, un questore della Pubblica sicurezza che in Sicilia indagò sulla mafia e in Sardegna contrasto il banditismo, negli anni Sessanta e Settanta, arrestando, tra gli altri, a Corleone, Luciano Liggio e Totò Riina.  Il figlio, omonimo, che ha contribuito alla realizzazione del testo con la documentazione raccolta, è intervenuto e, intervistato dal giornalista Daniele Lo Porto, ha introdotto gli spettatori nel contesto storico della Sicilia di quegli anni, ricordando anche l’attentato del quale fu vittima il padre, che sopravvisse nonostante venne centrato da  6 colpi di pistola, ma che, proprio in conseguenza di quelle ferite, morì molti anni dopo. Lo spettacolo si è articolato tra brani cantati e recitati, con il supporto di video e immagini d’epoca. Applausi per Giuseppe Pastorello (voce, chitarra acustica), Roberto Giannì (pianoforte), Maurizio De Luca (voce recitante), Agnese Firullo (voce), Annalisa Paladino (basso elettrico), Christian Bianca (violino). Il secondo spettacolo, che sarà proposto il 25 marzo, è incentrato sulla distruzione di Marina di Melilli e sul trasferimento dei suoi abitanti, sacrificati nel nome dell’industrializzazione, a metà degli anni Sessanta. In ”Marina, il sogno di mio padre” (liberamente spirata dal libro “Il mio nome è Marina” di Roselina Salemi) si ricorda la triste storia di un borgo di pescatori che si affacciava sul golfo di Targia, di fronte alla bellissima penisola di Thapsos, tra il porto di Augusta e la città di Siracusa. Negli anni '60 in quell'area cominciarono i lavori per costruire il petrolchimico di Priolo-Siracusa, uno dei più grandi poli industriali d'Europa. Il paesaggio cambiò radicalmente. Il paese di Marina di Melilli venne raso al suolo. L'aria divenne irrespirabile, l'acqua del mare avvelenata provocando stragi di pesci. Gli abitanti se ne andarono, tranne una decina di famiglie che non vollero abbandonare le proprie case. Uno di loro guidava la resistenza denunciando gli abusi di aziende senza scrupoli che stavano a poco a poco distruggendo quel pezzo di costa incontaminato dai tempi della Magna Grecia. Si chiamava Salvatore Gurrieri, fu ucciso nel 1992 da due sicari che lo sorpresero nel sonno e lo lasciarono morire, incaprettato, nel bagagliaio della sua auto. I killer furono arrestati e processati, i mandanti sono rimasti ignoti. La paga per quel delitto fu di duecentocinquantamila lire a testa. (www.marinadimelilli.it).  Lo spettacolo si sofferma sugli ultimi giorni trascorsi dagli abitanti nelle loro case, descrivendo l’incantevole zona detta “paradiso degli dei”, la vita degli abitanti, le mal velate minacce nei confronti di coloro che non volevano andare via, l’abbandono delle case, il travaglio del prete nel non volere seguire le direttive di chi gli chiedeva di lasciare la Chiesa, la baldanza di un onorevole corrotto che anteponeva il progresso alla vita della gente, le confessioni di un criminale e il dolore di una bambina per l’abbattimento della sua casa. E’ un unico messaggio: “Noi torneremo lì, ti rifaremo lì, non avremo la stessa età ma avremo tanta forza in più”. Gli interpreti : Giuseppe Pastorello (voce, chitarra acustica), Roberto Giannì (pianoforte), Maurizio De Luca (voce recitante), Agnese Firullo (voce), Annalisa Paladino (basso elettrico), Christian Bianca (violino). Lo spettacolo sarà ospitato nella sala di via Caronda , 316, con inizio alle ore 20, atto unico, durata circa 70 minuti. Il costo è di 10 euro. L’incasso dello spettacolo sarà devoluto in beneficenza.


CATANIA  - SPETTACOLO CARNAVAL A TEATRO DEI GIGANTI IN ZO CENTRO PER CULTURE CONTEMPORANEE. Carnaval  è  lo spettacolo prodotto dal Teatro dei Colori in scena domenica 12 marzo, alle ore 17, a Zo Centro culture contemporanee, piazzale Rocco Chinnici 6. La manifestazione fa parte della rassegna teatrale per le generazioni future, ‘Il teatro dei giganti’, prodotto da La Casa di Creta -Teatro ArgentumPotabile. Antonella Caldarella spiega che ha voluto “questo spettacolo perché è innovativo, sconosciuto ai bambini, che incentiva la fantasia e li conduce a focalizzarsi, non tanto sulla storia, ma sulle immagini. Si scopre un nuovo modo di fare teatro per l’infanzia che ha una narrazione visiva che stimola i sensi e le emozioni, rendendolo adatto a tutti”. Carnaval si basa sul gioco dei colori e delle forme. Le immagini geometriche si vestono della meraviglia della natura, con animali sgangherati e panciuti, fiori e piante caleidoscopiche e fantastiche, buffi esserini che appaiono come spiritelli ad abitare le note della irriverente, poetica, partitura di Camille de Saint-Saëns: Il Carnevale degli Animali. Un mix tra mimo, danza e animazione di figure luminose e brillanti, nello stile inconfondibile del Teatro dei Colori. Una nota di regia spiega come è nata questa performance : “Dallo scambio e dal dono dei bimbi, che sollecitati nel disegno, e nel creare le loro forme geometriche, hanno inventato dei buffi protagonisti di questa storia senza capo né coda… anzi con tante tantissime code”. Narratore della storia è un magico Arlecchino che conduce la platea nella storia, insieme ad altre maschere coloratissime, rimbalzanti, giocherellone. Le tante maschere come nella Commedia dell’Arte, come in un Carnevale del ‘900, perché Carnaval sono anche un omaggio all’utopia ed alla libertà. Carnevale in ogni forma ed in ogni tempo, la festa della rinascita della natura e del rinnovamento, dove l’alto è il basso, ed in un allegro girotondo si finisce tutti giù per terra.! Spazio anche alla musica che caratterizza questo spettacolo con motivetti tonalità ed incipit delle più note composizioni, da Offenbach a Rossini…con in più, il guizzo di un inizio scherzoso, rubato ad un Saltarello Medievale, e il ricordo della grande musica progressiva italiana. È  tempo di sognare, per prenotare c’è il numero: 3534304936. Drammaturgia e Regia: Valentina Ciaccia  da un progetto di: Gabriele Ciaccia. Animatori: Andrea Tufo, Valentina Franciosi, Maddalena Celentano, Massimo Sconci. Suono-luci: Boris Granieri. Organizzazione: Gabriella Montuori. La  produzione è del Teatro dei Colori Onlus.


CATANIA   IL PIFFERAIO MAGICO  A TEATRO ZO, CULTURE CONTEMPORANEE COMPAGNIA CALABRESE TEATROP. Lo spettacolo è in scena domenica 26 febbraio, alle ore 17, nel centro di piazzale Rocco Chinnici, a Catania, prodotto dalla compagnia calabrese TeatroP. La rappresentazione teatrale è inserita nella rassegna per le generazioni future, ‘Il teatro dei giganti’. Antonella Caldarella e Steve Cable, sono i promotori ed ideatori della rassegna ‘Il teatro dei Giganti”. I mecenate ospitano nuovamente la compagnia del teatroP poiché “In questa maniera si forma una miscellanea di energia positiva e di confronto artistico, creando un circolo virtuoso dove a beneficiarne è, soprattutto, il nostro pubblico formato da famiglie e dai figli cioè le generazioni future che godranno del teatro”. Parola, musica e disegno sono le tre metodologie narrative che vengono utilizzate. Il testo è stato scritto in rima con l’intento di giocare con la lingua italiana e con la sua musicalità.  L’opera è riscrittura nata anche dal confronto con le scuole e da una nuova interpretazione dei testi originali della famosa favola, dei fratelli Grimm. La musica è inedita, eseguita dal vivo da un musicista ed attore con strumenti a percussione, fiati ed un vibrafono mentre i disegni sono eseguiti con l’innovativa tecnica della sand art. I disegni di sabbia appaiono, scompaiono e si trasformano al ritmo della musica e al suono delle parole. La storia di un piccolo uomo, un pifferaio il quale con la musica riesce a salvare e allontanare dalla città di Hamelin dall’invasione dei topi. Ma, quando, i cittadini non rispettano gli accordi presi, il pifferaio pensa bene di portare con sé tutti i bimbi della città Nella riscrittura del testo il magico pifferaio conduce i bimbi in un’isola fantastica e molto conosciuta: l’Isola che non c’è. Le avventure della città di Hamelin insegnano ai bambini che è molto importante rispettare i patti e non agire solo per interesse personale. Il  racconto è costruito da metafore che alludono a determinati ideali e riproducono modelli di comportamento. I topi riflettono l’immagine di una città un po’ ammalata, sporca ed inquinata. Il pifferaio, è la figura misteriosa, rappresenta colui il quale potrebbe portare di nuovo l’ordine in città. Lo spettacolo performativo stimola i ragazzi alla lettura ed all’esercizio dell’immaginazione. La sand art contribuisce ad introdurre un’educazione all’immagine ed una visione estetica del racconto. Lo spettacolo è stato rappresentato in molte città italiane: al Teatro Sociale di Como, “Sociale Famiglie”, al “Festival Nazionale del Teatro Ragazzi G. Calendoli” di Padova, al Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti di Spoleto, al Teatro Stimate di Verona, al Giardino del Museo Ridola di Matera, al Roots di Catania, e ancora ad Avezzano, Pordenone, Paulilatino e Bari. Il Pifferaio Magico Regia: Piero Bonaccurso, con: Pierpaolo Bonaccurso, Greta Belometti, Fabio Tropea, musica dal vivo: Fabio Tropea, sand art: Greta Belometti, durata: 55 minuti.C’era una volta un pifferaio… e l’Isola che non c’è!


CATANIA VIOLENTATA, NO A MATRIMONIO RIPARATORE: VALERIA CONTADINO SPETTACOLO “L’ALTRO IERI, SANGU ME”.  La rappresentazione “‘L’Altro ieri, Sangu me”, storytelling teatralizzato è in scena, sabato 3 settembre, alle ore 21, a piazza Buglio, a Mineo interpretato da Valeria Contadino per la regia di Salvatore Greco. La storia è liberamente tratta dalla vicenda di Franca Viola, donna che si è ribellata ad uno schema sociale stereotipato. Franca Viola rappresenta l’evoluzione della donna a tutto tondo nella società, Franca ha detto no al matrimonio riparatore, con coraggio e fierezza, diventando protagonista di un cambiamento nella società. Il periodo storico in cui si sviluppa la nota vicenda è a metà negli anni ‘60, epoca in cui la donna “svergognata” aveva la possibilità di lavare la propria onta di disonore sposando il suo amante. Ma c’è di più. La legge italiana dell’epoca, legittimava di fatto lo stupro, che lo riteneva un oltraggio contro la morale e non reato contro la persona. Franca violentata dal fidanzato Filippo, non solo rifiuta il matrimonio riparatore, ma denuncia il fidanzato e i 12 aggressori.  Il processo si concluderà sedici anni dopo con la condanna di Filippo. Valeria Contadino, attrice protagonista, afferma: “L’azione di Franca ha generato un’evoluzione nella società grazie alla sua autenticità e al suo coraggio.  Ora, questa storia, letta in un determinato periodo della mia vita, fatta di introspezione, rottura e verità, si è incrociata al mio flusso di coscienza quasi come in un meccanismo a matriosca fino a sovvertire anche l’approccio con il mio mestiere di attrice. Le regole stesse del teatro finora sperimentate, le ho ribaltate. Fino ad ora, nell’interpretare un personaggio, sono sempre partita da un testo per tradurre il messaggio dell’autore e consegnarlo, attraverso l’interpretazione, al giudizio ultimo dello spettatore. In questo spettacolo invece catapulto questo meccanismo. Partendo dal mio punto di vista, dal mio pensiero, lascio allo spettatore la possibilità di “leggere” e “intrepretare” una storia: la mia, attraverso quella di Franca, quella di Filippo (il suo violentatore), di ogni essere umano che rivendica la propria identità. Come a dire: mettere in campo la verità del vissuto personale nella verità dell’atto teatrale. Questo è quello che sento adesso, come donna, come artista”. Il regista, Salvatore Greco dice : “Lo spettacolo è comunicazione. Lo spettacolo è racconto. La linea di regia che da subito ho immaginato è un’intima lezione etica. La protagonista è una giovane attrice che si immedesima attraverso semplici dettagli in Franca e Filippo leggendo i loro diari postumi ai fatti accaduti. Si produce così una fruizione drammaturgica su tre punti di vista: la donna e l’uomo parti in causa e il sentire di Valeria, l’attrice in scena; come punteggiatura dei fatti salienti ed espressione di una difesa dei diritti inalienabili della donna. Il tutto assume un tono autentico e forte dato dal fatto che si tratta di cronaca realmente accaduta. È il racconto della risolutezza di Franca Viola che con il coraggio e la determinazione sua e della sua famiglia ha portato un cambio di legislazione epocale nei confronti di ataviche ingiustizie e discriminazioni. Il tutto mantenendo uno stretto contatto col pubblico ed incorniciato da tre brani musicali dedicati ad ogni singolo diario”.


Karol Wojtyla a XXII Festival International de Théâtre Francophone con lo scritto di Pennac 

di Lella Battiato Majorana

CATANIA - XXII Festival International de Théâtre Francophone di Catania. Il “Wojtyla” ha portato in scena lo spettacolo tratto dal romanzo di Daniel Pennac, ‘Chagrin d’école’. Il 21 e il 22 aprile 2022, l’IPSSEOA “Karol Wojtyla” ha partecipato al XXII Festival International de Théâtre Francophone di Catania che ha ripreso vita quest’anno, dopo due anni di silenzio dovuti alla pandemia. La dirigente del “Karol Wojtyla” di Catania, dott.ssa Daniela Di Piazza, ha fortemente voluto la ripresa di questo progetto didattico, che dal 2009 non aveva mai avuto battute d’arresto grazie al lavoro della prof.ssa Alessandra Costarella, docente di Lingua Francese e responsabile di progetto in collaborazione con il Dipartimento di Lingua Francese dell’Istituto, diretto dalla prof.ssa Claudia Cardone. Il progetto dello studio della lingua francese attraverso le pratiche teatrali e la conseguente partecipazione a tutti i Festival della rete internazionale, negli anni, infatti, ha portato gli studenti del “Wojtyla” a rappresentare i loro spettacoli in giro per il mondo, si è dimostrato fortemente motivante nello studio delle lingue straniere. Il progetto è stato anche complementare alle attività professionalizzanti del “Wojtyla” in quanto aiuta, in poco tempo ed in modo divertente,  quasi per gioco, a rafforzare molti obiettivi trasversali come la padronanza della parola, del gesto, del movimento, la scoperta del sé e l’importanza fondamentale del lavoro d’équipe. 170 studenti di una decina di scuole superiori di Catania e provincia, con grande entusiasmo,  dunque si sono ritrovati a calcare la scena con degli spettacoli teatrali in lingua francese, per la prima volta senza la presenza dei gruppi stranieri in sala ma comunque collegati attraverso i social e la diretta streaming del Festival. Un gruppo di studenti delle classi 3A sezione Accoglienza Turistica e 3B sezione Enogastronomia, quest’anno ha lavorato alla messa in scena di uno spettacolo tratto dal romanzo di Daniel Pennac ‘Chagrin d’école’ in cui l’autore francese ricorda i suoi trascorsi da ultimo della classe, disinteressato ad ogni aspetto della vista scolastica fino al momento in cui, inaspettatamente, proprio un professore lo salva facendogli finalmente scoprire il profondo significato della parola “apprendere” insieme a tutte le sue mille sfaccettature che riusciranno, in futuro, a cambiare la vita dell’alunno svogliato fino a farlo diventare uno degli scrittori più famosi del suo tempo! L’adattamento del testo teatrale e la regia dello spettacolo sono opera del talento dell’attrice Irene Tetto che con grande garbo e sapienza ha trasportato gli studenti in un mondo nuovo, fatto di giocosa finzione, lasciando che i giovani attori parlassero proprio di se stessi ma in un modo completamente nuovo! La scoperta del linguaggio teatrale e la partecipazione al XXII Festival de Theatre Francophone di Catania hanno lasciato nei ragazzi la voglia di continuare l’avventura… Ecco alcune delle loro testimonianze : Viola: “Esperienza fantastica e che personalmente mi ha aiutata molto anche a crescere! Mi sono divertita tantissimo e sono fiera del risultato ottenuto! Lo rifarei tante altre volte! Roberta: “C’è una prima volta per tutto’ dicono….e proprio questa è stata una di quelle prime volte così magiche che non si dimenticheranno mai! Questa avventura è stata un’emozione indescrivibile e sicuramente rifarei tutto infinite volte. (P.S.: Pas de panique!)” Riccardo: “È stata una esperienza carina!” Francesco: “È stata una splendida avventura. È stato molto gratificante vedere il risultato di tutti i nostri sacrifici e, se fosse possibile, mi piacerebbe un sacco ripetere questa esperienza!” Mattias: “È stata un’esperienza fantastica ed era una cosa che mai mi sarei aspettato! Invece siamo arrivati sul palco e siamo stati fantastici ma soprattutto tutti quanti uniti fino alla fine….Un’esperienza che vorrò rifare sicuramente!” Dorotea: “È stato per me un vero piacere partecipare a questo percorso che ha integrato l’insegnamento della lingua francese con lo spettacolo teatrale. Imparare divertendosi! Ringrazio la professoressa, l’insegnante di teatro e i miei compagni per aver reso possibile la realizzazione di uno spettacolo davvero gradevole!” Alessio: “Un’esperienza fantastica, da rivivere, trovi un mix di emozioni che non vivi ogni giorno, fai conoscenze nuove ma soprattutto impari a legare con i compagni che sono stati al tuo fianco in questo percorso. Inizialmente non mi sarei mai aspettato tutto questo, non mi sarei aspettato degli applausi come quelli che ci hanno fatto in teatro e spero davvero di poter fare tante altre esperienze del genere. Vorrei complimentarmi e ringraziare le nostre due insegnanti: Irene Tetto e la prof Alessandra Costarella“.


CATANIA - Amore, possesso e violenza in “Sempre tua”  in teatro civile e sociale. Bianca bambina, figlia, fidanzata, madre e moglie. Donna innamorata, maltrattata e calpestata nel suo essere è la protagonista di “Sempre tua” toccante atto unico scritto, diretto ed interpretato da Antonella Caldarella, sul palco di Roots, per l’applaudita stagione “Teatro Argentum Potabile”.  Una storia come tante, una storia di ordinaria disumana follia dove le donne sono l’oggetto premeditato della violenza del maschio prevaricatore che sfoga, come nel caso di Nino il compagno della protagonista, tutte le sue frustrazioni sulla moglie. La  scena essenziale : vestita da un perfetto gioco di luci e da coinvolgenti musiche dal vivo scritte e suonate da Steve Cable, Antonella Caldarella interpreta svariati personaggi sia uomini che donne dimostrando una grande padronanza scenica, per un’esperienza teatrale dal sicuro impatto emotivo, che inevitabilmente scava nelle pieghe più recondite dell’animo umano regalando un crescendo di contrastanti emozioni tra rabbia e dolore per la giovane protagonista, colpevole di aver amato un uomo sbagliato. La pièce racconta la vita di Bianca che vive felice gli anni della sua vita nella sua casa- fortezza fino al giorno del primo schiaffo, in cui si ritrova sola, come nella scena, ad affrontare il suo mondo improvvisamente buio e cattivo. Un testo utile, necessario e doveroso che parla di violenza di genere ponendosi come mezzo di unione tra tutte le donne che si devono ribellare al primo gesto violento, perché chi alza le mani una volta continuerà a farlo sempre e sempre più spesso.  Le continue variazioni di atmosfera, le evocazioni tragi-comiche delle figure della madre e della nonna, la graduale discesa negli inferi della violenza domestica fino al tragico  massacro lasciano nello spettatore uno sgomento tale che porta alla commozione più profonda, per un insegnamento civile ponendosi come teatro sociale, che deve necessariamente essere visto dai più giovani, per la costruzione di una coscienza morale oggi più che mai necessaria.


CATANIA  -  Verga a Teatro Ambasciatori : compagnia Buio in Sala con “Storia di una Capinera”. La Compagnia “Buio in Sala”, a grande richiesta, sabato 7 marzo, ore 17.30 e 21.00, ritorna protagonista sul palco del Teatro Ambasciatori per la rassegna teatrale “Ridi che ti passa” dopo il successo di critica e pubblico. La messa in scena di “Storia di una Capinera”   immortale romanzo epistolare di Giovanni Verga,  ha  nel ruolo della giovane novizia Maria l’attrice Irene Tetto, autrice anche della rielaborazione drammaturgica. Gli  attori e registi Giuseppe Bisicchia e Massimo Giustolisi dirigono l’applaudito spettacolo. Gli artisti danno vita all’intricato intreccio narrativo raccontando  non solo l’amore tormentato di Maria e Nino (Massimo Giustolisi) ma puntando l’attenzione sull’impossibilità di poter scegliere liberamente senza alcuna costrizione il proprio futuro. Irene Tetto dichiara : “La riscrittura teatrale rispetta la connotazione storica e il linguaggio del romanzo di Verga che insieme alla scelta registica di utilizzare giochi di luce, trasparenze, brani musicali minimalisti e sacri e la particolare caratterizzazione enigmatica di Suor Agata, proiezione pirandelliana della protagonista, crea una giusta amalgama tra antico e moderno”. La giovane novizia Maria (Irene Tetto), costretta a trasferirsi in campagna a causa di un’epidemia di colera a Catania, incontra, all’interno di questa cornice bucolica, l’amore negli occhi di Nino (Massimo Giustolisi). L’unione dei due è ostacolata dalla matrigna (Nadia Trovato) sposata con il padre di Maria (Giuseppe Brancato), uomo d’affari caduto in disgrazia che non potrebbe offrire la dote alla figlia e che, a causa di questo, lascia alla moglie le redini della conduzione familiare. La matrigna obbliga Maria, la cui vocazione vacilla, ad entrare in convento, mentre organizza il matrimonio della figlia Giuditta (Laura Accomando) con lo stesso Nino. La vita in convento, l’asfissia di una clausura non voluta, il dolce ricordo dell’amore appena conosciuto, porteranno Maria alla morte. Otto attori si esibiscono sul palco ed indossando i costumi di Giovanna Sesto della sartoria Baco da Seta: Irene Tetto, Massimo Giustolisi, Giuseppe Brancato, Nadia Trovato, Floriana Renna, Laura Accomando, Giovanna Sesto, Silvana D’Anca e Pippo Tomaselli.  Due le ambientazioni sceniche: la ricca casa di campagna nel primo atto e la chiesa- convento nel secondo atto.



CATANIA - Carpe Theater a MUST Musco presentazione per cartellone. La conferenza stampa di presentazione degli spettacoli in programma al Teatro Musco di Catania è stata illuminata da ospiti di primo piano primo tra tutti l’attore Tuccio Musumeci (ascolta intervista) il quale ha ripercorso la storia del Teatro. Il sindaco di Catania Salvo Pogliese (ascolta intervento)  ha presoparte al MUST alla conferenza di presentazione della stagione 2019-2020 Carpe Theater. Il regista Giuseppe Dipasquale (ascolta intervista) che ha presentato la stagione del MUST  2019-2020 denominata Carpe Theater l’ha fatto in buona compagnia con  Valeria Contadino

(ascolta intervista)  attrice e deus ex machina del  Teatro.Gli attori ed alcuni dei protagonisti della stagione teatrale hanno raccontato sul palco esperienze e programmi.




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SANT'AGATA

VITA E TRADIZIONE


CATANIA POLIZIOTTO SCOMODO SPETTACOLI OFFICINA TEATRO CANZONE SU  PALCOSCENICO IMPEGNO CIVILE E STORIE DIMENTICATE. I  tre spettacoli saranno presentati martedì 7 marzo, alle ore 18,30, al Centro studi laboratorio d’arte di via Caronda, 316. Le opere sono realizzate da “Officina teatro canzone”: “Angelo Mangano, un poliziotto scomodo”, “Marina, il sogno di mio padre” e “L’Asino di San Giuseppe”. Il pubblico potrà ammirare le rappresentazioni l’11 e il 25 marzo, mentre è ancora da stabilire la data del terzo spettacolo, liberamente tratto dall’omonima novella di Giovanni Verga. Angelo Mangano fu un questore della Pubblica sicurezza che in Sicilia indagò sulla mafia e in Sardegna contrasto il banditismo. Il figlio, che ha contribuito con alla realizzazione del testo con la documentazione raccolta negli anni, sarà presente con un contributo video. Il secondo spettacolo è incentrato sulla distruzione di Marina di Melilli e sul trasferimento dei suoi abitanti, sacrificati nel nome dell’industrializzazione, a metà degli anni Sessanta.  Il regista Alfredo Lo Piero, che ospiterà l’Officina teatro canzone, sarà presente assieme a Giuseppe Pastorello, autore, regista e cantante, ed all’attrice Cristina Giarmanà.



di Lella Battiato Majorana

CATANIA – ROTONDA SUL MARE. La temperie di un’epoca italiana rivissuta a Senigallia sulla rotonda sul mare, grazie allo spettacolo ideato per presentare ancora su questo lido adriatico il volume “Ercole Patti. Tutte le opere”cronista, romanziere, cineasta, cantore dello struscio in via Etnea a Catania e del jet set di via Veneto a Roma. Nell’elegante cornice della rotonda sul mare di Senigallia, celebrata nella canzone di Valleroni Faleni e Migliacci, signature song di Fred Bongusto, con la sua peculiare forma a conchiglia, ha avuto luogo il fascinoso spettacolo promosso da Fabrizio Marcantoni, titolare della storica libreria, datata 1943, in viale 2 Giugno a Senigallia. A lui si devono molteplici attività culturali finalizzate alla promozione del libro, strumento fondamentale, indispensabile, privilegiato, di crescita etica, sociale e anche turistica. Spettacolo scaturito dalla recente pubblicazione del volume “Ercole Patti. Tutte le opere”, curato da Sarah Zappulla Muscarà e Enzo Zappulla (editore La nave di Teseo): un monumentale, raffinato volume impreziosito da scritti inediti e rari e da un ricco corredo iconografico, frutto della sensibilità culturale di Elisabetta Sgarbi. Protagonisti artisti d’eccezione, Mariano Rigillo e Anna Teresa Rossini, splendida coppia del teatro italiano, magistrali interpreti di un repertorio multiforme, che fa registrare i maggiori drammaturghi, dai classici greci agli autori contemporanei, e di cui ci piace ricordare almeno i recenti “Re Lear” di Shakespeare e “Erano tutti miei figli” di Arthur Miller. Insieme a loro, il talentuoso Angelo Cicconi Massi e la colonna sonora di Dario Pescosolido (ginecologo appassionato di musica) hanno felicemente selezionato ed eseguito brani dell’epoca: una scoppiettante carrellata di pagine deliziose che hanno dato voce ai tanti ritratti di Ercole Patti, ora ironici, umoristici, eccentrici, ora spietati, grotteschi, paradossali, di uno scrittore poliedrico, insieme giornalista, narratore, commediografo, sceneggiatore, critico cinematografico. La sua lente d’ingrandimento implacabile non risparmia personaggi mitici quali Elisabeth Taylor e Richard Burton. Gli entusiasti giudizi dei contemporanei sull’opera sua. Valentino Bompiani annotava “la sua prosa è perfetta, non possiede un grammo in più”. Mario Soldati definì il romanzo “La cugina” “un piccolo capolavoro dove come in certe pitture di Matisse e de Pisis tutto un mondo vive appena sfiorato dai pennelli”. Eugenio Montale, che ha recensito tutti i suoi romanzi sul “Corriere della Sera”, gli riconobbe “l’arte di farsi leggere”, “quella facilità difficile che è l’uovo di Colombo”, “quando è ispirato, e lo è quasi sempre, nessuno scrive come lui”. Il ritorno di Ercole Patti in libreria è stato salutato dalla critica come la riscoperta di un autore unanimemente definito “un classico”. Al romanzo suo più famoso, “Un bellissimo novembre”, da cui è stato tratto il film omonimo, regia di Mauro Bolognini, protagonisti Gina Lollobrigida e Gabriele Ferzetti, è stato dedicato ora un vino, denominato appunto “Un bellissimo novembre”, dall’Azienda Al-Cantàra di Pucci Giuffrida.Non a caso. Patti è un cantore, fra il tanto altro, dei riti dell’autunno, la vendemmia, la caccia, la raccolta delle castagne, dei funghi, degli ulivi, dei fichidindia, delle noci. La stagione più amata dallo scrittore l’autunno, allorché, nell’accecante luce della campagna siciliana, si celebra l’estremo trionfo della vita. “Era il 15 novembre 1925” così, con la traumatica scomparsa dell’adolescente Nino, si chiude “Un bellissimo novembre”: una precisa indicazione cronotopica dell’explicit, costante nell’opera di Patti, per singolare gioco del caso coinciderà con la scomparsa dello scrittore, avvenuta a Roma, nell’abitazione sul Lungotevere Flaminio, il 15 novembre 1976. Nella galleria di personaggi che furono di Patti e con Patti nella sua copiosa, straordinaria e variegata opera letteraria, leggiamo e respiriamo di un tempo che fu italiano e del mondo oggi riportato con freschezza nelle pagine del corposo volume e, ancora da Dario Pescosolido, Fabrizio Marcantoni, Anna Teresa Rossini, Sarah Zappulla Muscarà, Angelo Cecconi Massi, Mariano Rigillo, Enzo Zappulla che vediamo nella foto di assieme.




 

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