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CATANIA -    CONSOLI DIRIGENTE X REPARTO MOBILE CATANIA. Il  Primo Dirigente dr. Giancarlo Consoli, lo scorso 15 giugno, si è insediato quale comandante del X Reparto Mobile della Polizia di Stato di Catania. il funzionario dr. Giancarlo Consoli  proviene dalla Questura di Catanzaro dove ha ricoperto l’incarico di dirigente della Divisione Polizia Amministrativa, Sociale e dell’Immigrazione. Il  dr.  Consoli è nato a Catania nel 1969, si è laureato in Giurisprudenza e Scienze delle Pubbliche Amministrazioni presso l'Università degli Studi di Catania ed è in servizio nella Polizia di Stato dal 1998 come Vice Commissario.  Il  dr. Consoli, nel corso della sua carriera, ha ricoperto l’incarico di dirigente dell’Ufficio Immigrazione e della Divisione Polizia Anticrimine presso la Questura di Caltanissetta, è stato dirigente del Commissariato di P.S. di Caltagirone e Funzionario di Gabinetto presso la Questura di Catania. Il  dr. ìConsoli ha diretto anche i Commissariati di P.S. Piazza Armerina, Pachino, Licata, Avola, Priolo Gargallo, Adrano, Librino e Nesima. I nostri auguri di buon lavoro al funzionario di Polizia.


 

PALAGONIA CT – Continua a spacciare dai domiciliari : Carabinieri bloccano pusher recidivo. Si tratta di Samuele POZZO 20enne palagonese. I militari del Nucleo Operativo della Compagnia di Palagonia, in esecuzione di un’ordinanza che ne dispone la sottoposizione agli arresti domiciliari, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Caltagirone in sostituzione di quella meno afflittiva dell’obbligo di dimora, hanno ammanettato  POZZO. Il  giovane era stato già sorpreso lo scorso 18 aprile e sanzionato per il reato di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. Il 20enne infatti utilizzando un’abitazione in via Penninello di Palagonia, ha svolto proficuamente la sua danarosa ma illecita attività di spacciatore di droga.  POZZO che era stato tradotto agli arresti domiciliari ed ancora in attesa delle determinazioni dell’Autorità Giudiziaria, non ha lasciato trasparire segnali di pentimento. Il 20enne anzi, dopo soli tre giorni, in un controllo effettuato dai carabinieri presso la sua abitazione, è stato nuovamente tratto in arresto e  denunciato per lo stesso reato. I carabinieri hanno trovato il soggetto in possesso di quasi 2 grammi di cocaina, 1 bilancino di precisione e 55 euro, ritenuti provento dello spaccio. L’esito degli accertamenti, compendiati dall’Arma palagonese all’Autorità Giudiziaria, è stato così accolto dal G.I.P. emittente che ha condiviso la necessita dell’adozione di più gravose misure cautelari nei confronti del giovane.


CATANIA Morde, picchia e maltratta donna connazionale, Mauriziano irregolare, arrestato da agenti. La Polizia di Stato, ieri sera, ha arrestato un mauriziano di 40 anni, per il reato di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali.  Una segnalazione su linea 113 è giunta da parte di un utente alle ore 22:30, per comunicare che  in via Pietro dell’Ova, si sentivano urla di una donna provenire dalla casa attigua ed oggetti in frantumo.  Una Volante prontamente è intervenuta sul luogo, ed ha  riscontrando la presenza di una donna di nazionalità mauriziana, scalza, fuori dalla porta di casa. La  malcapitata stava piangendo disperatamente con il corpo visibilmente pieno di lividi e sanguinante.  La vittima ha riferito ai poliziotti di essere stata picchiata nell’ennesima lite familiare dal proprio compagno, un connazionale. Il sogetto  aveva malmenato selvaggiamente la poveretta con calci e pugni, l’aveva minacciata con un bastone, morso le dita della mano e distrutto tutto ciò che gli capitava a tiro. L’energumeno aveva poi buttato fuori in strada la donna, barricandosi in casa col proprio figlioletto. I poliziotti  hanno fatto immediatamente irruzione nell’immobile, e trovato uno scenario terrificante: suppellettili rotti e sparsi per tutto il cortile pertinente all’abitazione, cocci di bottiglia, mobili danneggiati riversi in terra.  Gli agenti hanno   appurato che lui era solito fare uso di alcol e quella era l’ennesima reazione violenta nei confronti della povera donna. La discussione era degenerata come al solito proprio per l’assunzione dell’alcol.  La vittima fatta refertare in ospedale ha riportato una prognosi di 3 giorni.  I poliziotti  hanno accertato  che lui, fosse irregolare sul territorio,   è stato dichiarato in arresto e, su disposizioni del P.M. di turno, condotto presso il carcere di Piazza Lanza.  


CATANIA – Carabinieri, blitz notturno a S.G.Galermo, trovata droga in scantinato condominiale. I militari del Nucleo Operativo della Compagnia di Fontanarossa hanno posto ai domiciliari nella flagranza il catanese Mirko VENTALORO 30enne, poiché ritenuto responsabile di detenzione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. L’operazione è stata eseguita in piena notte dai militari dell’Arma in via Ustica, quartiere San Giovanni Galermo. I militari in quel luogo,  al termine di un servizio di osservazione, hanno censito un anomalo afflusso di giovani assuntori nall’abitazione del pusher. I tutori dell’ordine hanno fatto irruzione nell’immobile ed all’interno, previa perquisizione, hanno rinvenuto e sequestrato: circa 220 grammi di cocaina, 15 grammi di marijuana, già suddivise in dosi, nonché del materiale comunemente utilizzato dagli spacciatori per confezionare le dosi di stupefacente da porre in commercio. I  carabinieri, nel medesimo contesto operativo, hanno esteso la perquisizione allo scantinato condominiale dove, occultati all’interno di una intercapedine muraria, hanno rinvenuto e sequestrato ulteriori 400 grammi di marijuana e 8 grammi di cocaina, anche queste ripartite in dosi pronte alla vendita al dettaglio. Gli stupefacenti sequestrati, se posti in vendita, avrebbero potuto fruttare oltre 40.000 euro. Il giovane dichiarato in arresto, in attesa della direttissima, è stato relegato ai domiciliari.


GRAMMICHELE CT – Tra gli agrumi carabinieri trovano 307 piante canapa indiana protette con pistola e colpo in canna. I Carabinieri della Stazione di Grammichele hanno arrestato il catanese Antonio DINARO 50enne. I tutori dell’ordine a coronamento di una serrata attività info investigativa ed una lunga attività di avvistamento in contrada Valle delle canne, hanno scoperto la coltivazione. Il soggetto deve rispondere d’avere coltivato illecitamente  sostanze stupefacenti ed avere  detenuto e portato illegale 1arma clandestina. I militari, individuata la piantagione, hanno pazientemente atteso che lui venisse a curare il proprio “oro verde”.  La  costanza degli investigatori è stata premiata nel pomeriggio di sabato dall’arrivo del coltivatore. Il soggetto nascosto tra i filari dell’aranceto, si prodigava ad innaffiare le 307 piante di cannabis indica di altezza compresa tra i 60 e 160 cm. I Carabinieri hanno bloccato ed ammanettato il coltivatore il quale è stato sottoposto a perquisizione personale. I tutori dell’ordine hanno rinvenuto anche 1 pistola a salve abilmente modificata in una 9mm con 5 cartucce nel serbatoio ed 1 in canna. I Carabinieri hanno provveduto ad estirpare e sequestrare le piante, mentre l’arrestato, assolte le formalità  di rito, è stato tradotto nel carcere di Caltagirone.


VIZZINI CT – Pusher ai domiciliari  per droga persevera : arrestato e trasferito in carcere. I Carabinieri della Stazione di Vizzini hanno eseguito un’ordinanza di aggravamento da arresti domiciliari al carcere per il  Gregorio COSTANTINO 42enne, del luogo. Il personaggio già era gravato da precedenti per detenzione di sostanze stupefacenti. La misura è stata disposta dal G.I.P. del Tribunale di Caltagirone. che ha concordato con le risultanze prodotte dai militari. I carabinieri, appreso che lui curava i propri interessi economici perseverando ancora con il commercio di droga nonostante fosse in stato di detenzione, hanno effettuato un’accurata perquisizione della sua abitazione rinvenendo  ulteriore sostanza stupefacente. Il ritrovamento di droga è stato immediatamente comunicato all’Autorità Giudiziaria che ha emesso il provvedimento di arresto.  L’arrestato è stato quindi tradotto nel carcere di Caltagirone.


BELPASSO CTMarito da 30anni maltratta moglie, lei lo denuncia, magistrato dispone arresti domiciliari in altra sede.  La Procura Distrettuale della Repubblica, nell’ambito di indagini a carico di C.A. 59enne, indagato per i reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali, commessi in danno della moglie, 55enne, ha richiesto ed ottenuto la misura cautelare degli arresti domiciliari eseguita dai Carabinieri della Stazione di Belpasso. Le indagini, coordinate dal pool di magistrati qualificati sui reati che riguardano la violenza di genere, hanno evidenziato come la parte offesa abbia dovuto patire dal lontano 1987 ad oggi ogni  sorta di vessazione psicofisica ad opera del proprio marito ed in presenza delle 2 figlie, oggi maggiorenni, quando queste erano ancora minorenni. Lui, convivendo con la moglie, tenendo un atteggiamento aggressivo nei confronti del coniuge, ingiuriandola e minacciandola con epiteti quali:”puttana, troia, bastarda, devi morire!” picchiandola abitualmente con schiaffi e spintoni (trauma guancia e orecchio sinistro con gg.8 di prognosi), nonché in 1 episodio sbattendole ripetutamente la testa contro una porta (trauma cranico con gg.8 di prognosi), ha assunto una posizione di prevaricante supremazia che di fatto ha relegato la parte offesa ad una posizione di sottomissione fisica e psicologica. La donna era anche costretta a dormire sul divano, mentre il marito continuava a dormire nella stanza da letto. La poveretta era sottomessa fino ad affrontare le difficoltà economiche a causa del rifiuto di  lui a contribuire alle spese domestiche. La vittima, grazie anche al supporto delle figlie, ha trovato il coraggio di denunciare il coniuge ai carabinieri i quali, in perfetta osmosi investigativa con il magistrato titolare dell’indagine, hanno acquisito tutti gli elementi di prova utili al giudice per l’emissione della misura cautelare. 


PIEDIMONTE ETNEO CT  - Carabinieri arrestano figlio 27enne : minaccia  col  coltello  tagliare gola a madre, la costringe fuggire da casa.  I militari della Stazione di Piedimonte Etneo hanno arrestato nella flagranza un soggetto 27enne del posto, poiché ritenuto responsabile di maltrattamenti in famiglia ed estorsione, reati commessi in danno della madre di 62 anni. Il  giovane, pur essendo stato già arrestato per analoghi comportamenti vessatori, nonché sottoposto a misure cautelari emesse dall’Autorità Giudiziaria, tra le quali anche la detenzione in carcere, tornato in libertà, ha dimostrato di non recedere nella persecuzione della propria genitrice. La donna è stata costretta con la forza ad elargire giornalmente del denaro utile all’acquisto di droga ed al soddisfacimento di propri vizi.  Il 27enne, alcuni giorni addietro ha replicato l’azione appropriandosi dell’auto della madre per fare un giro in paese, mezzo peraltro privo di copertura assicurativa per le difficoltà economiche della povera pensionata. Il soggetto è poi rientrato in casa ed ha minacciato la madre di tagliarle la gola con un coltello, l’ha costretta a fuggire via e trovare rifugio nell’abitazione dell’altro figlio. La vittima ha lanciato la richiesta d’aiuto ai carabinieri che, intervenuti immediatamente nell’appartamento della donna, hanno potuto bloccare ed ammanettare il reo. L’arrestato, assolte le formalità di rito, è stato associato nel carcere di Catania a Piazza Lanza dove permarrà così come deciso dal G.I.P. del Tribunale etneo in sede di convalida.


CATANIA Aggredisce e picchia 2 vigili urbani: arrestato posteggiatore abusivo. Il Sindaco Pogliese ha commentato:"Episodio grave, non cesseremo di combattere l'illegalità a Catania". Le violenze, e le aggressioni ai vigili urbani mentre svolgono il loro lavoro di controllo del territorio e di vigilanza contro la contraffazione e l’abusivismo, sono sempre attuate dagli stolti. Operazioni  di controllo sono volute fortemente dal sindaco Pogliese, e disposte dall’assessore Porto con la collaborazione operativa del Comandante dei Vigili Stefano Sorbino e del commissario Francesco Caccamo,  responsabile della sicurezza urbana e annona.  La nuova aggressione, è stata perpetrata in piazza Mancini Battaglia, da un cittadino dello Zimbawe, già arrestato nel passato per violenze simili, il quale è stato sorpreso a svolgere mansioni di parcheggiatore abusivo. Il soggetto si è scagliato violentemente contro i due ispettori della polizia municipale. I vigili stavano controllando l’attività e sanzionando, l’illegalità. L’energumeno ha colpito i due agenti con pugni e calci. L’individuo è stato bloccato da una pattuglia di carabinieri intervenuta sul posto. Il soggetto è stato poi condotto presso gli uffici della polizia giudiziaria dove è stato dichiarato in arresto per i reati lesioni volontarie e resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale come ipotesi di reato. Un ispettore, in particolare, è stato colpito al volto e condotto al  pronto soccorso dell'ospedale Cannizzaro, dove i sanitari hanno riscontrato  al ferito : lesioni non gravi  ad un occhio con prognosi di 9 giorni. L’aggressore è stato processato di mattina con rito per direttissima.  Il giudice ha convalidato l’arresto per cui l’aggressore è stato condotto in carcere.  La Polizia municipale ha subito in poco tempo la seconda aggressione, dopo  la prima avvenuta una settimana addietro. I vigili dell’Annona, durante controlli di contraffazione commerciale erano stati malmenati e finiti in ospedale.   Il sindaco Salvo Pogliese e l’assessore Alessandro Porto sull’atto hanno dichiarato :  “Un fatto di estrema gravità che colpisce ancora una volta ispettori di polizia municipale in servizio per fare rispettare la legalità. Non si possono tollerare episodi di violenza contro operatori in divisa che svolgono azione di presidio sul territorio per contrastare l’illegalità diffusa. A loro va tutta la solidarietà dell’Amministrazione, poichè svolgono un compito difficile a tutela dei cittadini e delle regole che vanno rispettate da tutti, a maggior ragione da chi viene da altri paesi. Continueremo sulla strada della lotta all’abusivismo, con la nostra polizia locale unitamente alle altre forze dell’ordine, con cui collaboriamo in azioni interforze. Catania deve cambiare rotta anche in questo campo della sicurezza, un obiettivo per cui non tollereremo nessuna deviazione, consapevoli che non siamo soli ma agiamo unitamente ad altri reparti dello Stato che svolgono egregiamente il lavoro di garantire la sicurezza dei cittadini.”


 

 

dott. Renato Panvino  

video  intervista

 

dott. Renato Panvino

 

video  conferenza

 

CATANIA  - DIA Capo Centro Renato Panvino conclude incarico a Catania, a Nuoro è il vicario Questore.  Il  primo dirigente in 5 anni di permanenza nell’antimafia a Catania come Capo Centro  Operativo della Dia ha svolto e concluso moltissime inchieste in modo brillante. Il “Modello Catania” sostenuto dal procuratore Carmelo Zuccaro è stato il percorso operativo del dott. Renato Panvino   video  intervista nella gestione della Direzione Investigativa Antimafia etnea ed ha conseguito importanti risultati nelle operazioni  di lotta alla mafia in Sicilia orientale con arresti anche di “colletti bianchi”, dell'imprenditoria e della pubblica amministrazione, ha attuato l'aggressione ai patrimoni dei clan mafiosi con il sequestro di beni per oltre 279 milioni di euro e la confisca per 456 milioni di euro. Il dott. Renato Panvino dalla DIA fa rientro in Polizia per svolgere il ruolo di vicario nella Questura di Nuoro da sempre definita una terra difficile. Il dirigente DIA, nel corso della conferenza stampa di fine mandato ha detto

  video  conferenza

 “Sono orgoglioso di essere stato il Capo Centro della Dia di Catania. Non ci ha intimorito alcuna azione, abbiamo fatto sempre il nostro dovere senza enfasi.  Il nostro pensiero è alla gente semplice di Catania, ai cittadini senza nome che ci fermano e ci dicono  bravi continuate così, siete il nostro orgoglio. Sono triste nel lasciare questa città, ma felice di rientrare in Polizia e quale vicario di Questura in una terra difficile, dove la mia amministrazione ha ritenuto io possa dare una mano, ad un questore che ha grande esperienza. Un sincero e sentito saluto a Catania ed ai giornalisti: siete indispensabili per la democrazia e per la lotta alla mafia, siete stati preziosi compagni di viaggio, continuate a tenere la schiena dritta e scrivere quello che avete sentito e visto".


BELPASSO CT Carabinieri, presi 2 mentre razziano deposito di una ditta edile. I militari della Compagnia di Paternò hanno bloccato nella flagranza i catanesi Massimo GARRO  36enne e Ferdinando BRUNO 38enne, poiché ritenuti responsabili del concorso in furto aggravato. I personaggi sono stati sorpresi dagli uomini del Nucleo Operativo in contrada Ferraria, agro del comune di Belpasso, mentre stavano rubando dal deposito della ditta “La Fenice S.r.l”  1 autocarro Iveco Daily, dei martelli pneumatici, attrezzatura varia da cantiere ed un ingente quantitativo di materiale ferroso. La refurtiva è stata restituita all’avente diritto, mentre i due dopo l’arresto sono stati relegati ai domiciliari.


CATANIA - Gambiano pusher a San Berillo prova a strozzare poliziotto a controllo, ammanettato. La Polizia di Stato lo scorso 22 gennaio, ha arrestato il gambiano Ousman SENE 22enne, per il reato di Violenza e lesioni a Pubblico Ufficiale. Una pattuglia del Commissariato Centrale, durante il normale servizio di controllo del territorio, mentre stava transitando la zona del noto quartiere di San Berillo vecchio, ha notato un giovane italiano acquistare da persone non comunitari della sostanza stupefacente. L’acquirente ed il pusher, alla vista dei poliziotti, si sono dati alla fuga. I poliziotti, dopo un breve inseguimento, sono riusciti a fermare sia il giovane in procinto d’acquistare  il quale spontaneamente ha deciso di consegnarsi agli agenti che, un secondo giovane, anch’esso extracomunitario, che  si trovava in compagnia del pusher. Lo spacciatore, noto ai due agenti intervenuti in quanto già era stato arrestato in simili circostanze pochi giorni prima, durante il controllo eseguito dai poliziotti, è andato in escandescenza rifiutandosi di salire sull’auto di servizio. Il malfattore, ha iniziato a sferrare calci e pugni ai due poliziotti, sempre più violentemente, tanto che, nel tentativo di divincolarsi dalla presa degli agenti, ha afferrato uno dei poliziotti per il collo stringendo la presa delle mani. Solo grazie all’intervento del collega l’agente è riuscito a liberarsi dalla stretta dell’aggressore, il quale, è stato poi bloccato per essere ammanettato e fatto salire definitivamente sulla macchina. SENE, per questi motivi, è stato rinchiuso nelle camere di sicurezza in attesa del giudizio per direttissima, mentre, il giovane acquirente è stato segnalato al Prefetto per l’Art.75 del DPR 309/90.


CATANIA - Poliziotto morto sulla Catania-Messina, cordoglio FSP POLIZIA: “Un giorno nefasto. Ennesimo tributo di sangue versato per lo Stato e i cittadini”. Angelo Gabriele Spadaro, 55 anni è il poliziotto deceduto, l'Assistente Capo Giuseppe Muscolino è rimasto ferito. Valter Mazzetti, Segretario Generale FSP Polizia di Stato, ha espresso il cordoglio suo e della Federazione Sindacale di Polizia per la morte dell’Assistente Capo, Angelo Gabriele Spadaro, 55 anni, in servizio alla Sottosezione Polizia Stradale di Giardini Naxos. Il poliziotto è deceduto martedì mattina a seguito di un incidente costato la vita anche a un altro uomo ed a una donna che  stavano viaggiando a bordo di altri veicoli coinvolti nello scontro. Il poliziotto lascia i genitori, la sorella ed il fratello, Ispettore di Polizia che presta servizio a Messina. E’ rimasto ferito l’altro componente della pattuglia, l’Assistente Capo Giuseppe Muscolino, che con Spadaro era intervenuto per un precedente incidente. Valter Mazzetti, Segretario Generale FSP Polizia dice : “Oggi è un giorno nefasto, l’ennesimo grave incidente sulle strade che questa volta ha distrutto la vita di Angelo Spadaro, travolto e ucciso sulla Catania-Messina. Il nostro primo pensiero è per i familiari e gli amici del collega deceduto, per le famiglie delle altre vittime di questa drammatica vicenda, per l’altro poliziotto rimasto ferito, Giuseppe Muscolino. Giornate come queste non dovrebbero mai arrivare, ma invece purtroppo la morte è sempre in agguato, specialmente per gli appartenenti alla Polizia di Stato, che proprio con la Stradale continuano a pagare il più alto tributo di sangue al Paese e ai cittadini. E oggi con Angelo se ne va un altro servitore dello Stato, che con il suo lavoro diuturno e silenzioso rappresenta un esempio di alto senso del dovere e di coraggio nello svolgimento di compiti che, come ogni poliziotto sa, ma come troppi non pensano, possono in qualsiasi istante costare la salute o la vita stessa. Un altro doveroso pensiero vogliamo rivolgerlo anche a tutti gli altri colleghi che ogni giorno, nonostante tutto, vanno in strada a onorare la divisa che indossano e che, da oggi, continueranno a farlo, pronti ad aiutare chiunque nel momento del bisogno se li troverà accanto, anche con l’immagine di Angelo Spadaro nella mente e nel cuore”.


CATANIA 32enne paternese aggredisce  titolare bar e Carabinieri intervenuti per fermarlo. I militari del Nucleo Radiomobile del Comando Provinciale di Catania hanno tratto in arresto un 32enne paternese per lesioni aggravate, resistenza e violenza a pubblico ufficiale. Il soggetto la scorsa notte si trovava in via Dusmet presso il noto Bar Etoile in evidente stato di alterazione psicofisica riconducibile verosimilmente ad uso sostanze stupefacenti. Il personaggio, dopo aver aggredito per futili motivi il titolare dell’esercizio commerciale, si è avventato anche contro i  militari operanti intervenuti a seguito della segnalazione pervenuta al numero unico 112. L’individuo è stato bloccato e ammanettato  e  poi essere tradotto presso la Casa Circondariale di Piazza Lanza come disposto dall’A.G. etnea.


CATANIAAgenti bloccano corriere con cocaina ad uscita Autostrada. La Polizia di Stato ha tratto in arresto: Salvatore ZUMMO 43enne, già noto, ritenuto responsabile del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente del tipo eroina. Poliziotti  della Sezione “Criminalità Organizzata” della Squadra Mobile e del Commissariato di P.S. di Adrano (CT) la sera di martedì 8 gennaio presso il casello “San Gregorio” dell’autostrada A/18 Messina - Catania, hanno proceduto al controllo di un’auto condotta da Salvatore ZUMMO.  Gli agenti, ad esito della perquisizione, , hanno rinvenuto occultato all’interno degli indumenti intimi e sequestrato 1 involucro in cellophane, contenente sostanza stupefacente del tipo eroina per un peso complessivo lordo di 100 gr. circa. Salvatore ZUMMO espletate le formalità di rito è stato associato presso la Casa Circondariale di Catania  a piazza Lanza a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.


GRAMMICHELE CT-  Scippa a 87enne collana fuori cimitero,  lei cade si frattura femore: CC lui preso. I Carabinieri della locale Stazione hanno bloccato Gesualdo MONTEMAGNO 34enne, già sottoposto alla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza ed alle misure cautelari dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e di obbligo di dimora nel comune di residenza, poiché ritenuto responsabile di rapina aggravata, lesioni personali nonché violazione degli obblighi inerenti la misura di prevenzione cui era sottoposto. La  vittima, una donna di 87 anni, la mattina del 31 ottobre scorso, in occasione della giornate  dedicate al ricordo dei defunti, molto sentite in terra di Sicilia, era andata ad onorare il marito sepolto nel cimitero di Grammichele. L’anziana, all’uscita dal luogo sacro, è stata affrontata dal criminale che, pur di strapparle dal collo una catenina d’oro, l’ha fatta rovinare violentemente al suolo provocandole la frattura del femore, così come diagnosticato dai medici dell’Ospedale “Gravina e Santo Pietro” di Caltagirone, nosocomio presso il quale la poverina è tuttora ricoverata dopo essere stata sottoposta ad un delicato intervento chirurgico. La  denuncia dei familiari della vittima, presentata ai Carabinieri della locale Stazione, ha permesso agli investigatori, coordinati dal magistrato di turno presso la Procura delle Repubblica di Caltagirone, dott. Vincenzo CALVAGNO D’ACHILLE, di restringere il cerchio dei sospettati dediti alla commissione di reati contro il patrimonio. I militari con la collaborazione attiva di diversi testimoni presenti al momento del grave reato e della stessa vittima, hanno individuato con certezza l’autore. Il malfattore è stato pertanto rintracciato ed ammanettato ieri notte nella sua abitazione. L’arrestato, assolte le formalità di rito, è stato associato al carcere di Caltagirone così come disposto dall’Autorità Giudiziaria.

PATERNO’ –  Violenze sessuali a minori adescati su Facebook e chat WhatsApp incontri in biblioteca e Torre Nornanna : CC 3 arresti.   La Procura della Repubblica di Catania ha condotto indagini, delegate alla Stazione Carabinieri di Biancavilla, a conclusione delle quali i Carabinieri hanno eseguito ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal Tribunale di Catania, nei confronti di 3 soggetti di Paternò ritenuti responsabili, in concorso tra loro, dei reati di: violenza sessuale aggravata, atti sessuali con minorenne, corruzione di minorenne e violenza sessuale di gruppo. I provvedimenti sono scaturiti dalla denuncia presentata da una madre di Biancavilla presso la locale Stazione Carabinieri allarmata dall’adescamento subito dal figlio minore attraverso il social network “Facebook” da parte di 1 adulto paternese. Il soggetto, dopo generiche presentazioni, avrebbe cominciato a condividere le foto del figlio sul proprio profilo. I Carabinieri, su delega della Procura Etnea, hanno avviato immediatamente un’attività d’indagine. Gli investigatori, già dalla visione del profilo Facebook dell’indagato hanno evidenziato foto pubbliche di alcuni minorenni a torso nudo. Gli inquirenti hanno evidenziato altresì a carico dello stesso soggetto anche una condanna per violenza sessuale ai danni di minori commessa nel 1995. Gli accertamenti sui contenuti dei dispositivi mobili in uso al principale indagato hanno evidenziato inoltre frequenti contatti tra soggetti maggiorenni e minori. I carabinieri hanno ritenuto di particolare interesse investigativo un gruppo “WhatsApp”, denominato “gruppo di amici”, in cui si evidenziavano i messaggi di altri adulti partecipanti, successivamente identificati. Gli investigatori, sono rimasti colpiti dalla singolare partecipazione al gruppo WhatsApp sia di soggetti adulti che di ragazzini, ed hanno constatato dal contenuto dei messaggi la frequentazione ‘ambigua’ tra gli stessi. Gli accertamenti condotti dai Carabinieri hanno allarmato anche i familiari del principale indagato, i quali consapevoli del precedente penale del congiunto, hanno analizzato l’atteggiamento di particolare interesse che aveva manifestato nei confronti di un nipote ed hanno ricevuto dal giovane la confidenza che lo zio l’aveva indotto, nei mesi precedenti, ad una pratica sessuale con un amico anche lui infraquattordicenne. I  Carabinieri, nel Maggio 2018, accompagnati dai minori e dai loro familiari, si erano recavati anche nei luoghi frequentati con i loro aguzzini. Entrambi i ragazzi vittime, partendo dalla Biblioteca comunale di Paternò, avevano portato gli inquirenti attraverso la cosiddetta “Scalinata” nella zona della Torre Normanna, indicando il piazzale dove, non consenzienti, avevano consumato quei rapporti sessuali violenti. I militari hanno effettuato quindi, un sopralluogo in orario serale ed appurato che effettivamente, così come dichiarato dai 2 ragazzi, quel luogo era isolato e completamente sprovvisto di illuminazione. Gli arrestati, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria sono stati tradotti presso la Casa Circondariale di Catania “Piazza Lanza”.


CATANIA  Donna siracusana adesca uomo catanese su social, ad appuntamento in casa lei lo narcotizza e deruba, Polizia  la pone ai domiciliari. Agenti del Commissariato Librino di mattina  hanno dato esecuzione a un’Ordinanza di Custodia Cautelare agli arresti domiciliari, arrestando la nota Antonella LO GIUDICE 50enne, residente a Siracusa, perchè ritenuta responsabile di rapina aggravata e lesioni aggravate. La misura è stata emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Catania, su richiesta della Procura della Repubblica, che ha coordinato l’indagine. Il provvedimento è scaturito dalle indagini svolte proficuamente dagli uomini del Commissariato Librino, avviate dopo che un 65enne si era presentato presso gli Uffici, denunciando di essere stato narcotizzato e rapinato nella sua abitazione, da una donna conosciuta sul social network “Badoo”. L’uomo ha riferito di avere conosciuto sul social una donna con la quale ha interloquito per qualche giorno, poi lei gli ha proposto di incontrarsi. L’incontro tra la vittima e la donna, che aveva asserito di provenire da Siracusa, ha avuto luogo la mattina dello scorso 5 settembre, presso la stazione dei pullman in via D’Amico.  I  due,  dopo i primi convenevoli, si sono recati nell’abitazione dell’uomo. I  due, dopo avere chiacchierato per un paio di ore,  hanno deciso di pranzare. La  circostanza ha permesso alla donna di versare, di nascosto, del tranquillante a base di benzodiazepina nel bicchiere di birra che lui stava bevendo. Il malcapitato ha riferito ai poliziotti che, qualche minuto dopo aver bevuto la sua birra, si è accorto di un inconsueto sapore dolciastro e, subito dopo, ha perso i sensi. La vittima al risveglio in ospedale, dove era stato ricoverato grazie al soccorso prestatogli dai vicini che lo avevano sentito chiedere aiuto da dietro la porta d’ingresso della sua abitazione, non ricordando più nulla, ha appreso di essere rimasto in stato d’incoscienza per più di due giorni. La sconosciuta, dopo aver neutralizzato il padrone di casa, ha razziato quanto più possibile dall’appartamento, trafugando 1 telefono cellulare, 100 € in contanti e la carta Bancomat che ha cercato di utilizzare inutilmente presso uno sportello ATM. Le indagini immediate e meticolose svolte dagli uomini della Squadra Investigativa del Commissariato Librino hanno permesso d’individuare, senza ombra di dubbio, LO GIUDICE quale autrice del grave reato. Gli agenti del Commissariato Librino di mattina, si sono recati a Siracusa, dove, con la collaborazione della Squadra Mobile aretusea, ha eseguito l’Ordinanza di Custodia Cautelare. LO GIUDICE è stata, quindi, accompagnata presso la sua abitazione, per rimanervi ristretta in regime di arresti domiciliari, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria procedente.


PALAGONIA CT -82enne invaghito sessualmente di badante tenta di ucciderla a rifiuto, Carabinieri lui ai domiciliari in altro comune. I Carabinieri della locale Compagnia hanno arrestato nella flagranza un pensionato di 82 anni del posto, poiché ritenuto responsabile di tentato omicidio, porto illegale di arma clandestina e porto illegale di oggetti atti ad offendere. La vittima  è una quarantenne  la quale da alcuni mesi era al servizio dell’anziano che se ne era perdutamente innamorato. Il  sentimento morboso  aveva indotto  il pensionato ad imporre alla vittima pesanti avances a sfondo sessuale che l’avevano costretta alcuni giorni fa a lasciare l’impiego. Il soggetto sentitosi abbandonato, ha iniziato ad appostarsi sotto casa della donna per poi affrontarla e chiederle di ritornare poiché lui non poteva più fare a meno di lei.  Il vedovo da circa due anni, al netto diniego espresso anche dal coniuge della donna che più volte aveva cercato con modi garbati di convincere l’anziano a farsene una ragione,   la scorsa notte, si è armato di pistola e coltello e si è presentato a casa della coppia pretendendo di entrare e dirimere una volta per tutte la questione e, non curante del fatto che la donna avesse in braccio la figlioletta di appena due anni, ha estratto dalla tasca la pistola puntandola contro l’amata e recitando testualmente:”devi tornare a lavorare per me sennò ti ammazzo”. La violenta colluttazione scaturita con il marito della vittima è terminata con l’intervento dell’equipaggio di una “gazzella” del Nucleo Radiomobile, avvisato grazie al 112 N.U.E., che è riuscito a disarmare lui ed ammanettarlo. I militari, oltre alla pistola, una Beretta 7,65 con la matricola abrasa con il colpo in canna e altri sei colpi nel caricatore, hanno rinvenuto addosso all’anziano anche 1 coltello a serramanico. La successiva perquisizione domiciliare effettuata dai Carabinieri in casa del reo, ha consentito di rinvenire ulteriori 140 munizioni  del medesimo calibro detenute illegalmente.  Le armi e  le munizioni sono state poste sotto sequestro. L’arrestato, assolte le formalità di rito, anche per il suo stato di salute, al momento è stato relegato agli arresti domiciliari nell’abitazione di un familiare in un altro comune della provincia etnea.


RADDUSA  CT- Etiope vuol bruciare locali SPRAR e minaccia operatori,1 in manetteI Carabinieri della locale Stazione hanno arrestato nella flagranza un 19enne di origini etiopi, poiché ritenuto responsabile di tentata estorsione e resistenza a pubblico ufficiale. Il personaggio ea in attesa dello status di rifugiato, ed ha più volte violato le regole di ospitalità della struttura (superando il limite dei giorni per i quali era autorizzato ad allontanarsi dal centro) costringendo gli operatori a notificargli l’allontanamento dallo SPRAR. L’etiope sarebbe stato convinto che gli spettasse una sorta  di “buonuscita”, equivalente a 250 euro, al diniego legittimo espresso dagli operatori, ha minacciato di dar fuoco ai locali. I  Carabinieri sono intervenuti sul posto, per evitare ulteriori conseguenze  ed appena giunti, hanno cercato di chiarire le ragioni del diniego, rigettate dall’extracomunitario che li ha prima aggrediti,  poi è fuggito. Il soggetto è stato inseguito, e rintracciato nel centro abitato dove, dopo una violenta colluttazione, i militari l’hanno ammanettato. L’arrestato, assolte le formalità di rito, è stato rinchiuso nel carcere di Caltagirone.


GROSSETO Capo Centro DIA Catania dr. Panvino riceve Premio nazionale LegaAmbiente per operazione“Garbage Affair”. Il  prestigioso premio è stato assegnato al Primo Dirigente della Polizia di Stato dott. Renato Panvino, Capo Centro della DIA per la Sicilia Orientale, per l’inchiesta denominata “Garbage Affair”. Legambiente annualmente organizza un’edizione del premio nazionale Ambiente e Legalità, con attestato di merito che riconosce a magistrati, uomini delle forze dell’ordine e della società civile, giornalisti ed imprenditori che si sono particolarmente distinti nella lotta alla criminalità ambientale. La manifestazione e consegna  si è svolta ieri 11 agosto 2018, in località Rispescia, in provincia di Grosseto, nell’ambito dell’annuale consegna denominata Festambiente, festival internazionale dedicato all’ecologia ed alla solidarietà. L’associazione onlus Legambiente ha assegnato il prestigioso premio al Primo Dirigente della Polizia di Stato dott. Renato Panvino, Capo Centro della DIA per la Sicilia Orientale, riconoscendo il valore e l’importanza dell’inchiesta denominata “Garbage Affair”. Legambiente ha encomiato il lavoro svolto con particolare efficacia e dedizione nel contrasto alle varie forme di criminalità ambientale. La consegna dell’attestato è stata preceduta dal dibattito “Prima la giustizia. Per un’Italia fondata sulla corresponsabilità nella lotta alle mafie e alla corruzione” al quale hanno partecipato numerose autorità. Il  dott. Renato Panvino a fine manifestazione ha detto : “Ringrazio Legambiente  per aver voluto assegnare questo importante riconoscimento che condivido con gli uomini e le donne della DIA che rappresento e che ogni giorno si prodigano per ripristinare i valori della legalità.” I complimenti personali  e delL'INFORMATORE di Sicilia per  il riconoscimento assegnato  ed  il continuo lavoro svolto, buon proseguimento. i.l.p.


CATANIA - Tenta estorsione a madre e spranga spacca vetri auto, Polizia lo blocca. I poliziotti, ieri hanno ammanettato G.G. 24enne catanese noto, accusato di tentata estorsione.  Il personaggio, di sera  alle ore 20,00 circa, si è recato presso l’abitazione della madre e le avrebbe urlato che “se la prossima settimana non gli avesse consegnato la somma di cento euro l’avrebbe ammazzata”. Il ragazzo in seguito, in preda ad uno stato di forte agitazione, avrebbe raccolto una spranga di ferro e danneggiato l’auto della donna, mandando in frantumi i vetri dei finestrini. I  poliziotti delle volanti dell’U.P.G.S.P. intervenuti, dopo aver accertato quanto accaduto, hanno dichiarato in arresto G.G. che, su disposizione del Pubblico Ministero di turno, è stato posto alla misura degli arresti domiciliari, in altra sede,  in attesa della celebrazione del giudizio di convalida.


CATANIA - Trans depredato da cliente senegalese a fine incontro,  bloccato dai Carabinieri. C.B. 18enne di origini senegalesi, regolarmente munito di permesso di soggiorno e residente nella provincia di Ragusa, è stato arrestato in flagranza la scorsa notte dai Carabinieri del Nucleo Radiomobile del Comando Provinciale di Catania, poiché ritenuto responsabile di furto con strappo aggravato. Il soggetto era in cerca di compagnia, si è recato  in Corso Martiri della Libertà, zona di notte frequentata da diverse “lucciole”, quando si sarebbe avvicinato ad un transgender  di 20 anni di origini bulgare -  con il quale, dopo aver concordato la cifra, si era appartato per consumare un rapporto sessuale.  Il senegalese, al momento dei saluti, dopo aver consegnato i 20 euro pattuiti, ha aspettato che la vittima li riponesse nella borsetta, per poi strappargliela di dosso e fuggire via. L’equipaggio di una “gazzella”, transitando in quella zona,  è stato richiamato dalle urla del giovane trans che, raggiunto dai militari, ha spiegato loro l’accaduto, fornendo con dovizia di particolari il colore degli indumenti indossati dal ladro, grazie ai quali,  dopo alcuni minuti è stato rintracciato e bloccato all’angolo tra Via D’amico e Via Cilea. Il maldestro, vedendo i carabinieri, ha tentato invano di disfarsi della refurtiva lanciandola sotto una auto  in sosta. Gli operanti, dopo averlo ammanettato, hanno recuperato la borsetta contenente, oltre agli effetti personali, 100 euro in contanti. La refurtiva è stata restituita al giovane  bulgaro, mentre l’arrestato, ammesso alla direttissima,  ha patteggiato dinanzi al giudice una pena di anni 1 e mesi 4 di reclusione, con pena sospesa e remissione in libertà.


PALAGONIA CT -  Cuccia del cane usata per nascondere droga: CC 17enne in manette.    Il giovane aveva nascosto  stupefacenti di tutti i gusti.  I Carabinieri della Compagnia di Palagonia hanno arrestato nella flagranza un 17enne del posto, poiché ritenuto responsabile di detenzione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. I militari hanno compreso che il ragazzo con la scusa di andare a trovare ogni giorno la sua cagnetta, che da poco gli aveva regalato tanti bei cuccioli, aveva escogitato il modo perfetto o quasi  per nascondere proprio in quella bella casetta la droga da spacciare in paese.   Una  pattuglia del Nucleo Radiomobile, ieri sera nel transitare Via Soldato Pirracchio, per estrema sfortuna del giovane pusher, l’ha visto uscire con circospezione da quel piccolo immobile posto al piano terra. Il 17enne è stato fermato e perquisito sul posto e nascondeva in tasca alcune dosi di marijuana. il maldestro è stato colto alla sprovvista dal controllo e tradito da un eccessivo nervosismo. i militari  hanno dunque esteso la perquisizione nel locale dov’erano ospitati i cani luogo in cui sono stati rinvenuti e sequestrati:  100 grammi circa di hashish,  50 grammi circa di marijuana, già suddivisa in dosi, 10 grammi circa di cocaina nonché 1 bilancino elettronico di precisione  L’arrestato, assolte le formalità di rito, è stato associato al Centro di Prima Accoglienza per Minorenni di Catania in via R.Franchetti.


CATANIA – Picchia e rapina anziana in condominio, filmato ed arrestato da Carabinieri. Su disposizione di questa Procura Distrettuale della Repubblica, che ha coordinato le indagini, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Catania hanno arrestato il catanese Paolo GANGI 39enne, eseguendo una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catania, dr.ssa Simona Ragazzi su richiesta del sostituto procuratore dr Francesco Brando  - del dipartimento reati contro la persona ed il patrimonio diretto dal Procuratore Aggiunto dr Ignazio Fonzo  - in ordine ai reati di rapina aggravata e lesioni personali.  L’episodio era avvenuto il 9 giugno scorso in via Napoli a Catania. Un’anziana donna 74 anni, si era recata di mattina a fare la spesa. La vittima al ritorno, mentre era in procinto di varcare il portone d’ingresso della sua abitazione, ha notato uno il quale, facendo finta di citofonare a qualcuno, l’aveva invitata a lasciare aperto il portone rassicurandola che lui avrebbe provveduto a richiuderlo. Il soggetto, mentre la donna stava salendo la seconda rampa di scale del palazzo, l’ha raggiunta e spingendola violentemente contro il muro le ha afferrato la mano sinistra per strapparle letteralmente la fede nuziale in oro rosso dal dito e fuggire via. La  vittima, il giorno successivo, per il forte dolore, si era recata al pronto soccorso dell’Ospedale Garibaldi dove i sanitari le avevano diagnosticato una “frattura alla falange IV del dito della mano sinistra” con prognosi di 30 giorni. La malcapitata ha denunciato l’accaduto ai carabinieri della Stazione di Catania Piazza Verga. Gli investigatori, dopo aver acquisito ed analizzato le immagini del sistema di video sorveglianza, attivo sia in strada che all’interno del palazzo, attraverso le quali si notava anche la presenza di un complice in moto con funzioni di “palo”, in corso di identificazione,  si sono rivolti ai colleghi della Squadra “Lupi” del Nucleo Investigativo. I militari esperti, conoscendo l’humus criminale operante nel capoluogo etneo, hanno individuato il malvivente poiché già gravato da numerosi pregiudizi penali. I carabinieri, riconosciuto il sospettato, perquisirono la sua abitazione rinvenendo  e sequestrando alcuni indumenti, in particolare un giubbotto di colore nero, dei jeans nonché un paio di scarpe del tutto coincidenti con quelli rilevati dall’analisi delle immagini del sistema di video sorveglianza. I tutori dell’ordine, nei pressi dell’abitazione del soggetto altresì ritrovarono e sequestrarono  la moto  utilizzato dagli autori del delitto (un Honda SH 300) nonché il casco - modello jet - identico a quello indossato dal rapinatore, riposto sotto la sella dello scooter.  Tutti gli elementi probatori acquisiti dagli investigatori e prodotti al magistrato titolare delle indagini, sono stati recepiti appieno dal Giudice per le Indagini Preliminari che  ha disposto per l’accusato la reclusione nel carcere di Catania Piazza Lanza.


 










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Operazione antimafia, Carabinieri e ROS eseguono 30 misure clan Santapaola e Nardo


 

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CATANIA - Vito CALVINO è Questore a Catania subentrato a Mario Della Cioppa inviato a dirigere Roma. Il Dirigente Generale di Pubblica Sicurezza dott. Vito CALVINO ha svolto precedentemente le funzioni di questore a Messina. Il Consiglio dei ministri, lo scorso 17 maggio, aveva deciso tra gli altri provvedimenti l’avvicendamento dei Questori tra le Città di Messina, Catania e Roma. Le parole del Dirigente Generale di Pubblica Sicurezza Vito Calvino che si è insediato mercoledì 26 maggio quale nuovo Questore della provincia di Catania sono state esplicite: “Onorato e orgoglioso di essere Questore di Catania”. Vito CALVINO è nato nel 1961, a Palermo, è Funzionario della Polizia di Stato da 34 anni, nel corso dei quali ha maturato importanti esperienze professionali e diretto diversi e importanti uffici investigativi e commissariati. Il nuovo questore di Catania ha cominciato l’attività investigativa al Commissariato di Vittoria nel 1988. Quale Vice Dirigente della Squadra Mobile della Questura di Ragusa, dopo tre anni nel 1991, è arrivato a Palermo, pere dirigere il Commissariato di Brancaccio per 5 anni e quello di San Lorenzo per altri 2, quartieri in cui alto è il tasso delinquenziale e forte la presenza della criminalità organizzata. Il dirigente non ha mancato il suo obiettivo ed ha colpito conseguendo significativi risultati che l’hanno portato alla guida, prima della Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile e, poi, dell’intera Squadra Mobile, che, in quel periodo ha, disarticolato numerose consorterie mafiose e catturato diversi pericolosi latitanti, tra cui Domenico Raccuglia, Gianni Nicchi e Giuseppe Falsone. Vito CALVINO è stato poi promosso a Dirigente Superiore, e nominato Direttore del Reparto Investigazioni Giudiziarie della Direzione Investigativa Antimafia. Il  primo incarico da Questore, è stato nel 2019 in  provincia di Messina. Il  neo Questore di Catania ha formalmente assunto l’incarico ed innanzitutto, ha voluto rendere omaggio ai Caduti della Polizia di Stato di Catania, deponendo una corona d’alloro ai piedi della lapide che, all’ingresso della Questura, ne ricorda i nomi. Il Dirigente Generale di Pubblica Sicurezza Vito Calvino, nel corso della mattinata, ha, poi, avuto i primi incontri istituzionali, con S.E. il Prefetto, con il Procuratore della Repubblica e con i dirigenti degli Uffici e dei Reparti della Polizia di Stato della provincia. Il questore ha  infine, incontrato i giornalisti e le segreterie provinciali delle Organizzazioni Sindacali della Polizia di Stato.


CATANIA -  Lupi  CC sequestrano droga ed armi a “San Cristoforo” e “Zia Lisa”: 1 preso.  Si tratta di Diego MOTTA 33enne catanese. I Carabinieri della “Squadra Lupi” del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale hanno bloccato il personaggio ritenuto responsabile di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. La notte per i “Lupi” è stata di lavoro.  I carabinieri, dopo aver intessuto un’intensa attività info investigativa, hanno ottenuto risultati significativi. I  militari, nel continuo impegno del  contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti hanno concentrato le loro attenzioni sul MOTTA. La vecchia conoscenza per i suoi precedenti specifici, era sospettato di detenere la droga nell’abitazione dei genitori, al Cortile Guanto nel popoloso quartiere di San Cristoforo. I militari hanno atteso pazientemente l’individuo sorprendendolo intorno alle 22:00 mentre stava uscendo da quell’abitazione. Il  sospettato, informato  della necessita di effettuare una perquisizione,  ha preferito collaborare con i tutori dell’ordine nel tentativo di limitare gli incipienti guai penali che si sarebbero presentati da lì a poco. Lui stesso infatti ha condotto i militari in cucina dove da un cassetto ha estratto 2 involucri con circa 7 grammi di cocaina in pietra,  2 bilancini di precisione, 1 barattolo di plastica contenente sostanza per il “taglio” della cocaina, materiale necessario al confezionamento delle dosi per la vendita al minuto e, soprattutto, 13 fogli manoscritti dove con certosina precisione aveva annotato nomi e quantitativi relativi ai movimenti in entrata ed uscita della droga. Un’altra pattuglia dei “Lupi”, nel frattempo, si era recata nel quartiere di Villaggio Zia Lisa II  sia per intuito investigativo, che per notizia della presenza di armi e droga in un garage di via San Jacopo. I militari, sebbene la prolungata attesa, non hanno pizzicato il responsabile del reato, ma hanno deciso di irrompere in un angusto locale abusivo, ricavato in un’intercapedine del palazzo  chiusa con un portone metallico. I carabinieri   hanno così forzato il lucchetto di sicurezza e  rinvenuto 1 pistola cal. 7,65 con matricola abrasa, 3 caricatori e 9 cartucce per la stessa arma ed altre munizioni per uso caccia, nonché 4 involucri in polietilene contenenti complessivamente circa 70 grammi di cocaina in pietra. Diego MOTTA è stato posto ai domiciliari in attesa del rito per direttissima.


CATANIA – Polizia ammanetta coppia lentinese con pistola carica risultata rubata. Si tratta di Grecia Claudia RUDOLFO 30enne  e di Salvatore Amato 39enne, entrambi di Lentini. Agenti delle Volanti sono intervenuti nel pomeriggio alle 15:20, in via Puccini, a seguito di segnalazione di 2 persone sospette in strada. I poliziotti, giunti prontamente sul posto, hanno notato un’autovettura con a bordo 2 ragazzi, identificati per RUDOLFO   ed Amato. Gli agenti, a seguito di un primo controllo visivo, hanno visto fuoriuscire dalla borsa della ragazza il calcio di una pistola. I poliziotti con le dovute precauzioni,  hanno sottoposto la sospetta a perquisizione personale, a seguito della quale è stata rinvenuta 1 pistola semiautomatica marca Beretta con serbatoio rifornito di 8 proiettili. I  poliziotti, da successivi accertamenti, hanno appurato che l’arma era stata rubata dall’abitazione di una persona residente in una vicina abitazione. I due giovani, quindi, sono stati arrestati per i reati di furto aggravato e detenzione abusiva di arma comune da sparo. Su disposizione del P.M di turno, sono stati rinchiusi nella Casa Circondariale di Piazza Lanza, in attesa del giudizio di convalida. I due  sono stati anche denunciati in stato di libertà ai sensi dell’art 650 c.p., per l’inosservanza delle prescrizioni per il contenimento dell’epidemia COVID 19, che impongono di non allontanarsi dalla propria abitazione senza una valida giustificazione. Gli agenti delle volanti dell’UPGSP, impegnati nei quotidiani controlli volti a verificare il rispetto delle prescrizioni per il contenimento dell’epidemia COVID 19, nel pomeriggio, hanno notato un soggetto intento a transitare a bordo di una bicicletta, nel quartiere San Cristoforo. I  poliziotti, per verificare la ragione della sua presenza in strada, hanno deciso di sottoporlo a controllo. Il personaggio ha tentato di fuggire, percorrendo contromano via Delle Calcare, ma, dopo circa cento metri, è stato raggiunto e bloccato. Identificato per il noto Salvatore VINCIGUERRA 45enne catanese,  dai successivi accertamenti è emerso che era sottoposto alla misura restrittiva degli arresti domiciliari. Lo stesso, pertanto, è stato arrestato per il reato di evasione e denunciato in stato di libertà per l’inosservanza delle prescrizioni per il contenimento dell’epidemia COVID 19. Gli agenti dell’Ufficio Fermati dell’UPGSP, ieri, hanno arrestato un minorenne, in esecuzione della misura della custodia cautelare presso l'istituto penale per minorenni, disposta dall’Autorità Giudiziaria . Il giovane, il   23 marzo u.s., era stato rintracciato da una Volante nei pressi di Piazza Lanza alle ore 5:30 e condotto presso gli uffici della Questura perché si era allontanato arbitrariamente da una comunità minorile con sede a Ramacca.


CATANIA  POLIZIA INTERVIENE PER LITE DI COPPIA, SCOPRE ED ARRESTA  LATITANTE.  Si tratta del catanese Dario CUTULI 30enne bloccato in esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Il personaggio deve espiare la pena residua di 3 anni, 1 mese e 19gg. per resistenza a P.U., violenza e danneggiamento, nonché indagato in libertà per lesioni e resistenza a P.U. e per false attestazioni a P.U. sulla propria identità personale. Agenti delle Volanti, nel corso della nottata appena trascorsa, a seguito di segnalazione, erano stati inviati in via Fava, dove era stata segnalata la presenza di una coppia intenta a litigare animatamente.  l’intervento immediato della volante è stato fondamentale poichè ha subito posto fine a quella che sarebbe stata una lite probabilmente degenerata in qualcosa più grave.   Gli  agenti si sono imbattuti nell’inseguimento del sospetto, che dall’interno dell’abitacolo, dopo aver inizialmente declinato le proprie generalità, ha tentato la fuga per sottrarsi al controllo. Il fuggitivo, dopo le fasi concitate dell’inseguimento, durante le quali gli operatori di Polizia hanno riportato lesioni lievi, è stato bloccato ed identificato per  il latitante Dario CUTULI.  I poliziotti hanno appurato che sul soggetto risultava pendente ancora da espiare una pena detentiva di oltre 3 anni. CUTULI  è stato denunciato per il reato di resistenza a Pubblico Ufficiale e tradotto presso la Casa Circondariale di Piazza Lanza per scontare la pena maturata a seguito di condanna per i precedenti reati di resistenza, violenza privata e danneggiamento.


CATANIA Miele sospetto, NAS CC, sequestrate decine di tonnellate di provenienza ed origine incerta. I militari dell’Arma Comando Carabinieri per la Tutela della Salute di Catania comandati dal magg. Salvatore Calabrese,  hanno effettuato i controlli nel settore apistico - sequestrando il miele sospetto nella zona etnea. I NAS hanno rilevato che non era stata minimamente dimostrata l’origine e la provenienza, del miele in vendita in violazione della procedura di rintracciabilità commerciale. I controlli svolti ultimamente dai carabinieri del Nas di Catania ad alcune aziende apistiche del territorio etneo hanno portato a segno il sequestro di diverse decine di tonnellate di miele semilavorato per il quale non era stata minimamente dimostrata l’origine e la provenienza, in violazione della procedura di rintracciabilità commerciale. Alcuni operatori del settore poco coscienziosi e professionali, anche per ovviare a  carenze produttive, talvolta, decidono di rifornirsi di partite di miele di diversa provenienza, anche estera e non certificata. Il  consumatore con l’approssimarsi della stagione autunnale è orientato alla ricerca e consumo di prodotti del settore agroalimentare, soprattutto di provenienza locale, considerata la naturale vocazione del circostante territorio pedemontano che offre diversi specialità tipiche ed esclusive.  Il miele determina un imponente indotto commerciale che non sempre riesce a soddisfare le esigenze di mercato. L’attività di controllo dei carabinieri del Nas si concentra anche in questo settore, in particolar modo sui prodotti per i quali annualmente vengono sostenute, spesso con il patrocinio degli enti locali, intere campagne promozionali che attirano considerevoli flussi turistici di provenienza perfino interregionale. La cosiddetta “filiera alimentare”,  è il sistema di informazioni, obbligatorio per legge dal 2005, che permette ai consumatori non solo di conoscere le caratteristiche qualitative del prodotto, ma anche la provenienza e l’esatta origine, a garanzia della genuinità e salubrità dell’alimento in tutte le fasi di produzione, trasformazione e vendita. I produttori ed i commercianti sono tenuti ad informare il consumatore finale, apponendo un’etichetta dalla quale ci si può accertare della natura dell’alimento, dello stabilimento produttivo, della zona di provenienza, dell’eventuale presenza di allergeni ed altre caratteristiche salienti. I Carabinieri del NAS di Catania hanno pertanto sottoposto a vincolo sanitario l’intero quantitativo con la collaborazione di personale medico del locale distretto veterinario dell’ASP con il quale sono stati prelevati alcuni campioni di miele da sottoporre ad analisi chimiche per accertare la conformità e salubrità del prodotto. L’attività di controllo dei Carabinieri del NAS di Catania sarà continuata assiduamente sul resto del territorio, a tutela di quei cittadini che, convinti di acquistare prodotti originari e naturali, potrebbero inconsapevolmente imbattersi in forniture agroalimentari che nulla hanno a che vedere con il contesto geografico in cui vengono presentati.


CATANIA - POLIZIA FESTEGGIA PATRONO SAN MICHELE.  La chiesa di San Michele ai Minoriti di via Etnea ha accolto, la mattinata del 30 settembre, i poliziotti della Questura e delle Specialità della Polizia di Stato catanesi che si sono uniti alle Autorità civili e militari, nella celebrazione liturgica del Santo Patrono della Polizia di Stato, San Michele Arcangelo, presenti alla cerimonia il Sindaco Salvo Pogliese, il Vice Prefetto Enrico Gullotti ed i rappresentanti delle Forze di Polizia: un momento questo per ricordare insieme alle altre forze di polizia, l’impegno al servizio del cittadino. La voce dell’Arcivescovo celebrante, Mons. Gristina, è stata accompagnata dalle voci e dalle note del coro dell’Associazione Nazionale della Polizia di Stato, da quelle del poliziotto tenore Sov. Antonio Costa e dal soprano Angela Curiale i quali hanno reso ancor più solenne la cerimonia. L’emozione è stata grande,  durante le parole espresse dal Questore Mario Della Cioppa il quale, rivolgendosi ai fedeli ed agli uomini e  donne della Polizia di Stato che gremivano la chiesa in questo giorno tanto speciale, ha voluto ringraziare le autorità presenti ed  in particolare l’Arcivescovo Gristina, per aver voluto celebrare la messa in questa particolare giornata. Il Questore Mario Della Cioppa, nel ricordare la dedizione di tutti i poliziotti e delle vittime del dovere ed i loro familiari, ha voluto commemorare con tanto affetto, il giovanissimo poliziotto  Giacinto Dimastrochicco di 34 anni,  il quale ha perso la vita in un tragico incidente stradale sulla provincia Turi- Gioia del Colle, lo scorso 28 settembre e con il quale il Questore aveva lavorato negli anni trascorsi a Foggia. Il  Questore ed il Presidente dell’Associazione Nazionale Polizia di Stato (A.N.P.S.), il Comm. Giuseppe Chiapparino, hanno consegnato presso la sala convegni della Questura di Catania il premio San Michele Arcangelo, ai poliziotti che si sono distinti in significative attività. I  destinatari del premio:il Vice Questore Marco dell’Arte della Questura di Belluno; il Sovrintendente Silvio Lo Verde , Squadra Mobile di Catania; il Commissario Antonio Lentinello, Presedente ANPS Siracusa e l’Assistente Capo Coordinatore Francesco Nicotra, Reparto Mobile Catania.


CATANIA - Mercatino domenicale a km 0 piazza Verga: Asp e Polizia Municipale, sequestro prodotti alimentari di provenienza sconosciuta. La Polizia Municipale  ha  sequestrato prodotti alimentari ed elevato multe in attività antiabusivismo. Il  pronto intervento della polizia municipale è stato svolto a tutela dalle frodi alimentari ed oltre 30 kg di formaggio e ricotta fresca, di provenienza sconosciuta, sono sequestrati stamattina al mercatino domenicale a km 0 di piazza Verga. La delicata operazione del reparto annona è stata diretta dal commissario Francesco Caccamo. L’azione  è scaturita da segnalazioni degli stessi operatori commerciali, ed è stata condotta d’urgenza  assieme ai veterinari dell’Asp, che hanno anche disposto la distruzione delle merce destinata illecitamente al consumo.  I vigili urbani, tra venerdì e sabato, hanno effettuato controlli, in diverse zone della città per prevenzione della qualità alimentare.  I tutori dell’ordine hanno elevato  11 sanzioni  a  titolari di esercizi commerciali i quali avevano allargato abusivamente la superficie autorizzata, per utilizzarla con tavoli, sedie e tensostrutture sottraendola illegittimamente all’utilizzo pubblico. I vigili urbani hanno operato  in attuazione di un indirizzo del sindaco Pogliese e dell’assessore Porto. La Polizia Municipale, inoltre, ha verbalizzato 9 parcheggiatori abusivi in diverse zone della città, grazie a segnalazioni arrivate alla centrale operativa della polizia locale.


CATANIA DIA ispeziona centri smaltimento rifiuti Sicula Trasporti in località Grotte S.Giorgio e Coda Volpe. Gli uomini della Direzione Investigativa antimafia di hanno attuato un accesso ispettivo disposto dalla Prefettura di Catania, ai sensi dell’art. 93 del Decr. Lgs 6 settembre 2011, n.159 (Codice Antimafia) presso la sede legale e le sedi operative (gli impianti di smaltimento ubicati in Contrada Coda Volpe e nella zona industriale e la discarica ubicata in località grotte San Giorgio) della società SICULA TRASPORTI s.r.l., operante nel settore dello smaltimento dei rifiuti. L’accesso è stato definito in sede di Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica. La società riceve il conferimento dei rifiuti da parte di 255 comuni della Sicilia orientale. Le operazioni sono coordinate dal Centro Operativo della Direzione Investigativa Antimafia di Catania e vengono svolte con la collaborazione della Questura e dei Comandi Provinciali del Carabinieri e della Guardia di Finanza di Catania. gli  accertamenti coinvolgono l’impiego anche personale del locale Ispettorato Territoriale del Lavoro e della Polizia Ambientale della città Metropolitana di Catania.

I  legali della società con una nota hanno precisato: “I sottoscritti avvocati Carmelo Galati e Carmelo Peluso nell’interesse della società “Sicula Trasporti SRL” desiderano precisare, in riferimento all’accesso ispettivo effettuato in data odierna, ai sensi del Codice Antimafia ed alle notizie di stampa, che le attività svolte presso le sedi operativa e legale della Società dalla DIA di Catania, dalla Questura di Catania, dai Comandi Provinciali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, nonchè dall’Ispettorato del Lavoro e dalla Polizia Ambientale della Città Metropolitana di Catania, rientrano nell’ambito delle competenze del Comitato per l’Ordine alla Sicurezza Pubblica coordinato dalla Prefettura di Catania al fine di verificare la sussistenza di potenziali infiltrazioni mafiose nell’ambito delle attività di competenza della SICULA TRASPORTI SRL. Giova ricordare che la Società Sicula Trasporti SRL riceve il conferimento del rifiuto da parte di oltre 255 Comuni della Sicilia e da ultimo dalla città di Palermo, in considerazione della emergenza rifiuti di quella città. La Sicula Trasporti SRL già da tempo è impegnata con le Forze dell’Ordine a verificare e salvaguardare i livelli di legalità al fine di scoraggiare ogni tentativo della criminalità organizzata di interferenza nei confronti dei suoi partners Istituzionali pubblici e privati. Per questo motivo nella giornata dell’11.09.2019 la Società ha messo a disposizione degli Organi Amministrativi ogni utile documentazione necessaria all’attività di controllo e verifica richiesta. Peraltro, la collaborazione con la Procura Distrettuale di Catania è sempre stata costante, al fine di garantire che le attività connesse al ciclo dei rifiuti della Società vengano costantemente monitorate per il rispetto dei protocolli di legalità. La complessa ed articolata gestione delle attività poste in essere dalla Sicula Trasporti SRL con gli Enti e le Società con le quali la stessa intrattiene rapporti contrattuali, saranno oggetto di ulteriore approfondimento e verifica al fine di consentire una sempre maggiore trasparenza, salvaguardando l’operatività societaria”.


video RAPINA

CATANIA –   video RAPINa  4 rapinano Mc Donald’s, Carabinieri e Polstrada ammanettano  3 catanesi ed 1 lentinese.  Si tratta dei catanesi Giuseppe ALECCI 32enne, Mirko MUSUMECI 28enne presi da Polizia assieme al lentinese Marco SORTINO 41enne  e del catanese Giovanni LEONE 39enne ammanettato dai carabinieri.  Grazie ad una attività investigativa eseguita in perfetta osmosi tra gli Agenti del Compartimento Polizia Stradale Sicilia Orientale – Sezione Polizia Stradale di Catania ed i Carabinieri del Comando Provinciale, nel giro di poche ore i quattro che la scorsa notte hanno assalito, a mano armata e con il volto travisato da passamontagna, il Mc Donald’s di piazza Stesicoro in pieno centro storico, sono stati assicurati alla giustizia.  La chiamata pervenuta sul 112 (N.U.E.), ha allertato i militari  che sono intervenuti  nel “MC DONALD’S” di piazza Stesicoro, dove alle ore 01.50, 4 sconosciuti a viso coperto ed armati di pistola e coltello si erano fatti consegnare dal responsabile di turno la somma contante di circa 8.000 euro. L’Arma dei Carabinieri nel corso della notte ha proceduto con il primo immediato intervento, mentre la Polizia Stradale transitando nell’area di servizio “Eni” sita al km.13,600 della tangenziale di Catania direzione ME-SR, ha notato una vettura mini cooper con 3 soggetti a bordo che, alla vista dell’equipaggio ha accelerato l’andatura in direzione Siracusa.  Gli  agenti della Polstrada, hanno notiziato la sala operativa compartimentale ponendosi all’inseguimento del veicolo che, con difficoltà e dopo circa 4 chilometri, veniva bloccato sulla corsia di emergenza.  Gli operatori fermata l’auto hanno proceduto al controllo degli occupanti ed alla perquisizione personale degli stessi estesa al veicolo che ha dato esito positivo. I poliziotti hanno rinvenuto 1 busta in plastica contenente 598 euro in monete di diverso taglio,ed indumenti vari: 1 giubbotto nero, 1 felpa di colore grigio e blu, 1 giacca di tuta ginnica blu e strisce bianche e azzurre, 1 scaldacollo, 2 cappellini e 4 apparecchi tipo walkie talkie; dalla perquisizione personale sono stati rinvenuti nella tasca dei pantaloni del SORTINO la somma di 1.250 euro in banconote di vario taglio. I tutori dell’ordine, dai risvolti info investigativi hanno appurato che precedentemente, era stata diramata nota di una rapina perpetrata, alle ore 02,00, ai danni dell’esercizio commerciale Mc Donald’s a Catania in piazza Stesicoro, ad opera di malviventi travisati armati di coltello. Gli investigatori pertanto, con l’ausilio di personale dell’UPGSP della locale Questura, hanno accompagnato i tre soggetti presso gli uffici della Polizia Stradale. Uomini della Polizia Giudiziaria del locale Compartimento Polizia Stradale nel frattempo,  hanno preso contatti con l’esercizio commerciale e con militari dell’Arma dei Carabinieri di Piazza Dante intervenuta sul posto. Gli investigatori hanno accertato chiaramente dalla visione dei filmati del sistema di video sorveglianza dell’esercizio, che i 3 fermati corrispondevano esattamente ai soggetti che avevano, poco prima, consumato la rapina a mano armata di coltello. I  militari dell’Arma, proseguendo l’attività investigativa, sono riusciti a dare un volto al quarto soggetto Giovanni LEONE, localizzato e catturato nella sua abitazione dove i carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato: la somma in contanti  equivalente a circa 800 euro, nonché gli indumenti utilizzati dal malvivente durante la rapina. Gli arrestati, assolte le formalità di rito, sono stati associati nel carcere Piazza Lanza di Catania. La straordinaria sinergia delle forze dell’ordine sul territorio e la tempestività del loro intervento hanno così consentito di assicurare alla giustizia una banda di rapinatori.


CATANIA Polizia blocca pusher a Nesima. Gli agenti hanno sorpreso Salvatore LA CHINA 31enne, nel compiere il reato di detenzione ai fini dello spaccio di sostanza stupefacente.  Uomini del Commissariato Nesima, nell’ambito di mirati servizi finalizzati al contrasto del fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti hanno agito nel rione di San Giovanni Galerm. I tutori dell’ordine hanno riscontrato l’attività di spaccio posta in essere dal LA CHINA. I poliziotti attraverso servizi mirati di appostamento e pedinamento, hanno proceduto a bloccare lungo la via il giovane.   La  perquisizione effettuata presso l’abitazione del soggetto ha permesso agli agenti di rinvenire celata in più parti dell’abitazione, circa 40 grammi di sostanza stupefacente del tipo cocaina, materiale di confezionamento, 1 bilancino e circa 5.000€ in contanti probabile provento dell’attività illecita posta in essere dal giovane. I poliziotti hanno rilevato che il personaggio aveva creato una vera e propria “centrale di spaccio” all’interno della sua casa. Tutto il materiale rinvenuto è stato posto sotto sequestro a disposizione dell’Autorità Giudiziaria e, dopo le formalità di rito, LA CHINA è stato associato presso la Casa Circondariale di P.zza Lanza, in attesa dell’udienza di convalida dinnanzi al G.I.P.


CATANIA - Questore Della Cioppa insediato in Questura a Catania. L’alto funzionario dr. Mario Della Cioppa è reduce dalla recente e brillante “Operazione Ares” eseguita a San Severo e nell'Alto Tavoliere. La Polizia nel foggiano ha eseguito 50 arresti tra le fila dei potenti clan criminali.Il Dirigente Superiore della Polizia di Stato Mario Della Cioppa, quale nuovo Questore di Catania, inizialmente, ha voluto rendere omaggio ai Caduti della Polizia di Stato di Catania all’ingresso della Questura, depositando una corona d’alloro alla lapide che ne ricorda i nomi. Il  Questore, successivamente, ha salutato i Dirigenti ed i Funzionari degli Uffici della Questura e delle Specialità della Polizia di Stato. La  giornata, prevede  le consuete visite istituzionali alle Autorità cittadine. Il Questore Della Cioppa è nato nel 1959, si è laureato in Giurisprudenza a Teramo. Il dottor Della Coppa ha conseguito il Master Universitario di II° Livello nella formazione, presso l’Università Cattolica di Milano ed il Master Universitario di II° livello in "Sicurezza, coordinamento interforze e cooperazione internazionale", presso l'Università La Sapienza di Roma. Il Dirigente Superiore della Polizia,  tra il 1985 ed il 1990, ha svolto servizio presso il Reparto Mobile di Padova e successivamente presso la Questura di Belluno, in qualità di Dirigente la Divisione di Polizia Amministrativa, per poi essere nominato Capo di Gabinetto.  Il Questore Della Cioppa negli anni 90 ha prestato servizio presso la Questura di Pescara, nella Divisione Anticrimine, poi ha ricoperto il ruolo di Capo di Gabinetto ed infine di Capo della Squadra Mobile.  L’alto funzionario di Polizia dal 1998 al 2002 ha ricoperto l’incarico di Dirigente del Reparto Prevenzione Crimine “Abruzzo” ed in seguito, è stato Direttore della Scuola per il Controllo del Territorio a Pescara, dove ha curato vari progetti nazionali legati alla Polizia di Prossimità ed alla formazione del Poliziotto di Quartiere. Il Questore Della Cioppa ha prestato servizio a Roma, presso il Dipartimento della P. S., ed è stato Membro del Gruppo di Lavoro ministeriale finalizzato alla informatizzazione delle attività di indagine e di investigazione della Polizia di Stato (MIPG WEB). Il  Questore dal 2009 al 2012 ha ricoperto l’incarico di Vicario del Questore di Pescara per poi frequentare, per nove mesi, il XXVIII Corso di Alta Formazione presso la Scuola Interforze a Roma.Il Questore Della Cioppa ha ricevuto numerosi incarichi di docenza presso centri di formazione, università ed amministrazioni nelle città di Belluno, Firenze, Livorno, Macerata, Ancona, San Benedetto del Tronto, Pesaro, Ascoli Piceno e Modena, in rappresentanza della Polizia di Stato, nell’ambito dei protocolli di sicurezza fra lo Stato e le Regioni. Il Questore Della Cioppa  è autore di 6 pubblicazioni scientifiche.  L’alto funzionario di Polizia, nel corso della sua carriera ha svolto anche 26 incarichi ministeriali quale Presidente di commissioni esaminatrici. Il Questore Della Cioppa ha ricevuto 4 encomi e 10 lodi dal Capo della Polizia, 1 encomio dalla Giunta Comunale di Pescara, 1 attestato dalla città di Sommacampagna (VR) ed è Cavaliere della Repubblica nel 2003 e Commendatore della Repubblica dal 2017. Nel dicembre 2013 è stato nominato Questore di Alessandria fino al 24 maggio 2015. Dal 25 maggio 2015 al 31 luglio 2017 ha ricoperto l’incarico di Questore delle province di Ascoli Piceno e Fermo. È stato Questore della Provincia di Foggia dal 1° agosto 2017 al 9 giugno 2019.  I migliori auguri di buon lavoro e permanenza a Catania dalL’Informatore di Sicilia e personali all’alto funzionario di Polizia Questore dr. Mario Della Cioppa.


video ROS trovata formula affiliazione mafia 

ROMA - ROS eseguiti 31 arresti: associazione tipo mafia da Catania trapiantata a Roma. Le misure riguardano tra Catania e Roma la famiglia Fragalà : 28 in carcere e 3 ai domiciliari.  I carabinieri di mattina hanno eseguito, nelle province di Roma e Catania, l’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Roma, su richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia. I militari, nel corso delle indagini, oltre ad effettuare numerosi riscontri investigativi, hanno sventato, poche ore dopo la sua consumazione avvenuta a Torvaianica il  3 marzo 2016, il sequestro di Ignazio FRAGALÀ, il cui movente  sarebbe stato connesso ad una controversia sorta in merito al pagamento di una partita di stupefacenti tra il clan FRAGALÀ ed esponenti del clan CAPPELLO di Catania. I reati, aggravati dal metodo e dalle finalità mafiose:  estorsione, danneggiamento con incendio, detenzione e porto abusivo di armi, traffico di stupefacenti, trasferimento fraudolento di valori e favoreggiamento personale.  I provvedimenti sono scaturiti dall’attività investigativa, condotta dal R.O.S. tra il 2014 e il 2017 e coordinata dalla D.D.A. di Roma. Gli investigatori hanno svelato l’esistenza di un sodalizio mafioso, “clan FRAGALÀ”, composto prevalentemente da membri dell’omonimo nucleo familiare, di origini catanesi ma da anni trapiantato in provincia di Roma, la cui operatività criminale era estesa al quadrante sud dell’area metropolitana della Capitale ed in particolare ai comuni di Pomezia, Torvaianica e Ardea.  Le indagini, avvalorate anche da riscontri a  dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, hanno consentito di ricostruire l’organigramma del clan, individuando Alessandro FRAGALÀ(61 anni),  il nipote Salvatore FRAGALÀ (41 anni) e Santo D’AGATA (61 anni), quali soggetti aventi funzioni direttive, in costante contatto con gli ambienti mafiosi catanesi sia per la gestione dei traffici illeciti, sia per il reclutamento di manodopera criminale per lo svolgimento delle attività delittuose in territorio laziale.  I ROS hanno evidenziato che un ruolo di rilievo sarebbe stato altresì rivestito da Astrid FRAGALÀ (40 anni), figlia di Alessandro, elemento di cerniera tra il padre e la vita pubblica pometina, con il compito di curare le relazioni ed i contatti con esponenti delle professioni, della pubblica amministrazione e della politica locale, anche in ragione del suo percorso professionale e nell’associazionismo di categoria, finalizzati ad infiltrare e condizionare la vita politica e la pubblica amministrazione pometina. L’inchiesta del ROS ha rivelato una figura di centrale importanza investigativa   di uno storico personaggio Di origini palermitane legato a “Cosa nostra”, già uomo di fiducia a Roma del boss Pippo CALÒ, ovvero Francesco D’AGATI (83 anni), uno dei destinatari  del provvedimento cautelare per il reato di concorso esterno  nell’associazione mafiosa facente capo al clan FRAGALÀ.  I ROS hanno evidenziato che D’AGATI, sarebbe inserito nelle dinamiche mafiose del territorio romano, dove risiede stabilmente da anni, e capace di mantenere relazioni di elevato livello anche al di fuori degli ambienti criminali, è emerso per autorevolezza e prestigio mafioso, intervenendo a tutela e in rappresentanza degli interessi del clan FRAGALÀ nell’ambito delle controversie con altre organizzazioni criminali operanti nella capitale, fornendo così un importante contributo alla conservazione e al rafforzamento del clan. I carabinieri relativamente alle attività illecite perpetrate dal sodalizio, hanno documentato:  consistenti traffici di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, marijuana e hashish, individuando i canali di approvvigionamento (Colombia e Spagna) e le relazioni funzionali allo sviluppo di tali interessi criminali, intessute con: una componente del clan dei Casalesi. L’inchiesta ha evidenziato che nel corso del biennio 2014-2016, le due strutture sarebbero giunte finanche a federarsi, elaborando obiettivi comuni e condividendo risorse economiche ed armi; soggetti riconducibili ai clan SANTAPAOLA e CAPPELLO di Catania; diversi episodi estorsivi, attuati con metodo mafioso, nei confronti di imprenditori locali anche sotto forma di “recupero crediti”, nonché approvvigionamenti di armi clandestine e di materiali esplodenti per il compimento di attentati/danneggiamenti a scopo intimidatorio; dinamiche associative, riguardanti i rapporti tra le diverse organizzazioni mafiose operanti nella Capitale, finalizzate a comporre i dissidi secondo un sistema condiviso di valori e principi mafiosi, in funzione di un comune interesse al mantenimento di rapporti pacifici per esigenze di autoconservazione.


FOTO OPERAZIONE

 video operazione

CATANIA Operazione Gisella: dichiarazioni CAVALLARO, DDA  26 misure eseguite dai Carabinieri.  200 Carabinieri del Comando Provinciale di Catania, supportati dai reparti specializzati (Squadrone Eliportato Carabinieri “Cacciatori di Sicilia”, Compagnia di Intervento Operativo del XII° Reggimento Carabinieri “Sicilia” e Nucleo Elicotteri di Catania), nelle province di Catania e Reggio Calabria, dalle prime ore del mattino, su delega della Procura Distrettuale, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari di Catania, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 26 persone, ritenute affiliate al sodalizio criminale denominato dei Tuppi, operante nel territorio dei Comuni di Misterbianco e Motta Sant’Anastasia, attualmente confederato alla famiglia mafiosa dei Mazzei, storicamente affiliata a “Cosa Nostra”. I personaggi sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, omicidio, estorsione in concorso, furto, ricettazione e riciclaggio in concorso, detenzione e porto illegale di arma clandestina, trasferimento fraudolento di valori e corruzione, con l’aggravante del metodo mafios. I colpiti dell’ordinanza  di custodia cautelare in carcere “operazione Gisella” del 30 aprile 2019: FOTO OPERAZIONE Domenico AGOSTA 32enne (carcere Siracusa), Emanuele AGOSTA 28enne (carcere Siracusa), Giuseppe AVELLINO 54enne (carcere Catania Bicocca), Filippo BUZZA 44enne (carcere Siracusa), Rosario Salvatore CANTALI 45enne (carcere Agrigento), Gianfranco CARPINO 50enne (carcere Catania Bicocca), Luca DESTRO 36enne (carcere Caltanissetta), Vincenzo DI PASQUALE 51enne (carcere Caltanissetta), Daniele DISTEFANO 34enne (carcere Catania Bicocca), Filippo DISTEFANO 41enne (carcere Siracusa), Carmelo GUGLIELMINO 40enne (carcere Catania Bicocca),  Gaetano INDELICATO 31enne (carcere Caltanissetta), Alfio LA SPINA 36enne (carcere Agrigento), Carlo MARCHESE 46enne (carcere Agrigento), Saverio MONTELEONE 36enne (carcere Reggio Calabria), Daniele MUSARRA AMATO 48enne (carcere Catania Bicocca), Antonino NAVARRlA 58enne (carcere Caltanissetta), Antonio detto Tony NICOTRA 52enne (carcere Catania Bicocca), Gaetano NICOTRA 38enne (carcere Catania Bicocca),  Gaetano NICOTRA 67enne (carcere Catania Bicocca),  Lucia PALMERl 49enne (carcere Catania Piazza Lanza), Emanuele PARISI 39enne (carcere Caltanissetta), Antonino RIVILLI 47enne (carcere Catania Bicocca), Giovanni SAPUPPO 38enne  (carcere Catania Bicocca), Francesco SPAMPINATO 41enne (carcere Agrigento) GIA’ DETENUTI Giuseppe PIRO 28enne, in atto detenuto nel carcere di Catania Bicocca. Il provvedimento ha tratto origine dalle dichiarazioni del collaboratore Luciano Cavallaro, esponente storico  del gruppo mafioso dei ‘Tuppi’, già fortemente radicato sul territorio di Misterbianco a partire dagli anni ’80 (periodo nel quale era affiliato alla famiglia mafiosa dei ‘Cursoti’) e particolarmente attivo nella gestione delle illecite attività, che poneva in essere in contrapposizione con il gruppo  del ‘Malpassotu’, costituente la locale articolazione della famiglia Santapaola, facente capo a Pulvirenti Giuseppe. La contrapposizione dei mafiosi,  sul finire degli anni Ottanta aveva portato ad un conflitto, finalizzato al controllo del territorio. La guerra di mafia avrebbe avuto soccombnte il gruppo facente capo a Mario NICOTRA, inteso “Mario u tuppu” (dalla particolare acconciatura “a chignon”) ucciso il 16 maggio 1989, motivo per il quale gli esponenti dei Tuppi furono costretti ad emigrare in Toscana. La cruenta guerra tra i due gruppi ed i numerosi omicidi che ne scaturirono sono documentati  dalle dichiarazioni di numerosi collaboratori provenienti dal clan del ‘Malpassotu’ e dalle conseguenti sentenze già emesse nei confronti della citata famiglia mafiosa avversaria.  Gli investigatori, al fine di riscontrare le dichiarazioni del collaboratore Luciano CAVALLARO, su delega della Procura Distrettuale, avviarono un’indagine condotta, dal febbraio 2016 al mese di aprile 2018, dal Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Catania e dall’Aliquota Carabinieri di questa Sezione di P.G.. L’inchiesta è stata condotta mediante attività tecniche e dinamiche, che hanno fatto riscontrare l’attuale operatività della famiglia mafiosa dei Tuppi. I personaggi sarebbero rientrati a Misterbianco, dopo che il clan Malpassotu era stato debellato dalle numerose iniziative giudiziarie, ed alleati con la famiglia dei Mazzei, rimasta ad operare sul territorio di Misterbianco. Le indagini hanno consentito ai militari di ricostruire l’attuale organigramma del sodalizio criminale dei Tuppi. Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia e gli accertamenti degli inquirenti avrebbero  evidenziato che  al vertice sarebbe stato l'anziano e carismatico Gaetano NICOTRA, detto "zio Tano", fratello di Mario Nicotra, il quale  sarebbe coadiuvato, nella gestione degli affari e nel governo dei singoli affiliati, dal fidatissimo Antonino RIVILLI. Gli inquirenti hanno evidenziato che Tony NICOTRA nipote, ritornato in libertà dal 17 febbraio 2017, avrebbe ripreso il controllo della cosca e si sarebbe avvalso della "collaborazione" del giovane fratellastro Gaetano NICOTRA, del ''figlioccio', Carmelo GUGLIELMINO, sempre attivamente impegnato a "sbrigare" le "beghe sul campo" e di Daniele MUSARRA AMATO. L’inchiesta dei carabinieri avrebbe focalizzato che alle strette dipendenze di RIVILLI e di Tony NICOTRA avrebbe operato, poi, il "gruppo di Motta Sant'Anastasia", capitanato da Daniele DISTEFANO, inteso "Minnitta", il quale, a sua volta, si sarebbe avvalso dell'opera del fratello, Filippo DISTEFANO, e dei "soldati", Filippo BUZZA, Domenico AGOSTA, Gaetano INDELICATO, Francesco SPAMPINATO e Giuseppe PIRO. Il materiale probatorio acquisito dagli investigatori ha consentito di contestare, per la prima volta, al gruppo dei Nicotra sia i reati di associazione mafiosa che altri reati fine, all’omicidio di Paolo ARENA, anche ai capi ed affiliati del gruppo dei  Tuppi che, a causa dell’allontanamento in Toscana, finora non era stato sottoposto a procedimenti per mafia per i fatti riguardanti Misterbianco. La Direzione Distrettuale Antimafia  ha valuto le dichiarazioni di Luciano CAVALLARO ed ha  riscontrato che uno degli omicidi risalenti alla guerra di mafia, abbia un mandante.  Gli investigatori hanno acclarato elementi di prova sulla responsabilità di Gaetano NICOTRA 68enne, in qualità di mandante,  nell’omicidio consumato il 28 settembre 1991, a Misterbianco. La vittima era il consigliere comunale Paolo ARENA. Il politico assassinato era esponente di spicco della Democrazia Cristiana etnea, fu freddato con colpi di fucile esplosi da 2 ignoti sicari. Le indagini avevano portato a ritenere che il fatto di sangue potesse essere legato ad ingerenze criminali negli affari politici ed economici del Comune di Misterbianco. Gli investigatori dalle dichiarazioni di Luciano CAVALLARO avrebbero  puntualizzato che in relazione alla carica politica ricoperta, Paolo ARENA aveva intrattenuto relazioni illecite e continuative con Mario NICOTRA e, dopo l’omicidio dello stesso per mano del clan PULVIRENTI, aveva allacciato rapporti affaristici con quest’ultimo gruppo. L’appoggio garantito da ARENA ai PULVIRENTI era stato vissuto dai restanti appartenenti al clan NICOTRA come un vero e proprio tradimento da sanzionare con la morte del politico. L’ipotesi investigativa dell’epoca è stata confermata quindi dall’esame delle dichiarazioni fornite dai collaboratori di giustizia e dall’analisi di atti di procedimenti instaurati in Toscana nei confronti degli esponenti apicali dei TUPPI durante la loro permanenza in quell’area. Il nome “Gisella dato all’indagine è il nome in codice utilizzato nei colloqui telefonici dai giovani sodali che costituiscono il gruppo di “Motta”,  per indicare il “capo”, ossia Antonino RIVILLI. Le indagini degli investigatori avrebbero attestato, che l’operato del gruppo di Motta sarebbe  collegato al contesto mafioso dei NICOTRA i quali sarebbero intervenuti per “sistemare” situazioni sconvenienti scaturenti dalle illecite attività degli affiliati, dando loro disposizioni, che i componenti del gruppo erano tenuti a rispettare, sicché anche i dettagli delle illecite azioni sono sempre oggetto di attenzione da parte del gruppo di comando. Gli investigatori hanno evidenziato che l’attività preminente del gruppo di Motta, guidato da Daniele DISTEFANO, sarebbe :  furti di veicoli agricoli perpetrati in danno di aziende ubicate nelle provincie di Catania ed Enna, finalizzati a richieste estorsive avanzate nei confronti degli interessati per la restituzione dei mezzi. I tutori dell’ordine nell’indagine hanno evidenziato come il gruppo, sembra trascorsi tre giorni senza che qualcuno avesse fatto richiesta di restituzione del mezzo, abbia proceduto alla vendita del veicolo mediante intermediazione di soggetti incaricati da Daniele DISTEFANO o dal suo "braccio destro" Filippo BUZZA. Gli inquirenti hanno evidenziato che uno dei due soggetti avrebbe interpellato telefonicamente i mediatori utilizzando una terminologia allusiva e trasmettendo, tramite l'applicazione "Whatsapp", le fotografie scattate ai mezzi per potenziali acquirenti. Venivano utilizzate SIM card intestate a soggetti extracomunitari e/o dell'Est europeo mediante il c.d. metodo "citofonico", per effettuare conversazioni "dedicate". Gli inquirenti, il 31 marzo 2017,  a seguito di attività investigativa avevano rinvenuto e sequestrato 1 pistola calibro 9 corto a salve, modificata in arma comune da sparo, con relativo munizionamento, nel corso di una perquisizione domiciliare effettuata presso l'abitazione del noto Sebastiano SOZZI, alias "Davide". Il sequestro era preceduto dall'ascolto di numerose conversazioni sulle utenze in uso a Filippo BUZZA, Daniele DISTEFANO e dello stesso Sebastiano SOZZI, dalle quali era emerso che quest'ultimo aveva commissionato l'arma ai due affiliati dell'organizzazione dei NICOTRA. La forte presenza sul territorio è riscontrata anche dall’infiltrazione del sodalizio nelle istituzioni: le indagini attestano infatti che il gruppo veniva agevolato da un militare, effettivo alla locale Stazione Carabinieri di Motta Sant’Anastasia (anch’egli destinatario di misura cautelare detentiva), il quale forniva informazioni sulle attività del proprio ufficio, orientando il gruppo nella programmazione dei reati. Il militare, dal mese di gennaio al mese di aprile 2017, in cambio di utilità economiche, riferiva a due affiliati informazioni riservate (rivelazione dell’identità dei confidenti nonché modalità su come sottrarsi alle attività di controllo). Il carabiniere è stato indagato per corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio e rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, con l’aggravante di favorire e agevolare il sodalizio mafioso. Le indagini hanno documentato come i componenti del sodalizio siano molto attivi nel rilevare attività economiche riconducibili a terzi che hanno maturato debiti nei loro confronti come: la macelleria di Piano Tavola il cui gestore era sottoposto ad usura ed estorsione, motivo per il quale era fuggito a Malta e il Night Red Lips, un locale di intrattenimento, mascherato da associazione culturale. Gli accertamenti patrimoniali svolti nei confronti di Antonino RIVILLI, Domenico AGOSTA e Carmelo GUGLIELMINO hanno consentito altresì di acclarare la sproporzione tra le capacità reddituali ufficialmente dichiarate dagli indagati ed il valore dei beni rientranti nei rispettivi patrimoni tale da fare ritenere pienamente operativa la presunzione della illecita provenienza degli stessi. Gli investigatori,  nella circostanza, hanno  sottoposto a sequestro  preventivo beni mobili ed immobili per un valore complessivo di  oltre 1.500.000€ : 1 villa ed 1 terreno siti nel comune di Belpasso a RIVILLI, 2 imprese individuali a Belpasso e  1 associazione culturale a Motta S. Anastasia ad AGOSTA, 1 abitazione, 1 magazzino, 1 bottega a Misterbianco e 1 terreno a Belpasso a GUGLIELMINO. La magistratura ha disposto nei confronti dei 3 indagati il sequestro preventivo di numerosi rapporti finanziari ed assicurativi.


CATANIA Arma Carabinieri, auguri ed uova pasquali ai piccoli degenti in oncologia Policlinico. Gli uomini e le donne in divisa del Comando Provinciale Carabinieri di Catania con una graditissima visita hanno voluto testimoniare la loro vicinanza ai piccoli degenti ed alle loro famiglie, nel  reparto di Emato-Oncologia Pediatrica dell’Azienda Policlinico-Vittorio Emanuele. I militari dell’Arma, di mattina,  con la loro presenza hanno regalato ai piccoli una giornata di grande animazione. I piccoli degenti sono costretti a rimanere nell’ambiente ospedaliero a causa della loro malattia e festeggiare la S. Pasqua in maniera diversa dal solito. Le uova di cioccolato, simbolo pasquale tanto caro ai bambini, come tradizione, non potevano mancare e sono state distribuite nel Reparto di degenza e nel Day Hospital ai bimbi presenti, coinvolti in un clima festoso grazie anche ai numerosi gadget consegnati loro dal personale in divisa. Il Direttore Generale ff  dott. Giampiero Bonaccorsi insieme alla prof.ssa Giovanna Russo direttore dell’Emato-Oncologia Pediatrica e al dott. Paolo Adorno in rappresentanza della Direzione Medica del Presidio Gaspare Rodolico, hanno fatto gli onori di casa e ricevuto in un clima di grande cordialità il Colonnello Raffaele Covetti  Comandante Provinciale dei Carabinieri di Catania, accompagnato da una rappresentanza di Carabinieri di ogni ordine e grado.  Il Comandante Raffaele Covetti ha invitato i piccoli degenti ed i sanitari presenti a ricambiare la visita nel Comando Provinciale in caserma a piazza Giovanni Verga per far toccare con mano le attività, i mezzi in dotazione ed i locali di cui dispone l’Arma. L’invito del comandante provinciale è sto accolto con grande entusiasmo da tutti. Tutte le autorità  presenti, agli auguri per la festa pasquale hanno aggiunto ai bimbi ed alle loro famiglie l’augurio di un tempestivo ritorno a casa alle normali attività di tutti i giorni. L'Associazione Nazionale Carabinieri ANC di Catania, sabato mattina, donerà le uova di Pasqua ai bambini degenti nel reparto di Oncologia Pediatrica del Policlinico.


CATANIA – Marocchino ricercato è preso da Carabinieri in via Santa Maddalena. I militari del Nucleo Radiomobile del Comando Provinciale hanno bloccato nella flagranza Abdelhafid SRAIDI 22enne, di origini marocchine ma residente a Rosolini (SR), poiché ritenuto responsabile di evasione essendo ricercato dall’ottobre 2018. Il personaggio già era ristretto agli arresti domiciliari per una rapina commessa il 18 ottobre 2018 nel capoluogo etneo, ed è stato fermato quale persona sospetta in via Santa Maddalena dall’equipaggio di una “gazzella”.  I militari, interrogando la banca dati delle FF.PP., hanno potuto accertarne l’evasione avvenuta il 19 ottobre del 2018 quando i Carabinieri di Rosolini non lo trovarono in casa, luogo in cui non ha più fatto rientro.  L’arrestato, assolte le formalità di rito, è stato rinchiuso nel carcere di Catania Piazza Lanza così come disposto dal giudice. 


CATANIA Polizia, promossi a grado superiore 4 funzionari in servizio a Questura di Catania. Il Consiglio di Amministrazione del Ministero dell’Interno, nella seduta dello scorso 13 marzo, ha promosso ben quattro funzionari della Polizia di Stato in servizio nella città Etnea. La dottoressa Maria Carmela Lucia LONGO ha conseguito la promozione alla qualifica di Dirigente Superiore Medico per il Primo Dirigente Medico, attuale dirigente dell’Ufficio Sanitario Provinciale della Polizia di Stato a Catania. La dott.ssa Longo è entrata a far parte della Polizia di Stato nel 1987 e, dopo alcuni anni trascorsi presso la Questura di Messina, è stata assegnata alla Questura di Catania, per poi passare al X Reparto Mobile della città etnea. La  dott.ssa Longo, successivamente, ha ricoperto l’incarico di addetto al Coordinamento Sanitario Sicilia e Calabria della Polizia di Stato con sede a Catania. Promozione in vista per il Vice Questore dott.ssa Maria Carmela SANFILIPPO, attuale dirigente dell’Ufficio del personale della Questura etnea: dopo l’esperienza maturata presso la Questura di Palermo e presso la Questura di Catania, dove ha maturato esperienza nell’U.P.G.S.P. – Squadra Volanti, presso l’Ufficio di Gabinetto e la Digos in qualità di responsabile della Squadra Antiterrorismo, è promossa alla qualifica di Primo Dirigente della Polizia di Stato. Il  Vice Questore dott. S. Emanuele Tito CICERO, attuale dirigente del Commissariato Librino è promosso alla qualifica di Primo Dirigente. Il  dott. Cicero è divenuto Commissario nel 1999, ha maturato esperienze in campo di polizia giudiziaria che l’hanno portato prima alla Questura di Palermo, poi è stato assegnato alla Questura di Catania, passando per la dirigenza della Squadra Mobile, della Divisione P.A. e della Sezione di Polizia Postale presso la Questura di Enna. Il dott. Cicero, nella città etnea ha diretto l’UPGSP,  è stato, poi, trasferito alla Questura di Siracusa dove ha diretto la Squadra Mobile. Il  dott. Cicero è tornato all’attuale dirigenza del Commissariato Librino,  avendo prima diretto la squadra Mobile di Vibo Valentia. Il  Vice Questore dott. Marcello LA BELLA, attuale dirigente del Compartimento di Polizia Postale di Catania, apprezzato esperto in crimini informatici e cyberbullismo passa alla qualifica di Primo Dirigente della Polizia di Stato. Il  dott. La Bella è attivissimo sul fronte del contrasto alla pedopornografia ed a tutte quelle forme di reati che si realizzano attraverso la Rete, ha maturato esperienza di polizia giudiziaria presso la squadra Mobile e la Digos della Questura di Enna. Ai neo promossi, l’augurio buon lavoro del Questore Alberto Francini, di tutti gli appartenenti alla Polizia di Stato catanese e del nostro giornale.


CATANIA - 7Kg ecstasy sequestrati ad agente immobiliare da Carabinieri in Operazione antidroga. I militari della Compagnia di Catania Fontanarossa, coadiuvati dagli uomini della Stazione di Pedara, hanno arrestato nella flagranza un 34enne di origini siracusane ma residente nel capoluogo etneo, poiché ritenuto responsabile di detenzione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. La complessa attività info-investigativa svolta dagli uomini del Nucleo Operativo di Fontanarossa, supportata da numerosi servizi di osservazione e pedinamento, ieri sera ha raggiunto l’epilogo sperato. I militari, seguendo l’agente immobiliare in macchina d  via Pacinotti nel quartiere Nesima fino ad una villetta isolata ubicata in zona “Tarderia”, agro del comune di Pedara, al momento opportuno hanno potuto fare irruzione nell’immobile. Gli investigatori nel luogo  a seguito di perquisizione, hanno rinvenuto e sequestrati: 7 Kg di ecstasy (MDMA) non raffinata, 50 grammi di cocaina, e materiale comunemente utilizzato dagli spacciatori per confezionare le dosi di stupefacente da porre in commercio.  L’ecstasy sequestrata, sostanza stupefacente sintetica, dopo la lavorazione e la trasformazione in pasticche (circa 50.000), avrebbe potuto fruttare al dettaglio una cifra vicina al milione€.  L’arrestato, assolte le formalità di rito, è stato associato nel carcere di Catania Piazza Lanza. 


CATANIA - Carabinieri “Lupi” a Picanello bloccano 24enne ai domiciliari con droga e soldi. I militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale hanno ammanettato nella flagranza  Antonino CULLETTA  24enne catanese in via Caduti del Lavoro, già sottoposto agli arresti domiciliari per droga con l’obbligo di indossare il braccialetto elettronico, poiché ritenuto responsabile di detenzione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. Gli uomini della Squadra “Lupi”  svolgendo attività anticrimine ieri sera, grazie anche alla collaborazione di una pattuglia del Nucleo Radiomobile, hanno finto un controllo di routine al detenuto. I militari hanno concluso efficacemente l’attività info-investigativa accedendo nell’immobile luogo in cui, previa perquisizione, hanno rinvenuto e sequestrato: 5.300 euro in contanti, denaro suddiviso in due tranche da 1.300 e 4.000€  nascosto separatamente nella cappa della cucina e dentro una vecchia macchina da cucire, ritenuti il provento dell’attività illecita posta in essere dal pusher, 2 buste di plastica contenenti oltre 200 grammi di marijuana, occultate in una scatola di derivazione dell’impianto elettrico, 2 bilance elettroniche di precisione nonché del materiale comunemente utilizzato dagli spacciatori per confezionare lo stupefacente da porre in vendita. Il personaggio, in attesa della direttissima, è stato ricollocato ai domiciliari.


BRONTE  CT – 12 in manette, Carabinieri, Cacciatori e DDA smantellano gruppo specialista in spaccio droga proveniente da Catania. Si tratta di :Andrea GULLOTTI 28enne nato a Bronte (con la qualifica di capo e promotore dell’associazione); Giuseppe PARISI 33enne  nato a Biancavilla (con la qualifica di organizzatore); Federico MONTAGNO CAPPUCCINELLO, inteso “Berlusconi”,  28enne nato a Bronte; Enzo CURRENTI  27enne inteso “Enzino”, nato a Bronte; Alex SPITALERI, 24enne  inteso “becchino”, nato a Bronte; Patrizio CAVALLARO 23enne nato a Bronte; Gaetano MERLO 32enne nato a Bronte; Dario MARULLO 25enne nato a Bronte; Luana SCIAVARRELLO 28enne nata a Bronte; Giuseppe LEANZA 39enne inteso “Peppe a’ mafia”, nato a Bronte; Giosuè CIMBALI 38enne nato a Bronte; Giannunzio FICHERA 22enne nato a Bronte. Su disposizione della Procura Distrettuale Antimafia di Catania, nelle prime ore del mattino, 60 militari del Comando Provinciale di Catania, coadiuvati da unità cinofile, da militari dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Sicilia” e della Compagnia d’Intervento Operativo del 12° Reggimento Sicilia nonché da un elicottero del 12° NEC, hanno dato esecuzione, a Bronte, ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le indagini Preliminari nei confronti di 12 persone ritenute responsabili a vario titolo di associazione finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti.  Il provvedimento ha tratto origine da una complessa indagine condotta dalla Compagnia Carabinieri di Randazzo e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, mediante attività tecniche e servizi di osservazione sul territorio, che ha consentito di accertare l’esistenza di un’organizzazione ben strutturata finalizzata alla detenzione e vendita di sostanza stupefacente di tipo marijuana nella città di Bronte e territori limitrofi. L’attività investigativa si è svolta nell’arco temporale tra il mese di febbraio e di novembre 2017 ed ha consentito di monitorare le dinamiche della piazza di spaccio. Gli inquirenti hanno definito i ruoli ricoperti, le modalità nonché i luoghi dove veniva occultata la sostanza stupefacente. I carabinieri hanno accertato a tale proposito che la sostanza era custodita presso immobili rurali e terreni in modo da eludere gli accertamenti in ordine alla riconducibilità dello stupefacente all’organizzazione in caso di sequestro. La droga, che proveniva da vari canali di approvvigionamento, riferibili sia a paesi limitrofi che ai quartieri Librino e Villaggio Sant’Agata della città di Catania, veniva poi rivenduta nel territorio brontese con ricavi notevoli, derivanti dal fatto che gli indagati, esercitando un ruolo dominante sul territorio nel traffico di stupefacenti, erano in grado di determinare il prezzo di ogni singola dose di sostanza spacciata.Tutti i 12 soggetti sono stati colpiti da ordinanza di custodia cautelare in carcere.


video operazione

CATANIA 150 Carabinieri eseguono 37 misure per vendita cocaina e marijuana Santapaola – Nizza: affare da 11mila€ al giorno. I soggetti destinatari della misura collocati in carcere tutti nati a Catania sono: Daniele Agostino CALACIURA 31enne; Alessandro CONTI 26enne; Carlo CUTRONA 35enne; Angelo DE LUCA 34enne ; Simone DE LUCA 28enne; Manuel Antonio DI BENEDETTO 23enne; Antonino DRAGO 30enne; Ferdinando FARO  22enne; Omid GOODARZI 23enne; Antonino GRASSO 24enne; Davide GUERRA 37enne; Dario LO PRESTI 36enne; Mario MARLETTA 30enne; Salvatore MAUGERI 22enne; Massimo MUNZONE 33enne; Vincenzo NAPOLI 24enne; Benito PASTURA 27enne; Carmelo Cristian PATANÈ 24enne; Angelo Lucio PESCATORE 36enne; Vanessa PITTARÀ 31enne; Nunzio PLANDERA 39enne; Michele POLIZZI 34enne; Giovanni Maria PRIVITERA 25enne; Pietro PRIVITERA 37enne;  Carmelo SCALIA, di Mario 26enne; Damiano SPARACINO 27enne; Manuel TAGLIERI 22enne. I soggetti minorenni destinatari della misura collocati all’ I.P.M. di Bicocca (Catania) sono: D.P. 18enne (classe 2000); G.T.18enne(classe 2000); S.C.16enne (classe 2002). I soggetti destinatari della misura degli arresti domiciliari si identificano in: Lorenzo Marco CANTONE 26enne; Andrea FERRUGGIA  28enne;  Orazio VICINO 20enne. I soggetti destinatari della misura dell’ obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria si identificano in: Vanessa ARDITO 31enne; Mario BONAVENTURA 23enne;  Salvatore FAZIO 19enne;  Giuseppe SCAFARIA 18enne nato a Reggio Calabria. I militari del Comando Provinciale di Catania,  su disposizione della Procura Distrettuale Antimafia di Catania e della Procura per i Minorenni di Catania, nelle prime ore del mattino hanno dato esecuzione, nelle province di Catania, Caltanissetta e Ragusa, ad un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 37 persone, 3 delle quali minorenni, ritenute responsabili a vario titolo di associazione finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti.  Il provvedimento trae origine da una complessa indagine condotta dalla Compagnia Carabinieri di Piazza Dante e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, mediante attività tecniche e dinamiche che hanno consentito di accertare l’esistenza di un’organizzazione ben strutturata finalizzata alla vendita al minuto di sostanze stupefacenti del tipo cocaina e marijuana, in una delle zone cittadine più note quale piazza di spaccio, storicamente controllata dal clan mafioso Santapaola e gestita, sino al gennaio 2017, dal gruppo Nizza. Le indagini si sono concentrate nell’arco temporale tra l’ottobre 2017  ed il gennaio 2018, ed hanno consentito di monitorare le dinamiche della piazza di spaccio, definendo i ruoli ricoperti e i turni di lavoro svolti dagli indagati consentendo l’individuazione di un responsabile e dei fidati collaboratori che gestivano la numerosa “manovalanza” costituita da vedette, fisse e mobili, e da pusher. La stima del volume di affari illeciti del sodalizio si aggirava intorno agli 11.000€ al giorno, con le vendite attive sin dal primo pomeriggio che proseguivano fino alle prime ore del mattino seguente. I soggetti colpiti dal provvedimento sono stati destinati in larga parte in carcere (30); 3 sono stati collocati agli arresti domiciliari e 4 sottoposti all’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria.

CATANIA   Agenti e Cinofili trovano cocaina e marijuana in contatori condominio. I Poliziotti della Squadra Cinofili dell’UPGSP, ieri pomeriggio, durante un controllo in via Capo Passero, hanno rinvenuto, 2 sacchetti all’interno dei quali vi erano, rispettivamente, 9 involucri di marijuana, per un peso complessivo lordo di circa 166 grammi e 14 involucri di cocaina, per un peso complessivo lordo di circa 13 grammi. La sostanza stupefacente è stata rinvenuta, grazie alla perseverante attività dei cani antidroga, all’interno di una cassetta di sicurezza blindata posizionata in alto, sì da non essere facilmente individuabile, nel sottoscala di uno stabile dove erano posizionati i contatori Enel. Il tutto è stato sequestrato a carico di ignoti.


CATANIA -  “Cacciatori” Carabinieri inviati in aiuto e protezione persone colpite da sisma. Il Comando Legione Carabinieri “Sicilia” a seguito dell’evento sismico che si è verificato il 26 dicembre scorso in diversi comuni della provincia etnea, ha disposto l’invio dei militari dello Squadrone Eliportato “Cacciatori di Sicilia” nelle zone più colpite dal sisma dove numerose persone hanno dovuto abbandonare le loro case rese inagibili dalla violenta scossa tellurica. Gli operatori dello Squadrone, qualificati per la ricerca dei latitanti e la prevenzione e repressione dei reati in aree rurali, faranno da supporto al dispositivo di sicurezza già avviato nell’immediato post terremoto dal Comando Provinciale Carabinieri di Catania che in campo, oltre alle Compagnie di Acireale e Giarre, ha dislocato delle pattuglie formate da personale del Nucleo Investigativo (Squadra “Lupi”) nella fattispecie dedicato all’opera di anti-sciacallaggio.

  (Polizia video eruzione e luoghi sisma)

CATANIA – Eruzione Etna, Terremoto di Santo Stefano mobilitati 8mila Architetti e Ingegneri. I professionisti volontari, in possesso dei requisiti richiesti, dovranno far pervenire la domanda alle rispettive segreterie entro le 12.00  del 28 dicembre. Ordini catanesi di Architetti ed Ingegneri in seduta straordinaria congiunta hanno allertato oltre 8mila iscritti per effettuare sopralluoghi degli edifici colpiti dal sisma. I  presidenti Alessandro Amaro (architetti) e Giuseppe Platania (ingegneri)  spiegano : “E’ partita di  mattina la lettera rivolta a tutti gli iscritti agli Ordini di Ingegneri ed Architetti della provincia di Catania, con la richiesta di disponibilità a effettuare sopralluoghi negli edifici colpiti dal sisma nei comuni della zona pedemontana etnea, ionico-etnea e dell’acese. La  convocazione straordinaria del consiglio direttivo, è stata  effettuata ieri pomeriggio in emergenza  ed è stato deciso preventivamente di allertare tutti gli iscritti presso i due Ordini, oltre 8mila professionisti, per dare un supporto concreto all’unità di crisi costituita presso la prefettura di Catania. Grazie alla disponibilità di volontari, costituiremo una task force per effettuare un’analisi degli immobili danneggiati, verificando con un’ispezione tecnica se nei palazzi ci sono danni e se i danni sono tali da mettere a rischio l’incolumità. Vista l’importanza delle operazioni, riteniamo che serva competenza specifica da parte dei colleghi, per questo abbiamo richiesto il possesso di requisiti tecnici. I professionisti, infatti, dovranno avere esperienza pregressa maturata eseguendo sopralluoghi nelle città italiane colpite da eventi sismici (L’Aquila, Santa Venerina, Italia centrale); attestazioni Aedes (Agibilità e danno nell'emergenza sismica) e altre certificazioni rilasciate da enti qualificati; esperienza di progettazione e direzione lavori per la ricostruzioni di edifici danneggiati da terremoti; funzionari del Genio Civile e della protezione Civile in quiescenza; competenza maturata lavorando negli “uffici sisma per la ricostruzione post terremoto costituiti presso le pubbliche amministrazioni”; attività eseguita nell’espletamento del progetto “Diamoci una scossa”.   (Polizia video eruzione e sisma)

Amaro e Platania continuano: “Siamo profondamente vicini a chi, nella notte di Santo Stefano ha subito danni alla propria abitazione, agli sfollati, a chi si è ritrovato per strada e in questi momenti sta cercando di capire cosa fare  noi come rappresentanti dell’Ordine siamo stati in loco per una verifica diretta dei danni e siamo pronti e disponibili, qualora ci venisse richiesto dagli organi competenti, per fornire tutto il supporto necessario. In questi ultimi anni abbiamo concentrato tutte le nostre energie per sensibilizzare cittadini e istituzioni sull’importanza della prevenzione sismica, continuando a ribadire la necessità di interventi di adeguamento degli edifici. Oggi occorre agire in emergenza, ma sarà nostra assoluta priorità continuare la battaglia sul fronte della messa in sicurezza del nostro territorio”.

( Polizia video eruzione )

La Guardia Costiera  continua il monitoraggio dell’attività eruttiva dell’Etna. Il risveglio della attività vulcanica dell’Etna ha impiegato gli uomini e le donne della Base Aeromobili della Guardia Costiera e del 2° Nucleo Aereo di Catania nelle attività di monitoraggio delle zone coinvolte e di sostegno della  popolazione civile. Un elicottero del Reparto ha effettuato diverse sortite, nella giornata del 26 dicembre, allo scopo di effettuare una ricognizione delle aree più colpite dall’intenso evento sismico della notte, effettuando un sorvolo delle località ai piedi dell’Etna per individuare le zone di maggiore criticità.   La  ormai consolidata collaborazione tra il Nucleo Aereo ed il locale Istituto di Geofisica e Vulcanologia è continua, i mezzi ad ala rotante del Reparto hanno effettuato la ricognizione delle aree sommitali del vulcano, permettendo l’individuazione delle fessure eruttive e la valutazione dello scenario complessivo e della sua evoluzione. L’impegno degli equipaggi del Corpo nella tutela del territorio e delle popolazioni residenti in aree vulcaniche e ad intenso rischio sismico continua ogni giorno, con periodiche missioni di monitoraggio del Vulcano Etna e del vicino Stromboli e con l’inserimento dei mezzi aerei del Reparto Etneo nel dispositivo di Protezione Civile a salvaguardia della sicurezza della collettività.


CATANIA - Blitz interforze a Librino e San Giorgio, cane poliziotto Vite trova 48 dosi in porta antincendio. 1 unità cinofila antidroga della Polizia di Stato, ha accuratamente ispezionato gli spazi comuni di un edificio di Viale Castagnola.  Il  luogo è adiacente una fiorente piazza di spaccio. Grazie al fiuto del cane “Vite”, è stata rinvenuta, abilmente occultata nell’intercapedine di una porta antincendio, 1 busta contenente 90 grammi di marijuana, già divisa in 48 dosi pronte alla vendita. La droga è stata sottoposta a sequestro e posta a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Il  Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica tenutosi in Prefettura, ieri, aveva predisposto un servizio interforze al quale ha preso parte  la Polizia di Stato, dei Carabinieri,  la Guardia di Finanza e  la Polizia Municipale, coordinato dal Commissariato di Librino, dando vita al   controllo straordinario del territorio nei quartieri Librino e San Giorgio. Un funzionario del Commissariato di P.S. Librino ha coordinato equipaggi automontati del Commissariato, della squadra cinofili dell’U.P.G.S.P., del Reparto Prevenzione Crimine Sicilia Orientale, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Polizia Municipale settori Viabilità ed Annona. Attiva sul posto, anche una squadra del Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica Sicilia Orientale. I tutori dell’ordine hanno istituito posti di controllo nei pressi della rotatoria prossima al centro commerciale “Porte di Catania” ed in via Zia Lisa, in prossimità del Cimitero cittadino. L’interforze ha controllato 85 veicoli e 106 persone; contestato 28 contravvenzioni al C. di S. (8 per la mancata copertura assicurativa per la Responsabilità Civile, 2 per il mancato utilizzo del casco, 2 per inottemperanza all’alt intimato dalla Polizia, 11 per mancata revisione del veicolo, 2 per mancata esibizione dei documenti e 3 per il mancato utilizzo cintura di sicurezza).  I tutori dell’ordine hanno  proceduto al sequestro amministrativo dei 3 veicoli senza l’assicurazione obbligatoria. Il controvalore delle sanzioni comminate è pari a 11.255 euro. Gli agenti hanno  proceduto, inoltre, al controllo della regolarità amministrativa dei camion e dei relativi venditori di alimenti e bevande. Uno di questi, situato in viale Moncada, è risultato essere sprovvisto di qualsiasi autorizzazione amministrativa e, pertanto, è stato sottoposto a sequestro con conseguente irrogazione di sanzioni pecuniarie per complessivi 24.747 euro.


CATANIA -   Direzione Investigativa Antimafia sequestra beni 1.5 milioni€ ad imprenditore agricolo di Palagonia. Uomini della D.I.A. di Catania, diretta dal 1° Dir. della Polizia di Stato dr. Renato PANVINO, nelle prime ore della mattina  hanno eseguito un decreto di sequestro beni, emesso dal Tribunale di Catania – Sezione Misure di Prevenzione, su proposta di applicazione di misura di prevenzione personale e patrimoniale formulata dal Direttore della D.I.A., Gen. Div. Giuseppe GOVERNALE, in sinergia con la locale Procura Distrettuale Antimafia, nei confronti di Salvatore MARLETTA 45enne, nativo di Palagonia (CT). Salvatore MARLETTA nel 2001 fu arrestato con altri soggetti, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere, poiché ritenuto responsabile dei reati di omicidio volontario tentato, lesioni personali e detenzione abusiva di armi, e successivamente sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di P.S. perla durata di 1 anno  e 6 mesi. Il personaggio nel 2007, fu arrestato dai Carabinieri di Palagonia in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare, poiché indagato, a vario titolo per i reati di usura, estorsione e porto abusivo di armi in luogo pubblico. L’ordinanza custodiale fu emessa anche nei confronti di altri tre soggetti, tra i quali Febronio OLIVA, ritenuto dagli investigatori appartenente alla famiglia mafiosa Di Dio di Palagonia. La  Procura della Repubblica di Caltagirone, nell’ottobre 2017, da ultimo, ha chiesto il rinvio a giudizio del MARLETTA ed altri soggetti, poichè accusati di appartenere ad un’associazione a delinquere dedita alla commissione di truffe ai danni dello Stato, mediante attestazione fittizia di assunzione di braccianti agricoli, dichiarazione fraudolenta mediante l’uso di fatture per operazioni inesistenti, occultamento di documenti contabili e bancarotta fraudolenta. Gli accertamenti patrimoniali svolti dagli investigatori sul suo conto, ai fini dell’applicazione della misura di prevenzione, hanno evidenziato l’assenza, in capo a Salvatore MARLETTA, di risorse lecite idonee a giustificare gli investimenti effettuati e, nel contempo, una cospicua e generalizzata sproporzione tra i redditi dichiarati ed il patrimonio posseduto. Il  provvedimento adottato a   carico del personaggio ha disposto il sequestro del patrimonio riconducibile allo stesso, al momento stimato in circa 1.500.000,00 € e composto da diversi rapporti bancari in corso di quantificazione, un’azienda operante nel settore agricolo, nonchè un fabbricato di pregio e n.18 appezzamenti di terreno ubicati nei comuni di Palagonia e Ramacca.


CATANIA  Carabinieri, Operazione antimafia “Aquilia”,  presi 18 soggetti, rivelazioni 2 collaboratori giustizia :  invischiato ex deputato regionale NICOTRA. Si tratta di : Fabio ARCIDIACONO 34enne (tradotto carcere Catania Piazza Lanza) ; Fabrizio BELLA 54enne (tradotto carcere  Caltanissetta) ; Rodolfo BONFIGLIO  37enne,  in atto detenuto nel carcere di Barcellona Pozzo di Gotto (ME) ; Cirino CANNAVÒ 45enne (tradotto arresti domiciliari) ; Fabio Vincenzo COSENTINO  39enne (tradotto carcere Agrigento) ; Gianmaria Tiziano COSENTINO 36enne (tradotto carcere Palermo) ; Danilo Tommaso FAILLA  38enne (tradotto carcere Caltanissetta) ; Salvatore Nunzio FONTI  47enne (tradotto carcere Caltanissetta) ; Camillo GRASSO  49enne (tradotto carcere Caltanissetta) ; Antonino Francesco MANCA  39enne, in atto detenuto nel carcere di Noto (SR) ; Mariano MASSIMINO 31enne,  (tradotto carcere Catania Piazza Lanza) ; Mario NICOLOSI 51enne (tradotto carcere Caltanissetta) ; Raffaele Giuseppe NICOTRA 61enne (tradotto carcere Catania Bicocca; Camillo PAPPALARDO 47enne (tradotto carcere Palermo) ; Concetto PUGLISI 36enne  (tradotto carcere Agrigento) ; Giuseppe ROGAZIONE 43enne  (tradotto carcere Agrigento); Santo Paolo SCALIA 43enne    (tradotto carcere Palermo); Stefano SCIUTO 35enne,  in atto detenuto nel carcere di Asti. Circa duecento i militari del Comando Provinciale Carabinieri di Catania, che hanno operato su delega della Direzione Distrettuale Antimafia etnea, ed hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Catania, nei confronti di 18 soggetti (di cui 15 presunti appartenenti alla “Famiglia” Santapaola-Ercolano ed in particolare, alle frange operanti ad Acireale e Aci Catena), ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsioni con l’aggravante del “metodo mafioso”, scambio elettorale politico mafioso, tentato omicidio, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e detenzione illegale di armi. Le indagini dei carabinieri si sono sviluppate a seguito della decisione di collaborare con la giustizia intrapresa, nel luglio del 2015, da Gaetano Mario VINCIGUERRA, già reggente “pro tempore” del “Gruppo di Aci Catena”, il quale non solo ha fornito un quadro aggiornato degli organigrammi dei citati “gruppi”, indicando “capi” e “soldati”, ma ha consegnato anche un elenco dettagliato delle imprese commerciali costrette, da anni, all’imposizione del “pizzo”.  Il provvedimento ha tratto origine da un’indagine, denominata “Aquilia”, condotta dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Catania e diretta da questa D.D.A.,  dall’ottobre del 2015 al gennaio del 2018, attraverso attività tecniche e dinamiche, riscontrate dalle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia, che ha consentito di accertare la responsabilità degli indagati in ordine alla loro appartenenza a due “gruppi” per così dire “storici” della “Famiglia” di Catania, quelli, appunto, operanti in Acireale (CT) e Aci Catena (CT), già riconducibili al noto Sebastiano SCIUTO, detto “Nuccio Coscia”, recentemente scomparso per cause naturali, e di definire la struttura, le posizioni di vertice e i ruoli dei singoli affiliati nell’ambito del sodalizio mafioso in questione.  Gli investigatori, nel corso delle indagini hanno inoltre acquisito elementi di reità in ordine ad attività estorsive consumate e tentate ai danni di 8 imprenditori locali, alcune delle quali dipanatesi nell’arco di svariati anni, al fine di agevolare l’organizzazione mafiosa d’appartenenza.  Tra gli arrestati figura anche l’ex deputato regionale Raffaele “Pippo” NICOTRA, a cui vengono contestati i reati di concorso esterno in associazione mafiosa, tentata estorsione aggravata e scambio elettorale politico mafioso, ossia per avere, attraverso la corresponsione di somme di denaro per le elezioni del 2012, determinato esponenti del “Gruppo di Aci Catena” a promettere di procurare voti in occasione delle elezioni per l’Assemblea Regionale Siciliana tenutesi in quegli anni, attraverso la forza di intimidazione e la conseguente condizione di assoggettamento ed omertà derivanti dall’appartenenza al gruppo mafioso. L’indagine ha inoltre consentito di fare luce sul tentato omicidio di Mario Giuseppe TORNABENE, avvenuto, in Fiumefreddo di Sicilia (CT), il 28 agosto 2007. Secondo il racconto di due collaboratori di giustizia, il TORNABENE, già responsabile del “Gruppo di Giarre” per conto della frangia acese riconducibile al citato Sebastiano SCIUTO, e curatore degli “interessi” di quest’ultimo, attraverso la costituzione di società in diverse attività commerciali, disattendeva gli accordi economici intrapresi con lo stesso SCIUTO, tant’è che il figlio di questi, Stefano, unitamente ad altri soggetti rimasti allo stato senza volto, la sera del 28 agosto 2007, lungo la Via Marina di Fiumefreddo di Sicilia, avrebbero attentato alla sua vita, esplodendogli contro tre colpi di pistola all’addome, che, fortunatamente, non hanno avuto seguito, a causa della pronta reazione della vittima, fuggita da un’uscita secondaria della propria struttura ricettiva, in cui si trovava al momento dei fatti, scampando miracolosamente all’agguato.  All’attività investigativa svolta dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale si è  affiancata, poi, una indagine parallela, svolta dai militari della Compagnia di Acireale e confluita nel provvedimento cautelare eseguito, oggi 10 ottobre,  sul conto di soggetti orbitanti in seno alle medesime frange mafiose, chiamati a rispondere di furto, estorsione aggravata (nel settore delle auto rubate, attraverso il cosiddetto “cavallo di ritorno”) e di reati concernenti gli stupefacenti e le armi.  Dei diciotto provvedimenti emessi, tre sono riferibili all’attività investigativa svolta. Quindici  provvedimenti cautelari in definitiva sono stati notificati ad altrettanti soggetti in libertà, mentre tre sono stati notificati in carcere ad altrettanti indagati, ristretti per altra causa. 


CATANIA - Collaboratore Giustizia gruppo Nardo Lentini  agevola operazione Polizia antidroga: 21 misure cautelari per spaccio nel catanese e zone vicine.  L'Operazione "Beautiful Hybrid”  si è concretizzata all’alba di oggi 9 ottobre, su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania. La Polizia di Stato ha dato esecuzione ad ordinanza di custodia cautelare, emessa il   primo 2018 dal G.I.P. del Tribunale di Catania, nei confronti di 21 persone, traendole in arresto poichè  ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla coltivazione, produzione, trasporto, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti, detenzione e cessione delle medesime, reati in materia di armi, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio e favoreggiamento personale. La misura cautelare ha accolto gli esiti di attività d’indagine di tipo tecnico, avviata, su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania nel mese di marzo 2017 dalla Squadra Mobile a seguito delle dichiarazioni rese da un collaboratore di giustizia, già appartenente al gruppo Nardo operante a Lentini, cui si sono aggiunte, nel successivo mese di giugno, quelle di altro collaboratore, già esponente del clan Cappello - Bonacccorsi.  Le indagini tecniche condotte dalla Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata nell’arco temporale marzo - ottobre 2017, proseguite sino all’aprile 2018 con attività di riscontro alle dichiarazioni rese nel marzo 2018 da altro collaboratore di giustizia, già appartenente alla cosca Mazzei, hanno permesso di individuare un’associazione per delinquere diretta ed organizzata da Antonino COSENTINO, Carmelo STRANIERO e Matteo OLIVA, quest’ultimo Assistente Capo della Polizia di Stato, con la partecipazione di Andrea STRANIERO, Giovanni Nicolò STRANIERO, Umberto BENINATO, Domenico BONIFACIO e Stefano CIANFARANI, quest’ultimo militare dell’Arma dei Carabinieri, finalizzata alla coltivazione, produzione, trasporto, detenzione e cessione di sostanza stupefacente del tipo cocaina e marijuana.  I presidi tecnici hanno fatto emergere come l’organizzazione si occupasse di impiantare coltivazioni di marijuana in appezzamenti di terreno ricadenti in agro di Scordia (CT), di cui avevano la disponibilità, per poi rivendere lo stupefacente ricavato, evidenziando come CIANFARANI assicurasse protezione costante alle predette coltivazioni allestite dai sodali dai controlli di Polizia.  Poliziotti   della Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata, a riscontro delle risultanze delle intercettazioni, il 23 settembre 2017, hanno individuato, in un appezzamento di terreno sito in contrada Palma, in agro di Scordia (CT), una piantagione di marijuana cui gli indagati avevano fatto più volte riferimento nel corso delle conversazioni captate dagli investigatori. Gli investigatori, nel corso dell’attività di P.G., hanno rinvenuto e sequestrato  2500 piante di marijuana nonché materiale per la coltivazione dello stupefacente. La Polizia, sul posto ha avuto modo di constatare che gli  indagati, oltre alle 2500 piantine presenti, tutte di varia grandezza, avevano già predisposto un altro appezzamento di terreno che sicuramente sarebbe stato destinato a contenere altre piante di marijuana. Gli investigatori hanno rilevato che dal tenore delle conversazioni è emersa la significativa competenza degli organizzatori dell’illecito traffico circa le tipologie di droga leggera, realizzando piantagioni di skunk - varietà di cannabis - definite “ibridi belli” per evidenziarne la particolare qualità.  La Polizia, nel corso dell’attività di indagine, ha accertato diverse cessioni di sostanza stupefacente che Matteo OLIVA e Rocco RAGUSA hanno effettuato a numerosi soggetti i quali, a loro volta, la commercializzavano nei comuni di Scordia, Palagonia e Militello in Val di Catania, e sono stati documentati i rapporti con un soggetto di Riesi (CL), Fabio Gaetano D’ANTONA, per l’acquisto di stupefacenti. Matteo OLIVA e Stefano CIANFARANI sono stati, altresì, indagati per corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio per non avere espletato le dovute attività di denuncia, indagini e sequestri in relazione alle illecite attività poste in essere dai corruttori.  Il G.I.P., valutate le dichiarazioni rese dai citati collaboratori di giustizia a carico di Giuseppe BENNARDO, Assistente Capo della Polizia di Stato, ha ritenuto sussistente la gravità degli indizi nei suoi confronti per il reato di favoreggiamento personale, per avere aiutato i sodali indagati per associazione per delinquere finalizzata alla produzione di stupefacenti ad eludere le investigazioni dell’autorità in relazione ai delitti cui non aveva concorso. Una persona, colpita dal medesimo provvedimento restrittivo, allo stato irreperibile, è attivamente ricercata.  Espletate le formalità di rito, gli arrestati sono stati associati presso la Casa Circondariale di Catania “Bicocca” e piazza Lanza e presso la Casa Circondariale di Caltanissetta.


BIANCAVILLA CT -  Carabinieri e Cacciatori trovano e sequestrano “Kalashnikov” in terreno abbandonato.  I militari del Nucleo Operativo della Compagnia di Paternò e dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Sicilia, ieri pomeriggio nel corso di un servizio straordinario di controllo del territorio, hanno rinvenuto occultato in un terreno abbandonato adiacente alla palazzina ubicata al civico 40 di Via dell’Uva a Biancavilla, 1 fucile d’assalto “Kalashnikov” modello AK47, con colpo in canna, completo di caricatore con all’interno 6 cartucce calibro 7,62, nonché altre 5 cartucce dello stesso calibro, classificati come arma e munizionamento da “guerra” di provenienza clandestina. La Procura della Repubblica di Catania ha delegato le indagini ai militari del Nucleo Operativo della Compagnia di Paternò per risalire, oltre all’esatta origine, anche ai possibili detentori dell’arma, ed eventuale suo  utilizzo in pregressi episodi delittuosi. Lo Squadrone Carabinieri Eliportato Cacciatori Sicilia è composto da 57 uomini dello speciale corpo dell’Arma che sono comandati dal Comandante dello Squadrone Magg. Matteo Luigi CORCIULO ascolta intervista 

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CATANIA (video operazione)Blitz InterForze a San Berillo Vecchio, cinofili trovano droga, bloccato kosovaro irregolare.  L’attenzione della Polizia di Stato sulle problematiche del quartiere San Berillo Vecchio, è costante. I tutori dell’ordine, già nei gironi scorsi avevano effettuato mirati servizi Interforze predisposti in sede di tavolo tecnico, svoltosi nei locali della Questura Etnea, secondo le direttive impartite dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza per la riqualificazione delle aree urbane degradate. Uomini del Commissariato Centrale, delle  Squadre Cinofile Antidroga ed Antiesplosivo, del Reparto a Cavallo, del Reparto Mobile e del Reparto Prevenzione Crimine Sicilia Orientale, dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Polizia Locale, ieri, hanno svolto un’azione di controllo di tutta l’area, caratterizzata da un dedalo di vie e di vicoli e da abitazioni fatiscenti, spesso in stato di abbandono, i cui proprietari, a volte, risultano difficilmente reperibili. I tutori dell’ordine, a seguito dei controlli, hanno rinvenuto, grazie al fiuto del cane poliziotto Vite, numerosi involucri contenenti sostanza stupefacente del tipo marijuana ed hashish, per un peso complessivo di circa 100 gr., i quali erano ben occultati tra i rifiuti. Gli uomini InterForze, nel corso dell’attività hanno identificato 29 persone, elevato 8 verbali per violazione al C.d.S. per un totale di 2.400€, e chiuso 1 officina meccanica priva di qualsiasi autorizzazione. Gli agenti hanno censito diversi immobili della zona in evidente stato di abbandono. I tutori dell’ordine hanno bloccato ed accompagnamento in Ufficio per gli adempimenti del caso 1 cittadino extracomunitario proveniente dal Kosovo, non in regola con le norme in materia di soggiorno. Il soggetto è stato denunciato per inosservanza dell’ordine di espulsione dal Territorio Nazionale. L’attività espletata rientra in un piano di monitoraggio e controllo delle aree che evidenziano maggiori criticità sotto il profilo dell’Ordine e della Sicurezza Pubblica, che proseguirà con costanti servizi organizzati dalla Questura di Catania con il coinvolgimento di tutte le Forze dell’Ordine.


CATANIA -   Blitz Polizia a Nesima, “Operazione drug store” 104kg marijuana, coppia in manette. Si tratta dei catanesi Concetto VITALE  40enne  ed Anna MONACO 36enne, ritenuti responsabili, in concorso tra loro, di detenzione illegale di sostanza stupefacente del tipo marijuana con l’aggravante dell'ingente quantità.  Agenti della Squadra Mobile – Sezione “Antidroga” a seguito di attività info-investigativa, avevano appreso che un ingente quantitativo di droga era custodita in un appartamento nel rione di Nesima.I poliziotti, esperiti gli opportuni accertamenti ed individuato l’immobile facente parte di uno stabile di edilizia popolare, all’alba di ieri, dopo aver cinturato la zona, hanno eseguito una perquisizione nell’abitazione in uso alla coppia VITALE e MONACO. Gli investigatori ad esito del blitz, in una stanza adibita a vero e proprio deposito, hanno rinvenuto e sequestrato 8 borsoni con all’interno 98 involucri contenenti sostanza stupefacente del tipo marijuana per un peso complessivo di kg.104 circa e 2 bilance di precisione.  Espletate le formalità di rito, Concetto VITALE ed Anna MONACO sono stati associati presso la Casa Circondariale Piazza Lanza di Catania a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.  La droga, una volta finita sul mercato etneo avrebbe fruttato circa 1 milione di euro.


CATANIA Tribunale emesso decreto sequestro e confisca beni 150mln€ gruppo Ciancio: ROS  sequestrati giornali e tv.  Ciancio Sanfilippo ed il figlio Domenico, dopo la notifica del decreto, si sono dimessi dall'incarico rispettivamente di direttore responsabile e condirettore. Il caporedattore de “La Sicilia” Piraneo designato direttore. Il Tribunale ha nominato commissari giudiziari per garantire la continuazione dell'attività del gruppo. L'intero gruppo editoriale che fa capo all'editore tra cui il quotidiano “La Sicilia”, la maggioranza delle quote della “Gazzetta del Mezzogiorno” di Bari e  le 2 emittenti televisive regionali, “Antenna Sicilia” e “Telecolor” fanno parte dei beni dell'imprenditore Mario Ciancio, di cui il Tribunale di Catania ha decretato di sequestro e confisca, su richiesta della Dda. Il decreto riguarda conti correnti, polizze assicurative, 31 società, quote di partecipazione in altre sette società e beni immobili. Mario Ciancio Sanfilippo è attualmente sotto processo per concorso esterno all'associazione mafiosa. La notizia è stata data nel corso di un'assemblea di redazione. L'assemblea dei soci della Domenico Sanfilippo editori ha nominato nuovo direttore Antonello Piraneo, attuale caporedattore del quotidiano. Il provvedimento : La  Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Catania, su richiesta della Procura Distrettuale di Catania, in data 20 settembre 2018, ha depositato un decreto di confisca previo sequestro del compendio patrimoniale di Mario CIANCIO SANFILIPPO.   Il Giudice - il primo ad avere valutato nel merito gli elementi acquisiti nel corso delle indagini - ha ritenuto la pericolosità sociale qualificata del proposto per la sussistenza a suo carico di gravi indizi del rilevante contributo fornito da Mario CIANCIO SANFILIPPO al raggiungimento delle finalità perseguite dalla famiglia catanese di cosa nostra  dagli anni Settanta dello scorso secolo sino al 2013 e ha disposto la confisca di tutto il patrimonio da questi acquisito nel periodo in cui è stata accertata tale pericolosità sociale (in allegato l’elenco dei beni colpiti dal provvedimento).  Si tratta di depositi di conti correnti, anche presso banche site in Svizzera, di polizze assicurative, di trentuno società interamente posseduto dal proposto, di quote di partecipazione detenute in sette società e di beni immobili, il cui valore, secondo un prudente apprezzamento, è non inferiore a 150 milioni di euro. Tra le società sequestrate e confiscate vi è anche il gruppo editoriale  del quotidiano La Sicilia e di alcune emittenti locali. Il procedimento di prevenzione era stato avviato il 19 gennaio 2015 con richiesta della Procura Distrettuale e si è celebrato fino al gennaio 2018, a porte chiuse, per una precisa scelta di Mario CIANCIO SANFILIPPO. L’Autorità giudiziaria, in tale non breve periodo, ha sottoposto  all’attenzione del Collegio gli elementi che dimostravano la summenzionata pericolosità sociale qualificata del  Ciancio  e l’anomalo sviluppo del suo patrimonio; elementi  acquisiti nel corso delle indagini, eseguite con la consueta professionalità, dal ROS - Sezione Anticrimine di Catania, nonché gli esiti della consulenza patrimoniale accuratamente elaborata dalla nota società PWC (Price Waterhouse Coopers) e il patrimonio conoscitivo dei collaboratori di giustizia.  La Difesa, a sua volta, ha depositato documentazione ed ha interloquito nel corso della redazione della consulenza tecnica della PWC avvalendosi del proprio consulente di parte.  I profili di pericolosità sociale evidenziati dal Pubblico Ministero a carico di CIANCIO SANFILIPPO attengono in particolare: Ai rapporti sinallagmatici intrattenuti dal Ciancio con gli esponenti di vertice della famiglia catanese di Cosa Nostra sin da quando la stessa era diretta da Giuseppe Calderone, rapporti poi proseguiti ed anzi ulteriormente intensificati con l’avvento al potere di Benedetto Santapaola alla fine degli Anni Settanta del secolo scorso ed al ruolo di canale di comunicazione svolto dallo stesso Ciancio per consentire ai vertici della predetta famiglia mafiosa di venire a contatto con esponenti anche autorevoli delle Istituzioni;  Alla linea editoriale imposta dal Ciancio alla testata giornalistica che vanta il maggior numero di lettori nella Sicilia Orientale, linea editoriale improntata alla finalità di mantenere nell’ombra i rapporti tra la famiglia mafiosa e le imprese direttamente o per interposta persona controllate dalla medesima; di non porre all’attenzione dell’opinione pubblica gli esponenti mafiosi non ancora pubblicamente coinvolti dalle indagini giudiziarie e soprattutto l’ampia rete di connivenze e collusioni sulle quali questo sodalizio mafioso poteva contare per mantenere la propria influenza nella provincia catanese; All’impiego di grandi quantità di capitali di provenienza mafiosa investiti nelle iniziative economiche, anche di natura speculativa immobiliare, poste in essere nell’arco di numerosi decenni dal proposto. I rapporti tra CIANCIO SANFILIPPO e cosa nostra sono emersi nelle seguenti specifiche vicende imprenditoriali in epoca recente: Parco Commerciale Porte di Catania (realizzato): in tale vicenda CIANCIO è coinvolto poiché socio, unitamente a Giovanni VIZZINI (la cui figlia è coniugata con Vincenzo RAPPA, che appartiene ad una famiglia, alcuni dei cui membri sono stati condannati per fatti di cui all’art. 416 bis c.p.) e Tommaso MERCADANTE (nipote di Tommaso CANNELLA e figlio di Giovanni MERCADANTE, entrambi condannati per fatti di cui all’art. 416 bis c.p.). La realizzazione dell’opera venne affidata all’imprenditore BASILOTTA, sebbene vi fosse l’intendimento di coinvolgere l’imprenditore INCARBONE (Mariano INCARBONE è imprenditore condannato con provvedimento definitivo quale partecipe alla famiglia SANTAPAOLA  mentre l’imprenditore Vincenzo BASILOTTA è deceduto durante il processo d’appello a suo carico, che lo vedeva imputato per fatti di cui all’art. 416 bis c.p.). Peraltro, le intercettazioni eseguite nel contesto investigativo Iblis, confermano che l’affare era infiltrato da cosa nostra attraverso BASILOTTA il quale vi aveva lucrato 600.000€, consegnati a Raffaele LOMBARDO (già Presidente della Regione Siciliana ed imputato per fatti di cui agli artt. 110 - 416 bis c.p.) che si era interessato al progetto cui partecipava CIANCIO SANFILIPPO;  Parco Commerciale Sicily Outlet (realizzato): in tale vicenda CIANCIO SANFILIPPO emerge sia quale proprietario dei terreni su cui è sorta l’opera sia quale socio nella Dittaino Development. Parte dei lavori, inoltre, sono stati eseguiti da BASILOTTA e INCARBONE.  Progetto stella polare (non realizzato): si trattava di un progetto della Stella polare S.r.l. relativo all’area sud di Catania dove si intendeva creare un centro congressi, strutture per esposizione, acquari, parchi divertimenti, cinema, gallerie commerciali ed altro. CIANCIO SANFILIPPO, proprietario dei terreni, risulta aver avuto un ruolo attivo nella gestione della complessa vicenda imprenditoriale, avendo finanche seguito personalmente l’iter relativo al rilascio delle previste concessioni e fungendo, in tale ambito, da anello di congiunzione con la pubblica amministrazione in luogo dell’Amministratore Unico. Le intercettazioni in atti, inoltre, consentono di ritenere certo che il general contractor scelto era INCARBONE Mariano, di cui si è detto; Costruzione di un insediamento chiuso ad uso collettivo a favore della base di Sigonella (non realizzato): a differenza della vicenda sopra descritta, nella presente, CIANCIO SANFILIPPO,  oltre ad essere proprietario dei terreni  sui quali doveva sorgere l’opera era anche socio della Xirumi S.r.l., società che avrebbe dovuto realizzarla. Le intercettazioni in atti consentono, inoltre, di ritenere che la realizzazione delle opere doveva essere affidata a Vincenzo BASILOTTA; Costruzione del polo commerciale denominato Mito (non realizzato): l’insediamento commerciale  doveva sorgere nel comune di Misterbianco su terreni di proprietà di CIANCIO SANFILIPPO. L’iniziativa vedeva coinvolti  tanto CIANCIO SANFILIPPO quanto altre persone risultate essere in rapporti con cosa nostra palermitana e messinese. Il Tribunale, letti i documenti e ascoltate le argomentazioni del Pubblico Ministero e della Difesa, ha ritenuto che Mario CIANCIO SANFILIPPO  sin dall’avvio della sua attività, primi anni ’70, e fino al 2013 abbia agito, imprenditorialmente, nell’interesse proprio e nell’interesse di cosa nostra e che in ragione di ciò il suo patrimonio si sia implementato illecitamente, giovandosi anche di finanziamenti occulti e che anche il predetto sodalizio mafioso si sia rafforzato grazie ai fortunati investimenti realizzati per il tramite del Ciancio. L’età avanzata ed il tempo risalente degli ultimi accertamenti (2013) hanno indotto il Tribunale a escludere l’attualità della pericolosità sociale, ma tale conclusione, per disposto di legge, non consente al soggetto ritenuto pericoloso di continuare a detenere il patrimonio acquisito in ragione delle illecite cointeressenze,  sicché il Tribunale ne ha disposto la confisca. Il provvedimento è stato eseguito il 24 settembre a cura dei Carabinieri del ROS e del Comando Provinciale di Catania.


CATANIA Comandante Legione Carabinieri Sicilia Gen. Galletta, trasferito ad alto incarico, saluta militari comando provinciale etneo. Il Generale di Brigata Riccardo GALLETTA, Comandante della Legione Carabinieri “Sicilia”, in vista del trasferimento ad altro incarico, in giornata si è recato al Comando Provinciale Carabinieri di Catania per rivolgere un saluto di commiato. Il  Comandante Provinciale, Col. Raffaele Covetti, tutti gli Ufficiali ed i Comandanti di Stazione della Provincia, una rappresentanza di militari effettivi al Comando Provinciale, il personale del CO.BA.R. (Comitato Base di Rappresentanza) ed i rappresentanti dell’Associazione Nazionale Carabinieri in congedo hanno ricevutol’alto Ufficiale. Il Generale GALLETTA, ha salutato  tutti i  carabinieri in servizio ed in congedo,  ringraziandoli per il loro quotidiano impegno.  Il Generale ha apprezzato particolarmente i risultati operativi conseguiti dai carabinieri del Comando Provinciale di Catania e gli ottimi rapporti tra l’Arma ed i cittadini, dimostrazione di reciproco affetto, stima e vicinanza. Il Comandante Provinciale, Col. Raffaele Covetti   ha ringraziato il Generale GALLETTA per l’attenzione e la vicinanza dimostrata nei confronti dei Carabinieri della Provincia di Catania.


CATANIA Colpi di pistola a distributore carburanti per pagare prima: CC padre e figlio bloccati. Si tratta di Filippo BARBAGALLO  71enne e del figlio Francesco 35enne. Uno ha estratto la pistola ed ha esploso tre colpi d’arma da fuoco al rifornimento. I carabinieri  hanno ammanettato anche il figlio, poiché detenevano nelle loro abitazioni armi clandestine. I militari della Stazione di Catania Librino hanno arrestato nella flagranza Filippo BARBAGALLO, ritenuto responsabile di tentato omicidio, porto e detenzione illegale di armi clandestine, ed il figlio Francesco, già detenuto ai domiciliari per armi, ritenuto responsabile di detenzione illegale di armi clandestine. La vicenda ha avuto inizio di sera, intorno alle 19:00, nel rifornimento di carburanti dell’Agip, ubicato in Stradale Gelso Bianco. Il 71 enne,  al termine di una lite nata con un catanese di 34 anni,  per chi per primo doveva inserire i soldi nella colonnina del self service, ha estratto 1 pistola esplodendo 3 colpi all’indirizzo del contendente, miracolosamente andati a vuoto. Lo sparatore  poi è fuggito via a bordo della sua autovettura. La vittima, terrorizzata, ha chiamato il 112 consentendo l’intervento sul posto dei militari di Librino. I  carabinieri dopo aver repertato i tre bossoli,  analizzando le immagini registrate dalle telecamere di sicurezza attive nel distributore, hanno riconosciuto l’aggressore, noto catanese,   rintracciato poco dopo in casa del figlio. I  carabinieri nrl corso della perquisizione domiciliare, hanno recuperato, nascosta nella camera da letto,  proprio quella pistola Beretta cal. 22, con la matricola abrasa, utilizzata dal soggetto all’interno del distributore. I militari, estendendo la perquisizione anche in casa del 71enne, hanno inoltre rinvenuto:  1 fucile marca Herstal cal. 12, risultato rubato il 22 aprile 1979 a Narcao (CA), 1 revolver a tamburo, senza marca e  matricola; 26 cartucce cal. 22,  5 cartucce cal. 16 e  2 cartucce cal. 12. Le armi e le munizioni sono state poste sotto sequestro mentre gli arrestati, assolte le formalità di rito e su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, sono stati associati nel carcere di Catania a Piazza Lanza. Le armi sequestrate, nei prossimi giorni, saranno inviate agli esperti del R.I.S. di Messina per  gli esami tecno-balistici  e  stabilirne l’eventuale utilizzo in pregressi episodi criminosi. 


( video arresto)

CATANIAPoliziotti disarmano ed ammanettano rapinatore in azione. Si tratta di  Pasqualino RANNO   23enne, responsabile del reato di tentata rapina aggravata in concorso con altro soggetto, ai danni di un bar ubicato nel rione San Giorgio. Agenti della Squadra Mobile, Sezione “Contrasto al Crimine Diffuso”, a seguito delle numerose rapine registrate nelle ultime settimane nel rione San Giorgio da due soggetti che agivano seguendo il medesimo modus operandi (totalmente travisati ed armati di pistola), avevano predisposto un mirato servizio nei pressi di un bar rionale ritenuto possibile obiettivo, in quanto già oggetto di rapina alcuni giorni addietro. I poliziotti, dopo alcune ore di osservazione, hanno notato giungere dallo Stradale San Giorgio uno scooter Honda SH 300 di colore bianco, con la targa coperta, ad elevata velocità, con due soggetti a bordo. Le  fattezze fisiche risultavano corrispondenti a quelle dei rapinatori che nelle settimane scorse nel medesimo quartiere, avevano colpito entrambi travisati da passamontagna ed armati di pistola. Il passeggero, robusto e corpulento, in pochi attimi, è sceso dal mezzo e, puntando l’arma contro il titolare del bar e del personale dipendente, ha intimato loro di consegnare tutto l’incasso. Il complice, di corporatura più esile, invece, è rimasto all’esterno ed anch’egli con la pistola in pugno, ha impedito agli avventori di entrare nel bar,  tenendosi pronto per darsi alla fuga. Gli  agenti della Squadra Mobile, osservato quanto stava accadendo, sono intervenuti tempestivamente e mentre due operatori facevano ingresso nell’esercizio commerciale e affrontavano il rapinatore armato, disarmandolo e bloccandolo con difficoltà considerata la stazza e la sua violenta reazione; altri poliziotti hanno affrontato il soggetto rimasto all’esterno il quale, arma in pugno rivolta anche verso gli operatori, è riuscito a guadagnarsi la fuga a piedi. Pasqualino RANNO è stato dichiarato in arresto per tentata rapina aggravata in concorso e associato presso il carcere di Catania a piazza Lanza, sono in corso attive ricerche del complice.


CATANIA -  Polizia esegue 12 arresti per droga, rapine, minacce ed evasione. Si tratta del rintraccio di soggetti destinatari di provvedimenti restrittivi. La Polizia di Stato ha eseguito gli ordini di esecuzione per la carcerazione disposti dall’Autorità Giudiziaria. Gli uomini della Squadra Mobile – Squadra “Catturandi” hanno tratto in arresto: Antonino PARISI  24enne già noto, destinatario di ordine di esecuzione per espiazione di pena detentiva in regime di detenzione domiciliare, emesso il  14 giugno 2018 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Catania – Ufficio Esecuzioni penali, dovendo espiare la pena detentiva di 1 anno e  18 giorni per reati in materia di stupefacenti. Ferdinando FARO  21enne già noto, destinatario di ordine di esecuzione per la carcerazione, emesso il 15 giugno 2018 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Catania – Ufficio Esecuzioni penali, dovendo espiare la pena detentiva di  1 anno e  6 mesi per reati in materia di stupefacenti. Sebastiano Giovanni DESI 45enne  già noto, destinatario di ordine di esecuzione per la carcerazione, emesso il   15 giugno 2018 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Catania – Ufficio Esecuzioni penali, dovendo espiare la pena detentiva di  2 anni e 4  mesi per il reato di rapina aggravata in concorso. Paola GIORDANO 53enne già nota, destinataria di ordine di esecuzione per espiazione di pena detentiva in regime di detenzione domiciliare, emesso in data 15 giugno 2018 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Catania – Ufficio Esecuzioni penali, dovendo espiare la pena detentiva di  6 mesi per il reato di evasione. Luciano CARANI  45enne già noto, destinatario di ordine di esecuzione per espiazione di pena detentiva in regime di detenzione domiciliare, emesso il  15 giugno 2018 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Agrigento – Ufficio Esecuzioni penali, dovendo espiare la pena detentiva di  1 anno, 3 mesi, 28 giorni e multa di 450€. Giuseppe PULVIRENTI 39enne già noto, destinatario di ordine di esecuzione per espiazione di pena detentiva in regime di detenzione domiciliare, emesso il  15 giugno 2018 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Catania – Ufficio Esecuzioni penali, dovendo espiare la pena detentiva di  3 anni, 9 mesi di reclusione e multa di  10.000 € per reati in materia di stupefacenti. Federico RACITI 36enne già noto, destinatario di ordine di esecuzione per la carcerazione, emesso il  14 giugno 2018 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Catania – Ufficio Esecuzioni penali, dovendo espiare la pena detentiva di  3 anni  11 mesi e  16 giorni per reati in materia di stupefacenti. Francesco TASCO 46enne già noto, destinatario di ordine di esecuzione per la espiazione di pena detentiva, emesso il   23 giugno 2018 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Catania – Ufficio Esecuzioni penali, dovendo espiare la pena della reclusione di  9 mesi e 22 giorni  per rapina. Luigi SICURELLA 21enne già noto, in atto agli arresti domiciliari, destinatario di ordine di esecuzione per la carcerazione, emesso il 25 giugno 2018 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Catania – Ufficio Esecuzioni penali, dovendo espiare la pena di  2 anni di reclusione per il reato di rapina aggravata in concorso. Agostino NICOLELLA 54enne  già noto, destinatario di ordine di esecuzione per la carcerazione, emesso il   23 giugno 2018 dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Catania – Ufficio Esecuzioni penali, dovendo espiare la pena di  2 anni e  2 mesi di reclusione per il reato di ricettazione. Giuseppe LITRICO 24enne  già noto, in atto agli arresti domiciliari, destinatario di ordine di esecuzione per la carcerazione, emesso il 22 giugno 2018 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Catania – Ufficio Esecuzioni penali, dovendo espiare la pena di  2 anni di reclusione (con decorrenza dal 6 settembre 2017 e termine il 5 settembre 2019) per il reato di rapina aggravata in concorso. Marius Gabriel BUCULEI 18enne, destinatario di mandato di arresto europeo, emesso il    6 giugno 2018 dall’Autorità Giudiziaria di Beclean (Romania) dovendo espiare la pena di 1 anno  e  6 mesi di reclusione per i reati di rapina e minacce.


ACIREALE 36enne  accoltella moglie e finisce ai domiciliari, la donna trasferita in struttura protetta. Agenti delle Volanti del Commissariato di Acireale, la notte del 12 giugno scorso, hanno arrestato   G.M.C. 36enne di Acicatena, responsabile di aggressione nei confronti della moglie. La donna è giunta in ambulanza al Pronto Soccorso dell’ospedale di Acireale, con ferite da taglio all’arto superiore. La vittima, è stata accolta con la procedura d’intervento integrata prevista dal progetto “Codice Rosa”, istituito all’interno del nosocomio per le vittime di violenza, ha ricevuto assistenza medica e sostegno psicologico da personale specializzato. I poliziotti hanno effettuato una perquisizione domiciliare nell’abitazione dove si era consumata l’aggressione, rinvenendo 1 coltello con la lama a punta, di circa 20 centimetri, sporco di sangue con il quale lui aveva verosimilmente accoltellato la moglie. L’arrestato affetto da disturbo schizoaffettivo, dopo le formalità di rito, su disposizione del Pubblico Ministero di turno, è stato sottoposto alla misura coercitiva degli arresti domiciliari, in attesa di rito per direttissima innanzi al Giudice del Tribunale di Catania, mentre la vittima è dimessa dal nosocomio è stata accompagnata in una struttura protetta.


CATANIA Rifiuti: DIA sequestra tutte le quote ECO.CARE e IPI per “Garbage Affair.  Uomini della D.I.A. di Catania, diretta dal 1° Dir. P.S. dr. Renato Panvino, supportati dal Centro Operativo di Roma, su delega della  Procura della Repubblica di Catania, nella mattinata, nell’ambito dell’operazione denominata “Garbage Affair” ed in esecuzione del dispositivo di ordinanza emesso il giorno 8 giugno 2018 dal Tribunale del Riesame di Catania, stanno eseguendo in territorio di Roma e Latina una serie di sequestri riguardanti tutte le quote sociali della ECO.CAR S.r.l. e della I.P.I. S.r.l. , società interessate per la raccolta dei rifiuti solidi urbani nella città di Catania. La  D.I.A., nello scorso mese di marzo, aveva dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari nei confronti di funzionari del Comune di Catania (con ruolo apicale in seno al Settore Ecologia e Ambiente e Ragioneria Generale Provveditorato ed Economato) ed imprenditori titolari delle suddette società che si occupavano della raccolta dei rifiuti, ritenuti responsabili dei reati di Turbata libertà degli incanti in concorso, Corruzione e Istigazione alla corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio in concorso. Il Tribunale del Riesame, ha accolto l’appello proposto  dalla Procura della Repubblica di Catania avverso l’ordinanza di rigetto emessa dal G.I.P. di Catania in data 12 marzo 2018, ed ha ritenuto che sussistessero le esigenze cautelari giustificanti il sequestro preventivo di tutte le quote societarie delle aziende che avevano appalti per milioni di euro, ed in particolare di quello di Catania del valore stimato di 350 milioni di euro, direttamente coinvolte nei reati di turbativa d’asta e corruzione. Il  collegio giudicante ha sostanzialmente, accolto il ricorso per le quote sociali riferite alla ECO.CAR. S.r.l. e alla I.P.I. S.r.l., in considerazione della proclività a delinquere manifestata da Antonio Deodati. L’Autorità Giudiziaria con il medesimo provvedimento ha altresì nominato un custode giudiziario e sono stati mantenuti i poteri di amministrazione in capo ai commissari prefettizi sulle società de quibus già colpite dal provvedimento interdittivo.


CATANIA  - Lupi CC  infiltrati in rave party plaja, bloccano pusher aggressivo, sequestrare oltre 200 dosi.  Un 26enne di Licata è finito ai domiciliari è stato sorpreso a nascondere  la droga anche dentro gli slip.  I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Catania hanno ammanettato nella flagranza un 26enne di Licata, poiché ritenuto responsabile di spaccio e detenzione illecita di sostanze stupefacenti. Gli  uomini della squadra “Lupi” avendo saputo dell’organizzazione di un evento musicale che per l’intera notte del 2 giugno avrebbe attirato una moltitudine di giovani,  hanno deciso di mescolarsi tra i clienti per partecipare all’evento.I militari hanno agito al fine di scongiurare l’abuso di sostanze stupefacenti che mischiate all’alcol creano negli assuntori un mix devastante con conseguenze  nefaste. I carabinieri, si sono posizionati nelle zone nevralgiche del locale, e nello scorrere della notte hanno potuto notare come molti giovani, sollecitati dalla musica assordante e ripetendo una sorte di rito esibizionista, alzassero le braccia al cielo mostrando in mano la dose di droga o la pasticca che da lì a poco sarebbe stata consumata. I carabinieri hanno  scoperto la fonte di rifornimento della droga,  ed hanno cercato il momento opportuno per bloccare il distributore. Il pusher vedendosi scoperto ha aggredito i carabinieri  i quali hanno dovuto accettare un violento corpo a corpo pur di poterlo ammanettare.  I tutori dell’ordine hanno ispezionato scrupolosamente tutti i luoghi dove lo spacciatore era stato visto muoversi e l’hanno anche  posto a perquisizione personale. I  militari sono riusciti a rinvenire e sequestrare oltre 200 dosi di diverse sostanze stupefacenti quali cocaina, hashish, marijuana, ketamina e circa 100 pasticche tra ecstasy e anfetamina. L’arrestato, ammesso al rito per direttissima, è stato collocato dal giudice agli arresti domiciliari.   


CATANIA -  DIA sequestra beni a Bonaccorsi-Cappello per 300mila€.  La  Direzione Investigativa Antimafia  di Catania  diretta dal 1° Dir. P.S. dr. Renato Panvino,  dalle prime ore della mattinata, su delega della Procura della Repubblica guidata dal dott. Carmelo Zuccaro, ha dato esecuzione ad un decreto di sequestro, emesso dal Tribunale di Catania - Sezione Misure di Prevenzione, nei confronti di esponenti del clan   catanese “Cappello-Bonaccorso”. Il valore dei beni sottoposti a sequestro è stimato in complessivi 300 mila €. La misura è stata adottata nei confronti di Mario Carmelo CAMBRIA 32enne, ritenuto dagli investigatori esponente di spicco nell’area etnea, in particolare del noto clan “Cappello-Bonaccorsi”. Il provvedimento, finalizzato alla successiva confisca dei beni, riguarda  beni mobili, immobili e somme di denaro, individuati a conclusione dei complessi accertamenti patrimoniali delegati alla D.I.A.,  riconducibili direttamente od indirettamente al Mario Carmelo CAMBRIA. Il personaggio è figlio del più noto Andrea CAMBRIA, soggetto ritenuto organico al Clan   “Cappello”, nei confronti del quale già nell’ottobre 2017 la D.I.A. di Catania aveva eseguito il sequestro di autoveicoli e somme di denaro per un valore di circa 200mila €. Mario Carmelo CAMBRIA  è noto per una serie di precedenti di polizia per reati in materia di sostanze stupefacenti, con l’aggravante del metodo mafioso, e furto.  Il personaggio, più volte è stato tratto in arresto per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, il  17 marzo 2016 nell’ambito dell’Operazione di Polizia denominata “Family”, condotta dalla Polizia di Stato, era stato colpito da ordinanza applicativa di misura cautelare, assieme al padre Andrea ed altri  7 soggetti, tutti ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti nonché di traffico illecito di sostanze stupefacenti, con l’aggravante di cui all’art. 7 Legge 203/91, per aver agevolato il clan mafioso etneo Cappello – Bonaccorsi, e di essere l’associazione armata. La DIA dalle investigazioni condotte su Andrea CAMBRIA avrebbe evidenziato come fosse promotore dell’associazione criminale che trafficava in stupefacenti, dei quali si approvvigionava in Campania e Calabria. Il  Tribunale di Catania -Sezione Misure di Prevenzione-  nell’anno 2016, sulla scorta di pregresse vicende penali aveva decretato   l’applicazione della Misura di Prevenzione della Sorveglianza Speciale di P.S., nella misura di 2 anni , con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza e cauzione di3.000 €.  I minuziosi e complessi accertamenti patrimoniali svolti dalla D.I.A. nei confronti di Mario Carmelo CAMBRIA, estesi anche al suo nucleo familiare, hanno consentito non solo di pervenire ad una puntuale ricostruzione del suo profilo criminale, ma anche di accertare la rilevante sproporzione tra i redditi dichiarati, in base all’attività svolta, e gli arricchimenti patrimoniali. L’esito della complesso ed articolato lavoro svolto dalla DIA, è stato condiviso dal Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione, che ha emesso il provvedimento ablativo che interessa anche beni fittiziamente intestati alla moglie RANNO Antonella, in particolare, un’abitazione, un garage, un’autovettura e somme di denaro cointestate, per un valore complessivamente stimato in circa 300 mila di euro.


CATANIA -  150 studenti visitano Reparto Polizia a Cavallo. I bambini di elementari e medie hanno assistito alle dimostrazioni della Squadra Cinofili relative all'addestramento dei cani antidroga ed antisabotaggio. L'incontro si è svolto di mattina  presso le strutture della Squadra a cavallo e Cinofili della Polizia di Stato, ubicate nel boschetto Playa. Le  scolaresche della Giuseppe Fava di Mascalucia e della Mascagni di Catania hanno preso parte con grande entusiasmo. Le  esibizioni delle due specialità cinofile e la vicinanza con i cani della Polizia di Stato hanno suscitato consensi. Gli scolari hanno voluto con le carezze agli esemplari esternare approvazione e plauso. I poliziotti della Squadra a Cavallo hanno descritto ai bambini tutte le operazioni che i Cavalieri della Polizia effettuano quotidianamente nell'espletamento del loro servizio. I ragazzi hanno visto come vengono eseguite le operazioni di pulizia dei quadrupedi, la bardatura, ed appreso alcune nozioni di mascalcia: la ferratura degli equidi, fino alla simulazione vera e propria di una pattuglia ordinaria. I bambini, infine, hanno potuto apprezzare i cavalli al passo, al trotto ed al galoppo in maneggio montati da due Cavalieri della Polizia. Il grande entusiasmo  finale è stato suggellato  da  foto con i cavalli, non sono mancate carezze ed applausi finali.


  (video INTERCETTAZIONI)

CATANIA -  Direzione Investigativa Antimafia intercetta imprenditori e funzionari pubblici settore rifiuti: reati contro P.A., affidamento appalto per 350 milioni€ in 3 anni.

 

Uomini della DIA di Catania, diretta dal 1° Dirigente della P.S. dr. Renato Panvino, con il supporto dei Centri Operativi di Roma, Milano, Reggio Calabria e Caltanissetta, nonché della Sezione Operativa di Messina e del II Reparto di Roma, di mattinata, a conclusione di una complessa e articolata attività di indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Catania   e dipanatasi mediante l’utilizzo di servizi tecnici e riscontri sul territorio circa le condotte poste in essere dagli indagati, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari, emessa dal G.I.P. di Catania nei confronti di imprenditori e funzionari anche con ruoli apicali in seno alla Pubblica Amministrazione, in servizio presso il Comune di Catania – Settore Ecologia e Ambiente e Ragioneria Generale Provveditorato ed Economato.  In particolare, il provvedimento ha disposto le seguenti misure: Custodia in carcere nei confronti di: Antonio DEODATI 55enne, imprenditore romano, comproprietario della I.P.I. s.r.l. affidataria in RTI con OIKOS dal 19 febbraio 2011 al 15 maggio 2017 del servizio di igiene pubblica del Comune di Catania; già socio fino al 2 marzo 2017 della ECO.CAR. s.r.l. affidataria in R.T.I. con SENESI S.p.A. del servizio di raccolta, spazzamento, trasporto e smaltimento dei rifiuti del Comune di Catania, a far data dal 16 maggio 2017. Vicepresidente del Consorzio SENECO, cui vengono contestati i reati di turbata libertà degli incanti e corruzione per  atti contrari ai doveri d’ufficio; Orazio Stefano FAZIO, 63enne, responsabile dei procedimenti incardinati nella P.O. “Servizi Esternalizzati” della Direzione Ecologia ed Ambiente del Comune di Catania; Direttore Esecuzione del Contratto per i servizi di spazzamento, raccolta e trasporto allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e altri servizi di igiene pubblica del Comune di Catania, cui vengono contestati i reati di turbata libertà degli incanti e corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio. Arresti domiciliari per: Antonio NATOLI 45enne, già dipendente della I.P.I. s.r.l., società affidataria dal 19 febbraio 2011 al 15 maggio 2017 in R.T.I. con OIKOS S.p.A. del servizio di igiene pubblica del Comune di Catania; dal 16 maggio 2017 dipendente del Consorzio SENECO, costituito tra le società SENESI S.p.A. ed ECO.CAR. s.r.l., attuali affidatarie in R.T.I. del servizio di raccolta, spazzamento, trasporto e smaltimento dei rifiuti del Comune di Catania, cui vengono contestati i reati di corruzione per  atti contrari ai doveri d’ufficio. Interdizione, per 12 mesi, dall’esercizio di uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese, nello specifico, l’ufficio di amministratore, sindaco, liquidatore, direttore generale e dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari, nonché ogni altro ufficio con potere di rappresentanza della persona giuridica o dell’imprenditore per: Francesco DEODATI 50enne  , amministratore unico della ECO.CAR. s.r.l., cugino di Antonio DEODATI, cui viene contestato il reato di turbata libertà degli incanti; Massimo ROSSO 53enne, Direttore della Direzione “Ragioneria Generale – Provveditorato ed Economato” del Comune di Catania dal 20 luglio 2016; Presidente del Consiglio di Amministrazione della S.R.R. (Società per la Regolamentazione del servizio di gestione Rifiuti) di Catania area metropolitana, cui viene contestato il reato di corruzione per  atti contrari ai doveri d’ufficio. Sospensione, per un anno, dal pubblico ufficio, rispettivamente esercitato e con totale interdizione di tutte le attività ad esso inerenti, a: Massimo ROSSO, sopra citato; Leonardo MUSUMECI,  33enne, Direttore della Direzione Ecologia ed Ambiente del Comune di Catania; Responsabile Unico del Procedimento (RUP) per l’affidamento del Servizio di spazzamento, raccolta e trasporto allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani differenziati e indifferenziati, compresi quelli assimilati, e altri servizi di igiene pubblica all’interno dell’ARO Città di Catania, cui viene contestato il reato di turbata libertà degli incanti. Il  G.I.P. di Catania, con il provvedimento in esecuzione, in accoglimento delle ipotesi di reato formulate dalla Procura della Repubblica, che ha delegato per le indagini la DIA, ha ritenuto fondati gli elementi probatori raccolti in merito allo svolgimento irregolare della procedura ad evidenza pubblica indetta dal Comune di Catania ed avente ad oggetto, nello specifico: “l’affidamento - per l’anno 2017 - del servizio di spazzamento, raccolta e trasporto allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani differenziati e indifferenziati e altri servizi di igiene pubblica”. La DIA dalle investigazioni svolte, infatti, ha fatto emergere come, a scadenza del precedente servizio, più volte prorogato per un totale di 5 anni e svolto dal R.T.I. I.P.I. s.r.l – OIKOS S.p.a. (che presentavano ricorso al TAR per l’annullamento degli atti deliberativi, giudicandoli  economicamente non convenienti) il Comune aveva indetto una gara ad evidenza pubblica riguardante il medesimo servizio esteso, per un periodo di 84 mesi, all’intero territorio comunale con un impegno di spesa di  351.171.561,26 € (pari ad 50.167.365,89 € annui), che - pubblicata sulla G.U.C.E. il 18 novembre 2016 con termine fissato all’l’11 gennaio 2017 per la presentazione delle offerte  era andata, tuttavia, deserta. Gli investigatori hanno evidenziato che, in seguito al pronunciamento del TAR sul ricorso, era stato avviato l’iter procedurale per lo svolgimento di una gara cd. ponte, avente ad oggetto, cioè, l’affidamento temporaneo (106 giorni) del servizio di raccolta, spazzamento, trasporto e smaltimento dei rifiuti esteso a circa il 75% del territorio comunale, con termine di scadenza per la presentazione delle offerte fissato inizialmente per il 29.12.2016 e, poi, prorogato al 9.1.2017.  La  gara si concluse con l’aggiudicazione all’unico offerente, il R.T.I. SENESI S.p.A. – ECO.CAR. S.r.l. Gli inquirenti proprio con l’analisi della documentazione inerente tale gara e le connesse investigazioni hanno evidenziato come l’aggiudicazione con mezzi fraudolenti che turbavano la regolarità della gara, sintetizzabili: 1) nella  mancata esclusione del predetto R.T.I. nonostante la mancanza del requisito, previsto dall’art. 12.5 del bando, dell’avere eseguito, almeno una delle ditte del raggruppamento per intero,  nel triennio precedente (2013/2015) servizi analoghi per un importo complessivo pari ad almeno euro 23.353.246,65 o comunque per un numero complessivo di utenza servita pari alla popolazione residente nel Comune di Catania (315.576 secondo la rilevazione ISTAT del 2015) e 2) nella mancata esclusione del RTI nonostante la riconducibilità della ECO.CAR ad un soggetto già destinatario, in qualità di legale rappresentante della Ipi srl dell’interdittiva antimafia emessa dal Prefetto di Roma il 16.6.2014. Le  indagini DIA sulle circostanze, hanno dimostrato, in particolare con le attività tecniche di intercettazione nonché le ulteriori attività istruttorie a riscontro, e come argomentato dal G.I.P. in ordinanza, che non solo erano senz’altro a conoscenza degli indagati, ma questi avevano operato consapevolmente con l’intento di indirizzare la procedura di gara verso l’aggiudicazione al R.T.I. SENESI S.p.A. – ECO.CAR. s.r.l., quest’ultima in sostanziale continuità con la I.P.I. s.r.l. (che aveva gestito il medesimo servizio, unitamente alla OIKOS S.p.A. nel periodo dal febbraio 2011 al maggio 2017), essendo entrambe sostanzialmente riferibili alla persona dell’indagato Antonio DEODATI (cugino di Francesco DEODATI, formalmente amministratore unico della società, ma di fatto prestanome di Antonio DEODATI, che ha interloquito ed ha assunto tutte le decisioni per conto e nell’interesse della società nelle fasi antecedenti, concomitanti e successive allo svolgimento dell’appalto). La DIA evidenzia che particolarmente rilevante sia il ruolo svolto nella vicenda dai due funzionari comunali indagati, l’ing. Leonardo MUSUMECI, RUP del procedimento ed a capo della Direzione Ecologia e Ambiente del Comune di Catania, ed Orazio Stefano FAZIO, assunto per chiamata diretta in quanto invalido civile come impiegato inquadrato nella categoria B2  e ben presto giunto in posizioni apicali all’interno del comune di Catania,  responsabile dei Servizi Esternalizzati della medesima Direzione Ecologia ed Ambiente e Direttore Esecuzione del Contratto per il servizio di spazzamento, raccolta e trasporto allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e di altri servizi di igiene del comune di Catania. Gli uomini della DIA dalle conversazioni captate tra i due hanno elaborato che risulta evidente la loro consapevolezza sia della sostanziale continuità tra una delle società (la I.P.I. s.r.l.) aggiudicataria del servizio per il periodo precedente e la nuova aggiudicataria ECO.CAR. s.r.l., sia della mancata precedente esperienza, per entrambe le società, in servizi analoghi nel triennio 2013-2015 in territori con densità abitativa pari  a quella del comune di Catania. Gli inquirenti ritengono quindi che nonostante l’evidenza di una serie di circostanze che avrebbero dovuto indurre i due funzionari a non dare corso, ciascuno per la propria parte di competenza, al completamento delle procedure di aggiudicazione del servizio di raccolta dei rifiuti, escludendo il R.T.I. SENESI S.p.A. – ECO.CAR. sr.l., la gara è stata, invece,  aggiudicata. La DIA rileva ancora come deve, inoltre, considerarsi che FAZIO abbia addirittura assunto una condotta attiva nel cercare di condizionare i vari attori intervenuti nella procedura antecedente e successiva all’aggiudicazione del servizio, dapprima per impedire che venissero rilevate, ad esempio, le inadempienze ed i disservizi delle ditte I.P.I. s.r.l. – OIKOS S.p.A. in vigenza di contratto, con conseguente applicazione di penali, facendo valere il suo peso all’interno della struttura comunale, quindi assumendo in prima persona la gestione ed il controllo degli stessi sorveglianti che avevano il compito di segnalare eventuali disservizi. Gli inquirenti ritengono che a fronte di questo suo impegno,  FAZIO veniva remunerato con utilità di vario genere, come emerso dalle intercettazioni (dall’acquisto di smartphone e computer al pagamento di vacanze da parte di Antonio DEODATI e di Antonio NATOLI), giungendo a chiedere perfino l’assunzione di dipendenti presso il Consorzio SENECO.La DIA ha valutato anche il ruolo svolto da Massimo ROSSO, Direttore della Direzione Ragioneria Generale Provveditorato ed Economato del Comune di Catania, definito dal G.I.P. rientrante “nel novero dei soggetti stabilmente a disposizione del DEODATI”. Gli inquirenti, in particolare nel corso delle indagini, hanno accertato che Massimo Rosso si  sarebbe attivato per consentire pagamenti a favore del Consorzio Seneco con tempistiche e modalità del tutto vantaggiose per la parte privata, accentrando su di se ogni responsabilità in merito ai pagamenti da effettuare in relazione alle prestazioni oggetto del contratto e fornendo inoltre la propria opera di consulenza in materia contabile e commerciale, non solo in relazione al contratto citato, ma anche in relazione agli affari complessivi del gruppo Deodati, ciò anche in evidente conflitto di interessi con la propria posizione di funzionario apicale del Comune di Catania. La DIA ha valutato che tali condotte hanno trovato una illecita remunerazione nel pagamento da parte del Deodati del canone di affitto delle abitazioni occupate dalle figlie del Rosso a Roma, dove frequentano i rispettivi corsi di studi universitari, nonché nell’assunzione dei fidanzati delle figlie a tempo indeterminato presso società riconducibili al DEODATI. Il  G.I.P. infine,  in merito alla figura di Antonio NATOLI, dirigente della I.P.I. s.r.l. e del Consorzio SENECO, ne riconosce il ruolo di fidato collaboratore e longa manus di Antonio DEODATI a Catania, sia nelle attività lecite che illecite, tanto da provvedere a finanziare gli acquisti di beni, viaggi e altre utilità da offrire a Orazio Stefano FAZIO e a Massimo ROSSO, in cambio del loro interessamento in favore delle società del DEODATI.

 


CATANIA - Polizia ed Autorità Aeroporto: intesa per azione comune contro crimini informatici e matrice terroristica. I protocolli d’intesa tra Polizia di Stato e le società ASEC S.p.A., Sidra S.p.A. e SAC Aeroporto di Catania, sono stati siglati di mattina in Questura, per la prevenzione ed il contrasto dei crimini informatici, a tutela dei sistemi di gestione dei servizi critici per la fornitura e distribuzione di gas, acqua e di supporto del traffico aeroportuale. Le convenzioni sono state firmate, ciascuno per il rispettivo Ente, dal dirigente del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per la Sicilia Orientale V.Q.A. dott. Marcello La Bella e dai Presidenti di SAC Aeroporto di Catania Daniela Baglieri, Sidra S.p.A Alessandro Corradi, ASEC S.p.A. Francesca Garigliano, alla presenza del Questore di Catania dott. Alberto Francini. Le parti con questi accordi, si sono impegnate ad adottare procedure di intervento e di scambio di informazioni utili a contrastare più efficacemente i crimini informatici, anche di matrice terroristica, con finalità di interruzione dei servizi di pubblica utilità, di indebita sottrazione di informazioni o di qualsiasi ulteriore attività illecita. I sistemi informativi per la gestione del servizio idrico, del gas e dei servizi di trasporto in ambito aeroportuale, sono identificati quali “servizi critici” dalla c.d. “Direttiva NIS”, recante misure per un livello comune elevato di sicurezza delle reti e dei sistemi informativi nell’Unione.  Le  convenzioni firmate  si ispirano al principio di sicurezza partecipata, al fine di assicurare in via sinergica ed efficiente le risorse del Sistema Paese a vantaggio dell’intera collettività.  La Polizia di Stato svolge, già da tempo, in via esclusiva, tramite il C.N.A.I.P.I.C., Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma, una rilevante attività di prevenzione e repressione dei crimini informatici,  che si tratti  sia di reati comuni, che di criminalità organizzata, di natura terroristica, i quali hanno per obiettivo le infrastrutture informatizzate di natura critica e di rilevanza nazionale. I protocolli sono in linea con la normativa europea introdotta dalla Network and Information Security Directive (NIS), che richiede di incrementare le capacità di scambio di informazioni e di risposta agli attacchi cyber, e con la normativa nazionale in materia di prevenzione di attacchi cibernetici che indica la Polizia Postale quale importante punto di riferimento.






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PALAGONIA  - 29enne pusher spavaldo bloccato ed ammanettato dai carabinieri. I militari del Nucleo Operativo della Compagnia di Palagonia hanno arrestato, nella flagranza, un 29enne del posto perché responsabile di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. I militari,  tenevano d’occhio da tempo il sospettato perché sicuri che la sua spavalderia, per la sua consapevolezza di essere ancora incensurato, lo avrebbe prima o poi tradito.   Così  è stato. Il soggetto era controllato a debita distanza dagli investigatori. Il 29enne era stato visto in Contrada Albanella entrare all’interno di un immobile di sua pertinenza ed  a quel pubnto  i militari, hanno  capito che era arrivato il momento giusto per intervenire. I carabinieri  hanno quindi bloccato il personaggio e dopo averlo perquisito l’hanno trovato in possesso di attrezzi da pusher: 7 dosi di marijuana, confezionate per la vendita al minuto, 3 bilancini di precisione e la somma di 175 euro, ritenuta provento dello spaccio. L’individuo è stato posto agli arresti domiciliari in attesa delle determinazioni dell’Autorità Giudiziaria.


 

PATERNO’ - Blitz antidroga Carabinieri e cinofili, bloccano pusher, cane trova stupefacente in casa nascondiglio. Il pusher aveva lanciato la droga dal balcone  per nasconderla ai militari ma invano.  I Carabinieri del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Paternò, con il supporto del Nucleo Cinofili di Nicolosi hanno preso  Antonio MUSARRA 19enne, del posto, per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. I militari avevano compreso che in paese girava voce sul giovane come dedito allo spaccio di droga. I carabinieri hanno voluto vedere chiaro ed hanno avviato una breve attività infoinvestigativa. Una  perquisizione effettuata nell’abitazione del ragazzo  in via Asmara ha tolto ogni dubbio. Il giovane, che   non ha gradito la visita dei carabinieri, ha soprasseduto all’apertura della porta d’ingresso temporeggiando per cercare di disfarsi, nel frattempo, della droga detenuta in casa. Il maldestro è stato visto dai militari affacciarsi dal balcone retrostante la’abitazione e lanciare una busta di cellophane in direzione di una casa disabitata. Il furbo ha provveduto poi a consentire l’accesso ai militari i quali, grazie al fiuto del cane “Zero” hanno subito trovato 1 involucro contenente qualche grammo di marijuana, nonché il materiale per il confezionamento della droga. I carabinieri, a seguito delle operazioni per il recupero di quanto lanciato dal MUSARRA, sul balcone dell’abitazione abbandonata e prospiciente a quella del ragazzo hanno rinvenuto 1 busta di plastica contenente 155 dosi di marijuana ed 1 bilancino di precisione, nonché ancora, distaccatosi durante il lancio e caduto sulla via Fiume, 1 involucro contenente ulteriori 15 dosi di “erba”.  MUSARRA è stato posto ai domiciliari in attesa delle determinazioni dell’Autorità Giudiziaria.


 

MASCALI  CT - Cane CC antidroga Ivan trova stupefacente  in casa del pusher. I Carabinieri della Stazione di Mascali, coadiuvati da uomini del Nucleo Cinofilo di Nicolosi,  hanno bloccato Stefano Mario SCIACCA 21enne, del posto, nella flagranza di reato di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. L’attività info investigativa ha consentito all’Arma mascalese di centrare l’obiettivo bloccando  SCIACCA, ancora una volta e per le stesse motivazioni legate allo spaccio di droga. I militari, acquisite le opportune informazioni, si sono recati nell’abitazione del sospetto circondandone il perimetro.   SCIACCA si attardava all’apertura della porta che, poi, apriva soltanto quando i militari avevano minacciavano di abbatterla. I carabinieri hanno iniziato la perquisizione ed hanno immediatamente rinvenuto 1 bilancino di precisione sul tavolo della cucina.  Il  fiuto infallibile del cane “Ivan” ha segnalato la presenza di droga nel comodino della stanza da letto, la quale, non veniva trovata dai militari. La ricerca del cane, in seguito, ha sortito l’esito sperato consentendo di rinvenire, occultata in una cavità del ripostiglio, 1 busta contenente 95 dosi di marijuana già pronte per lo smercio per un totale di circa 60 grammi. Il ritrovamento ha per i tutori dell’ordine avvalorato l’ipotesi che il giovane avesse temporeggiato  l’apertura della porta per nascondere la droga dall’accessibile comodino al nascondiglio dove, suo malgrado, è stata invece rinvenuta. Il personaggio è stato tradotto nel carcere catanese di Piazza Lanza.


CALTAGIRONE CT - 42enne continua a perseguitare ex compagnia, Polizia esegue arresto: aggravamento pena. I poliziotti ieri, su disposizione del GIP presso il Tribunale di Caltagirone, hanno eseguito 1 ordinanza di sostituzione della misura degli arresti domiciliari in atto applicata con quella della custodia cautelare in carcere, nei confronti di un 42enne di Caltagirone il quale ha continuato ad avere  condotte vessatorie nei confronti della sua ex moglie. Il soggetto, il 26 settembre, era stato sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari con permesso di recarsi sul luogo di lavoro dalle ore 5.15 alle ore 16.00. il personaggio invece di fare rientro a casa senza soste intermedie, si recava presso il bar ubicato nelle vicinanze dell’abitazione della ex moglie e dei suoi genitori, dove l’incontrava all’uscita del locale, profferendo nei suoi confronti minacce di morte. La donna, dopo aver chiamato il NUE 112 per richiedere l’intervento di una pattuglia, aveva deciso di recarsi immediatamente presso il locale Commissariato dove, visibilmente spaventata, ha formalizzato in denuncia quanto le era accaduto. La contestuale attività investigativa svolta nell’immediatezza, anche reperendo supporti video che hanno evidenziato la violazione delle prescrizioni imposte al soggetto. Il personaggio, quindi con la sua presenza ingiustificata nell’esercizio pubblico, ha consentito ai tutori dell’ordine di  chiedere ed ottenere la sostituzione della misura cautelare degli arresti domiciliari in corso con la misura cautelare della custodia in carcere, oggi eseguita. Il  malfattore, dopo le formalità di rito, è stato associato presso la Casa Circondariale di Caltagirone a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.


 

CATANIA – 70enne minaccia ex moglie e figlia con revolver clandestino: arrestato e rinchiuso in carcereI Carabinieri del Nucleo Radiomobile del Comando Provinciale hanno arrestato nella flagranza il  catanese Salvatore D’ANGELO 70enne, noto per reati associativi e contro la persona, poiché ritenuto responsabile di detenzione e porto di arma clandestina, nonché di atti persecutori commessi ai danni dell’ex moglie e della figlia. Una segnalazione è pervenuta  al 112, indicante un soggetto il quale era armato e posto sul balcone al secondo piano di una abitazione di via Del Principe, quartiere San Cristoforo.  L’equipaggio della gazzella è intervenuto celermente in zona ed individuata l’unità abitativa, vi ha fatto irruzione.  I  militari,  procedendo a perquisizione domiciliare, hanno rivenuto e sequestrato 1 revolver S&W calibro 38 con 6 cartucce nel tamburo e la matricola abrasa, occultato sotto l’armadio nella camera da letto. I  carabinieri,  nel medesimo conteston hanno altresì appurato come lui,  da oltre un anno minacciava di morte (senza una plausibile ragione) l’ex moglie, di  64anni, e la figlia,  46 anni, entrambe residenti nell’abitazione confinante a quella del 70enne.  L’arma sequestrata, nei prossimi giorni, sarà inviata agli specialisti del R.I.S. di Messina i quali, mediante esami tecnico balistici, potrebbero stabilirne l’eventuale utilizzo in pregressi episodi criminosi.L’arrestato, in attesa della convalida del G.I.P., è stato associato al carcere di Catania Piazza Lanza.


CATANIA – Rapina e colpisce cliente durante rapporto sessuale, nigeriana bloccata da agenti. La Polizia di Stato ha arrestato la nigeriana Nirka CHIKA 19enne, perché responsabile di rapina aggravata. La donna durante la sua attività, era stata “abbordata” da un cliente che l’aveva fatta accomodare sulla sua auto per poi, trovato un luogo appartato, consumare un rapporto sessuale.La donna, non disdegnava l’attività di rapinatrice e quindi, come riferito dalla vittima stessa, durante l’amplesso si è appropriata del cellulare dell’uomo il quale, nel tentativo di rientrare in possesso del maltolto, s’è pure preso un colpo sul naso, sferrato dalla CHIKA per garantirsi il bottino. L’attività di prostituzione, però, è stata, ed è tuttora, oggetto delle misure deterrenti disposte dal Questore di Catania Mario Della Cioppa, che la Polizia realizza  attraverso una capillare e continua attività di controllo del territorio.   Lo  sfortunato, ma anche poco avveduto, rapinato ha potuto immediatamente incontrare una Volante al cui equipaggio ha raccontato l’accaduto. La Polizia proprio grazie all’attività presidiaria,   con una precisa conoscenza dei luoghi e delle persone   ha rintracciato immediatamente la nigeriana, cogliendola con “le mani nel sacco”, atteso che aveva ancora nella borsetta il cellulare rapinato all’uomo. La donna è stata subito condotta in Questura e da li, su disposizione del P.M. di turno, rinchiusa nel carcere di Piazza Lanza in attesa della convalida del GIP.


CATANIACarabinieri a Librino bloccano pusher con droga, mentre spaccia. I militari del Nucleo Operativo della Compagnia di Catania Fontanarossa hanno ammanettato nel quartiere di Librino il  catanese Angelo PASQUALINO 36enne. Il personaggio  è stato preso nella flagranza di reato di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.  I tutori dell’ordine, già da tempo, monitoravano il personaggio per poterlo pizzicare nel momento giusto e l’hanno sorpreso mentre stava cedendo dosi di sostanza stupefacente ad alcuni clienti occasionali. I  militari, immediatamente hanno bloccato il pusher sottoponendolo ad una perquisizione a seguito della quale hanno rinvenuto, già suddivisi in singole dosi pronte per lo spaccio, 110 grammi di marijuana, 2 di crack e 3 di cocaina nonché, in particolare, una ricetrasmittente che il pusher utilizzava per i contatti diretti con la vedetta che, stavolta, è stata elusa dagli operanti. L’arrestato è stato associato nel carcere catanese di Piazza Lanza.



CATANIA -  Cane antidroga trova 3 kg cocaina su bus, Polizia arresta corriere napoletano. Si tratta di Salvatore SANGES 30enne, trovato in possesso di un’ingente quantità di cocaina. Il  nuovo successo per gli uomini della Polizia di Stato sul fronte della lotta al traffico di droga è stato nella mattinata con le manette per Salvatore SANGES. L’operazione si è svolta in sinergia tra gli agenti della Squadra Mobile ed i conduttori della Squadra Cinofili dell’UPGSP. I poliziotti hanno messo in campo uno tra i loro campioni della ricerca di stupefacenti: il cane Sky, pastore tedesco di 2 anni, dal fiuto infallibile. Il  fiuto di Sky di mattina, è stato utile nell’ambito di servizi predisposti per il contrasto del fenomeno dello spaccio e traffico di sostanze stupefacenti. Il cane poliziotto nel corso di controlli programmati a campione, su pullman di linea viaggianti durante la ore notturne, ha portato  all’arresto del Sanges. Il soggetto stava viaggiando a bordo di un pullman di linea a lunga percorrenza proveniente dalla Campania quando è stato fermato e controllato insieme ag un altro autobus. I poliziotti sono saliti a bordo ed hanno messo all’opera Sky il quale, in men che non si dica, ha scovato 1 busta di plastica – nascosta sotto il sedile del Sanges,  contenente 3 panetti di cocaina, dal peso complessivo di 3kg. circa.Il personaggio è stato immediatamente prelevato e condotto in Questura da dove è ripartito alla volta del carcere di Piazza Lanza, per ivi rimanere a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.


CATANIA Blitz Polizia municipale in piazza C.Alberto, daspo e sanzioni per venditori e 12 parcheggiatori abusivi. Il sindaco Salvo Pogliese e l’assessore alla Polizia urbana Alessandro Porto  hanno dato disposizione di attivare il servizio di controllo svolto col coordinamento del comandante Stefano Sorbino, dal responsabile del reparto Annona Francesco Caccamo. Il   daspo urbano nel Comune di Catania è stato emesso nei confronti di parcheggiatori abusivi.  I  controlli della Polizia municipale contro l’abusivismo sono stati attuati in varie zone della città. In questi giorni, in particolare 12 parcheggiatori abusivi sono stati verbalizzati e per 2 è stato emesso il daspo urbano. I controlli a tappeto degli agenti di sei pattuglie del reparto Annona sono stati svolti con l’appoggio un furgone che ha attuato 3 interventi sul territorio in contrasto alla contraffazione delle merci nella zona di piazza Carlo Alberto e nell’area attigua. Il  fenomeno criminale costituisce un grave problema che spesso  alimenta  le fila della malavita organizzata. La Polizia municipale, nel corso dei blitz  in via Cosentino ed in via Giordano Bruno, ha sequestrato 139 paia di scarpe e 46 borse, tutti accessori con marchi contraffatti. 


CATANIA - Guardia Costiera  trova, senza vita, sub disperso da ieri in molo levante porto di Catania. Mauro Finocchiaro  60enne catanese da ieri era disperso nel mare di Catania. I  militari  della Guardia Costiera, con le prime luci del giorno all’alba, hanno intensificato le ricerche ed hanno avuto esito. La famiglia in serata, aveva dato l’allarme poichè, conoscendo le abitudini del congiunto non l’aveva visto tornare a casa, sapendo che alle 17.00 era andato a fare una immersione. Le ricerche, sono state condotte via aria, terra, mare ed anche sott’acqua, in sinergia fra Guardia Costiera, Carabinieri, Polizia di Stato e Vigili del Fuoco, fino a questa mattina  e non avevano dato esito. L’aiuto di un nucleo di subacquei volontari, vicini al disperso è stato determinante e con l’ausilio della motovedetta della Guardia Costiera CP888, hanno rinvenuto il corpo esanime presso il lato est del molo di levante nel porto di Catania dove Mauro Finocchiaro era andato a fare una battuta di pesca in apnea.


RANDAZZO -  Carabinieri, Cacciatori e Cinofili Nicolosi in Operazione antidroga  arrestano 2 per piantagioni canapa indiana. I militari della Compagnia di Randazzo, coadiuvati dallo Squadrone Eliportato Cacciatori Sicilia e Nucleo Cinofili Nicolosi, allo scopo di fronteggiare efficacemente il traffico illecito di sostanze stupefacenti, nei giorni scorsi, hanno battuto palmo a palmo le zone agresti del territorio di competenza, ed oltre, ottenendo i seguenti risultati: arrestato nella flagranza un 29enne del posto, poiché ritenuto responsabile di coltivazione e detenzione illecita di sostanze stupefacenti. I carabinieri a seguito di una perquisizione eseguita in un fondo agricolo di proprietà del giovane randazzese, ubicato  in contrada Fortino a Mojo Alcantara (ME), hanno scoperto una maxi piantagione, organizzata in serre,  composta da 3.500 piante di canapa indiana di varia metratura. Le operazioni, estese anche alla residenza ed altri immobili di pertinenza del soggetto, ubicate a Randazzo in contrada Calderara e via Cellini, hanno consentito ai tutori dell’ordine di rinvenire e sequestrare oltre 1 Kg di marijuana, diverse bilancini elettronici di precisione, nonché  del materiale comunemente utilizzato dagli spacciatori per confezionare le dosi di stupefacente da porre in vendita. Un  30enne del posto è stato arrestato nella flagranza, poiché ritenuto responsabile di coltivazione e detenzione illecita di sostanze stupefacenti. I  militari accedendo nell’abitazione del pusher, previa perquisizione, hanno rinvenuto e sequestrato oltre 700 grammi di marijuana, diverse piante di canapa indiana, nonché lampade e specchi utilizzati per la coltivazione indoor.  Gli arrestati, assolte le formalità di rito, sono stati relegati agli arresti domiciliari.  I militari  hanno scoperto un’altra piantagione di canapa indiana in contrada Dagala Longa a Randazzo. I carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato, accuratamente occultati tra la vegetazione, 250 bicchierini in plastica con del terriccio e dei germogli di canapa indiana, conservati all’interno di un piano rialzato in legno di circa 6mt x 1mt, coperti da una rete metallica per proteggerli verosimilmente dai volatili o da altri piccoli animali. A completare il materiale utile alla coltivazione c’erano anche delle taniche d’acqua, un serbatoio da 1000 litri e sacchi di terriccio accuratamente accatastati, tutto accuratamente mimetizzato tra la vegetazione. Il  fiuto del Labrador “Ivan”, nei pressi della vecchia Stazione San Teodoro (della linea Randazzo – Mojo Alcantara), ha rilevato ben nascosti all’interno dei muretti a secco, 3 recipienti in vetro contenenti complessivamente circa 400 grammi di Marjuana. L’operazione antidroga   è avvenuta a pochi giorni di distanza dall’arresto di un soggetto che, per evitare di essere trovato in possesso della droga, alla vista dei carabinieri, ha ingoiato diversi grammi di cocaina contenuta all’interno di un condom.


 

CATANIA - Squadra Mobile, cambio a vertice dott. Basile  subentrato a dott. Salvago. Il dottor Marco Basile

  (video  intervista)  

si è insediato quale Capo della Squadra Mobile Catania, nel suo  piano operativo in Città  c’è azione contro ogni tipo di criminalità. Il  Primo Dirigente dottor Antonio Salvago   è stato designato a dirigere una delle Squadre Mobili che può, attualmente, essere annoverata tra le più impegnative d’Italia: Napoli. Il  Primo Dirigente dott. Marco Basile   video  intervista è di nuova assegnazione, ed arriva a Catania quale capo della Squadra Mobile etnea. Il Questore Alberto Francini, ha espresso parole e senso di stima e di gratitudine nei confronti del  Primo Dirigente dottor Antonio Salvago per aver brillantemente diretto, per circa sei anni, la Squadra Mobile di Catania, conseguendo importantissimi risultati in tema di operazioni contro la criminalità organizzata catanese, in ambiti nazionali ed internazionali, e contro numerose e agguerrite organizzazioni criminali extracomunitarie. Il  Questore,  aggiunge e ricorda: “Il suo stile e la sua professionalità sono di dominio pubblico. Il  Dipartimento della Pubblica Sicurezza, consapevole di avere nel dott. Salvago uno dei migliori investigatori a livello nazionale, ha voluto premiarlo per il suo impegno e destinarlo, di conseguenza, a quella che forse può essere attualmente considerata come la squadra Mobile più impegnativa d’Italia: quella di Napoli”.  Il  dott. Francini complimentandosi ha ringraziato Antonio Salvago per tutto il lavoro profuso in questa provincia e per il prestigio che la sua azione ha portato a tutta la Polizia di Stato, augurandogli sempre maggiori successi. Il  Primo Dirigente dott. Marco Basile, di nuova assegnazione dal 6 maggio, svolge le mansioni di capo della Squadra Mobile etnea. Il Primo Dirigente dottor Antonio Salvago ha un curriculum di servizio svolto a Catania di tutto rispetto:  solo nei primi mesi del 2019, la Squadra Mobile di Catania ha raggiunto il ragguardevole risultato di 331 arresti, tra i quali 13 latitanti, contandosi pure diverse e importanti operazioni di polizia giudiziaria, nei diversi ambiti della lotta alla criminalità organizzata e allo spaccio di stupefacenti, del contrasto ai reati predatori e di sfruttamento della prostituzione e della tratta di esseri umani. Il curriculum del dott. Antonio Salvago, comprende importanti operazioni contro la criminalità che hanno rappresentato, sin dal suo insediamento, un continuum di impegno e di brillanti successi: Anno 2013 Totale arresti: 444 Latitanti: 7 ( tra cui Orazio MAGRI’ catturato in Romania) Importanti operazioni di P.G.:  3.4.2013 Operazione Indipendenza c/ 14 persone ritenute responsabili del reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, con l’aggravante di cui all’art. 7 della Legge 203/91, per avere commesso il fatto avvalendosi delle condizioni previste dall’art. 416 bis c.p. ed a fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa Cursoti Milanesi. 26.4.2013 operazione Show Room c/ 10 persone ritenute responsabili del reato di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di furti di autovetture e ricettazione delle medesime. 29.5.2013 operazione Bisonte 2 c/ 17 persone ritenute responsabili del reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, con l’aggravante, per taluni dei destinatari, di cui all’art. 7 della Legge 203/91, per avere commesso il fatto al fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa Cappello - Bonaccorsi. 11.11.2013 Esecuzione di Fermo di indiziato di delitto c/ 16 cittadini egiziani, gravemente indiziati di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento aggravato dell’immigrazione clandestina, nonché di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.  Anno 2014 Totale arresti: 659 Latitanti: 11 ( tra cui Sebastiano BRUNNO catturato a Malta) Importanti operazioni di P.G. : 21.1.2014 Operazione Colomba c/ 48 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, ricettazione di autoveicoli e motoveicoli nonchè detenzione e porto illegale di armi da fuoco. 25.2.2014 Operazione Money Lender c/ 27 persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata all’usura ed estorsione, nonché usura ed estorsione, con l’aggravante di cui all’art.7 L.203/91. 2.4.2014 operazione Luna Rossa c/ persone ritenute responsabili, in concorso tra loro, di associazione per delinquere finalizzata al traffico di ingente quantitativo di sostanza stupefacente del tipo marijuana. E’ stata sequestrata sostanza stupefacente del tipo marijuana per un peso complessivo di kg. 2.062 lordi. 17 e 18.3.2014 Operazione Markeb El Kebir c/ 10 cittadini egiziani arrestati perché ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina n. 3 ’’navi madre’’ sequestrate n. 8 sbarchi avvenuti nei territori di Catania e Siracusa da luglio a ottobre 2013 attribuibili all’organizzazione. 29.4.2014 operazione Binario morto c/ 27 persone ritenute responsabili a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione ai fini dello spaccio e spaccio di sostanze stupefacenti nonché reati in materia di armi (clan Santangelo – Taccuni). 29.5.2014 operazione Teatro.c/ 20 persone ritenute responsabili, in concorso tra loro, del reato detenzione e spaccio di sostanza stupefacente del tipo marijuana. 3.7.2014 Operazione Fort Apache c/ 41 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, intestazione fittizia di beni, con l’aggravante di cui all’art.7 L.203/91. 9.7.2014 operazione Ghost c/ 35 persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di stampo mafioso - clan Santapaola-Ercolano - associazione per delinquere finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione, reati in materia di armi e intestazione fittizia di beni, con l’aggravante di cui all’art.7 L.203/91.  11.10.2014 operazione Garden c/ persone gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di stampo mafioso - clan Toscano-Mazzaglia - reati in materia di armi ed estorsione, con l’aggravante di cui all’art.7 L.203/91.  6.11.2014 Operazione Waterfront c/ 20 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di furti, rapina, sequestro di persona, ricettazione e simulazione di reato.  25.11.2014 Operazione Tokhla c/ 9 persone gravemente indiziati di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Anno 2015 Totale arresti: 655  Latitanti: 7 ( tra cui Sebastiano MAZZEI e Vincenzo SCIACCA) Operazioni importanti : 28.1.2015 Operazione Final Blow c/ 27 persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di stampo mafioso – cosca Cursoti Milanesi – detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, tentato omicidio e reati in materia di armi, con l’aggravante di cui all’art.7  L.203/91”. 6.2.2015 Operazione Spartivento c/ 18 persone ritenute responsabili di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti con le aggravanti di cui all’art. 7 Legge 203/91 - clan Santapaola -Ercolano - e della natura transnazionale del reato.  26.5.2015 Operazione Jonica Way c/ 19 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti nonché detenzione e spaccio delle medesime, con l’aggravante di essere l’associazione armata. 16.6.2015 Operazione Enigma c/ 30 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso (cosca Mazzei - “Carcagnusi”), associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio delle medesime, estorsione, rapina, furto e reati in materia di armi, aggravati dall’art.7 L.203/91. 9.9.2015 Operazione Dirty Money c/ 8 persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di usura ed estorsione, con l’aggravante di avere commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di cui all’art. 416 bis c.p. 24.11.2015 Operazione Revenge 5 c/ 37 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso (cosca Cappello-Bonaccorsi), associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio delle medesime, reati in materia di armi, con l’aggravante di cui all’art.7 L.203/91.  ANNO 2016 Arresti: n. 671 Latitanti: n. 17 (tra cui Arnaldo SANTORO) Importanti operazioni di P.G. 29.3.2016 operazione Nero Infinito c/ 6 persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di usura ed estorsione aggravata dall’art.7 L.203/91. 17.3.2016 Operazione Family c/ 9 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti del tipo marijuana e cocaina, di traffico illecito di sostanze stupefacenti, con l’aggravante di cui all’art. 7 Legge 203/91 (cosca Cappello - Bonaccorsi) e di essere l’associazione armata. 10.5.2016 operazione Somalia Express c/ 13 persone gravemente indiziate dei reati di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.  13.6.2019 operazione Smoke Free c/ 6 persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di rapine e furti in appartamento, nonché ricettazione e detenzione e porto illegale di armi da fuoco. 12.9.2016 Operazione Black Tie c/ 4 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di usura e tentata estorsione, con le aggravanti dell’art.7 L.203/91, per avere commesso il fatto avvalendosi della forza di intimidazione e della condizione di assoggettamento e di omertà derivanti dall’appartenenza all’associazione mafiosa Cappello-Bonaccorsi e di avere commesso il reato in danno di soggetti che versavano in stato di bisogno. 13.10.2016 operazione Grimaldi Square c/ 7 persone ritenute responsabili dei reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e detenzione e spaccio delle medesime. 24.10.2016 operazione Skin Trade c/ 15 persone ritenute responsabili, a vario titolo, del reato di associazione per delinquere finalizzata alla tratta di persone ai danni di giovanissime donne di nazionalità nigeriana, del delitto di tratta di esseri umani, con l’aggravante della transnazionalità, per aver reclutato, introdotto, trasportato e ospitato nel territorio dello Stato giovani donne nigeriane al fine di costringerle ad esercitare la prostituzione e del reato di sfruttamento della prostituzione.  26.10.2016 operazione Target c/ 16 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso (clan Mazzei - “Carcagnusi”), estorsione, esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza e minaccia, favoreggiamento personale e reati in materia di falso, con l’aggravante di cui all’art. 7 L.203/91, per avere commesso i fatti avvalendosi delle condizioni previste dall’art.416 bis c.p. ed al fine di agevolare l’attività dell’organizzazione mafiosa anzidetta, nonché furto aggravato e ricettazione.  25.11.2016 operazione Picanello Connection c/ 6 persone ritenute responsabili, in concorso tra loro, di traffico di ingente quantitativo di sostanza stupefacente del tipo marijuana. E’ stata sequestrata sostanza stupefacente del tipo marijuana per un peso complessivo di Kg. 1000 circa.  ANNO 2017 Arresti: n. 712  Latitanti: n. 11 (tra cui Concetto BONACCORSI) Importanti operazioni di P.G. 13.1.2017 Operazione Penelope c/ 31 persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di stampo mafioso (clan Cappello - Bonaccorsi), con l’aggravante di essere l’associazione armata, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio delle medesime, estorsione, esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone e intestazione fittizia di beni, aggravati dall’art.7 L.203/91. 19.1.2017 Operazione Wink c/ 16 persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio delle medesime e reati in materia di armi. 7.4.2017 operazione Crash c/ 11 persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro il patrimonio e furti aggravati. 11.7.2017 operazione Illegal Duty c/ 39 persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di stampo mafioso (clan Scalisi), con l’aggravante di essere l’associazione armata, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio delle medesime, tentato omicidio, estorsione, rapina, furto, ricettazione, reati in materia di armi, danneggiamento seguito da incendio, con l’aggravante di aver commesso il fatto in nome e per conto dell’associazione di tipo mafioso denominata clan Scalisi e al fine di agevolarne le attività illecite. Anno 2018 Arresti: 582 Latitanti: n. 13 (tra cui Nicola AMOROSO e Antonino CARBONARO. Gli arresti di AMOROSO e CARBONARO rappresentano il primo risultato del progetto “Eurosearch”, avviato da Europol e dal Servizio Centrale Operativo, finalizzato alla localizzazione e cattura di latitanti mafiosi in ambito europeo). Importanti operazioni di P.G.: 31.1.2018 operazione Adranos c/ 33 persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di stampo mafioso (clan Santangelo), associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio delle medesime, estorsione, rapina, furto, ed altri reati contro il patrimonio, reati in materia di armi, con l’aggravante di aver commesso il fatto in nome e per conto dell’associazione di tipo mafioso denominata clan Santangelo e al fine di agevolarne le attività illecite”. 13.3.2018 Operazione The Royal familyc/ 3 persone gravemente indiziate, a vario titolo, in concorso tra loro e con altri soggetti allo stato non identificati in Libia e in Nigeria, dei delitti di tratta di persone in danno di connazionali e di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, con le aggravanti della transnazionalità, di avere esposto a pericolo la vita o l’incolumità delle persone trasportate, facendole imbarcare su natanti occupati da numerosi migranti privi di ogni necessaria dotazione di sicurezza, e di avere agito al fine di reclutare persone da destinare alla prostituzione e all’accattonaggio, al fine di trarne profitto. 9.10.2018 operazione Beautiful Hybrid c/ 21 persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla coltivazione, produzione, trasporto, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti, detenzione e cessione delle medesime, reati in materia di armi, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio e favoreggiamento personale. 14.11.2018 operazione Gaming on line c/ 13 persone gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di delitti, tra cui l’esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse, la truffa aggravata ai danni dello Stato, il riciclaggio e l’autoriciclaggio e l’intestazione fittizia di beni, nonché concorso esterno in associazione di tipo mafioso, truffa ai danni dello Stato in concorso, esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse, trasferimento fraudolento di valori, con l’aggravante di cui all’art. 416 bis.1 c.p. per aver svolto una funzione strumentale ed agevolatrice nei confronti dell’associazione per delinquere di stampo mafioso (clan Cappello - Bonaccorsi) consentendone, in maniera determinante, l’infiltrazione e la connessa espansione nel settore dei giochi e delle scommesse on line, nonché l’autoriciclaggio dei proventi derivanti dalle attività criminose della stessa associazione. Anno 2019 (fino al 30.4.2019)  Arresti: n. 331  Latitanti: n. 13 Importanti operazioni di P.G. 16.1.2019 operazione No Smoke c/ 6 persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei delitti di rapina ed estorsione, con l’aggravante di avere commesso il fatto facendo parte dell’associazione mafiosa clan Santapaola - Ercolano (gruppo di Picanello e gruppo di Acireale/Aci Catena) e con l’aggravante di cui all’art.416 bis 1 c.p. per avere commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di assoggettamento derivanti dall’appartenenza all’anzidetta associazione ed al fine di agevolarla. 23.1.2019 operazione Norsmen c/ 26 persone (di cui tratte in arresto in Germania e Francia) gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di tipo mafioso denominata “Vikings” o “Supreme Vikings Confraternity”, con l’aggravante dell’essere l’associazione armata; associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope, con le aggravanti del numero di associati superiore a dieci, della presenza tra i partecipanti di persone dedite all’uso di sostanze stupefacenti o psicotrope e dell’aver commesso il reato avvalendosi delle condizioni previste dall’art. 416 bis c.p. e al fine di agevolare l’attività dell’associazione di tipo mafioso denominata “Vikings”; detenzione, trasporto e cessione di sostanza stupefacente del tipo cocaina e marijuana, con l’aggravante di aver commesso il reato avvalendosi delle condizioni previste dall’art. 416 bis c.p. e al fine di agevolare l’attività dell’associazione di tipo mafioso denominata “Vikings”; violenze sessuali, anche di gruppo, con le aggravanti di aver commesso il fatto con l’uso di armi, del reato commesso da persona che fa parte di un’associazione per delinquere e al fine di agevolarne l’attività, dell’aver profittato di circostanze di tempo tali da ostacolare la pubblica e privata difesa, agendo in orario notturno. 11.2.2019 Operazione Route 385 c/ 6 persone responsabili, a vario titolo, in concorso con altri soggetti allo stato non identificati in Nigeria e in Libia, dei delitti di tratta di persone - con le aggravanti della transnazionalità del reato, di avere agito mediante minaccia attuata attraverso la realizzazione del rito religioso-esoterico del voodoo, in danno di minori, al fine di sfruttare la prostituzione ed esponendo la persona offesa ad un grave pericolo per la vita e l’integrità fisica (facendo loro attraversare il continente di origine sotto il controllo di criminali, che le sottoponevano a privazioni di ogni genere e a diverse forme di violenza, facendole giungere in Italia via mare a bordo di imbarcazioni occupate da moltissimi migranti, esponendole ad un altissimo rischio di naufragio) - favoreggiamento dell’immigrazione clandestina nonché sfruttamento della prostituzione. 12.2.2019 operazione Città Blindata c/ 16 persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di stampo mafioso (cosca Tomasello - Mazzaglia - Toscano operante prevalentemente nel territorio di Biancavilla (CT) e costituente una articolazione territoriale del clan Santapaola-Ercolano), con l’aggravante di essere l’associazione armata e di avere gli associati assunto e mantenuto il controllo di attività economiche, finanziandole - in tutto o in parte - con il prezzo, prodotto e profitto dei delitti commessi, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti con le aggravanti di essere l’associazione armata, spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione e porto illegale di armi da fuoco, ricettazione delle medesime e rapina, con l’aggravante di cui all’art. 416 bis.1 c.p. per aver commesso il fatto al fine di agevolare le attività dell'associazione mafiosa di appartenenza (cosca Tomasello-Mazzaglia-Toscano). 6.3.2019 Operazione Ugbo c/ 4 persone ritenute responsabili, a vario titolo, in concorso con altri soggetti allo stato non identificati in Nigeria e in Libia, dei delitti di tratta di persone - con le aggravanti della transnazionalità del reato, di avere agito mediante minaccia attuata attraverso la realizzazione del rito religioso-esoterico del voodoo, in danno di minori, al fine di sfruttare la prostituzione ed esponendo la persona offesa ad un grave pericolo per la vita e l’integrità fisica (facendo loro attraversare il continente di origine sotto il controllo di criminali, che le sottoponevano a privazioni di ogni genere e a diverse forme di violenza, facendole giungere in Italia via mare a bordo di imbarcazioni occupate da moltissimi migranti, esponendole ad un altissimo rischio di naufragio) - favoreggiamento dell’immigrazione clandestina nonché sfruttamento della prostituzione. 20.3.2019 operazione Zeta c/ 14 persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei delitti di associazione per delinquere di tipo mafioso (clan Santapaola - Ercolano), estorsione, usura, intestazione fittizia di beni, detenzione e porto illegale di armi e reati in materia di stupefacenti, con l’aggravante di aver commesso i fatti per agevolare il gruppo facente capo a ZUCCARO Maurizio, appartenente all’associazione mafiosa Santapaola - Ercolano ed avvalendosi delle condizioni di cui all’art.416 bis c.p. 4.4.2019 operazione Capricornus c/ 21 persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di più delitti di acquisto, trasporto, detenzione e vendita di sostanze stupefacenti, nonchè detenzione ai fini di spaccio delle medesime.


CATANIA Polizia, criticità ufficio denunce: comunicato sindacati COISP e UIL SICUREZZA.  I due sindacati di Polizia stigmatizzando la situazione riguardante l’operatività all’ufficio denunce hanno stilato il seguente documento congiunto: “Il Questore apporta taluni correttivi in ordine all'Ufficio denunce della Questura ma permangono assurde criticità.....disagi ai cittadini. In ordine alle serie criticità riscontrate di recente in seno all'Ufficio denunce della Questura di Catania e segnalate agli organi di stampa, a firma "d'ordine del Questore", sono giunte le prime note di risposta al Sindacato (NE ASPETTIAMO ANCORA) dove si evidenziano i correttivi presi dalla Questura: ad avviso di chi scrive e verrà spiegato il motivo, si tratta di soluzioni parziali e inefficaci in quanto permangono fattori assurdi. In detto Ufficio Denunce, come noto e non per colpa dei poliziotti che seguono ordini impartiti dai superiori, più denunce/querele/esposti vengono ricevuti nella stessa stanza con diverse postazioni di lavoro e con probabile danno alla riservatezza dei dati personali (un denunciante può ascoltare i fatti dell'altro e ciò nonostante i tentativi dei poliziotti di evitare ciò); non solo, i diversamente abili non possono entrare agevolmente in detto Ufficio senza l'aiuto dei poliziotti in turno e, fatto assurdo, che vi sono attese di ore e ore per fare una denuncia. In relazione alle lunghe attese, nessuna risposta e nulla è cambiato, ciò dispiace per il disservizio creato ai cittadini spesso vittime di reati e per i poliziotti che, a fronte del tanto lavoro e senza colpa, provano a giustificare le lunghe attese. In ordine alla violazione della riservatezza e alla problematica dei diversamente abili, la Questura, grazie alla segnalazione pubblica fatta dal Sindacato, ha disposto che nel caso di denunce o querele aventi profili di particolare delicatezza, gli utenti verranno ricevuti in un locale appositamente dedicato, così da tutelare la riservatezza. Lo stesso locale, nelle more della realizzazione di un piccolo scivolo e della sistemazione del gradino dell'ufficio denunce, verrà destinato altresì alla ricezione delle denunce presentate da soggetti diversamente abili. Si evidenzia che solo quando viene presa una denuncia con "..profili di particolare riservatezza..", così dice la nota fatta pervenire dal Vertice della Questura, vengono adottate determinate procedure volte a tutelare la riservatezza. Quando vengono due denuncianti che devono presentare una semplice denuncia di smarrimento e/o segnalare altre criticità quali furti e simili che succede?...TUTTI NELLA STESSA STANZA: ciò è rischiosissimo perché, come noto, in sede di denuncia i poliziotti devono chiedere agli esponenti/denuncianti anche dati personalissimi quali la residenza, i dati anagrafici e sin anche numeri di telefono ed altro ancora...se qualcuno memorizza questi dati con scopi illegali?Non solo, fuori la stanza dell'Ufficio denunce della Questura manca opportuna segnaletica con l'indicazione rivolta alle vittime che devono denunciare fatti con "..profili di particolare riservatezza..": ciò con il rischio che, vedendo tanta gente e per l'imbarazzo, persone che vogliono denunciare determinate situazioni delicate vanno via con il magone: L'UNICA SOLUZIONE È DI ALLESTIRE E RISERVARE PIÙ STANZE ALL'UFFICIO DENUNCE E IN OGNI STANZA VI DEVE STARE UNA SOLA POSTAZIONE DI LAVORO, QUINDI UN POLIZIOTTO E UN/UNA DENUNCIANTE.....COSÌ E' POSSIBILE RISPETTARE LA PRIVACY!!!I Sindacati di Polizia Coisp e Uil Sicurezza, nel prendere comunque atto di quanto sin ora fatto e quindi del tentativo di trovare una soluzione ai problemi, continuano a contestare la gestione dell'Ufficio denunce della Questura di Catania e, per questo motivo, ancora una volta chiedono pubblicamente l'intervento al Questore di Catania Alberto Francini, persona altamente qualificata, affinché vengano eliminate una volta per tutte determinate assurde criticità in seno alla Questura da lui diretta”.


SCORDIA CT – Ruba in appartamento, lentinese incastrato dal sangue perso in casa svaligiata. I Carabinieri della Stazione di Scordia hanno bloccato Gaetano PALERMO 37enne di Lentini (SR), in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Caltagirone in ordine al reato di furto in abitazione. Il personaggio il 24 novembre 2017, per entrare nell’abitazione di via Sandro Pertini a Scordia aveva infranto un vetro ferendosi una mano. Il maldestro ignaro di aver lasciato delle tracce di sangue sul pavimento dell’immobile, aveva razziato preziosi e materiale informatico per poi fuggire via. Gli investigatori dell’Arma, in sede di sopralluogo, repertarono il sangue perso dal ladro ferito che è stato analizzato dagli specialisti del RIS di Messina, ed hanno consentito l’identificazione del reo.  L’arrestato, dopo le formalità di rito, è stato relegato agli arresti domiciliari.


CATANIA - Rapinatore seriale condannato a 6 anni di carcere. I Carabinieri della Stazione di Catania Nesima hanno arrestato il catanese Alfio LO FARO 55enne, in esecuzione di un ordine per la carcerazione emesso dal Tribunale di Messina. Lui, già condannato dai giudici per diverse rapine, commesse a Messina tra il 2013 ed il 2014, dovrà scontare la pena comminatagli equivalente ad anni 6 di reclusione. L’arrestato, assolte le formalità di rito, è stato rinchiuso nel carcere di Catania Piazza Lanza.


CALTAGIRONE Cocaina, hashish e marijuana: 80 Carabinieri eseguono misure per 14 personaggi. I soggetti destinatari di misura cautelare in Carcere: Giovanni CASCIANA  25enne nato a Caltagirone; Vincenzo CASCIANA 28enne nato a Piazza Armerina EN; Giacomo Alessandro RIBELLE  29enne nato a Ravenna; Francesco SPATARO 34enne nato a Caltagirone; Ai domiciliari: Giovanni Luca LA ROCCA 23enne nato a Caltagirone; Giuseppe Stefano MARCHESE 26enne nato a Caltagirone; Flavio RISO 26enne nato a Caltagirone; Fabio CANNIZZARO 40enne nato a Caltagirone (CT); Ivan DI BENEDETTO 28enne nato a Caltagirone. Dell’Obbligo di Dimora: Giuseppe NICOLACI 24enne nato a Caltagirone; Liborio SIRACUSA 37enne nato a Catania; Giuseppe GAMBINO 20enne nato a Caltagirone; Luca CRISCIONE 24enne nato a Caltagirone.  Dell’Obbligo di Presentazione alla P.G. : Giacomo LO BIANCO 25enne nato a Caltagirone. 80 Carabinieri del Comando Provinciale di Catania, supportati dalla Compagnia di Intervento Operativo del XII° Reggimento “Sicilia” e dal Nucleo Cinofili di Nicolosi ,su disposizione della Procura della Repubblica di Caltagirone, nelle prime ore del mattino nei comuni di San Michele di Ganzaria, Caltagirone, Palagonia e Ramacca, hanno dato esecuzione ad una misura cautelare emessa nei confronti di 14 soggetti  ritenuti responsabili, a vario titolo, di concorso in detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, hashish e marijuana. Il provvedimento è scaturito dagli esiti di un’articolata attività investigativa condotta dalla Stazione di San Michele di Ganzaria e dalla Compagnia Carabinieri di Caltagirone tra il mese di novembre 2017 ed il mese di luglio 2018. Le indagini di natura tecnica, dinamica e di osservazione, hanno reso possibile accertare la responsabilità degli indagati in merito ad una fiorente attività di spaccio di stupefacenti avvenuta nei comuni di San Michele di Ganzaria e di Caltagirone. Destinatari della misura anche i pronipoti di Ciccio La Rocca, ritenuto Boss di cosa nostra, reggente la famiglia di San Michele di Ganzaria. Il peculiare ed inusuale il modus operandi utilizzato dagli indagati, consisteva nell’affittare, per brevi periodi, alcuni bed & breakfast del Calatino, all’interno dei quali, all’insaputa dei titolari, veniva smerciata la droga, nella convinzione di sfuggire ai controlli dei Carabinieri.  I  militari dell’Arma,  nel corso delle indagini, sono riusciti a delineare le modalità di approvvigionamento dello stupefacente, che avveniva  nel comune di  Palagonia, arrestando nella flagranza 7 soggetti per detenzione ai fini di spaccio di sostanze.


MASCALUCIA  CT- 47enne in attesa di separazione: testata, morsi e tenta strangolare moglie, poi si barrica in casa col figlio: blitz carabinieri liberato bimbo. I militari della locale Tenenza hanno arrestato nella flagranza un 47enne del posto, poiché ritenuto responsabile di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali. La vittima ha chiesto aiuto ai carabinieri riferendo di aver patito poco prima l’aggressione da parte del marito, avvenuta sotto casa della madre di lei. Il violento avrebbe tentato di strangolare la donna colpendola con una testata e morderla sul viso, al solo fine di strapparle il figlio di appena 2 anni dalle braccia e portarlo via con l’intento di non farglielo più rivedere. L’intervento immediato di una pattuglia presso l’abitazione del reo che, si è rifiutato di aprire barricandosi in casa, ha consentito ai militari di scavalcare il muro di cinta della proprietà irrompere nell’appartamento, porre in sicurezza il bambino ed arrestare lui. La donna, è stata trasportata al Policlinico del capoluogo etneo, i medici del pronto soccorso hanno riscontrato alla malcapitata: “fratture alle ossa nasali e cervicalgia post trauma” con una prognosi di gg.30 s.c. La vittima, nel denunciare il marito, ha raccontato ai militari di aver subito nei dieci anni di matrimonio ogni sorta di vessazione legata alla gelosia morbosa del soggetto, mai placata neanche dopo la nascita del figlio. Le percosse l’avevano costretto la vittima, qualche mese fa, a lasciare la casa coniugale per andare a vivere con la madre in attesa della separazione.   L’arrestato, assolte le formalità di rito, è stato associato al carcere di Catania Piazza Lanza così come disposto dall’Autorità Giudiziaria.  


SANTA MARIA di LICODIA  CT Donna picchiata ed abusata da ex compagno: Carabinieri stalker ai domiciliari.  La Procura Distrettuale della Repubblica, nell’ambito di indagini a carico di T.S. 26enne, indagato per i reati di maltrattamenti contro familiari, lesioni personali aggravate ed atti sessuali con minorenne commessi in danno della convivente, ha richiesto ed ottenuto la misura cautelare della custodia degli arresti domiciliari eseguita dai Carabinieri della Stazione di Santa Maria di Licodia  (CT).  Le indagini, coordinate dal pool di magistrati qualificati sui reati che riguardano la violenza di genere, hanno evidenziato una serie di eventi che hanno visto la donna patire dal 2012  ad oggi una vera e propria via crucis. Lui nel corso della convivenza familiare, oltre ad avere abusato sessualmente della compagna quando questa ancora non aveva compiuto i 14 anni, ha posto in essere una serie di condotte violente e vessatorie nei confronti della stessa aggredendola, in più occasioni, con calci e pugni e cagionandole delle lesioni (in un episodio le causava la perforazione del  timpano), costringendola a ricorrere innumerevoli volte alle cure di diversi presidi ospedalieri, il tutto allo scopo precipuo di volerla soggiogare al proprio volere, isolandola di fatto dal contesto di amici e soprattutto dalla famiglia di origine.  Il violento avrebbe tenuto poi condotte senza soluzione di continuità, anche dopo la decisione della ragazza di lasciare il compagno, costellate anche da insulti ledenti la dignità della persona offesa,  nonché minacce, tra le quali: “ti infilo un coltello nel collo” e “non ti fare vedere in giro con qualcuno perché ti metto sotto con la macchina”. La vittima, ormai esasperata, ha comunque trovato la forza di reagire denunciando l’ex ai carabinieri  fornendo agli inquirenti tutti gli elementi necessari a configurare  un quadro probatorio a carico dell’indagato che non ha lasciato alcun dubbio al giudice il quale, accogliendo la richiesta della Procura,  ha emesso la misura restrittiva.

BIANCAVILLA  CT- Carabinieri, in fondo agricolo trovano armi clandestine. Giuseppe SAPIA 37enne è stato rinchiuso in carcere, produceva in proprio le munizioni.  I Carabinieri della locale Stazione hanno bloccato nella flagranza il personaggio già gravato da precedenti specifici, poiché ritenuto responsabile di detenzione di armi clandestine, detenzione illegale di armi comuni da sparo, munizioni comuni e da guerra nonché  ricettazione. I  militari, al termine di una breve ma proficua attività info-investigativa, hanno avuto accesso al terreno di proprietà del soggetto, ubicato in località Guardia Maio del comune di Biancavilla, dove una approfondita ispezione dei luoghi ha consentito di rinvenire, sotto un cumulo di pietre creato ad arte dal reo, armi e munizioni: 1 fucile automatico calibro 12 marca “Franchi”, risultato oggetto di furto in una abitazione di Canosa di Puglia (BA) nel lontano giugno del 1991; 1 pistola a salve modificata in arma comune da sparo; 800 cartucce di diverso calibro; 3 kit completi per la produzione e ricarica di cartucce. Le armi sequestrate nei prossimi giorni saranno inviate agli esperti del R.I.S. di Messina per essere sottoposte a specifici esami tecnico-balistici che potrebbero stabilirne l’eventuale utilizzo in pregressi episodi criminosi.  L’arrestato, assolte le formalità di rito, è stato associato al carcere di Catania Piazza Lanza.


 

GIARRE Uccide ex moglie a pistolettate, lui muore in ospedale con 1 colpo arma. La vittima Sara Parisi 58enne è stata uccisa con colpi di pistola a Giarre in corso delle Province, vicino alla sua abitazione esplosi dall’ex marito Francesco Privitera 58enne. L'uxoridicio della ex sarebbe avvenuto in strada, a Giarre in corso delle Province, vicino all'abitazione della donna. L'ex marito muratore avrebbe sparato per pregresse situazioni passionali mai sopite, poi secondo una prima ricostruzione degli investigatori, si sarebbe sparato con la stessa arma. L’ex marito era separato da anni. Francesco Privitera è morto nell'ospedale Cannizzaro di Catania dove era  stato trasferito in codice rosso. Lui era stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico. I carabinieri stanno svolgendo indagini anche per accertare se si sia suicidato o se il colpo che l’ha attinto a morte sia partito accidentalmente durante una colluttazione con familiare della vittima.


SCORDIA  CT  - Blitz CC “Cacciatori” trovate armi clandestine e munizioni: 37enne insospettabile in manette. I militari della Stazione di Scordia e dello Squadrone Eliportato “Cacciatori di Sicilia” hanno arrestato nella flagranza un 37enne del posto, poiché ritenuto responsabile di detenzione di arma clandestina nonché detenzione illegale di armi comuni da sparo e munizioni. I tutori dell’ordine al termine di una breve ma proficua attività info-investigativa, hanno predisposto due dispositivi di intervento simultaneo, ieri pomeriggio facendo irruzione sia nell’abitazione del sospettato, ubicata nel centro cittadino, che nella residenza estiva di contrada Montagnola. I c”Cacciatori” nel  luogo, previa perquisizione, hanno  rinvenuto e sequestrato:  1 fucile cal.12 marca “Breda” con la matricola abrasa, canna e impugnatura mozzate, 2 carabine ad aria compressa, 50 proiettili cal. 9 x 21, 45 cartucce cal.12, delle quali 34 a pallettoni e 3 a palla unica. L’arma clandestina, inviata agli esperti del  R.I.S. Carabinieri di Messina è sottoposta agli esami tecnico-balistici che potrebbero stabilirne, oltre alla provenienza, l’eventuale utilizzo in pregressi episodi criminosi.  L’arrestato, assolte le formalità di rito, è stato associato al carcere di Caltagirone.


CATANIA -  Carabinieri Nas Catania a Picanello bloccano 2 falsi dentisti. I militari hanno sequestrato studio odontoiatrico abusivo nel centro urbano. L’attività dei Carabinieri del Nas di Catania è continua contro l’abusivismo sanitario nel settore odontoiatrico.  2 odontotecnici, fratelli gemelli  sono finiti sotto la lente d’ingrandimento, i quali hanno pensato bene di dedicarsi, oltre alla costruzione delle protesi dentarie, anche alla cura dei denti vera e propria. I militari, nel corso di servizi di controllo nel popolare quartiere di Picanello, avevano notato un flusso ingiustificato di persone all’interno di quello che doveva risultare un normale laboratorio odontotecnico, ma che poi si è rivelato essere un vero e proprio studio dentistico dotato di apparecchiature costose e di nuova generazione.  I carabinieri, al momento dell’intervento hanno notato che  la sala d’attesa era colma di pazienti  i quali attendevano di essere visitati, senza la minima percezione di trovarsi al cospetto di falsi dentisti e in un luogo che, pur avendone le sembianze, certo non era affatto uno studio odontoiatrico autorizzato. Le forze dell’ordine precisano che “la professione dell’odontoiatra è esercitabile solo ed esclusivamente dai medici iscritti all’Albo degli Odontoiatri ed in possesso del relativo titolo di laurea. E’ essenziale, infatti, che le figure professionali a cui il cittadino affida la cura dei propri denti siano veri e propri medici, perché debbono essere capaci di comprendere eventuali malattie del cavo orale, delle mascelle e dei relativi tessuti, ovvero di effettuare le appropriate diagnosi e terapie anche preventive, per la corretta riabilitazione odontoiatrica”. Gli ignari clienti presenti in sala d’aspetto stavano per affidarsi, invece, a soggetti che non erano abilitati a svolgere la professione di dentista e quindi senza il possesso di laurea in odontoiatria o medicina e senza  aver mai intrapreso percorsi formativi nel settore sanitario. I militari precisano come sia bene ricordare che i falsi dentisti non solo provocano enormi danni alla salute dei cittadini, ma generano anche costi alle casse dello Stato in termini di “cure riparatrici” e di evasione fiscale. L’esercizio abusivo, infatti, non garantisce il rispetto delle necessarie regole d’igiene ed è potenziale fonte di pericolose malattie come epatite, tubercolosi, hiv.  I  Carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità, nel falso studio dentistico hanno apposto i sigilli, dopo aver posto sotto sequestro tutti i locali. I falsi medici sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Catania, che ha convalidato il sequestro del locale odontoiatrico per il reato di “esercizio abusivo della professione di odontoiatra”. I cittadini hanno oggi a disposizione importanti strumenti per verificare se i professionisti a cui si affidano per le cure siano muniti o meno di laurea e di abilitazione: è sufficiente consultare l’Albo online dell’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della propria provincia, o il portale della Federazione Nazionale raggiungibile all’indirizzo www.fnomceo.it .  Aspetto, non meno importante, è la verifica del preventivo di spesa e della successiva ricevuta fiscale, dove il nome di colui il quale emette  dovrà coincidere con il sanitario che ha praticato le cure. I controlli dei Carabinieri del NAS di Catania proseguiranno assiduamente su tutta l’area urbana, per tutelare   cittadini che, inconsapevoli o talvolta imprudenti non solo per esigenze di salute, ma anche economiche, si rivolgono a chi non sempre garantisce adeguati servizi sanitari.




CATANIA Marito violento picchia e maltratta moglie, manette dei Carabinieri. I militari della Stazione di Catania Piazza Verga, su richiesta della Procura della Repubblica di Catania, ieri pomeriggio,hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere - emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catania - nei confronti di un mauriziano di 51enne residente a Catania, in ordine al reato di atti persecutori.  La vittima, anche lei di origini mauriziane, dopo vent’anni di matrimonio, ha trovato il coraggio di denunciare il marito ai carabinieri di Piazza Verga, dove da alcuni anni è attiva  una stanza dedicata all’ascolto delle fasce deboli, all’interno della quale ha raccontato il calvario patito negli ultimi cinque anni.  Il coniuge, quasi sempre in stato di ebbrezza alcolica, aveva sottoposto la donna ad ogni sorta di vessazione psicofisica, condotte per il quale  era stato già raggiunto da un provvedimento cautelare personale, che lo obbligava ad allontanarsi dalla casa coniugale. Il soggetto non avendo ottemperato, era ritornato a vivere con la moglie costringendola a soggiacere alle sue azioni dispotiche, tanto da indurre l’Autorità Giudiziaria, informata dai carabinieri,  a trasferire la donna in una struttura protetta. Le indagini, coordinate dal pool di magistrati che si occupa dei reati in danno delle fasce deboli e della violenza di genere, diretto dalla dott.ssa Marisa Scavo, ha consentito la ricostruzione della triste vicenda ed al contempo di fornire al giudice un approfondito quadro probatorio che ha consentito l’arresto del soggetto e la reclusione nel carcere di Catania Piazza Lanza.



 V.Questore Marcello La Bella    

(ascolta l'intervista)dirigente della Polizia postale di Catania

CATANIA - Minacce di morte su Facebook, Polizia Postale denuncia 1 catanese. Gli uomini del  Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per Sicilia Orientale di Catania, hanno denunciato in stato di libertà alla locale Procura della Repubblica un 63enne, privo di pregiudizi penali, ritenuto responsabile di minacce nei confronti di un signore di 74 anni.  la  vittima ha  dichiarato alla Polizia di avere subito minacce di morte su Facebook da parte di un utente, che gli aveva mostrato  la foto di una pistola, scrivendo frasi con minacce di morte. La Polizia, riuscendo ad identificare l’autore delle minacce, si è recata immediatamente presso l’abitazione del personaggio, anche al fine di chiarire l’eventuale detenzione di armi.  Il soggetto ha ammesso di avere compiuto le minacce perché colto da un momento di forte gelosia. La fidanzata del denunciato sarebbe stata continuamente importunata dal denunciante il quale, l’aveva conosciuta precedentemente dutante una gita. Lui, infine,  ha mostrato ai poliziotti la pistola con la quale aveva minacciato la vittima, che  è risultata essere un’arma con tappo rosso per cariche a salve priva di potenzialità offensiva.













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