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  LENTINI

LA  STORIA


 

   Sulla leggenda del Biviere di Lentini

            di Santi Martorino

 

Secondo leggenda i primi abitatori dei campi leontini furono i lestrigoni, popolazioni vicine ai ciclopi, che dimoravano sull'Etna. I lestrigoni, avanzando nella civiltà, si chiamarono sicani, da Sicano, il loro eroe più illustre e coraggioso Il l mito di Cerere trae origine dall’'attitudine a coltivare il grano da parte dei sicani. Cerere sposò Sicano. Nacque Proserpina rapita nei pressi del Biviere e non sul lago di Pergusa.  Nel mito dei campi leontini trova posto anche Ercole, capo dei fenici, che, dopo aver ucciso Erice richiamato dal mito di Cerere, sacrificò un toro nei pressi della fonte del Ciane. I sicani furono invasi  dai fenici. Ad Ercole si fa originare il nome Leonzio dal leone ucciso dall'eroe fenicio. Ma, quando vi furono le terrificanti eruzioni dell'Etna che devastarono l'intera area, i sicani, impauriti, si ritirarono a occidente dell'isola. L'area venne successivamente ripopolata dai sicoli, guidati dal re Sicolo, dal quale prese nome l'intera isola. Il bacino del Biviere di Lentini era allora una depressione naturale tra la piana di Catania e le falde settentrionali dei monti iblei, a pochi  km dal mare Jonio. La leggenda narra che più tardi esso fu ingrandito dai Templari che, per una riserva d'acqua per la caccia e la pesca, sbarrarono con una muraglia il fiume Trigona-Galici, prima che le sue acque confluissero nel san Leonardo.

 

Nel Biviere ricco di numerose piante spontanee e lussureggiante flora lacustre, era l'habitat ideale per rari volatili. Testimonianze ricordano la presenza, fra le tante, di cicogne, aironi, cigni e fenicotteri. Altre risorse del Biviere erano la pesca, la caccia, la canna di palude venduta assieme al frumento marzuolo. Scrittori stranieri, quali Charles Didiere, nell'agosto del 1829, scrisse del Biviere che era la terza meraviglia della Sicilia anche se portatore di febbre e di morte. Infatti, non appena arrivava il caldo il territorio del lago diventava l'impero della morte e della malaria. E fu proprio la malaria, descritta anche dal Verga, a segnare il suo destino. La sua bonifica inizio subito dopo l'unita' d'Italia e dopo trenta anni di lavori scomparve così il lago Biviere di Lentini, il piu' vasto bacino della Sicilia. I fabbisogni idrici  per uso agricolo hanno portato, alla fine degli anni 70 alla sua ricostruzione, ora  più piccolo, ma più  profondo e per  la sua posizione geografica e' una preziosa oasi naturalistica. La vegetazione è ricca e nell'invaso si trovano numerose specie di pesci. Vi sono uccelli acquatici rarissimi e l’oasi del Biviere è l'unica località siciliana dove è stato documentato lo svernamento di  numerose varietà. Con un corretto piano di giusta valorizzazione della zona archeologica e dell'invaso si potrebbe attuare un programma ambizioso di rilancio economico-culturale dell’oasi. Qui la vegetazione ha avuto una rigogliosa ripresa, con lo sviluppo di molte piante per la sosta e la nidificazione degli uccelli. Attualmente l'oasi del Biviere  è privata e non è liberamente fruibile. Tra l’altro, è visibile una struttura che sembra un mostro rispetto alla bellezza del lago,  mentre l'amministrazione di Lentini  cova i suoi progetti ambiziosi di sviluppo, per valorizzare l'intera area naturalistica. Inoltre, nei pressi del lago esistono attività edili ed artigiane che deturpano le sue bellezze e questo fa sì che il turismo promesso non potrebbe essere collegato ai circuiti dei grandi flussi turistici. E mentre si vanno tessendo ambiziosi progetti per il lago del Biviere, la zona va degradandosi. Se questo è il piano dei servizi è sicuramente da bocciare, perché non s'ispira al genio del luogo del Biviere., quale occasione unica per uno sviluppo turistico-ricettivo.


Leontinoi LA  STORIA


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Leontinoi LA  STORIA

Leontinoi è una delle più antiche colonie greche di Sicilia, fondata nel 729 a.C. da un gruppo di Calcidesi provenienti dalla vicina Naxos. La città fu costruita per un duplice scopo: fermare l’espansione verso nord della corinzia Siracusa ma, soprattutto, avere il dominio della fertilissima piana di Catania. Il più antico insediamento calcidese occupò il colle S. Mauro. La più antica storia della città ci è quasi del tutto ignota: sappiamo che all’inizio fu soggetta ad un regime oligarchico, viene però tramandato il nome del tiranno Panaitios, che salì al potere verso la fine del VII sec. a.C. approfittando di un conflitto tra borghesi e popolo. All’inizio del V sec. a.C. fu conquistata da Ippocrate, che distrusse la prima fortificazione a “tenaglia”. In seguito, entrò nella sfera di espansione di Siracusa che la condizionò enormemente; varie volte la città fu sottomessa, abbandonata e i leontini costretti a trasferirsi a Siracusa. Nel 214 a.C. fu conquistata dai i romani e iscritta tra le città decumane. Le fortificazioni caratterizzate da un sistema a “tenaglia” sui due colli sono databili dal VI sec. a.C. in avanti; successivi rifacimenti e rafforzamenti giungono fino al III sec a.C. Merita attenzione il muro che circonda il colle S. Mauro, databile al IV sec. a.C. Le necropoli si estendono in prevalenza al nord della città. Il settore più antico fin ora rinvenuto è ubicato al di sotto della moderna Lentini.