CATANIA
- “Oro e Piombo”,spaghetti western: Renny Zapato
tra i protagonisti. Il film indipendente “Oro e
Piombo”, opera prima del regista Emiliano Ferrara,
interpretato dal cantattore catanese Renny Zapato con
Claudio Gregori, Greg, come special guest nel ruolo di un
prete pistolero con l’attrice italo persiana Yassmin Pucci,
dopo la vittoria al Festival del Cinema di Siena ed il
successo al Festival del Cinema di Roma è proiettato in
prima nazionale martedì 17 dicembre, ore 19.30, presso l’ex
Caserma Guido Reni a Roma. Renny Zapato dichiara : “Il
film, prossimamente protagonista nel 2020 al cinema in
“D.N.A” il nuovo film di Lillo e Greg, è uno spaghetti
western che omaggia il grande Sergio Leone e i suoi miti
rivisto nel segno del virtuosismo digitale e finalmente
rivalutato dalla critica anche quella più ostile e
diffidente. Oro e Piombio è un western all’italiana- che
nell’accezione più bella del termine strizza l’occhio a
Tarantino la cui sceneggiatura si basa su una storia vera di
dolore e vendetta, di colpa e di espiazione con protagonista
una pistolera che si scontrerà con i tanti cowboy che
incontrerà nel suo cammino”. Molti sono i nomi noti a
supporto di questo film a partire dalla fotografia di
Armando Barberi, lo storico d’armi Marco Fanciulli famoso
per essere il braccio destro di Giuliano Gemma, mentre come
stunt coordinator Tiziano Carnevale, Antonio Di Santo e
Angelo Allegretti sono gli horse training famosi a livello
internazionale. Zapato è apprezzato interprete di cinema e
fiction importanti come, fra i tanti, “La mossa del cavallo”
per Raiuno e “L’Onore e il Rispetto 5” per Mediaset.Il
rocker Renny Zapato sta attraversando un periodo fortunato
è uno dei volti della Compagnia di Teatro Mobile di Catania,
fondatore e leader della band rock “Distortion Reverb” e
frontman insieme a Francois Turrisi dei “The Bluff”, che
continuerà prossimamente a far parlare di sé anche oltre
oceano.
CATANIA
- VII edizione del Premio Letterario Nazionale Efesto
città di Catania. Si riaccendono le luci sulla nuova
edizione del Premio Letterario Nazionale Efesto città di
Catania, giunto alla VII edizione ed insignito nel 2013
dalla Medaglia della Presidenza della Repubblica e nel 2014
dalla Medaglia della Presidenza della Camera, che lunedì 16
dicembre alle ore 20.00 sul palco del Teatro Musco vedrà
premiati da un’ autorevole giuria di qualità composta da
esponenti della cultura siciliana gli elaborati più
meritevoli per le tre sezioni in gara: Edo Gari- poesia in
lingua; Ercole Patti- racconto breve; Mariella Lo Giudice –
testo teatrale.Santino
Mirabella, magistrato presso il Tribunale di Catania,
scrittore, presidente dell’associazione culturale Efesto ed
ideatore ed organizzatore della manifestazione da anni
impegnato nel campo della cultura con il premio Efesto,
diventato una piacevole ed irrinunciabile consuetudine per
la città, si pone l’obiettivo di diffondere e promuovere la
letteratura in tutte le sue forme esercitando costantemente
la funzione di osservatorio delle tendenze e delle proposte
culturali contemporanee. Santino Mirabelladichiara
: “L’idea del premio letterario nasce
dalla volontà di fare un omaggio al mio amico Edo Gari, una
bella persona, un grande magistrato e un ottimo artista che
non ha abbandonato il suo amore per il teatro nemmeno dopo
essere entrato in magistratura, all’indimenticata e
indimenticabile Mariella Lo Giudice e al genio letterario di
Ercole Patti dando la possibilità ad autori di poter
esprimere la propria arte e il proprio pensiero”. Punti
di forza della longeva iniziativa culturale la genuinità e
l’entusiasmo con il quale sin dal primo anno della
manifestazione la kermesse letteraria è stata accolta non
solo in Italia ma anche all’estero con partecipanti dal
Canada e dal Brasile. Ad
affiancare Santino Mirabella le commissioni giudicatrici
composte da: Arianna Attinasi- editrice; Carmelo Zaffora-
psichiatra, scrittore e pittore; Francesco Spadaro-
psichiatra e pittore; Giuseppe Giuffrida- commercialista e
promotore culturale; Rita Gari Cinquegrana- docente di
Storia dello Spettacolo e critico teatrale (sezione Edo
Gari- lingua italiana); Francesco Turrisi- avvocato e
musicista; Giuseppe Speciale- professore; Gregorio Scuto-
avvocato e musicista; Marinella Fiume- scrittrice (Sezione
Ercole Patti- racconto breve); Agostino Zumbo- attore;
Gabriella Vergari- professoressa e scrittrice; Miko
Magistro- attore; Pippo Pattavina- attore; Renato Papa- già
magistrato, autore di pièce teatrale; Tuccio Musumeci -
attore, Salvo Trombetta avvocato.“Il Premio
Efesto - continua Mirabella- intende promuovere la crescita
culturale delle nuove generazioni attraverso la diffusione
del teatro e del libro con il confronto tra le più alte
testimonianze del nostro tempo”.La
serata di gala sarà presentata da Azzurra Viglianisi e
Federico Mirabella.
CATANIA – Adriana La
Terra nuovo romanzo su Sicilia, fede, religione e
buoni sentimenti. L’opera edita da Ibiskos Ulivieri
è statapresentata per la prima volta a Catania, sabato 30
novembre, ore 19.00, nella sala conferenze del Museo
Diocesano. Il nuovo romanzo della pluripremiata
scrittrice catanese Adriana La Terra, la quale il 16
dicembre è premiata a Firenze a Palazzo Vecchio per la
Cultura, è impregnato di Sicilia, fede, religione e buoni
sentimenti.Adriana La Terra dichiara
ascolta
intervista): “È un
romanzo molto particolare che descrive Catania come la bella
addormentata all’ombra del vulcano macchiato di neve ma così
non è, perché tra le sue strade eleganti, nelle sue piazze
antiche, nei suoi vicoli dentro le stanze più remote di
appartamenti, palazzi antichi dove risiede la gente che
conta esplodono passioni a volte incontrollabili, si
enumerano vizi e virtù che riempiono la vita dei siciliani
mentre la mafia continua a colpire. Un giorno il vecchio
prete forte della sua annosa esperienza fa agli allievi
seminaristi una domanda strana e peculiare “Com’è bello o
brutto il volto del diavolo?” e da qui s’intrecceranno una
serie di storie e avvenimenti molto particolari”. Il
romanzo storico è frutto di anni di studi e approfondimenti
che parla di Sicilia, di fede, religione e buoni sentimenti
come quelli del protagonista l’anziano prete “Ianuzzu u’
patruzzu”, vittima ed eroe del suo passato. Il giornalista e
scrittore Santo Privitera, il professore, ordinario
materie letterarie Ferdinando Emanuele e l’editore
Alessandra Ulivieri dialogano con l’autrice La
scrittrice, alla fine della presentazione letteraria,
ha firmato copie e subito dopo il cocktail di ringraziamento.
CATANIA
- Panta Rei : uomo e Dio in rassegna “Io ed Io”.
La coppia artistica Gianluca Barbagallo e Nicola
Diodati sarà protagonista domenica 24 novembre, alle ore
18.30, sul palco del Teatro Grotta Smeralda di Acicastello
per il secondo appuntamento in cartellone dell’applaudita
stagione “Panta Rei”, diretta dall’attore e regista Valerio
Caponetto con lo spettacolo “Io ed Io” scritto e
diretto dallo stesso Barbagallo. Il direttore artistico
Valerio Caponettodichiara : “Un testo di
drammaturgia contemporanea scelto e pensato per far
riflettere il pubblico, in modo che sia protagonista e non
un semplice spettatore degli eventi con l’obiettivo di
riavvicinare i giovani al teatro e alla cultura del
palcoscenico dimostrando che si può fare arte in diversi
modi. Nell’era dei social sarebbe interessante parlare con
Dio come se fosse uno dei tanti utenti del mondo di internet
e scoprire quale sia il suo pensiero su di noi e come spesso
di sostituiamo al suo volere. Da qui una serie di gag e
dialoghi esilaranti con l’obiettivo di far riflettere
sorridendo”. L’attrice Mirella Petralia è in scena
accanto a Barbagallo e Diodati nello spettacolo che racconta
“come il genere umano sia cambiato, in peggio, rispetto al
progetto divino”. Gli uomini tendono a complicarsi la vita
distruggendo tutto quello che gli sta attorno invece di
rispettare le normali regole del quieto vivere. Gianluca
Barbagallo, il quale con questo spettacolo ha superato
il tetto delle 100 repliche racconta: “È stato il
primo testo che ho scritto. Dio è l’essere perfettissimo che
ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza ed ognuno di
noi attraverso una sopravvalutazione spesso si sente così
perfetto da vivere deliri di onnipotenza”.
CATANIA–Paradiso di Dante, spettacolo di Salvatore Guglielmino a
San Nicolò L’Arena. Il
regista ed attore Salvatore Guglielmino dopo il grande
successo della rassegna Mitoff dedicata al teatro
classico, torna ad incantare ed incuriosire il pubblico
catanese con una straordinaria ed unica, fino ad oggi,
rappresentazione di “Il Paradiso” di Dante. La cornice
di questo evento è la monumentale chiesa di San Nicolò
L’Arena. Il sito è adatto alla trasposizione teatrale
del testo curato dallo stesso Guglielmino autore anche
della regia. Il debutto in prima nazionale è il 7 e 8
dicembre, con il patrocinio del Comune di Catania,
dell’Assessorato alla Cultura e al Turismo per una
produzione Compagnia degli Eventi in collaborazione con
l’Associazione Esclarmonde.Salvatore
Guglielmino dichiara : “L’adattamento
teatrale del Paradiso è un’analisi attenta dell’opera
di Dante rivolta ad un pubblico volutamente eterogeneo,
con una particolare attenzione ai giovani e agli amanti
del teatro, mettendo in evidenza i vari messaggi
subliminali dell’opera, che possono assolutamente essere
letti anche in chiave contemporanea, attraverso i versi
recitati dagli attori che interpreteranno i personaggi
delle anime collocate dal Poeta nei diversi cieli del
Paradiso. Non saranno allestite particolari scene che
possano turbare le bellissime strutture architettoniche
e artistiche gli spazi davanti all’altare e l’altare
stesso saranno la naturale scenografia dell’opera e le
luci non saranno invasive ma metteranno in risalto
l’assoluta bellezza del sito”. Il regista preferisce non
svelare i nomi del cast per stimolare la curiosità fino
all’imminente conferenza stampa. Ruolo fondamentale
hanno le musiche col compito insieme alle coreografie
dei danzatori e delle danzatrici di rappresentare i
beati. Le note sono curate dal Maestro di danza Pietro
Gorgone responsabile del Balletto di Sicilia, col
precipuo scopo di rendere ancor più suggestivo lo
spettacolo con il preciso obiettivo di trasmettere ai
presenti un messaggio d’amore universale.
CATANIA
–Debutto con “Novecento” a Teatro Stabile di
Mascalucia. La vita di Denny Boodman T.D. Lemon
Novecento, il più grande pianista esistito che sin
dalla nascita non ha mai abbandonato la nave Virginian,
interpretato in maniera appassionata e vera da Andrea
Luca sul palco del Teatro San Gabriele dei Padri
Passionisti di Mascalucia per la 31° applaudita stagione del Teatro Stabile di Mascalucia,
raccontata dal trombettista Tim, un magnetico e intenso
Andrea Zappalà, conquista e coinvolge il pubblico
sempre più numeroso in questo straordinario debutto di
stagione che inevitabilmente grazie alle musiche inedite
del M° Giuseppe Palmeri realizzate appositamente
per la pièce “Novecento”, tratta dal monologo di
Alessandro Baricco e adattata per le scene dalla
regista Rita Re, viene rapito e trasportato a
bordo del piroscafo in una dimensione quasi onirica.Lo spettacolo è semplicemente perfetto in ogni
singola scena e battuta nel mostrare il dolore
dell’amico Tim nel raccontare la straordinaria vita di
Novecento, dove poesia e teatro si sposano e si amano
arrivando direttamente al cuore degli spettatori che in
uno scorrevole atto unico hanno rivissuto, proprio come
accade nella trasposizione cinematografica del 1998 del
film “La leggenda del pianista sull’oceano”
diretto da Giuseppe Tornatore, la scelta del
protagonista di non abbandonare quella nave diventata
nido sicuro da cui è impossibile andare via anche a
costo della vita stessa. Commovente il dialogo finale
tra i due amici dove il trombettista Tim inutilmente
cerca di dissuadere Novecento di rimanere sulla nave,
sfiorando le corde più intime dell’anima con la capacità
di trasmettere nel pubblico il dolore di vedere saltare
in aria uno dei propri affetti più cari senza riuscire a
fare nulla. Emozioni e sentimenti, impreziositi dalle
coreografie di Alice Sapienza e Chiara
Platania della Moonwalk DanceStudio coadiuvati da un nutrito gruppo di dodici attori vestiti
dagli eleganti costumi di Cettina Poma e
Graziella Villardita, danno vita aduna delle
storie più struggenti mai raccontate prima confermando
la bravura della Compagnia del Teatro Stabile di
Mascalucia, fondata da Mario Re, nel sapere
spaziare tra contemporaneo e tradizionale dove è facile
ritrovarsi nelle cuccette di terza classe, i primi tre
gradini della scala d’accesso alla nave e nei saloni
della prima classe fino alla stiva tra il carbone nero
della sala macchine e vivere i sentimenti di speranza e
desiderio di tutti quegli emigranti che con la valigia
di cartone e gli abiti rattoppati sognavano l’America e
il riscatto di una vita migliore.
CATANIA –
“Figli del set” di Lo Piero esordio a Roma. La
prima è nelle sale cinematografiche della capitale
del documentario “Figli del set” del regista catanese
Alfredo Lo Piero è il 16 ottobre, alle 20,30, nel
Cinema Aquila di Roma e successivamente all’Università
La Sapienza, nella capitale. Il film, grazie a
Distribuzione indipendente di Giovanni Costantino, potrà
essere visto nelle sale in tutta Italia e, naturalmente,
avrà una attenzione particolare in Sicilia. Il
documentario è stato girato in diverse location, tra cui
Roma e il Museo del cinema alle Ciminiere di Catania, è
presentato in anteprima al Giffoni Filmfest. La trama è
la storia di alcune grandi famiglie di cineasti, tramite
le testimonianze dirette di: Carlotta Bolognini, Manolo
Bolognini, Richy Tognazzi, Simona Izzo, Danny Quinn,
George Hilton, Fabrizio Frizzi. Di Giancarlo Giannini è
la voce narrante. Il regista di “Figli del set”, sarà
inoltre protagonista di una delle prossime puntate di
“Cinematografo” di Gigi Marzullo su Rai Uno.L’uscita
nelle sale di “Figli del set” per Alfredo Lo Piero è
un’altra grande soddisfazione a distanza di pochi giorni
dalla prestigiosa partecipazione, da finalista, al NVIFF
Awards di Amsterdam, tra le 8 opere ammesse alla sezione
Documentari. Un riconoscimento, di pubblico e di
critica, importante per “La libertà non deve morire in
mare”: il dramma dei migranti che partono dalle coste
del Nord Africa per raggiungere Lampedusa. Alfredo Lo
Piero sottolinea : “In Olanda il fenomeno migratorio nel
Mediterraneo sembra distante, il dolore per migliaia di
morti è appena percepito. Il mio film è stato un pugno
nello stomaco, come già lo era stato in tante altre
città in ogni continente dove è stato proiettato o ha
partecipato a rassegne cinematografiche. Per me e per
il mio distributore, che ha pienamente sposato il
progetto, Giovanni Costantino, è una soddisfazione
enorme essere arrivato in finale, insieme ad altre opere
di grande impatto sociale e attualità, come il
femminicidio, l’emergenza climatica, l’inquinamento
degli oceani. Insieme a Gideon Omoragbon, uno dei
sopravvissuti al naufragio di una delle tante “carrette
del mare” abbiamo raccolto solidarietà e apprezzamento.
Questi sono i premi più importanti”.
CATANIA
-“Novecento”
inaugura nuova stagione Teatro Stabile Mascalucia.
Il sipario della 31° stagione del Teatro Stabile
Mascalucia si alza con “Novecento” di Alessandro Baricco diretto ed adattato per le scene
da Rita Re, direttore artistico della Compagnia
fondata dal padre Mario. Il palco del Teatro San
Gabriele dei Padri Passionisti di Mascalucia ospita lo
spettacolo sabato 12 ottobre, alle ore 21.00, con
replica domenica 13 ottobre, alle ore 18.00, e domenica
20 ottobre, alle 18.00. La pièce rappresentata
narra una delle storie più commoventi mai raccontate
prima. La regista Rita Re dichiara : “Novecento è la storia di
un viaggio incantevole, a cui daremo vita così come
l’autore l’ha scritta, con un linguaggio che la rende
vera e allo stesso tempo magica. Un cammino a volte
turbolento, a volte tranquillo, tra le cuccette di terza
classe e i primi tre gradini della scala d’accesso alla
nave, che conducono alla vita e poi indietro, ancora su
per il salone di prima classe fino alla stiva tra il
carbone nero della sala macchine.Grande importanza
avrà il ruolo della musichecomposte
appositamente per lo spettacolo dal Maestro Giuseppe
Palmeri e incise con Rosario Battiato alla
tromba ed Alessandro Longo al violoncello, con le
coreografie di Alice Sapienza eChiara
Platania della Moonwalk DanceStudio, per impreziosire l’interpretazione di Andrea Luca
e Andrea Zappalà, protagonisti della pièce,
coadiuvati da un nutrito gruppo di dodici attori. Da
siciliana non posso non pensare che le emozioni di tutti
coloro che sognavano l’America, potevano essere anche
quelle dei nostri nonni, a cui dedico questo
spettacolo”.
CATANIA
- “Buio in Sala” novità
stagione teatrale : attesa in nuova sede per accogliere
bambini e adulti.
Gli attori e registi
Massimo Giustolisi e Giuseppe Bisicchia fondatori ed
ideatori della “Compagnia Buio in Sala” realtà artistica
attiva da oltre dieci anni nel coniugare l’attività di
formazione con la produzione teatrale sabato 28
settembre, alle ore 19.00, all’interno del centro
polifunzionale Leonardo Da Vinci presentano alla stampa,
al pubblico e agli amanti del teatro il nuovo cartellone
ricco di spettacoli, laboratori e attività collaterali.
Massimo Giustolisi e Giuseppe Bisicchia sono stati
coadiuvati per l’aspetto tecnico dalla presidente
Silvana D’Anca, dalla responsabile alle pubbliche
relazioni Giovanna Sesto e dalla referente degli
spettacoli per le scuole Patricia Raponi.Giustolisi e Bisicchia
spiegano:“La presentazione della
stagione 2019/20 è l’occasione speciale per inaugurare
la nuova sede teatrale di oltre trecento metri quadrati-
un vero e proprio centro culturale, fatto d’incontri,
mostre, caffè letterari, performance, conferenze e
dibattiti. Le proposte di Buio in Sala non si
ridurranno solo agli spettacoli per le scuole. I
laboratori, attivi già da oltre dieci anni, saranno
divisi per fasce di età: dai piccolissimi “Baby” dai 3
ai 5 anni ai “Junior” dai 6 ai 9, i ragazzini “Kids” dai
10 ai 13, gli adolescenti “Teen” dai 13 ai 17, i giovani
“Advanced” dai 18 ai 30 e i “Senior”, per adulti senza
limiti di età”. Ed ancora aggiungono: “Da quest’anno
inoltre prenderanno il via i corsi di Danza Bollywood,
Canto corale, Teatro/danza Terapia, Tai Chi, Giocoleria,
Improvvisazione per dare spazio alle emozioni e alle
pulsazioni dell’anima”.L’attrice Manuela
Ventura, volto noto di cinema, tv e teatro taglia il
nastro inaugurale della nuova sede e di questo nuovo
anno all’insegna dell’arte e dello spettacolo. Le
proposte per le scolaresche si dividono in due grandi
aree: “spettacoli per le scuole primarie” e “spettacoli
per le scuole secondarie”. La prima fascia per il
pubblico dei più piccoli, comprende ben tre fiabe: “Il
Principe Ranocchio” con la voce fuori campo di Lorella
Cuccarini, “Il brutto Anatroccolo” e “Note di Natale”.
Le scuole secondarie, programmano tre titoli che Buio
in Sala ha scelto: “Storia di una Capinera”, “#Monnalisa”
e “Romeo e Giulietta…ever after”. Tutte le regie sono
affidate alla “premiata ditta” Bisicchia-Giustolisi.
CATANIA – Roots
Catania al via nuova stagione: “La Casa di Creta Teatro
Argentum Potabile” per adulti e bambini.Il sipario della nuova stagione teatrale
dell’Associazione “La Casa di Creta Teatro Argentum
Potabile” diretta in tandem da Antonella Caldarella e
Steve Cable, si alza e giovedì 19 settembre alle
ore 18.00, nell’accogliente sala “Roots” in via Giuseppe
Borrello 73 a Catania presentano alla stampa ed agli
amanti del buon teatro la nuova proposta artistica.
“Underground Rivers” presenta un cartellone di teatro
contemporaneo dedicato agli adulti che, giunto alla sua
quinta edizione, mette in primo piano testi nuovi di
autori contemporanei. La rassegna “Il Teatro dei
Giganti”, come ogni anno dal 2012, rappresenta un
appuntamento unico nella città etnea per il pubblico
delle famiglie. Le esibizioni sono una varietà di
compagnie professioniste, storie originali e linguaggi
teatrali diversi, affinché il Teatro per l’infanzia non
si limiti a versioni musicali di fiabe disneyane ma
che sia terreno dinamico di innovazione
drammaturgica. Il teatro per gli adulti “Underground
rivers” con inizio il 12 ottobre, prosegue il 13, 19 e
20 con lo spettacolo “L’uomo invisibile” per una
produzione di Teatro Argentum potabile. Il programma
prevede il 2 e 3 novembre in scena “Marika” di Santina
Porcino; La manifestazione prosegue nei giorni 11, 12,
18 e 19 gennaio con i “Cuori Sporchi” prodotto sempre
da Teatro Argentum Potabile. Gli artisti si esibiscono
il 15, 16, 22 e 23 febbraio con “Tragi.Com” di Argentum
Potabile. Il programma prevede per il 14 e 15 marzo :
“Due passi sono” della pluri-premiata compagnia
Carullo/Minasi; Lo spettacolo prosegue il 4 e 5 aprile
per la conclusione con “Fidelity Card” di Cosa sono le
nuvole. Gli spettacoli del cartellone “Il Teatro dei
Giganti” iniziano il 26 e 27 ottobre con “Lentamente”
prodotto da O.T.q,A; il 16 e 17 novembre andrà in scena
“Gelsomina e il principe Tuttomio” della Nave Argo; il
30 novembre e 1 dicembre si continua con “I Cunti de
Ciancianeddi” per una produzione La Casa di Creta; il 14
e 15 dicembre si conclude con “Rosaspina” del Castello
di Sancho Panza per riprendere a Marzo con altri
appuntamenti da definire. Antonella Caldarella e Steve
Cable, autori e registi con una carriera trentennale
alle spalle lei, ventennale lui, oltre ai due
cartelloni, anche quest’anno, daranno vita a laboratori
teatrali sia per i ragazzi che per gli adulti, sia in
inglese che italiano, in modo da conoscere se stessi
attraverso metodologie didattiche realizzate per
sviluppare la comunicazione e migliorare il rapporto
anche con chi ci sta attorno. Antonella Caldarella e
Steve Cable spiegano : “Non sarà una semplice
presentazione, ma un dialogo con tutti coloro che
vorranno conoscere una realtà teatrale diversa ed
innovativa capace di unire arte, preparazione,
creatività e impegno dove non solo sveleremo i dettagli
di questa stagione ma stupiremo chi verrà a trovarci con
ghiotte ed importanti novità”.
CATANIA
– AgGREGazioni di
Claudio Greg Gregori a MustMusco. Lo spettacolo in
anteprima nazionale è in scena sabato 18 maggio alle ore
21,00 e domenica 19, alle 17,30 andrà al Teatro con
musiche del Maestro Attilio Di Giovanni. Greg debutta
come solista in un divertente monologo da lui scritto,
tratto dal suo omonimo libro, trasformato in una pièce
teatrale ed impreziosito dalle note del Maestro Attilio
Di Giovanni. AgGREGazioni narra, con uno scanzonato
stile noir, tipico degli anni ’40, la squallida parabola
esistenziale di un ragazzetto che vive nella periferia
romana.Un insolito Greg accoglierà il pubblico con il
monologo sul “Danno del tabacco” di Cechov, per poi
trasformarsi e vestire i panni di un detective
filoamericano che conduce le indagini tra viscide
sagrestie e sordidi locali notturni. Lo spettecolo è un
cocktail esplosivo formato da un grottesco cinismo, con
una spruzzata di salacità ed aggiunta del twist di
Cechov: ricetta irresistibile e umoristica.
Per Info e prenotazioni allo
0952289426. Claudio Greg Gregori Claudio
Gregori è noto con lo pseudonimo di Greg, noto attore,
comico, cantante, musicista, conduttore, radiofonico e
fumettista italiano. L’interprete fa parte del duo
Lillo&Greg con il quale ha dato vita al gruppo musicale
di rock demenziale “Latte & i Suoi derivati”. L’artista
dal 2003 conduce insieme a Lillo ed Alex Braga la
trasmissione radiofonica di Rai Radio 2 ‘610’.
CATANIA
– “BUONGIORNO CONTESSA” a MUST: amore e
musica con Teresa Rossini e Mariano Rigillo. Il
viaggio è attraverso i sentimenti, la natura, la
fantasia, la quotidianità. È questo il tema della
produzione firmata dall’attore napoletano Mariano
Rigillo insieme ad Anna Teresa Rossini,
intitolata "Buongiorno Contessa", programmata al
Must Musco Teatro il 13 marzo 2019 alle ore
21,00, che sostituisce il titolo provvisorio
precedentemente anticipato “A tavola da Eduardo”. Il
viaggio non necessita di valigie o mettersi in cammino,
ma solo lasciarsi trasportare dalle parole e dalla
musica. Le parole, accuratamente scelte dal
regista-attore, sono quelle di grandi poeti e letterati
diversi fra loro per epoca, genere e stile ma
raggruppati da Rigillo in tre grandi temi: l’amore, il
mare, i giorni. La scena alterna : Aldo Palazzeschi ed
il “maestro” De Filippo, Dante Alighieri e Federico
Garcia Lorca, Luigi Malerba e Stefano Benni, tutto
diventa una danza che riesce a far rivivere tutte
quelle passioni e quegli impulsi che il mondo cerca di
sottrarci. L’incontro avviene, in un aristocratico
salotto anni trenta, tra la contessa Pizzardini Ba ed il
suo amico (amante?) Aldo (Palazzeschi, La visita alla
contessa Pizzardini Ba). I due discutono più o meno
animatamente per tentare di sconfiggere la mortale noia
da cui la nobildonna è afflitta in maniera ossessiva.
L’incontro lascia malinconicamente aperto il tema della
vita e dell’amore, che viene scherzosamente proseguito
dalle figure di Pulcinella e Colombina e le parole di
Eduardo De Filippo (L’ammore che d’è?). Sulla scena
viene introdotta la donna sesso/gioiello di Dènis
Diderot (da I gioielli indiscreti) che passerà il
testimone a Jacques Prèvert in dialogo con Roberto
Lerici (Questo amore). Il tema della natura (il mare e
il viaggio) è presentato dai versi di Montale (Riviere)
e dalla prosa arcaica e affascinante di Stefano D’Arrigo
e della sua Ciccina Circè (da Horcynus Orca) e,
attraverso la grandiosità dei versi di Dante (Ulisse,
Inferno, Canto XXVI), si chiude con le immagini dei mari
di Garcia Lorca (Il mare) e Eduardo (’O mare). L’eros
racchiuso in una Seicento Multipla con l’ironica
descrizione di un amplesso (da Il serpente di Luigi
Malerba) e la semiseria, straordinaria avventura di De
Pretore Vincenzo, ladruncolo eduardiano, portato da una
barella d’ospedale ad un immaginario e personale
Paradiso grazie all’ignaro San Giuseppe da lui
devotamente scelto come autorevole protettore,
introducono il tema dei giorni e della quotidianità.
Stefano Benni ci racconta quindi in pochi e scherzosi
versi la trasformazione dell’amore di coppia (Le piccole
cose). In uno scompartimento di treno, con garbo e
distaccato dolore si congeda il Viaggiatore cerimonioso
e consapevole di Giorgio Caproni e, a conclusione dello
spettacolo, due brani tratti da Le luci di Algeri di
Gianni Guardigli (Premio Flaiano 2000) ci riportano alle
nostre riflessioni sull’oggi. Le musiche originali di Paolo
Coletta, accompagnano la declamazione creando
l’atmosfera adatta ad ogni momento prima con un allegro,
poi con un adagio ed infine con un andante. I brani sono
interpretati da Rigillo e Anna Teresa Rossini. Proprio
quest’ultima è la contessa del titolo che, a partire dal
prologo fino all’ultima interpretazione tratta da ‘Le
Luci di Algeri’ di Gianni Guardagli, sarà una donna ora
annoiata, ora disperata, ora maliziosa ma sempre
credibile ed appassionata. Mariano Rigillo, regista e
protagonista sul palco insieme alla Rossini, è capace di
incantare il pubblico qualsiasi cosa reciti, dal canto
ventiseiesimo della Divina Commedia dedicato ad Ulisse
alla semiseria avventura di De Pretore Vincenzo composta
da Eduardo. Un tale viaggio in soli 75 minuti. Per
informazioni sulla campagna abbonamenti: MusT - MUSCO
TEATRO Via Umberto 312, Catania - Tel. 0952289426.
CATANIA
-Trischitta,
“Bellini a Puteaux” : in scena mesi finali del
musicista. Lo scrittore Domenico Trischitta
col dramma debutta in scena al Piccolo Teatro della
Città di Catania gli ultimi mesi francesi di Vincenzo
Bellini. I mesi finali di vita del musicista Vincenzo
Bellini, sono recitati sabato 13 maggio alle ore 21.00
al Piccolo Teatro della Città di Catania con dovizia da
Piermarco Venditti, Carlo Caprioli, Ornella Cerro e la
regia di Massimiliano Perrotta. Lo spettacolo racconta
gli ultimi mesi francesi di Vincenzo Bellini, coinvolto
in un enigmatico triangolo psicologico col suo amico
Samuel Levys e con la sua attraente consorte... fino
alla prematura scomparsa a meno di trentaquattro anni.
Lo
spettacolo è prodotto da La Vetrina dell'Arte, “Bellini
a Puteaux” si avvale delle scenografie di Giorgia
Casali, dei costumi di Cettina Bucca e della sartoria Il
Teatrino di Carmen & Carmen, della collaborazione di
Sara Nussberger, Marzia Ingitti, Livia Ribichini. Uno
spettacolo è pieno di Musica e passioni, in teatro che
in autunno approderanno anche Roma. Una replica il 14
domenica alle 17,30 è programmata al Piccolo Teatro
della Città etnea.
CATANIA
– Concerto musica barocca : La Natività nel secolo dei
Lumi, in chiesa Badia Sant’Agata.
Ultimo appuntamento con Catania Musica Antiqua Festival:
sabato 15 dicembre, alle ore 20.30, nella Chiesa Badia
di Sant'Agata , via Vittorio Emauele II, 182, a
Catania. Il concerto è della SìBarO' Orchestra,
diretta da Angelo Litrico: “La Natività nel secolo dei
Lumi”, con le musiche : Heinichen, Bach, Haendel,
Porpora, Corelli e Vivaldi, con Annamaria Pennisi
soprano e Dario Russo basso. La natività fa da sfondo al
concerto proposto e diretto dal maestro Angelo Litrico
che si avvale delle straordinarie voci di Annamaria
Pennisi) e Dario Russo, presentando un programma in
larga parte ispirato al Natale con arie tratte dal
“Laudate pueri Domine” di Vivaldi, dal “Messiah” di
Händel e dalla cantata “Süβer Trost, mein Jesus Kömmt”
di Johann Sebastian Bach alle quali si aggiungono i
lavori strumentali di Heinichen e Corelli appositamente
scritti per la notte di Natale.Il concerto offre pagine
dai colori tenui con due compositori italiani: Porpora e
Scarlatti i quali completeranno l’offerta musicale della
serata. L’Orchestra SìBarÓ raccoglie eccellenti
musicisti da diverse parti della Sicilia orientale che,
attenti all’estetica e alla prassi in uso tra Seicento e
Settecento, utilizzano strumenti originali, o copie
fedeli dell’epoca. L’approccio filologico in musica si
prefigge, fin dove è possibile, la restituzione al
pubblico di una percezione stilistica e timbrica coeve
al pensiero dell’autore, un delicato restauro che
avviene attraverso un’attenta lettura delle partiture e
dei trattati a noi oggi pervenuti appartenenti alla
tradizione colta. L’Orchestra Barocca SìBarÓ è formata
da: Carla Marotta, Dario Militano, Clelia Lavenia e
Iryna Viktarouskaja, violini - Salvatore Randazzo, viola
- Sun ah Choi, violoncello - Lamberto Nigro,
contrabbasso - Rosaria Politi, cembalo - Anna Spoto e
Enrico Luca, travesieri - Anna Barbagallo, flauto dolce.
CATANIA
-
Salvatore La Rosa economista di Acireale è il nuovo presidente del
Teatro Stabile. Il giornalista
Nino Milazzo
qualche mese addietro aveva rassegnato le dimissioni da presidente del
Teatro. Salvo La Rosa, dirigente di banca è stato nominato dal Cda, 60
anni è impegnato politicamente nel Partito democratico.
CATANIA
-
Musiche vocali e strumentali tra 1600-1750, Vivaldi e
Telemann a concerto esordio per stagione SiBarO’.
L’esibizione della Sicilian Baroque Orchestra
si è tenuta nella chiesa di via Crociferi ed è inserita
nell’ambito del Catania Musica Antiqua Festival 2018. La’Orchestra
acronimo SìBarÓ, è stata creata ad iniziativa del
clarinettista Angelo Litrico, il quale la dirige. La
struttura musicale si compone di musicisti desiderosi di
far conoscere le musiche vocali e strumentali risalenti
ai decenni compressi tra il 1600 e il 1750. Le
composizioni del tempo esprimono una “energica gioia di
vivere, convertita in pagine musicali opulente e
sontuose anche quando ad eseguirle sono piccoli gruppi”.
Il primo concerto della stagione 2018 è stato tenuto in
via Crociferi, nella chiesa di San Camillo dei Mercedari,
edificio barocco che per acustica e per architettura si
è rivelato congeniale. Il repertorio proposto era
centrato sulle sonorità brillanti di sommi compositori:
Antonio Vivaldi (1678-1741) e Georg Philipp Telemann
(1681-1767). I due solisti Giorgio Mandolesi al fagotto
e Piero Cartosio al flauto dolce, sono celebrità nel
loro settore ed hanno catturato scena e applausi.
Enrico Luca e Anna Spoto, al flauto traversiere, sono
stati gli altri due solisti che hanno imbastito con la
SìBarÓ (acronimo di Sicilian Baroque Orchestra) il
“Concerto per fiati nel primo Settecento”. Gli artisti
hanno eseguito di Vivaldi il concerto per archi e
cembalo Rv 121; il concerto per fagotto “La Notte” Rv
501 (qui il Prete rosso descrive in musica inquietudini
e misteri che accompagnano quel fenomeno naturale); il
concerto per fagotto, archi e cembalo Rv 484.
L’orchestra dopo la tradizione musicale della Laguna
veneta, ha affrontato un altro esempio di estetica
settecentesca, proponendo musiche di Telemann, il
compositore fortemente influenzato dalle sonorità del
veneziano Corelli. Gli artisti hanno eseguito il
concerto per due flauti traversi, fagotto, archi e basso
TWV 52: e2; il concerto per flauto dolce, flauto
traverso archi e basso TWV 52: e11; il concerto per
flauto dolce, fagotto, archi e basso TWV 52: f1.
L’ultimo movimento di quest’ultimo, il trascinante
Allegro, è stato concesso come bis. I componenti
dell’Orchestra sono stati deliziatori sotto l’egida
dell’Associazione Collegium Musicum Catania, promuovono
la diffusione del repertorio barocco tutti sono
meritevoli di menzione : Carla Marotta, Teresa Lombardo,
Fiore Weidmann e Francesco Toro, al violino; Salvatore
Randazzo, alla viola; Sun ah Choi e Jascha Parisi al
violoncello; Christin Vaccaro, contrabbasso; e Rosaria
Politi al cembalo. Gli orchestrali sono pressoché tutti
residenti nella Sicilia orientale ed è ammirevole il
loro impegno, di cui tangibile prova hanno dato in
concerto. Il musicista, oltre alle capacità
interpretative, deve anche saper comunicare con il suo
pubblico creando un feeling che è fatto pure di
gestualità. Il fagottista Giorgio Mandolesi (che
imbracciava il suo strumento come un chitarrista rock)ed
il flautista Piero Cartosio si sono rivelati imbattibili
nell’arte musicale espressiva e gestuale. I due
esecutori in faccia a faccia hanno rivelato due
personalità contrapposte, gagliardamente estroverso e in
camicia rosa il primo, efficacemente taciturno e
spirituale il secondo: anche questo è spettacolo. Il
prossimo appuntamento è programmato per sabato 24
novembre, nella Chiesa Valdese di via Naumachia 18, alle
ore 20.30 con il “Barocco d’Oltremanica”.
CATANIA
-
Teatro Stabile, Assemblea soci unanime su bilancio 2014,
rinnova Collegio Revisori.
L'organo, presieduto da Nino Milazzo si è riunito, il 4
agosto alle ore 17,
negli uffici dell'Ente presso il complesso fieristico
“Le Ciminiere”.
L'Assemblea dei Soci del Teatro Stabile di Catania,
presieduta dal giornalista Nino Milazzo, ha approvato
all'unanimità il bilancio consuntivo 2014. Alla
riunione col presidente dello Stabile Nino Milazzo
hanno presenziato: per la Regione il dott. Valerio
Garraffa, per il Comune il dott. Massimo Rosso, per la
Provincia Regionale di Catania la dott.ssa Clara
Leonardi, per l'Ente Teatro di Sicilia l'avv. Renato
Sgroi Santagati.
Erano altresì presenti: il vicepresidente del Consiglio
d'amministrazione avv. Jacopo Torrisi, i consiglieri
dott.ssa Celestina Costanzo (per la Provincia) ed il
dott. Raffaele Marcoccio (per l'Ente Teatro di Sicilia),
il revisore dei conti uscente Francesco Piccirillo ed il
direttore del TSC Giuseppe Dipasquale. L’Assemblea
ha anche approvato, con l'attesa designazione del nuovo
membro da parte della Regione, il rinnovo e composizione
del Collegio dei Revisori dei Conti, che risulta così
formato: dott. Massimo Baraldi, presidente (per il
MiBACT, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali
del Turismo), dott. Francesco Torre (per il Comune),
dott. Gioacchino Orlando (per la Regione).
Catania
– Bellini, lavoratori protestano su tetto. Antonio Santonocito,
il segretario regionale Snalv ConfSal – Sindacato Nazionale Autonomo
Lavoratori e Vertenze è duro, afferma in un comunicato di Desirée
Miranda:” Mesi e mesi di attesa per il rinnovo del contratto lavorativo
che ancora non arriva per motivi burocratici e politici. Siamo stanchi
di aspettare e ancora aspettare una soluzione che non arriva. Dov'è il
sindaco Enzo Bianco quando si tratta di difendere non solo i lavoratori
e le loro famiglie, ma anche un patrimonio culturale e artistico di
immenso valore qual è il teatro Massimo Bellini?". L'intervento è di
Santonocito
a proposito della vicenda dei lavoratori che insieme ai musicisti
permettono lo svolgimento degli spettacoli del teatro. Antonio
Santonocito aggiunge nello scrito:”Una storia vecchia che coinvolge 28
tra autisti, addetti al controllo di sicurezza dei macchinari,
falegnami, pittori, caldaisti, archivisti, sarti, uscieri e tante altre
figure professionali indispensabili al funzionamento della struttura,
che non solo vivono una condizione di precariato da circa 20 anni, al
momento non hanno rinnovato il contratto e non sembra esserci una
soluzione per il loro futuro. Nonostante avrebbero da tempo maturato i
requisiti per una assunzione a tempo indeterminato e la loro opera sia
indispensabile, dunque, per loro nessun contratto e nessuna
remunerazione. Da mesi ormai protestano perché, data la situazione
precaria ventennale, si chieda alla Regione Siciliana una deroga alla
legge che impedisce nuove assunzioni a causa delle ristrettezze
economiche, ma dopo tante promesse e tanti rinvii ancora un nulla di
fatto. Non se ne può davvero più, sembra il gioco delle tre carte per
cui una risposta a queste famiglie non arriverà mai”. Le lamentele del
segretario generale Snalv-ConfSal sono dirette sia alla sovrintendente
Rita Cinquegrani che al sindaco Bianco. Antonio Santonocito nello
scritto aggiunge:” la sovrintendente ha sempre rinviato il tutto senza
trovare ad oggi una soluzione tanto che la richiesta di deroga non è
ancora stata inviata, ma anche e soprattutto il presidente del teatro
Massimo cittadino: il sindaco Bianco, è lui che deve pensare al teatro
come una risorsa per il rilancio della città che deve essere soprattutto
in senso culturale. Il teatro è chiuso da mesi ed i lavoratori non
lavorano, è assurdo. Non si può parlare solo di calcio in questa città,
c'è anche molto altro che può e deve essere valorizzato sia in termini
di strutture che di professionalità". Si attende la risposta di sindaco
e sovrintendente.
CATANIA
- L’attore
Beppe Fiorello
ha direttoe
girato nel centro storico della città barocca di Scicli
uno spot pubblicitario sulla lotta contro la violenza sulle donne
presentato, venerdì sera, nell’aula magna
del
Rettorato dell’Università di Catania.
L’incontro
è stato aperto con i saluti del direttore del
Csve
(ascolta
l'intervista).Hanno preso parte alla presentazione dello spot le associazioni di
volontariato della Rete Tematica: "Lotta contro la violenza alle donne".
Sono state presenti le rappresentanti: del Centro di servizi per il
volontariato Etneo , promotore dell'iniziativa, delle Associazioni:
"Penelope", ANDIT e Angeli Lentini, ed Angeli Carlentini, Olimpia De
Gouges, del Centro Antiviolenza "La Nereide "ascolta
l'intervista con la presidente Adriana Prazioe Nuova Vita onlus - Centro antiviolenza.Lo spot è stato realizzato
con professionisti ed a titolo gratuito da Beppe Fiorello
(ascolta
l'intervista)in 2 versioni : la prima di 30 secondi per le tv e la
seconda di 4 minuti per la proiezione nelle scuole. Nel corso della
presentazione dello spot si è sviluppato un colorito dibattito sulle
violenze che le donne subiscono, sulla difficoltà delle vittime a
denunciarle e sui problemi logistici della associazioni di volontariato
che si muovono in regime di massima discrezione ed economicamente poco
sostenute. Ricerche sul fenomeno dello stalking hanno rilevato che il
98% delle vittime della violenza domestica sono donne e che una donna su
cinque è stata vittima almeno una volta ad opera del suo coniuge o
partner.
Con l’applicazione della legge sullo stalking molto sta cambiando,
ed i responsabili maschi vengono perseguiti, ma soltanto un caso di
violenza su 20 viene denunciato. Beppe Fiorello quale regista ed attore
dello spot ha voluto che si percepisse un messaggio pacato e molto soft,
non aggressivo su un argomento che socialmente è molto forte e di grande
risonanza. Al termine della serata sono stati distribuiti anche
calendari del Centro Servizi Volontariato Etneo realizzati con le
diapositive estrapolate dallo spot realizzato da Beppe Fiorello. Sulla
prima pagina oltre alle foto ed i loghi delle associazioni la frase di
Madre Teresa di Calcutta:”Amiamo… non nelle grandi ma nelle piccole cose
fatte con grande amore. C’è tanto amore in tutti noi. Non dobbiamo
temere di manifestarlo”.
Prampolini libreria storica etnea rilevata
da Angelica e Maria Carmela Sciacca: salvata
CATANIA–Cable
e Caldarella
in “Cuori Sporchi”
rassegna all’Argentum “Underground rivers”. Il Teatro Argentum
Potabile diretto in tandem da Steve Cable e
Antonella Caldarella inizia il 2020 con “Cuori
Sporchi”. La rappresentazione è scritta e diretta dalla
stessa Antonella Caldarella per la rassegna
dedicata agli adulti “Underground rivers”. La
rappresentazione è in scena sabato 11 gennaio, alle ore
20.30, col debutto in prima nazionale e replica domenica
12, alle ore 18.00, e sabato 18 ore 20.30, e domenica 19
ore 18.00. Il testo è inedito nei nuovi locali di
“Spazio Fluido”,
in via Francesco Laurana 16 a Catania. Gli attori
Alberto Abbadessa, Giulia Antille, Andrea
Cable, Corrado Drago, Valeria La Bua,
Simona Nicotra, raccontano con gli elementi
scenografici ed i costumi di Noa Prealoni, tra
litigi, scherzi e l’esuberanza di chi si sfida non senza
pudore le storie di un gruppo di giovani del quartiere
che si ritrovano in una vecchia palestra per
confrontarsi sulla loro vita e sulle loro speranze.La regista Antonella
Caldarella dichiara : “Cuori Sporchi’ inizia con
l’arrivo di un gruppo di visitatori (il pubblico) ad un
luogo di aggregazione, diventando un viaggio sia fisico
che emotivo man mano che si entra in contatto con i
ragazzi e con il loro vissuto, a volte non semplice che
ha bisogno con urgenza di essere condiviso, compreso e
accettato. Un incontro tra due mondi in cui i
protagonisti nel raccontarsi in modo diretto, schietto,
esuberante e in alcuni casi grottesco offrono agli
ospiti l’unica cosa per loro possibile: le loro storie
vere e, attraverso esse, loro stessi in tutta la loro
ferita fierezza, ingenua fragilità e profondo,
inestinguibile bisogno di Amore”.Lo spettacolo è il terzo
appuntamento della rassegna teatrale “Underground Rivers”,
che predilige opere originali di autori contemporanei
per offrire al proprio pubblico una proposta alternativa
e diversa per spettatori sempre più esigenti e affamati
di novità.
CATANIA
–
Valeria Contadino al Must con “Casa di bambola”, il
dramma di Ibsen. “Casa di bambola” fu rappresentato
per la prima volta nel 1879. Il dramma suscitò scandalo
e polemica ovunque per la sua lettura come esempio di un
femminismo estremo. Ibsen in Germania fu addirittura
costretto a trovare un nuovo finale, perché la
protagonista si rifiutava di impersonare una madre da
lei ritenuta snaturata. Valeria Contadino veste i
panni della protagonista Nora Helmer. L’attrice è già
reduce dal successo de La creatura del desiderio di
Camilleri – Dipasquale, ed è diretta in questa nuova
entusiasmante fatica da Sebastiano Tringali. Il
veterano del teatro italiano si è ritagliato un ruolo
nel personaggio del Dottor Rank. Davide Sgrogiò,
completa la compagnia nelle vesti di Torvald Helmer,
con Barbara Gallo : Kristen Linde e Riccardo
Tarci il bieco Krogstad. Le musiche sono di Germano
Mazzocchetti, e le scene di Susanna Messina,
costumi sorelle Rinaldi. Casa di bambola è una
produzione Teatro della città Catania. Il dramma resta
a tutt’oggi opera di una grande e complessa modernità,
abitata da personaggi capaci di parlare ancora ai nostri
contemporanei. Gli artisti, partendo da una nuova ed
attenta rilettura di questo grande classico di fine
‘800, attraverso una riscrittura e rielaborazione
scenica del testo, cercano di approdare ad uno
spettacolo col centro “il dramma nudo”, spogliato di
bellurie ottocentesche e convenzioni borghesi.
Valeria
Contadinoascolta
intervista)nelle vesti di Nora Helmer, infonde
forza, temperamento e coraggio, è sposa allegra, ingenua
e deliziosa per il marito Torvald. Il regista
Sebastiano Tringali scrive :” il peccato che non
si può perdonare è quello commesso contro la personalità
individuale dell’essere umano”. La protagonista
tuttavia, secondo la concezione etica di Ibsen,
nasconde un segreto che sarà la porta attraverso cui
precipiterà l’azione drammatica. Pochi istanti, alcune
parole, un gesto inatteso, possono bastare per mandare
in frantumi la sofisticata architettura all’interno
della quale, per tutta la vita, ci siamo mossi.
L’azione scenica si svolge interamente a casa
dell’avvocato Torvald Helmer. Torvald è sposato da otto
anni con la giovane Nora, con la quale ha instaurato un
rapporto più da padre premuroso che da marito,
ritenendola puerile e spensierata. Nora però non è mai
stata quella “bambola” irresponsabile che il marito
crede. In passato, infatti, per poter curare una grave
malattia del marito, la donna ha contratto un debito
con Krogstad, uno strozzino, falsificando la firma del
padre su alcune cambiali. La situazione sembra
migliorare quando Torvald è promosso direttore della
filiale di banca in cui lavora. Proprio lì, però, è
impiegato anche Krogstad. Per ottenere vantaggi
personali Krogstad minaccia Nora di rivelare tutto e
comincia a ricattarla. La mente si apre ed il pensiero
si cristallizza sulla nostra immagine, - continua il
regista - sulla “persona umana” che siamo! L’eroismo è,
quindi, la cosciente presa d’atto di uno ‘status’ di
fronte al quale si deve agire. Pirandello ritiene Ibsen
non solo il creatore del Teatro Moderno, ma il maggiore
autore dopo Shakespeare. Prima rappresentazione:
Venerdì 13 dicembre 2019, alle ore 21,00. Sabato 14
dicembre doppio spettacolo ore 17,30 e ore 21,00.
Domenica 15 dicembre ore 17,30. Per informazioni:
MusT - MUSCO TEATRO Via Umberto 312, Catania - Tel.
0952289426.
CATANIA
-
VII edizione Premio Letterario Internazionale Efesto,
consegnati riconoscimenti.
“Il Premio Efesto è da ben 7 anni un consueto ed
immancabile appuntamento con la cultura non solo per la
città di Catania ma per l’intero Paese e da questo palco
siamo lieti di rinvigorire la memoria e il ricordo di
Edo Gari, Mariella Lo Giudice ed Ercole Patti a cui sono
dedicate le sezioni della gara letteraria”. Così Santino
Mirabella, magistrato presso il Tribunale di
Catania, scrittore, presidente dell’associazione
culturale Efesto ed ideatore ed organizzatore della
manifestazione da anni impegnato nel campo della cultura
con il premio Efesto, dal palco del teatro Musco, saluta
il numeroso pubblico della serata di gala presentata in
tandem da Azzurra Viglianisi e Federico Mirabella.
Obiettivo del concorso letterario, insignito nel 2013
dalla Medaglia della Presidenza della Repubblica e nel
2014 dalla Medaglia della Presidenza della Camera,
diffondere e promuovere la letteratura in tutte le sue
forme esercitando costantemente la funzione di
osservatorio delle tendenze e delle proposte culturali
contemporanee. Punti di forza della longeva iniziativa
culturale la genuinità e l’entusiasmo con il quale sin
dal primo anno della manifestazione la kermesse
letteraria è stata accolta non solo in Italia ma anche
all’estero con partecipanti dal Canada e dal Brasile.
Ad
affiancare Santino Mirabella le commissioni giudicatrici
composte da: Arianna Attinasi- editrice; Carmelo
Zaffora- psichiatra, scrittore e pittore; Francesco
Spadaro- psichiatra e pittore; Pucci Giuffrida-
commercialista e promotore culturale; Rita Gari
Cinquegrana- docente di Storia dello Spettacolo e
critico teatrale (sezione Edo Gari- lingua italiana);
Francesco Turrisi- avvocato e musicista; Giuseppe
Speciale- professore; Gregorio Scuto- avvocato e
musicista; Marinella Fiume- scrittrice (Sezione Ercole
Patti- racconto breve); Agostino Zumbo- attore;
Gabriella Vergari- professoressa e scrittrice; Miko
Magistro- attore; Pippo Pattavina- attore; Renato Papa-
già magistrato, autore di pièce teatrale; Tuccio
Musumeci- attore; Salvo Trombetta- avvocato. “I
numerosi, troppi tagli alla cultura e la chiusura di
molti teatri- dichiara Debora Bernardi presente alla
manifestazione come madrina della serata- anche se
dannosi e frutto di una mala politica non impediranno la
diffusione dell’arte, della poesia e del teatro e
manifestazioni come queste sono l’esempio tangibile che
la cultura non è morta ma vive e resiste nonostante
tutto”. Per
la sezione Poesia dedicata ad Edo Gari, presente il
figlio Marco, tra i tanti elaborati pervenuti si
classificano al terzo posto la poesia “Scarpe Consunte”
di Jana Carcara (Enna), al secondo “Tramonto a Sidari”
di Giovanni Bottaro (Granaglione- Bologna). Vincitrice
dell’edizione 2019 della sezione Edo Gari “Effimere
Chimere” di Lucia Cristina Lania (Messina).
Vincitori della sezione Racconto Breve dedicata ad
Ercole Patti: al terzo posto “Ultimo canto” di Gabriele
Andreani (Pesaro); al secondo posto “Senza Parole” di
Maddalena Giuffrida (Duino Aurisina- Trieste); al primo
posto “Tutta un’altra storia della principessa Persa” di
Maurizio Cairone (Catania).
Per la sezione Teatro dedicata a Mariella Lo Giudice si
classifica al terzo posto il testo “Nell’acqua della
mamma” di Patrizia Finetti (Milano) e Chiara Rossi
(Legnano, Milano); secondo posto per “Inevitabili
simbiosi” di Santina Giannino (Messina); “Ti farò
chiamare zia” di Giampiero della Nina (Porcari- Lucca).
L’elegante kermesse letteraria è stata arricchita
dall’esibizione musicale dell’avvocato Gregorio Scuto e
dell’editrice Arianna Attinasi. Presente anche alcuni
rappresentanti della comunità di Sant’Egidio per
sensibilizzare il pubblico per la raccolta fondi del
pranzo di Natale per i più bisognosi.
CATANIA
–
“Note di Natale”: subito magia, grande festa di Buio in
Sala. Giuseppe
Bisicchia e Massimo Giustolisi fondatori e
direttori della Compagnia Buio in Sala, giovedì 19
dicembre, alle ore 20.30, sul palco del teatro
Ambasciatori festeggiano il Natale. La festa più magica
e bella dell’anno, è segnata con lo spettacolo “Note di
Natale”. Bisicchia e Giustolisi autori della regia
dichiarano : “La storia si svolge durante la notte più
lunga dell’anno e mentre Babbo Natale è impegnato con le
numerose consegne Mamma Natale, interpretata da Silvana
D’Anca, e la Befana, Giovanna Sesto, storiche nemiche-
amiche racconteranno ai piccoli aiutanti di Babbo Natale
due storie: “Il Canto di Natale” di Charles Dickens e
“Il principe Felice” di Oscar Wilde. In un’atmosfera
magica e fatata si materializzeranno i personaggi
protagonisti con un finale scoppiettante che vedrà
arrivare Babbo Natale, interpretato da Pippo Tomaselli,
di ritorno dalle consegne”. Uno spettacolo straordinario
che in un rutilante susseguirsi di scene dall’atmosfera
sognante e fatata come è il Natale si alterneranno tutti
i corsisti di Buio in Sala Acting School. “Sul
palco ci saranno oltre 150 allievi- continuano i due
registi nomi noti nella prosa e nelle fiabe musicali per
aver interpretato e diretto pièce applaudite da pubblico
e critica in giro per l’Italia come l’inedito musical
“Il principe ranocchio” con la voce di Lorella Cuccarini
o, fra i tanti, “Storia di una capinera”, “Il fu Mattia
Pascal” e “Gli innamorati”- i più piccoli seguiti da
Lara Torrisi e Daniele Bruno, gli adolescenti che si
esibiranno anche in un momento canoro curato da Andrea
Cascio, i giovani che metteranno a frutto gli studi in
tutte le discipline performative con momenti di canto a
cura di Salvo Disca, di danza sotto la guida di Giorgia
Torrisi e Martina Caruso e di Musical per la direzione
di Marina Puglisi con il gruppo di adulti che porteranno
in scena delle performance sempre dal sapore natalizio
per uno spettacolo adatto a grandi e piccini”.
CATANIA
- Applausi e
successo a S.Nicolò per
Guglielmino nel “Paradiso” di Dante. L’inedita
pièce diretta dall’ispirato regista è stata apprezzata
in un’atmosfera onirica. La magnificenza della
monumentale Chiesa di San Nicolò L’Arena scelta dal
regista Salvatore Guglielmino ha incuriosito ed
incantato il pubblico catanese. “Il Paradiso” di Dante,
l’unica rappresentazione fino ad oggi, dell’ultima
cantica dantesca, è lo spettacolo patrocinato dal Comune
di Catania, dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo
per una produzione Compagnia degli Eventi in
collaborazione con l’Associazione Esclarmonde.
L’atto unico in prima nazionale è stata dal grande
impatto emotivo. Il regista con grande cura ha
rielaborato ed adattato per le scene le terzine
dantesche. La bravura del cast composto da Alessandro
Ferrari, (Dante), Martina Minissale
(Beatrice), con Elena Ragaglia, Concita
Lombardo, Federico Fiorenza e Massimiliano
Grassia i quali interpretano Piccarda Donati,
l’imperatrice Costanza, Giustiniano, Cacciaguida, San
Benedetto e San Pietro i diversi protagonisti dei
diversi cieli del Paradiso descritti da Dante fino al
momento della preghiera alla Vergine, introducendo il
poeta alla sublime visione della Trinità divina e de
“l’amore che move il sole e le altre stelle”. L’attenta
interpretazione del testo, grazie all’utilizzo delle
musiche è capace di sottolineare gli attuali e diversi
messaggi subliminali che possono essere letti anche in
chiave contemporanea, con le coreografie dei danzatori e
delle danzatrici che rappresentano i beati curate del
Maestro di danza Pietro Gorgone, responsabile del
Balletto di Sicilia, di trasmettere un messaggio d’amore
universale.
L’imponenza dell’altare della Chiesa di San Nicolò
L’Arena è diventato palcoscenico naturale di questa
coraggiosa e ben riuscita rappresentazione. L’inedita
location ha contribuito a rendere lo spettacolo ancora
più coinvolgente ed immaginifico. Il percorso di
purificazione che ogni uomo deve compiere nella vita per
ottenere la salvezza eterna e scampare alla dannazione
viene perfettamente raccontato senza incertezze o indugi
vari. Salvatore Guglielmino ha dimostrato con impegno e
coraggio che l’operazione culturale promossa e già
iniziata con la rassegna Mitoff dedicata al teatro greco
è positiva. Il regista ha unito in modo originale la
cultura classica con l’arte contemporanea, ciò merita
sicuramente di essere ammirato ed applaudito da platee
sempre più ampie e di tutte le età.
CATANIA –
Paradiso di Dante, nel lavoro di Guglielmino presentato
in Sala Giunta a Palazzo degli Elefanti.
La
monumentale e maestosa chiesa di San Nicolò L’Arena è il
palcoscenico naturale dell’atteso spettacolo “Il
Paradiso di Dante”, unica rappresentazione fino ad oggi,
scritto e diretto da Salvatore Guglielmino, che
debutta in prima nazionale sabato 7 dicembre, ore 21.00,
e domenica 8 dicembre, ore 18.00, con il patrocinio del
Comune di Catania, dell’Assessorato alla Cultura ed al
Turismo per una produzione Compagnia degli Eventi in
collaborazione con l’Associazione Esclarmonde. Lo
spettacolo è rivolto ad un pubblico volutamente
trasversale, come spiegato dai microfoni della Sala
Giunta del Comune di Catania durante la conferenza
stampa coordinata dalla giornalista Elisa Guccione
ed animata dal sindaco di Catania Salvo Pogliese,
l’assessore alla cultura Barbara Mirabella, il
responsabile della Chiesa San Nicolò L’Arena Padre
Antonio De Maria ed il regista ed ideatore del
progetto artistico Salvatore Guglielmino. Una
particolare attenzione è posta verso i giovani e gli
amanti del teatro, si mettono in evidenza i vari
messaggi subliminali dell’opera, che possono
assolutamente essere letti anche in chiave
contemporanea, attraverso i versi recitati dagli attori
che interpreteranno i personaggi delle anime collocate
dal Poeta nei diversi cieli del Paradiso.Il
sindaco Salvo Pogliese ha detto:
“Siamo lieti di inaugurare i grandi festeggiamenti in
onore del Santo Natale con uno spettacolo così
importante dal forte valore culturale e sociale come il
Paradiso di Dante in una versione assolutamente inedita,
che sono sicuro richiamerà grande interesse da parte
della critica e del pubblico”. Barbara Mirabella
assessore alla cultura, è dello stesso parere ed ha
spiegato come “la cultura sia da sempre una delle
priorità dell’amministrazione: Il Paradiso secondo
Guglielmino unisce in modo originale la cultura classica
con l’arte contemporanea in una cornice speciale senza
allestire particolari scene che possano turbare le
bellissime strutture architettoniche ed artistiche di
San Nicolò L’Arena”.I
nomi degli attori che danno vita al Paradiso, la terza
delle tre cantiche della Divina Commedia, interpretato
da : Alessandro Ferrari (Dante), Martina Minissale
(Beatrice), Federico Fiorenza, Massimiliano Grassia,
Elena Ragaglia e Concita Lombardo.Salvatore
Guglielmino, reduce dall’applaudita rassegna
Mitoff dedicata al teatro classico, ha detto:
“Fondamentali le musiche, che avranno il compito
insieme alle coreografie curate dal Maestro di danza
Pietro Gorgone, responsabile del Balletto di Sicilia, di
rendere ancor più suggestivo lo spettacolo con il
preciso obiettivo di trasmettere ai presenti un
messaggio d’amore universale”.
CATANIA-
Dialogo con Dio a Teatro Grotta Smeralda con “Io
ed Io”. Si
ride di gusto con lo spettacolo “Io ed Io” della
coppia artistica Gianluca Barbagallo e
Nicola Diodati che insieme all’attrice Mirella
Petralia nella partecipe sala del Teatro
Grotta Smeralda, per il secondo appuntamento in
cartellone della stagione “Panta Rei” diretta da
Valerio Caponetto, mettono in scena un esilarante
dialogo con il Padreterno, sottolineando come gli uomini
siano cambiati, in peggio, durante i secoli e come si
credano onnipotenti senza esserlo. Testo e regia sono di
Gianluca Barbagallo che interpreta un uomo comune con i
suoi difetti e i suoi problemi, scelto da Dio, Nicola
Diodati, per guidare il genere umano verso il
cambiamento dopo la purificazione del diluvio universale
e le incursioni molto pittoresche di un “allegra”
signora Morte, una divertente Mirella Petralia, che
disturba il povero Rosario che non riesce a capire chi
siano questi due matti con cui sta parlando.Gag, equivoci, battute al
fulmicotone e ritmo incandescente per uno spettacolo che
si pone l’obiettivo, ben riuscito, di far sorridere
riflettendo con la facilità di riconoscersi nelle tante
situazioni al limite del possibile raccontate da uno
strepitoso Gianluca Barbagallo che senza sosta, per ben
due ore di spettacolo, analizza vizi e virtù dell’uomo
moderno e del complicato rapporto uomo donna. Punto di
forza dello spettacolo, che ha già superato le cento
repliche dal primo applaudito debutto, la capacità di
rappresentare l’uomo con i suoi tanti, troppi, deliri di
onnipotenza che sopravvalutandosi vuole mettersi al
posto di Dio senza rispettare le normali regole del
quieto vivere, diventando così una brutta copia di
quello che era il progetto divino. Generosi applausi
premiano gli attori che con semplicità hanno raccontato
una storia fatta di quella quotidianità in cui il
pubblico non è solamente spettatore di un evento ma
parte in causa raccontando così la realtà in modo
dissacrante e allo stesso tempo divertente come solo il
teatro sa fare.
CATANIA
–
APPLAUSI PER NUNZIA SCHIANO FÈMMENE AL MUST. Il Teatro MUSCO
è stato gremito da un soddisfatto
pubblico per la rappresentazione di
Nunzia Schianoascolta
intervista)
e le note di Myriam
Lattanzioascolta
intervista).
ANNA MAZZA
ascolta
intervista)è
stata la perfetta elaboratrice dello scritto.I
testi
di Myriam Lattanzio sonotratti da “Nostra Signora dei friarielli” di Anna Mazzacon Myriam LattanzioFrancesco Ponzo: chitarra – Roberto Giangrande:
contrabbasso. Lo spettacolo è andato in scenadal 15 novembre alle ore 21,00 al Must Musco Teatro con
repliche sabato 16 novembre alle ore 17,30 e 21,00
e domenica 17 alle ore 17,30. Il secondo
appuntamento del programma del Must Musco Teatro,
è impaginato da Giuseppe Dipasquale, il quale
debutta, con protagonista la grande interprete
partenopea, Nunzia Schiano. I
testi di Fèmmene sono di Myriam Lattanzio, tratti da
“Nostra Signora dei friarielli” di Anna Mazza con
Myriam Lattanzio e Francesco Ponzo:chitarra –Roberto Giangrande: contrabbasso, si entra in una galleria umana, una serie
di ritratti femminili, di voci di donne. Ognuna di
queste figure in galleria rappresenta una tessera di
quel mosaico complesso ed affascinante che è l’animo
umano femminile. Le donne sono rappresentate nella loro
forza e nella loro fragilità insieme. Tableau vivant
dove troveranno spazio una mater dolorosa che
darà vita ad una nuova Pietà, una ragazza che vive,
aldilà della sua condizione femminile, la sensazione di
guardare il mondo reale attraverso il finestrino di una
metropolitana che, nonostante la fermata, non le
consentirà mai di “scendere” nel mondo reale che forse,
tanto reale non è. Donne violentate nel corpo e
nell’anima. E una madre, nume tutelare del focolare
domestico che alle prese con i “friarielli”, sorta di
totem familiare e allo stesso tempo “tela di Penelope”
che non avrà mai fine, affronta i turbamenti
dell’equilibrio familiare che le provengono dall’interno
e verso i quali sentirà di non avere nessuna difesa,
pensando di non essere preparata ad affrontarli,
sottovalutandosi. Una pennellata per ricordare e
ricordarci che se il cielo è azzurro, è nei suoi momenti
più belli che si tinge di rosa. Infine, l’omaggio che la
Lattanzio fa alle più grandi interpreti e autrici latino
– americane (Chavela Vargas, Mercedes Sosa, Violeta
Parra, Consuelo Velasquèz) completa questo spettacolo
tutto al femminile. Fémmene
èuno spettacolo coinvolgente, che fa riflettere, allegro,
divertente ma a tratti intriso di una realtà amara. La
presenza di Nunzia Schiano, artista con la A
maiuscola e la voce armoniosa e possente di Myriam
Lattanzio hanno creato un connubio che non ha deluso le
aspettative ma che al contrario ha ottenuto tanti
consensi e applausi da dover di sicuro ripetere la
bellissima esperienza. Napoli, arte, musica, spettacolo,
bravura, professionalità, passione, un cocktail che fa
ridere, sorridere e commuovere. Lo spaccato culturale
del femminino di "Nostra signora dei friarielli",
di Anna Mazza riguarda tutte le donne, e non
solo, molto molto da vicino. L'ironia del linguaggio ha
esorcizzato un mondo di credenze che ci appartengono più
di quanto pensiamo di saper gestire e dalle quale
crediamo di prendere le distanze necessarie per il
nostro benessere. Il connubio con le canzoni
interpretate magistralmente da Myriam Lattanzio,
ha ridotto le distanze tra culture diverse e che dona un
senso di appartenenza ad una realtà ben più ampia di uno
spaccato napoletano.
Si ride, si riflette, ci si
emoziona in due ore intense che volano via come un
lampo. GLI
APPLAUSI FINALI
CATANIA
– Successo nel musical “Il principe ranocchio” spettacolo
al teatro Ambasciatori impreziosito
da voce
Lorella Cuccarini.
Il musical
“Il principe ranocchio”al debutto ha riscosso successo
di pubblico. Il palco del teatro
Ambasciatori ha acceso i riflettori per l’atteso
spettacolo “Il principe ranocchio”, musical ispirato al
racconto dei fratelli Grimm. L’opera, è andata in scena domenica 10
novembre, alle ore 16.15 ed alle 18.15, in anteprima
nazionale inaugurando la stagione “Ridi che ti passa” per
una produzione “Buio in Sala”, è riadattata per le
scene da Giuseppe Bisicchia, autore della regia
insieme a Massimo Giustolisi.
Giuseppe
Bisicchia(ascolta
intervista) e Massimo
Giustolisidichiarano
:“Dopo nove anni dalla prima fortunata edizione che ha
riscosso consensi di critica e di pubblico in tutta
Italia, Il principe ranocchio, ritorna in una
veste completamente rinnovata, con effetti speciali che
lasceranno tutti a bocca aperta non solo i piccoli
spettatori. La trama parte da un antefatto misterioso
in una sera di festa nasce il nuovo erede al trono,
l’intera corte gioisce del futuro re, ma all’improvviso
quest’atmosfera d’amore viene interrotta dall’arrivo di
una misteriosa figura che si rivelerà essere una strega
che trasformerà il principino in un disgustoso
ranocchio. Nella fiaba il bambino scoprirà il valore
della cultura che lo renderà libero di scegliere e di
realizzare tutti i suoi desideri, così sarà possibile
che il principe, imprigionato nel corpo di un ranocchio,
ritorni umano grazie al bacio della sua amata
principessa. E il sogno realtà diverrà”. La voce di
Lorella Cuccarini una delle performer di musical più
famose d'Italia impreziosisce lo spettacolo: “la più
amata dagli italiani”, narra l'inizio, regalando le sue
note per il prologo della messa in scena. Le musiche
originali sono di Ettore D’Agostino, le
coreografie di Giorgia Torrisi per un cast di
dodici performer e scenografie di grande impatto visivo
realizzate in digitale da Andrea Ardizzone e in
tecnica tradizionale da Mario Rocca. L’attore
Daniele Virzì(ascolta
intervista)
veste i panni del Principe
ranocchio, mentre la principessa è interpretata da
Floriana Renna. Massimo Giustolisi interpreta il
ruolo del “villain”: un falso principe presuntuoso,
arrogante e viziato. Il cast è completato da Giorgio
Cantone, Ester Salerno, Giovanna Sesto,
Davide Rao, Leonardo Monaco e gli allievi
di Buio in Sala Valeria Mazzaglia,
Federica Fischetti, Pietro Grasso,
Giuseppe Miller.
CATANIA
–
Must al via con Valeria Contadino e Mimmo Mignemi
“Troppu Trafficu ppi Carrubba”. Dopo il successo di
pubblico e di critica nazionale ed europea quasi
ventennale che ha avuto il rifacimento del Much Ado
about nothing di Camilleri e Dipasquale nel Troppu
trafficu ppi nenti, debutta sul palcoscenico del Must
Musco Teatro venerdì 25 ottobre 2019 alle ore 21, Troppu
trafficu ppi Carrubba, testo e regia di Giuseppe
Dipasquale.Lo
spettacolo replica sabato 25 ottobre alle ore 17,30 e
21,00 e domenica 27 alle ore 17,30“Complice il mio amico e grande artista quale è Mimmo
Mignemi, - spiega il regista, Giuseppe Dipasquale - che
mi è stato vicino per diciasette anni di successi del
Troppu trafficu ppi nenti, scritto a quattro mani con
Andrea Camilleri, dove egli interpretava il personaggio
di Carrubba, mi sono deciso a scrivere un sequel, uno
spin off, come si dice adesso, comico su questo
personaggio. Carrubba, appunto, è personaggio fra i più
comici della storia del teatro di tutti i tempi, e
riesce a far faville nella combinata di banda
sgangherata che forma insieme a Sorba e Ugo come
guarnigione o, come direbbe lui guarnizione, del Duca
Lionatu di Missina. Il
nome significa letteralmente "bacca di cane", in
riferimento ad un particolare tipo di frutto selvatico
(probabilmente l'uva spina) tipico del bacino del
Mediterraneo. La sua estrazione sociale è inferiore a
quella di altri personaggi: nel confronto con loro il
linguaggio del poliziotto va incontro ad inevitabili
papere linguistiche.”A
completare il cast una squadra di eccellenti attori che,
a partire da Valeria Contadino, nel ruolo di Ofelia
moglie di Carrubba, insieme a Cosimo Coltraro (Dottor
Fiordipisello), Rita Abela (Jenny), Valerio Santi
(Sorba) e Francesco Russo (Ugo lo Stillongo), sviluppano
una storia originale, la quale, attraversando la sua
fonte originaria, procede decisamente in una direzione
del tutto nuova. Qui i personaggi vivono la stessa linea
temporale del modello shakespeariano, ma vivono una
azione del tutto diversa. Le musiche originali del M°
Matteo Musumeci aiuteranno a traslare nell’immaginario
crocevia mediterraneo di magheggi anche questa nuova
vicenda. “Lo sproloquiare comico di Carrubba, Sorba e
Ugo – continua il regista e autore - “che vivrà in
questa commedia situazioni di servizio e domestiche
insieme, saranno insaporite da una storia personale che
confermerà la grandezza umana e umile insieme di queste
figure nata dalla fantasia di un genio teatrale come
William Shakespeare e tenute in vita molto più
modestamente dalla penna del sottoscritto.” Proseguendo
il lavoro linguistico del precedente testo, anche qui la
lingua siciliana illustre viene ricostruita nelle sue
scaturigini più nobili e popolari insieme, con qualche
spazio per la modernità del proverbiale e scelte
fonetiche che appaiono insolite oggi, ma che dovevano
essere consuete in corti dove il latino era la lingua
diplomatica. Botteghino Must Musco Teatro aperto tutti i
giorni dalle ore 10,00 alle 13,00 e dalle 16,00 alle
20,00 in Via Umberto I, 312, Catania - Tel. 0952289426.
CATANIA –Renny
Zapato tra i protagonisti di “D.N.A” il nuovo film di
Lillo e Greg.È
iniziata una nuova avventura cinematografica per il
cantattore catanese Renny Zapato protagonista al
fianco di Lillo e Greg ed Anna Foglietta
del film “D.N.A (Decisamente non adatti)”, pellicola prodotta da
Lucky Red e Vision
Distribution scritta da Edoardo Falcone, Claudio Gregori (Greg), e
Lillo Petrolo
(Lillo).Renny Zapato
durante una pausa dal set che vede Lillo e Greg per la
prima volta nelle vesti di registi dichiara :
“Interpreto Svampaun gangster folle con un nome e un
atteggiamento tutto da ridere per un ruolo ad alto grado
di comicità, che parafrasando il titolo del film è un
lavoro decisamente adatto a far ridere e metterà
d’accordo tutti per la grande carica di buonumore e
allegria che trasmette”. Un periodo fortunato per il rocker Renny Zapato uno dei volti
della Compagnia di Teatro Mobile di Catania,
fondatore e leader della band rock “Distortion Reverb”
e frontman insieme a Francois Turrisi dei “The Bluff”,
rock band nata sotto il vulcano protagonista da
quest’autunno su radio studio centrale con un programma
dal titolo radio bluff, che ha conquistato le hit parade
con il tormentone estivo “Avevo un beat”,
dividendosi tra la passione per le Harley Davidson,
l’amore per la sua compagna l’attrice ed ex modella
Ketty D’Agosta e la recitazione con il consolidato
sodalizio artistico con Lillo e Greg in un affollata
Roma tra sobborghi e centro cittadino si diverte a dare
vita alla storia di due vecchi compagni di scuola che
dopo anni si incontrano da adulti insoddisfatti,
decidendo di scambiare i loro codici genetici, creando
un caos di portata gigantesca dove Renny Zapato, insieme
agli attori Marco Marzocca, Fabrizio Sabatucci, Lallo
Circosta e Max Paiella, ne combina di tutti i colori
per una storia tutta da ridere. “Non posso dire molto-
aggiunge Zapato apprezzato interprete di cinema e
fiction importanti come, fra i tanti, “La mossa del
cavallo” per Raiuno e “L’Onore e il Rispetto 5”
per Mediaset- ma vi assicuro che D.N.A. sarà un film
di successo per l’immediatezza dei dialoghi e le
esilaranti scene capaci di conquistare anche lo
spettatore più serio”. L’impegno con il cinema non si
limita all’interpretazione del film di Lillo e Greg ma
continua con il film “Oro e Piombo” vincitore del
Festival del Cinema di Siena e adesso in gara al
Festival di Roma come special guest nel ruolo di un
bandito messicano al fianco di un prete pistolero
interpretato da Greg. Sugli imminenti progetti
preferisce non sbilanciarsi ma con un sorriso sornione
racconta: “Per scaramanzia non voglio dire nulla, ma
potrei mancare molto dall’Italia per una grossa ed
importante produzione americana in un ruolo
completamente inedito rispetto a come il pubblico è
abituato a vedermi”.
CATANIA –
“Deadbook” inaugura quarta stagione Teatro Mobile
Catania.
I riflettori sul quarto anno delTeatro Mobile
di Catania, diretto da Francesca Ferro, sul palco
del Piccolo Teatro si accendono mercoledì 23
ottobre, alle ore 21,con replica fino a domenica
27 ottobre. L’innovativo cartellone è inaugurato con “Deadbook”,
pièce scritta e diretta da Francesco Maria Attardi
per una produzione Teatro Mobile di Catania in
collaborazione con Teatro della Città. “Deadbook” è un
vero esperimento sociale, oltre che uno spettacolo
teatrale estremamente originale. L’esperimento artistico
coinvolge non solo tutto il numeroso cast composto da
attori e giovani talenti siciliani ma l’intero pubblico,
che si ritrova a diventare parte attiva di questo gioco
“sadico”. Lo spettatore decide quale dei partecipanti
tenere in vita e quale salutare per sempre. Unica arma?
Il proprio smartphone. Il regista Francesco Maria Attardi spiegando il particolare plot narrativo
dichiara: “Ventitre sconosciuti si svegliano
all’interno di una stanza asettica, uomini, donne,
persone anziane e bambini non ricordano assolutamente
come siano finiti in questo luogo gestito da un
meccanismo perverso che governa questa stanza e li
costringe fin da subito ad eliminarsi uno alla volta,
attraverso un malato gioco di click e like proprio come
accade nel più verosimile e spietato social network.
Alcuni tentativi di strategie ed accenni di complicità
potranno aiutare i protagonisti di questa storia non
troppo lontana dalla realtà a raggirare il sistema
malato che governa questo gioco al massacro, per poi
ritrovarsi a fare i conti con una drammatica realtà:
cercare di rimandare il più possibile il momento della
propria fine diventando per forza di cose nemico di
tutti gli altri”. Lo spettacolo chiama all’azione ed al
dibattito, allo schierarsi contro o dalla parte di
qualcuno, a mostrare senza filtri l’arrivismo e
l’egoismo più torbido, di contro alla compassione e
l’amore verso la vita, un testo scomodo, che costringe
il pubblico a fare i conti con la meschinità che
contraddistingue l’animo umano. Testo e regia Francesco
Maria Attrardi, aiuto regia Marco Arena,
scenografia Alessia Zarcone, Produzione Teatro
Mobile di Catania in collaborazione con Teatro della
Città con Gianmarco Arcadipane, Marco Arena,
Giovanni Arezzo, Verdiana Barbagallo,
Francesco Bernava, Giovanni Maugeri,
Loredana Marino, Viola Lupoi, Mario Opinato, Pasquale
Platania, Giovanni Pappalardo, Mariachiara
Pappalardo, Damiano
Randazzo, Ruggero Rizzuti, Awa Sar,
Nicoletta Seminara, Alice Sgroi, Renny Zapato e con Bianca
Caliri, Katia Cicardello, Stelvio Onizuka, Alessia
Zarcone. Ufficio stampa Elisa Guccione. È
possibile acquistare i carnet a questo link https://www.teatromobilecatania.it/carnet
a soli 36 euro per vedere DEADBOOK ed altri 2 Spettacoli
a scelta tra quelli della stagione.
CATANIA – L’uomo invisibile, riflessioni sull’umana miseria.
Il pubblico è accolto nei nuovi locali di Spazio Fluido
nel Teatro Argentum Potabile a piccoli gruppi di
venti persone per assistere alla pièce dinamica e
interattiva. “L’uomo invisibile”, è il primo
appuntamento della rassegna “Underground Rivers”,
diretta Antonella Caldarella e Steve Cable,
in replica fino a domenica 20 ottobre.Lo spettacolo inedito è scritto e diretto da Steve
Cable il quale sulle musiche del figlio Andrea ha dato
vita ad una forma di “Teatro Itinerante”. L’autore è
partito dalle sacre rappresentazioni medievali intese
come rito collettivo, dove undici attori sulla scena
protagonisti di diversi quadri e rimandi accompagnano
gli spettatori, sono diventati parte integrante della
rappresentazione. Lo spettacolo diventa un viaggio
onirico a tratti surreale e grottesco dalle molteplici
letture e risvolti psicologici. Il pubblico presente
anonimamente, attraverso dei bigliettini, a fine
spettacolo, ha scritto le proprie emozioni con
l’interessante idea avere voce. L’iniziativa crea il
dibattito che sarà il 23 ottobre durante l’ultimo
incontro finale. L’innovazione è voluta appositamente
per dare voce ai protagonisti di questo viaggio avvolti
dal fascino dei racconti intimi e talvalta trasgressivi
dedicati a temi importanti come la condizione dell’uomo
e l’assetata voglia di costruire diverse realtà
distruggendo il vecchio per dare spazio al nuovo. La
messa in scena è sicuramente innovativa e
rivoluzionaria per la nostra città. Gli autori
rifacendosi al teatro di Grotowski, utilizzano il
rapporto tra l’attore ed il pubblico ed in scena è al
primo posto. tutti gli orpelli artificiali sono
annullati, come costumi od effetti speciali particolari,
tra lucide follie e razionali constatazioni su ciò che
siamo stati, siamo e potremo diventare. L’inziativa
suscita, inevitabilmente tra i presenti, forti emozioni
per l’intensità interpretativa del cast artistico. Gli
attori:Clara Baudo, Giulio Belvedere,
Andrea Cable, Nicoletta Cancelliere, Marta Chiarello,
Alessandra Cosentino, Carlotta La Mela,
Carlotta Minissale, Giuditta Nicosia, Simona Nicotra e
Maria
Riela spingono alla riflessione sul nostro presente
sempre più qualunquista ed anonimo. Il testo è una
rappresentazione, sicuramente da vedere. L’opera
artistica stuzzica e sollecita la mente umana sul
passaggio dei tempi moderni che annullano la singolarità
dell’individuo a favore di una sterile omologazione di
massa capace di esprimere il malessere dei nostri tempi
pieno di errori e banalità.
CATANIA –Antigone di Sofocle a Teatro Stabile.Il
presidente dello Stabile di Catania Carlo Saggio e
la direttrice Laura
Sicignano
(ascolta
intervista), al
Teatro Verga, venerdì11 ottobre 2019,
alle ore 11,30, presentano al pubblico ed alla stampa la
nuova produzione dell'Antigone di
Sofocle, spettacolo inaugurale della stagione di prosa
2019-20.I temi
trattati nella rappresentazione sono sempre attuali:
ragione di Stato, disobbedienza civile, ribellione
femminile, perdita del Sacro. Molti sono i quesiti che
si pongono con la rappresentazione: che cosa significa
affrontare il mito di Antigone in un momento storico in
cui molti temi trattati nella tragedia sofoclea sembrano
tornati di bruciante attualità? Chi ha ragione? Il re
Creonte, il cui compito è controllare l’ordine sociale e
mantenere la pace dopo la guerra civile? O Antigone, che
ha come dovere supremo la sepoltura del consanguineo e
viola perciò l’editto reale, in nome di un giustizia
umana che precede e supera le leggi? Il dilemma che
dilania i personaggi verrà elaborato nell’inedito,
asciutto adattamento in scena alla sala Verga dal 15 al
27 ottobre, poi in tournée nazionale fino a fine marzo
2020.Gli
artisti impegnati nell'allestimento intervengono alla
conferenza stampa. Laura
Sicignano,
alla guida del Teatro Stabile di Catania da poco meno di
due anni, firma la regia. La traduzione e l’adattamento
sono a cura della stessa Sicignano e di AlessandraVannucci. Le musiche sono di Edmondo Romano, scene
e costumi di Guido Fiorato. Le luci sono
di Gaetano La Mela. Il grande attore siciliano di
tradizione classica, Sebastiano Lo Monaco è nei
panni di Creonte. Barbara Moselli, della Scuola
del Teatro Nazionale di Genova interpreta l’eroina della
disobbedienza. Il cast è composto da un gruppo di
attori tutti siciliani e con esperienze di rilievo
nazionale: Lucia Cammalleri, Egle Doria,
Luca Iacono, Silvio Laviano, Simone
Luglio, Franco Mirabella e Pietro Pace. L’ingresso
è libero.
CATANIA-
Medea: conto alla rovescia per la prima a Musco. Tutto è pronto per
l’atteso debutto di “Medea”, tratta dalla
tragedia del francese Jean Anouilh del 1946,
pièce diretta dal regista Sebastiano Mancuso ed
interpretata da Luana Toscano, Liborio Natali,
Antonella Scornavacca, Franco Colaiemma,
Sarah Zuccarello eMartina Cassenti,
in scena sabato 12 ottobre, ore 20.30 edomenica 13 ottobre, ore 18.30,
sul palco del
teatro Musco. La produzioneè italo francese
della Compagnia Absinthe Teatro e
dall’associazione greca Menippos. Il regista
Sebastiano Mancuso è cresciuto sotto la guida di Lamberto Puggelli al
Teatro Stabile di Catania
ed è reduce dal successo italo francese della tournee di
“Che fine ha fatto Baby Jane” e “Piano piano
dolce Carlotta” con la compagnia Absinthe Teatro. Mancuso afferma : “Non sarà una Medea classica ma
estremamente innovativa che punta all’introspezione
psicologica dei personaggi. Le anime
dei protagonisti con i loro sentimenti saranno spogliate
di ogni orpello per dare spazio ad una visceralità
profonda, carnale e soprattutto attuale, per uno
spettacolo con una struttura drammaturgica molto forte
con caratteristiche specifiche ed originali che rendono
questa Medea unica e diversa allo stesso tempo, per una
prova attoriale sicuramente non semplice, con il preciso
obiettivo di scoprire una complessa umanità di miti
antichi vicini alle paure della società di oggi. Questa
è la prima volta per la città di Catania, che vedrà una
rappresentazione diversa, inedita e contemporanea
dell’opera di Euripide dove le sollecitazioni morali del
periodo in cui Jean Anouilh ha scritto la tragedia come
l’esilio, l’omicidio e l’avversione indiscriminata nei
confronti degli stranieri fino a sfociare nella
xenofobia, sentimenti di odio che oggi a distanza di
oltre settant’anni sono, purtroppo, estremamente attuali
e riusciranno a toccare le corde più profonde
dell’anima”.
CATANIA–Musco,
presentata attesa pièce “Medea”. La conferenza
stampa di presentazione è stata coordinata dalla
giornalista Elisa Guccione, per l’imminente ed
atteso debutto di “Medea” in scena sabato 12 ottobre,
ore 20.30, e domenica 13 ottobre, ore 18.30 sul palco
dello storico teatro Musco. Il regista Sebastiano Mancuso dai microfoni del foyer del teatro
Musco
ha annunciato, in conferenza stampa: “Per la prima volta
a Catania andrà in scena “Medea” di JeanAnouilh, autore francese che nel 1946 scrive una
versione inedita e contemporanea dell’opera di Euripide, dal forte impatto psicologico e dalla
complessa struttura drammaturgica”. Sebastiano Mancuso è
cresciuto sotto la guida di Lamberto Puggelli al
Teatro Stabile di Catania è reduce dal successo italo
francese della tournee di “Che fine ha fatto Baby Jane”
e “Piano piano dolce Carlotta” con la compagnia Absinthe Teatro.
Presente all’incontro con la stampa
l’attrice Luana Toscano, che vestirà i panni
della protagonista Medea, Liborio Natali, l’amato
Giasone, Antonella Scornavacca, la fedele nutrice
e Sebastiano Mancuso il regista dell’innovativa e
sperimentale pièce prodotta dalla compagnia italo
francese Absinthe Teatro e dall’associazione
greca Menippos. Nel cast saranno presenti anche
gli attori Franco Colaiemma, Sarah Zuccarello
e Martina Cassenti. Liborio Natali
dichiara : “Il testo di Jean Anouilh riflette la
contemporaneità dei nostri tempi in quanto racconta in
modo crudo e diretto le tante problematiche della nostra
società come l’amore malato che costringe a commettere
rovinosamente danni irreparabili e ingiustificabili
verso la persona oggetto dei nostri desideri più morbosi
come nel caso di Medea verso Giasone e punta a
sottolineare l’attenzione a temi scottanti come
l’avversione indiscriminata nei confronti degli
stranieri fino a sfociare nella xenofobia, sentimenti di
odio che oggi a distanza di oltre settant’anni dalla
pubblicazione del testo di Jean Anouilh sono, purtroppo.
estremamente attuali”. Luana Toscano dello stesso
parere afferma: “Medea è una barbara, una
migrante, una donna diversa dall’enorme forza tragica,
nella sua solitudine straziante, nella sua sensualità
dolorosa, nel suo essere votata ad un amore che non
conosce limiti e nella sua ribellione alle regole per
un’interpretazione a cui si deve dare tutto fisicamente
e mentalmente”. Una rappresentazione con caratteristiche
uniche ed originali, che metterà alla prova l’intero
cast portando in scena le paure tipiche della nostra
società. Antonella Scornavacca aggiunge : “Le
anime dei protagonisti saranno spogliate di ogni orpello
per dare spazio ad una visceralità profonda come il
legame tra il mio personaggio la nutrice e Medea, per
uno spettacolo che riscopre la complessa umanità dei
miti così vicini nonostante lo scorrere dei secoli al
nostro quotidiano”.
CATANIA – Agamennone, contemporaneità tragedia greca conclude “Mitoff”:
applaudita rassegna teatro classico di Guglielmino.
Consensi scroscianti e grande coinvolgimento del
numeroso pubblico presente hanno concluso con “Agamennone”
di Eschilo la rassegna “Mitoff” dedicata al teatro
classico. La manifestazione era inserita nel
cartellone del Summer Fest patrocinata dal Comune di Catania, con la collaborazione
dell’Associazione Esclarmonde per una produzione
MediaManagerEvents. L’ottimo adattamento e la regia,
arricchiti dai costumi di Concetta Maccarrone,
sono stati firmati daSalvatore Guglielmino
il quale sul palco della corte del Castello
Ursino ha disegnato con un’accurata interpretazione
Agamennone tornato ad Argo dopo dieci anni passati in
guerra a Troia. L’eroe ritrova la consorte interpretata
dalla brava Elisa Franco.Clitemnestra
che ancora non ha elaborato il lutto della figlia
Efigenia uccisa dal marito diventato oggetto di estremo
odio e sofferenza tanto da accogliere, senza alcun
scrupolo o remora nel proprio letto l’amante Egisto,
interpretato da un sempre più convincente Paolo Toti
Guagenti. Alla vicenda di dolore e
sofferenza di Agamennone e Clitemnestra si lega quella
della profetessa Cassandra, a cui ha prestato il
volto e l’anima Martina Minissale coinvolgente
nel raccontare la sua terribile morte e quella del re
Agamennone per mano della sua consorte al consigliere,
ovvero al coro, un intenso Alessandro Ferrari.
Toccante il momento in cui dalle scale della corte
dell’imponente maniero scende Clitemnestra con la spada
sporca di sangue, senza mostrare nessun segno di
pentimento o dolore ma vantando le proprie gesta in nome
di una necessaria giustizia finalmente compiuta, che il
consigliere, voce del popolo e della coscienza, critica
duramente. In un intenso atto unico amore,
vendetta e sangue si mescolano tra loro raccontando la
miseria dell’animo umano che ieri come oggi, nonostante
i millenni che dividono la nostra società da quella di
Eschilo, rapisce l’attenzione del pubblico sapientemente
coinvolto dai personaggi del mito ancora vivi e vibranti
e simili per debolezze e paure all’uomo moderno, che non
può non emozionarsi per una tragedia classica dal sapore
contemporaneo.
CATANIA – Scuola teatrale “Buio in Sala”al via con festa e curiosità:nuova stagione
dedicata a bambini ed adulti. La casa del teatro
dove apprendere, confrontarsi e misurare quotidianamente
le proprie capacità cercando di dare forma ai propri
sogni unendo preparazione e creatività in nome di quel
luogo magico che è il palcoscenico a cui gli attori e
registi Giuseppe Bisicchia e Massimo
Giustolisi, fondatori e ideatori della “Compagnia
Buio in Sala” realtà artistica attiva da oltre dieci
anni, hanno dedicato la propria vita decidendo di
realizzare una scuola dal respiro europeo. La
manifestazione è iniziata col coordinamento della
giornalista Elisa Guccione la quale dai microfoni
del centro polifunzionale dell’Istituto Leonardo Da
Vinci si è espressa davanti ad oltre duecento
persone tra giornalisti, allievi, fotografi, colleghi
attori ed appassionati di buon teatro. Gli artisti
ideatori hanno presentato il programma insieme alla
presidenteSilvana D’Anca, alla
responsabile alle pubbliche relazioniGiovanna
Sesto ed alla referente degli spettacoli per le
scuole Patricia Raponi. L’amichevole presenza
dell’attrice Manuela Ventura, volto noto di
cinema, tv e teatro, nelle vesti di madrina della
serata, ha fatto da cornice alla presentazione al ricco
cartellone della nuova stagione stuzzicando la curiosità
del pubblico per l’interessante proposta culturale. La
poliedrica Guia Jelo ha incoraggiato e
sostenuto l’impegno di tutto il gruppo di Buio in Sala.
l’attrice durante il suo intervento accompagnato da
fragorosi applausi ha dichiarato: “Ho lavorato per la
prima volta con Massimo e Giuseppe in occasione della
messa in scena della “Bisbetica Domata, ed ho
avuto modo di apprezzare sin da subito la loro serietà e
costanza di professionisti innamorati di questo lavoro,
capaci di trasmettere a chi li ascolta emozioni che
arrivano immediatamente al cuore della gente”.Le
proposte per le scolaresche si dividono in due grandi
aree: “spettacoli per le scuole primarie” e “spettacoli
per le scuole secondarie”. Nella prima fascia, il
pubblico dei più piccoli, potrà assistere a ben tre
fiabe: “Il Principe Ranocchio” con la voce fuori
campo di Lorella Cuccarini,“Il brutto Anatroccolo” e
“Note di Natale”.
Per le scuole secondarie, tre sono i titoli che Buio in
Sala ha scelto: “Storia di una Capinera”, “#Monnalisa”
e “Romeo e Giulietta…ever after”. Tutte le regie
sono affidate alla “premiata ditta” Bisicchia-Giustolisi.
Giuseppe Bisicchia e Massimo Giustolisispiegano : “Dopo anni di sacrifici ed impegno,
sempre votati in nome dell’arte del palcoscenico con
l’obiettivo di coniugare l’attività di formazione con la
produzione teatrale e favorire l’inserimento degli
allievi nel mondo del lavoro siamo felici di poter
accogliere tutti coloro che desiderano attraverso la
recitazione migliorare le proprie abilità creative ed
espressive imparando anche a conoscersi meglio ed
affrontare il rapporto con gli altri con maggiore
consapevolezza di sé. Da quest’anno prenderanno il via
i corsi di Danza Bollywood, Canto corale, Teatro/danza
Terapia, Tai Chi, Giocoleria, Improvvisazione per dare
spazio alle emozioni e alle pulsazioni
dell’anima”.Manuela Ventura si è mostratadello stesso parere dei due autori, lei prima del
taglio augurale del nastro ha dichiarato: “Quando un
adolescente, un giovane chiede ai propri genitori di
seguire un corso di teatro o in generale è interessato a
conoscere qualcosa di nuovo significa che la nostra
società può ancora sperare in un futuro diverso dal
presente che stiamo vivendo e guai a non assecondare la
voglia di quella sana conoscenza che può portare alla
costruzione di una società consapevole fondata su dei
sani principi”.Le proposte di Buio in
Sala non si riducono solo a spettacoli per le scuole. I
laboratori, attivi già da oltre dieci anni, sono divisi
per fasce di età: dai piccolissimi “Baby” dai 3 ai 5
anni ai “Junior” dai 6 ai 9, i ragazzini “Kids” dai 10
ai 13, gli adolescenti “Teen” dai 13 ai 17, i giovani
“Advanced” dai 18 ai 30 e i “Senior”, per adulti senza
limiti di età”.
CATANIA-
Casa di Creta nuova sede : teatro in inglese ed italiano.
L’Associazione “La Casa di Creta- Teatro Argentum
Potabile”, diretta in tandem da Antonella Caldarella e
Steve Cable, giovedì 26 settembre, alle ore 19.00,
inaugura la nuova sede della scuola di formazione
teatrale “Extra/Ordinaria” in via Francesco Laurana 16 a
Catania. Uno
“Spazio Fluido” per i nuovi corsi di teatro in inglese e
in italiano che si aggiungono alle attività didattiche
della Sala Roots, punto di riferimento nella realtà
teatrale catanese da cinque anni. Caldarella
e Cable all’unisono dichiarano “Il richiamo del Teatro
si è trasformato in un cammino, una vocazione, un
percorso di vita non semplicemente un mestiere, non un
lavoro a tempo perso ma un lavoro a tempo pieno. La
scuola di formazione teatrale si ispira
all’intelligenza e al coraggio, all’inventiva e
all’ingegno di quei riformatori di Teatro che davanti ad
ogni momento di crisi hanno saputo mantenere viva la
tradizione teatrale. I nostri corsi sono un percorso di
crescita dove ognuno potrà tirare fuori le proprie
abilità creative, espressive, senza paura di essere
giudicato, perché il gruppo è il centro e la nostra
diversità è una ricchezza”. Ed ancora: “Il teatro ci dà
la possibilità, attraverso il gioco di “essere altro”,
di imparare ad interpretare nuovi ruoli e comprendere
quante maschere interpretiamo nella vita”. Il
‘Teatro-Scuola’ nasce in maniera organica ed è basato
sull’apprendimento attivo e non, si tratta di
un’istituzione didattica ed una situazione pedagogica
dinamica all’interno di una compagnia professionista,
dopo vent’anni di attività teatrale all’interno del
progetto ‘La Casa di Creta Teatro Argentum Potabile’. I
laboratori sono suddivisi per età e scelte tematiche.
Tre gli indirizzi: “Extra/Ordinaria”, scuola di
formazione teatrale dai 16 ai 25 anni; “Act Now teatro e
laboratori in inglese” condotto da Steve Cable dai 13 ai
60 anni; “Viaggi e laboratori teatrali in italiano”
condotti da Antonella Caldarella dagli 8 anni in poi.
CATANIA
–
Regista Sebastiano
Mancuso, definito cast Medea. L’autore
ha impiegato mesi di studio del testo ed audizioni per
scegliere il cast. Il regista Sebastiano Mancuso è
cresciuto sotto la guida di Lamberto Puggelli al Teatro
Stabile di Catania. L’autore è reduce dal successo italo
francese della tournee di “Che fine ha fatto Baby Jane”
e “Piano piano dolce Carlotta” con la compagnia Absinthe
Teatro ed è pronto per una nuova avventura teatrale:
“Medea” tratta dalla tragedia del francese Jean Anouilh,
per una produzione Menippos e Absinthe Teatro, in scena
il 12 e 13 ottobre sul palco del teatro Musco.
Sebastiano Mancuso dichiara : “La Francia vanta
una illustre tradizione teatrale di contaminazione
mitologica che, dopo la seconda guerra mondiale, ha
avuto un glorioso momento di ritorno all’esistenzialismo
non a caso la Medea di Jean Anouilh è un’opera nata nel
1946 che riflette delle sollecitazioni morali del
periodo come l’esilio, l’omicidio e l’avversione
indiscriminata nei confronti degli stranieri fino a
sfociare nella xenofobia, sentimenti di odio che oggi a
distanza di oltre settant’anni sono, purtroppo.
estremamente attuali. Non sarà una Medea classica ma
estremamente innovativa che punta all’introspezione
psicologica dei personaggi. per questo la scelta del
cast non è stata semplice ed ha richiesto un lungo
periodo di selezione. In questa messa in scena le anime
dei protagonisti con i loro sentimenti saranno spogliate
di ogni orpello per dare spazio ad una visceralità
profonda, carnale e soprattutto attuale- aggiunge
Mancuso coadiuvato alla regia da Davide Toscano- sono
felice del risultato raggiunto e di lavorare con Luana
Toscano nel ruolo di Medea, Liborio Natali, sarà
Giasone, Tony Palazzo, interpreterà Creonte, mentre la
nutrice sarà Antonella Scornavacca, affiancati da
Martina Cassenti e Sarah Zuccarello, rispettivamente nel
ruolo di Creusa e del ragazzo”. Lo spettacolo ha una
struttura drammaturgica molto forte con caratteristiche
specifiche ed originali che rendono questa Medea unica e
diversa allo stesso tempo, è una prova attoriale
sicuramente non semplice con il preciso obiettivo di
scoprire una complessa umanità di miti antichi vicini
alle paure della società di oggi.
CATANIA
- Prampolini libreria storica etnea rilevata da Angelica e
Maria Carmela Sciacca:salvata.
Un sobrio incontro tra amanti di libri, cultura
nei
locali di via Vittorio Emanuele 333 ha suggellato il
passaggio delle consegne dal precedente gestore alle
sorelle Angelica e Maria Carmela Sciaccanella gestione
della prestigiosa libreria fondata a
Catania nel 1894 e che ha compiuto 124 anni. La nota e
storica catanese Prampolini possiede oggi libri
introvabili, fuori catalogo, da collezione, antichi, con
stampe, prime edizioni.
PRAMPOLINI la storia
:la
Libreria Prampolini fu fondata dall’ufficiale di
cavalleria Giuseppe Prampolini il 13 dicembre 1894 a
Catania, nei locali di via Vittorio Emanuele 333 che
tuttora l’ospitano. L’azienda fu denominata agli
inizi “Tirelli”, poiché al tempo non poteva portare il
nome di un ufficiale. Giuseppe Prampolini
proveniva da un’illustre famiglia emiliana: Camillo
Prampolini(1859-1930), era amico di Filippo Turati e
Giacomo Matteotti, è stato una delle figure più
luminose del socialismo italiano; Enrico Prampolini(1894-1956),
pittore e scenografo, è considerato come il più
autorevole rappresentante del futurismo. Il giovane RomeoPrampolini, seguì in successione il
padre Giuseppe nella gestione della libreria di
famiglia, divenendo testimone della vivace vita
intellettuale di Catania, alimentata dalla straordinaria
fioritura letteraria di fine Ottocento e inizi del
Novecento: Verga, Capuana e De Roberto, tra i nomi più
celebri. I personaggi elevatissima statura culturale e
morale furono ospitati nei locali della Prampolini,
dando vita a una sorta di cenacolo letterario. Romeo
Prampolini valutando il momento favorevole volle
ampliare l’attività della libreria, trasformandola anche
in società editrice. L’intuito dell’editore Romeo
Prampolini permise la pubblicazione in 5
volumi(1933-1939) della monumentale “Storia dei
Musulmani di Sicilia” di Michele Amari, opera
fondamentale nella storiografia moderna, per la quale si
avvalse della revisione del celebre arabista Alfonso
Nalino. Molte le opere letterarie edite da Prampolini
tra cui le “Cinquanta lettere d’amore alla signorina
Dolly Ferretti(1928)” dell’eccentrico poeta futurista
Antonio Bruno(Biancavilla 1891-Catania 1932), fondatore
della rivista “Pickwick”, il quale aveva tappezzato i
muri della città con i versi di un poema dedicato alla
stessa Ferretti(Fedora Novelli).
Le difficoltà economiche successive
alla seconda guerra mondiale costrinsero molti editori a
chiudere o modificare la loro attività. La Prampolini
nonostante fosse colpita dalla crisi e costretta a
rallentare la pubblicazione di libri, non cessò
tuttavia di restare al centro della vita culturale
catanese, con la presenza di notissimi osservatori della
società contemporanea tra cui Vitaliano Brancati e
Giuseppe Villaroel. La morte di Romeo Prampolini (1974), senza figli ed eredi naturali, segnò una lunga
cesura nell’attività della libreria. L’attività per
vent’anni rimase chiusa con delle sporadiche aperture
mattutine. L’editore Boemi riaprì nel 1994 la storica
libreria di Catania che nel 2005 fu rilevata da una
società costituita da amici (professionisti, docenti e
imprenditori) ed avente come finalità quella di salvare
e rinnovare il prestigio culturale della Prampolini. La
PRAMPOLINI LIBRI s.r.l., è subentrata nel maggio 2014,
a seguito di difficoltà economiche, ed è sostenuta da
professionisti di varia estrazione, accomunati tutti dal
desiderio di salvaguardare l’illustre tradizione della
LIBRERIA PRAMPOLINI, innestandovi nel contempo moderne
dinamiche culturali. La Libreria Prampolini nel 2007
libri Iscritta nel Registro delle Eredità Immateriali
dalla Soprintendenza ai Beni Culturali offre,
attualmente testi antichi e rari, prime edizioni del
Novecento italiano, edizioni musicali, piccola e media
editoria selezionata. Esperti bibliografi capaci di
offrire un servizio di stima, valutazione e restauro di
singoli volumi o di fondi librari, nonché della ricerca
di testi di difficile reperibilità prestano consulenza
presso la prestigiosa libreria catanese. La Libreria
Prampolini svolge anche attività di antiquariato che si
estende al settore musicologico, con riferimento a
commercializzazione di apparecchi radio, giradischi e
dischi d’epoca. L’organizzazione tra i suoi compiti
ospita e predispone mostre che favoriscano la
circolazione di opere (quadri, sculture) di artisti
nuovi o già noti tra il pubblico cittadino. Una
suggestiva saletta nella sede della Libreria, è stata
destinata ad incontri culturali, presentazioni di libri,
eventi musicali o cineforum. Un circolo di lettura è
attivo da anni per discutere nel suo ambito la
letteratura più significativa intorno a tematiche di
volta in volta prescelte. Gli organizzatori sono
aperti sempre a nuove proposte, si augurano che la
varietà delle iniziative già promosse possa aiutare gli
studiosi, i bibliofili e, più in generale, gli
“intellettualmente curiosi” attuali a mantenere un saldo
filo con la tradizione, guardando anche alle frontiere
della cultura moderna.
CATANIA -
“Fedra” firmata Guglielmino è appuntamento per rassegna
“Mitoff” a Castello Ursino. L’opera di Seneca“Fedra”
è inserita nella rassegna Mitoff dedicata al teatro
classico, in cartellone nel Summer Fest, patrocinata dal
Comune di Catania. Lo spettacolo, dopo il successo di
critica e di pubblico, continua con la
collaborazione dell’Associazione Esclarmondeper
una produzione MediaManagerEvents. Il regista Salvatore
Guglielmino, autore anche dell’adattamento
teatrale, sabato 14 settembre,alle ore 21.30nella magnificenza della corte del Castello
Ursino dirige gli attori: Alice Ferlito,
(Fedra), Ketty Governali, (nutrice), Paolo Toti Guagenti, (Ippolito) ed Alessandro Ferrari,
(Teseo). La tragedia di Seneca, seguendo gli schemi del
teatro classico esalta il disprezzo per il genere
femminile, per il potere, che porta con sé i vizi, e per
l’intera umanità.Salvatore
Guglielmino ha dichiarato : “In questo
dramma, Seneca sceglie di eliminare il tradimento della
nutrice, personaggio fondamentale, e di far rivelare
alla stessa madre la verità dei suoi sentimenti ad
Ippolito. Sarà la nutrice, a cui sta a cuore preservare
l’onore di Fedra, che avrà l’idea di mostrarla come
vittima del suo stesso inganno ma secondo il volere di
Seneca la protagonista Fedra confesserà la sua colpa
davanti a Teseo poco prima di uccidersi”. Le anime dei
protagonisti, impreziosite nel prologo dalle musiche
originali di Carmelo Siracusa degli Sugarfree e
dalla voce fuori campo di Arianna D’Urso,
raccontano sentimenti d’amore e morte amalgamati
perfettamente tra loro facendo rivivere in un dramma
classico la ferocia dei tempi moderni di cui è intrisa
la nostra società.
CATANIA -Carpe Theater a MUST Musco presentazione
per cartellone.
La conferenza stampa di presentazione degli spettacoli
in programma al Teatro Musco di Catania è stata
illuminata da ospiti di primo piano primo tra tutti l’attore
Tuccio Musumeci
(ascolta
intervista)il quale
ha ripercorso la storia del Teatro.Il
sindaco di Catania Salvo
Pogliese(ascolta
intervento) ha
presoparte al MUST alla conferenza di presentazione
della stagione 2019-2020 Carpe Theater. Il
regista Giuseppe
Dipasquale
(ascolta
intervista)che ha
presentato la stagione del MUST 2019-2020 denominata
Carpe Theater l’ha fatto in buona compagnia con Valeria
Contadino(ascolta
intervista) attrice
e deus ex machina del Teatro.
Gli attori
ed alcuni dei protagonisti della stagione teatrale hanno
raccontato sul palco esperienze e programmi.
CATANIA-
Teatro Stabile presenta "Estate a Castello Ursino”.
La nuova stagione estiva del TEATRO STABILE è
stata presentata, venerdì 31 maggio alle ore 11.30, nel
maniero federiciano da Lina Scalisi vicepresidente e Laura
Sicignano direttore
per far conoscere a pubblico e stampa il cartellone. La
manifestazione è stata presentata dal
direttore Laura
Sicignano
(ascolta
intervista),
presenti l'assessore
a cultura e turismo della Regione Sicilia
Sandro
Pappalardo(ascolta
intervista),
l’assessore
alla cultura di Catania Barbara
Mirabella(ascolta
intervista)
, il Sindaco di Catania Salvo
Pogliese.
L'appuntamento ha previsto la presenza di
Roberto
Grossi
sovrintendente Teatro Massimo(ascolta
intervista)
il quale ha esposto questioni riguardanti la grande
attività malgrado le note difficoltà ed
una rappresentanza
d’artisti in cartellone. La manifestazione è stata
trasmessa per intero in diretta streaming su nostri
canali facebook.
CATANIA-
Applausi per i 33 attori a Metropolitan: “La vera storia del
bandito Giuliano”, “re” a Montelepre. Lo spettacolo
evento “La vera storia del bandito Giuliano” è andato in scena
sul palco del teatro Metropolitan, domenica 7 aprile,
alle ore 17.30, ritornando a grande richiesta per
raccontare la vita di ’u re di li briganti dopo il
successo del debutto dello scorso anno. La vicenda
Giuliano è strettamente legata alla storia del nostro
Paese. Lo spettacolo è stato prodotto ed ideato da “Il
Centro studi artistici di Acireale”, diretto da
Carmelo
R. Cannavò
(ascolta
intervista).
I due interpreti e protagonisti:
Diego
CANNAVO'
(Salvatore
Giuliano)(ascolta
intervista)
e
Rosario
RIZZO
(Gaspare
Pisciotta)(ascolta
intervista)
hanno ricevuto consensi di pubblico per le
interpretazioni personali. L’autore con le musiche originali di
Michele Romeo, le coreografie di Rossella Madaudo ed il videomapping di Andrea
Ardizzone,
hanno rappresentato in modo unico la vicenda Giuliano
svoltasi a distanza di quasi settant’anni. Il
misterioso rinvenimento del corpo del 27enne
Salvatore Giuliano. Il bandito fu trovato morto
nell’operazione dei carabinieri comandati dal Colonnello
Ugo Luca e dal Capitano Antonio Perenze,
quest’ultimo dichiaratosi autore materiale
dell’eliminazione fisica dell’imprendibile “re di
Montelepre”, nel cortile della casa dell’avvocato
Gregorio De Maria di Castelvetrano. L’autore cercherà,
anche attraverso le importanti rivelazioni del nipote
Giuseppe Sciortino Giuliano, di analizzare la morte del
“colonello dell’Evis del Movimento Indipendentista
siciliano” avvolta ancora oggi nel mistero. Carmelo R.
Cannavò volto noto di film di successo come “Baaria” di
Giuseppe Tornatore e numerose fiction come “L’Onore e il
Rispetto” e “Il capo dei capi” spiega: “Per molti
Salvatore Giuliano è un patriota, per altri un
criminale, questo spettacolo si pone l’obiettivo di
delineare la figura di Giuliano da sempre oggetto di
interesse di film, inchieste e letteratura in modo
completo e dettagliato approfondendo il denso periodo
storico dal 1936 al 1950, la psicologia giovanile, il
contesto antropologico, sociale e culturale analizzando
i documenti storici e le notizie di cronaca dell’epoca
per stimolare la curiosità e creare dibattiti su un
pezzo di storia fondamentale per L’Italia”. La messa in
scena corale ha impegnato ben 33 attori che
ripercorreranno la vita di Salvatore Giuliano, il “re”
di Montelepre, dall’adolescenza alla latitanza fino alla
morte cercando di approfondire lo stretto rapporto
Stato-mafia senza tralasciare il momento fondamentale in
cui abbraccia la lotta separatista per l’indipendenza
della Sicilia. Un modo avvincente per raccontare
attraverso l’arte del palcoscenico l’invasione e la
conquista dell’Etiopia con relative sanzioni da parte
della Società delle Nazioni, la seconda guerra mondiale,
la complicata situazione ed evoluzione politica alla
fine della guerra, il Congresso di Yalta, la firma dello
Statuto Siciliano da parte di Re Umberto che riconosce
alla Sicilia l’Autonomia, il referendum Monarchia o
Repubblica, le elezioni politiche italiane del 2 giugno
1946, le prime elezioni regionali in Sicilia del 20
aprile 1947 e le elezioni politiche italiane del 1948
per conoscere la vita dell’ultimo bandito dell’Italia
post unitaria ed il primo dell’Italia contemporanea la
cui fine ha sempre un grande alone di mistero.
CATANIA
- Applausi e successo alMetropolitan per Renzo e Lucia con solidarietà:“I Promessi Sposi
Amore e Provvidenza”ritorno a grande richiesta.
I botteghini
già erano
stati presi “d’assalto”, in tre anni di repliche, con fiumi
di applausi e standing ovation finale ad ogni messa in
scena per la commedia musicale “I Promessi Sposi -
Amore e Provvidenza”, premiata nel 2017
dall’Accademia di Belle Arti di Catania come spettacolo
dell’anno, che a grande richiesta
è ritornato in scena il
9 marzo, ore 21.00, ed il 10 marzo, ore 17.30, sul palco
del Teatro Metropolitan, per una produzione Poetica
Eventi. Oltre 16000 gli spettatori si sono
emozionati ed hanno applaudito la pièce più amata da
critica e pubblico degli ultimi anni. Regista
ed attore insuperabile
Alessandro Incognito(ascolta
intervista), affiancato
dalla regia associata di
Gisella Calì
(ascolta
intervista), con la
direzione musicale di Lilla Costarelli e le
coreografie di Erika Spagnolo, i quali hanno saputo
raccontare il dramma contemporaneo dei personaggi
delineati dal Manzoni con un linguaggio moderno e dal
forte impatto emotivo, fino al punto di essere
paragonata ad una piccola Broadway sotto il vulcano,
per la dirompente vitalità e bravura dei 34 artisti
presenti sul palco. Alessandro
Incognito il quale nella
scena interpreta Renzo Tramaglino ha dichiarato(ascolta
intervista):
“Eravamo consapevoli di avere tra le mani un diamante
prezioso, ma il risultato ottenuto fino ad oggi va al
di là di ogni nostra aspettativa, siamo stati
letteralmente travolti dal caloroso affetto del pubblico
che ha premiato il nostro impegno assistendo allo
spettacolo anche più volte”. Veterani del nostro teatro
si sono uniti Per raccontare l’eterna storia d’amore tra
Renzo e Lucia, croce e delizia degli studenti
italiani di ogni generazione: Emanuele Puglia,
(Innominato), Nicola Costa, (Griso), Giuseppe Bisicchia,
(Cardinale Borromeo), Franco Colaiemma, (Don Abbondio,
Alice Ferlito, (Agnese), e Ketty Governali, (Perpetua) e
giovani talentuose promesse come Maria Cristina Litrico,
(Lucia)
(ascolta
intervista),Carmelo Gerbaro, (Don Rodrigo), Grace Previti,
(Monaca di Monza), Antonella Leotta, (la madre di
Cecilia), Bruno Gatto, (Egidio) e lo stesso Alessandro
Incognito nel doppio ruolo di regista a protagonista.
Tutti loro insieme ad un ensemble di 20 elementi, tra
ballerini e cantanti. La scena, con le spettacolari
coreografie, i raffinati costumi realizzati da Rosy
Bellomia, le imponenti scenografie mobili di Gaetano
Tropea e il video mapping di Riccardo Guttà, fa rivivere
in chiave ancora più immaginifica ed a volte,
volutamente surreale, grottesca e fortemente passionale
il romanzo di Alessandro Manzoni. Alessandro Incognito
il quale da anni si occupa della gestione artistica e
manageriale del Teatro Ambasciatori e Gisella Calì
all’unisono commentano : “Ogni singolo dettaglio e
movimento dei personaggi sulla scena è volutamente
ragionato per suscitare nel pubblico quell’impatto
emotivo che difficilmente si può dimenticare. Dietro
ogni singola rappresentazione, ogni volta che si alza il
sipario cerchiamo sempre di trasmettere con tanto amore
e umiltà quell’entusiasmo e quella voglia di fare che ha
reso unico il nostro spettacolo”. Le repliche al teatro
Metropolitan sono strettamente collegate all’iniziativa
sociale di devolvere parte dell’incasso dello spettacolo
a favore di alcune associazioni Onlus che si occupano di
assistenza, volontariato e ricerca nel territorio della
città. Alessandro Incognito aggiunge : “Sono convinto
che il teatro sia uno strumento di aggregazione sociale,
per questo l’intera produzione ha deciso di contribuire
all’attività di Fondazione Telethon, OIPA Italia Onlus,
COPE Cooperazione Paesi Emergenti, Con tutto il cuore
Onlus, AIMA Catania, ASA Onlus, APC Azione Parkinson
Catania, Respirare Onlus, Anemos Life Onlus, Stella
Danzante Onlus, GVI Gruppo Volontari Italia”.
L’ambizioso spettacolo “I Promessi Sposi Amore e
Provvidenza” è l’esempio che, nonostante la crisi e le
difficoltà economiche, in Sicilia il teatro ha ancora
molto da offrire, dimostrando che il pubblico ha
solamente bisogno di essere stimolato e incuriosito
dalla bellezza di quel gioco magico che è il
palcoscenico.Scheda Tecnica Attori e Ruoli Giuseppe
Bisicchia CRISTOFORO/BORROMEO,
Franco
Colaiemma DON
ABBONDIO, Nicola
Costa GRISO,
Carmelo
Gerbaro DON
RODRIGO, Governali Ketty PERPETUA, Alessandro
Incognito RENZO,
Antonella
Leotta MADRE DI
CECILIA, Maria CristinaLitrico LUCIA, AliceFerlito AGNESE, Grace
Previti GERTRUDE,
Emanuele
Puglia INNOMINATO,
Cosimo
Coltraro AZZECCA-GARBUGLI,
BrunoGatto EGIDIO, EnsembleLicia Bisicchia BALLERINA,
Giorgio Cantone
CANTANTE,Alessandro
Caramma CANTANTE,
Noemi
Carpinato CANTANTE,
Gabriella
Caruso BALLERINA,
Lorenzo
Cristofaro
CANTANTE,AlbaDonsì CANTANTE, Ambra
Ferrara CANTANTE,
MariaFiamingo CANTANTE, Andrea
Grasso CANTANTE,
Francesco La Macchia BALLERINO, Veronica
Monforte CANTANTE,
Fausto
Monteforte BALLERINO,
Arianna
Occhipinti BALLERINA,
Antonio
Pisasale BALLERINO,
Vincenzo
Privitera BALLERINO,
Aurelio
Rapisarda CANTANTE,
Agata
Rosignoli BALLERINA,
Marta Stimoli
CANTANTE, Regia
Alessandro Incognito, Regia associata Gisella
Calì, Direzione Musicale Lilla Costarelli,
Coreografie Erika Spagnolo, Assistente alla
Regia/Direttore di scena Daniele Virzì, Ufficio
Stampa Elisa Guccione, Costumi Rosy Bellomia,
Sarta di scena Shirley Campisi, Scenografie
Gaetano Tropea, Light Design Gisella Calì
– Lorenzo Tropea, Direzione allestimento Massimo
Savoia, Video Mapping Riccardo Guttà, Make
up Vanità Arte della Bellezza, Parrucco Alfredo Danese, Responsabile di sala Barbara
Pavone,
Service Audio/Luci Coco Service. Alessandro Incognito
ha voluto ricordare, a fine spettacolo, l'attore
siciliano Pino Caruso scomparso due giorni addietro a
Roma, il pubblico ha applaudito a lungo in segno di
rispetto per l'artista morto ad 84anni.
CATANIA– “La creatura del desiderio” è al MUST.
Il testo di Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale interpretati da
David
Coco(ascolta
intervista) e
Valeria
Contadino(ascolta
intervista)
è in scena il 28 febbraio alle
ore 21.00, al Teatro MUST Musco. Il successo di
pubblico e di critica ottenuto già lo scorso novembre,
ritorna sul palcoscenico del Must Musco Teatro, in una
replica straordinaria con “La creatura del desiderio”,
e regia di Giuseppe Dipasquale. La storia di Oskar
Kokoschka e Alma Mahler è travolgente. La penna di
Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale, ormai
consolidati nel loro sodalizio drammaturgico per la
prima volta in Italia hanno portato in scena lo
spettacolo teatrale. David Coco e Valeria Contadino
volti noti al pubblico nazionale vestono i panni dei
protagonisti. La regia è firmata dallo stesso Dipasquale,
le scene ed i costumi sono di Erminia Palmieri, le
Musiche sono curate da Matteo Musumeci, i Movimenti
scenici sono stati affidati a Donatella Capraro.
Leonardo Marino ed Antonella Scornavacca completano il
cast.La
giovane vedova di Mahler, considerata la più bella
ragazza di Vienna ed allora poco più che trentenne,
1912, un anno dopo la morte del marito, incontra il
pittore Oskar Kokoschka. I due iniziano una storia
d’amore fatta di eros e sensualità, che sfocerà ben
presto in una passione tanto sfrenata quanto tumultuosa.
Viaggi, fughe, lettere, gelosie e possessività
scandiscono i successivi due anni, durante i quali
l'artista crea alcune fra le sue opere più importanti,
su tutte La sposa del vento. La giovane ed irrequieta
Alma interrompe brutalmente la relazione. Oskar
Kokoschka successivamente parte per la guerra con la
morte nel cuore. L’innamorato al suo rientro in patria,
traumatizzato dal conflitto ed ancora ossessionato
dall'amore perduto, decide di farsi confezionare una
bambola al naturale con le fattezze dell'amata. Questa è
la vicenda. “La
creatura del desiderio” è di questa storia una versione
in cui Andrea Camilleri nell’omonimo testo pubblicato da
Skira, in modo del tutto originale, come sempre, ed
umanamente sensibile, racconta di Kokoschka ed Alma
Mahler. Lo scrittore evidenzia sensibilità diverse,
eppur concorrenti, che hanno temprato il Novecento
europeo. Questo racconto rappresenta un'indagine
sull'ossessione d'amore costruita sulla finzione umana,
e l'occasione teatrale darà certo lo spunto a
conversazioni non casuali sulla civiltà che si sta
sviluppando in Europa e la cui prima radice non è stata
finora tratteggiata con serenità distaccata. Il regista
Giuseppe Dipasqualedice : “Il tema è molto attuale per la vicenda che io
ed Andrea Camilleri abbiamo voluto raccontare in questa
pièce: l'ossessione d'amore per una donna oggetto che si
reifica in una bambola fino a portare alla pazzia il
personaggio di Oskar Kokoschka, realmente vissuto come
quello di Alma Mahler. Questa vicenda emblematica
costituisce oggi nella misura del paradosso una delle
più raffinate e crudeli violenze sulle donne”.Lo
spettacolo replicherà sabato 2 marzo a Siracusa nel
riaperto Teatro Comunale. La programmazione lunga sette
mesi dedicata alla prosa del Must proseguirà il 12
marzo con “A tavola da Eduardo”, in scena due grandi
nomi del teatro italiano come Mariano Rigillo e
Anna Teresa Rossini; il 13 e 14 aprile “Carta
Straccia”, con Pino Strabioli e Sabrina Knaflitz; il 18 e 19 maggio “Aggregazioni” scritto e
diretto da Claudio “Greg” Gregori. Mimmo
Mignemi e Valeria Contadino concluderanno sul palco con
“Amleto in trattoria”. Per
informazioni sulla campagna abbonamenti: MusT - MUSCO
TEATRO Via Umberto 312, Catania - Tel. 0952289426.
CATANIA- Must Teatro Musco regala viaggio tra letteratura,
cibo, musica e burlesque. Valeria
CONTADINO
(ascolta
intervista)attrice e direttore del Musco ha voluto coniugare
magistralmente l’esperimento, ben riuscito, con la
rassegna “Mangiare non solo come appagare la sensazione
di fame ma anche convivio - nel senso latino del termine
- piacere, consolazione, rifugio”. Edoardo Siravoe Rose
Selavy
BURLESQUE
(ascolta
intervista)ed Alberto Asero VIBRAFONO,
sabato 19 e domenica 20 gennaioanimano la serata
Food, la sezione della rassegna Must
che ha sposato due elementi del piacere: la vista ed il
gusto. Lo spettacolo è strutturato con una
programmazione improntata sulla combinazione di teatro,
nelle sue varie forme dalla prosa alla musica con la
degustazione di prodotti enogastronomici. Significar
Mangiando in scena sabato 19 gennaio, alle ore 21
e domenica 20, alle ore 17,30 al Must Musco Teatro
svela:
“Che gusto hanno le parole? Come le preferiamo? Dolci o
amare? Condite o schiette?” Il “viaggio” associa al
gioco teatrale quello della cucina della danza sensuale
alla musica. Il pubblico durante allo spettacolo associa
la degustazione food-concept. L’aggregazione
culturalgastronomico sotto il segno della creatività si
colloca come appuntamento nuovo nel panorama degli
eventi culturali nella città di Catania. Il problema
del cibo è sempre stato tra i principali dell'uomo fin
dall'antichità, tanto che molti autori hanno cercato una
sintesi fra parole e sapori. I grandi classici della
letteratura da Omero a Shakespeare hanno scritto opere
intrise di momenti conviviali, di ricette, di cibo per
vedere il cibo anche con la vita. Edoardo Siravo
(ascolta
intervista ) racconta attraverso la voce di vari autori della
letteratura mondiale il senso del cibo nella vita e
nell’arte. La star del burlesque Rose Selavy ed il
vibrafonista jazz Alberto Asero accompagnano il
mattatore Trimalchione. Gli artisti cavalcano con
arguzia e ironia, divertimento ed evocazione le cucine
letterarie dei più intriganti autori che si sono
occupati di cibo nelle loro opere.Da Achille Campanile
che in "Le seppie con i piselli" tra il divertente e
lirico ci ragguaglia dell’alchimia del mare e della
terra e descrive quest’accoppiamento come, “i loro
destini siano legati ”. In “La cura dell’uva” Campanile
discute la scoperta e benefici dei fichi col prosciutto
o il melone col prosciutto in modo comico. Ad esempio,
quando parla di benefici per la salute di mangiare
quest’accoppiamento, dice: “Volete paragonare
un’iniezione di antidolorifico a un piatto di melone e
prosciutto?” La cavalcata letterario culinaria continua
con le pagine ben note di Tomasi di Lampedusa ne "Il
Gattopardo" e la ricetta timballo di maccheroni la sera
in cui nella grande sala del ballo entrò Angelica con la
sua bellezza italiana, con la sua fisicità prorompente
poco raffinata ma assai conturbante. Il nipote del
principe, Tancredi, si innamora di lei; il principe la
osserva rapito dalla sua spontaneità e dalla sua
bellezza. La serata, inizia con le candele che
illuminano la tavola sontuosa, entra il timballo di
maccheroni che l'autore così magistralmente descrive:
"L'oro brunito dell'involucro, la fraganza di
zucchero e di cannella che ne emanava, non era che il
preludio della sensazione di delizia che si sprigionava
dall'interno quando il coltello squarciava la crosta: ne
erompeva dapprima un fumo carico di aromi e si
scorgevano poi i fegatini di pollo, le ovette dure, le
sfilettature di prosciutto, di pollo e di tartufi nella
massa untuosa, caldissima dei maccheroni corti, cui
l'estratto di carne conferiva un prezioso color
camoscio." Non manca la lirica di Gozzano che nella
poesia “Le golose”, ha le idee chiare quando descrive le
donne. È il nostro vero poeta-amante, quello da cui
imparare con che sguardo guardare le donne e
avvicinarsi. Con le sue amanti è sempre di enorme
complicità, non le usa, le ammira, le rimpiange, è un
modello di seduzione e di contemplazione legato anche al
cibo e alla “gola”. Questa, che è forse la sua poesia
più paradossale sulle donne, dà al giovane in cerca di
modelli un buon modo di intendere la bellezza. le
incursioni in Poesia con il Trilussa de " La
statistica" , e quelle nella musica con le ricette di
Gioacchino Rossini dilettano sempre l’uditorio attento.
Per informazioni:MusT - MUSCO TEATRO Via Umberto 312, Catania -
Tel. 0952289426.
CATANIA
– Teatro Musco: Cari E… stinti, spettacolo di fine anno.Il
cavallo di battaglia di Mimmo Mignemi, Angelo Tosto e
Riccardo M. Tarci in scena dal 29 dicembre per
la stagione del Must Musco Teatro“Cari e stinti”, è un evergreen di successo e festeggia
il 21° anno dalla prima rappresentazione, al Gatto Blu
nel 1997. L’anniversario approda con lo spettacolo al MusT Musco Teatro, dove è in scena dal 29 dicembre
in abbonamento, e fuori abbonamento per la serata
speciale di Capodanno del 31, con annesso cenone in
piena regola.Lo
spettacolo è diretto, interpretato,
“stenografato” e “vestito” dalla collaudata coppia
Angelo Tosto & Mimmo Mignemi, che insieme a Riccardo
Trovato hanno altresì scritto il testo. Cari e stinti
era stato pensato in origine come semplice
divertimento e come festeggiamento dei primi
vent'anni di attività professionale nel campo del teatro
dei due protagonisti
amici e compagni di scuola di recitazione. Lo spettacolo
si è rivelato fin dal debutto un sonoro successo anche
nei palcoscenici nazionali (Duse Genova e Bologna;
Ciak di Milano, Lugano).Il
successo ininterrottamente, da quattro lustri, premia
quello che è stato definito lo spettacolo più divertente
dei due attori comici catanesi in scena MusT Musco
Teatro insieme a Riccardo Maria Tarci (nome
d’arte dello stesso Trovato).La
trama dello spettacolo non si può svelare del tutto o
farne cenno senza rischiare di evidenziare i
colpi di scena. Tutta la vicenda si svolge nell'aldilà
dove i due malcapitati protagonisti si trovano
proiettati per errore e dove dovranno rimanere, fino a
quando non verrà posto rimedio. I protagonisti, durante
la loro permanenza nel “mondo dei più”, avranno a che
fare con apparizioni, sparizioni, voci, lettere, pacchi,
fughe e tante altre cose ancora, tutte ad uso e consumo
dell'ilarità del pubblico. La commedia è leggera, quasi
eterea, come un gioco di teatro antico, sia pur nella
sua modernità ed originalità, che ha messo d'accordo tra
loro sia il pubblico più genuino con gli spettatori più
esigenti che la critica più preparata. Lo spettacolo
raccoglie quasi due ore di divertimento, interrotte
solamente da rari pezzi di bravura teatrale, con tre
eccellenti professionisti, reduci da esperienze di
teatro a livello nazionale, ma sempre pronti a scatenare
la fanciullezza del loro animo, per giocare al gioco più
antico del mondo. Magda Poli sul “Corriere della sera” scritto:
“In Cari e stinti trama e ordito sono da ‘vieni avanti
cretino’, da spassoso qui pro quo, da gioco
di parole e da tormentoni iterati come da tradizione
fino all'esasperazione, che, con il dialetto siciliano
utilizzato con perizia come un grimaldello comico,
fanno di questa commedia un intrattenimento gustoso, un
esempio di teatro schiettamente popolare”.La
programmazione del MusT dunque continua a
guardare al valore della proposta culturale, cercando
anche di intercettare tendenze, esigenze e novità,
proponendo talenti di un territorio sempre più
propositivo e attivo culturalmente.
CATANIA - Applausi per James Gray e Shu-May Weng a Musica Antiqua
Festival: SìBarÓ Orchestra barocca siciliana.L’appuntamento di novembre del Catania Musica Antiqua
Festival è stato sabato 24 alleore 20.30
nella Chiesa Valdese di via Naumacia 18, nei pressi del Castello Ursino.
Alla
riuscita della serata ha certamente contribuito anche il
contesto architettonico: ottima l’acustica ed eccellente
l’Aula, un ambiente raccolto con 200 posti a sedere, in
buona parte occupati da chi ama l’universo pressoché
sconfinato della musica barocca inglese, meglio se
eseguito con strumenti musicali d’epoca o con copie che
riproducono perfettamente la prassi esecutiva. Il
programma prevedeva autori prevalentemente inglesi
con la Suite Abdelazer di Henry Purcell, la Sinfonia
n.
1 di
William Boyce
(nella foto),
Dry those Eyes di John Weldon, l’ouverture
dall’opera Rodrigo di Georg Friedrich Händel e l’Aria
tratta dalla Suite n. 3 in Re maggiore di Johann
Sebastian Bach.L’Orchestra da camera SìBarÓ ospita come maestro
concertatore il clavicembalista James Gray musicista
formato alla Royal Academy of Music di Londra e
all'Accademia delle Belle Arti a Praga. Gray ha inoltre
studiato ed effettuato ricerche al Centro Studi
Rinascimento Musicale di Firenze, città dove ha
ricoperto il ruolo di organista e maestro di cappella
presso la Basilica di Santo Spirito, la Chiesa di Santa
Felicita e alla Congregazione dell’Oratorio dei
Filippini nella Chiesa di San Firenze. La mezzosoprano
Shu-May Weng è protagonista in parte del programma.
L’ascolto ha permesso un
viaggio sonoro alla ricerca dell’English Musical
Heritage, cioè di quella cultura musicale che è
patrimonio impareggiabile e caratteristico di Londra e
dell’Inghilterra. Bravi la cantante e il maestro
concertatore. SìBarÓ
Orchestra è ricerca timbrica ed interrogativi
sull’estetica e la prassi in uso tra Seicento e
Settecento, che ha spinto gli interpreti di questo
ensemble ad una più attenta lettura del repertorio
musicale appartenente alla tradizione colta. SìBarÓ è
nato dall’incontro di musicisti formati nei più
accreditati centri di musica antica d’Europa, propone su
strumenti originali, o copie fedeli dell’epoca, un
repertorio cha va dal tardo barocco allo stile galante.
Lo spirito del barocco era un insieme di dinamismo ed
avventura, opulenza e monumentalità, ed abbraccia un
periodo che attraversa più di un secolo e mezzo di
storia. SìBarÓ è più attento al periodo tardo e si
sviluppa intorno a partiture che vedono spesso i fiati
protagonisti ed in alcuni casi l’uso di strumenti, quali
lo chalumeau, che in tempi recenti ha riconquistato
l’attenzione degli esecutori dopo quasi due secoli di
oblio.
Lampedusa –
Orrore migrazione da coste Africa a Sicilia: docufilm di Lo Piero, “La
libertà non può morire in mare”. Catanese, fondatore della Scuola di
cinema a Catania, Alfredo Lo Piero, dopo diverse esperienze
cinematografiche si è cimentato nel lungometraggio che è un vero e
proprio film di denuncia. Il docufilm non è finzione, ma solo realtà
esaltata dal direttore della fotografia Giuseppe Bennica, e dal
promettente assistente operatore, Giovanni Romolo Flaccomio. Le
immagini sono poi affidate al montatore Claudio Cutrì, premio David di
Donatello, il quale ha già lavorato al pluripremiato “La mia Africa”. I
costumi sono stati curati dallo stilista Alfonso Zappulla, mentre per le
location e gli allestimenti, l’equipe si è avvalsa dello scenografo
Mirko Miceli.Alfredo Lo Piero è tornato da due settimane di
ripresa a Lampedusa ed è molto provato. L’autore, regista e produttore
di “La libertà non può morire in mare”, il docufilm a tinte
forti sull’orrore della migrazione dalle coste africane a quelle
siciliane
Lo Piero
afferma : “Ho capito che ogni centimetro che riescono a occupare sul
barcone è un centimetro di libertà, pagato non solo con denaro, tanto
denaro, ma soprattutto con sacrifici, umiliazioni, sofferenza, violenze,
paura. Sanno che rischiano la vita, molti non hanno mai visto il mare,
pochissimi sanno nuotare, ma preferiscono avere una speranza piuttosto
che convivere col terrore di saltare in area su una mina o straziati da
un machete. Quello che vediamo in televisione non è nulla rispetto alla
realtà atroce con la quale ci si confronta a Lampedusa in ogni istante:
è un’isola circondata da un mare di morte. Conosco chi non riesce più a
fare il bagno perché emotivamente ferito, altri che finito il loro turno
tolgono la divisa e tornano al largo da volontari per cercare di salvare
altre vite umane e vivono anche la scelta spesso inevitabile di dover
decidere tra tante braccia protese chi salvare subito col rischio di
condannare a morte qualcun’altro.Ho sentito storie che mi hanno
profondamente segnato: le sofferenze dei migranti sono indescrivibili,
spesso il loro viaggio dura mesi perché prima di attraversare il deserto
d’acqua devono superare quello di sabbia in condizioni di invivibilità.
E poi arrivati nei centri da dove partono barche e gommoni alcuni,
quelli delle etnie più povere, vengono torturati e uccisi per dare un
segnale a coloro che, invece, possono spendere di più per avere un posto
all’aperto, non nella stiva dove possono morire schiacciati o soffocati,
come spesso è avvenuto”. Lo Piero spiega ancora : “Siamo stati
adottati anche noi della troupe sia in mare, dal comandante della
Guardia costiera, Paolo Monaco, e dal tenente Fabio Bia della Guardia di
Finanza e a terra dal volontariato che ha in Sabina Di Malta una risorsa
inarrestabile. E grazie ai Carabinieri, al medico Pietro Bartolo, a
tutti coloro che quotidianamente dimostrano che Lampedusa è terra di
accoglienza e di generosità infinita. Un grazie di cuore alla
giornalista Gabriella Virgillito, segretaria di produzione, e
all’avvocata Antonietta Petrosino, responsabile Amnesty International di
Catania. Dopo la fase di riprese a Lampedusa, la troupe riaccenderà le
cineprese traPalermo e Catania e in centro di accoglienza dove
saranno realizzate delle interviste inedite, nel massimo rispetto della
privacy e della dignità personale dei migranti, molti dei quali
sopravissuti alle stragi in mare. Oltre 650.000 migranti sono approdati
a Lampedusa, circa 20.000 sono morti in vent’anni, tra questi 600
bambini da gennaio a ottobre di quest’anno. Gli interessi milionari di
lobby internazionali alimentano questo moderno mercato degli schiavi che
lascia una scia di sangue sempre più visibile. Gli scafisti, spesso
individuati e arrestati, pagano per tutti, ma sono solo i terminali e la
bassa manovalanza di organizzazioni efficientissime e con proventi ultra
milionari. Presto inizieremo la post produzione; la colonna sonora sarà
affidata agli affermatissimi autori e compositori Paolo Vivaldi e Matteo
Musumeci La voce narrante sarà quella splendida di Leo Gullotta. Il
docufilm sarà pronto nei primi mesi del 2017, in tempo per poter
partecipare ad alcuni concorsi internazionali e nazionali con un
obiettivo: non vincere, ma scuotere le coscienze e far vedere, senza
romanzare e filtrare nulla, cos’è realmente il dramma della migrazione”.
CATANIA
-Chiara
Taigi prima Norma a Teatro Greco Siracusa.
L’artista: “La Sicilia è una grande isola non permettiamo che diventi
una zattera”.Chiara Taigi è una star, anzi un’antistar. Bella, bionda, celebrata in
tutto mondo, il soprano romano potrebbe darsi le “arie”, invece è una
pasionaria dell’arte, vissuta come missione, come patrimonio da
condividere con tutti, affinché diventi veicolo di crescita spirituale e
culturale. È lei la protagonista di “Norma” che il 4 luglio inaugura al
Teatro Greco di Siracusa la seconda edizione del Festival Euro
Mediterraneo. Per la prima volta il capolavoro belliniano approda nella
millenaria cavea aretusea, in un nuovo allestimento firmato da Enrico
Castiglione, regista e scenografo di fama internazionale, che ha scelto
Chiara Taigi, stella della lirica dal carnet fitto di date, che non per
questo diserta la Sicilia, come tanti artisti famosi hanno fatto in
questi tempi di crisi, ma si sente anzi isolana d’adozione, e torna ogni
volta più attratta dal richiamo di una terra magica. La incontriamo in
aeroporto dove sta per imbarcarsi per atterrare a Catania e poi
approdare nella città di Archimede.Cosa la lega tanto a quella che Goethe chiamava “la terra
dei limoni in fiore”?
“La zagara, il cielo, il mare, l’Etna, le vestigia classiche e barocche,
tutto. E sul piano personale mi sento molto ricambiata. Dalla Medea di
Cherubini alla Nedda dei Pagliacci, da Mimì in “Bohème” ad Abigaille in
“Nabucco”, ruoli da me interpretati al Teatro Antico di Taormina sotto
la direzione artistica e registica di un grande artista come Enrico
Castiglione, ho stretto con il pubblico siciliano un legame fortissimo.
Lo amo e sento che mi ama, visceralmente. Per questo se questa
meravigliosa terra chiama, io corro: non solo per grandi eventi
musicali, ma ogni volta che sento di doverci essere per solidarietà o
per una buona causa. Come per il recente “Stabat Mater” di Pergolesi a
Messina. Certo è tutto più semplice quando canto a Bregenz o Savonlinna.
Ma vincere la battaglia dell’arte e della cultura ha in Sicilia tutto un
altro significato. Se mancassi mi sentirei di venire meno ad un
imperativo interiore, morale: la Sicilia ha una grande storia di cultura
e d’arte, non si merita di stare sotto i riflettori solo per la mafia e
i profughi che sbarcano a Lampedusa. Davanti a tali calamità bisogna
sotterrare il nostro ego e darsi da fare affinché la Sicilia rifulga in
tutto il suo splendore artistico e culturale. Altrimenti l’isola rischia
di trasformarsi in una zattera alla deriva”. Dunque lei non è
scettica e crede che le vie dell’arte siano infinte e provvidenziali
…“Certamente. Ed è proprio con questo spirito di rilancio dell’immagine
della Sicilia che mi appresto ad affrontare “Norma” nella soggiogante
cornice del Temenite, un ruolo musicalmente abbagliante e al contempo
latore di un messaggio universale, più che mai attuale: una donna, una
madre, sia pure per amore, ha tradito patria e religione, e sta per
macchiarsi di figlicidio. Ma si ferma appena in tempo e si autopunisce,
facendo giustizia immolando se stessa. E’ ciò di cui abbiamo bisogno
oggi: la capacità di guardarci dentro, fermarci in tempo e, se
necessario, espiare in prima persona”.-
Norma salva la dignità personale e quella del suo popolo. Crede che
la cultura salverà la dignità della Sicilia?“Potrebbe e dovrebbe farlo. Bisogna assolutamente puntare sulla cultura,
l’arte, lo spettacolo. Ma le condizioni in cui versa l’isola, la
gestione sconsiderata delle risorse, dicono che così non è stato fatto.
La regione dovrebbe essere meglio collegata, attendiamo il ponte da
mezzo secolo. In tutti i campi s’impone un lavoro immenso di impegno e
dedizione. Per crescere collettivamente, c’è bisogno di attirare agli
eventi importanti, ed in primis a quelli culturali, tutti i ceti
sociali. Ed io sono ben felice di mettere al servizio della causa la mia
popolarità, acquisita anche grazie alle mie apparizioni televisive, in
particolare nella trasmissione di Paolo Limiti. Mi piace essere vicino
alla gente e mi piace che mi chiamino la “Raffaella Carrà della lirica”.
So di essere garanzia di richiamo per il pubblico e ciò mi consente di
diffondere il mio credo artistico e spirituale nella musica e nei valori
che incarna. Al fianco di Enrico Castiglione, in Sicilia, ho potuto
mettere in atto questo progetto: il nostro è un patto d’onore per la
cultura di cui sono fiera”.Un patto che prosegue con “Norma”. Il pubblico di Siracusa avrà anche un
Pollione possente come la vocalità del tenore Piero Giuliacci,
un’affascinante Agalgisa in Alessandra Damato e un nobile basso
come José Antonio Garcianel ruolo di Oroveso; sul podio un direttore
d’orchestra ventenne ma già pluripremiato, Jacopo Sipari di Pascasseroli;
i costumi sono di Sonia Cammarata, straordinario talento che da anni
forma con Enrico Castiglione una coppia teatrale acclamata in tutto il
mondo. Ma torniamo alla nostra bellissima antidiva-
Non solo lei debutta nel ruolo, ma sarà la prima Norma ad affrontare
il palco del Teatro Greco. Come sarà la sua sacerdotessa?“Sul piano musicale e vocale, Bellini alterna
fiorettature melismatiche che fanno svettare la voce a melodie lente,
giocate sull’esasperazione dei fiati. Di ciò era ben consapevole la
Callas, il cui approccio al personaggio rimane, lo sappiamo, di una
profondità assoluta. E su questo primato rifletto ora che affronto per
la prima volta Norma: io allieva della Tebaldi, sempre carissima e
presente nei miei pensieri. E alla mia maestra dedico il mio debutto nel
ruolo che fu della sua rivale: lei sa da lassù che nessuna è seconda nel
cuore di chi la ama”.Chiara Taigi è visibilmente commossa, e perfino più bella. È facile
immaginare la classe con cui saprà indossare gli stupendi costumi di
Norma creati da Sonia Cammarata.- Lei è molto sexy ma anche profondamente religiosa e,
appunto, spirituale …“Le pare che le due cose siano in contraddizione? Non mi vedo
particolarmente glamour, ma in ogni caso le nostre qualità, se ne
abbiamo, sono un dono del Creatore ed abbiamo il dovere di farle
fruttare come i talenti della parabola. Lo penso sempre, non soltanto
quando canto davanti al Papa in Vaticano o mi invitano ad esibirmi per
sostenere nobili cause. Sulla scena mi piace trasformarmi di ruolo in
ruolo, ora appassionata e fragile come Mimì, ora altera e ieratica come
Norma, così solenne, inflessibile, ma umana, commovente, grandissima. La
canterò per il meraviglioso pubblico siciliano e per i tantissimi
turisti che stanno prenotando da tutto il mondo. Ho un solo messaggio
per tutti loro: Vi aspetto!”Chiara Taigi deve raggiungere il gate. Ancora un minuto.-
Ci parli ancora del suo legame con la Trinacria…“Ne sono sedotta e abbagliata. Ho fatto qui
le mie prime audizioni a diciannove anni con un grandissimo direttore
d’orchestra come Spiros Argiris. E da allora ci son tornata sempre,
catturata dal profumo della zagara e da profonde amicizie: tra i miei
ricordi più forti, l’aver cantato ai funerali del mio caro amico e
maestro Lamberto Puggelli. Mi sento parte della Sicilia, ne condivido i
problemi e ho stima per l’altissima qualità della sua gente che merita
onestà e dedizione. Lo ribadisco non permettiamo che l’isola diventi una
zattera.”
CATANIA
-
Teatro Bellini, lavoratore tenta di darsi fuoco. Si cosparge di
benzina, salvato da colleghi. La situazione attuale al teatro Massimo
Bellini della città di Catania è al limite, incandescente e non proprio
in senso figurato. Le maestranze hanno oggi deciso di spostare dal
tetto al palco del teatro la loro occupazione, per protestare contro il
mancato rinnovo dei contratti.L'amministrazione comunale questo
pomeriggio, ha fatto sapere che alcuni lavoratori già da domani
avrebbero potuto tornare in servizio, seppure per un breve periodo,
sommandosi a quelli che sono tornati pochi giorni fa in attività. La
situazione sembrerebbe risolta dunque, ma non per tutti. quattro
lavoratore continuerebbero a restare fermi. Una realtà difficile da
accettare. Gli sfortunati, non selezionati per riprendere l’attività,
sono andati su tutte le furie ed uno è uscito dal teatro, si è procurato
della benzina e se l'è gettata addosso. Il peggio non è accaduto per
fortuna perché tutti i colleghi vicini al dipendete esasperato sono
subito intervenuti per fermarlo. Il lavoratore è stato soccorso con
l’intervento dell'ambulanza intervenuta subito, anche i carabinieri si
sono portati sul posto. Antonio Santonocito, responsabile regionale
Snalv, Sindacato Autonomo Lavoratori e Vertenze aderente alla Confsal
ha affermato : “Incredibile, solo così si può definire questa vicenda.
Non si può arrivare a tanto per un diritto acquisito, perché lo dobbiamo
sempre ricordare, si tratta di un diritto acquisito”. Le
maestranze del teatro Massimo Bellini di Catania stanche e deluse
avevano da oggi, deciso di lasciare il tetto dell'immobile per occupare
il palco del teatro, cercando di mettere in forse anche lo svolgimento
della prima di questa sera. I lavoratori, dopo 38 giorni di assedio sul
tetto dell'immobile infatti, e nonostante le ripetute promesse di
impegno da diversi esponenti della politica locale e regionale, hanno
rilevato che nulla ancora è stato fatto per risolvere la loro
problematica.
CATANIA
-Attori e detenuti al Musco.
E’ tempo ….. è tempo di vento, di
ricordi. Del vento di tramontana, del vento che spezza, del vento che
ti taglia veloce il viso, del vento del rinnovamento. E’ difficile per i
reclusi del “ U Casteddu di Santa Caterina” fermare il tempo . La
scenografia come un labirinto emotivo traccia i sentieri attraverso cui
si muovono i detenuti e ciò che succede dentro le celle o fuori da esse
viene celato con discrezione da grandi pannelli attraverso cui lo
spettatore immagina… sembrano quadri di Pollock, sospesi. Ne è un
esempio la scena del detenuto ucciso e fatto trovare impiccato nella
cella . Dal pubblico ne vediamo penzolare solo i piedi, l’altro, il
resto è taciuto dal grande pannello, solo una parte la meno cruenta , la
meno efferata c’e’ dato da vedere. E dietro esso inizia la processione
dei compagni che come in una trenodia dopo avergli tolto il domestico
capestro, lo portano a spalla come un pescespada dopo la mattanza,
tanto da riportare alla mente l’inizio della bellissima canzone di D.
Modugno “Lu pisci spada”. Tra i lamenti dei compagni, la voce e
l’interpretazione eccezionale di Mario Incudine inizia una ballata,“
Pigghialu, piggghialu, comu u piscispada, mossi n’autru amicu …di iochi
e spassi. Chianciti tutti, li liuna e li ursi”. La storia tratta dal
libro di Carmerlo Sardo “Vento di tramontana” e portata sulla scena da
Federico Magnano San Lio , grazie all’adattamento di Gaetano Savatteri,
racconta di un il giovane agente di polizia carceraria, il quale ha
scelto come luogo per il servizio di leva il penitenziario dell’isola di
Favonio ,strana e logica assonanza con Favignana, una volta Castel San
Giacomo, che con Decreto Interministeriale del 4 maggio 1977, entrava a
far parte, insieme a Cuneo, Fossombrone, Asinara e Trani, di “Carceri
Speciali” . Lo stato di carcere speciale gli venne conferito grazie
all’incarico assegnato al Generale Carlo Alberto Della Chiesa per il
coordinamento e la sicurezza interna ed esterna degli istituti
penitenziari. I nove mesi da trascorrere a Favonio, quasi il tempo di un
parto, presso il carcere di massima sicurezza , non saranno facili per
il giovane poliziotto e le fughe repentine per raggiungere la sua
ragazza con l’aliscafo saranno sostituite man mano che si avvicina la
fine del servizio di leva, a soste più lunghe in quella scuola speciale
di vita la quale lo porterà a riflettere quei valori morali e civili
a cui ogni uomo è chiamato. Ed ha proprio ragione il boss-filosofo ,come
lo chiamano lì dentro ,a dire che al Castello lui ha imparato tante cose
, perchè “il Castello è come un’università…”. Il pubblico ascolta , ma
non è un monologo ,è un dialogo…Qui nel carcere le regole non sono
fragili e inconsistenti interpretazioni , e no! Le regole il rispetto
hanno un loro inequivocabile , preciso , chiaro valore. Mille erano le
domande che in modo naturale , istintivo volevamo fare agli attori ,
soprattutto ai reclusi dell'Istituto Penitenziario di Giarre che, grazie
al dr. Calogero Piscitello, Direttore Generale Detenuti,al dott. Aldo
Tiralongo, direttore della Casa Circondariale di Giarre, al dott.
Gianluca Creazzo, Magistrato di Sorveglianza di Catania, alla dott.ssa
Maria Rita Leotta e allo staff dell'Area educativa della Polizia
Penitenziaria di Giarre e dell’UEPE di Catania, hanno avuto l’occasione
di partecipare a questa esperienza teatrale, la quale investe con un
atto perentorio quella parte della società che vuole dare fiducia e la
possibilità di un riscatto morale anche a coloro che coscientemente
sanno di aver sbagliato. Ma cosa sogna un detenuto? Semplice , la sua
terra, la casa, la famiglia, il passato , indumenti femminili… C’è una
bellissima canzone di Lucio Dalla , “ La casa in riva al mare “, la
quale parla di un carcerato che dalla sua cella sogna la propria vita
libero con la donna che vede attraverso le sbarre della piccola
finestra, e che un giorno immagina anche di sposare. “Dalla sua cella
lui vedeva solo il mare, ed una casa bianca in mezzo al blu ,una donna
si affacciava.... Maria. E' il nome che le dava lui .Alla mattina lei
apriva la finestra E lui pensava quella e' casa mia. Tu sarai la mia
compagna Maria .Una speranza e una follia “ E le donne degli
ergastolani , dei condannati a “fine pena mai”, perché riescono ad
amare e ad essere fedeli ai propri uomini? E’ semplice la risposta e
allo stesso tempo ci stordisce , ci disorienta . Ce la da Angela , la
moglie del vecchio boss Carmelo Sferlazza,” Significa amore ,amore
soltanto“. Disarmante perché fuori quanti sarebbero disposti ad amare
così,quanti sarebbero disposti a resistere a quegli ” abbracci vuoti,
senza calore… “ sognati nel letto vuoto. Allora “meglio la morte , un
sarcofago , un fosso” chiude forte Angela. E l’amore nei bagni? Nelle
celle? Il boss Sferlazza risponde “ queste sono cose da dimenticare ,
sono cose per uomini da niente “. Però un’altra riflessione il boss
Sferlazza ci suggerisce “ ma in quale legge c’è scritto che non posso
avere un figlio, cosa devo fare dell’amore?” Si deve scordare , resta
solo il carcere che come una medicina , cattiva o buona ti cura e ti
ammazza allo steso tempo…Si il tempo, il valore del tempo. Lo conoscono
bene i reclusi e lo segnano con la cadenza delle lunghe catene di
sentenze , di promesse, dal rumore che queste producono trascinate per i
lunghi e bui corridoi dei ricordi , dei desideri e delle nostalgie. Si è
difficile decidere per chi è seduto in poltrona. Nessuno si sente come
Salomone . E poi ti accorgi come è difficile definire il limite tra ciò
che è giusto e ciò che è sbagliato. Il superiore del giovane militare,
ormai da tanti anni in servizio a Favonio, diverrà il suo mentore e lo
inizierà ai misteri , alle regole,alle leggi che disciplinano quel
piccolo stato. Suggerisce nei momenti di incertezza l’eroina del libro
che sta leggendo sull’isola del Castello : Antigone. Trasgredire ma non
tradire le leggi dello stato, per seguire “altra” legge quella
morale,quella individuale. L’occasione per questo strano modo di
trasgredire diciamo secondo “altra” legge gli verrà dato quando Il
vecchio boss Sferlazza , condannato all’ergastolo, come tutti del resto
i detenuti del Castello,gli chiederà di essere suo complice di un
piano,ma non delittuoso. Infatti Sferlazza , durante la detenzione ha
studiato il giovane poliziotto e ha capito che di lui può fidarsi. Gli
chiede di essere suo complice, ovvero di poter avere durante l’ora di
colloquio , la possibilità di unirsi alla moglie , Angela. Angela dopo
nove mesi partorirà il suo bambino ,grazie alla complicità del giovane
poliziotto, mentre il vecchio boss tra faide e nuove alleanze verrà
ucciso all’interno del penitenziario. La cinematografia più volte si è
occupata della dura situazione carceraria . Ricordiamo Brubaker di
Stuart Rosenberg del 1980 con Robert Redford , In nome del padre del
1974, Non voglio morire (I Want to Live!) di Robert Wise del 1958 con
Susan Hayward premio Oscar come migliore attrice protagonista nel 1959 ,
Il Castello (The Castle) di Rod Lurie del 2001 o per finire , ma ce ne
stanno tantissimi , Tutta Colpa di Giuda,commedia con musica di Davide
Ferrario del 2009. Mimmo Mignemi, David Coco, Mario Incudine Luca
Iacono, Marina La Placa Gianluca Belfiore, Erminio Caruso Davide
Intravaia, Giuseppe Manuli Guglielmo Quattrocchi, Salvatore Rapisarda
sono stati i protagonisti che hanno visto ancora una volta il Teatro
Stabile di Catania sottolineare la sua funzione sociale, quale tòpos di
rappresentazione della comunità la quale agisce attraverso il dialogo.
Il teatro come contemporanea Agorà , luogo di raduno e di raccolta di
opinioni,il teatro luogo dove decidere e prendere una e una sola
posizione . Oriana Oliveri
CATANIA–In scena Rosaspina e
potere pedagogico fiabe per riflettere sul problematiche
vita.
Sul palco
di Roots nell’ambito della rassegna “Il Teatro dei Giganti”,
diretta da Antonella Caldarella e Steve Cable, la magia
delle fiabe senza tempo e l’eterno gioco delle bambole che
fantasticamente diventano i protagonisti di “Rosaspina”, la
storia scritta e pensata dai Fratelli Grimm interpretata con
grande bravura dalla Compagnia Castello di Sancho Panza. Gli
attori Monia Alfieri, autrice anche della regia, Manuela
Boncaldo e il piccolo Mattia Boncaldo in un teatro fatto di
bambole e oggetti di uso quotidiano come candele o ombrelli
prendendo spunto dai racconti e leggende tratti dalla
tradizione popolare, dalle fiabe di Andersen, Wilde e
Afanasjev e dai romanzi di cavalleria hanno realizzato una
messa in scena dinamica e coinvolgente che ha conquistato
l’attenzione di grandi e piccini, che attraverso il gioco di
bambole realizzate a mano con fiocchi di lana cardata,
tipiche dell’artigianato legato alla pedagogia steineriana,
hanno rievocato momenti rituali, atavici e preziosi che ha
visto alternarsi sul palco una piccola perla teatrale a
misura di bambino, lontana dal rumore e dal chiasso della
televisione e dei giochi di massa a cui spesso i più piccoli
sono sottoposti. In
un carosello di luci, musica ed eleganza lo spettatore
anche quello più scettico è trasportato con giocosa
meraviglia verso mondi lontani e fantastici che aiutano,
attraverso un’azione pedagogica intelligente e mirata, ad
insegnare valori eterni ed immutabili come la vittoria del
bene sul male riflettendo sul senso della vita e
sull’importanza di comprendere che spesso dietro la novità e
la facilità delle cose si nasconde il marcio.
CATANIA
- “Rosaspina” viaggio tra
racconti, leggende e mondi fatati con bambole ed attori.
Appuntamento con la rassegna “Teatro dei Giganti” diretta da
Antonella Caldarella e Steve Cable, che sabato 14 dicembre e
domenica 15 dicembre, alle ore 18.00, sul palco di Roots, in
via Borrello 73, vedrà in scena “Rosaspina”, spettacolo
ospite prodotto da Castello Sancho Panza. Una messa in scena
dinamica che prende spunto da racconti e leggende tratti
dalla tradizione popolare, dalle fiabe dei fratelli Grimm,
Andersen, Wilde e Afanasjev e dai romanzi di cavalleria
diretto da Monia Alfieri e interpretato dagli attori Manuela
Boncaldo e Monia Alfieri. “Un teatro fatto di bambole e
attori- dichiara la regista Monia Alfieri- dove da un grande
libro salteranno fuori storie di personaggi leggendari
ricreati attraverso il gioco di bambole realizzate a mano
con fiocchi di lana cardata, tipiche dell’artigianato legato
alla pedagogia steineriana, diventate protagoniste vive,
fantasiose e rassicuranti, sempre pronte a vestire i panni
di eroi, fate e principesse”. Il teatro di fiocchi di lana,
ideato dalla compagnia il Castello di Sancho Panza, è un’
affascinante modalità per avvicinare i bambini alla poesia
di un Teatro che rievoca momenti rituali, atavici e preziosi
dove l’azione teatrale, che vede alternarsi in scena bambole
e attori, vive attraverso due momenti di ritualità
fondamentali per l’infanzia: l’ascolto della fiaba narrata
dall’adulto al bambino e il rito del più antico gioco tra i
giochi, ovvero quello di bambole. “Come in un carosello-
aggiunge la regista- lo spettatore sarà trasportato, in modo
sempre vivo e sorprendente, verso mondi lontani: i mondi
della meraviglia e della fantasia”.
MASCALUCIA
- Riso amaro del Cappello di Carta memoria di un passato da
non dimenticare.
Grande umanità, riflessione, battute divertenti e ritmo
frenetico per “Il cappello di carta” di Gianni Clementi
testo riadattato in siciliano da Rodolfo Torrisi per la
regia di Rita Re applaudito spettacolo in cartellone della
31° stagione del Teatro Stabile di Mascalucia, in scena
questo fine settimana e in replica domenica 15 dicembre.
Sul palco del Teatro San Gabriele dei Padri Passionisti tra
l’estate e l’inizio dell’inverno1943 una famiglia siciliana
di muratori, da qui il titolo il cappello di carta, emigrati
a Roma in una casa umile ma dignitosa, ricostruita dalle
scenografie di Alfio Nicolosi, narra di Carlo patriarca
della famiglia, simpatico e ruspante muratore in pensione,
interpretato da un istrionico Maurizio Panasiti, il figlio
Leone, un convincente Santo Palmeri, muratore per
discendenza e marito di Camilla, interpretata da Rita Re che
dirige sapientemente questa commedia dal sapore neorealista,
la figlia Anna, vedova in cerca di buon partito, una
convincente Anna De Luca, il nipote Candido, un giovane
promettente Flavio Palmeri, che non ha molta voglia di
lavorare in cantiere con il padre, la nipote Bianca, una
delicata Adriana Cesarotti, innamorata del romanissimo Remo,
interpretato con la consueta bravura da Andrea Zappalà, i
quali vivono le loro vicissitudini familiari in
contrapposizione alla guerra che incessantemente li richiama
alla realtà con sirene e allarmi di imminenti bombardamenti.
Lo
spettacolo viene introdotto da una presentazione del
contesto storico con una breve ma ben costruita perfomance
degli allievi del laboratorio del Teatro Stabile di
Mascalucia, mentre i cambi di scena e i momenti salienti
sono scanditi da registrazioni autentiche dell’epoca di
bollettini di guerra e radio giornali accompagnati da brani
di Ivano Fossati e Francesco De Gregori. Insieme
alle realistiche dinamiche familiari gli echi della guerra e
del bombardamento del quartiere San Lorenzo, la borsa nera,
la paura dell’occupazione tedesca, il rastrellamento del
ghetto ebraico fino alla vita che non si arrende con
un’interpretazione sincera e non ostentata regalando alla
gremita e partecipe platea giustamente generosa negli
applausi momenti di sano divertimento e toccante commozione
con le sue piccole storie tra complicità e tensioni, tra
desideri e necessità, tra speranze e illusioni, tra gelosie
e recriminazioni per uno spettacolo che vale la pena vedere
e rivedere.
CATANIA–“Il cappello di carta” in scena a Teatro Stabile di
Mascalucia. La Compagnia Teatro Stabile di Mascalucia
diretta da Rita Re e fondata dal padre Mario, sul
palco del Teatro San Gabriele dei Padri Passionisti sabato 7
dicembre, alle ore 21.00, con replica domenica 8 dicembre,
alle ore 18.00, e domenica 15 dicembre, alle 18.00, ritorna
in scena con lo spettacolo “Il cappello di carta” di Gianni
Clementi. L’adattamento è in un’atmosfera neorealista di
Rodolfo Torrisi e la regia di Rita Re, protagonista sulla
scena insieme agli attori Maurizio Panasiti, Santo Palmeri,
Anna De Luca, Adriana Cesarotti, Flavio Palmeri e Andrea
Zappalà, i quali guideranno il pubblico nel popoloso
quartiere romano di San Lorenzo, divenuto tristemente famoso
per i bombardamenti del 19 luglio 1943. La regista Rita
Re afferma : “Durante la seconda guerra mondiale le
maggiori città sono scena di cruenti conflitti a fuoco, gli
italiani cominciano a sentire il peso delle perdite
strategiche e umane, ma tra tutte le città, annerite dal
fumo, si scorge un puntino bianco, libero da sangue, senza
il rumore sordo delle bombe: Roma, che ancora a quattro anni
dall'inizio del conflitto non è mai stata bombardata ed
assistiamo come la famiglia protagonista continui a vivere
la sua quotidianità fino al compiersi degli eventi”. La
storia tra diversi momenti ironici regala numerosi spunti
di riflessione e commozione: la guerra non risparmia alcuno.
L'Europa è una grande macchia di sangue, dove l'Italia è
protagonista di una lotta che sembra non avere fine. Lo
spettacolo, con la ricostruzione scenografica di Alfio
Nicolosi con ambienti e costumi di Cettina Poma
e Graziella Villardita, è un’attenta analisi di
rapporti familiari e sociali che conduce nell’intimità di
quella casa a San Lorenzo, il giorno prima in cui il
quartiere divenne tragicamente famoso. L’abitazione di una
famiglia che nonostante la guerra continuava a vivere le sue
piccole storie tra complicità e tensioni, tra desideri e
necessità, tra speranze e illusioni, tra gelosie e
recriminazioni.
CATANIA - Teatro dei
Giganti,“I
cunti de ciancianeddi” spettacolo per marionette da
tavolo “I cunti de ciancianeddi”, che va in scena, è scritto diretto da
Antonella Caldarella.La
rassegna “Teatro dei Giganti” promossa
dall’Associazione “La Casa di Creta” diretta da Antonella
Caldarella eSteve Cable, continua con
successo sabato 30 novembre e domenica 1 dicembre, alle ore
18.00, sul palco di Roots. L’autrice Antonella
Caldarella spiega : “I cunti de ciancianeddi è uno
spettacolo di narrazione con marionette da tavolo in
dialetto siciliano, che mette in scena due fiabe di
tradizione per abituare i bambini alla nostra lingua madre e
conoscere quelle storie che con il tempo si stanno perdendo.
Il fascino delle marionette da tavolo il buio quasi magico
dove si muovono i personaggi, la musicalità innata della
nostra lingua e la curiosità di conoscere e vivere uno
spettacolo diverso rispetto a quello che di solito è
abituato il pubblico”.Le musiche originali dal vivo sono di
Steve Cable, i magici cambi di luce sono gli
incantevoli strumenti per riscoprire la figura della
Contafiabe femminile siciliana e di personaggi popolari
sconosciuti ai ragazzi e forse anche agli adulti come la
“mamma-draga”.Un atto
unico dedicato a tutte le generazioni ideato per risvegliare
ricordi assopiti di un tempo, forse, non troppo lontano
riscoprendo un modo diverso e alternativo di fare teatro.
CATANIA
–
“Gelsomina e il Principe Tuttomio” in scena : complicato
legame tra genitori e figli. Lo
spettacolo ironico, allegro ed allo stesso tempo
insegnamento importante, adatto a bambini ed adulti, per
riflettere sorridendo sull’importanza di ciò che nella vita
conta veramente. La storia di “Gelsomina ed il Principe
Tuttomio”, è interpretata sul palcoscenico di “Roots” da 2
strepitosi e convincenti Iridiana Petrone e Giuseppe
Brancato. Il testo è scritto e diretto da Antonella
Caldarella. Le musiche originali sono di Steve
Cable. La produzione è di “Nave Argo” con il contributo
della Regione Siciliana e dell’Assessorato al Turismo ed
allo Spettacolo. “Gelsomina e il Principe Tuttomio”
mette in luce la triste quotidianità del legame tra figli e
genitori. Padri e madri talvolta per compensare i vuoti
lasciati dalla loro assenza riempiono i propri piccoli di
giochi costosi ed esaudiscono qualunque tipo di desiderio
per sopperire alla loro mancanza. I bambini cercano di
superare la carenza genitoriale con fantastici viaggi in
luoghi incantati al fianco di amici di spugna, di peluche o
amici immaginari. Gelsomina con Nic il compagno di giochi
nato dalla fantasia dibimba, nella sua cameretta costruisce
storie ogni volta diverse, in attesa di ricevere un
abbraccio ed un bacio fin da troppo tempo voluto e mai
arrivato.
La regia di Antonella Caldarella crea una scena
dinamica capace di ricreare la stanza di Gelsomina o il
castello incantato sognato dalla bimba curata da Susanna
Messina.
I costumi e le illustrazioni sono di Ivana Parisi e
l’organizzazione è di Fabio Navarra.La struttura dello
spettacolo è veloce e dinamica con il preciso obiettivo di
far comprendere che solamente la condivisione, il saper
stare in compagnia ed il supporto dei veri amici può rendere
uomini e donne migliori. L’idea è porre gli adulti davanti
ad un piccolo esame di coscienza su qualità e quantità di
tempo da dedicare ai figli quando i genitori sono in
realtà, sopraffatti dagli impegni giornalieri, non lo
attuano.
L’intera messa in scena per colori, costumi,
interpretazione, scenografia ed atmosfera ricorda i
programmi intelligenti : l’insegnamento pedagogico
importante come la Melevisione per un teatro fatto a misura
di bambini che ha molto da insegnare anche agli adulti.
CATANIA
– La Casa di
Creta: “Gelsomina e il Principe Tuttomio”, appuntamento in “Teatro dei
Giganti”.
La rassegna
“Il
teatro dei giganti”
dell’Associazione “La
Casa di Creta” dedicata ai più
piccoli, diretta da Antonella
Caldarella eSteve
Cable, sabato 16 novembre e domenica 17
novembre, alle ore 18.00, nell’accogliente “Sala
Roots” di via Borrello 73 a Catania
continua con successo. “Gelsomina
e il Principe Tuttomio”, testo scritto
e diretto da Antonella Caldarella, per una produzione “Nave
Argo” è in scena con il contributo
della Regione
Siciliana e dell’Assessorato
al Turismo e allo Spettacolo. Gli attori Iridiana
Petrone e Giuseppe
Brancato sulle musiche di Steve Cable
raccontano la storia di Gelsomina, una bambina la quale ha tutto ciò che
vuole e tutto e che chiede circondata da tanti, tantissimi amici di
…peluche, spugna e plastica ma pochissimi in carne ed ossa ad eccezione di
Nic, che però esiste solo nella fervida fantasia della piccola che non le
impedirà di vivere un’avventura straordinaria. L’autrice Antonella Caldarella dichiara: “Gelsomina e il Principe Tuttomio è uno spettacolo
che con ironica leggerezza aiuta bambini e genitori a compensare, per quieto
vivere, le assenze accontentando indiscriminatamente i desideri dei
propri piccoli e riflettere sull’importanza della condivisione del proprio
tempo e sull’esigenza di saper stare in compagnia”. La frizzante
recitazione, le magiche scene di Susanna
Messina con i costumi e le
illustrazioni di Ivana
Parisi e l’organizzazione di Fabio
Navarra, contribuiscono a far divertire
i bambini spingendo i genitori a riflettere sulla qualità e sulla quantità
di tempo da dedicare ai propri figli.
CATANIA
– In scenaMarika: solitudine ed amori diversi. L’anima ed i
sogni di una donna rinchiusa in un corpo da uomo per tutti “Marika”,
il travestito, con le sue tante debolezze ed i suoi tormenti vengono
raccontati con delicatezza ed ironia dal regista Michelangelo Zanghì
e dall’attore Francesco Natoli sul palco di Roots per il
secondo applaudito spettacolo della rassegna “Underground rivers”,
dedicata agli adulti, diretta da Steve Cable edAntonella
Caldarella. “Marika”, atto unico dal forte impatto emotivo messo in
scena per la prima volta a Catania dalla Compagnia “Santina Porcino” di
Messina, è il dramma grottesco di uno strampalato travestito che passa
le sue giornate in compagnia di radio e telefono, l’unico mezzo che gli
permette di avere una comunicazione con il mondo esterno, nella speranza di
ricevere la telefonata di Franco, l’amore idealizzato che le consentirà di
dimostrare agli altri ma soprattutto a se stessa la possibilità di vivere
una vita normale con un uomo perbene. La storia dal finale assolutamente
inaspettato, arricchita ed alleggerita da canzoni cult degli anni ottanta
come “Stella Stai” di Umberto Tozzi, “Liù” degli Alunnni del Sole, “Cicale
Cicale” di Heather Parisi ed anche “È quasi magia Johnny” di “Cristina
D’Avena, si svolge in una modesta casa di un quartiere periferico della
provincia siciliana mettendo a nudo i dolori e i sogni della protagonista
che s’infrangono contro la realtà, nel desiderio spasmodico di ricevere
quella telefonata carica di emozioni per un futuro diverso che,
probabilmente, non arriverà mai. Una pagina teatrale che senza troppi
orpelli racconta la triste solitudine di Marika e di molte come lei legate
saldamente alla speranza di una tranquillità alla luce del sole accettata
dalla gente e non relegata ai margini di una società, che nonostante i
piccoli passi avanti trova difficile comprendere il diverso e il suo
complicato modo di amare.
CATANIA
– Panta Rei: nuova stagione “U’
sapiti com’è”. Il
sipario della seconda stagione della Compagnia Panta Rei diretta dall’attore
Valerio Caponetto si alza domenica 27 ottobre, alle ore 18.30, sul palco del
Teatro Grotta Smeralda con “U’ sapiti com’è” diretto da Franco Colaiemma.
“Ho scelto come spettacolo apripista di questa nuova stagione il testo della
drammaturga palermitana Francesca Sabato Agnetta- dichiara il direttore
artistico e fondatore della compagnia- testo portato al successo da Angelo
Musco e cavallo di battaglia delle più svariate compagnie teatrali fino
all’indimenticata interpretazione di Gilberto Idonea, perché per migliorare
e rinvigorire la complicata situazione teatrale che stiamo vivendo si deve
creare il giusto equilibrio tra classici e contemporaneo per educare il
pubblico ad una nuova drammaturgia senza dimenticare da dove proveniamo”.
“U’ sapiti com’è” è un testo che diverte ma spinge il pubblico alla
riflessione parlando di disabilità ed insegna attraverso la “semplicità” di
Cola “u’ babbo”, interpretato dallo stesso Caponetto, una grande lezione di
umanità sottolineando come i pregiudizi e, soprattutto, l’ignoranza possano
far male a chi ha una sensibilità maggiore e un cuore buono. “La regia e
l’intera messa in scena- aggiunge Franco Colaiemma- saranno fedeli al testo,
che come sappiamo riesce ad alternare momenti comici e drammatici,
analizzando in modo dettagliato l’animo umano fino al punto di commuovere
nel pieno rispetto della tradizione”. Dodici gli attori sulla scena: Ida
Cuomo, Giuseppe Pulvirenti, Viviana Toscano, Serena Leonardi, Arianna
Castorina, Lidia Scuderi, Francesca Tropea, Giuseppe Cultraro, Raimondo
Catania, Carmelo di Benedetto, Attilio Mauro e Paolo Siani per un classico
dal sapore eterno. Teatro Grotta Smeralda 27 ottobre 2019 h 18.30 “U’ sapiti
com’è” Regia Franco Colaiemma Aiuto Regia Carmelita Murabito Ufficio
Stampa Elisa Guccione Cast Valerio Caponetto, Ida Cuomo, Giuseppe Pulvirenti,
Viviana Toscano, Serena Leonardi, Arianna Castorina, Lidia Scuderi,
Francesca Tropea, Giuseppe Cultraro, Raimondo Catania, Carmelo di Benedetto,
Attilio Mauro, Paolo Siani. Bambini: Mario Caponetto, Martina Pulvirenti,
Antonio Mauro, Francesca Caponetto, Gregory Fisichella, Alessia Santamaria,
Rosita Coco, Rebecca Arcidiacono Fotografo di scena Dino Stornello.
CATANIA- “L’uomo invisibile” primo appuntamento rassegna
“Underground rivers” di “La Casa di Creta. La Compagnia “Teatro
Argentum Potabile”, diretta da Antonella Caldarella e Steve
Cable, inaugura la rassegna teatrale dedicata agli adulti
“Underground rivers” con la pièce “L’uomo invisibile- Una festa
sacra”, testo inedito è scritto e diretto daSteve Cable
nato in Inghilterra ma cittadino catanese dal 1994. Il debutto in prima
nazionale è nella nostra città a Catania nei nuovi locali di “Spazio
Fluido”, in via Francesco Laurana 16. Il programma prevede spettacoli
sabato 12 ottobre, ore 18.00 con replica alle ore 21.00, domenica 13 ottobre
ore 18.00 e 21.00, sabato 19 ottobre, ore 18.00 e 21.00, domenica 20 ottobre
ore 18.00 e 21.00, e mercoledì 23 ottobre ore 20.15, (incontro finale). Il
cast è composto da 11 attori : Clara Baudo, Giulio Belvedere, Andrea Cable,
Nicoletta Cancelliere, Marta Chiarello, Alessandra Cosentino,
Carlotta La Mela, Carlotta Minissale,
Giuditta Nicosia, Simona Nicotra, Maria Riela. Le
musiche originali di Andrea Cable, danno vita ad un “Teatro Itinerante”
prendendo spunto dalle rappresentazioni medievali intese come rito
collettivo nella forma delle Sacre Rappresentazioni diventando
un’espressione di bisogno nella collettività. Steve Cable dichiara:
“L’uomo invisibile è un viaggio sia fisico che emotivo per un gruppo di
massimo 25 partecipanti e non spettatori, i quali tra i diversi ambienti che
forniscono un cambio di prospettiva differente come se fossero pellegrini o
partecipanti ad una “Festa” con una serie di quadri e rimandi dove, in
questo caso specifico, ci si rifà al dramma sacro in una versione moderna e
laica in cui ci si muoverà in un grande spazio scenico condiviso. Sarà un
viaggio onirico dove due gruppi di persone s’incontrano e nell’incontrarsi
qualcosa di magico possibilmente accadrà, perché “L’uomo Invisibile”
permette una pluralità di possibili letture e interpretazioni dove alla fine
di ogni replica i partecipanti saranno invitati a scrivere in maniera
anonima le loro riflessioni su un foglio di carta, in modo che dopo le otto
repliche previste con l’incontro finale del 23 ottobre attori e spettatori
saranno invitati un’ultima volta per discutere, leggere, scoprire i vari
fogli di carta disseminati come testimonianza di una visione personale del
viaggio a cui hanno partecipato e allo stesso tempo rappresentato in quel
luogo di incontro-confronto ed anche festa che è il teatro”.
CATANIA
- “Giardino delle fate” compie 10 anni : posto
felice a misura di bimbo. La scuola dell’infanzia è
nata dall’omonimo libro di Mariagrazia Scirè la quale ha
un progetto definito : “L’infanzia, le prime scoperte ad
occhi aperti ed i primi desideri che prendono forma
cercando di sviluppare le proprie capacità e migliorare
la propria autostima attraverso il dialogo ed il
confronto con gli altri compagnetti, per instaurare un
mondo a misura di bambino”. La fata “capa”, come la
chiamano i suoi bambini, direttore didattico e mamma di
questo posto felice in occasione dei dieci anni di
attività ha regalato ai giovani allievi ed alle loro
famiglie una festa speciale con i Pupi dei Fratelli
Napoli, le toccanti letture di “Il giardino delle fate”,
Minde edizioni, recitate da Lucia Sardo e
l’inaugurazione della libreria dell’asilo per avvicinare
i piccoli al mondo dei libri con letture con immagini
accattivanti. Il tutto è capace di suscitare interesse e
stimolare la naturale curiosità dei bimbi, ed oltre un
centinaio di persone hanno sorriso emozionandosi con
giochi ed attività drammaturgiche di grande pregio in un
luogo dove è concesso esplorare e la didattica è fondata
sull’esperienza per accrescere il pensiero creativo.
Mariagrazia Scirè è affiancata da Ermelinda Gulisano coaching motivatore con la quale ha realizzato il progetto
sul tema “L’importanza delle
parole”. Scirè afferma: “Sono convinta che la
vita la guidiamo noi e credo che solo con passione ed
amore il lavoro dell’educatrice d’infanzia può essere
inteso come la base per costruire il cammino futuro
dell’uomo che verrà nel bambino di oggi. Gli educatori
diventano guide per far emergere capacità ed
accompagnare i bambini al riconoscimento della propria
autostima attraverso il dialogo”. Maria Grazia
Scirè ha fatto propria la massima di Maria
Montessori : “Nulla è nella mente, che prima
non sia stato nelle mani”, decidendo all’età di
36 anni, di dedicare le sue energie ed il suo tempo al
mondo dei più piccoli. Scirè ha realizzato un libro
autobiografico, ha raccontato come uno sfogo le
difficoltà affrontate tra lutti importanti e malattie da
superare e superate con il solo obiettivo di diffondere
sentimenti di uguaglianza, rispetto e condivisione per
poter accudire, crescere e coccolare tutti i bambini
senza distinzioni.
MASCALUCIACT – Rita Re firma
nuova stagione allo Teatro Stabile di
Mascalucia.
Tutto è pronto per la 31°
stagione teatrale del Teatro Stabile di Mascalucia
fondata dal compianto Mario
Re e diretta dalla figlia Rita,
una vera festa del teatro presentata alla stampa ed agli amanti del teatro
venerdì 20
settembre, alle ore 19.00, all’ auditorium San Nicolò di Mascalucia. Rita Re direttore artistico della compagnia
premiata per ben 2 anni consecutivi al premio nazionale Maschera
d’oro e Faber Teatro di Vicenza
dichiara : “Un ricco e variegato cartellone che tra testi contemporanei,
classici e riadattati- si pone l’obiettivo di soddisfare le esigenze di un
pubblico diverso ed eterogeno che non vuole rinunciare alla tradizione ma
guarda agli autori contemporanei con intelligenza e lungimiranza. La
stagione 2019/20prosegue il cammino tracciato durante questi lunghi e
proficui trent’anni con la capacità di rinnovarsi senza tradire la nostra
storia e il nostro passato”. Gli spettacoli in programma sono 8: 4
prodotti dal Teatro Stabile di Mascalucia: “Novecento”
di Alessandro Baricco che inaugura la stagione; “Il
cappello di carta” di Gianni Clementi;
“L’arte
di Giufà” di Nino Martoglio; “Sogno
di una notte di mezz’estate” di William
Shakespeare”. Spettacoli ospiti: “Natale
in Famiglia” di Rosario Madaudo per una
produzione Teatro Stabile di Acireale; “Il
malato immaginario” di Molière messo in
scena da la Compagnia Le tre fontane di Presa; “Storia
di una Capinera” di Giovanni Verga
della Compagnia Buio in Sala; “La
signora mezza lira” di Carlo Mangiù per
la Compagnia Amici del teatro di Nicolosi. 3 spettacoli sono fuori abbonamento: “Come
Orlando acquistò le armi” della
Marionettistica dei Fratelli Napoli; “Cyrano
de Bergerac” di Edmond Rostand del
Teatro Stabile di Mascalucia riproposto a grande richiesta dopo il successo
del precedente debutto; “Il
coro di Babele” di Claudio Zappalà. I
dettagli dell’intera stagione sono spiegati durante la conferenza stampa,
coordinata dalla giornalista Elisa
Guccione, ed animata da Rita
Re, Fiorenzo
Napoli portavoce della Marionettistica
dei Fratelli Napoli ospiti con uno spettacolo fuori abbonamento, e Alfio
Patti, giornalista e scrittore.
L’esibizione del M°
Giuseppe Palmeri arricchisce l’incontro
culturale il quale impreziosirà la serata con l’esposizione di alcuni
costumi di scena e con le note di alcuni brani inedti creati appositamente
per lo spettacolo di “Novecento”.
CATANIA–Napoli è 'na parolaal MUST con Marco SIMEOLI. Lo spettacolo è in scena al Must Musco
Teatro, in appuntamento doppio il 13 aprile alle ore 21,00 e domenica 14
alle ore 17.30, con Marco Simeoli
(ascolta
intervista) e testi realizzati in collaborazione
assieme a Claudio Pallottini e produzione Agricantus di Palermo. Marco
Simeoli compie in scena un percorso fatto di parole per divertire,
commuovere e fare riflettere: il lungo cammino è fatto di parole e stati
d’animo e dall’800 ad oggi hanno raccontato in versi, prosa e canzoni, le
mille facce di una delle città
più contraddittorie:
Napoli. La città partenopea è considerata più assurda ed allo
stesso tempo, la più umana e più “italiana” al mondo. Miguel De Cervantes disse che
Napoli fosse “la città
più diabolica d’Europa,
la più viziosa”. Lo spettacolo trascinalo spettatore in diverse
atmosfere facendolo passare da aree di nostalgia e di romanticismo ad altre
più divertenti, buffe ed addirittura tremende. Il tutto è condito con un
gioco di verità-finzione di cui solo il teatro è capace. Napoli…è ‘na parola
è il tentativo di affrontare un viaggio che, senza soste, possa restituire
alla Napoli migliore la sua creatività,
quel suo sano e puro divertimento, dettato dalla genialità
dei suoi scrittori e poeti. L’area partenopea è sempre stata
culla di alcuni tra i più grandi drammaturghi del Novecento: Eduardo De
Filippo, Raffaele Viviani ed insigni poeti: Salvatore Di Giacomo e
Ferdinando Russo, di Pisano-Cioffi e le loro esilaranti macchiette, di Totò
per arrivare ad Annibale Ruccello, Manlio Santanelli, Erri De Luca e Ruggero
Cappuccio. Giuseppe Patroni Griffi, in un suo mirabile lavoro, parlando
della forza e della pericolosità
propria delle parole,
chiede perdono per tutte quelle che sono state usate in maniera non
appropriata. La pericolosità
dell’uso della parola,
fuori dal divertimento o dal romanticismo, soprattutto, oggi che molti di
quei poeti, autori e scrittori non ci sono più, può essere motivo di reale
preoccupazione. Il prossimo appuntamento al Must Musco Teatro è col doppio
spettacolo il 18 e 19 maggio con “Aggregazioni” scritto e diretto da Claudio
“Greg” Gregori. Mimmo Mignemi e Valeria Contadino sul palco con “Amleto in
trattoria” concluderanno gli spettacoli. Per informazioni sulla campagna
abbonamenti: MusT - MUSCO TEATRO Via Umberto 312, Catania - Tel. 0952289426.
MARCOSIMEOLIAttore, regista e autore si è diplomato al Laboratorio
di Esercitazioni Sceniche diRoma diretto
da Gigi Proietti dopo aver seguito vari seminari di recitazione tra cui
quello su L’uomo e l’attore tenuto da
Orazio Costa, lo Stage internazionale di Commedia dell’Arte” tenuto da
Antonio Fava, su L’attore che canta il musical tenuto da Penny Fuller ed
ancora con Ennio Coltorti, Alvaro Piccardi, Elisabetta Pozzi, Yves Lebreton
e i fratelli Colombaioni. L’artista ha seguito corsi di doppiaggio presso
la Fonoroma, di musica con Germano Mazzocchetti e canto con Donatella
Pandimiglio. Simeoli è cofondatore del gruppo “I Picari” col quale ha
realizzato una ventina di spettacoli, un sit-com e ha ricevuto nel 2006 il
Premio Petrolini, ha lavorato in teatro, in cinema ed in televisione con
Gigi Proietti, Ennio Coltorti, Bruno Corbucci, Vittorio Marsiglia, Luigi
Squarzina, Marina Malfatti, Regina Bianchi, Carlo Lizzani, Valter Lupo,
Sergio Japino, Gianfranco D’Angelo, Francesco Tavassi, Rosario Galli,
Compagnia “Attori e Tecnici”, Johnny Dorelli, Giancarlo Sammartano,
Riccardo Cavallo, Renato Greco, Tommaso Paolucci, Gino Landi, Armando
Trovajoli, Giorgio Albertazzi, Daniele Salvo, Pier Francesco Pingitore,
Alessandro Capone, Vittorio Sindoni, Luca e Paolo, Luca Manfredi, Giorgio
Capitani, Stefano Reali, Pino Quartullo, Ammendola&Pistoia, Ettore Scola,
Raffaele Verzillo, Fausto Brizzi, Carlo Vanzina. Tra le sue ultime regie
Sweeney Todd il musical, Uomini sull’orlo di una crisi di nervi 2, Il caso
Majorana show, Roma I gemelli leggendari, Canterville il musical e Gli
uomini preferiscono le tonte. Le sue ultime apparizioni televisive sono
state nelle fiction Don Matteo 8 (Rai Uno), Camera cafè (Italia 1), Butta la
luna (Rai Uno) e Distretto di polizia 8 (Can.5). Al cinema nel film EX regia
di Fausto Brizzi e Un’estate al mare di Carlo Vanzina, Notte prima degli
Esami di Fausto Brizzi, Loop di Valentina Tomada. Simeoli nel 2006 è uscito
per la Dino Audino editore un suo libro dal titolo Mettere
in scena uno spettacolo, dal 2008 è autore regista e
interprete dello spettacolo Napoli
è ‘na parolachepropone
in vari teatri e città e nel 2009 è stato “Toto” nell’ultima edizione di Aggiungi
un posto a tavola targata G&G.
CATANIA
- Teatro Zo, “Concetto al buio”: dramma di turpi pedofili che sfruttano
spettacolo e chiesa. Il Teatro Mobile di Catania firma un nuovo
imperdibile appuntamento, in scena sul palco nel Centro Zo venerdì15 marzo, ore 21.00, sabato 16 marzo, ore 21.00e domenica
17 marzo, ore 18.00. “Concetto al buio” è tratto dal romanzo di Rosario Palazzolo e ridotto per il teatro da
Micaela Miano per la
regia di Guglielmo Ferro. Gli attori Agostino Zumbo, Giovanni
Arezzo e Francesco Maria Attardi raccontano la vita di un
adolescente chiuso in una stanza buia, da sempre e forse per sempre.
Guglielmo Ferro firma la sua seconda regia in stagione per il Teatro Mobile
di Catania dopo “La Sicilia spiegata agli Eschimesi” e prima de “L’Arte
della gioia” il racconto già è stato portato in scena nel 2012, il regista
spiega : “La storia si svolge in Sicilia e con “Concetto al buio” l’unico
ponte tra la stanza dove è rinchiuso il ragazzo e il mondo esterno è un
piccolo quaderno rosso, un diario segreto che lui trova e che col tempo
impara a memoria in ogni sua parte. Ad averlo scritto è Concetto Acquaviva,
un ragazzino di tredici anni, che in questo diario come in una grande
lettera a Gesù, racconta “le due grandi tragedie” della sua vita. Come
mostri, i protagonisti del racconto si animano e riempiono di voci e
pensieri le giornate altrimenti sempre identiche, dell’adolescente recluso.
Quella che ne viene fuori è una storia di ipocrisie, di abusi e di verità
nascoste, filtrate dallo sguardo curioso ingenuo e puro del suo
protagonista: un nitido scarabocchio di un mondo in cui c’è sempre “un’altra
verità più ragionevole di quella vera”. Le musiche dello spettacolo sono
firmate dal maestro Massimiliano Pace, la scenografia è stata
realizzata da Alessia Zarcone. L’ambientazione, la location creano
la giusta atmosfera che permette, senza buonismi e carezze consolatorie, di
rappresentare una storia scomoda, che nessuno risparmia, affrontando a viso
aperto il dramma degli abusi su minori perpetrati da alcuni soggetti turpi
che sfruttano la frequentazione di chiesa e spettacolo, la narrazione non ha
paura di tirare, alla fine, anche qualche forte “pugno sullo stomaco”.
CATANIA
-
Nino Strano : ”Non rimpiango nulla”.
Il libro “Je ne regrette rien – La libertà è un hula
hoop” è presentato lunedì 18 Dicembre 2017 alle ore
19.00 nel Teatro Sangiorgi in Via Antonino di
Sangiuliano 233 a Catania alla presenza di Nello
Musumeci Presidente della Regione Siciliana Ignazio
La Russa, Vittorio Sgarbi, Pietrangelo
Buttafuoco, Fabio Granata, Gaetano
Galvagno e Gaspare Edgardo Liggeri Presidente della
Cartago Edizioni. Una lunga trama fatta di politica,
impegno sociale, quartieri e palazzi è raccontata nel
pezzo di vita nel viaggio Je ne regrette rien – La
libertà è un hula hoop”. Nino Strano autore ha
già detto:
“Tra cultura, arte, cinema, oli e non stampe, lirica,
ironia, umorismo, inseguimento del bello e del sorriso
in un mondo colmo di invidia, di foruncolose brutture e
fottutissimi onanismi materiali e intellettuali!”. Nino
Strano noto esponente politico, nato in Sicilia ha
studiato al classico ed alla facoltà giurisprudenza,
nel contempo ha operato nell’ azienda di famiglia,
ed in teatri lirici e nel cinema come aiuto regista.
Nino Strano in politica come ha svolto prima il mandato
di consigliere comunale, dopo è stato eletto deputato ed
anche designato assessore regionale al Turismo e
senatore.
L'incontro è anche l’occasione per gli Auguri del Santo
Natale e di un Felice Nuovo Anno”.
Catania–
Ambasciatori: Teatro assurdo Becket tenta comunicazione. Dio, dov’è
Dio? Lo stiamo aspettando da circa duemila anni… Lo cercava l’uomo
della pietra e della fionda quando tracciava segni apotropaici sulla
roccia sperando che qualcuno , qualcosa lo aiutasse nel rito della
caccia. Lo hanno cercato durante le guerre, nelle carestie, sul fuoco
dei roghi, nel dolore forse anche nella (poca)gioia. Ma qualcuno si
presentava e puntualmente ci annunciava che Godot si scusava ,però
domani sarebbe senz’altro venuto. Eppure ancora aspettiamo Godot.
Ricordo una bellissima canzone di Claudio Lolli intitolata “Aspettando
Godot” diceva “Vivo tutti i miei giorni aspettando Godot, dormo tutte le
notti aspettando Godot. Ho passato la vita ad aspettare Godot… Sono
invecchiato aspettando Godot, ho sepolto mio padre aspettando Godot…Questa
sera sono un vecchio di settant'anni, solo e malato in mezzo a una
strada, dopo tanta vita più pazienza non ho, non posso più aspettare
Godot… La morte mi ha preso le mani e la vita, l'oblio mi ha coperto di
luce infinita, e ho capito che non si può, coprirsi le spalle aspettando
Godot. Non ho mai agito aspettando Godot, per tutti i miei giorni
aspettando Godot, e ho incominciato a vivere forte, proprio andando
incontro alla morte, ho incominciato a vivere forte, proprio andando
incontro alla morte.” Come prevedibile , Godot non si è presentato
nemmeno ieri sul palcoscenico del Teatro Ambasciatori. Godot (ammesso
che egli esista…) non appare mai sulla scena, e nulla si sa sul suo
conto. Egli si limita a mandare un ragazzo, un messaggero , concesso che
questi realmente, come asserisce, lo conosca , il quale porterà il suo
messaggio ai due protagonisti, "oggi non verrà, ma verrà domani".
Eppure anche se Estragone (Ugo Pagliai ) e Vladimiro (Eros Pagni)
continuano ad aspettarlo , ogni spettatore , alla fine dello spettacolo
ha dato il proprio significato al suo Godot, un valore diverso da
spettatore a spettatore. Aspettando Godot è una tragicommedia dominata
dalla sensazione di incomunicabilità e sulla crisi di identità degli
esseri umani. Ancora nel 1955, data della prima rappresentazione
dell’opera, a cinquant’anni da “l’Urlo “ infinito terrificante di
Munch ( il quale si propaga sull’umanità indifferente al dolore )e al
grido acuto della madre che rivolge al cielo il figlio morto tra le
braccia in “ Guernica” di Picasso , l’uomo cerca ancora Godot. Ma chi è
Godot? Numerose sono le interpretazioni: il destino, la morte, la
fortuna e persino Dio. Lo stesso Beckett non ha mai chiarito questo
enigma , anzi si è così espresso: “Se avessi saputo chi è Godot lo avrei
scritto nel copione.”. La prima trovata scandalosa e geniale del
capolavoro beckettiano è che il protagonista è assente. La recensione
più celebre di quest'opera resta quella scritta da Vivian Mercier
all'indomani della prima londinese del 1955: "Aspettando Godot è una
commedia in cui non accade nulla, per due volte". E tuttavia la vera
domanda ritorna: cosa c'è di così assurdo in Aspettando Godot? Tutto è
estremamente e stucchevolmente plausibile: due uomini attendono un terzo
uomo(?) che non verrà mai il quale sadico continua a farsi gioco
dell’ingenuità dei due protagonisti .E diviene assurdo aspettare , è
assurda l’attesa… E’ il teatro dell’ assurdo, il teatro di Beckett , di
Ionesco, di Adamov, di Genet, di Pinter, degli altri esponenti di
questo genere. La rivoluzione teatrale attuata alla metà del secolo
scorso (anche con Pirandello) ha prodotto vicende rappresentate che per
quanto assurde , strane ed insolite erano concatenate da una loro
logica, logica discutibile , da sviluppi imprevedibili, ma pur sempre
fedeli alle proprie regole, ovvero l’incomunicabilità più assoluta. Ciò
era avvenuto in altri campi , in letteratura , nelle arti visive. Dopo
la seconda Guerra Mondiale la risposta del pubblico , si dimostra ampia
e calorosa , perché in quel teatro riviveva gli aspetti assurdi e
caotici della vita contemporanea. L’ ordine che si nasconde sotto questo
disordine è quello di porre interrogativi e non dare risposte. “La
Cantatrice Calva “ di Ionesco rafforza la consapevolezza che la maggior
parte delle conversazioni tra l’uomo e i sui simili, verte sui temi
banali e ovvi ,e che la banalità è una forma della non-comunicazione,
per parlare per non dir nulla, pur parler. L’uomo parla ma non dice
nulla , conversa ma non comunica. Si è voluto vedere in questo lavoro il
dramma dell’uomo che ha perduto la speranza in Dio : Godot infatti ha
come radice “God”, in inglese “Dio” ,o in irlandese più familiare "God".
Vladimir ed Estragon sarebbero appunto l’umanità che aspetta
passivamente Dio senza provare a cercarlo. Ancora più interessante è
l'ipotesi Godot = God + Charlot, tenendo anche conto dell'amore di
Beckett per le comiche di Charlie Chaplin e per i fratelli Marx, dai
quali ha tratto ispirazione per tratteggiare i suoi Didi e Gogo. Infatti
Vladimiro si presenta sul palcoscenico con una lunga giacca nera ed una
bombetta che parafrasano il divo del cinema muto. Sembra un omino non
sempre dalle raffinate maniere, ma ha la dignità di un gentiluomo,
vestito con una stretta giacchetta, pantaloni e scarpe più grandi della
sua misura ma senza il bastoncino di bambù . Diversamente Rue Godot
è una via di Parigi, una traversa del famoso Boulevard des Capucines ,
dove vi era lo studio fotografico di Nadar che accolse nel 1874 la
prima mostra dei pittori impressionisti, pare che fosse frequentata da
prostitute. Ma l’espressionismo, il tragico dell’opera , ha le sue
radici nel romanticismo tedesco , ovvero nel quadro di Caspar David
Friedrich, "Uomo e donna che osservano la luna" del 1824. Un giorno
Beckett confessò alla sua amica Ruby Cohn che: "sai, è stata questa la
fonte di ispirazione di “Aspettando Godot” , proprio mentre osservava
il quadro, anche se secondo il biografo J. Knowlson ,il vero quadro
che aveva ispirato Beckett sarebbe stato “Due uomini che osservano la
luna" del 1819, sempre dello stesso autore. Riccardo Perricone
ripropone il dipinto nel costrutto scenografico, con un solitario albero
piantato al centro della scena . L’albero diviene l’unico elemento che
cadenza il tempo e segna il suo divenire cronologico, a differenza
dell’immobilismo psicologico dei personaggi, cambiando tra primo e
secondo atto il suo costume di scena, con l’aggiunta di tre foglie. Un
albero che per certi versi nel suo minimalismo ricorda un albero del
primo periodo del pittore Piet Mondrian. Vladimiro ed Estragone
all’aprirsi del sipario ricordano con la confusione del loro non
intendersi parlato, con il Caos Pirandelliano, “ Io son figlio del
Caos; e non allegoricamente, ma in giusta realtà, perché son nato in una
nostra campagna, che trovasi presso ad un intricato bosco denominato,
in forma dialettale, Càvusu dagli abitanti di Girgenti, corruzione
dialettale del genuino e antico vocabolo greco Kaos". Nella cosmogonia degli
antichi greci, il caos è la personificazione dello stato primordiale di
vuoto del buio anteriore alla creazione del cosmo da cui emersero gli
dei e gli uomini . Dal Caos attraverso l’unione di Notte (l'oscurità
della notte) ed Erebo (le tenebre degli Inferi) nasceranno Emera (il
giorno) ed Etere (la luce), una sorta di allegoria tra sonno della
ragione e rinascimento della coscienza umana. Solo una volta Beckett
lasciò intravedere una spiegazione al regista Roger Blin (probabilmente
più per depistarlo che per chiarirgli le idee...) dicendogli “che Godot
derivava dal francese gergale "godillot" ("stivale") perché i piedi
hanno una grande importanza in quest'opera”. I ricordi di quella prima
mitica messa in scena sono raccontati sia da Bair sia dallo stesso Blin.
Il Theatre de Babylone di Parigi, dove avvenne la rappresentazione, era
in realtà un vecchio bazar ristrutturato come sala pubblica in cui erano
stati montati, per l’occasione , un palco e una platea di circa
duecento sedie. Tutto fu realizzato con materiale di risulta: "L'albero
era un lungo appendiabiti coperto con carta crespata [...] La base
dell'albero era nascosta da un pezzo di gommapiuma trovato per strada.
Travolgente la scena in cui i due sono incuriositi dall’ingresso in
scena di due strani personaggi. Uno, un istrionico padrone, Pozzo,
l’altro un misero servo, Lucky. Sembrano l’immagine dell’intelligenza e
della ratio umana (Lucky, Roberto Serpi) tenute al guinzaglio
dell’ignoranza e dalla tracotanza(Pozzo, Gianluca Gobbi). E’ la sorpresa
si rivela quando , il servo bastonato umiliato e relegato al ruolo di
bestia da soma ,inizia un delirante monologo erudito ricco di forbite
citazioni che rivelano e scagionano il suo ruolo di servo frustrato
dimentico della sua dignità di uomo. Solo con una zuffa ,Lucky sarà
messo a tacere. Ed ancora una volta l’ignoranza, la sopraffazione
toglieranno al matto servo, quando la sua corda pazza non suonerà più ,
la sua dignità di uomo. Il monologo inizia come un quadro surrealista,
ha la velocità di un quadro futurista , il non senso di un’opera
dadaista“…Data l'esistenza come gittò nelle opere pubbliche e di Puncher
Wattmann quaquaquaqua di un Dio personale, con la barba bianca
quaquaquaqua di fuori del tempo senza estensione che dalle alture di
afasia divino divino divino apathia athambia ci ama teneramente con
alcune eccezioni per ragioni sconosciute, ma il tempo dirà e soffre…” E’
come se per far passare il tempo si riempia il vuoto con le parole ;
è la negazione del silenzio che si sarebbe verificato se la parola non
fosse presente. Per un attimo sorridiamo e pensiamo che forse uno dei
sei personaggi di Pirandello si è perso tra le pagine di Beckett… Ma il
pensiero del drammaturgo irlandese è quello dei suoi personaggi,
quelli del Teatro dell'assurdo, nato come reazione alla seconda guerra
mondiale. Ha le sue basi nella filosofia esistenziale combinata ad
elementi drammatici di un mondo che non può essere spiegato
logicamente, esso in una parola è ASSURDO! Le trame sembrano muoversi
in un cerchio, che termina allo stesso modo in cui è iniziato. Pare che
Beckett alla domanda di quale fosse il destino degli uomini abbia
risposto “"Che ne so io sul destino dell'uomo? Potrei dirvi di più
ravanelli". Oriana Oliveri
CATANIA
-Francesca Reggiani : “Tutto quello che le donne (non) dicono”
"Comics".E’ l’appuntamento finale giovedì 31 marzo 2011, al
Teatro Ambasciatori, alle ore 21.00 con la diciassettesima edizione
della rassegnaorganizzata dall'associazione"Ecco Godot"con la collaborazione del Teatro Stabile di Catania . Grande
successo di pubblico e di critica si è registrato per la rassegna Comics,
organizzata dall'Associazione Ecco Godot, con la collaborazione
del Teatro Stabile di Catania. Entusiasmante e positivo il bilancio del
cartellone 2010-2011 che propone in chiusura l'attesa esibizione di Francesca
Reggiani nel
satirico, esilarante, umanissimo monologo “Tutto quello che le donne
(non) dicono”. Data unica: giovedì 31 marzo, alle 21, al Teatro
Ambasciatori, sala prescelta per le sue maggiori dimensioni rispetto al
quella del Musco che ha ospitato i precedenti appuntamenti di Comics,
distruibuiti invece in due serate. A conclusione della carrellata che
ha visto a Catania Gene Gnocchi, Nando Varriale, Max Pisu, Maurizio
Lastrico, l’ultima a dominare la scena e intrattenere il pubblico sarà
dunque "una donna che racconta le donne", con l’ironia e il sarcasmo
tagliente e implacabile che la contraddistingue. Inconfondibile è
infatti lo stile di Francesca Reggiani, unica attrice presente in
kermesse con uno show che non lascia scampo, con le sue battute fulminee
e brucianti, i suoi ritratti feroci e veritieri, le riflessioni acute e
scomode, con quello sguardo ironico e divertente sulla nostra disastrata
attualità che solo la sensibilità di una donna sa cogliere. Il testo,
scritto dalla stessa Reggiani insieme a Valter Lupo e Gianluca
Giugliarelli, per la regia di Valter Lupo, chiama in raccolta una serie
di riflessioni che spaziano dall’attualità più immediata - portando sul
palco personaggi come il Ministro Gelmini, lo psichiatra Vittorino
Andreoli o Sofia Loren - fino alle manie sentimentali delle donne
costantemente ossessionate dall’amore e dalla vita di coppia, con quella
capacità tutta femminile di saltare con incredibile rapidità dalle
problematiche più pratiche ai classici voli pindarici amorosi. Ed è
proprio la visione femminile, che rende questo spettacolo diverso, nel
suo genere comico. “Di solito la formula del one man show è un genere
prettamente maschile – spiega l’attrice – ho voluto confrontarmi con il
pubblico direttamente, senza intermediazioni per dimostrare che una
donna può sostenere brillantemente il palco”.Del resto l’artista,
formatasi alla scuola comica del famoso “Laboratorio” di Gigi Proietti,
e poi venuta alla ribalta del grande pubblico con programmi divenuti
cult, come “La tv delle ragazze”, “Avanzi”, “Tunnel”, è un vero animale
da palcoscenico che domina la scena con la disinvoltura e il garbo
sottile che può appartenere solo a un’attrice comica
Catania
- “La Tempesta” di Umberto
Orsini al Teatro Stabile di Catania. Un
infernale rumore di moti marini, luci che squarciano le quinte, lo
scroscio assordante della pioggia, un suono acuto ed ecco che il
sipario si apre sulla scenografia. Sembra un gigantesco quadro di Mark
Rothko. Il blu baltico polveroso delle scene è tagliato in tutta la sua
altezza, nello spazio centrale, da una caduta di velluto rosso, che
lacera come una ferita la scena. Lì lo spazio temporale del prima e del
dopo, vengono calibrati nella parafrasi del ricordo e della realtà. Al
centro vi è un letto dove ricordare il passato e fuori , ai lati del
drappo rosso, c’è la spiaggia appena accennata da scultoree zolle, dove
narrare l’immediato. E’ così che è apparsa “la Tempesta” al Teatro
Stabile di Catania. Al centro, Prospero, mago e duca di Milano,
interpretato magistralmente da Umberto Orsini,
in abiti moderni. Un cappello ed un cappotto nero, un camiciotto
bianco, un bastone da passeggio(la bacchetta del mago) e la sua voce
pastosa, tonante. Altrettanto moderne sono le vesti della figlia
Miranda , di Ariel lo spirito dell’aria(Rino Cassano) e di Calibano
schiavo selvaggio e deforme( Rolando Rovello), che evidenziano così la
scelta del costumista Alessandro Ciammarughi di adottare le vesti
moderne per coloro che aiuteranno Prospero ad attuare la sua vendetta.
Ai lati distesi a terra, annichiliti dalla tempesta, con i costumi
dell’epoca invece le vittime del duca-mago : Antonio fratello di
Prospero e usurpatore del titolo, Alonso re di Napoli, Ferdinando suo
figlio, Sebastiano fratello del re, Gonzalo onesto consigliere,
Trinculo e Stefano uno il buffone, l’altro cantiniere ubriaco. Gli
attori si muovono nello spazio scenico, intrecciando le grida del loro
cercarsi con il racconto che Prospero fa alla figlia sul letto
(informando così il pubblico delle loro traversie), mentre Ariel scende
giù dall’alto come un enorme crocifisso senza aureola, a braccia
spalancate, in giacca e pantaloni neri, come il suo padrone. Ma il vero protagonista del “ La
Tempesta” è Prospero. Per alcuni è un colonizzatore un po’ despota, il
quale con la sua arte tiene sotto giogo Ariel e Calibano ( I critici
letterari
post-colonialisti
del XX furono molto interessati a questo aspetto della commedia,
vedendo in Calibano un rappresentante dei nativi sottomessi ed oppressi
dall'imperialismo).
La tempesta è una delle poche opere di Shakespeare che non fa
riferimento alle fonti, se non quelle storiche dell’Italia. Alcune
immagini della commedia sembrano rifarsi ad un rapporto di William
Strachey su un naufragio di marinai diretti in Virginia avvenuto nel
1609 presso le isole Bermuda. Shakespeare doveva essere a conoscenza
dell’episodio ,in quanto anche se pubblicato nel 1625 ,circolava già da
prima in forma manoscritta . Questa commedia è l’unica opera di
Shakespeare in cui sono rispettate, pressappoco, le unità di tempo.
Questa si svolge come ci dice lo stesso autore, di pomeriggio dalle 2
alle 6 di sera. Questo non è che un modo per Shakespeare di costruirsi
il teatro nel teatro, il metateatro, per coinvolgere lo spettatore nei
giochi multilinguistici e polisemici degli attori. Il regista Andrea De
Rosa, che adattando l’opera, ha scelto di far parlare Stefano,
Trinculo e il giovane Ferdinando in dialetto napoletano, coinvolge lo
spettatore nell’azione scenica e attualizzandola lo proietta nella
realtà. Shakespeare enfatizza il tema del metateatro facendo iniziare
la trama della commedia alle due del pomeriggio, ora in cui si tenevano
a quel tempo le rappresentazioni teatrali. È come se si volesse far
assistere il pubblico alla vicenda in tempo reale. Ciò vale anche per la
scelta scenografica e per i costumi. Alessandro Ciammarughi
attua una sorta di rottura della quarta parete. La teoria prende
origine da Bertolt Brecht, dove il teatro epico aveva il preciso
compito di sottolineare la finzione teatrale. Furono le Avanguardie
Storiche come l’Espressionismo ad aprire la strada alla critica del
teatro convenzionale con una più globale partecipazione dello
spettatore, che diviene destinatario attivo, e non passivo, della
rappresentazione. Questo produce l'effetto di ricordare agli spettatori
che quello che stanno vedendo è finzione , e ciò ha un effetto
stridente, il cosiddetto effetto di alienazione (Verfremdungseffekt).
Il metateatro si può riscontrare nel monologo finale quando per molti
critici vi è nell’allusione di Prospero l’addio alle scene di
Shakespeare, la rinuncia dell’attore di recitare nel teatro. L’opera
contiene il compendio dei personaggi più rappresentati da Shakespeare
nelle sue opere : gli innamorati,i nobili, gli spiritelli , le ninfe,
le dee, lo stesso Prospero diviene la reincarnazione del principe
Amleto che mette in scena la sua vendetta. Il tema dell’usurpazione
del regno viene affrontato frequentemente nell’opera. Antonio ha
usurpato il fratello, Calibano accusa Prospero di avergli usurpato
l’isola, Sebastiano progetta di uccidere il fratello , il re di Napoli
Alonso e di prendere il suo posto, Stefano medita di rovesciare il
regno di Prospero e divenire re dell’isola. Il poeta e il regista, ben
riuscendoci nell’adattamento, vogliono sottolineare cosa
contraddistingue Il Buon Governo o una monarchia virtuosa, presentando
al pubblico le varie possibilità. Interessante e coinvolgente è la
figura di Calibano . Essa simboleggia il sentimento non ancora educato,
la poesia prima del linguaggio… Prospero che inizia Calibano alla parola
è lo stesso Shakespeare che trasforma in opera letteraria, ancor prima
del linguaggio, l’ispirazione di questo mostro, il mostro che come
l’artista con parole poetiche e suadenti incanta, persuade.
Intervistato Umberto Orsini, risponde che Calibano, “ è il diverso”.
Ma è anche il diverso alienato, il matto, l’indifeso che il regista fa
muovere in scena toccandosi ripetutamente le parti del corpo . Dal
punto di vista morale, il pensiero di Prospero è volto al perdono. La
tempesta è una commedia a lieto fine. Egli stesso dice ad Ariel “E
perdonare fu sempre più nobile, se pur più raro, che trarre vendetta.
Essi sono pentiti, ed io non voglio spingere il castigo più in là d’un
semplice aggrottar di ciglia.” (V, 1, 27-30). Ma il perdono può
arrivare dopo il pentimento del colpevole,un pentimento al quale egli
giunge attraverso la sofferenza. Prospero impone al fratello Antonio
una pena fisica e morale, facendogli credere che il figlio di Alonso,
Ferdinando, è morto e che la figlia Clarabella, per suo volere ha
sposato un selvaggio; ed è solamente quando è certo che il dolore ha
innestato in lui il pentimento che lo ha redento, donandogli il suo
perdono. E’ una saggezza non cristiana, ma umanista. La saggezza di
Prospero non è più cristiana di quella di Socrate dove il bene non
trionfa per volontà dell’Alto, ma per la volontà di un uomo giusto e
saggio. Lo stesso codice morale al quale si rifà Prospero è umanista, il
perfetto equilibrio tra razionale ed irrazionale, tra umanità e
bestialità. Ed è proprio pensando al senso del perdono attraverso la
complicità del metateatro che Andrea De Rosa si rivolge al pubblico,
facendo appello, alla nostra coscienza. Egli ci domanda se oggi noi
siamo disposti, a rispondere con le stesse parole di Prospero. Se come
Prospero siamo disposti a ricompensare i buoni e a perdonare i cattivi.
Per il regista De Rosa “La Tempesta somiglia a un labirinto. Come in
una casa di specchi , ogni volta che intravedi una via d’uscita , questa
si rivela essere opposta a quella che avevi immaginato. Finché capisci
che ciò che conta è ascoltare le domande che il testo ti pone e
restarci dentro(dentro il labirinto) . E’ l’unica via”. Ma gli
incantesimi sono finiti annuncia al pubblico Prospero nell’Epilogo,
proponendoci così una fondamentale fiducia nell’uomo, nelle forze
elementari (naturali) e ragionevoli che governano la sapienza umana.
Oriana Oliveri
CATANIA
-Teatro Stabile: cordoglio per scomparsa del presidente onorario
Ignazio Marcoccio. Il Teatro Stabile è in lutto ed esprime vivissimo
cordoglio per la scomparsa di Ignazio Marcoccio, per lunghi decenni
legato in modo continuativo ed indissolubile al percorso istituzionale
dell’ente, da lui seguito con vigile passione e tenacia d’azione.
Affermano Pietrangelo Buttafuoco Presidente Teatro Stabile Catania e
Giuseppe Di pasquale Direttore Teatro Stabile Catania:”Tante le
battaglie, combattute e vinte, che lo hanno visto profondere per lo
Stabile un impegno a 360 gradi, sul piano artistico, culturale,
gestionale. Una dedizione costante e incondizionata: dapprima da
sindaco, poi da vicepresidente e presidente, infine - e fino a ieri - da
presidente onorario, il primo nella gerenza dello Stabile etneo, che gli
aveva così conferito una carica affatto onorifica, continuandone a
tenere nella massima considerazione pensiero e consiglio. A quanti
hanno a cuore la sorte di tutto il teatro, non solo dello Stabile etneo,
la sua figura rimane e rimarrà quale lare protettore di una concezione
etica dell’arte, per molti versi affine agli ideali di correttezza,
lealtà, autonomia da condizionamenti, cui dovrebbe conformarsi
l’attività sportiva che gli era altrettanto cara. Ignazio Marcoccio è
stato davvero in questo un nume tutelare e combattivo, e non solo in
senso metaforico, se si pensa alla virtuosa caparbietà con cui si è
battuto per la battaglia delle battaglie: tenere lontana la politica dal
teatro”. Il commento a caldo del presidente della Regione siciliana
Raffaele Lombardo alla notizia del decesso di Ignazio Marcoccio, già
sindaco di Catania, dirigente del Coni, vice presidente del Teatro
Stabile e presidente del Calcio Catania: "Con la morte di Ignazio
Marcoccio se ne va un pezzo di storia della città di Catania. Ho
conosciuto Marcoccio negli anni settanta e di lui custodirò per sempre
il ricordo di un uomo d'altri tempi. Una persona amabile, cordiale, che
ha speso la sua vita al servizio della città di Catania, da semplice
cittadino, da amministratore lungimirante e da straordinario dirigente
sportivo che insieme a Carmelo Di Bella ha scritto alcune delle pagine
più belle della storia del Calcio Catania, promuovendo allo stesso tempo
la realizzazione di importanti impianti sportivi. Un gran signore che
lascia un vuoto difficilmente colmabile".
Premio Internazionale “Giovanni Verga” assegnato a Tahar Ben Jelloun
Catania
- La I edizione del Premio Internazionale
“Giovanni Verga”
è stata
assegnata a
Tahar Ben Jelloun
con lo scritto “Partire”. La manifestazione culturale è promossa
dalla Provincia Regionale di Catania. La giuria era composta dal
presidente Giuseppe Castiglione, Vicente Gonzalez Martin, Pasquale
Guaragnella, Enrico Iachello, Sarah Zappulla Muscarà e dal
segretario Enzo Zappulla . Temi del romanzo “Partire” edito da
Bompiani sono l’immigrazione clandestina, l’integrazione, l’umana
condizione di miseria e l’anelito al riscatto sociale. Oggetto del
romanzo, come di Tutta la produzione dello scrittore marocchino
Tahar Ben Jelloun, è caratterizzata dal forte impegno civile.
Gabriele Pedullà con “Lo spagnolo senza sforzo” edito da Einaudi è
stato premiato per la Sezione Opera. La cerimonia di consegna si è
svolta giovedì 17 dicembre, nell’Aula Magna della Facoltà
di Lettere e Filosofia di Catania a conclusione di un convegno
internazionale itinerante, intitolato “Verga Europeo”.
CATANIA
-Cordoglio per Mariella Lo Giudice.
Il mondo artistico ed Il Teatro Stabile di Catania esprimono il più vivo
cordoglio per la dolorosa e incolmabile perdita di Mariella Lo Giudice.
E’ stata una primadonna di fama internazionale e colonna portante del
teatro che l'ha vista nascere e crescere artisticamente. Mariella Lo Giudice
nasce
a Catania nel 1952. Nipote di artisti circensi, viene educata all’arte
della danza, della musica e del canto sin da bambina. All’età di 10
anni, grazie all’amicizia della madre Carolina con Fioretta Mari, viene
scritturata dal Teatro Stabile di Catania per Mariana Pineda di Garcia
Lorca con la regia di Giuseppe Di Martino: nasce da allora in lei quella
passione del teatro che continuerà a conservare pur frequentando spesso
anche programmi televisivi, radiofonici e set cinematografici. Tra gli
innumerevoli spettacoli teatrali che l’hanno vista protagonista sui
palcoscenici di tutta Italia e all’estero ricordiamo: I Vicerè (regia di
Franco Enriquez), La scuola delle mogli (Turi Ferro), Medea (Maurizio
Scaparro), L’uomo la bestia la virtù (Andrea Camilleri), Zaira
(Giancarlo Sbragia), Il segno verde (Armando Pugliese), Il maestro e
Marta (Walter Pagliaro), La lunga vita di Marianna Ucrìa (Lamberto
Puggelli), Così è se vi pare (Guglielmo Ferro). Recenti le tournée con
Tutto è bene quel che finisce bene (regia di Daniela Ardini) e Il
birraio di Preston di Camilleri (regia di Giuseppe Dipasquale).Nel 2011
ha recitato un testo originale scritto da Nino Romeo con Graziana
Maniscalco, La casa della nonna, poi in L’avventura di Ernesto al Teatro
Stabile di Catania per la regia di Giovanni Anfuso e in Il matrimonio
per la regia di Nino Mangano. In ambito televisivo, tra le altre
partecipazioni, ricordiamo quelle a Le stelle dell’Orsa Maggiore (regia
di Anton Giulio Majano), La professione della signora Warren (Giorgio
Albertazzi), Tre anni (Salvatore Nocita), La scalata (Vittorio Sindoni),
L’avvocato delle donne (Andrea e Antonio Frazzi), infine La vita di
Sophia Loren che uscirà nei prossimi mesi per la regia di Vittorio
Sindoni. L’unica esperienza di doppiaggio è stata quella in cui ha dato
la voce a Judy Dench in Diario di uno scandalo; unica rimane anche la
partecipazione ad un video musicale, quello di Carmen Consoli, Non
lontano da qui.