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CATANIA
-
MARIA GRAZIA MILLI PRIMO DIRIGENTE POLIZIA INSEDIATA A CAPO COMPARTIMENTO
POLIZIA STRADALE PER SICILIA ORIENTALE.

Il nuovo dirigente del Compartimento Polizia Stradale per la Sicilia
Orientale di Catania, Primo Dirigente della Polizia di Stato dott.ssa Maria
Grazia Milli, si è insediato subentrando al dott. Nicola Spampinato, andato
in quiescenza. La dott.ssa Milli si è laureata in Giurisprudenza presso
l’Università di Roma “Sapienza”, è entrata in Polizia nel 1994 e, dopo il
corso di formazione per commissari, è stata assegnata alla Sezione Polizia
Stradale di Palermo. Il dirigente nel corso della sua carriera ha ricoperto
numerosi e prestigiosi incarichi ed ha lavorato a Reggio Calabria dove,
dapprima, ha diretto la Sezione Polizia Stradale e, poi, è stata Capo di
Gabinetto della Questura, coordinando la gestione di servizi particolarmente
delicati come quelli connessi agli sbarchi. La dott.ssa Milli ha ricoperto
il ruolo di responsabile del Progetto Icaro ”Campagne sicurezza stradale”
nel 2004 e 2005 ed ha partecipato come esperta in materia di sicurezza a
numerose trasmissioni televisive nazionali. La dott.ssa Milli si è detta
onorata del prestigioso incarico ricevuto e, durante un incontro con il
Questore di Catania, ha assicurato il suo impegno nel portare avanti tutte
le attività di prevenzione e repressione connesse alla sicurezza stradale
nelle arterie con maggiore densità veicolare, in tangenziale come nella rete
autostradale, a garanzia della legalità, del rispetto del Codice della
Strada e a tutela della sicurezza e dell’incolumità dei diversi utenti della
strada.

CATANIA
- CMS designa
Francesco Curcio procuratore capo con
13 voti. La quinta commissione del Consiglio Superiore della
Magistratura
ha
nominato l’alto magistrato per l’importante direzione della procura etnea.
Francesco Curcio è in magistratura dal 1987 ed ha iniziato la sua
carriera come pm a Santa Maria Capua Vetere, tra il 1995 ed il 2012 ha
sfolto la funzione di Pubblico ministero a Napoli, fino al 2018 in cui ha
conseguito l’incarico di capo della procura di Potenza, ha svolto funzioni
di Pm presso la Direzione nazionale antimafia ed antiterrorismo. Il nuovo
procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catania, Francesco
Curcio ha con i 13 voti a suo favore superato i 12 consensi di Francesco
Giuseppe Puleio: tre astensioni. La Quinta Commissione, competente sugli
incarichi direttivi, aveva proposto i due candidati al plenum in posizione
di perfetta parità, con tre voti ciascuno. Il vice Presidente Pinelli ed
i vertici della Cassazione, Margherita Cassano e Luigi Salvato si sono
astenuti. Per Curcio hanno votato i togati di Area, Unicost ed a titolo
personale Mazzola di Magistratura Indipendente, componente che per il resto
ha votato per Puleio. A Curcio sono andati i voti dei laici Miele e Fontana,
mentre gli altri laici, Giuffré, Bianchini, Aimi, Bertolini, Eccher e
Carbone hanno votato per Puleio. Assenti 4 consiglieri.

CATANIA
–
ANM,
Giunta Esecutiva Sezionale
Distretto Corte Appello: punto su ruolo ed indipendenza
Magistrato in società tecnologica, comunicazioni
digitali, ed intelligenza artificiale.
Il presidente Giancarlo CASCINO ed il segretario
Valentina BOTTI hanno avviato con la Giunta
Sezionale di Catania dell'Associazione Nazionale
Magistrati l’iniziativa aperta al pubblico, in
collaborazione con l’Università di Catania, Dipartimento
di Giurisprudenza e l’Associazione Giurisprudenza Attiva
il prossimo giovedì 7 marzo 2024, ore 15.00 presso
l'Auditorium ex Chiesa della Purità del Dipartimento di
Giurisprudenza. L’appuntamento è in un più ampio quadro
dei "Dialoghi con la Magistratura”, serie di iniziative
promosse dall’ANM in tutto il Paese in vista, il
prossimo maggio, del Congresso nazionale ANM di Palermo.
Il tema messo a fuoco è “il ruolo del Magistrato in una
società ormai profondamente dominata dalle tecnologie e
dalle comunicazioni digitali, della sua indipendenza e
della percezione di questa nella società, e ancora di
intelligenza artificiale e dei suoi riflessi sul lavoro
giudiziario” in un dialogo con l’Accademia, Magistrati,
Giornalisti e Studenti. L’ANM auspica così di dare, con
gli interventi ed il dibattito, un ulteriore contributo
alla corretta percezione del lavoro del magistrato
all’esterno e nella società.

CATANIA
– CORTE APPELLO DESIGNATI : PRESIDENTE CASCINO,SEGRETARIO BOTTI.
La Giunta Esecutiva Sezionale del Distretto della CORTE di APPELLO
di CATANIA comunica che il nuovo Presidente in carica è il
dott. Giancarlo CASCINO (consigliere della Corte di Appello di
Catania) e che il segretario in carica è la dott.ssa Valentina BOTTI
(sostituto presso la Procura della Repubblica di Catania).
((VIDEO
SERVIZIO)
CATANIA-Telefona a Carabinieri Librino, annuncia evasione
per necessità: 25enne finisce a Piazza Lanza.
I militari dell’Arma hanno verificato la fuga del 25enne dall’appartamento,
che risultava segnalata anche dall’allarme del braccialetto elettronico. I
carabinieri hanno iniziato a cercare il soggetto, rintracciandolo a poca
distanza da casa, in compagnia della fidanzata la quale cercava di
convincerlo a rientrare. La risposta ferma e perentoria, del 25enne ai
Carabinieri “di non avere assolutamente intenzione di rimettere piede
nell’abitazione e, ancor più, che qualora fosse stato costretto a farlo,
avrebbe messo in pericolo l’incolumità dei familiari conviventi” ha fatto
precipitare la situazione. L’Autorità Giudiziaria, al fine di evitare
ulteriori e più spiacevoli conseguenze, di concerto con l’uomo l’ha posto in
stato d’arresto per l’evasione ed è stato tradotto dai carabinieri presso le
camere di sicurezza della caserma di via Giovanni da Verrazzano. La
convalida della misura da parte del GIP, ha comportato poi, la traduzione
del 25enne presso la Casa Circondariale di Piazza Lanza, in esecuzione
dell’aggravamento della misura cautelare già “sofferta” degli arresti
domiciliari. “Ognuno è artefice del proprio destino”, come dicevano i
latini.

CATANIA -
S.COMMISSARIO GABRIELE FERRARO C.TE POLSTRADA RANDAZZO.
Il sostituto commissario di Polizia Gabriele FERRARO ha ricevuto le
consegne di comando dal Comandate di Compartimento della Stradale Sicilia
Orientale Dirigente Superiore Dr. Nicola SPAMPINATO e dal Comandate
Sezione Catania Primo Dirigente Dott.ssa Maria Carmela SANFILIPPO
(INTERVISTA VIDEO).
Il Sostituto Commissario Santino MANGIO’ il quale ha retto negli
ultimi 15 anni il Distaccamento di Randazzo, il 1° dicembre scorso, ha
concluso il suo iter professionale nella Polizia Stradale. Il nuovo
comandante, Sostituto Commissario Gabriele Ferraro è di origine catanese,
vanta una più che trentennale esperienza nella Polizia di Stato.Il
funzionario, nel corso della sua carriera ha ricoperto diversi incarichi
maturando una consolidata e diversificata competenza professionale. Ferraro,
oltre ad avere ricoperto per diversi anni l’incarico di Comandante del Posto
Fisso Monte Etna di Nicolosi, era stato assegnato nel 2012 alla Squadra di
Polizia Giudiziaria del Compartimento della Polizia Stradale di Catania, ha
portato a termine brillanti operazioni investigative. Gabriele Ferraro, in
virtù della sua consolidata esperienza nello sviluppo di competenze
relazionali e comunicative, è stato da sempre impegnato come tutor nel
Progetto ICARO, campagna di sicurezza stradale, nata nel 2001 e promossa
dalla Polizia Stradale e dai Ministeri delle Infrastrutture e Trasporti e
dell’Istruzione, rivolta a tutti gli studenti delle scuole di ogni ordine e
grado. Il Sostituto Commissario Ferraro ha già preannunciato che la sua
azione sarà improntata sulla continuità dell’attività già svolta portando
allo stesso tempo un processo di innovazione volto alla intensificazione dei
servizi peculiari della Polizia Stradale sull’importante viabilità sul
vulcano Etna.

CATANIA
- CONSOLI
DIRIGENTE X REPARTO MOBILE CATANIA. Il Primo Dirigente dr. Giancarlo
Consoli, lo scorso 15 giugno, si è insediato quale comandante del X Reparto
Mobile della Polizia di Stato di Catania. il funzionario dr. Giancarlo
Consoli proviene dalla Questura di Catanzaro dove ha ricoperto l’incarico
di dirigente della Divisione Polizia Amministrativa, Sociale e
dell’Immigrazione. Il dr. Consoli è
nato a Catania nel 1969, si è laureato in Giurisprudenza e Scienze delle
Pubbliche Amministrazioni presso l'Università degli Studi di Catania ed è in
servizio nella Polizia di Stato dal 1998 come Vice Commissario. Il dr.
Consoli, nel corso della sua carriera, ha ricoperto l’incarico di dirigente
dell’Ufficio Immigrazione e della Divisione Polizia Anticrimine presso la
Questura di Caltanissetta, è stato dirigente del Commissariato di P.S. di
Caltagirone e Funzionario di Gabinetto presso la Questura di Catania. Il
dr. ìConsoli ha diretto anche i Commissariati di P.S. Piazza Armerina,
Pachino, Licata, Avola, Priolo Gargallo, Adrano, Librino e Nesima. I nostri
auguri di buon lavoro al funzionario di Polizia.

video
SEQUESTRO
CATANIA
-
Coronavirus, NAS Carabinieri,
sequestrati 1600 flaconi gel igienizzante non a norma. Il NAS di
Catania, nell’ambito dell’emergenza Covid-19, sono assiduamente impegnati
anche in attività di controllo degli esercizi commerciali e delle attività
produttive che orbitano nel campo dei prodotti e degli articoli sanitari
adibiti alla prevenzione e contenimento del fenomeno epidemico. I
militari hanno attenzionato quanto suscita particolare interesse tra
i cittadini: i prodotti antisettici e le sostanze destinate a venire a
contatto con la pelle e le mucose determinando un’azione battericida. Queste
sostanze, per la loro delicata funzione, devono rispettare rigidi criteri
produttivi e superare severi controlli, rappresentando quelli che
tecnicamente vengono denominati biocidi o presidi medico chirurgici.
Il Nas di Catania, nel corso di quotidiani controlli, ha individuato nella
zona etnea uno stabilimento chimico che, oltre la produzione di classici
detergenti per la casa e prodotti per la cosmesi, viste le attuali esigenze
di mercato, si stava cimentando anche nella produzione di “gel antisettico”,
ultimamente molto richiesto per l’igienizzazione delle mani. I tutori
dell’ordine, ad un attento esame visivo sulle etichette apposte nelle
confezioni di vendita hanno notato un particolare molto importante: la
mancanza del numero di registrazione rilasciato dal Ministero della Salute
quale codice univoco che attesta la sottoposizione del prodotto al regime
autorizzativo previsto dalla legge a comprova di quel necessario controllo
preventivo all’immissione in commercio, attraverso il quale viene valutata
la sicurezza per il consumatore il rispetto per l’ambiente e, non per
ultimo, la reale efficacia del biocida. Gli uomini del NAS di
Catania, per tale ragione, hanno immediatamente sequestrato in via
cautelativa il gel igienizzante posto in commercio dal produttore etneo, in
un quantitativo di oltre 1.600 confezioni, la questione è al vaglio della
magistratura alla quale è stato deferito il fabbricante. L’attività di
controllo dei Nas verrà proseguita anche nelle restanti aree produttive
della provincia estendendola anche alla produzione e commercializzazione
di altri articoli sanitari compresi i dispositivi di protezione individuali
come le cosiddette mascherine chirurgiche.
PATERNO’
-
Blitz
antidroga Carabinieri e cinofili, bloccano pusher, cane trova stupefacente
in casa nascondiglio.
Il pusher aveva lanciato la droga dal balcone per nasconderla ai militari
ma invano. I
Carabinieri del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Paternò, con il
supporto del Nucleo Cinofili di Nicolosi hanno preso Antonio MUSARRA
19enne, del posto, per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di
spaccio.
I militari avevano
compreso che in paese girava voce sul giovane come dedito allo spaccio di
droga. I carabinieri hanno voluto vedere chiaro ed hanno avviato una breve
attività infoinvestigativa. Una perquisizione effettuata nell’abitazione
del ragazzo in via Asmara ha tolto ogni dubbio.
Il giovane, che
non ha gradito la visita dei carabinieri, ha soprasseduto all’apertura
della porta d’ingresso temporeggiando per cercare di disfarsi, nel
frattempo, della droga detenuta in casa. Il maldestro è stato visto dai
militari affacciarsi dal balcone retrostante la’abitazione e lanciare una
busta di cellophane in direzione di una casa disabitata. Il furbo ha
provveduto poi a consentire l’accesso ai militari i quali, grazie al fiuto
del cane “Zero” hanno subito trovato 1 involucro contenente qualche grammo
di marijuana, nonché il materiale per il confezionamento della droga.
I carabinieri,
a seguito delle operazioni per il recupero di quanto lanciato dal MUSARRA,
sul balcone dell’abitazione abbandonata e prospiciente a quella del ragazzo
hanno rinvenuto 1 busta di plastica contenente 155 dosi di marijuana ed 1
bilancino di precisione, nonché ancora, distaccatosi durante il lancio e
caduto sulla via Fiume, 1 involucro contenente ulteriori 15 dosi di “erba”.
MUSARRA è
stato posto ai domiciliari in attesa delle determinazioni dell’Autorità
Giudiziaria.

dott.
Renato Panvino

video
intervista
dott. Renato Panvino

video
conferenza
CATANIA
- DIA Capo Centro
Renato Panvino conclude
incarico a Catania, a Nuoro è il vicario Questore.
Il primo dirigente in 5 anni
di permanenza nell’antimafia a Catania come Capo Centro Operativo della Dia
ha svolto e concluso moltissime inchieste in modo brillante. Il “Modello
Catania” sostenuto dal procuratore Carmelo Zuccaro è stato il percorso
operativo del
dott.
Renato Panvino
video
intervista
nella gestione della
Direzione Investigativa Antimafia etnea ed ha conseguito importanti
risultati nelle operazioni di lotta alla mafia in Sicilia orientale con
arresti anche di “colletti bianchi”, dell'imprenditoria e della pubblica
amministrazione, ha attuato l'aggressione ai patrimoni dei clan mafiosi con
il sequestro di beni per oltre 279 milioni di euro e la confisca per 456
milioni di euro. Il dott. Renato Panvino dalla DIA fa rientro in Polizia per
svolgere il ruolo di vicario nella Questura di Nuoro da sempre definita una
terra difficile.
Il
dirigente DIA, nel corso della conferenza stampa di fine mandato ha detto
video
conferenza
“Sono
orgoglioso di essere stato il Capo Centro della Dia di Catania. Non ci ha
intimorito alcuna azione, abbiamo fatto sempre il nostro dovere senza
enfasi. Il nostro pensiero è alla gente semplice di Catania, ai cittadini
senza nome che ci fermano e ci dicono bravi continuate così, siete il
nostro orgoglio. Sono triste nel lasciare questa città, ma felice di
rientrare in Polizia e quale vicario di Questura in una terra difficile,
dove la mia amministrazione ha ritenuto io possa dare una mano, ad un
questore che ha grande esperienza. Un sincero e sentito saluto a Catania ed
ai giornalisti: siete indispensabili per la democrazia e per la lotta alla
mafia, siete stati preziosi compagni di viaggio, continuate a tenere la
schiena dritta e scrivere quello che avete sentito e visto".

CATANIA
–
Donna siracusana adesca uomo
catanese su social, ad appuntamento in casa lei lo narcotizza e deruba,
Polizia la pone ai domiciliari. Agenti del Commissariato Librino di
mattina hanno dato esecuzione a un’Ordinanza di Custodia Cautelare agli
arresti domiciliari, arrestando la nota Antonella LO GIUDICE 50enne,
residente a Siracusa, perchè ritenuta responsabile di rapina aggravata e
lesioni aggravate.
La misura è stata emessa dal
G.I.P. presso il Tribunale di Catania, su richiesta della Procura della
Repubblica, che ha coordinato l’indagine. Il provvedimento è scaturito dalle
indagini svolte proficuamente dagli uomini del Commissariato Librino,
avviate dopo che un 65enne si era presentato presso gli Uffici, denunciando
di essere stato narcotizzato e rapinato nella sua abitazione, da una donna
conosciuta sul social network “Badoo”.
L’uomo ha riferito di
avere conosciuto sul social una donna con la quale ha interloquito per
qualche giorno, poi lei gli ha proposto di incontrarsi. L’incontro tra la
vittima e la donna, che aveva asserito di provenire da Siracusa, ha avuto
luogo la mattina dello scorso 5 settembre, presso la stazione dei pullman in
via D’Amico. I due, dopo i primi convenevoli, si sono recati
nell’abitazione dell’uomo. I due, dopo avere chiacchierato per un paio di
ore, hanno deciso di pranzare. La circostanza ha permesso alla donna di
versare, di nascosto, del tranquillante a base di benzodiazepina nel
bicchiere di birra che lui stava bevendo. Il malcapitato ha riferito ai
poliziotti che, qualche minuto dopo aver bevuto la sua birra, si è accorto
di un inconsueto sapore dolciastro e, subito dopo, ha perso i sensi. La
vittima al risveglio in ospedale, dove era stato ricoverato grazie al
soccorso prestatogli dai vicini che lo avevano sentito chiedere aiuto da
dietro la porta d’ingresso della sua abitazione, non ricordando più nulla,
ha appreso di essere rimasto in stato d’incoscienza per più di due giorni.
La sconosciuta, dopo aver neutralizzato il padrone di casa, ha razziato
quanto più possibile dall’appartamento, trafugando 1 telefono cellulare, 100
€ in contanti e la carta Bancomat che ha cercato di utilizzare inutilmente
presso uno sportello ATM. Le indagini immediate e meticolose svolte dagli
uomini della Squadra Investigativa del Commissariato Librino hanno permesso
d’individuare, senza ombra di dubbio, LO GIUDICE quale autrice del grave
reato. Gli agenti del Commissariato Librino di mattina, si sono recati a
Siracusa, dove, con la collaborazione della Squadra Mobile aretusea, ha
eseguito l’Ordinanza di Custodia Cautelare. LO GIUDICE è stata, quindi,
accompagnata presso la sua abitazione, per rimanervi ristretta in regime di
arresti domiciliari, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria procedente.
CATANIA -
Trans
depredato da cliente
senegalese a fine
incontro, bloccato dai Carabinieri. C.B. 18enne di origini
senegalesi, regolarmente munito di permesso di soggiorno e residente nella
provincia di Ragusa, è stato arrestato in flagranza la scorsa notte dai
Carabinieri del Nucleo Radiomobile del Comando Provinciale di Catania,
poiché ritenuto responsabile di furto con strappo aggravato. Il soggetto era
in cerca di compagnia, si è recato in Corso Martiri della Libertà, zona di
notte frequentata da diverse “lucciole”, quando si sarebbe avvicinato ad un
transgender di 20 anni di origini bulgare - con il quale, dopo aver
concordato la cifra, si era appartato per consumare un rapporto sessuale.
Il senegalese, al momento dei saluti, dopo aver consegnato i 20 euro
pattuiti, ha aspettato che la vittima li riponesse nella borsetta, per poi
strappargliela di dosso e fuggire via. L’equipaggio di una “gazzella”,
transitando in quella zona, è stato richiamato dalle urla del giovane trans
che, raggiunto dai militari, ha spiegato loro l’accaduto, fornendo con
dovizia di particolari il colore degli indumenti indossati dal ladro, grazie
ai quali, dopo alcuni minuti è stato rintracciato e bloccato all’angolo tra
Via D’amico e Via Cilea. Il maldestro, vedendo i carabinieri, ha tentato
invano di disfarsi della refurtiva lanciandola sotto una auto in sosta. Gli
operanti, dopo averlo ammanettato, hanno recuperato la borsetta contenente,
oltre agli effetti personali, 100 euro in contanti. La refurtiva è stata
restituita al giovane bulgaro, mentre l’arrestato, ammesso alla
direttissima, ha patteggiato dinanzi al giudice una pena di anni 1 e mesi 4
di reclusione, con pena sospesa e remissione in libertà.
CATANIA
– Picchia e
rapina anziana in condominio, filmato ed arrestato da Carabinieri. Su
disposizione di questa Procura Distrettuale della Repubblica, che ha
coordinato le indagini, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando
Provinciale di Catania hanno arrestato
il catanese Paolo GANGI 39enne, eseguendo una ordinanza di
custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catania,
dr.ssa Simona Ragazzi su richiesta del sostituto procuratore dr Francesco
Brando - del dipartimento reati contro la persona ed il patrimonio diretto
dal Procuratore Aggiunto dr Ignazio Fonzo - in ordine ai reati di rapina
aggravata e lesioni personali. L’episodio era avvenuto il 9 giugno scorso
in via Napoli a Catania. Un’anziana donna 74 anni, si era recata di mattina
a fare la spesa. La vittima al ritorno, mentre era in procinto di varcare il
portone d’ingresso della sua abitazione, ha notato uno il quale, facendo
finta di citofonare a qualcuno, l’aveva invitata a lasciare aperto il
portone rassicurandola che lui avrebbe provveduto a richiuderlo. Il
soggetto, mentre la donna stava salendo la seconda rampa di scale del
palazzo, l’ha raggiunta e spingendola violentemente contro il muro le ha
afferrato la mano sinistra per strapparle letteralmente la fede nuziale in
oro rosso dal dito e fuggire via. La vittima, il giorno successivo, per il
forte dolore, si era recata al pronto soccorso dell’Ospedale Garibaldi dove
i sanitari le avevano diagnosticato una “frattura alla falange IV del dito
della mano sinistra” con prognosi di 30 giorni. La malcapitata ha denunciato
l’accaduto ai carabinieri della Stazione di Catania Piazza Verga. Gli
investigatori, dopo aver acquisito ed analizzato le immagini del sistema di
video sorveglianza, attivo sia in strada che all’interno del palazzo,
attraverso le quali si notava anche la presenza di un complice in moto con
funzioni di “palo”, in corso di identificazione, si sono rivolti ai
colleghi della Squadra “Lupi” del Nucleo Investigativo. I militari esperti,
conoscendo l’humus criminale operante nel capoluogo etneo, hanno individuato
il malvivente poiché già gravato da numerosi pregiudizi penali.
I carabinieri,
riconosciuto il sospettato, perquisirono la sua abitazione rinvenendo e
sequestrando alcuni indumenti, in particolare un giubbotto di colore nero,
dei jeans nonché un paio di scarpe del tutto coincidenti con quelli rilevati
dall’analisi delle immagini del sistema di video sorveglianza. I tutori
dell’ordine, nei pressi dell’abitazione del soggetto altresì ritrovarono e
sequestrarono la moto utilizzato dagli autori del delitto (un Honda SH
300) nonché il casco - modello jet - identico a quello indossato dal
rapinatore, riposto sotto la sella dello scooter. Tutti gli elementi
probatori acquisiti dagli investigatori e prodotti al magistrato titolare
delle indagini, sono stati recepiti appieno dal Giudice per le Indagini
Preliminari che ha disposto per l’accusato la reclusione nel carcere di
Catania Piazza Lanza.
PEDARA
CT
– Figlio violento picchia e vessa madre per denaro, denunciato ed
arrestato. I Carabinieri della Stazione di Pedara hanno arrestato un
30enne del posto, già gravato da precedenti di polizia, in esecuzione di una
ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catania
in ordine al reati di maltrattamenti in famiglia. L’anziana vedova, titolare
di sola pensione sociale, avvilita da anni ed anni di maltrattamenti fisici
e verbali, patiti per mano del figlio disoccupato ma sempre in cerca di
denaro, ha chiesto aiuto ai carabinieri della locale Stazione. I militari,
acquista la denuncia, hanno ricostruito il calvario percorso dalla vittima
fornendo al magistrato titolare delle indagini un quadro probatorio
esaustivo che, proposto al giudice, ne ha consentito l’arresto e la
reclusione nel carcere di Catania Piazza Lanza.
CATANIA – Moglie
accoltellata in centro commerciale da marito, filmato ed arrestato. Si
tratta di S.O.M. 50enne. La vittima, solo dinanzi alle lesioni
aggravate procuratele all’esterno di un esercizio commerciale, si è convinta
a sporgere denuncia presso il Commissariato di Nesima contro il marito. Gli
uomini del Commissariato di Nesima, in particolare, la Squadra Investigativa
di Polizia Giudiziaria, con l’ausilio delle telecamere di video
sorveglianza, sono riusciti a cristallizzare il brutale tentativo di
accoltellamento che lui aveva messo in atto per ragioni di futile gelosia.
La donna, in quel caso, si era difesa usando la borsa da passeggio come
scudo per scansare i colpi. La Polizia di Stato, su delega della Procura
Distrettuale della Repubblica di Catania, ha dato esecuzione ad un’ordinanza
applicativa della misura cautelare personale in carcere emessa dal GIP
competente, nei confronti di S.O.M. 50enne, ritenuto responsabile, a
vario titolo, dei reati di lesioni personali aggravate, violenza sessuale e
porto abusivo di arma bianca. Lui, incensurato, aveva costretto la moglie a
subire per anni violenze di ogni genere, sino a trattarla alla stregua di un
vero e proprio oggetto. L’azione violenta è emersa dalle indagini svolte
dal personale del Commissariato di Nesima, sotto la direzione della Procura
della Repubblica di Catania, circa l’ennesimo episodio di violenza di
genere, per fortuna conclusosi prima di un tragico epilogo. La vittima, a
cui è stato fornito il necessario sostegno psicologico grazie al contributo
di una delle associazioni attive nel capoluogo etneo per la protezione delle
donne vittime di violenza di genere, è stata trasferita presso una struttura
protetta dove permarrà sino a cessate esigenze.
SCORDIA
CT - Carabinieri
scoprono “cocaina” preparata in casa per smercio. I militari della
Compagnia di Palagonia hanno sequestrato, oltre alla droga, i soldi ricavati
illecitamente e posto ai domiciliari nella flagranza Antonino GAMBERA
48enne di Scordia. Il personaggio é ritenuto responsabile di detenzione
finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. Gli uomini del Nucleo
Operativo ieri sera, hanno concluso efficacemente una trance della lotta al
traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti. I militari hanno avuto
accesso nell’abitazione del reo, luogo in cui, previa perquisizione, ed
hanno rinvenuto e sequestrato 24 dosi di cocaina, circa 1.200 € in contanti,
1 bilancino elettronico di precisione e diverso materiale utilizzato
comunemente dagli spacciatori per confezionare la droga. L’arrestato,
assolte le formalità di rito, è stato relegato agli arresti domiciliari.
PATERNO’
CT
- 4 Kg di “marijuana” sotterrata vicino
binari ferrovia. I Carabinieri della
Compagnia di Paternò sono impegnati nella lotta al traffico e spaccio
di sostanze stupefacenti. Gli uomini del Nucleo Operativo pomeriggio di
ieri hanno battuto palmo a palmo una vasta aria rurale del comprensorio
paternese per sottrare una delle fonti di sostentamento economico della
criminalità organizzata. L’operazione ha consentito di rinvenire, tra le
località Tre Fontane e San Marco, lungo la vecchia linea ferrata che una
volta collegava Motta Sant’Anastasia a Regalbuto (EN), 2 bidoni di plastica
occultati sotto terra contenenti oltre 4 Kg di “marijuana” che,
opportunamente lavorata e dosata, avrebbe potuto fruttare al dettaglio circa
40.000 euro. La droga è stata posta sotto sequestro in attesa della
successiva distruzione.
CATANIA
–
Polizia esegue 1 esecuzione,
Santapaola-Ercolano: usura ed estorsione.
Gli agenti nell’ambito dell’attività volta al rintraccio di soggetti
destinatari di provvedimenti restrittivi, hanno eseguito ordini di
esecuzione per la carcerazione disposti dall’Autorità Giudiziaria. La
Squadra “Catturandi” ha tratto in arresto:
Salvatore Maurizio
BUZZA 53ennegià
noto, destinatario di ordine di
esecuzione per la carcerazione, emesso il 14 giugno 2018 dalla Procura
della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Catania – Ufficio
Esecuzioni penali, dovendo espiare la pena detentiva di 3 anni e 8 mesi, per
i reati di usura ed estorsione, aggravata dall’art.7 D.L.152/1991, per avere
agito con modalità mafiose (clan Santapaola-Ercolano). Il soggetto
era sto tratto in arresto il 9 settembre 2015 nell’ambito dell’operazione
“Dirty Money” condotta dalla Squadra Mobile di Catania, in esecuzione
di ordinanza di custodia cautelare emessa il 4 settembre 2015 dal G.I.P.
del Tribunale di Catania nei confronti di 8 persone ritenute responsabili, a
vario titolo, di usura ed estorsione con l’aggravante di aver commesso il
fatto avvalendosi delle condizioni p. e p. dall’art. 416 c.p.
ADRANO
CT–
25enne ucciso in parcheggio autolavaggio, indaga Polizia. La vittima
Giuseppe Dainotti di 25 anni era residente nel quartiere catanese di
Librino. Il giovane, con la testa incappucciata, sarebbe stato ucciso con
un colpo d’arma da fuoco nel parcheggio adranita con annesso autolavaggio e
poi l’auto sarebbe stata abbandonata sul ciglio della strada per
Bronte. Gli agenti della Squadra Mobile di Catania e del Commissariato di
Adrano che indagano, dopo il ritrovamento del corpo privo di documenti di
riconoscimento, hanno ricostruito la dinamica del delitto. Gli inquirenti
hanno immediatamente prelevato le impronte digitali per risalire
all’identità di Giuseppe Dainotti. Un testimone, ascoltato dalla polizia,
pare fosse convinto che il colpo mortale sia stato esploso accidentalmente
da chi stava per entrare in azione per rapina forse nel parcheggio stesso.
Gli inquirenti non escludono ipotesi e tesi di conflitto a fuoco. Le
indagini sono della squadra mobile della Questura di Catania, coordinate
dal sostituto procuratore Martina Bonfiglio del dipartimento reati contro la
persona con il coordinamento del procuratore aggiunto Ignazio Fonzo.
(video
assenteisti)
CATANIA
–
Polizia filma 5
dipendenti Pubbliservizi in servizio ma distanti dal luogo lavoro in auto
azienda:5 sospesi.
La Polizia di
Stato, nella mattina, su delega della Procura Distrettuale della Repubblica
di Catania, ha dato esecuzione all’ordinanza di applicazione di misura
cautelare della sospensione dal pubblico servizio, emessa il 6 aprile 2018
dal G.I.P. del Tribunale di Catania, a carico di 5 dipendenti della
società “Pubbliservizi S.p.a.” ritenuti responsabili del reato di
peculato. La misura cautelare ha accolto gli esiti di attività
investigativa, coordinata dalla Procura Distrettuale della Repubblica di
Catania e condotta dalla Squadra Mobile - Sezione Reati contro il Patrimonio
e la P.A. - Unità Anticorruzione nell’arco temporale luglio - settembre
2017. L’inchiesta ha consentito di verificare che 5 dipendenti della
società “Pubbliservizi S.p.a.” (Società house dell’Ente
pubblico Città Metropolitana di Catania - ex Provincia Regionale -
“esercente attività di servizi integrati di gestione agli edifici”) -
con funzioni di coordinamento e con autonomia decisionale sulle attività di
altri dipendenti che espletano mansioni meramente esecutive (operai), avendo
per ragioni di servizio la disponibilità degli autoveicoli della società, se
ne siano appropriati, utilizzandoli sistematicamente per fini meramente
privati sia durante che al di fuori dell’orario di servizio. Le indagini,
coordinate dalla Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, avviate a
seguito di contributo investigativo offerto da personale del Commissariato
di P.S. Borgo - Ognina, si sono avvalse di attività di tipo tecnico e
correlata attività di p.g. di tipo tradizionale (pedinamenti e
osservazioni). I sistemi di localizzazione satellitare G.P.S. installati
sulle autovetture di servizio, non disgiunti da mirati servizi di P.G. di
tipo tradizionale, hanno fatto emergere l’indebito utilizzo fatto dai
dipendenti - tutti preposti all’organizzazione di servizi con funzione di
incaricati di pubblico servizio - i quali oltre ad utilizzare detti veicoli
per fini meramente privati, erano soliti parcheggiarli presso il loro
domicilio o presso la loro residenza estiva, alla stregua di mezzi di
proprietà. I servizi di osservazione dei poliziotti hanno consentito di
accertare che due dipendenti della società si recavano con le auto di
servizio presso le loro case di villeggiatura, ubicate in provincia di
Siracusa, mentre altri, sia durante che oltre l’orario di servizio od anche
nei periodi di ferie, le utilizzavano per raggiungere esercizi commerciali
(supermercati e negozi) dove, dopo avere effettuato l’acquisto, caricavano
la merce nel portabagagli del mezzo. La Polizia, nel corso delle indagini ha
rilevato l’utilizzo delle vetture per recarsi presso agenzie di scommesse
od ulteriori luoghi ricreativi. I soggetti indagati avrebbero attestato
sistematicamente false prestazioni lavorative, in realtà mai effettuate,
indicandone i relativi orari nonché la tipologia di lavoro svolto nel
“foglio presenze” e nel modulo denominato “riepilogo trasferta
viabilità”. I dipendenti - coordinatori, sebbene non avessero svolto le
prestazioni lavorative falsamente attestate, venivano regolarmente
retribuiti dalla società “Pubbliservizi S.p.a.”, procurandosi un
ingiusto profitto con contestualmente danno economico per l’Ente pubblico
Città Metropolitana di Catania che, controllando la predetta società, ha
erroneamente elargito somme di denaro come retribuzione di prestazioni
lavorative mai effettuate. Il G.I.P. del Tribunale di Catania, tenuto conto
del grado di gravità e di reiterazione dei fatti delittuosi compiuti, ha
comminato una differente durata della misura cautelare della sospensione dal
pubblico servizio, che risulta per 2 destinatari di 6 e 8 mesi, mentre per
gli altri 3 di 10 mesi.
CATANIA
– Ai
domiciliari a Zia Lisa spaccia
da finestra: CC bloccano
detenuto. I Carabinieri della
Stazione di Catania Librino hanno preso nella flagranza Simone Alessandro
RUSSO 22enne catanese, poiché ritenuto responsabile di detenzione
finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. L’afflusso anomalo di
giovani verso l’abitazione del detenuto non è passato inosservato ai
militari di pattuglia i quali, dopo un breve periodo di osservazione, hanno
visto il detenuto passare ai clienti la droga dalla finestra di casa, posta
al pianoterra. I tutori dell’ordine hanno scelto il momento favorevole per
fare irruzione nell’immobile e bloccare il pusher mentre tentava di disfarsi
di circa 10 grammi di cocaina, in parte suddivisa in dosi. La droga, ed il
materiale utile al confezionamento delle dosi, sono sequestrati e
l’arrestato, in attesa della direttissima, è stato ricollocato ai
domiciliari.

CATANIA
– 3 morti in esplosione edificio via Garibaldi: 2
sono vigili fuoco. La terza vittima sarebbe stata trovata carbonizzata.
I vigili del fuoco sono :
Giorgio Grammatico e Dario Ambiamonte, nella palazzina è stato
trovato carbonizzato
Giuseppe Longo. Altri due
pompieri sarebbero ricoverati in condizioni preoccupanti all’ospedale
Garibaldi. Secondo una prima ricostruzione : alcuni cittadini lamentavano un
fortissimo odore di gas per una fuga proveniente probabilmente da un negozio
che ripara le biciclette e sarebbero scattati i soccorsi della squadra dei
vigili del fuoco di Catania. Mentre i pompieri erano nella zona si sarebbe
verificata la potente deflagrazione che avrebbe causato la tragedia. Tutta
l’area da piazza Palestro a via Garibaldi, è stata transennata ed inibita al
traffico. La Procura di Catania ha aperto una
inchiesta per accertare eventuali responsabilità Sembra da accertare se i
vigili del fuoco, allertati dai vicini che avevano sentito l’odore di gas,
abbiano utilizzato una motosega per rimuovere il catenaccio dalla
saracinesca, poi l’esplosione.
CATANIA
–
POLIZIA INTERVIENE PER LITE DI COPPIA, SCOPRE ED
ARRESTA
LATITANTE.
Si
tratta del catanese Dario CUTULI 30enne bloccato
in
esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in
carcere. Il personaggio deve espiare la pena residua di
3 anni, 1 mese e 19gg. per resistenza a P.U., violenza e
danneggiamento, nonché indagato in libertà per lesioni e
resistenza a P.U. e per false attestazioni a P.U. sulla
propria identità personale.
Agenti delle Volanti, nel corso della nottata appena
trascorsa, a seguito di segnalazione, erano stati
inviati in via Fava, dove era stata segnalata la
presenza di una coppia intenta a litigare animatamente.
l’intervento immediato della volante è stato
fondamentale poichè ha subito posto fine a quella che
sarebbe stata una lite probabilmente degenerata in
qualcosa più grave. Gli agenti si sono imbattuti
nell’inseguimento del sospetto, che dall’interno
dell’abitacolo, dopo aver inizialmente declinato le
proprie generalità, ha tentato la fuga per sottrarsi al
controllo. Il fuggitivo, dopo le fasi concitate
dell’inseguimento, durante le quali gli operatori di
Polizia hanno riportato lesioni lievi, è stato bloccato
ed identificato per il latitante Dario CUTULI. I
poliziotti hanno appurato che sul soggetto risultava
pendente ancora da espiare una pena detentiva di oltre 3
anni. CUTULI è stato denunciato per il reato di
resistenza a Pubblico Ufficiale e tradotto presso la
Casa Circondariale di Piazza Lanza per scontare la pena
maturata a seguito di condanna per i precedenti reati di
resistenza, violenza privata e danneggiamento.
CATANIA
– Madre
denuncia figlio violento, scaraventa sorella e minaccia di lanciarla nel
vuoto. Agenti della Polizia di
Stato dell’U.P.G.S.P.- Squadra Volante ieri mattina hanno arrestato per i
reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali D.F.F.,
45enne.
La chiamata di una donna con richiesta
d’aiuto, è giunta sulla linea 112 NUE, segnalando che il figlio stava
aggredendo fisicamente l’altra figlia nella loro abitazione. Le due donne,
terrorizzate da quanto accaduto, ai poliziotti hanno riferito che lui,
soffre di turbe psichiche e non segue la terapia medica prescrittagli, ed
assume costantemente atteggiamenti violenti nei confronti dei familiari,
minacciando di buttarli giù dal balcone e di tagliare loro la gola. Il
personaggio di mattina per futili motivi si sarebbe scagliato contro la
sorella e dopo averla strattonata l’avrebbe scaraventava contro un muretto
interno all’abitazione, procurandole contusioni e distorsioni giudicate
guaribili dai medici del P.S. dell’Ospedale Vittorio Emanuele in trenta
giorni.
La donna ha riferito ai tutori dell’ordine
che a seguito di ulteriori episodi di aggressione avvenuti in ambito
familiare nel 2016 e nel 2017, già aveva denunciato il figlio per i reati di
violenza privata e minacce. L’aggredita, dopo le cure mediche, ha
formalizzato la denuncia contro il fratello. Il soggetto per tali motivi, è
stato arrestato e su disposizione del P.M. di turno condotto presso la Casa
Circondariale di Piazza Lanza in attesa dell’udienza di convalida innanzi al
G.I.P.
CATANIA -
Persevera a molestare ex compagna diversamente abile: stalker ai domiciliari.
I Carabinieri della Stazione di Catania Piazza Dante hanno arrestato un
catanese 24enne già noto, in esecuzione di una misura cautelare disposta
dal G.I.P. del Tribunale di Catania in ordine ai reati di atti persecutori e
mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice. La vittima aveva
conosciuto il suo aguzzino all’inizio del 2016 su Facebook, se n’era
innamorata ed era andata a convivere con lui. La ragazza, mai avrebbe potuto
immaginare che lui, oltre a farle perdere ogni contatto con la famiglia
d’origine, dopo una gravidanza, l’avrebbe sottoposta ad ogni sorta di
maltrattamento fisico – le spegneva sulle braccia le sigarette - nonché
psichico “se mi lasci ti toglieranno il bambino e non lo rivedrai mai più”,
sfociato addirittura nel sequestro di persona concretizzatosi quando lui nel
recarsi al lavoro la costringeva a rimanere in casa, chiusa a chiave e
senza alcuna possibilità di lasciare l'abitazione. Il persecutore, era stato
arrestato lo scorso novembre, e dopo una breve parentesi in carcere, aveva
ottenuto i domiciliari e da qualche mese era stato rimesso in libertà con il
divieto assoluto di avvicinarsi alla donna ed ai suoi familiari. Un
provvedimento che non l’ha per niente intimorito tanto che lui attraverso un
profilo Facebook ha iniziato a minacciare la ragazza ed i suoi familiari,
specialmente la sorella e la nonna materna (della ragazza), con frasi
inequivocabili del tipo: “Ora che sono libero via ammazzo tutti quanti”,
fino ad avvicinarle spavaldamente in occasione dei festeggiamenti per la
Santa Patrona del capoluogo etneo e farle il segno del taglio della gola. I
gesti hanno convinto le vittime, anche per salvaguardare la ragazza ed il
figlioletto di appena 10 mesi, preteso a gran voce dal padre, a denunciarlo
ai Carabinieri di Piazza Dante. L’Autorità Giudiziaria alla quale, gli
investigatori hanno fornito prove circa l’azione persecutoria posta in
essere dal soggetto, ha ordinato l’arresto e la sottoposizione agli
arresti domiciliari.
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nov.
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CC
OPERAZIONE
CUBISIA
CONNECTION Blitz antimafia ed
antidroga per amici Santapaola:
all’alba 200 carabinieri
-
Maxi blitz 400
Carabinieri,DDA 68 indagati in
operazione
Carback
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CATANIA
–
CC OPERAZIONE
CUBISIA CONNECTION Blitz antimafia ed antidroga per
amici Santapaola: all’alba 200 carabinieri tra Catania e
Reggio Calabria eseguiti 14 provvedimenti Tribunale su
richiesta DDA.
Si tratta di :Antonino BARBAGALLO 24enne,
inteso "Anthony, nato a Catania arresti domiciliari;
Sebastiano COSENTINO 28enne, nato a Acireale;
Sebastiano GAMBINO 41enne, inteso "Seby Titao',
nato a Acireale; Carmelo GRASSO 31enne, inteso
"Melo Box", nato a Catania; Ivan GRASSO 19enne,
nato a Acireale; Ottavio Mariano GRASSO 25enne,
inteso "Otto, nato a Catania ; Alessandro GRIMALDI
25enne(già PULVIRENTI), nato ad Acireale, divieto di
dimora nel Comune di Acireale e obbligo di presentazione
quotidiano alla P.G. territorialmente competente;
Loredana PRINCIPATO 46enne, intesa "a Paulazzo'
nata a Acireale; Vincenzo PRINCIPATO 24enne,
inteso "Terenzio”, nato a Acireale, arresti domiciliari;
Sebastiano RAPITA' 48enne, inteso "Lupin', nato a
Catania; Angelo RESTIVO 49enne, inteso "Cavaddư,
nato a Catania; Alfio SCACCIANOCE 26enne, nato a
Acireale, divieto di dimora nel Comune di Acireale e
obbligo di presentazione quotidiano alla P.G.
territorialmente competente; Simone SCALIA 31enne,
inteso "Tigna", nato a Acireale; Paolo SCUDERI 26enne,
inteso "Aricchi i iatta nato a Catania. I 200 militari
appartengono a Comando Provinciale di Catania, Squadrone
Eliportato “Cacciatori Sicilia”, Nucleo Cinofili e
Nucleo Elicotteri hanno dato esecuzione dell’ordinanza
di custodia cautelare nei confronti di 14 soggetti nelle
province di Catania e Reggio Calabria, emessa dal GIP
del Tribunale di Catania su richiesta della Direzione
Distrettuale Antimafia. Gli indagati sono gravemente
indiziati, a vario titolo, ferma restando la presunzione
d’innocenza fino a sentenza definitiva di condanna, dei
reati di associazione armata finalizzata al traffico di
sostanze stupefacenti, detenzione illegale di armi e
munizioni, lesioni aggravate e ricettazione, con
l’aggravante del metodo mafioso. Le indagini, svolte
dagli investigatori della Compagnia Carabinieri di
Acireale, hanno permesso di ricostruire l’operatività di
un gruppo criminale radicato ad Aci Catena e Acireale,
riconducibile alla famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano,
attivo nel traffico di cocaina, crack, marijuana e skunk.
L’organizzazione si sarebbe avvalsa, inoltre, della
forza intimidatrice derivante dal vincolo associativo e
dall’appartenenza mafiosa per controllare il territorio
e gestire le attività illecite. L'indagine, coordinata
dalla Direzione Distrettuale Antimafia e condotta dai
militari della Compagnia Carabinieri di Acireale tra il
novembre 2021 e il maggio 2022, attraverso complesse
attività tecniche e dinamiche.
Le dichiarazioni riscontrate di collaboratori di
giustizia, hanno consentito di ricostruire, a livello di
gravità indiziaria, l'operatività e la struttura di
un'associazione, radicata ad Aci Catena e Acireale. Il
gruppo era finalizzato al traffico di sostanze
stupefacenti, quali cocaina, crack e marijuana, al fine
di favorire la locale articolazione mafiosa della
famiglia Santapaola Ercolano. I soggetti si sarebbero
avvalsi della forza intimidatrice derivante dallo stesso
vincolo associativo. I personaggi, avrebbero operato
attraverso un'organizzazione strutturata, con una
precisa ripartizione di ruoli responsabilità e con
l'adozione di stabili modalità operative. I soggetti
avrebbero usato telefoni “di servizio" dedicati allo
spaccio. Il gruppo avrebbe esercitato attività di
traffico e spaccio di droga nei territori di Aci Catena,
Acireale e Aci Sant'Antonio. I territori di pertinenza
erano controllati, sia con un'attività itinerante con
consegne di droga "a domicilio". che con vere e proprie
"piazze di spaccio quali quelle presso la villa comunale
e la “villetta ecologica di Aci Catena.
CATANIA
-
BLITZ POLIZIA A PICANELLO COI CINOFILI ARES E MAUI
SCOPERTO ARSENALE IN GARAGE CONDOMINIALE, SEQUESTRATE
ARMI E DROGA.
I poliziotti hanno trovato, in valigie e fusti di
plastica, molte armi: 2 fucili d’assalto del tipo
Kalashnikov, cal. 7.62x39, 1 fucile
semiautomatico Beretta, cal. 12 con matricola abrasa e
con la canna resecata (c.d. a canne mozze), 1 pistola
mitragliatrice Skorpion cal. 7.65, nonché 9 nove
pistole, sia revolver che semiautomatiche, alcune
delle quali prive di matricola e persino 1 famigerata “penna
pistola” calibro 6.35. Le armi sequestrate erano
munite di silenziatori sia per le armi corte che per
quelle lunghe e di munizionamento di vario calibro. Gli
investigatori, di pomeriggio, nel corso delle ordinarie
e periodiche attività finalizzate a contenere e
reprimere fenomeni di criminalità diffusa, legati ad
azioni predatorie ed allo spaccio di sostanze
stupefacenti, hanno intensificato i controlli nel rione
Picanello, sequestrando l’ingente quantitativo di armi e
di sostanza stupefacente. La Squadra Mobile, collaborata
dalle specializzate Unità Cinofile dell’Ufficio
Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, nel corso del
servizio di perlustrazione del territorio, si è
soffermata su un garage condominiale, ubicato in via
Fattorini, nel quale i cani poliziotto, Ares e
Maui, avevano segnalato la presenza di droga e armi.
L’azione di ricerca, espletata nell’immobile, condotta
con la indispensabile partecipazione della Polizia
Scientifica che ha curato tutti i rilievi necessari alla
ricerca di impronte ed altre tracce, ha consentito agli
operatori di scovare un nascondiglio in cui era stato
depositato un vero e proprio arsenale da guerra. I
poliziotti, oltre alle armi ed alle munizioni, nel
nascondiglio hanno trovato un ingente quantitativo di
sostanze stupefacenti e materiale normalmente utilizzato
per la pesatura ed il confezionamento della droga. Gli
investigatori hanno rinvenuto sostanza stupefacente del
tipo hashish, suddivisa in vari involucri, del peso
complessivo di 11 kg, del tipo cocaina,
contenuta dentro 1 involucro in cellophane del peso
complessivo di 190 gr. C irca, e del tipo
marijuana, tenuta in buste sottovuoto del peso
complessivo di 48,218 Kg. Gli inquirenti nel
nascondiglio hanno rinvenuto anche 2 moto rubate che
sono state poste a sequestro. Le indagini in atto sono
finalizzate a risalire ai soggetti a cui era di fatto
riconducibile il deposito scoperto.
CATANIA
-
Omicidio a Fortino Catania: Procura ha video che
evidenzia tutte le fasi.
La Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, il
9 gennaio 2025, ha coordinato le attività svolte dalla
Polizia di Stato, Squadra Mobile della locale Questura
che ha posto in stato di fermo di indiziato di delitto
Calogero Michael
ROMANO,
21enne nato a Catania, in quanto gravemente indiziato
del reato di omicidio aggravato dalla premeditazione. Le
indagini, coordinate dalla Procura ed eseguite dalla
Sezione Investigativa Reati contro la Persona
della Squadra Mobile, hanno permesso di acquisire, in
una fase processuale preliminare che non ancora
ha permesso l’istaurazione del contradditorio davanti al
giudice, di elementi per i quali l’indagato è ritenuto
responsabile, fermo restando la sua presunzione di
innocenza valevole ora e fino a condanna definitiva,
dell’omicidio del suo coetaneo Giuseppe Francesco
Castiglione.
Le investigazioni hanno tratto origine dalla
segnalazione giunta alla Sala Operativa della Questura
di Catania nel primo pomeriggio del 9 gennaio 2025, di
uomo attinto da colpi di arma da fuoco in piazza
Palestro. Gli investigatori sul posto, hanno
identificato Giuseppe Francesco
Castiglione
gravemente ferito poiché effettivamente attinto in varie
parti del corpo e constatato del suo trasporto
d’urgenza presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Garibaldi-Centro”.
I poliziotti hanno proceduto agli accertamenti tecnici
mediante il supporto di personale del Gabinetto
Regionale di Polizia Scientifica Sicilia Orientale, e
repertato campioni di sangue presenti sul piano di
calpestio di piazza Palestro, nonché sequestrato 6
bossoli marcati GFL calibro 6,35 ed 1 cartuccia
inesplosa, oltre che 2 mezzi, 1 vettura Nissan Qashqai,
di colore bianco, nella disponibilità del ferito ed 1
scooter Honda SH 300, in uso al presunto autore, trovato
nei luoghi, abbandonato, con le chiavi nel quadro ed il
blocca sterzo disinserito. I tempestivi approfondimenti
svolti dal personale della Squadra Mobile che tratta i
reati contro la persona, articolati attraverso
l’escussione testimoniale delle persone presenti e la
disamina delle immagini del sistema di video
sorveglianza, hanno dato modo di ricostruire le fasi
antecedenti alla commissione del reato, e di individuare
l’autore dell’omicidio, di identificarlo nella persona
di Calogero Michael ROMANO. Il soggetto è stato colto
nell’atto in cui, in piazza Palestro, attendeva l’arrivo
di qualcuno e poi impugnava 1 pistola, armeggiando su di
essa per renderla pronta al fuoco. La morte del ferito
trasportato subito in ospedale ha comportato l’esame
autoptico che avrebbe confermato come la vittima
Giuseppe Francesco Castiglione sia stata colpita
da 5 proiettili sparati da 1 arma di piccolo calibro.
ROMANO, dopo una prima fase in cui si era reso
irreperibile, si è poi costituito, rendendo
dichiarazioni spontanee ammissive dei fatti,
riconducendo la vicenda, nelle more, per la gravità
delle lesioni riportate dalla vittima, tramutata in
omicidio, a contrasti di natura sentimentale essendo la
vittima il compagno della sua ex convivente. Gli
investigatori della Squadra Mobile, coordinati dalla
Procura etnea in relazione al quadro gravemente
indiziario raccolto, hanno sottoposto a fermo di
indiziato di delitto Calogero Michael ROMANO ed
ad esito delle incombenze di rito, l’hanno associato nel
carcere di Piazza Lanza a disposizione dell’Autorità
Giudiziaria. La Procura di Catania, in forza del
compendio indiziario, ha chiesto ed ottenuto dal
competente Giudice per le indagini preliminari, la
convalida del provvedimento di fermo e l’applicazione
della misura cautelare della custodia in carcere. Il
provvedimento è suscettibile di essere impugnato
davanti al Tribunale del riesame.
Catania-
6 Ufficiali avvicendati a Comando Provinciale
Carabinieri.
Il Comandante
Provinciale di Catania, Colonnello Salvatore
ALTAVILLA, ha accolto ben 6 nuovi Comandanti,
subentrati ai loro colleghi Ufficiali chiamati ad
assolvere altri incarichi.
Il Tenente
Colonnello Pierluigi SATRIANO, 39 anni, è il
nuovo Comandante del Nucleo Investigativo del Reparto
Operativo di Catania, e subentra al Maggiore Simone
MUSELLA, designato al Reparto Anticrimine di Milano.
Il col.
SATRIANO,
di origini salentine, dal 2004 ha frequentato il 186°
corso dell’Accademia Militare di Modena e, dal 2006, la
scuola Ufficiali Carabinieri di Roma, dove ha conseguito
la laurea in Giurisprudenza, per poi approdare, nel
2009, al comando di un Plotone della Scuola Allievi
Marescialli di Firenze.
L’ufficiale dal 2010 ha maturato un’ampia esperienza
nell’ambito delle attività di indagine, con una
permanenza complessiva di quasi 7 anni al Nucleo
Investigativo di Roma, da cui proviene, quale
responsabile delle indagini nei settori della
criminalità organizzata, pubblica amministrazione,
narcotraffico, catturandi e misure di
prevenzione; incarichi intervallati dai Comandi del
Nucleo Operativo di Palermo Piazza Verdi e delle
Compagnie capoluogo di Cosenza e Perugia.
Il
Capitano Marco BALBONI 28anni,
nell’ambito del
Nucleo
Investigativo di Catania, di origini romane, è stato
assegnato il comando della 1^ Sezione, che si occupa,
tra l’altro, di omicidi e criminalità organizzata, fino
ad ora retta dal Capitano Vincenzo DEL LATTE,
trasferito alla guida della Compagnia di Santa Maria
Capua Vetere. Il Capitano BALBONI proviene da
un contesto di rilevante impegno operativo, quale
responsabile del Nucleo Operativo e Radiomobile di Casal
di Principe. L’ufficiale ha formazione con frequenza
Scuola Militare “Teuliè” di Milano, il 197° corso
dell’Accademia Militare di Modena e la scuola Ufficiali
Carabinieri di Roma, dove ha conseguito la laurea in
Giurisprudenza, per poi approdare alla Scuola Allievi
Carabinieri di Reggio Calabria con l’incarico di
Comandante di Plotone. Il Tenente ROBUSTO, 54anni,
è il nuovo Comandante del Nucleo Informativo di Catania,
un Reparto di carattere info-operativo deputato a un
ampio ed eterogeneo ventaglio di attività che spaziano
dalle informazioni per le certificazioni antimafia per
le aziende alle attività in materia di eversione e
terrorismo.
Il Tenente, di origini
pugliesi, è Ufficiale dal 2021 e, già nelle file
dell’Arma dal 1991 da Maresciallo e, con il grado di
Maresciallo Capo, ha comandato dal 2011 al 2021 il
Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Piazza
Armerina. Al Reparto Servizi Magistratura,
che si occupa della sicurezza dei Tribunali cittadini e
delle scorte, è stato assegnato il Capitano Giuseppe
CARIOLO 58 anni, divenuto Ufficiale nel 2021, il
quale vanta una ventennale esperienza da Maresciallo
specializzato in Anti Sofisticazione e Sanità, il
prestigioso Reparto dell’Arma che si occupa di tutela
della salute. Gli Avvicendamenti di comandanti
sono stati perfezionati anche in provincia.
Il Capitano
Nastassija MAGNO 29 anni, è alla guida della
Compagnia di Caltagirone, di origini teatine, allieva
della Scuola Militare “Nunziatella” di Napoli e poi
dell’Accademia di Modena e della Scuola Ufficiali
Carabinieri di Roma. L’ufficiale
arriva da Barletta, dove
ha ricoperto l’incarico di Comandante del Nucleo
Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri,
conducendo anche indagini contro associazioni a
delinquere. Il
Comandante del Nucleo Operativo e Radiomobile, Tenente
Gabriele
BENEVENTO 27
anni, campano, si è insediato in questi giorni a Gravina
di Catania con esperienze come pattugliatore scelto e
paracadutista, già Comandante di plotone presso l’8°
Reggimento Carabinieri “Lazio”. Gli ufficiali neo giunti
si sono mostrati onorati degli incarichi loro affidati,
assicurando l’ impegno e massimo sforzo per contrastare
quei fenomeni delittuosi che più affliggono città e
provincia etnea, a sostegno dei cittadini, per
consentire loro di vivere in una cornice di sicurezza e
legalità.

CATANIA
-
ANM
GIUNTA ESECUTIVA SEZIONE CATANIA:PROFONDA
PREOCCUPAZIONE PER DISEGNO LEGGE CHE ALLONTANA PM DA
CULTURA GIURISDIZIONE.
Il documento dei magistrati catanesi è preciso e
specifica:” La Giunta Esecutiva Sezionale della
Associazione Nazionale Magistrati per il Distretto Corte
di Appello di Catania,appresa notizia
dell’approvazione del disegno di legge costituzionale
recante “Norme in materia di Ordinamento Giurisdizionale
e di Istituzione della Corte Disciplinare”,in seno al
quale si sancisce la separazione delle “carriere”
dei magistrati giudicanti e dei magistrati requirenti e
si istituiscono, da un lato, due diversi corrispondenti
Consigli Superiori della Magistratura composti da membri
laici individuati attraverso un sistema misto (elezione
e sorteggio), da componenti togati selezionati per
sorteggio, e dall’altro, in luogo della competenza
disciplinare del Csm, un'Alta Corte Disciplinare
composta con un sistema misto per i componenti laici con
possibilità di ricorrere avverso le relative decisioni
solo dinanzi alla stessa alta Corte in diversa
composizione, ESPRIME profonda preoccupazione
verso un disegno che :allontana il Pubblico Ministero,
che ricordiamo essere parte pubblica, tenuto alla
ricerca della verità e garante dei diritti soggettivi,
dalla cultura della giurisdizione, con grave
danno per i soggetti sottoposti alle indagini, gli
utenti della giustizia e, più in generale, per la
collettività; indebolisce l’intero ordine giudiziario,
come voluto dal Costituente, anche in relazione alle
modalità, mediante sorteggio, di composizione degli
organi di autogoverno della magistratura, determinando
un grave vulnus all’indipendenza e all’autonomia della
magistratura. non affronta le vere questioni utili al
miglioramento del servizio giustizia per i
cittadini: i tempi di durata dei processi civili e
penali rimarranno gli stessi, le attività giudiziarie
non vengono rese efficienti né le procedure, ove utile e
possibile, più snelle; ed anzi, determina un aggravio
di spesa pubblica legato alla duplicazione di organi
di autogoverno; SOLLECITA gli organi centrali
della ANM a promuovere le più efficaci forme di
mobilitazione per dare voce a tale diffusa
preoccupazione dei magistrati e richiamare i cittadini
sulle gravi ricadute della progettata riforma”.
CATANIA -
Donna adescata in discoteca è abusata in casa: Polizia
arresta 2 catanesi per tentata violenza sessuale,
sequestro, rapina e danneggiamento. 1 ha anche
iniziato la diretta social durante arresto. I 2
catanesi un 45enne già conosciuto anche per reati
di violenza sessuale ed 35enne già noto per altri
reati, hanno pensato anche al festino in casa con finale
a sorpresa per la vittima. La triste fine di una serata
per una donna è cominciata in locale ma si è conclusa
nell’appartamento col festino di alcool e droga. 1 dei 2
si era anche impossessato del denaro che la vittima
aveva nella borsa e le aveva distrutto il telefono,
probabilmente per impedirle di chiedere aiuto.La Sala
operativa della Questura ha ricevuto di mattina la
segnalazione di un passante il quale ha riferito che in
via Vincenzo Giuffrida si trovava una donna in lacrime
che chiedeva aiuto perché aveva subito violenza sessuale
da parte di due sconosciuti. Una Volante è
immediatamente intervenuta sul posto e l’equipaggio ha
individuato la vittima seduta sui gradini del portone
adiacenti uno stabile. La malcapitata, in lacrime ha
raccontato ai poliziotti di aver subito una violenza
fisica e sessuale da parte di due uomini. La donna ha
forniva ai poliziotti anche le descrizioni dei
malfattori che si trovavano ancora nell’appartamento
dove si era verificato il crimine. Gli agenti hanno
chiesto l’ausilio di un altro equipaggio per poter
procedere con tutti gli accertamenti e gli
approfondimenti del caso. I tutori dell’ordine hanno
seguito le indicazioni fornite dalla vittima la quale
probabilmente per lo choc subito, non ricordava
esattamente né l’ubicazione né il piano dell’abitazione.
Gli agenti hanno iniziato la ricerca tra i vari
appartamenti del complesso condominiale, piano per
piano, attingendo informazioni dai vari condomini, fino
a quando hanno localizzato l'unica abitazione col
campanello e col citofono non funzionanti. I tutori
dell’ordine hanno bussato insistentemente ma senza
ottenere risposta, dal corpo scala dello stabile. I
poliziotti, tramite una porta di emergenza che dà
accesso ai balconi, sono riusciti ad accedere al balcone
dell’abitazione al cui interno si intravedeva un
soggetto che è stato invitato ad aprire la porta
d’ingresso. La persona apparsa alla porta
dell’appartamento corrispondeva alla descrizione di 1
dei 2 soggetti indicati dalla vittima. Il personaggio
si è mostrato sin da subito già nervoso alla vista
della Polizia di Stato. La donna, nel frattempo si
trovava ancora nell’androne del palazzo dove i sanitari
del 118, intervenuti su richiesta dei poliziotti, le
stavano prestando le prime cure. La malcapitata ha
riconosciuto immediatamente il luogo dove si era svolta
la violenza, entrando in uno stato di agitazione. Il
soggetto nell’appartamento, poi identificato quale un
catanese 45enne, ha eluso le domande degli
investigatori, non fornendo una spiegazione valida in
merito alla sua presenza in quel luogo. L’individuo poi,
incalzato dai poliziotti ha riferito loro di trovarsi lì
insieme al suo datore di lavoro, che al momento stava
riposando in un'altra stanza. Gli agenti hanno trovato
un altro soggetto anche anch’egli corrispondente alla
descrizione fornita dalla donna. Il maldestro era
sdraiato a dormire profondamente tanto da non accorgersi
della presenza dei poliziotti. Il soggetto a quel punto
si è dimostrato infastidito per la presenza della
polizia, prima chiedendo spiegazioni, poi andando
addirittura in escandescenza, balzando giù dal divano ed
attivando con il telefono cellulare, in modalità di
videoregistrazione, una diretta social. Il maldestro
riprendendo la scena e chiedendo aiuto asseriva nella
sua diretta di essere vittima di aggressione, simulando
financo di aver ricevuto degli schiaffi e coprendosi il
viso con una mano. Gli agenti hanno invitato l’individuo
alla calma ed a mantenere un atteggiamento consono e
collaborativo. Il maldestro ha invece continuato, con
fare provocatorio, ad urlare ed a minacciare i
poliziotti arrivando a lanciare contro di loro il
telefono cellulare che aveva in mano, senza colpire
nessuno dei presenti. Il malfattore 35enne, era
ormai in preda all’ira, scaturita verosimilmente sia dai
fumi d’alcool che di sostanze psicotrope probabilmente
assunte. Il maldestro ha provato a scagliarsi contro
gli agenti i quali, a quel punto, sono stati costretti
ad ammanettarlo. La Polizia Scientifica intervenuta
nell’appartamento, ha rinvenuto numerose bottiglie di
alcolici e tracce di sostanze stupefacenti,
verosimilmente cocaina e crack. I due malfattori sono
stati condotti presso gli uffici della Questura per
ulteriori approfondimenti e per ricostruire l’accaduto.
La ricostruzione ha fatto emergere la triste fine di
una serata cominciata in discoteca e conclusa
nell’appartamento a disposizione del 35enne dove,
probabilmente a causa dell’abuso di alcolici e di
sostanze stupefacenti, la situazione è poi degenerata. I
tentativi di violenza sessuale e le aggressioni fisiche
subìte hanno costretto la donna a fuggire in strada. La
vittima, ultimati gli accertamenti clinici presso il
Pronto Soccorso, è stata dimessa con una prognosi di 15
giorni, per le lesioni riportate. I due compari sono
stati arrestati per tentata violenza sessuale, sequestro
di persona, rapina e danneggiamento in concorso; il
35enne anche per resistenza a pubblico ufficiale. I
personaggi, su disposizione del P.M. di turno sono stati
ristretti presso la Casa Circondariale di Piazza Lanza,
in attesa della convalida innanzi al GIP che, dopo
averne convalidato l’arresto, ha disposto nei loro
confronti la misura della custodia cautelare in carcere.
((VIDEO
SERVIZIO)
CATANIA - Donne scippate da seriale a bordo di
utilitaria in centro storico strappa guidando
utilitaria, uscendo braccio dal finestrino Polizia
ammanetta 24enne. Le indagini, sono state coordinate
dalla Procura Distrettuale presso il Tribunale di
Catania ed eseguite dalla Squadra Mobile - Sezione
Contrasto al Crimine Diffuso della Polizia di Stato. Gli
investigatori hanno acquisito, allo stato degli atti ed
in relazione ad una fase processuale che non ha ancora
consentito l’intervento delle Difese, elementi che
dimostrerebbero il coinvolgimento del 24enne in 2
episodi delittuosi registrati, nel centro storico della
città, ai danni di 2 donne. 1 vittima a causa della
forza esercitata al momento dello strappo è stata
violentemente sbalzata in aria e trascinata per alcuni
metri sul selciato tanto da procurarle lesioni giudicate
guaribili in 7 giorni. Il medesimo soggetto, con lo
stesso veicolo, subito dopo il primo atto criminoso, ha
individuato una seconda potenziale donna alla quale,
dopo averla raggiunta, ha strappato la borsa con analogo
metodo. Gli approfondimenti investigativi, tramite
l’analisi dei sistemi di videosorveglianza nella zona
interessata hanno consentito di risalire ed individuare
il veicolo e, conseguentemente, l’utilizzatore. La
coincidenza del titolare dell’autovettura e del
responsabile del fatto è stata trovava a seguito delle
informazioni raccolte dai testimoni presenti al momento
dei 2 fatti e i quali avevano assistito alle azioni
predatorie. Il Giudice per le indagini preliminari, su
richiesta del Pubblico Ministero titolare del fascicolo
d’indagine, ha disposto, nei confronti dell’indagato
24enne, l’applicazione della misura cautelare degli
arresti domiciliari.
CATANIA -
((VIDEO
SERVIZIO) Blitz NAS Carabinieri scoperto a San Cristoforo
Catania caseificio abusivo che produce, vende prodotti
lattiero-caseari non genuini: ricotta, stagionati, tuma,
primo sale, 2 denunciati. L’operazione congiunta, è
dei Carabinieri del NIPAAF, Nucleo Investigativo di
Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale di
Catania, dei militari della Stazione di Piazza Dante e
del NAS, col supporto di uomini del NORAS (Nucleo
Agroalimentare del Corpo Forestale della Regione
Sicilia). I tutori dell’ordine hanno scoperto 1
caseificio completamente abusivo nel popolare quartiere
di San Cristoforo di Catania. Gli investigatori hanno
denunciato 2 personaggi catanesi, un 22enne ed un
23enne già noto, “per frode nell'esercizio del
commercio, furto aggravato di energia elettrica,
commercio di sostanze alimentari non genuine, nonché
scarico non autorizzato di reflui industriali”.
Gli alimenti sequestrati non sono stati ritenuti idonei
ad essere destinati neanche per le mense al servizio dei
meno abbienti in quanto, a causa della mancata
tracciabilità del latte e delle precarie condizioni di
conservazione dei prodotti finiti, sono stati
classificati come non commestibili.
L’ispezione è scattata a seguito di una mirata attività
info-investigativa e di una serie di servizi di
osservazione in modalità “discreta”, eseguiti nei giorni
precedenti. I militari hanno capito come all’interno di
quel locale vi fosse una produzione abusiva di formaggi,
testimoniata anche dal consistente via vai di persone. I
Carabinieri hanno dato inizio all’accesso ispettivo,
entrando nell’attività. Il locale si è dimostrato
totalmente fatiscente. 2 giovani, erano presenti ed
intenti a produrre prodotti lattiero-caseari: ricotta,
forme di tuma, formaggio primo sale e stagionato,
destinati successivamente alla vendita. I tutori
dell’ordine, scattati i controlli ispettivi, hanno
rilevato al termine le pessime condizioni igienico
sanitarie sia di tutte le attrezzature che dei locali
utilizzati. Il pavimento era ricoperto da siero e
residui di produzione, che venivano liberati in un foro
sul terreno e, da qui, direttamente in un fosso a
perdere, in assenza di autorizzazione allo scarico.
Un centinaio di forme di ricotta salata erano state
sistemate in un vano adiacente e poste ad essiccazione e
stagionatura in ambiente non refrigerato ma aerato
mediante 2 ventilatori. Un residuo di agnello, è stato
trovato in frigo ed il prodotto era privo di qualsiasi
tracciabilità, così come il latte necessario alla
produzione dei formaggi. I tecnici dell’ENEL, in una
seconda fase del servizio, sono poi intervenuti sul
posto ed hanno accertato che l’immobile ed un altro
edificio limitrofo, sempre nella disponibilità dei due
caseari abusivi, fossero allacciati illecitamente alla
rete elettrica, con danni ingenti alla società infatti
adoperavano 2 elettrodomestici, 1 frigorifero
industriale e 1 refrigerante per il latte, che assorbono
molta energia elettrica. I tutori dell’ordine, durante
le operazioni, hanno scoperto anche un terzo allaccio
abusivo su altro locale, questa volta realizzato, però,
da un loro parente. I 2 soggetti sono stati deferiti
all’Autorità Giudiziaria La chiusura
dell’attività abusiva è scattata, col conseguente
sequestro dell'intero locale adibito alla produzione dei
prodotti caseari, delle attrezzature idonee alla loro
produzione e conservazione ed anche dei formaggi, per un
peso di oltre 300 Kg, oltre a 350 litri di latte.
L’attività dei Carabinieri si inserisce nel costante
impegno profuso dall’Arma di Catania nel garantire la
sicurezza alimentare dei cittadini, anche attraverso il
contrasto alle attività economiche del tutto abusive.
((VIDEO
SERVIZIO)
CATANIA -
Minaccia minore si fa pagare pieno benzina su auto
presa a nolo Carabinieri Catania ammanettano 24enne ai
domiciliari col braccialetto per estorsione aggravata in
distributore.
I militari della Stazione di Catania Piazza Dante su
delega della Procura Distrettuale della Repubblica etnea
hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia
cautelare degli arresti domiciliari con dispositivo
elettronico di controllo (braccialetto), emessa dal GIP
del Tribunale di Catania, nei confronti di Mario AURORA,
24enne catanese. Il personaggio deve rispondere del
reato di “estorsione aggravata”.
L’azione che ha determinato emissione della misura
cautelare in questione si sarebbe verificata a Catania
lo scorso gennaio presso un distributore automatico di
benzina. L’accusato avrebbe agito mentre si trovava nel
area servizio situata all’angolo tra viale Della Libertà
e via Pietro Mascagni.
I
carabinieri hanno raccolto gli elementi investigativi
nel corso delle indagini compiute immediatamente dopo
l’azione criminosa. L’iter dell’ordinanza custodiale
emessa, ancora non è allo stato, in fase di
contraddittorio tra le parti. L’indagato la sera del 2
gennaio avrebbe minacciato 1 minorenne, costringendolo a
pagare il pieno di benzina alla sua auto, per quasi 100
€.
La ricostruzione degli investigatori :
l’indagato, sarebbe giunto intorno alle 21:00 presso la
stazione di servizio a bordo di una Fiat 500X in
compagnia della moglie e del figlio; si sarebbe
avvicinato al minore il quale, nel frattempo, stava
facendo rifornimento al suo ciclomotore. Lo sconosciuto
avrebbe chiesto denaro per la benzina. Il ragazzo,
intimorito dalla corporatura imponente del personaggio,
gli avrebbe risposto di dover andare via perché in
ritardo per un appuntamento ma sembra che questi, per
tutta risposta, lo avrebbe minacciato dicendo: “Guarda
a me non interessa, io te l’ho chiesto gentilmente,
quindi tu lo fai e basta…picchì ca a fare vuci ci sto un
attimo, che qui in giro non c’è nessuno!”.
La
vittima, a quel punto, avrebbe tirato fuori dal
portafoglio una banconota da 5 € e l’avrebbe consegnata,
sperando, così, di riuscire a venir fuori da quella
situazione che aveva intuito essere pericolosa.
Il
24enne, però, intascati i 5 €, non solo non avrebbe
dimostrato soddisfazione per il gesto ma, anzi, avendo
notato che il giovane era in possesso di una carta
prepagata, lo avrebbe nuovamente minacciato, pretendendo
che adoperasse lo strumento elettronico per pagare il
pieno alla sua 500X: “Ma io che ci faccio con 5 €? A
mittiri sta catta, ca cà a ittari vuci non c’è nuddu!”.
Il malcapitato sopraffatto
sia dalla corporatura dell’uomo, alto circa m. 1,90 e
corpulento, ma anche per lo spaventato dalle sue
minacce, si sarebbe visto costretto ad inserire la carta
nella colonnina per il pagamento self service ed fine
vicenda, pagare al malfattore un intero pieno di benzina
per quasi 100 €. I Carabinieri di Catania Piazza Dante,
acquisita la denuncia da parte della vittima, hanno
avviato immediatamente l’attività d’indagine. La
visione delle immagini, registrate dagli impianti di
videosorveglianza nella stazione di rifornimento, ha
permesso ai militari d’individuare la vettura utilizzata
dal soggetto il quale aveva preteso di ottenere il
pagamento del pieno per la propria auto. I carabinieri
hanno accertato che era stata noleggiata da una donna,
madre dell’indagato. Gli investigatori
dal raffronto tra le dichiarazioni e la puntuale
descrizione fornite dalla vittima con i fotogrammi
acquisiti dai video, hanno rilevato gli elementi che
hanno consentito al GIP di emettere il provvedimento
cautelare degli arresti domiciliari con braccialetto
elettronico.
((VIDEO
INTERVISTA)
((VIDEO
SERVIZIO)
CATANIA-Blitz
antidroga dei Carabinieri: 9 presi, 1 panettiere tra
pusher.
La misura della custodia cautelare in carcere è stata
emessa per Gaetano BELLIA 35enne; Angelo
CANNAVO’ 55enne; Santo D’AMICO 33enne;
Gabriele DE FAZIO 22enne; Marco MARINO
33enne; Giuseppe PUGLISI 64enne; Anthony
RINALDI 32enne; Ignazio Christian SPERANZA
33enne; gli arresti domiciliari sono stati emessi per
Giuseppa DI MAURO 53enne. Il nome dell’operazione
“Non solo pane” trae origine,
particolarmente significativa dalla condotta di uno
degli spacciatori il quale essendo un panettiere,
avrebbe utilizzato il suo forno.
Le attività investigative sono state
coordinate dalla Procura Distrettuale etnea ed il 19
febbraio 2024 hanno dato esito. I Carabinieri del
Comando Provinciale di Catania, supportati da uomini
specializzati del Nucleo Carabinieri Cinofili di
Nicolosi e dalla C.I.O. del XII Reggimento Carabinieri
Sicilia, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di
custodia cautelare emessa dal Giudice per le Indagini
Preliminari presso il Tribunale etneo, nei confronti
delle 9 persone (8 in carcere ed una agli arresti
domiciliari), in relazione ai reati di spaccio e
detenzione di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, in
maniera reiterata ed in concorso tra loro.
Le indagini sono in realtà la prosecuzione
dell’operazione “koala” del 2021, che aveva consentito
di individuare l’esistenza di un sodalizio criminoso
finalizzato allo spaccio di stupefacente del tipo
cocaina in modalità itinerante nella provincia di
Catania. L’inchiesta è stata eseguita nel periodo
compreso tra febbraio e giugno 2023 dalla Stazione
Carabinieri di San Giovanni La Punta, sia mediante
attività tecniche, che attraverso i tradizionali
approcci investigativi come i pedinamenti degli
indagati. Gli investigatori hanno acquisito,
allo stato degli atti ed in relazione ad una fase
processuale che non ha ancora consentito l’intervento
delle difese, gravi e concordanti elementi indiziari su
una fiorente attività di smercio al dettaglio di
cocaina. Gli investigatori hanno evidenziato l’azione
svolta dagli indagati, sia autonomamente che in concorso
tra loro, nei territori di Catania, Gravina di Catania,
Mascalucia, San Giovanni la Punta, San Gregorio di
Catania, Valverde e Tremestieri Etneo.
I tutori dell’ordine hanno rilevato a seguito
dell’attività investigativa, e ricostruito le diverse
modalità di cessione della cocaina, comunemente indicata
come “cosa”. Lo spaccio sarebbe avvenuto
prevalentemente in maniera “itinerante”. I pusher
infatti, per evitare di destare sospetti, permanendo in
modo stanziale e continuo in uno specifico luogo dove
attendere gli acquirenti, ben consapevoli che prima o
dopo la “piazza di spaccio” sarebbe stata
intercettata dalle Forze dell’Ordine, avrebbero
preferito prendere “gli ordini” telefonicamente.
I pusher, per garantirsi l’impunità, avrebbero
quindi definito un caratteristico modus operandi, che si
sarebbe sviluppato secondo diverse fasi.
I consumatori con una veloce battuta al
cellulare, avrebbero inviato la richiesta ed ottenuto la
disponibilità del pusher ed indicato il
quantitativo od il valore della dose sempre
adoperando parole in codice.Il passaggio successivo
della compravendita sarebbe stato l’indicazione di un
punto noto ad entrambi, nonché dell’orario, da far
coincidere con gli impegni di famiglia dei malviventi, o
con la necessità dello spacciatore di andarsi a
rifornire periodicamente di “roba”, atteso che
veniva portato al seguito solo quanto strettamente
ordinato dal cliente, per evitare, in caso di controlli,
di essere denunciati o arrestati. L’incontro vero e
proprio e la velocissima cessione di sostanza in cambio
del corrispettivo in denaro, in alcuni casi sarebbe
avvenuto addirittura con ricariche di carte prepagate
intestate a persone terze, rendendo così ancor più
difficoltosa l’attività di indagine dei Carabinieri. La
compravendita di droga in talune situazioni per ancora
maggior prudenza sarebbe avvenuta addirittura in
modalità “take away”, quando gli spacciatori
sarebbero ricorsi a luoghi già concordati con gli
acquirenti, ove facevano loro trovare “l’ordine”. La
modalità messa in atto da uno degli indagati, è stata
molto singolare nell’informare il cliente che la droga
era pronta per il ritiro nel luogo convenzionalmente
stabilito, utilizzava dire “già fatto amazon”, proprio
come avrebbe potuto fare un onesto corriere del noto
e-commerce. Gli investigatori hanno appurato che tra i
presunti spacciatori , vi era poi chi, per evitare che
la cessione di cocaina avvenisse in luogo pubblico,
sempre per ridurre ulteriormente il rischio di essere
notati o che i loro acquirenti potessero essere fermati
in strada con la sostanza stupefacente, avrebbe anche
ospitato gli assuntori all’interno delle proprie
abitazioni, per il tempo strettamente necessario alla
consumazione del “pippotto”, mettendo a
disposizione perfino le camere dei propri familiari.
L’attività di panificazione è posta in una strada senza
uscite del Comune puntese e per questo motivo molto
riservata. Il luogo era ritenuto la “copertura”
per la sua seconda e probabilmente più redditizia
illecita attività professionale. I consumatori della
droga si mescolavano tra gli ignari clienti
dell’esercizio, alcuni “affezionati”. Gli
acquirenti avrebbero così fatto precedere la normale
spesa da una veloce chiamata al fornaio, alias il loro
pusher di fiducia, il quale, li assicurava che fosse “aperto”,
e pronto a soddisfare la loro dipendenza. Le frasi erano
concordate poiché avrebbero chiesto di ritirare “mezzo
chilo di pane” o “mezza pagnotta”, tutte
forme criptiche che avrebbero celato il reale
riferimento alla quantità di cocaina richiesta. Gli
investigatori a sostegno del quadro indiziario hanno
eseguito, nel corso delle indagini, decine di riscontri
che hanno portato ad 1 arresto in flagranza di reato ed
a 5 deferimenti in stato di libertà per “detenzione ai
fini di spaccio di sostanza stupefacente” con sequestro
di oltre 50 gr di cocaina, di bilancini e strumenti
finalizzati al confezionamento. L’esecuzione
dell’ordinanza ha comportato un gran lavoro dei
Carabinieri sull’area di Catania e dei paesi etnei. Il
Giudice per le indagini preliminari, su richiesta del
Pubblico Ministero titolare del relativo fascicolo
d’indagine, ha quindi disposto le misure poi eseguite
dai carabinieri del Comando Provinciale.
CATANIA
-
(VEDI
intervista)
13 enne stuprata in villa Bellini, pestato
fidanzato 17enne da 7 egiziani: 4 maggiorenni e 3 minori
già ospiti di Centro.
La ragazzina vittima era a passeggio al Parco Bellini
con il ragazzo 17enne, il quale è stato picchiato dal
gruppo, prima dello stupro. I 7 provvedimenti sono stati
emessi: 4 dalla Procura della Repubblica e 3 dalla
speciale per i Minori di Catania. 3 sono stati tradotti
presso la casa circondariale di Catania Piazza Lanza, 1
presso il domicilio agli arresti domiciliari, e 3
minori associati nel Centro precautelare di Prima
Accoglienza di Catania. Le misure sono state eseguite
dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando
Provinciale di Catania, in collaborazione con gli uomini
del Nucleo Operativo della Compagnia di Piazza Dante e
della Stazione Piazza Verga. I fatti turpi da cui
traggono origine i provvedimenti precautelari si
sarebbero verificati la serata del 30 gennaio scorso,
intorno alle ore 19.30 nella centralissima “Villa
Bellini” di Catania. La coppia di fidanzatini
catanesi, entrambi minorenni, lui di 17 anni e lei di 13
anni, si trovavano a transitare nei pressi dei bagni
pubblici del parco comunale. I ragazzi sarebbero stati
accerchiati da diversi giovani extracomunitari che
avrebbero da subito iniziato ad importunare la ragazza,
palpeggiandola anche in parti intime. I due
fidanzati hanno tentato di opporsi all’aggressione e di
allontanarsi. La situazione in pochi istanti è
degenerata. La coppia sarebbe stata fisicamente
bloccata dal branco che l’avrebbe trascinata dentro i
vicini bagni pubblici, impedendo la fuga. Il
branco si sarebbe diviso: una parte avrebbe bloccato e
percosso il fidanzatino di 17 anni, costringendolo ad
assistere impotente agli abusi, gli altri avrebbero
spinto nei bagni la ragazza, per poi violentarla a
turno da 2 del gruppo mentre gli altri avrebbero fatto
la spola assistendo alla scena da sopra il muro
divisorio della “toilette”. La 13enne, in preda al
panico , dopo abusi e dolorante, avrebbe trovato la
forza di divincolarsi dal suo aguzzino e di fuggire
insieme al fidanzato, raggiungendo la frequentatissima
via Etnea per chiedere aiuto. La giovane vittima
è stata subito soccorsa, portata con ambulanza al Pronto
Soccorso pediatrico dell’ospedale Cannizzaro. I
sanitari secondo le procedure del codice rosa hanno
confermato la violenza subita. Carabinieri del
Comando provinciale di Catania immediatamente hanno
avviato le indagini coordinati dal pool di Magistrati
della Procura, appositamente costituito per la gestione
dei delicati reati afferenti il “Codice Rosso”. Gli
investigatori hanno dapprima battuto palmo a palmo la
villa comunale, alla ricerca di testimoni ed eventuali
immagini degli impianti di videosorveglianza all’esterno
del parco. I carabinieri della Sezione Investigazioni
Scientifica del Nucleo Investigativo di Catania hanno
avviato contestualmente le necessarie attività tecniche,
tra cui il sequestro degli abiti della vittima e dei
campioni biologici,
(VEDI
intervista)
tracce ematiche, seminali e salivari. I Carabinieri in
meno di 48 ore, sono riusciti a chiudere il cerchio
attorno ai responsabili. Il coordinamento delle due
Procure, ha fatto scattare il blitz, durato fino alle
prime luci del giorno, con la cattura dei 7 sospettati.
L’ultimo ricercato del branco è stato rintracciato
dopo una iniziale fuga, tra cui i due esecutori
materiali della violenza sessuale entrambi minorenni. Le
investigazioni scientifiche del Comando Provinciale
Carabinieri di Catania svolte attraverso un minuzioso
studio delle tracce forensi hanno permesso d’individuare
in meno di 24 ore le tracce biologiche relative alla
violenza le quali sono state analizzate in pochissime
ore dal RIS di Messina, restituendo un “match” positivo
coincidente con quello del minore che avrebbe
fisicamente violentato la 13enne. I Carabinieri
di Piazza Dante hanno bloccato il 7° soggetto, anche lui
minorenne ritenuto esecutore materiale della violenza,
mentre era in procinto di recuperare i propri effetti
personali per poi fuggire nel tentativo di far perdere
le proprie tracce, presso la comunità ove alloggiava.
Tutti gli stranieri si trovavano sul territorio
nazionale poiché entrati in Italia da minorenni ed, in
forza della legislazione vigente, accolti in strutture;
per la minore età vige, infatti, il divieto di
espulsione con la possibilità del rilascio da parte
della Questura competente del permesso di soggiorno fino
al compimento della maggiore età.
(VIDEO
OPERAZIONE)
BELPASSO CT
-Blitz
Carabinieri squadrone eliportato cacciatori Sicilia e
Stazione Belpasso scoperta piantagione canapa indiana in
rudere zona Segreta: 1 a piazza Lanza.
Un 43enne residente a Gravina di Catania, si era dato
al business illegale della coltivazione di sostanze
stupefacenti. Il soggetto aveva scelto un fondo agricolo
lontano dal centro cittadino, pensando, di essere
lontano da “occhi indiscreti”. I Carabinieri, avevano
già avviato sul conto del sospetto, già noto e senza
attività lavorativa, azione info-investigativa. I
militari hanno osservato le ìmosse del sospetto per,
quell’andirivieni da Gravina a Belpasso non passato
inosservato. I militari nel pomeriggio hanno deciso di
seguire il sospetto e fatto scattare il blitz proprio
mentre lui stava “curando” le sue piantine. I
Carabinieri si sono introdotti nel casolare, senza
essere notati, pur se munito di telecamere e
videosorveglianza. I Cacciatori si sono trovati di
fronte una piantagione di canapa indiana indoor
contenente ben 173 piante in vaso, di diverse
altezze e qualità, suddivise in 4 serre, 3 delle quali
di dimensioni 2 m. x 2 m., mentre un’altra più
piccola, per un’area coltivata di circa 7 metri
quadrati. La piantagione era molto curata ed ogni
vasetto aveva applicate etichette col nome e qualità
coltivata. le piante più numerose erano quelle
denominate:“Fulgas” e “Pulp Fiction”, ma
c’erano anche “Hulk barry”, “Lemon tree”,
“mandarine”…insomma, canapa per tutti i gusti. I
militari, in una scatola di cartone, hanno scoperto
quasi 500gr di marijuana già essiccata. I carabinieri
ispezionando il rudere, hanno notato che il locale era
stato attrezzato con lampade, aspiratori, timer, stufa
elettrica, tubi per l’aerazione ed alimentazione di
tutte le attrezzature garantita attraverso un allaccio
abusivo alla rete elettrica. I militari, accanto allo
stupefacente, hanno trovato anche 1 bilancia di
precisione, 1 trituratore per foglie, e vari
fertilizzanti con la relativa tabella per la corretta
somministrazione dei concimi, al fine di ottenere delle
abbondanti fioriture. La serra è stata immediatamente
smantellata e per il 43enne si sono aperte le porte del
carcere di Piazza Lanza arrestato per coltivazione di
sostanze stupefacenti e furto di energia
elettrica. Le infiorescenze estratte dalle piante
contengono i cannabinoidi: le sostanze che, assunte,
hanno effetti psicotropi e psicoattivi che possono
causare tachicardia, paranoia e attacchi di panico.
CATANIA
–
Spaccio a LIBRINO: appartamenti IACP come area consumo,
300 Carabinieri eseguono 14 misure DDA.
Gli accusati devono rispondere di associazione,
ricettazione ed invasione di terreni o edifici. I
destinatari della
CUSTODIA IN CARCERE sono:
Antonino CAPIZZI 34enne, Francesco DI
BENEDETTO 35enne, Agatino Luciano FAMA'
29enne, Josè GIOIA 22enne, LR FF,
Federico Giosuè LIVOTI 21enne, Santo LIVOTI
inteso Melo 36enne, Santo PALAZZO 69enne, Angelo
Salvatore PANTO' 44enne, Antonio PARATORE
18enne, Salvatore PATANE' 54enne, Salvatore
Gaetano PLATANIA 33enne, Anthony Carmelo
SPAMPINATO 24enne, Salvatore ZERBO 60enne. I
militari dell’arma del Comando Provinciale di Catania
hanno operato su delega della Procura Distrettuale,
supportati dai reparti specializzati Compagnia di
Intervento Operativo del XII° Reggimento “Sicilia”, API
del Comando Provinciale di Catania e Nucleo Cinofili. I
tutori dell’ordine hanno dato esecuzione ad un’ordinanza
di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per
le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Catania,
su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei
confronti di 13 indagati in quanto ritenuti responsabili
a vario titolo dei reati di associazione per delinquere
finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze
stupefacenti, ricettazione ed invasione di terreni o
edifici. Il GIP presso il Tribunale per i Minorenni di
Catania, contestualmente ha emesso un’ulteriore
ordinanza applicativa di custodia cautelare in carcere,
su richiesta della Procura della Repubblica per i
Minorenni, nei confronti di 1 indagato, minorenne
all’epoca dei fatti, il quale sarebbe stato parte
integrante dell’associazione. I tutori dell’ordine, nel
medesimo contesto, hanno notificato l’avviso di
conclusione indagini preliminari ad altri 18 soggetti
nei confronti dei quali è stata riconosciuta la
sussistenza di gravi indizi di colpevolezza per i
medesimi reati. L’indagine, coordinata dalla Direzione
Distrettuale Antimafia e condotta dal Nucleo Operativo
della Compagnia Carabinieri di Catania Fontanarossa nel
periodo intercorrente tra settembre 2021 e ottobre 2022,
sia mediante attività tecniche che attraverso le
tradizionali attività di indagine quali osservazioni e
pedinamenti, ha permesso di acquisire, allo stato degli
atti ed in relazione ad una fase processuale che non ha
ancora consentito l’intervento delle difese, elementi
che dimostrerebbero l’esistenza di un’organizzazione
criminale dedita al traffico di cocaina, crack e
marijuana, operante in “regime di monopolio” nel
complesso di edifici del civico 12 di Viale Nitta, nel
quartiere di Librino. Gli investigatori evidenziano che
al riguardo l’associazione, sarebbe stata organizzata su
base piramidale, con ruoli ben definiti, avrebbe gestito
contemporaneamente 3 distinte “piazze di spaccio”. Le
risultanze investigative hanno portato gli inquirenti a
ritenere che la gestione e l’organizzazione di tale
associazione sarebbe stata affidata ai fratelli Santo e
Federico Giosuè LIVOTI, nonché a Carmelo Antony
SPAMPINATO, i quali avrebbero mantenuto costantemente i
contatti con un pluripregiudicato catanese che
nonostante fosse già detenuto in carcere per
associazione per delinquere di tipo mafioso, si
interessava in prima persona al traffico di
stupefacenti. L’attività degli inquirenti ha anche
consentito di decifrare il linguaggio in codice
utilizzato dai sodali per richiedere lo spostamento
delle sostanze stupefacenti dai depositi alle piazze di
spaccio. I tutori dell’ordine hanno appurato che in
molti casi, infatti, si utilizzavano termini
apparentemente insospettabili come “pacchetto di
sigarette” o “cibo per cani” per indicare dosi di
marijuana, o ancora “una birra”, “mezza birra” o “una
lampadina da 40 Watt” per indicare cocaina e la relativa
quantità. Gli inquirenti hanno appurato che quanto
alle piazze di spaccio, due dei siti di smercio della
droga avrebbero avuto come base logistica alcuni
appartamenti, riservati alla più rischiosa attività di
cessione di cocaina e crack; una piazza di spaccio
sarebbe stata gestita interamente su strada, sul
piazzale interno del complesso condominiale, in quanto
destinata alla compravendita di droghe leggere. La
peculiare organizzazione caratterizzante il sodalizio
prevedeva che le cessioni di sostanze stupefacenti
avvenissero sia su strada:sotto, che ai piani più alti
del complesso di edifici: sopra. Tutti questi luoghi,
inoltre, sarebbero stati presidiati da una fitta rete di
vedette, pronte ad allertare i pusher in caso di
interventi da parte delle forze dell’ordine. I militari
hanno evidenziato che, il sodalizio offrisse uno
specifico “servizio” aggiuntivo agli assuntori, mettendo
a loro disposizione un intero appartamento (cd. Drug
Room) in viale Nitta 12, accanto all’appartamento in cui
spacciavano, per consentire di consumare la sostanza in
tutta sicurezza, al riparo da occhi indiscreti. I 5
appartamenti, di proprietà dello IACP, che sarebbero
stati destinati ad ospitare le piazze di spaccio sono
stati oggetto di sequestro preventivo perché
abusivamente occupati. Il complessivo giro d’affari
dell’attività illecita avrebbe fruttato incassi per
diverse migliaia di euro al giorno, provento dello
smercio quotidiano ad alcune centinaia di acquirenti. I
Carabinieri, nel corso dell’attività d’indagine, a
riscontro delle investigazioni, hanno arrestato 23
soggetti per condotte connesse a spaccio di sostanze
stupefacenti, sequestrando oltre 4 chili di sostanze
stupefacenti, tra cocaina, crack e marijuana, denaro
contante per oltre 5mila euro, oltre a 18 catalizzatori
e 2 gruppi ottici di un’autovettura Smart, tutti
provento di furto, che sarebbero stati utilizzati dagli
acquirenti come metodo di pagamento in cambio delle dosi
di stupefacente. Le indagini hanno consentito altresì di
registrare come l’associazione avesse più volte tentato
di riorganizzare la dislocazione delle proprie piazze di
spaccio, cambiando gli appartamenti dove avvenivano le
cessioni, poiché messi alle strette dai continui arresti
e sequestri operati dai Carabinieri del Nucleo Operativo
Catania Fontanarossa. Il cerchio” attorno destinatari
del provvedimento di custodia cautelare relativo
all’operazione “Sottosopra” è stato definitivamente
chiuso. I Carabinieri del Comando Provinciale di Catania
ieri sera, hanno infatti ammanettato, al termine di
articolate e ininterrotte battute di ricerca, anche Federico
Giosuè LIVOTI e Josè GIOIA risultati
appunto irreperibili durante il blitz. I soggetti
ricercati, sentendosi braccati dai militari, si sono
presentati: il LIVOTI presso la caserma della
Stazione Carabinieri di Librino, mentre il GIOIA
direttamente ai cancelli della Casa Circondariale di
Catania Piazza Lanza. Entrambi sono a disposizione
dell’Autorità Giudiziaria.
CATANIA
- DOMENICO DEMAIO E' IL NUOVO
DIRIGENTE X REPARTO MOBILE.
Il Primo Dirigente della Polizia di Stato Domenico
Demaio
si è insediato alla guida del X Reparto Mobile di
Catania. Domenico DEMAIO è nato a Catania nel 1970,
laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli
Studi di Catania. Il funzionario, nel corso della sua
carriera ha ricoperto diversi incarichi nelle province
di Caltanissetta, Ragusa e Catania, maturando una solida
e diversificata esperienza professionale. Il dott.
Demaio in particolare, il 25 novembre 2002, è stato
assegnato, al Commissariato di Pubblica Sicurezza di
Gela dove, in qualità di responsabile della Sezione
investigativa del Commissariato, ha portato a termine
numerose indagini che hanno permesso di trarre in
arresto diversi esponenti di spicco delle consorterie
mafiose riconducibili a “Cosa Nostra” (gruppo Emmanuello
e gruppo Rinzivillo) ed alla Stidda, tutte operanti in
Gela. Il dirigente è stato trasferito, nel gennaio del
2012, alla Direzione Investigativa Antimafia, Centro
Operativo di Catania ed ha ricoperto diversi incarichi.
Domenico Demaio, successivamente, ha ricoperto
l’incarico di responsabile del Settore Indagini
Giudiziarie per poi approdare a gennaio del 2015 alla
Questura di Ragusa con l’incarico di Dirigente
dell’Ufficio Immigrazione. Il funzionario, durante lo
stesso periodo ha rivestito, il ruolo di componente
della Commissione per il riconoscimento della Protezione
Internazionale di Siracusa - Sezione di Ragusa ed il
ruolo di Componente del Consiglio Territoriale per
l’Immigrazione. Domenico Demaio dal gennaio 2017, ha
ricoperto l’incarico di Responsabile Sezione
Investigativa del Commissariato di Pubblica Sicurezza di
Gela occupandosi delle principali attività investigative
che hanno portato alla esecuzione di importanti
operazioni di Polizia. L’incarico di Capo di Gabinetto a
Ragusa è stato svolto il 24 febbraio 2020. Promosso
Primo Dirigente della Polizia di Stato nel novembre 2021
ha assunto l’incarico di Dirigente della Divisione
Anticrimine della Questura di Ragusa. Il dott. Domenico
DEMAIO, tra le esperienze professionali vanta anche la
partecipazione alle Commissioni di accesso Ispettive
che, nel 2004 e nel 2006, hanno portato all’adozione dei
decreti di scioglimento dei Comuni di Niscemi e Riesi.
Auguri di buon lavoro per l’incarico assunto al neo
dirigente del X Reparto Mobile di Catania Domenico
DEMAIO sia personali che dal nostro giornale.
(VIDEO
OPERAZIONE)
CATANIA
- Fossa dei Leoni II :
Direzione Distrettuale Antimafia a Catania coordina
inchiesta carabinieri su vicini ai Cappello finita con
14 indagati dal G.I.P. del Tribunale del Capoluogo
etneo.
I destinatari di misure
cautelari in carcere: Giuseppe AMORUSO 29enne,
Angelo CONDORELLI 33enne (già detenuto presso
casa circondariale Enna), Francesco CONDORELLI 38enne(già
detenuto presso casa circondariale Piazza Lanza),
Salvatore CRISTAUDO 34enne(già detenuto presso
casa circondariale Palermo), Orazio DRAGO 53enne,
Daniele Giuseppe FABIANO 34enne, Lucio
LOMBARDO 33enne, Alessandro ROSSELLO 26enne
(già detenuto presso casa circondariale Rossano
Calabro), Daniele ROSSELLO 30enne, Roberto
SANTAPAOLA 43enne,Nunzio TOMASELLI 32enne.100 militari dell’arma sono stati
impiegati nell’esecuzione della misura. I soggetti
interessati all’inchiesta sono accusati a vario titolo
di
associazione finalizzata al traffico, detenzione e
spaccio di sostanze stupefacenti Catania, Palermo, Cosenza ed Enna. L’indagine coordinata dalla
DDA di Catania
è
stata condotta dai Carabinieri della Compagnia di
Catania “Fontanarossa”. Gli investigatori hanno
smantellato una fiorente piazza di spaccio
situata lungo viale Grimaldi, nel quartiere Librino di
Catania, conosciuta appunto come “Fossa dei Leoni” (per
la sua struttura morfologica) e storicamente
riconducibile al clan “Cappello”.
L’organizzazione avrebbe strutturato le quotidiane
attività di spaccio in turni, suddividendo un
prefiltraggio dei clienti.
(VIDEO OPERAZIONE) Pusher e vedette si erano inventati un vero e proprio “codice
segreto” per individuare gli stupefacenti : “camicie”
per la cocaina, “crackers” per il crack e “giubbotto”
per la marijuana. I soggetti avrebbero realizzato anche
baluardi veri e propri a mo’ di “difese passive”
nel luogo dello smercio di droga, addirittura una palazzina era protetta da un portone abusivo,
in ferro battuto che era apribile solo dall’interno. I
Carabinieri, nel corso dell’attività, hanno eseguito
complessivamente 26 arresti in flagranza di reato,
sequestrato circa 67 kg di droga, in prevalenza
marijuana, 2 pistole, 1 fucile e cartucce di vario
calibro.

CATANIA
– INSEDIATO QUESTORE GIUSEPPE
BELLASSAI. Il neo Questore Giuseppe Bellassai
ha formalmente assunto, dal 2 ottobre, l’incarico nella
provincia di Catania ed innanzitutto, ha voluto rendere
omaggio ai Caduti della Polizia di Stato di Catania,
deponendo una corona d’alloro sulla lapide che,
all’ingresso della Questura, ne ricorda i nomi. Il dott.
Bellassai, nel corso della mattinata, ha, prima,
incontrato Dirigenti e collaboratori della Questura ed a
seguire, le Organizzazioni Sindacali della Polizia di
Stato e dell’amministrazione Civile dell’Interno ed i
giornalisti. Le prime visite istituzionali, sono state
per S.E. il Prefetto, il Procuratore della Repubblica,
il Sindaco e l’Arcivescovo di Catania. Il Dirigente
Generale di Pubblica Sicurezza Giuseppe Bellassai,
ha un curriculum di tutto rispetto : siciliano
originario di Santa Croce Camerina (RG), classe 1962 è
attivo in Polizia da trentacinque anni. Giuseppe
Bellassai ha diretto diversi ed importanti uffici. Il
Questore è entrato in Polizia nel 1988, ed ha
frequentato il Corso di Formazione per Funzionari della
Polizia di Stato presso la scuola Superiore di Roma. Il
dott. Bellassai, al termine del Corso, con la qualifica
di Vice Commissario, si è trasferito presso la Scuola di
formazione della Polizia Ferroviaria di Bologna. Il
funzionario, nel novembre del 1991, è stato trasferito
alla Questura di Ragusa, con l’incarico di addetto della
locale Squadra Mobile. Le capacità professionali hanno
portato, il dott. Bellassai, dopo solo un anno, ad
assumere la Dirigenza dell'Ufficio fino all’ottobre del
2005. Numerosissimi successi investigativi hanno
costellato gli anni trascorsi alla Squadra Mobile
essendo state disarticolate ed azzerate locali cosche
mafiose anche grazie all’arresto di tutti i latitanti in
provincia. I brillanti risultati conseguiti valgono al
dott. Bellassai, nel dicembre del 2005, la promozione a
Primo Dirigente ed il successivo trasferimento, a
seguito della frequentazione del relativo Corso
Dirigenziale, presso la Questura di Agrigento. Il
funzionario in quella zona delicata della Sicilia ha
diretto la Divisione di Polizia Amministrativa e Sociale
e dell’Immigrazione. Il Centro di Accoglienza di
Lampedusa inizia in quel periodo ad essere travolto da
centinaia di sbarchi di profughi in fuga dai propri
territori martoriati da guerre civili. Il dott.
Bellassai mette in evidenza le capacità organizzative e
le attitudini alla direzione di importanti servizi di
ordine e sicurezza pubblica. Il Dipartimento della
Pubblica Sicurezza invia il funzionario in missione, per
4 anni, presso il Centro di Lampedusa, dove gestisce le
criticità connesse al fenomeno migratorio. Il dott.
Bellassai, dal giugno del 2010 è stato promosso Vicario
del Questore di Trapani ricoprendo l’incarico fino al 1°
agosto 2014. Il passaggio a Palermo è nell'agosto 2014
per assumere le funzioni di Vicario del Questore
distinguendosi ancora per i delicati servizi di ordine
pubblico che ha coordinato nella complicata realtà del
capoluogo siciliano. Giuseppe Bellassai nel marzo
2016 è stato promosso a Dirigente Superiore ed ad
ottobre assume la guida della Questura di Benevento
fino al 1° maggio 2019 quando ha ricevuto l’incarico di
Questore a Taranto. Il funzionario ha svolto dal 25
ottobre 2021 le mansioni di Questore a Perugia. Il dott.
Bellassai il 28 giugno 2023 è stato promosso quale
Dirigente Generale della Pubblica Sicurezza. Gli
auguri di un proficuo e buon lavoro al Questore Giuseppe
Bellassai sono sia da parte della nostra redazione che
personali.
CATANIA
-
Operazione antimafia, 100
Carabinieri comando provinciale in
ULTIMO ATTO eseguite 13 misure clan
Toscano-Tomasello-Mazzaglia
di Biancavilla vicini ai Santapaola.
Si tratta di
Salvatore Manuel
AMATO30enne nato a Biancavilla;
Fabrizio
DISTEFANO 32enne nato a Biancavilla;
Placido
GALVAGNO 46enne nato a Biancavilla;
Giovanni
GIOCO,63enne nato a Biancavilla;
Piero
LICCIARDELLO 28enne nato a Paternò;
Giuseppe
MANCARI 74enne nato a Biancavilla;
Nunzio
MARGAGLIO 28enne nato a Biancavilla;
Carmelo
MILITELLO 48enne nato a Biancavilla;
Nicola Gabriele
MINISSALE 30enne nato a Catania;
Alfio MUSCIA
44enne nato a Biancavilla;
Ferdinando
PALERMO ,46enne nato a Paternò;
Mario VENIA
48enne nato a Biancavilla;
Carmelo VERCOCO
50enne nato in Germania.
L’attività dei militari dell’Arma si è svolta sia
nelle province
di Catania che
l’Aquila. I 100
Carabinieri del Comando Provinciale di Catania hanno
eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere
emessa dal G.I.P. del Tribunale etneo,
nei confronti di
13 indagati. Gli
accusati
devono rispondere di
“associazione di tipo
mafioso”, “estorsione”,
“associazione a delinquere finalizzata al traffico di
stupefacenti”,
reati aggravati dal “metodo mafioso”.
L’operazione
“Ultimo atto”, è coordinata dalla
Direzione Distrettuale Antimafia di Catania ed è
condotta dai Carabinieri di Paternò. L’inchiesta prese
avvio a seguito del tentato omicidio di Davide GALATI
MASSARO, avvenuto a Biancavilla il 9 settembre 2018. Gli
investigatori hanno
svelato le recenti evoluzioni del clan “Toscano-Tomasello-Mazzaglia”
di Biancavilla, ritenuta articolazione territoriale
della famiglia mafiosa di cosa nostra etnea “Santapaola-Ercolano”,
individuando, tra l’altro, l’attuale reggente. Le
indagini hanno messo in luce
oltre ad un fiorente traffico di stupefacenti, anche un
vasto giro di estorsioni ai danni di imprenditori di
Biancavilla. Vittime dei malfattori anche i
giostrai, che durante la festa patronale, erano
costretti a pagare il “pizzo” attraverso i
biglietti per le attrazioni, così che i figli degli
affiliati detenuti avrebbero potuto godersele “gratis”.
I militari nel corso dell’inchiesta hanno
sequestrato per la
confisca, anche due società
operanti nel
settore del trasporto merci, del valore di circa 5
Milioni di €,
direttamente riconducibili al clan.
CATANIA-
LAMBORGHINI IN PIAZZA UNIVERSITA’ PER “E…
STATE CON NOI
CAMPAGNA
SICUREZZA STRADALE POLIZIA DI STATO”.
La Huracán ed il Pullman Azzurro hanno riscosso un
grande successo nella due giorni catanese che ha portato
in prima linea donne ed uomini della Sezione Polizia
Stradale di Catania, gli Specialisti dei due mezzi
attrezzati che hanno attraversato l’Italia in un vero e
proprio tour della sicurezza stradale.
L’evento ha compreso la partecipazione e l’apprezzamento
del Prefetto di Catania, Maria Carmela
Librizzi la quale, nella prima giornata della
manifestazione, è stata accompagnata dal Vicario del
Questore di Catania dott. Salvatore Fazzino, dal
Comandante del Compartimento di Polizia Stradale Sicilia
Orientale dott. Nicola Spampinato e dal
Dirigente della
Sezione Polizia Stradale di Catania dott.ssa Maria
Carmela Sanfilippo
(INTERVISTA VIDEO)
i quali hanno illustrato le finalità della
manifestazione.
Il bus azzurro è dotato di un impianto multimediale di
simulazione di guida, a bordo si sono alternati giovani
e guidatori più esperti che hanno potuto sperimentare i
gravissimi pericoli derivanti da una guida imprudente e
non rispettosa delle regole stabilite dal Codice della
Strada.Visitatori hanno indossato occhiali distorsivi
che riproducevano le condizioni della vista umana
all’assunzione sovra-soglia di sostanze alcoliche. ed
hanno, percorso nello spazio antistante, il bus un
tracciato pedonabile appositamente creato.
Nessuno ha superto la sfida a rimanere nei limiti del
percorso, sebbene siano stati in tanti a sottostimare la
capacità estemporaneamente invalidante indotta
dall’alcol.
La prova dei fatti ha indotto tutti coloro i quali si
sono cimentati nella prova a riconoscere gli effetti
negativi, o meglio mortali, del mettersi alla guida in
stato di ebrezza alcolica o drogastica.
La Lamborghini ha inspirato ben altra ebrezza ed ha
letteralmente stregato grandi e piccini che si sono
avvicinati all’auto, affascinati dalle sue linee
sinuose. La Huracán, come tutte le attrezzature della
Polizia di Stato, è uno strumento al servizio della
sicurezza dei cittadini: in generale, infatti, viene
utilizzata per il trasporto di organi da trapianto.
L’appeal sprigionato dal suo design e le sue forme
disegnate da quel vento di tempesta, evocato sin dal suo
nome, sono senz’altro un forte richiamo per avvicinare
quanti subiscono l’attrazione velocità, allo scopo di
creare in loro una coscienza critica rispetto ai nefasti
esiti di una guida sprezzante d’ogni pericolo.
La Lamborghini Huracan per le sue eccezionali
prestazioni e strumenti più all’avanguardia di cui è
dotata comprende un frigo box allocato nel cofano
anteriore. La supercar è utilizzata sia per il
trasporto degli organi che dei tessuti umani destinati
ai trapianti. La Polizia Stradale ha una lunga
esperienza, sia nel trasporto con la Lamborghini, che
nelle scorte e nelle staffette al trasfererimento di
materiale ematico, per pazienti ed organi destinati ai
trapianti. La Polizia Stradale si sposta con la
Lamborghini lungo le arterie stradali dell’intero
territorio nazionale.
La vettura
Huracan
rimasta a Catania due giorni proviene da Roma.
(VIDEO)
CATANIA
Tentato omicidio per un debito in via
S.Maria Catena
Carabinieri fermano 2 su delega Procura provvedimento PM.
Si tratta dei catanesi Giovanni
GURRERI 22enne
e Filippo Antonio SAITTA 26enne. I Militari
dell’Arma, su delega della Procura Distrettuale della
Repubblica hanno dato esecuzione al provvedimento di
fermo emesso dal Pubblico Ministero. I due personaggi
sono gravemente indiziati, allo stato degli atti ed in
relazione ad una fase processuale che non consente
l’intervento delle difese, il primo di “Tentato
Omicidio”, “Detenzione e porto illegale d’arma da fuoco”
e “Detenzione illegale di munizioni”, mentre il
secondo per i reati di “Detenzione e porto illegale
d’arma da fuoco clandestina” e “Detenzione illegale di
munizioni”. I due soggetti fermati sono entrambi legati
da vincoli di parentela ad esponenti posti al vertice di
due compagini criminali cittadine, ed in particolare il
22enne a quella dei “Cursoti-Milanesi” mentre il 26enne
a quella dei “Santapaola-Ercolano”. GURRERI, inoltre,
era stato già coinvolto quale vittima, nel pomeriggio
dello scorso 3 gennaio, di un’aggressione terminata
con un’azione di fuoco durante la quale fu colpito ad
una gamba in viale Medaglie d’Oro. L’indagine, che ha
portato alle misure ed è stata coordinata dalla Procura
Distrettuale di Catania, è stata condotta dai
Carabinieri della Compagnia di “Catania – Piazza Dante”
con il qualificato contributo dei militari del Nucleo
Investigativo del Comando Provinciale di Catania.
L’inchiesta ha avuto origine da una sparatoria
verificatasi la mattinata del 31 luglio 2023, in via
Santa Maria della Catena, dove erano rimaste ferite due
persone. L’attività investigativa, condotta e
finalizzata con indagini sul territorio cittadino, con
raccolta di fonti testimoniali
e visione dei filmati
delle varie telecamere di sicurezza nella zona,
dimostrerebbe come, intorno le 10.50 di lunedì, alcune
persone avrebbero avuto delle discussioni all’interno di
un bar, verosimilmente per motivi economici. Gli
alterchi sarebbero sfociati in una accesa lite su
strada, all’esito della quale i due fermati si sarebbero
confrontati armi in pugno. 1 dei due in particolare,
nelle fasi più concitate della lite, il 22enne,
nell’esplodere alcuni colpi d’arma da fuoco ad altezza
uomo all’indirizzo del 26enne non avrebbe colpito la
vittima designata ma altre due persone risultate
estranee alla lite. I due feriti sono stati soccorsi
dai cittadini presenti sul posto, dopo le fasi animate
della sparatoria, ed i due contendenti avrebbero
guadagnato la fuga verso direzioni opposte. Gli
investigatori hanno evidenziato che, il primo si sarebbe
allontanato verso il centro cittadino mentre il secondo
per le vie limitrofe dove, poco dopo, i Carabinieri
hanno rinvenuto 1 pistola a salve modificata ed ancora
carica e con 1 colpo in canna calibro 380 ed ulteriori 2
proiettili calibro 380. I carabinieri della Sezione
Rilievi del Nucleo Investigativo successivamente sono
interventi sul posto ed hanno altresì repertato sul
luogo della sparatoria 4 bossoli calibro 7.65. I
militari, dopo una serrata attività info-investigativa e
di ricerca sul territorio hanno rintracciato i due il
3 agosto. Il primo presso l’abitazione di una
congiunta ed il secondo presso la casa di un amico sita
a Mascalucia (CT). I soggetti sono stati ristretti
presso la casa circondariale di Catania Bicocca in
attesa dell’udienza di convalida che si è tenuta venerdì
ed all’esito della quale il Giudice per le Indagini
Preliminari, dopo aver convalidato il fermo, ha disposto
la misura della custodia cautelare in carcere per
entrambi. I personaggi hanno ammesso i fatti ed hanno
ricondotto le ragioni della lite ad un pregresso debito
contratto dal Saitta, che non aveva mostrato
l’intenzione di estinguerlo tempestivamente, nei
confronti del Gurreri.
CATANIA
– USURA ED ESTORSIONE POLIZIA ESEGUE ORDINANZA GIP 9
MISURE SU DISPOSIZIONE PROCURA DISTRETTUALE. La
misura coercitiva è stata emessa l’8 maggio dal G.I.P.
del Tribunale di Catania, nei confronti di: Orazio DI
MAURO 66enne, Orazio Francesco DI MAURO
45enne, Giuseppa GIUFFIRDA 78enne,
Rosa Adriana LICCIARDELLO 74enne, Giovanni
LONGO 64enne, Carmelo MUSUMECI
53enne, Gaetano SUTERA 67enne, Luigi
VENTURA 61enne, Giuseppina BERGAMO 57enne.
Le indagini sono state coordinate dalla Procura
Distrettuale della Repubblica ed eseguite dalla locale
Squadra Mobile e dalla Sezione di P.G. della Polizia di
Stato della Procura. Gli investigatori hanno acquisito,
allo stato degli atti ed in relazione ad una fase
processuale che non ha ancora consentito l’intervento
delle Difese, elementi che dimostrerebbero la
partecipazione dei nove personaggi, talvolta a titolo
individuale e talvolta in concorso, alla commissione dei
reati. Il provvedimento restrittivo riguarda gli esiti
di attività di indagine, scaturita dalle dichiarazioni
di una parte offesa, costretta, per far fronte a debiti
di gioco. Il giocatore si sarebbe rivolto a soggetti
che avrebbero prestato danaro a strozzo, con un elevato
tasso usurario. Il malcapitato avrebbe quindi subito il
depauperamento del suo patrimonio economico ed
immobiliare. La vittima sarebbe stata indotta, a fronte
delle coeve pressioni, in alcuni casi materializzatesi
in minacce ed appostamenti sotto casa, esercitate su di
lei ad adempiere ai debiti forzosamente contratti. Il
malcapitato avrebbe poi esposto quanto accaduto agli
organi di polizia. Le investigazioni, supportate da
operazioni di intercettazione, hanno consentito di
riscontrare la fondatezza delle rivelazioni della
persona offesa. Gli inquirenti hanno portato alla luce
un sommerso e parassitario sistema di prestiti illeciti
che avrebbe coinvolto ulteriori soggetti rispetto a
quelli indicati dalla vittima e tradizionalmente dediti
a questo genere di attività delittuosa. Gli inquirenti,
nel prosieguo delle indagini, hano raccolto le
dichiarazioni delle altre persone offese, via via
identificate. I malcapitati di turno, in alcuni casi,
confermavano quanto emerso dalle indagini, fornendo
indicazioni precise in merito all’ammontare del prestito
richiesto ed accordato, delle rate, settimanalmente o
mensilmente, versate e del termine entro il quale la
restituzione sarebbe dovuta avvenire. Gli inquirenti
sulla scorta delle informazioni accertate, hanno
compreso che, mediamente, i piccoli prestiti si
aggiravano su importi variabili tra i 1.000 ed i 2.000€
e che i tassi usurari applicati, talvolta, potevano
arrivare a sfiorare anche il 490% annuo. Le
dichiarazioni delle persone offese, una ventina circa,
che si sono determinate a collaborare con gli
inquirenti, denunciando le condotte criminose di cui
erano vittime, hanno rappresentato una delle principali
fonti di prova a supporto dell’intero impianto
accusatorio posto a fondamento della misura cautelare. I
tutori dell’ordine hanno rilevato che le vittima in
altri casi, nonostante l’evidenza della prova, subendo
il timore di possibili ritorsioni o credendo che coloro
i quali avevano erogato il credito fossero benefattori,
hanno preferito tacere o dire il falso, limitandosi ad
ammettere prestiti di denaro senza la corresponsione di
alcun interesse. Gli inquirenti hanno valutato
l’atteggiamento e confermato la natura del reato di
usura quale “fenomeno sommerso” in cui le vittime,
trovandosi in uno stato di dipendenza, non solo
economica ma anche psicologica, manifestano reticenza
nell’affermare la verità dei fatti. I tutori dell’ordine
a riscontro delle risultanze d’indagine, hanno eseguito
perquisizioni nei confronti di alcuni degli indagati che
hanno permesso di rafforzare il compendio investigativo
e così di porre sotto sequestro materiale probatorio
costituito da denaro liquido, libri contabili e da vari
titoli di credito idonei a delineare l’entità
dell’attività di usura. Il Giudice per le indagini
preliminari, su richiesta del Pubblico Ministero
titolare del relativo fascicolo d’indagine, ha quindi
disposto per tutti, ad eccezione dell’indagata
Giuseppina BERGAMO, destinataria della misura degli
arresti domiciliari, l’applicazione della misura
cautelare della custodia in carcere, misure poi
eseguite, nel corso della mattinata del 16 maggio, con
traduzione presso la locale Casa Circondariale, dalla
Squadra Mobile e dalla sezione della Polizia della P.P.,
coadiuvati dal Reparto Prevenzione Crimine della
Sicilia Orientale. Le Forze dell’Ordine sono
specificamente inviate a supporto dalla Direzione
Centrale Anticrimine e dal Servizio Centrale Operativo,
nonché da personale della locale Questura e da
operatori specializzati di Polizia Scientifica.
(VIDEO
BLITZ)
(VIDEO
INCHIESTA
ARRESTATI)

CATANIA
-
Maxi blitz 400 Carabinieri, DDA 68 indagati in
operazione
Carback
: mafia, droga ed estorsioni con furto auto.
51 sono i
soggetti destinatari di custodia cautelare in carcere:
Agatino Lorenzo ABATE 46enne nato a Catania, Giuseppina
BELFIORE 55enne nata a Catania, Salvatore BIONDI 32enne
nato a Catania, Francesco CACIA 40enne nato a Catania,
Giuseppe CAMMARATA 53enne nato a Caltanissetta, Annibale
Giovanni CARO 63enne nato a Catania, Salvatore CARBONARO
41enne nato a Catania, Giovanni Edoardo CARUANA 31enne
nato a Catania, Febronio CONA 34enne nato a Caltagirone,
Gaetano CONDORELLI 37enne nato a Catania, Mario Cristian
COSTA 37enne nato a Catania, Emmanuele FALSAPERLA 25enne
nato a Catania, Massimo FERRERA 53enne nato a Catania,
Santo FICHERA 47enne nato a Catania, Concetto
FONTANAROSSA 37enne nato a Catania, Gioacchino
GIANGRECO 38enne nato a Palermo, Umberto GIARDINARO
29enne nato a Catania, Salvatore GIUFFRIDA 47enne nato a
Catania, Salvatore Nicola GRASSO 59enne nato a Catania,
Kevin MANGANARO 22enne nato a Catania, Andrea Antonio
MARINO 54enne nato a Catania, Antonino MASCALI 26enne
nato a Catania, Lorenzo MASCALI 43enne nato a Catania,
Francesco MAUGERI 24enne nato a Catania, Giuseppe
MIRABILE 32enne nato a Catania, Jonathal MUSUMECI 33enne
nato a Catania, Carmen NICOSIA 38enne nata a Catania,
Sebastiano NICOSIA 39enne nato a Catania, Gabriele
PAPPALARDO 18enne nato a Catania, Orazio Simone PITTERÀ
29enne nato a Catania, Nunzio PRIVITERA 43enne nato a
Catania, Marco PUGLIA 33enne nato a Catania, Giuseppe
PULVIRENTI 45enne nato a Catania, Christian RICCIO
32enne nata a Catania, Fabio RICCIO 46enne nato a
Catania, Agatino RUSSO 39enne nato a Nicolosi,
Agatino RUSSO 18enne nato a Catania, Dario
RUSTICO 35enne nato a Siracusa, Orazio RUSTICO 33enne
nato a Siracusa, Angelo SANFILIPPO 57enne nato a
Catania, Antonino SANTONOCITO 56enne nato a Catania,
Giuseppe SCUDERI 52enne nato a Catania, Simona
SPATICCHIA 38enne nata a Catania, Johnny STRANO 33enne
nato a Catania, Cristian TORRISI 29enne nato a Catania,
Alessandro TRICOMI 37enne nato a Catania, Santo TRICOMI
46enne nato a Catania, Salvatore Alberto TROPEA 33enne
nato a Catania, Daniele Francesco VENTIMIGLIA 24enne
nato a Catania, Roberto ZAMMATARO 34enne nato a Scordia,
Giorgio Daniele ZUCCARELLO 36enne nato a Catania.
17 sono i soggetti destinatari di misura cautelare degli
arresti domiciliari:
Daniele CADIRI 41enne nato a Catania,
Salvatore CAMBRIA 51enne nato a Catania,
Salvatore CARUSO 59enne nato a Varese, Giacomo CONA
63enne nato a Palagonia, Sebastiano Giovanni DESI 42enne
nato a Catania,
Antonio INTRUGLIO 49enne nato a Francofonte, Rosario LI PANI
34enne nato a Catania, Valerio MAGNI 33enne nato a
Catania,
Emanuele PAVONE 57enne nato a Catania, Giuseppe PIACENTE
52enne nato a Catania,
Orazio PUGLISI 58enne nato a Catania,
Antonino SAVOCA 32enne nato a Catania, Lorenzo SGROI
45enne nato a Catania, Filippo Marco STORNIOLO 34enne
nato a Catania, Giuseppe STRANO 56enne nato a Catania,
Fabio VINTALORO 45enne nato a Catania,
Santo VITTORIO 24enne nato a Catania. Gli
oltre 400 Carabinieri del Comando Provinciale di
Catania hanno condotto in tutta la provincia di Catania,
ed anche a Siracusa, Agrigento, Pavia e Vibo Valentia,
l’imponente operazione
“Carback”,
coadiuvati dal XXII Reggimento “Sicilia”, dallo
Squadrone Eliportato Cacciatori, dal Nucleo Elicotteri e
dal Nucleo Cinofili. I militari del Comando Provinciale
di Catania hanno eseguito l’ordinanza emessa dal GIP
presso il Tribunale di Catania nei confronti dei 68
indagati, accusati, a vario titolo, di “associazione di
stampo mafioso”, “associazione a delinquere finalizzata
al furto” di autovetture oggetto di successiva
“estorsione con il metodo del cavallo di ritorno”,
“ricettazione”, “associazione finalizzata al traffico di
sostanze stupefacenti” con l’aggravante mafiosa,
“acquisto e detenzione di sostanza stupefacente ai fini
di spaccio” e “detenzione illegale di armi e munizioni”.
L’indagine, denominata “Carback”, è stata condotta dalla
Compagnia Carabinieri di Catania Fontanarossa al
comando del Ten. Colonnello Giuseppe BATTAGLIA
con il coordinamento della Direzione Distrettuale
Antimafia di Catania.
I quattrocento militari del Comando Provinciale di
Catania, supportati dai reparti specializzati dell’Arma
dei Carabinieri (Compagnia di Intervento Operativo del
XII° Reggimento “Sicilia”, Squadrone Eliportato
“Cacciatori” Sicilia, Nucleo Elicotteri, Nucleo
Cinofili) hanno dato esecuzione all’ordinanza
applicativa di misure cautelari personali emessa dal
Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale
di Catania nei confronti di 68 soggetti indagati.
L’indagine, denominata “Carback” è stata
coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e
condotta dal Nucleo Operativo della Compagnia
Carabinieri di Catania Fontanarossa da settembre 2020 a
marzo 2021
comandata del Ten. Giovanni SPADONI.
L’inchiesta ha tratto origine da una approfondita e
qualificata attività di analisi sui furti di
autovetture, avvenuti nei precedenti mesi di giugno e
luglio, spesso rinvenute dopo qualche giorno in modo
apparentemente casuale. Gli investigatori con un primo
filone di indagine, proficuamente sviluppato grazie ai
riscontri effettuati ed all’attività tecnica svolta,
hanno delineato l’esistenza di una collaudata
organizzazione, costituita da 45 persone, dedita alla
commissione di furti, estorsioni e ricettazioni. Gli
inquirenti confermano il coinvolgimento anche di un
soggetto gravemente indiziato di appartenere al clan dei
“CURSOTI MILANESI”. I tutori dell’ordine hanno
evidenziato che in seno al sodalizio criminale avrebbero
operato tre batterie di ladri, responsabili di 54 furti,
attive nelle zone di Monte Po’, San Giorgio e San
Cristoforo. I maldestri avrebbero agito sulla base di
taciti accordi che prevedevano una chiara suddivisione
del territorio per lo svolgimento “coordinato” delle
loro attività delittuose. La batteria di Monte Po’
avrebbe operato nel quartiere Nesima di Catania e nei
paesi etnei, quella di San Giorgio avrebbe concentrato i
propri interessi nella zona di Catania centro, mentre il
gruppo di San Cristoforo avrebbe avuto “competenza”
esclusiva sui centri commerciali del capoluogo. Alcuni
soggetti con il ruolo di intermediari facevano parte
dell’organizzazione criminale e venivano contattati
dalle vittime, direttamente o per il tramite di
conoscenti, affinché si adoperassero per avviare l’iter
al fine di ottenere la restituzione del mezzo. L’importo
di ciascuna delle 33 estorsioni documentate poteva
variare tra 300 e 1.500 euro in base al modello e alle
condizioni dell’autovettura, al numero di persone
intervenute nell’intermediazione ed al rapporto di
conoscenza tra gli indagati e la vittima del furto. I
veicoli asportati venivano lasciati in sosta sulla
pubblica via, nel pieno rispetto di una regola non
scritta in base alla quale ciascuna batteria, prima di
disporre del mezzo, attendeva almeno tre giorni, per i
seguenti motivi: concedere un congruo periodo di tempo
al proprietario del veicolo rubato per mettersi in
contatto con la batteria responsabile del furto ed
intavolare l’illecita trattativa. Il cavallo di ritorno
rappresentava, infatti, l’obiettivo principale in quanto
garantiva all’associazione importi immediati e riduceva
significativamente i rischi connessi alla gestione del
mezzo (custodia, trasporto e altro); poter rimediare ad
eventuali “torti”, qualora l’autovettura asportata fosse
appartenuta a personaggi di particolare caratura
criminale o persone a loro vicine, provvedendo
all’immediata restituzione del mezzo; essere certi
dell’assenza di eventuali dispositivi GPS nascosti e non
individuati durante la “bonifica” del mezzo,
scongiurando in tal modo il rischio di essere scoperti
dalle Forze di Polizia. Le autovetture rubate, qualora
le estorsioni non fossero andate a buon fine, trascorsi
i tre giorni, venivano destinate alla ricettazione,
anche fuori Provincia, per la successiva immissione nel
fiorente mercato nero di veicoli e parti di ricambi. I
tutori dell’ordine, in tale ambito investigativo, hanno
deferito all’Autorità Giudiziaria 13 persone per
favoreggiamento personale, avendo fornito alla polizia
giudiziaria informazioni palesemente false e fuorvianti,
aiutando in tal modo gli autori del reato ad eludere le
indagini.
Gli investigatori in in secondo filone investigativo,
hanno coinvolto 30 persone, riguardo un ingente traffico
di sostanze stupefacenti gestito da un gruppo criminale,
con a capo un soggetto gravemente indiziato di
appartenere al clan mafioso “CAPPELLO”. I malfattori
potevano contare anche sulla disponibilità di armi e
munizioni.
Gli
inquirenti hanno censito e monitorato 2 piazze di
spaccio ubicate 1 nel quartiere “Librino” e l’altra a
“San Giorgio”, nelle quali si smerciava sostanza
stupefacente tipo cocaina, per un volume di affari di
oltre € 1.000 giornalieri per ciascuna piazza. Gli
associati coinvolti in entrambi i filoni d’indagine
avrebbero condiviso la medesima base logistica,
costituita da un autonoleggio ubicato nel quartiere di
San Giorgio. Il luogo sarebbe stato utilizzato per
concretizzare accordi, incontri e pagamenti relativi
alle attività illecite concernenti il furto dei veicoli
finalizzato alle estorsioni o ricettazioni. La bese
sarebbe servita anche per le contrattazioni riguardanti
ingenti quantitativi di cocaina, venduta all’ingrosso a
circa 42.000€ al kg e consegnata ai “grossisti” in vari
punti della città per essere evidentemente destinata al
rifornimento di altre piazze di spaccio presenti nel
capoluogo etneo o in altre Province.
Il Comandante Provinciale Col. Rino COPPOLA in
merito all’inchiesta ha rivolto alla comunità un
appello : “i cittadini si devono fidare dei
Carabinieri e devono immediatamente denunciare qualora
restino vittime del furto del proprio veicolo e di
richieste estorsive col metodo del cosiddetto Cavallo di
ritorno”.
(VIDEO
ARRESTI)
(VIDEO
ESTORSIONI)
CATANIA
- POLIZIA ESEGUE 21 MISURE IN OPERAZIONE SABBIE
MOBILI ESTORSIONI SQUADRA DI LINERI SANTAPAOLA/ERCOLANO.
La Polizia di Stato di Catania ha dato esecuzione ad
un’ordinanza di applicazione di misura cautelare della
custodia in carcere, emessa il 27 ottobre dal G.I.P. del
Tribunale di Catania, nei confronti di: Alfio
CURRAO 53enne,
Fabrizio CURRAO 30enne, Alessandro DI STEFANO
22enne, Antonio DI STEFANO 44enne, Giuseppe
DONATO 50enne, Natale Alessandro DONATO 20enne,
Domenico GERACI 57enne, Salvatore Gianluca
GERACI 33enne, Salvatore GUGLIELMINO 57enne,
Vincenzo GUIDOTTO 42enne, Carmelo LITRICO
49enne, Nunzio MAMMINO 45enne, Lorenzo
PINNAVARIA 31enne, Salvatore PINNAVARIA
26enne, Alfio RANNESI 27enne, Carmelo RANNESI
58enne, Girolamo RANNESI 60enne, Giuseppe
RANNESI 53enne, Salvatore RANNESI 55enne,
Francesco TOSCANO 57enne, Pietro VITTORIO 44enne.
La Squadra Mobile della Questura di Catania è stata
coadiuvata dal Servizio Centrale Operativo ed ha agito
sotto il diretto coordinamento della Direzione Centrale
Anticrimine della Polizia di Stato che ha inviato nel
Capoluogo etneo diversi equipaggi del Reparto
Prevenzione Crimine per le vaste ed articolate attività
dinamiche sul territorio ed il rintraccio e cattura dei
destinatari delle misure cautelari emesse. L’operazione
ha comportato anche la partecipazione di unità della
locale Questura e delle sue articolazioni nonché di
unità specializzate come Polizia Scientifica, Reparto
Mobile e anche di un elicottero del Reparto Volo. Nel
complesso sono stati impiegati circa 150 operatori. I
personaggi sono gravemente indiziati, allo stato
degli atti ed in relazione alla fase processuale che non
ha ancora consentito l’instaurazione del contraddittorio
con l’intervento delle difese, dei delitti di
associazione di tipo mafioso, clan Santapaola –
Ercolano, estorsione, tentata rapina, ricettazione,
intestazione fittizia di beni, tutti reati aggravati
dalla finalità di agevolare l’associazione mafiosa di
appartenenza.
Il provvedimento restrittivo compendia gli esiti
dell’attività di indagine, coordinata da questo Ufficio
della Procura della Repubblica di Catania – Direzione
Distrettuale Antimafia, originata dalla richiesta
estorsiva avanzata nei confronti di un noto ristoratore
catanese al quale erano stati prospettati, nel mese di
agosto 2019, attentati incendiari se non si fosse
sottomesso al pagamento del pizzo. Al medesimo
imprenditore erano state anche recapitate due cartucce
calibro 7.65 da parte di due affiliati al sodalizio
mafioso, con l’avvertimento che se non avesse accettato
le loro richieste sarebbe stato oggetto di attentato. Le
investigazioni, condotte dalla locale Squadra Mobile,
avrebbero consentito di identificare, sempre per quanto
risulta allo stato delle emergenze processuali in cui
non è ancora instaurato il contradittorio delle parti,
gli autori di entrambi i tentativi di estorsione in
Nunzio MAMMINO ed Alessandro DI STEFANO e di ricondurre
l’attività illecita ad una articolazione territoriale
del clan Santapaola – Ercolano, denominata
Squadra di Lineri, radicata nell’area nord
del capoluogo etneo, i cui capi storici si individuavano
in Giuseppe PULVIRENTI detto “u Malpassotu”, uomo
d’onore di Cosa nostra catanese, ed il genero di
lui Giuseppe GRAZIOSO detto “Pippo”. La
prosecuzione delle indagini, ad opera degli
investigatori della Sezione antiestorsione della
Squadra Mobile catanese, ha permesso agli investigatori
di ricostruire l’organigramma dell’anzidetta consorteria
mafiosa, il cui vertice sarebbe stato individuato in
Girolamo RANNESI, coadiuvato dai fratelli Salvatore e
Giuseppe, e dal fedele affiliato Alfio CURRAO,
che sarebbe legato alla famiglia RANNESI da ininterrotta
comune militanza e da consolidati rapporti personali di
natura amicale. Gli investigatori hanno evidenziato
l’importanza, nel panorama criminale, della famiglia
RANNESI che sarebbe stata rafforzata dal vincolo di
sangue che Girolamo RANNESI aveva con Giuseppe GRAZIOSO,
di cui era il genero, tanto che sarebbe considerato un
uomo d’onore di Cosa nostra catanese ed
uno dei soggetti di riferimento per il sodalizio mafioso
in tutta la Provincia. Gli investigatori allo stesso
modo, avrebbero identificato i gregari
dell’organizzazione, ai quali i vertici avevano
assegnato compiti esecutivi (come la riscossione delle
estorsioni e la commissione di rapine e di altre
attività illecite), che sarebbero stati sotto il comando
di Giuseppe DONATO, braccio destro di Girolamo
RANNESI, la cui officina di carrozzeria avrebbe
rappresentato il quartier generale del sodalizio. Gli
inquirenti, inoltre, avrebbero individuato, nel
capillare e radicato sistema estorsivo, il principale
business illecito dell’organizzazione nei confronti
di imprenditori e commercianti che, ben conoscendo la
storia criminale di alcuni degli appartenenti al
sodalizio indagato e scoperto, si sono sottomessi al
pagamento dell’estorsione in favore della Squadra di
Lineri. I tutori dell’ordine, nel corso delle
indagini hanno acquisito elementi di riscontro,
attraverso numerosi arresti in flagranza di reato di
taluni affiliati chiamati a riscuotere mensilmente le
rate estorsive; in occasione di uno di questi arresti,
veniva rinvenuta e sottoposta a sequestro la c.d.
carta delle estorsioni, contenente – secondo la
prospettiva accusatoria – l’elenco delle attività
commerciali taglieggiate, mascherate attraverso
l’indicazione che si trattava di numeri da giocare all’enalotto
con l’evidente fine di depistare eventuali
investigazioni in caso di rinvenimento. I tutori
dell’ordine a tal proposito, hanno individuato numerose
attività imprenditoriali (circa una ventina) che da anni
hanno versato all’organizzazione mafiosa ingenti somme
di denaro con cadenza mensile o semestrale. Si è
stimato, approssimativamente, che l’organizzazione
incassasse da ogni singolo imprenditore, mediamente, la
somma di 250 euro mensili con un profitto illecito
annuale di circa 70.000 euro. Le dichiarazioni delle
persone offese che si sono determinate a collaborare con
gli inquirenti, denunziando le condotte criminose di cui
erano vittime, hanno rappresentato una delle principali
fonti a supporto dell’intero impianto accusatorio posto
a fondamento della misura cautelare. In altri casi,
nonostante l’evidenza della prova, subendo il timore di
possibili ritorsioni, i commercianti hanno preferito
tacere o dire il falso e sono in atto indagati per il
delitto di false informazioni al Pubblico Ministero. I
tutori dell’ordine, nel corso dell’indagine hanno
accertato che parte dei proventi erano destinati alle
spese per la difesa legale degli arrestati, nonché per
il sostentamento economico delle loro famiglie di cui i
capi del clan si erano fatti carico. Il provvedimento
restrittivo ha colpito anche i beni patrimoniali
dell’organizzazione, disponendo il sequestro di
un’attività commerciale, fittiziamente intestata a
soggetti di comodo, ma che di fatto sarebbe
riconducibile alla famiglia RANNESI, nonché autoveicoli
nella disponibilità dei soggetti organici alla
consorteria mafiosa e utilizzati per compiere le varie
attività criminose. I destinatari della misura cautelare
sono stati rintracciati nella mattinata e tradotti in
carcere, ad eccezione di coloro che erano già detenuti,
per altra causa, nei confronti dei quali il
provvedimento è stato notificato presso i relativi
istituti di pena.
Il Direttore Centrale Anticrimine della Polizia di Stato
Prefetto Francesco Messina ha affermato :
“E’ inconcepibile che ancora oggi, nonostante
l’efficacia e l’incisività dell’azione di contrasto
espletata dallo Stato, esistano parti offese che si
ostinano a non denunciare, addirittura dichiarando il
falso. La lotta alla criminalità organizzata non può
essere delegata esclusivamente alle Forze dell’Ordine e
alla Magistratura. La Sicurezza è di tutti e l’unica
protezione è quella fornita dallo Stato; Cosa Nostra non
fornisce protezione, commette delitti e inquina le
libertà economiche. Non denunciare di essere vittima di
estorsione è un comportamento che potrebbe essere
talvolta ai limiti della rilevanza penale. Colpisce, in
questa indagine, che su 32 estorti, solo 16 abbiano
ritenuto di contribuire con le loro denunce
all’accertamento della verità da parte nostra”.
(VIDEO
conferenza Col.Coppola)
CATANIA
-
Ten Col Claudio
Papagno nuovo Comandante Reparto Operativo carabinieri
Catania insediato a Comando Provinciale.
(VIDEO
conferenza
T.Col.Papagno)
(VIDEO
intervista T.Col.Papagno)
L’alto
ufficiale è subentrato al Col. Piercarmine Sante Sica
trasferito a Livorno quale Comandante Provinciale
Carabinieri. Il Comandante Provinciale Carabinieri
Catania colonnello Rino Coppola ha presentato, il
Ten Col Claudio Papagno
quale nuovo C.te Reparto Operativo. Il curriculum del
nuovo comandante è di tutto rispetto, avendo maturato
esperienze di comando a Napoli zona Scampia ed a
Palermo. Incarichi:
1996 – 1999, ha frequentato la Scuola Militare
“Teuliè” di Milano;
1999 – 2004, ha frequentato il biennio presso
l’Accademia Militare di Modena (181° corso) ed il
triennio presso la Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma;
2004 – 2006, è stato Comandante di Plotone degli
Allievi Marescialli e successivamente degli Allievi
Brigadieri della Scuola Marescialli e Brigadieri dei
Carabinieri di Velletri;
2006 – 2008, ha comandato il Nucleo Operativo
della Compagnia Palermo – Piazza Verdi;
2008 – 2013, ha comandato la Compagnia di
Treviso; 2013 –
2016, ha comandato la Compagnia di Napoli - Stella;
2016 - 2022, ha prestato servizio presso il
Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, prima
nell’Ufficio Logistico, occupandosi della pianificazione
logistico-finanziaria dell’Arma dei Carabinieri e
successivamente nell’Ufficio Polizia Militare e di
Stabilità, ove si è occupato dei “Piani di Cooperazione
bilaterali” tra l’Arma dei Carabinieri e gli Stati
esteri per lo sviluppo di attività addestrative, della
pianificazione e gestione delle Missioni internazionali
a cui l’Arma dei Carabinieri prende parte, nonché della
sicurezza delle Rappresentanze diplomatiche italiane
all’estero; nel
2020, ha frequentato per 6 mesi il “136° Senior Course”
presso il “Nato Defence College” in Roma, conseguendo il
titolo ISSMI; tra
il 2017 e il 2021, ha frequentato diversi corsi presso
la “Nato School” di Oberammergau in Germania, tra cui il
“NATO Defence Against Terrorism Course”.
Incarichi all’estero:
2005 – 2006, ha preso parte per 6 mesi alla
Missione “Eufor Althea” in Bosnia, quale Ufficiale di
Collegamento del Reggimento Carabinieri IPU (Integrated
Police Unit) presso la “Multinational Task Force North
West” in Banja Luka; 2009
– 20010, ha preso parte per 8 mesi alla missione KFOR in
Kosovo, quale Capo Cellula G3 (operazioni) del
Reggimento Carabinieri MSU (Multinational Speciallized
Unit). Studi:
laurea magistrale in “Giurisprudenza” presso
l’Università “la Sapienza” di Roma;
laurea specialistica in “Scienze della Sicurezza
interna ed esrterna” presso l’Università “Tor Vergata”
di Roma. Gli auguri
nostri e personali di buon lavoro denso di successi
personali e professionali al Ten Col Claudio Papagno
nuovo Comandante Reparto Operativo.
CATANIA
-
Infermiere arrestato, sospensione dal servizio.
Un comunicato stampa dell’AZIENDA CANNIZZARO PRECISA
: “COLLABORAZIONE CON LA MAGISTRATURA .
Con riferimento ai gravi reati contestati a un
infermiere, l’Azienda Ospedaliera Cannizzaro ha
fattivamente collaborato sin dall’inizio con l’Autorità
Giudiziaria, trasmettendo tempestivamente la
documentazione sanitaria e ogni altro elemento richiesto
dagli Organi inquirenti.
Acquisita la notizia della misura cautelare disposta dal
Giudice, con delibera del Direttore Generale il
dipendente è stato immediatamente sospeso dal servizio
ed è stato altresì avviato il procedimento disciplinare
previsto dalla normativa.
L’Azienda Ospedaliera resta a disposizione dell’Autorità
Giudiziaria per ogni altra informazione utile
all’accertamento dei fatti.
Al personale infermieristico, medico e sanitario nel suo
complesso, l’Azienda rinnova la sua riconoscenza per
l’operato quotidianamente svolto nell’assistenza al
malato”.
CATANIA
– GIP emette provvedimento
cautelare per infermiere ritenuto responsabile decesso 2
donne somministrati farmaci Diazepam e Midazolam non
prescritti.
La Polizia ieri ha dato esecuzione, nei confronti di
Vincenzo VILLANI CONTI 4enne (1972), alla misura della
custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le
Indagini Preliminari del Tribunale il 5 luglio 2022, su
richiesta avanzata da questa Procura. La Procura nel
comunicato scrive:”L’infermiere sarebbe ritenuto
responsabile, allo stato degli atti ed in relazione alla
fase processuale che non ha ancora consentito
l’intervento delle difese, di avere commesso, in
violazione ai doveri derivanti dal suo ruolo di
infermiere professionista, un duplice omicidio in danno
due persone ricoverate presso il reparto Medicina e
Chirurgia d’Accettazione e Urgenza di un nosocomio
cittadino, mediante somministrazione, con modalità
estranee ad esigenze terapeutiche, dei farmaci Diazepam
e Midazolam. Gli accertamenti tecnici ed in specie la
consulenza medico-legale e le analisi tossicologiche
eseguite dopo la riesumazione dei cadaveri dei due
pazienti, hanno infatti permesso di accertare che il
decesso delle due persone fosse avvenuto dopo il turno
notturno svolto dall’indagato, nelle cartelle cliniche
dei 2 pazienti non risultava indicata la prescrizione
dei segnalati farmaci, proprio perché del tutto
controindicati rispetto alle patologie sofferte dai
medesimi e, infine, come sui cadaveri, pur a distanza di
diversi mesi dalla morte, fossero presenti tracce
significative di tali farmaci: “Sia nei campioni
biologici dei due pazienti i dati relativi al Midazolam
e al Diazepam sono compatibili con una somministrazione
delle sostanze avvenuta pressoché contemporaneamente (…)
determinando un aumento reciproco degli effetti tossici
sull’apparato respiratorio. Considerando le condizioni
cliniche delle due pazienti, la grave compromissione
della loro funzione respiratoria avrebbe dovuto
costituire – ex se – una controindicazione specifica
alla somministrazione”. Il quadro indiziario raccolto,
in esito a lunghe e complesse indagini, condotte dalla
sezione della Squadra Mobile catanese dedicata ai “Reati
contro la Persona ed in pregiudizio di minori e reati
sessuali”, è stato pienamente condiviso da questo
Ufficio, permettendo di richiedere ed ottenere, dal
competente Giudice per le Indagini Preliminari, la
misura cautelare carceraria nei confronti del citato
Vincenzo VILLANI CONTI determinandone la sua cattura e
traduzione, dopo le formalità di rito, presso la Casa
Circondariale per ivi essere mantenuto a disposizione
dell’A.G. procedente”.
(VIDEO
APPOSTAMENTO)
SIRACUSA
- OPERAZIONE ANTIMAFIA AGORA’,
CARABINIERI AMMANETTANO RICERCATI, PRESUNTI CLAN NARDO.
I Militari del Comando Provinciale di Siracusa
hanno tratto in arresto Gesualdo BRIGANTI 66enne
(1956), sfuggito
il 16 giugno scorso all’esecuzione dell’ordinanza di
custodia cautelare emessa
dal G.i.p. di Catania, nell’ambito dell’attività
d’indagine denominata “Agorà”. Favoreggiamento è
l’accusa per le persone che hanno favorito il ricercato
nel nascondersi. I carabinieri hanno operato su delega
Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catania
Direzione Distrettuale Antimafia nel quadro
dell’Operazione AGORA,
Il personaggio, ritenuto (nell’attuale fase del
procedimento, in cui non è stato ancora instaurato il
contraddittorio tra le parti) referente del clan “Nardo”
nel comune di Francofonte (SR), era riuscito a sottrarsi
alla cattura allontanandosi nottetempo nella zona rurale
francofontese.
L’incessante azione di monitoraggio operata dai
carabinieri ha consentito agli investigatori di
individuare il rifugio in un’abitazione di campagna, di
proprietà di una coppia, nel vicino comune di Militello
in Val di Catania (CT), a pochi chilometri di distanza
da Francofonte (SR). I militari, durante servizi mirati
volti a rintracciare BRIGANTI, hanno notato
un’autovettura uscire dalla sua abitazione con al
volante una donna.
(VIDEO
APPOSTAMENTO)
La sospettata, dopo immesso il
veicolo lungo la strada, ne abbandonava la guida
stendendosi sui seggiolini posteriori, mentre il
passeggero si metteva al volante. Gli investigatori,
pedinando l’auto sospetta, sono giunti all’abitazione
dove aveva trovato rifugio Gesualdo BRIGANTI. Il
ricercato, alla vista dei carabinieri, non ha opposto
resistenza.
La cattura dell’ultimo ricercato sfuggito al blitz del
16 giugno, segue di pochi giorni quella di Tiziana
BELLISTRI 48enne(cl. 1974) individuata dai
carabinieri
del Comando Provinciale di Siracusa
a bordo di una nave passeggeri a largo di Palermo. I
militari del Nucleo Investigativo di Siracusa, in
quell’occasione, si recarono nel capoluogo di regione e,
raggiunta la grande nave in alto mare, salirono a bordo
dell’imbarcazione prima che questa attraccasse al porto
palermitano, per evitare che la donna si potesse
confondere tra le migliaia di passeggeri. I carabinieri
una volta a bordo della nave, dopo gli accertamenti
individuarono la donna e traendola in arresto pochi
minuti prima dello sbarco. Tiziana BELLISTRI e Gesualdo
BRIGANTI, dopo le formalità di rito, sono stati tradotti
rispettivamente presso le case circondariali di Messina
e Siracusa (SR). Gli inquirenti adesso ad esito delle
catture attiveranno il contraddittorio procedimentale,
nel corso del quale gli indagati avranno la facoltà di
fornire la loro versione dei fatti e indicare eventuali
prove a discolpa. Coloro quali hanno dato supporto a
BRIGANTI per eludere le ricerche dei carabinieri sono
stati deferiti in stato di libertà alla Procura della
Repubblica presso il Tribunale di Caltagirone (CT) per
il reato di favoreggiamento personale.
CATANIA
–
400
CARABINIERI ROS ESEGUONO 56 MISURE CLAN
SANTAPAOLA-ERCOLANO-NARDO IN OPERAZIONE ANTIMAFIA AGORÀ
A CATANIA-LENTINI-CALTAGIRONE-SIRACUSA.
(VIDEO)
Operazione “AGORÀ”
si tratta di
soggetti destinatari di misura cautelare in carcere
:
Calogero AQUILINO; Sebastiano
BASSO; Antonino
Sebastiano BATTAGLIA;
Antonino BRIGANTI; Salvatore
BRIGANTI;
Gaetano CASCIANA; Vincenzo
CASTELLI; Rosario
CIAFFAGLIONE;
Giuseppe CIRIACONO;
Francesco COMPAGNINO;
Donatello CORMACI;
Filippo CRISAFULLI;
Giuseppe DE LUCA; Salvatore
DI LIBERTO;
Benedetto DISTEFANO;
Carmelo FALLARA;
Alessandro Antonio FATUZZO;
Salvatore FAZIO;
Luigi FERRINI;
Giuseppe FURNÒ;
Salvatore GIARRUSSO;
Antonino GUERCIO;
Giuseppe MIDORE;
Nicholas MIDORE;
Sebastiano MIDORE;
Pasquale OLIVA;
Orazio PAPALE;
Maurizio PINZONE VECCHIO;
Benito PRIVITERA;
Domenico QUERULO;
Salvatore RANNESI;
Carmelo RENNA;
Salvatore RINALDI;
Gaetano RIOLO;
Gabriele SANTAPAOLA;
Vincenzo SAPIA;
Lorenzo Michele SCHILLACI;
Giuseppe SCUDERI;
Lorenzo SGROI;
Barbaro STIMOLI;
Matteo VASTA;
Rosario ZAGAME.
Soggetti destinatari di misure cautelare non detentive:
Mario BRULLO; Gianfilippo CIRIACONO; Vito CUTRERA;
Domenico GENTILE; Gianluca ITALIA; Lorenzo PALAZZO;
Salvatore OREFICE; Francesco RAMETTA; Giuseppe SPITALE.
Società e mezzi in sequestro:
del 100 % della società di trasporto T.LOG S.R.L;
del 100 % delle quote della società di trasporto LG
S.R.L.;
del 100 % delle quote societarie della ditta di
trasporti denominata LOGITRADE s.r.l.;
dell’impresa edile Eredi di SPITALE Gaetano di Angela
SPITALE & C. Snc;
dell’impresa individuale di OREFICE Salvatore;
della CUTRERA Onoranze funebri srl;
della Ital Costruzioni Group Srl;
della Ital Costruzioni Srl;
della sede operativa della società di trasporti
Logitrade s.r.l. ora T LOG s.r.l. costituita da un
manufatto, adibito ad attività produttiva, di mq.
1.139,36, con annesso un corpo secondario fuori terra su
due livelli e area parcheggio di mq. 1.200,00;
della Sicilsystem Srl (C.F. 05708560874);
di tutti i veicoli intestati alla società la ditta L.G.
S.R.L.;
di tutti i veicoli intestati alla società la ditta
LOGITRADE S.R.L.;
di tutti i veicoli intestati alla società la ditta T LOG
S.R.L. I Carabinieri del ROS hanno ricostruito i numeri
dell’operazione che fa il punto sulla attuale situazione
delle ‘famiglie’ di cosa nostra nel Distretto di
Catania: 56 misure cautelari a carico di altrettanti
soggetti; 26 capi d’imputazione; 16 diversi
collaboratori di Giustizia utilizzati nel corso delle
indagini; 9 società sottoposte a sequestro per un valore
stimato di circa 10 milioni di euro; 108 kg di
marijuana, di 2,6 kg di cocaina e 57 kg di hashish
sequestrati.
Su
delega della Procura Distrettuale di Catania, i
carabinieri del ROS e del Comando Provinciale di
Siracusa hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia
cautelare emessa dal G.I.P. di Catania, su richiesta
della Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di
56 soggetti ritenuti, con alto grado di probabilità,
di essere affiliati o contigui alla famiglia mafiosa
Santapaola-Ercolano-Nardo, alla famiglia di
Caltagirone, a quella di Ramacca ed al clan Nardo di
Lentini. Il provvedimento è stato eseguito – da oltre
400 militari - nei territori delle provincie di
Catania (Catania, Ramacca, Vizzini, Caltagirone e San
Michele di Ganzaria) e di Siracusa (Lentini, Carlentini
e Francofonte). I soggetti tratti in arresto dai
carabinieri del ROS sono gravemente indiziati (con 26
diversi capi d’imputazione) dei delitti di
associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata
al traffico e allo smercio di stupefacenti, nonché di
numerose estorsioni pluriaggravate, di illecita
concorrenza, di turbata libertà degli incanti e di
trasferimento fraudolento di beni, reati tutti aggravati
dal metodo e dalle finalità mafiose. I militari
dell’Arma, contestualmente, hanno notificato anche un
decreto di sequestro preventivo di beni
(9 società
attive nei settori dell’edilizia, della logistica e dei
servizi cimiteriali nonché dei beni e conti correnti ad
esse riconducibili) per un valore di oltre 10 milioni
di euro.
Gli
investigatori precisano che
nell’attuale fase del procedimento, in cui non è stato
ancora instaurato il contraddittorio tra le parti,
le indagini (avviate nel 2016 come naturale prosecuzione
del procedimento “CHAOS”) hanno cronologicamente
disvelato le criticità, i nuovi rapporti di forza e gli
equilibri raggiunti tra le famiglie di cosa nostra
operanti nei territori di Catania, Caltagirone e
Siracusa, e segnatamente la famiglia Santapaola-
Ercolano, la famiglia La Rocca, la famiglia di Ramacca e
il clan Nardo. I ROS hanno documentato la
riorganizzazione interprovinciale del sodalizio mafioso
che, pur dopo l’esecuzione delle ordinanze adottate
nell’ambito del procedimento CHAOS, è riuscito a
mantenere l’operatività nei tradizionali settori delle
estorsioni, del recupero crediti e della
cessione di stupefacenti. I ROS evidenziano che è
stata accertata la capacità dei clan di
infiltrarsi nell’economia lecita (nel settore dei
trasporti su gomma e in quello dell’edilizia) e di
influenzare i processi decisionali degli enti locali
(come nell’ipotesi dell’alterazione delle procedure per
l’affidamento dei servizi cimiteriali nel comune di
Vizzini e nelle ipotesi degli affidamenti per la
manutenzione stradale curati dal comune di Caltagirone).
Gli accertamenti dei ROS hanno evidenziato sia
attraverso un’imponente attività di intercettazione, ma
anche con il ricorso a sistemi di indagine tradizionale
sul territorio e coil contributo di 16 diversi
collaboratori di Giustizia ad identificare gli
elementi di maggior peso dell’organizzazione e a
ricostruire, al contempo, la rete di relazioni e la
struttura della famiglia Santapaola-Ercolano, di quella
La Rocca di
Caltagirone, quella di RAMACCA e del clan Nardo. Le
indagi dei ROS
hanno
inoltre, cristallizzato un momento particolare di
composizione degli assetti mafiosi dell’area: dai
dialoghi captati all’interno dell’officina di Salvatore
RINALDI, eletta a luogo di incontro privilegiato delle
diverse articolazioni di cosa nostra catanese, emergeva
come il susseguirsi di provvedimenti cautelari scaturiti
dalle indagini Kronos e Chaos avesse di fatto interrotto
il processo di riorganizzazione di cosa nostra catanese
avviato da Antonio TOMASELLI (il responsabile
dell’epoca, tratto in arresto proprio all’esito del
procedimento Chaos), ma che – pur in assenza di un
formale reggente della famiglia – i soggetti rimasti in
libertà fossero stati in grado di riorganizzarsi e di
mantenere un elevato livello di pericolosità criminale.
I ROS hanno, in particolare, registrato momenti di forte
conflittualità tra i sodali (dovuti proprio all’assenza
della investitura ufficiale di un nuovo reggente), che
consentivano di monitorare dialoghi di straordinaria
portata investigativa. Gli investigatori, ROS hanno
rilevato il dato e piena conferma nella gestione delle
estorsioni, in passato curate in prima persona da
TOMASELLI. Era in questi frangenti che Salvatore
RINALDI, Michele Lorenzo SQUILLACI (ritenuto
referente del gruppo Nizza), Luigi FERRINI
(referente per i paesi) e Carmelo RENNA (ritenuto
referente del Villaggio Sant’Agata) indicati dalle
indagini, con alto grado di probabilità, quali vertici
dei diversi gruppi, discutevano di come “gestire” la
situazione e dividere i relativi utili.
Gli inquirenti ritengono che
l’officina fosse anche il luogo dove avvenivano le
riunioni con esponenti della famiglia di Caltagirone e
del Clan Nardo e ciò ha consentito di aprire ulteriori
filoni investigativi che hanno permesso di acclarare
l’operatività delle due compagini sul territorio
calatino e siracusano. La famiglia di Caltagirone
avrebbe (allo stato degli atti, sempre con alto grado di
probabilità) in Gioacchino Francesco LA ROCCA
inteso “Gianfranco”, figlio di Francesco “Ciccio” LA
ROCCA (deceduto nel dicembre 2020), l’indiscusso
vertice, a capo di un nutrito gruppo criminale in
stretto rapporto con gli imprenditori Giuseppe
CIRIACONO, suo figlio Gianfilippo CIRIACONO,
Giuseppe SPITALE e Salvatore OREFICE,
attraverso i quali cosa nostra calatina, grazie anche
alle entrature di cui gode presso il Comune di
Caltagirone, avrebbe esercitato un’attività pressoché
monopolistica nel settore degli appalti. I ROS avrebbero
in particolare, documentato come alcuni dipendenti
dell’amministrazione comunale (non destinatari di
provvedimento cautelare, ma ai quali verrà notificata
l’informazione di garanzia) consapevoli di chi
rappresentasse CIRIACONO “modellavano” i bandi così da
favorire le aziende di quest’ultimo (tutte oggi oggetto
di sequestro preventivo) e quindi Gianfranco LA ROCCA. I
ROS hanno evidenziato, come riscontrato allo stato delle
indagini, siano di fatto riconducibili anche l’impresa
edile Eredi di Spitale Gaetano & c. snc e la ditta
individuale Salvatore OREFICE, entrambe operanti nel
settore movimento terra.
I
ROS nell’indagine diretta dalla Procura Distrettuale di
Catania hanno evidenziato essere particolarmente
significativa la vicenda relativa alla gestione dei
servizi cimiteriali nel comune di Vizzini, scaturita
dalla volontà di Gesualdo BRIGANTI – gravemente
indiziato di essere esponente di spicco del clan Nardo –
di inserirsi nella gestione dell’appalto attraverso una
società a lui riconducibile, ma in violazione di accordi
risalenti nel tempo che attribuivano tale servizio –
sebbene ricadesse in un’area di influenza del clan
Nardo –
alla ditta La Cutrera Onoranze Funebri Srl, di fatto
riconducibile a Gianfranco LA ROCCA. La questione veniva
poi risolta a seguito di plurime interlocuzioni tra i
vertici dei due gruppi mafiosi che stabilivano come la
ditta riconducibile a LA ROCCA avrebbe continuato la
gestione dei servizi, cedendo tuttavia una percentuale
dei profitti al clan Nardo ed a cosa nostra catanese. I
carabinieri del ROS, presso l’officina di RINALDI, hanno
documentato inoltre un susseguirsi di incontri
finalizzati a monitorare costantemente le diverse e
numerose questioni che sorgevano nella provincia etnea,
tra queste estremamente significativa era quella che
interessava i rapporti tra Catania e la famiglia di
Ramacca, la quale lamentava il mancato versamento delle
percentuali storicamente pattuite derivanti dalle
estorsioni commesse nel territorio di sua competenza,
con la conseguenza di intaccare anche il prestigio di
Pasquale OLIVA al vertice di quella famiglia. I
ROS ritengono che anche in questo caso RINALDI, RENNA,
SCHILLACI e FERRINI abbiano organizzavano più incontri,
ai quali avrebbero preso parte per conto della famiglia
di Ramacca Franco COMPAGNINO ed Alessandro
FATUZZO, all’esito dei quali veniva ristabilito il
rispetto delle antiche regole.
I ROS confermano che in merito al clan Nardo di Lentini
(SR), è da dire come nel provvedimento sono confluiti
gli esiti di tre distinti filoni investigativi, condotti
dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di
Siracusa, che traggono origine sempre dalle captazioni
operate presso la stessa officina di Salvatore RINALDI.
Emergeva dunque dalle indagini l’attuale reggenza del
clan e la sua composizione (comprensiva dei referenti
dei paesi limitrofi sotto il suo controllo, quali
Francofonte e Vizzini). I ROS evidenziano che in
particolare, era possibile individuare in Antonino
GUERCIO l’attuale reggente operativo, subordinato
solo a Giuseppe FURNÒ, il quale, sulla scorta
del materiale raccolto, va qualificato come successore
di Pippo FLORIDIA, già reggente del gruppo NARDO
fino al 20.4.2016, come documentato in seno all’indagine
Kronos del ROS.
Gli
investigatori rilevano
con l’indagine dei ROS come il clan
Nardo e la famiglia Santapaola fossero in affari anche per il
traffico di droga. I militari ritengono che la direzione
sia di Antonio GUERCIO e dello stesso RINALDI ed
evidenziano un fiorente traffico e smercio di sostanze
stupefacenti (nel corso delle indagini, in tempi
diversi, si è proceduto al sequestro di 108 kg di
marijuana, di 2,6 kg di cocaina e 57 kg di hashish) – in
questo contesto un ruolo centrale veniva assunto da
Tiziana BELLISTRI, che di fatto organizzava la
rete dello smercio.
I ROS rilevano che
le cointeressenze tra i due gruppi criminali erano
rivolte anche al controllo del tessuto imprenditoriale.
I militari ritengono nel dettaglio che GUERCIO e RINALDI
pianificassero un’azione ai danni dell’A.T.I. Società
Consortile Bicocca-Augusta Scarl, aggiudicataria
dell’appalto bandito da Italferr Spa, che stava
svolgendo i lavori presso il cantiere della stazione
ferroviaria di Lentini. I due, all’esito di più
interlocuzioni, non solo avrebbero imposto alla società
di cedere materiale ferroso di risulta a soggetti
individuati da GUERCIO e RINALDI, i quali avrebbero poi
provveduto alla vendita, ma anche i servizi di
guardiania al cantiere.
I
ROS, con l’attività investigativa hanno evidenziato, per
ciò che emerge dall’attuale fase del procedimento, come
i sodali oggi destinatari di misura restrittiva
mantenessero attiva la propria rete di controllo su
diversi settori economici e sociali, operando mirate
estorsioni i cui ricavi erano da dividere in basi a
precisi accordi e sulla base dello spessore della
famiglia destinataria. I ROS hanno documentato il
tentativo di estorsione attuato da esponenti del clan
NARDO e della famiglia Santapaola – Ercolano ai danni
delle società Trasporti e Movimento Terra Srl e della
Figeco Srl,
impegnate nell’esecuzione di lavori di pulitura,
smaltimento di detriti e rifacimento degli argini sul
fiume Dirillo; della ditta L.C. Costruzioni, impegnata
nei lavori di risanamento della sovrastruttura stradale
lungo la S.S. 124 dal Km. 33+120 al Km 57+000 in t.s.
Grammichele - Buccheri. L’azione avrebbe interessato
anche il settore dei trasposti su gomma da parte di
Giuseppe GENTILE (deceduto per cause naturali qualche
giorno fa e soggetto di rilievo del clan Nardo, del
quale in passato era stato reggente, prima che questo
ruolo venisse affidato a GUERCIO) il quale, attraverso
il titolare della Ecotrasporti, avrebbe gestito una
piattaforma logistica adibita a centro di raccolta degli
agrumi che, dopo essere stati confezionati, venivano
affidati in esclusiva per il trasporto, in
considerazione della riconosciuta caratura, a ditte di
fatto riconducibili a Giuseppe GENTILE (Logitrade Srl,
Tlog Srl E Lg Srl) ed oggi sottoposte a sequestro
preventivo. I ROS ritengono che tale monopolio avrebbe
determinato un momento di forte attrito allorquando il
titolare della Ecotrasporti si sarebbe opposto
all’apertura a Francofonte (SR) di un’altra agenzia di
trasporti da parte di tale Gregorio LUMINARIO,
soggetto vicino a Michele SCHILLACI, il quale senza il
benestare e l’autorizzazione di cosa nostra catanese,
aveva intrapreso l’iniziativa imprenditoriale. La
situazione di tensione diveniva evidente in data
3.12.2018 quando Carmelo GUALTIERI, titolare
della ditta sopra citata aveva una violenta
colluttazione con Gregorio LUMINARIO il quale, per le
lesioni subite, era costretto a recarsi al Pronto
Soccorso dell’Ospedale di Lentini. La vicenda sarebbe
stata “discussa” con cosa nostra catanese (nelle persone
di Salvatore RINALDI, Michele SCHILLACI e Luigi FERRINI)
dai vertici del clan NARDO su Francofonte (Gesualdo
BRIGANTI) e con il diretto intervento di Giuseppe FURNO’.
Il potenziale conflitto veniva ricomposto nel rispetto
della tradizionale alleanza tra le due compagini
mafiose, stabilendosi che LUMINARIO avrebbe aperto
l’agenzia, ma avrebbe dovuto corrispondere delle somme
ad entrambi i gruppi criminali.
L’ipotesi investigativa prospettata dalla Procura
Distrettuale di Catania è stata condivisa dal Gip in
sede che ha emesso le misure cautelari già specificate.
In esito alle catture verrà ora attivato il
contraddittorio procedimentale, nel corso del quale gli
indagati avranno la facoltà di fornire la loro versione
dei fatti ed indicare eventuali prove a discolpa.
MASCALUCIA
- CARABINIERI eseguita misura per
Martina PATTI
confessa infanticidio figlia
Elena
bimba di 4 anni sparita a Mascalucia.
(VIDEO)
I Carabinieri del Comando Provinciale di Catania sono
stati delegati all’esecuzione di un decreto di fermo di
indiziati di delitto nei confronti di Martina PATTI
24enne, nata a Catania (16 gennaio 1998), ritenuta
responsabile dei delitti di omicidio premeditato
pluriaggravato della figlia Elena DEL POZZO di
quasi cinque, nonché della soppressione del cadavere
sotterrandolo, commessi il 13 giugno 2022, a Mascalucia.
I militari hanno operato nell’ambito di serrate e
complesse indagini coordinate, sin dal verificarsi
dell’evento, dalla Procura della Repubblica di Catania -
Direzione Distrettuale Antimafia. Le indagini hanno
consentito di ricostruire, seppur in una fase
procedimentale caratterizzata dall’assenza del
contraddittorio, i reali accadimenti e di definire la
responsabilità personale a seguito della denuncia
presentata dalla medesima PATTI nel pomeriggio,
poche ore dopo la sparizione della piccola Elena, presso
la Tenenza di Mascalucia. La notizia della sparizione
della bimba aveva, suscitato un gravissimo allarme
sociale, essendo stato inizialmente segnalato il
sequestro della bimba Elena ad opera d un non meglio
indicato gruppo di uomini incappucciati. La narrazione
iniziale della madre Martina Patti: verso le
15:00 circa, dopo aver bloccato l’autovettura da lei
condotta lungo via Piave sarebbe stata minacciatala
mediante una pistola/una mazza, i malfattori l’avrebbero
rapita, preannunciandone la morte. Gli investigatori
hanno appurato nella circostanza, secondo quanto
riferito dalla donna, che l’episodio sarebbe stato
ingenerato da una conseguenza per il comportamento
dell’ex compagno (Alessandro DEL POZZO, 24enne
già noto) per non aver ascoltato precedenti messaggi
minatori fattigli recapitare presso la propria
abitazione in ragione del tentativo posto in essere di
individuare il reale complice di una rapina ai danni di
una gioielleria di Catania al posto del quale venne
arrestato il 15 ottobre 2020 e successivamente assolto
nel settembre 2021 per non aver commesso il fatto. Gli
inquirenti, dalle prime risultanze investigative, anche
grazie alla tempestiva acquisizione di idonee telecamere
di videosorveglianza, hanno potuto accertare la mancata
corrispondenza al vero del fatto denunciato, vista
l’assenza di gruppi “armati” in via Piave nelle fasce
orarie indicate e nonostante una strenua difesa ad
oltranza della propria versione da parte della madre
Martina PATTI. L’attività di indagine incessante dei
militari del Nucleo Investigativo, aveva portato anche
ad ascoltare per tutta la notte, tra gli altri, sia
Martina PATTI che Alessandro DEL POZZO, ha
fatto emergere un triste quadro familiare costituito da
due ex conviventi i quali a prescindere dalla gestione
apparentemente serena della figlia Elena avevano
allacciato nuovi legami e non apparivano rispettosi l’un
l’altro. I tutori dell’ordine hanno appurato che in
particolare, la donna, nei confronti della quale nel
corso della nottata è stato contestato il reato di
false informazioni al pubblico ministero. Martina
PATTI a fronte delle continue sollecitazioni da parte
degli inquirenti e delle contestazioni alla inverosimile
versione fornita, ha ceduto e soltanto nella tarda
mattinata quando i Carabinieri della Sezione
Investigazioni Scientifiche si stavano apprestavando ad
effettuare i rilievi dell’abitazione presso cui la
stessa risiedeva assieme alla figlia Elena. Gli
investigatori hanno rilevato e fatto emergere che la
stessa madre abbia potuto posto in essere il gravissimo
gesto anche per via di una forma di gelosia nei
confronti dell’attuale compagnia dell’ex convivente, non
tollerando che alla stessa vi si affezionasse anche la
propria figlia. Martina PATTI, messa alle strette, in
fase d’interrogatorio ha dapprima indicato ai militari
il luogo presso cui rinvenire il corpicino della figlia
(sotterrato in un campo vicino alla via Euclide di
Mascalucia), quindi, sentita presso il Comando
Provinciale dei Carabinieri alla presenza di Magistrati
della Procura di Catania, ha confessato l’orrendo
crimine, precisando di averlo portato a termine in
maniera solitaria, dopo essere andata a prendere Elena
all’asilo (era tra l’altro il primo giorno del GREST),
utilizzando un coltello da cucina e dei sacchi neri per
nascondere il corpo nella terra. Il corpicino della
bambina, all’esito dell’ispezione medico legale, ha
evidenziato molteplici ferite da armi da punta e taglio
alla regione cervicale e intrascapolare. La presunta
omicida è stata associata presso la Casa Circondariale
di Catania Piazza Lanza.
CATANIA
- Vito CALVINO è Questore a Catania subentrato a Mario
Della Cioppa inviato a dirigere Roma.
Il Dirigente Generale di Pubblica Sicurezza dott. Vito
CALVINO
ha svolto precedentemente le funzioni di questore a
Messina. Il Consiglio dei ministri, lo scorso 17 maggio,
aveva deciso tra gli altri provvedimenti
l’avvicendamento dei Questori tra le Città di Messina,
Catania e Roma. Le parole del Dirigente Generale di
Pubblica Sicurezza Vito Calvino che si è insediato
mercoledì 26 maggio quale nuovo Questore della provincia
di Catania sono state esplicite : “Onorato e
orgoglioso di essere Questore di Catania”.
Vito CALVINO
è nato nel 1961, a Palermo, è Funzionario della Polizia
di Stato da 34 anni, nel corso dei quali ha maturato
importanti esperienze professionali e diretto diversi e
importanti uffici investigativi e commissariati. Il
nuovo questore di Catania ha cominciato l’attività
investigativa al Commissariato di Vittoria nel 1988.
Quale Vice Dirigente della Squadra Mobile della Questura
di Ragusa, dopo tre anni nel 1991, è arrivato a Palermo,
pere dirigere il Commissariato di Brancaccio per 5 anni
e quello di San Lorenzo per altri 2, quartieri in cui
alto è il tasso delinquenziale e forte la presenza della
criminalità organizzata. Il dirigente non ha mancato il
suo obiettivo ed ha colpito conseguendo significativi
risultati che l’hanno portato alla guida, prima della
Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile e,
poi, dell’intera Squadra Mobile, che, in quel periodo
ha, disarticolato numerose consorterie mafiose e
catturato diversi pericolosi latitanti, tra cui Domenico
Raccuglia, Gianni Nicchi e Giuseppe Falsone. Vito
CALVINO è stato poi promosso a Dirigente
Superiore, e nominato Direttore del Reparto
Investigazioni Giudiziarie della Direzione Investigativa
Antimafia. Il primo incarico da Questore, è stato nel
2019 in provincia di Messina. Il neo Questore di
Catania ha formalmente assunto l’incarico ed
innanzitutto, ha voluto rendere omaggio ai Caduti della
Polizia di Stato di Catania, deponendo una corona
d’alloro ai piedi della lapide che, all’ingresso della
Questura, ne ricorda i nomi. Il Dirigente Generale di
Pubblica Sicurezza Vito Calvino, nel corso della
mattinata, ha, poi, avuto i primi incontri
istituzionali, con S.E. il Prefetto, con il Procuratore
della Repubblica e con i dirigenti degli Uffici e dei
Reparti della Polizia di Stato della provincia. Il
questore ha infine, incontrato i giornalisti e le
segreterie provinciali delle Organizzazioni Sindacali
della Polizia di Stato.
VIDEO
OPERAZIONE
CATANIA
–
POLIZIA, Operazione anti-mafia nigeriana “Light house
of Sicily”, 28 misure, collaboratore giustizia svela
segreti giro prostituzione. La Polizia di Stato di
Catania, su delega della D.D.A. etnea, ha dato
esecuzione a decreto di fermo di indiziato di delitto
nei confronti di n. 28 persone, prevalentemente
nigeriane, appartenenti alla confraternita cultista dei
M.A.P.H.I.T.E. , organizzazione criminale
transnazionale, con sede in Nigeria e basi nei paesi
europei ed in diverse regioni italiane. La Polizia,
all’alba del 21 luglio ha decapitato la cellula
operativa siciliana “Family Light house of Sicily”,
fermando il capo - il Don - , i suoi responsabili di
zona ed altri sodali rintracciati nel resto della
penisola. Nel corso delle indagini è stato possibile
documentare diversi summit svolti in ore notturne tra i
vertici del secret cult.
La
Polizia di Stato su delega della Direzione Distrettuale
Antimafia di Catania ha dato esecuzione a decreto di
fermo di indiziato di delitto, emesso in data 17 luglio
2020, nei confronti di n.26 persone, Godwin EVBOBUIN
36enne, preso a Catania; Osaretin IDEHEN
44enne preso a Catania; Ernest IGBINEWEKA
26enne, preso a Catania; Antonio
MANNINO 55enne, preso a Catania;
Domenico MANNINO 31enne, preso a Catania;
Salvatore MANNINO 30enne, preso a Catania; Benedict
JOHN 29enne, preso a Messina;
Oscar AKHUAMS 36enne, preso a Messina;
Ede OSAGIEDE 35enne, preso a Caltanissetta;
Lamin NJIE 36enne, preso a Caltanissetta;
Eorhbor EDITH, 25enne, preso a Caltanissetta;
Omon Victor INEGBENEKHIAN 49enne, preso a
Caltanissetta;
Joseph UVWO 43enne, preso a Caltanissetta;
Cristian MONDAY 21enne, preso a Caltanissetta;
Hope SYLVESTER 30enne, presa a Caltanissetta;
Odion OMONDIAGBE 21enne, preso a
Caltanissetta;
Kosi Prince GYAMFI 45enne, preso a
Caltanissetta;
Insua MURANA 22enne, preso a Caltanissetta;
Nosa OMORAGBON 38enne, preso a Palermo;
Ibrahim ALHASSAN 33enne, preso a Palermo;
Lucky RUEBEN 31enne, preso a Palermo;
Joy PAYOS 38enne, preso a Schiavonea (CS); Godday
OSAS 25enne, preso a Schiavonea (CS);
Ozuigbo Stanley KELECHI 28enne, preso a
Roma;
Wisdom MONDAY 22enne, preso a Firenze;
Godstime ABUMEN 24enne, preso a Vicenza. Tutti i
personaggi sono ritenuti gravemente indiziati, a vario
titolo, dei reati di associazione per delinquere di
stampo mafioso di tipo cultista denominata
M.A.P.H.I.T.E., associazione per delinquere finalizzata
al traffico illecito di sostanze stupefacenti, cessione
di sostanze stupefacenti, sfruttamento della
prostituzione, contraffazione ed alterazione di
documenti ai fini della permanenza clandestina sul
territorio dello Stato. L’esecuzione dell’operazione di
polizia ha avuto ad oggetto l’articolazione siciliana
del Cult M.A.P.H.I.T.E. (acronimo di MAXIMO
ACADEMYC PERFORMANCE HIGLY INTELLECTUAL EMPIRE)
denominata “Family Lighthouse of Sicily” ed ha
impegnato centinaia di uomini, con il supporto di
personale del Servizio di Polizia Scientifica, dei
Reparti Prevenzione Crimine Sicilia Orientale ed
Occidentale e la collaborazione delle Squadre Mobili di
Caltanissetta, Cosenza, Firenze, Messina, Palermo, Roma
e Vicenza. Il decreto di fermo accoglie le risultanze
investigative acquisite nel corso di una complessa
attività di indagine, di tipo tradizionale e tecnico,
avviata nel mese di maggio 2019 a seguito delle
dichiarazioni rese da un collaboratore di giustizia già
destinatario di provvedimento di fermo di indiziato di
delitto emesso in quanto appartenente alla associazione
mafiosa di matrice cultista “The Supreme Eiye
Confraternity (S.E.C.)”. Le indagini, durate poco
più di un anno, coordinate dalla Procura Distrettuale
etnea e condotte dalla Squadra Mobile - Sezione
Criminalità Straniera, caratterizzate dal monitoraggio
telefonico di circa cento utenze e dall’ausilio di
qualificati interpreti, consentivano di acquisire un
chiaro quadro della connotazione mafiosa del cult
investigato desumibile: per un verso,
dall’esistenza di una struttura gerarchica con correlato
assoggettamento dei membri in posizione subordinata ai
voleri dei soggetti in posizione apicale, dalla
ripartizione interna in aree di influenza
territorialmente delineate, dalla sottoposizione ad
eventuali riti di affiliazione, dai rapporti con altre
articolazioni del Cult sul territorio italiano, dal
supporto e dal mutuo soccorso garantito ad ogni
affiliato dal gruppo; per altro verso,
dall’utilizzazione della carica intimidatrice e dalla
situazione di assoggettamento e omertà sprigionantesi
verso l’esterno ricavabile dagli scontri e dai rapporti
con altri gruppi criminali parimenti connotati, dalla
realizzazione di delitti e dalle modalità intimidatorie
di azione. Gli investigatori, sin dall’inizio
dell’attività tecnica, hanno avuto esiti e riscontri
con le dichiarazioni rese dal collaboratore il quale
consentiva di identificare numerosi appartenenti al Cult
MAPHITE facenti parte della famiglia LIGHTHOUSE OF
SICILY. L’inchiesta ha permesso di verificare un
importante traffico di stupefacenti gestito da alcuni
degli affiliati al citato clan: in costanza di attività
captativa risultava anche possibile accertare e seguire
le numerose riunioni del gruppo (anche in periodo di
pieno lockdown), i legami dell’articolazione investigata
con altre articolazioni dello stesso Cult operanti in
altre parti del territorio, i commenti dei sodali
all’esecuzione di provvedimenti restrittivi di altre
autorità riguardanti altri accoliti del medesimo Cult o
di altri Cults, i contatti con altri affiliati dimoranti
in diverse parti di Europa, l’organizzazione del
traffico di stupefacenti, così consentendo
l’acquisizione di un bagaglio informativo molto ricco.
La Polizia ha, in particolare, acclarato che nell’anno
2016 il radicamento del Cult MAPHITE sul territorio
siciliano sia sviluppato grazie ad uno scontro avvenuto
a Catania nel mese di novembre 2016 tra i massimi
esponenti dei MAPHITE siciliani (OSAGIEDE Ede detto
Babanè e EVBOBUIN Godwin detto Volte) ed i massimi
esponenti del Cult Black Axe. Lo scontro sarebbe stato
determinato dall’esigenza dei due cults
antagonisti di affermare la prevalenza del proprio
predominio sul territorio: l’articolazione siciliana dei
MAPHITE non risultava tuttavia presente solo sul
territorio di Catania. Le indagini hanno consentito
agli investigatori di individuare diversi sodali in più
territori della Regione, precisamente nelle città di
Caltanissetta, Palermo e Messina. Gli inquirenti,
proprio a Caltanissetta, dopo gli scontri del 2016 ed
un successivo periodo di carcerazione, hanno acclarato
che il soggetto aveva deciso di stabilirsi il Don, il
capo dell’articolazione, OSAGIEDE Ede detto Babanè: se
la Sicilia era il regno della famiglia LIGHTHOUSE OF
SICILY governata da Babanè, Caltanissetta era
sicuramente la sua reggia. Il figuro poteva contare sul
posto su numerosi soggetti, uomini e donne, alle sue
ossequiose dipendenze, impiegati dal predetto nello
svolgimento di incombenze di qualsiasi tipo
(dall’acquisto di generi alimentari al trasporto di
stupefacente); allo stesso modo Godwin EVBOBUIN detto
Volte era leader indiscusso a Catania e dotato di
una particolare ecclettismo criminale (pur avendo una
rilevante expertise criminale nel settore degli
stupefacenti appariva capace di dedicarsi anche ai
falsi, alla ricettazione di apparecchi cellulari, ai
recuperi di crediti utilizzando il timore ingenerato
nei connazionali dalla sua carica cultista, a
precostituire false documentazioni ai fini del rilascio
del permesso di soggiorno per connazionali). Godwin
EVBOBUIN detto Volte ed Ede OSAGIEDE detto Babanè
risultavano per gli inquirenti gestire una intensa
attività di narcotraffico. La Polizia ritene che gli
stessi risultavano avere comuni canali di
approvvigionamento ed esser talvolta cointeressati alla
medesima operazione economica, sebbene fossero dediti ad
un proprio mercato condotto e controllato svolto
rispettivamente da Volte sulla piazza di Catania e da
Babanè su quella di Caltanissetta. La Polizia ritiene
che varie siano le peculiarità del narcotraffico
esercitato dai due esponenti apicali dei Maphite già
citati: in primis, una contaminazione delle
piazze locali ovverossia mentre in passato il
narcotraffico gestito dai gruppi cultisti era un settore
etnico ovvero caratterizzato dalla nazionalità e che
escludeva la presenza di soggetti italiani (si trattava
in buona sostanza di venditori nigeriani, di fornitori
nigeriani e assuntori nigeriani, con qualche occasionale
intrusione di soggetti ghanesi o gambiani), la expertise
criminale di Volte e Babanè li portava ad aver soggetti
acquirenti italiani (soggetti che acquistavano per poi
rivendere a terzi assuntori); in secondo luogo, la
incredibile capacità di Volte e Babanè di assicurarsi
sempre e regolarmente, a prima richiesta, forniture di
stupefacente a costi concorrenziali sul mercato illecito
dello stupefacente (costi che spesso erano parametrati
ad una qualità non buona dello stupefacente), forniture
che venivano recapitate direttamente in loco ai due
richiedenti da soggetti dimoranti in altre parti
d’Italia, personalmente o attraverso una serie di
corrieri pronti a occultare in corpore sostanze e
viaggiare in cambio di pochi euro. Gli inquirenti hanno
evidenziato che , entrambi gli indagati non risultavano
impegnati direttamente nella gestione di una piazza di
spaccio, ma si collocavano ad un livello più elevato
della filiera del narco traffico e, ovverossia, Volte
si rapportava solo ai suoi fornitori nigeriani ed ai
suoi committenti italiani ai quali assicurava forniture
di eroina che gli stessi poi rivendevano a terzi; Babanè,
dalla sua abitazione, controllava il traffico di
stupefacenti gestito da nigeriani in territorio nisseno
percependo somme di denaro dai connazionali che
spacciavano in strada (fossero essi pusher o soggetti
aventi a loro volta il controllo dei pusher)anche
rifornendoli o facendosi erogare quantità di
stupefacenti per clienti fidati oppure si rapportava ai
suoi stabili fornitori di eroina, in tutto ciò facendosi
coadiuvare da soggetti fidati nella gestione più pratica
(riscossione delle somme, confezionamento e suddivisione
dello stupefacente, consegne di stupefacente), perché
ovviamente trattandosi di un capo non si “sporcava le
mani” e lasciava ad altri le incombenze di basso
profilo. La Polizia, nelo corso dell’attività captativa
ha tra l’altro data esecuzione in data 18 luglio 2019 a
due diversi decreti di fermo emessi dalle DDA di TORINO
(p.p. 21522/17 RGNR cd. Operazione Athenaeum Return)
e BOLOGNA (p.p. 9410/17 RGNR c.d. operazione Burning
Flame) nei confronti di numerosi appartenenti al
Cult MAPHITE operanti nei territori piemontesi e
dell’Emilia Romagna(entrambe le operazioni
rappresentavano l’esito di una complessa attività
investigativa e risultavano essersi arricchite di
un importantissimo contributo investigativo consistente
nell’avvenuto sequestro della “Green Bible”
(ovvero una sorta di costituzione del gruppo Maphite il
cui possesso consentiva il potere di procedere alla
affiliazione di nuovi membri): l’attività tecnica in
corso permetteva di cogliere i commenti dei Maphite
siciliani e, soprattutto, la loro incredulità per
l’esser stati carpiti i dati più segreti del cult.
In ossequio ai precetti contenuti nella Green Bible gli
indagati erano soliti utilizzare una ossessiva cautela
nelle comunicazioni e nei comportamenti, nel tentativo
per un verso di rendersi impermeabili all’attività di
indagine, per altro verso di non attirare l’attenzione
delle Forze dell’Ordine, avendo piena consapevolezza
dell’efficacia dell’azione di contrasto realizzata in
Italia, che gli stessi, sconsolati, definivano nei loro
dialoghi “il paese della galera” . Espletate le
formalità di rito, i soggetti destinatari del decreto di
fermo sono stati associati presso le case
circondariali dei luoghi dove sono stati rintracciati, a
disposizione dell’A.G.: le Autorità giudiziarie adite
hanno convalidato il decreto emesso applicando la misura
custodiale massima per 24 dei destinatari del
provvedimento (non è stata applicata misura cautelare
nei confronti degli indagati Osas e Igbineweka).

CATANIA
– Polizia ammanetta coppia lentinese con pistola carica
risultata rubata.
Si tratta di
Grecia Claudia RUDOLFO 30enne e di Salvatore
Amato 39enne, entrambi di Lentini. Agenti delle
Volanti sono intervenuti nel pomeriggio alle 15:20, in
via Puccini, a seguito di segnalazione di 2 persone
sospette in strada. I poliziotti, giunti prontamente sul
posto, hanno notato un’autovettura con a bordo 2
ragazzi, identificati per RUDOLFO ed Amato. Gli
agenti, a seguito di un primo controllo visivo, hanno
visto fuoriuscire dalla borsa della ragazza il calcio di
una pistola. I poliziotti con le dovute precauzioni,
hanno sottoposto la sospetta a perquisizione personale,
a seguito della quale è stata rinvenuta 1 pistola
semiautomatica marca Beretta con serbatoio rifornito di
8 proiettili. I poliziotti, da successivi accertamenti,
hanno appurato che l’arma era stata rubata
dall’abitazione di una persona residente in una vicina
abitazione. I due giovani, quindi, sono stati arrestati
per i reati di furto aggravato e detenzione abusiva di
arma comune da sparo. Su disposizione del P.M di turno,
sono stati rinchiusi nella Casa Circondariale di Piazza
Lanza, in attesa del giudizio di convalida. I due sono
stati anche denunciati in stato di libertà ai sensi
dell’art 650 c.p., per l’inosservanza delle prescrizioni
per il contenimento dell’epidemia COVID 19, che
impongono di non allontanarsi dalla propria abitazione
senza una valida giustificazione. Gli agenti delle
volanti dell’UPGSP, impegnati nei quotidiani controlli
volti a verificare il rispetto delle prescrizioni per il
contenimento dell’epidemia COVID 19, nel pomeriggio,
hanno notato un soggetto intento a transitare a bordo di
una bicicletta, nel quartiere San Cristoforo. I
poliziotti, per verificare la ragione della sua
presenza in strada, hanno deciso di sottoporlo a
controllo. Il personaggio ha tentato di fuggire,
percorrendo contromano via Delle Calcare, ma, dopo circa
cento metri, è stato raggiunto e bloccato. Identificato
per il noto Salvatore VINCIGUERRA 45enne
catanese, dai successivi accertamenti è emerso che era
sottoposto alla misura restrittiva degli arresti
domiciliari. Lo stesso, pertanto, è stato arrestato per
il reato di evasione e denunciato in stato di libertà
per l’inosservanza delle prescrizioni per il
contenimento dell’epidemia COVID 19. Gli agenti
dell’Ufficio Fermati dell’UPGSP, ieri, hanno arrestato
un minorenne, in esecuzione della misura della custodia
cautelare presso l'istituto penale per minorenni,
disposta dall’Autorità Giudiziaria . Il giovane, il 23
marzo u.s., era stato rintracciato da una Volante nei
pressi di Piazza Lanza alle ore 5:30 e condotto presso
gli uffici della Questura perché si era allontanato
arbitrariamente da una comunità minorile con sede a
Ramacca.
CATANIA
–
Miele sospetto, NAS CC, sequestrate decine di tonnellate
di provenienza ed origine incerta. I militari
dell’Arma Comando Carabinieri per la Tutela della
Salute di Catania comandati dal magg. Salvatore
Calabrese, hanno effettuato i controlli nel settore
apistico - sequestrando il miele sospetto nella zona
etnea. I NAS hanno rilevato che non era stata
minimamente dimostrata l’origine e la provenienza, del
miele in vendita in violazione della procedura di
rintracciabilità commerciale. I controlli svolti
ultimamente dai carabinieri del Nas di Catania ad alcune
aziende apistiche del territorio etneo hanno portato a
segno il sequestro di diverse decine di tonnellate di
miele semilavorato per il quale non era stata
minimamente dimostrata l’origine e la provenienza, in
violazione della procedura di rintracciabilità
commerciale. Alcuni operatori del settore poco
coscienziosi e professionali, anche per ovviare a
carenze produttive, talvolta, decidono di rifornirsi di
partite di miele di diversa provenienza, anche estera e
non certificata. Il consumatore con l’approssimarsi
della stagione autunnale è orientato alla ricerca e
consumo di prodotti del settore agroalimentare,
soprattutto di provenienza locale, considerata la
naturale vocazione del circostante territorio
pedemontano che offre diversi specialità tipiche ed
esclusive. Il miele determina un imponente indotto
commerciale che non sempre riesce a soddisfare le
esigenze di mercato. L’attività di controllo dei
carabinieri del Nas si concentra anche in questo
settore, in particolar modo sui prodotti per i quali
annualmente vengono sostenute, spesso con il patrocinio
degli enti locali, intere campagne promozionali che
attirano considerevoli flussi turistici di provenienza
perfino interregionale. La cosiddetta “filiera
alimentare”, è il sistema di informazioni, obbligatorio
per legge dal 2005, che permette ai consumatori non solo
di conoscere le caratteristiche qualitative del
prodotto, ma anche la provenienza e l’esatta origine, a
garanzia della genuinità e salubrità dell’alimento in
tutte le fasi di produzione, trasformazione e vendita. I
produttori ed i commercianti sono tenuti ad informare il
consumatore finale, apponendo un’etichetta dalla quale
ci si può accertare della natura dell’alimento, dello
stabilimento produttivo, della zona di provenienza,
dell’eventuale presenza di allergeni ed altre
caratteristiche salienti. I Carabinieri del NAS di
Catania hanno pertanto sottoposto a vincolo sanitario
l’intero quantitativo con la collaborazione di personale
medico del locale distretto veterinario dell’ASP con il
quale sono stati prelevati alcuni campioni di miele da
sottoporre ad analisi chimiche per accertare la
conformità e salubrità del prodotto. L’attività di
controllo dei Carabinieri del NAS di Catania sarà
continuata assiduamente sul resto del territorio, a
tutela di quei cittadini che, convinti di acquistare
prodotti originari e naturali, potrebbero
inconsapevolmente imbattersi in forniture agroalimentari
che nulla hanno a che vedere con il contesto geografico
in cui vengono presentati.
CATANIA
-
POLIZIA FESTEGGIA PATRONO SAN MICHELE.
La
chiesa di San Michele ai Minoriti di via Etnea ha
accolto, la mattinata del 30 settembre, i poliziotti
della Questura e delle Specialità della Polizia di Stato
catanesi che si sono uniti alle Autorità civili e
militari, nella celebrazione liturgica del Santo Patrono
della Polizia di Stato, San Michele Arcangelo, presenti
alla cerimonia il Sindaco Salvo Pogliese, il Vice
Prefetto Enrico Gullotti ed i rappresentanti delle Forze
di Polizia: un momento questo per ricordare insieme alle
altre forze di polizia, l’impegno al servizio del
cittadino.
La voce dell’Arcivescovo celebrante, Mons. Gristina, è
stata accompagnata dalle voci e dalle note del coro
dell’Associazione Nazionale della Polizia di Stato, da
quelle del poliziotto tenore Sov. Antonio Costa e dal
soprano Angela Curiale i quali hanno reso ancor più
solenne la cerimonia.
L’emozione è stata grande, durante le parole espresse
dal Questore Mario Della Cioppa il quale, rivolgendosi
ai fedeli ed agli uomini e donne della Polizia di Stato
che gremivano la chiesa in questo giorno tanto speciale,
ha voluto ringraziare le autorità presenti ed in
particolare l’Arcivescovo Gristina, per aver voluto
celebrare la messa in questa particolare giornata. Il
Questore Mario Della Cioppa, nel ricordare la dedizione
di tutti i poliziotti e delle vittime del dovere ed i
loro familiari, ha voluto commemorare con tanto affetto,
il giovanissimo poliziotto Giacinto Dimastrochicco di
34 anni, il quale ha perso la vita in un tragico
incidente stradale sulla provincia Turi- Gioia del
Colle, lo scorso 28 settembre e con il quale il Questore
aveva lavorato negli anni trascorsi a Foggia. Il
Questore ed il Presidente dell’Associazione Nazionale
Polizia di Stato (A.N.P.S.), il Comm. Giuseppe
Chiapparino, hanno consegnato presso la sala convegni
della Questura di Catania il premio San Michele
Arcangelo, ai poliziotti che si sono distinti in
significative attività. I destinatari del premio:il
Vice Questore Marco dell’Arte della Questura di Belluno;
il Sovrintendente Silvio Lo Verde , Squadra Mobile di
Catania; il Commissario Antonio Lentinello, Presedente
ANPS Siracusa e l’Assistente Capo Coordinatore Francesco
Nicotra, Reparto Mobile Catania.

CATANIA
–
DIA
ispeziona centri smaltimento rifiuti Sicula Trasporti in
località Grotte S.Giorgio e Coda Volpe.
Gli uomini della Direzione Investigativa antimafia di
hanno attuato
un accesso ispettivo disposto dalla Prefettura di
Catania, ai sensi dell’art. 93 del Decr. Lgs 6 settembre
2011, n.159 (Codice Antimafia) presso la sede legale e
le sedi operative (gli impianti di smaltimento ubicati
in Contrada Coda Volpe e nella zona industriale e la
discarica ubicata in località grotte San Giorgio) della
società SICULA TRASPORTI s.r.l., operante nel settore
dello smaltimento dei rifiuti. L’accesso è stato
definito in sede di Comitato per l’Ordine e la Sicurezza
Pubblica. La società riceve il conferimento dei rifiuti
da parte di 255 comuni della Sicilia orientale. Le
operazioni sono coordinate dal Centro Operativo della
Direzione Investigativa Antimafia di Catania e vengono
svolte con la collaborazione della Questura e dei
Comandi Provinciali del Carabinieri e della Guardia di
Finanza di Catania.
gli
accertamenti coinvolgono l’impiego anche personale del
locale Ispettorato Territoriale del Lavoro e della
Polizia Ambientale della città Metropolitana di Catania.
I legali della società con una nota hanno precisato: “I
sottoscritti avvocati Carmelo Galati e Carmelo
Peluso nell’interesse della società “Sicula
Trasporti SRL” desiderano precisare, in riferimento
all’accesso ispettivo effettuato in data odierna, ai
sensi del Codice Antimafia ed alle notizie di stampa,
che le attività svolte presso le sedi operativa e legale
della Società dalla DIA di Catania, dalla Questura di
Catania, dai Comandi Provinciali dei Carabinieri e della
Guardia di Finanza, nonchè dall’Ispettorato del Lavoro e
dalla Polizia Ambientale della Città Metropolitana di
Catania, rientrano nell’ambito delle competenze del
Comitato per l’Ordine alla Sicurezza Pubblica coordinato
dalla Prefettura di Catania al fine di verificare la
sussistenza di potenziali infiltrazioni mafiose
nell’ambito delle attività di competenza della SICULA
TRASPORTI SRL. Giova ricordare che la Società Sicula
Trasporti SRL riceve il conferimento del rifiuto da
parte di oltre 255 Comuni della Sicilia e da ultimo
dalla città di Palermo, in considerazione della
emergenza rifiuti di quella città. La Sicula Trasporti
SRL già da tempo è impegnata con le Forze dell’Ordine a
verificare e salvaguardare i livelli di legalità al fine
di scoraggiare ogni tentativo della criminalità
organizzata di interferenza nei confronti dei suoi
partners Istituzionali pubblici e privati. Per questo
motivo nella giornata dell’11.09.2019 la Società ha
messo a disposizione degli Organi Amministrativi ogni
utile documentazione necessaria all’attività di
controllo e verifica richiesta. Peraltro, la
collaborazione con la Procura Distrettuale di Catania è
sempre stata costante, al fine di garantire che le
attività connesse al ciclo dei rifiuti della Società
vengano costantemente monitorate per il rispetto dei
protocolli di legalità. La complessa ed articolata
gestione delle attività poste in essere dalla Sicula
Trasporti SRL con gli Enti e le Società con le quali la
stessa intrattiene rapporti contrattuali, saranno
oggetto di ulteriore approfondimento e verifica al fine
di consentire una sempre maggiore trasparenza,
salvaguardando l’operatività societaria”.
CATANIA
-
Questore Della Cioppa insediato in Questura a Catania.
L’alto funzionario dr.
Mario Della Cioppa è reduce dalla recente e
brillante “Operazione Ares” eseguita a San Severo e
nell'Alto Tavoliere. La Polizia nel foggiano ha eseguito
50 arresti tra le fila dei potenti clan criminali.Il
Dirigente Superiore della Polizia di Stato Mario Della
Cioppa, quale nuovo Questore di Catania, inizialmente,
ha voluto rendere omaggio ai Caduti della Polizia di
Stato di Catania all’ingresso della Questura,
depositando una corona d’alloro alla lapide che ne
ricorda i nomi. Il Questore, successivamente, ha
salutato i Dirigenti ed i Funzionari degli Uffici della
Questura e delle Specialità della Polizia di Stato. La
giornata, prevede le consuete visite istituzionali
alle Autorità cittadine. Il Questore Della Cioppa
è nato nel 1959, si è laureato in Giurisprudenza a
Teramo. Il dottor Della Coppa ha conseguito il Master
Universitario di II° Livello nella formazione, presso
l’Università Cattolica di Milano ed il Master
Universitario di II° livello in "Sicurezza,
coordinamento interforze e cooperazione internazionale",
presso l'Università La Sapienza di Roma. Il
Dirigente Superiore della Polizia, tra il 1985 ed il
1990, ha svolto servizio presso il Reparto Mobile di
Padova e successivamente presso la Questura di Belluno,
in qualità di Dirigente la Divisione di Polizia
Amministrativa, per poi essere nominato Capo di
Gabinetto. Il Questore Della Cioppa negli anni
90 ha prestato servizio presso la Questura di Pescara,
nella Divisione Anticrimine, poi ha ricoperto il ruolo
di Capo di Gabinetto ed infine di Capo della Squadra
Mobile. L’alto funzionario di Polizia dal 1998
al 2002 ha ricoperto l’incarico di Dirigente del Reparto
Prevenzione Crimine “Abruzzo” ed in seguito, è stato
Direttore della Scuola per il Controllo del Territorio a
Pescara, dove ha curato vari progetti nazionali legati
alla Polizia di Prossimità ed alla formazione del
Poliziotto di Quartiere. Il Questore Della Cioppa
ha prestato servizio a Roma, presso il Dipartimento
della P. S., ed è stato Membro del Gruppo di Lavoro
ministeriale finalizzato alla informatizzazione delle
attività di indagine e di investigazione della Polizia
di Stato (MIPG WEB). Il Questore dal 2009 al
2012 ha ricoperto l’incarico di Vicario del Questore di
Pescara per poi frequentare, per nove mesi, il XXVIII
Corso di Alta Formazione presso la Scuola Interforze a
Roma.Il Questore Della Cioppa ha ricevuto numerosi
incarichi di docenza presso centri di formazione,
università ed amministrazioni nelle città di Belluno,
Firenze, Livorno, Macerata, Ancona, San Benedetto del
Tronto, Pesaro, Ascoli Piceno e Modena, in
rappresentanza della Polizia di Stato, nell’ambito dei
protocolli di sicurezza fra lo Stato e le Regioni. Il
Questore Della Cioppa è autore di 6
pubblicazioni scientifiche. L’alto funzionario
di Polizia, nel corso della sua carriera ha
svolto anche 26 incarichi ministeriali quale Presidente
di commissioni esaminatrici. Il Questore Della Cioppa ha
ricevuto 4 encomi e 10 lodi dal Capo della Polizia, 1
encomio dalla Giunta Comunale di Pescara, 1 attestato
dalla città di Sommacampagna (VR) ed è Cavaliere della
Repubblica nel 2003 e Commendatore della Repubblica dal
2017. Nel dicembre 2013 è stato nominato Questore
di Alessandria fino al 24 maggio 2015. Dal 25
maggio 2015 al 31 luglio 2017 ha ricoperto l’incarico di
Questore delle province di Ascoli Piceno e Fermo.
È stato Questore della Provincia di Foggia dal 1° agosto
2017 al 9 giugno 2019. I migliori auguri di buon lavoro
e permanenza a Catania dalL’Informatore di Sicilia e
personali all’alto funzionario di Polizia Questore dr.
Mario Della Cioppa.

Catania
- Polizia ricorda ispettore Filippo Raciti.
I familiari di Filippo Raciti i poliziotti, e le
Autorità civili e militari, di mattina, in una gremita
sala del X Reparto Mobile, hanno commemorato
l’undicesimo anniversario della scomparsa dell’ispettore
caduto il 2 febbraio del 2007, nel corso dell’incontro
Catania-Palermo. Il luogo dove Filippo ha trascorso
gran parte della sua carriera lavorativa, è stato punto
d’incontro del Questore Alberto Francini, del Prefetto
Silvana Riccio, delle Autorità Giudiziarie, dei
Comandanti delle Forze di polizia e dei Corpi Armati
dello Stato, con Autorità civili e tanti poliziotti,
anche a riposo, che hanno voluto rendere omaggio alla
memoria di chi è caduto nell’adempimento del proprio
dovere. Il Questore Francini massima Autorità della
Polizia di Stato a Catania ha voluto, anzitutto,
rivolgere un pensiero ai genitori di Filippo: “essi
hanno patito il dolore di perdere un figlio, un dolore
di cui non si può immaginare niente di più grande. Il
pensiero è rivolto anche ai figli, per i quali Filippo
è un “angelo custode”, presente quotidianamente a
vegliare su di loro. Vicinanza per Marisa Grasso,
vedova di Filippo. Come la morte di Raciti non sia
stata inutile, ma abbia rappresentato, invece, una
sveglia per l’Italia tutta che, secondo caso dopo
l’ultimo conflitto mondiale, ha interrotto il Campionato
di Calcio per riflettere su ciò che lo sport avrebbe
dovuto essere e, invece, su ciò che, in quel momento
storico, era diventato. La morte di Raciti è stata
foriera di un diverso modo di intendere l’ordine
pubblico negli stadi italiani ed ha dato inizio a una
rivoluzione strutturale che, sebbene voluta dalla legge,
per vari
motivi era stata, fino a quel tragico momento, lettera
morta. Grazie a lui, grazie a Filippo, oggi il calcio è
più degno dello Sport che esso stesso rappresenta”.
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CATANIA
- ANM ASTENSIONE ATTIVITA’ GIUDIZIARIE GIUNTA ESECUTIVA SEZIONALE CATANIA
PROGRAMMATI INCONTRI E DIBATTITI.
La Giunta esecutiva sezionale dell’ANM di Catania per giornata di astensione
dallo svolgimento delle attività giudiziarie, proclamata dall’ANM per il 27
febbraio ha programmato incontri a Palazzo di Giustizia. Il programma ANM
prevede. La conferenza stampa alle ore 9:00 presso l’Aula ANM “Giuseppe
Gennaro”, al secondo piano del Palazzo di Giustizia di Piazza Verga. Il
Consigliere del CSM Marco BISOGNI, il Presidente della GES dell’ANM di
Catania Ottavio GRASSO ed i rappresentanti dei gruppi associativi che
animano il dibattito dell’ANM nel distretto di Catania partecipano al
dialogo sulla riforma costituzionale allo stato in esame al Senato .La
conferenza stampa è prologo di un’assemblea aperta alla cittadinanza, che
inizierà alle 10:00 e si svolgerà nel piazzale antistante il Palazzo di
Giustizia oppure, ove le condizioni metereologiche non lo dovessero
consentire, nell'ambulacro del Palazzo. Dora BONIFACIO, magistrata e
componente della GEC dell’ANM, e Gino ASTORINA, con l’intervento altresì del
magistrato Santino MIRABELLA introducono l’Assemblea. I professori Mario
BARCELLONA docente di diritto privato, Agatino CARIOLA doc. di diritto
costituzionale e Vania PATANE’ insegnante di diritto processuale penale
animano la tavola rotonda sulla riforma costituzionale. La manifestazione
prevede un’altra sessione in cui vengono presi in esame i timori degli
attori del processo ed in cui intervengono magistrati giudicanti,
requirenti, in tirocinio ed un esponente dell’avvocatura, in particolare e
nell’ordine, i magistrati Enza DE PASQUALE, Agata SANTONOCITO, Andrea COSTA
e l’avv. Vincenzo MELLIA. Il programma prevede poi due ulteriori sessioni
dedicate al punto di vista dei Giudici onorari e dei giovani laureati e
studenti.La manifestazione prevede alle 12:30 la lettura a staffetta degli
articoli della Costituzione. Il Comitato Antico Corso, Fattorie Sociali,
Libera, Talitakum, I Briganti di Librino, CittàInsieme, Memoria e Futuro,
Trame di Quartiere e l’ARCI partecipano all’Assemblea.
CATANIA
-
Polizia intercetta furgone rubato
ed insegue per Corso Indipendenza, in fuga tenta speronare volante, investe
più auto in transito, bloccato 19enne è destinatario misura a Bicocca.
Il catanese 19enne già noto alle forze dell’ordine, ha sul suo capo anche
un’ordinanza di custodia cautelare in Istituto per minori, adottata quale
aggravamento del collocamento in comunità, per reati commessi quando era
ancora minorenne. La Sala operativa della Questura aveva ricevuto 1
segnalazione relativa al furto di un furgone appena commesso in Via Armando
Diaz. Gli agenti delle Volanti hanno intercettato il furgone in Corso
Indipendenza. Il guidatore del furgone, si è accorto della pattuglia, ha
aumentato la velocità, svoltando in Via Ragazzi del 99, proseguendo poi in
direzione di Via Palermo.
I poliziotti hanno inseguito il fuggitivo. Il maldestro nella concitata fuga
ha tentato più volte di speronare la Volante mentre l’equipaggio continuava
a cercare di fermare il mezzo. Gran pericolo per l’alta velocità è stato
creato in una strada stretta e densamente affollata di veicoli qual’è via
Palermo nell’ora di punta. Il furgone, durante la corsa, ha causato diversi
danni sia alle auto in movimento che in sosta in entrambi i sensi di marcia.
Il maldestro ha tamponato e danneggiato vetture sul suo cammino, senza mai
rallentare la marcia, incurante dell’incolumità delle persone coinvolte nei
sinistri. Il fuggitivo all’altezza del civico 565 di via Palermo, dopo
l’ennesimo scontro con 2 auto, ha fermato il furgone per scappare a piedi.
Altre 2 Volanti nel contempo, sono giunte sul posto ed hanno collaborato
alle ricerche del maldestro il quale, alla fine, è stato raggiunto e
bloccato in un canale di scolo. I poliziotti che hanno provveduto a
bloccare il maldestro, nel corso delle concitate fasi dell’inseguimento, si
sono procurati lesioni, giudicate guaribili in 7 e 30 giorni. Il giovane è
stato, quindi, indagato per i reati di furto aggravato e di resistenza a
pubblico ufficiale; in esecuzione del provvedimento di cui era destinatario,
poi l’hanno accompagnato presso l’I.P.M. di Bicocca, informandone il P.M.
della Procura del Repubblica presso il Tribunale per i minorenni. Tutti i
sinistri stradali procurati durante l’inseguimento, sono stati rilevati
dalla Polizia Locale che ha identificato le persone coinvolte, alcune delle
quali si sono recate presso ospedali cittadini perché contusi e feriti. Il
furgone è stato restituito al legittimo proprietario.
((VIDEO
SERVIZIO)
CATANIA-Spara
a cugino che litigava col cognato per una partita di
calcetto e 7€ di biglietto:Polizia ammanetta 32enne
accusato di tentato omicidio.
Andrea CALABRETTA è gravemente indiziato del reato di
tentato omicidio. I colpi di pistola ed il ferimento si
sono verificati la notte del 28 novembre dello scorso
anno. La Polizia ha svolto le indagini e dato
esecuzione alla misura cautelare custodiale, emessa, il
7 febbraio 2024, dal Giudice per le Indagini Preliminari
presso il Tribunale a carico del 32enne. Gli
investigatori a conclusione dell’inchiesta, comprendente
anche la visione di filmati e comparazione delle
dichiarazioni dei testimoni, hanno avuto modo di
delineare le probabili ragioni del ferimento. La vittima
è stata attinta da più colpi di arma da fuoco. La lite
sarebbe iniziata per motivi connessi a contrasti su una
fase di gioco a calcetto. Le pistolettate sarebbero
state quindi dopo il contrasto scoppiato nel corso di
una partita. Il litigio sarebbe scaturito, tra la
persona ferita dal cugino, ed il cognato del presunto
autore del fatto del delittuoso. La disputa tra i due
sul campo sarebbe culminata nel gesto della vittima di
voler pagare solo una quota, pari a 7€ anziché la somma
di 14, per biglietto d’affitto del terreno di gioco,
senza riconoscere agli avversari il ruolo di squadra
vincitrice dell’incontro. La vicenda sarebbe degenerata
e sfociata in un ulteriore diverbio tra i due in via
Capo Passero, durante il quale, poco dopo, le ore 01:14,
quando sarebbe intervenuto, ponendo in essere l’azione
delittuosa A.C., cognato dell’avversario e cugino della
stessa vittima. Gli approfondimenti investigativi,
confermati dalle risultanze della visione di telecamere
di sorveglianza installate nei pressi del luogo teatro
della fase finale dell’azione, hanno permesso di
stabilire l’orario di esplosione degli spari, intorno
alle ore 01:14 e la dinamica del ferimento. Le
investigazioni sono state avviate a seguito della
segnalazione dei sanitari del nosocomio presso cui si
era presentato il ferito. Il malcapitato è stato
sottoposto ad intervento chirurgico. La prognosi del
ricoverato è di lesione personale con “frattura
plurimmentaria della diafasi femorale, arrestatasi nel
sottocute”, giudicata guaribile in tempo superiore ai 40
giorni. La diagnosi è stata suffragata dalla relazione
del medico-legale, in base alla quale è emerso come gli
atti compiuti possano definirsi diretti ed idonei a
causare la morte della vittima, sia a cagione della sede
corporea attinta (la coscia sinistra), a soli tre
centimetri circa dall’arteria femorale, che in base alla
reiterazione dei colpi ed alle modalità dispiegate per
compiere l’atto lesivo, al termine del quale il ferito
veniva abbandonato riverso a terra. Il personaggio
32enne è quindi gravemente indiziato, a seguito degli
elementi acquisiti dai poliziotti, della commissione dei
reati di tentato omicidio aggravato dai futili motivi,
di porto ed illegale detenzione in luogo pubblico di
arma comune da sparo. Le indagini, coordinate dalla
Procura Distrettuale della Repubblica sono state
tempestivamente avviate dagli investigatori della
Sezione Reati contro la Persona della Squadra Mobile
della Questura etnea. Gli investigatori hanno acquisito,
allo stato degli atti ed in relazione ad una fase
processuale che non ha ancora consentito l’intervento
delle difese, elementi che dimostrerebbero come A.C.
sarebbe stato, la notte del 28 novembre scorso, l’autore
del tentativo di omicidio del cugino. I poliziotti hanno
rintracciato il soggetto in una stalla, ubicata in una
strada sterrata, adiacente via Capo Passero. L’accusato,
dopo l’espletamento delle formalità di rito, è stato
tradotto presso la Casa Circondariale di piazza Lanza e
posto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

CATANIA-
Picchia compagna 32enne incinta: Polizia arresta 44enne
in flagranza.
Gli agenti delle volanti dell’Ufficio Prevenzione
Generale e Soccorso Pubblico - U.P.G.S.P., intorno alle
ore 21, su segnalazione della locale Sala Operativa,
sono intervenuti a seguito della richiesta di aiuto da
parte di una donna che riferiva agli operatori del 112
di essere stata aggredita dal compagno. Gli operatori
immediatamente inviati e giunti sul posto hanno trovato
la 32enne, in stato di gravidanza, ancora in contatto
telefonico con la Sala Operativa. La donna ha raccontato
di essere stata aggredita dal convivente con problemi di
tossicodipendenza, il quale era in stato
d’escandescenza, colpendola al volto con schiaffi. Il
44enne, che si trovava ancora sul posto, alla vista dei
poliziotti ha tentato di darsi alla fuga ma è stato
tempestivamente fermato. I poliziotti hanno soccorso la
donna e dopo aver allertato i sanitari del 118 ed aver
raccolto tutte le informazioni utili è stata trasportata
presso il locale nosocomio “Cannizzaro” dove è stata
sottoposta ad accertamenti diagnostici con prognosi di
22 giorni. Il soggetto, alla luce di quanto accaduto, è
stato tratto in arresto ed al termine delle formalità di
rito, d’intesa con il P.M. di turno, è stato
accompagnato presso le camere di sicurezza della
Questura, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, in
attesa dell’udienza direttissima.

CATANIA-SENTENZA
MIGRANTI,
SOLIDARIETA’ A GIUDICE ETNEO DA GIUNTA ESECUTIVA SEZIONALE DISTRETTO CORTE
D’APPELLO.
I magistrati di Catania hanno stigmatizzato la vicenda definendo le
affermazioni gratuite ed irriguardose, oltre che non rispettose delle sfere
di attribuzione funzionale e finanche della dignità stessa della persona del
magistrato.
Si legge testualmente nel comunicato : ”La
Giunta dell’Associazione Nazionale Magistrati del Distretto di Catania ha
appreso con sgomento del contenuto delle dichiarazioni di recente rilasciate
da esponenti della maggioranza di Governo e dal Presidente del Consiglio dei
Ministri in relazione ad un provvedimento emesso dalla Sezione Specializzata
in materia di immigrazione del Tribunale di Catania. Tali dichiarazioni –
che, tra le altre, accusano un giudice del suddetto tribunale e la
magistratura italiana tutta di essere “nemici della sicurezza della
[…]nazione”, “un ostacolo alla difesa dell’ordine pubblico” e
di scagliarsi “contro i provvedimenti di un governo democraticamente
eletto” –, al di là della loro conclamata infondatezza, ricorrono a toni
scomposti, lontanissimi da quelli che dovrebbero sempre informare una
corretta dialettica tra poteri dello Stato. Il fatto che i magistrati siano
talora chiamati a pronunciarsi in relazione a vicende che hanno anche un
rilievo politico, oltre che più propriamente giuridico, non significa, né
potrà mai significare che i provvedimenti emessi dall’autorità giudiziaria
non traggano il proprio fondamento esclusivamente da una rigorosa
valutazione dei fatti ed applicazione delle norme di diritto: tali sono, nel
caso di specie, le valutazioni operate dalla dott.ssa Iolanda Apostolico
(giudice della Sezione Specializzata in materia di immigrazione del
Tribunale di Catania) in relazione ad un decreto del Questore di Ragusa di
trattenimento di un cittadino straniero richiedente asilo. Alla luce di tali
considerazioni, gli attacchi e le polemiche infondatamente promosse da
alcuni esponenti politici ed organi di stampa nei confronti del suddetto
giudice sono del tutto gratuite ed irriguardose, oltre che non rispettose
delle sfere di attribuzione funzionale e finanche della dignità stessa della
persona del magistrato in questione – esposto ad una gogna mediatica (con
annessa pubblicazione di fotografie che ritraggono momenti di vita privata
della collega) anche unitamente a membri del suo nucleo familiare. La Giunta
dell’Associazione Nazionale Magistrati del Distretto di Catania esprime
pertanto piena solidarietà e vicinanza alla collega autrice del
provvedimento e ricorda che gli atti dell’autorità giudiziaria possono
certamente essere criticati e non condivisi, oltre che impugnati nelle
opportune sedi; tuttavia, anche la più aspra delle critiche non deve mai
trascendere nella delegittimazione personale e professionale dei magistrati
che li hanno redatti, né nello strumentale travisamento dei contenuti di
quegli stessi provvedimenti o, ancora, in moniti intimidatori verso chiunque
– come la collega in questione - eserciti l’attività giurisdizionale
attenendosi quotidianamente ai più alti standard legali e deontologici. La
Giunta dell’Associazione Nazionale Magistrati del Distretto di Catania”.
PALAGONIA
– CC trovano droga nascosta in box auto: 1 presso.
Si tratta di Salvatore
LIZIO 50enne del posto.
I Carabinieri del
Nucleo Radiomobile della Compagnia di Palagonia hanno bloccato nella
flagranza il soggetto ritenuto responsabile di detenzione finalizzata allo
spaccio di sostanze stupefacenti.
L’equipaggio della
gazzella, nell’usuale controllo del territorio, dimostrando anche una
particolare conoscenza delle dinamiche delinquenziali della zona, ha notato
degli strani movimenti nei pressi dell’abitazione del sospetto. La
circostanza ha suggerito ai militari di cogliere il momento opportuno per
accedere nell’abitazione e nelle sue pertinenze per effettuare una
perquisizione d’iniziativa alla presenza del sospettato. La
decisione si è rivelata quantomai azzeccata, difatti, in un box auto
adiacente l’immobile, i carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato: 29 dosi
di eroina e 23 dosi di cocaina.
Salvatore LIZIO,
assolte le formalità di rito, è stato associato nel carcere di Caltagirone.
MASCALI
CT -
Cane CC antidroga Ivan trova stupefacente in casa del pusher.
I Carabinieri della
Stazione di Mascali, coadiuvati da uomini del Nucleo Cinofilo di Nicolosi,
hanno bloccato Stefano Mario SCIACCA 21enne, del posto, nella
flagranza di reato di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di
spaccio.
L’attività info investigativa ha consentito all’Arma
mascalese di centrare l’obiettivo bloccando SCIACCA, ancora una volta e per
le stesse motivazioni legate allo spaccio di droga.
I militari, acquisite le
opportune informazioni, si sono recati nell’abitazione del sospetto
circondandone il perimetro. SCIACCA si attardava all’apertura della porta
che, poi, apriva soltanto quando i militari avevano minacciavano di
abbatterla. I carabinieri hanno iniziato la perquisizione ed hanno
immediatamente rinvenuto 1 bilancino di precisione sul tavolo della cucina.
Il fiuto infallibile del cane “Ivan” ha segnalato la presenza di droga nel
comodino della stanza da letto, la quale, non veniva trovata dai militari.
La ricerca del cane, in seguito, ha sortito l’esito sperato consentendo di
rinvenire, occultata in una cavità del ripostiglio, 1 busta contenente 95
dosi di marijuana già pronte per lo smercio per un totale di circa 60
grammi. Il ritrovamento ha per i tutori dell’ordine avvalorato l’ipotesi che
il giovane avesse temporeggiato l’apertura della porta per nascondere la
droga dall’accessibile comodino al nascondiglio dove, suo malgrado, è stata
invece rinvenuta. Il personaggio è stato tradotto nel carcere catanese di
Piazza Lanza.
CALTAGIRONE
CT
-
42enne continua a
perseguitare ex compagnia, Polizia esegue arresto:
aggravamento pena. I poliziotti ieri, su
disposizione del GIP presso il Tribunale di Caltagirone,
hanno eseguito 1 ordinanza di sostituzione della misura
degli arresti domiciliari in atto applicata con quella
della custodia cautelare in carcere, nei confronti di un
42enne di Caltagirone il quale ha continuato ad avere
condotte vessatorie nei confronti della sua ex moglie.
Il
soggetto, il 26 settembre, era stato sottoposto alla
misura cautelare degli arresti domiciliari con permesso
di recarsi sul luogo di lavoro dalle ore 5.15 alle ore
16.00. il personaggio invece di fare rientro a casa
senza soste intermedie, si recava presso il bar ubicato
nelle vicinanze dell’abitazione della ex moglie e dei
suoi genitori, dove l’incontrava all’uscita del locale,
profferendo nei suoi confronti minacce di morte. La
donna, dopo aver chiamato il NUE 112 per richiedere
l’intervento di una pattuglia, aveva deciso di recarsi
immediatamente presso il locale Commissariato dove,
visibilmente spaventata, ha formalizzato in denuncia
quanto le era accaduto. La contestuale attività
investigativa svolta nell’immediatezza, anche reperendo
supporti video che hanno evidenziato la violazione delle
prescrizioni imposte al soggetto. Il personaggio, quindi
con la sua presenza ingiustificata nell’esercizio
pubblico, ha consentito ai tutori dell’ordine di
chiedere ed ottenere la sostituzione della misura
cautelare degli arresti domiciliari in corso con la
misura cautelare della custodia in carcere, oggi
eseguita.
Il malfattore, dopo le formalità di rito, è stato
associato presso la Casa Circondariale di Caltagirone
a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
CATANIA
– 70enne minaccia ex
moglie e figlia con revolver clandestino: arrestato e rinchiuso in carcere.
I Carabinieri
del Nucleo Radiomobile del Comando Provinciale hanno arrestato nella
flagranza il catanese Salvatore D’ANGELO 70enne,
noto per reati associativi e contro la persona, poiché ritenuto responsabile
di detenzione e porto di arma clandestina, nonché di atti persecutori
commessi ai danni dell’ex moglie e della figlia.
Una
segnalazione è pervenuta al 112, indicante un soggetto il quale era armato
e posto sul balcone al secondo piano di una abitazione di via Del Principe,
quartiere San Cristoforo. L’equipaggio della gazzella è intervenuto
celermente in zona ed individuata l’unità abitativa, vi ha fatto irruzione.
I
militari, procedendo a perquisizione domiciliare, hanno rivenuto e
sequestrato 1 revolver S&W calibro 38 con 6 cartucce nel tamburo e la
matricola abrasa, occultato sotto l’armadio nella camera da letto.
I
carabinieri, nel medesimo conteston hanno altresì appurato come lui, da
oltre un anno minacciava di morte (senza una plausibile ragione) l’ex
moglie, di 64anni, e la figlia, 46 anni, entrambe residenti
nell’abitazione confinante a quella del 70enne.
L’arma
sequestrata, nei prossimi giorni, sarà inviata agli specialisti del R.I.S.
di Messina i quali, mediante esami tecnico balistici, potrebbero stabilirne
l’eventuale utilizzo in pregressi episodi criminosi.L’arrestato, in attesa
della convalida del G.I.P., è stato associato al carcere di Catania Piazza
Lanza.
CATANIA –
Rapina e colpisce cliente durante rapporto sessuale, nigeriana bloccata
da agenti. La
Polizia di Stato ha arrestato la nigeriana Nirka CHIKA 19enne, perché
responsabile di rapina aggravata. La donna durante la sua attività, era
stata “abbordata” da un cliente che l’aveva fatta accomodare sulla sua auto
per poi, trovato un luogo appartato, consumare un rapporto sessuale.La
donna, non disdegnava l’attività di rapinatrice e quindi, come riferito
dalla vittima stessa, durante l’amplesso si è appropriata del cellulare
dell’uomo il quale, nel tentativo di rientrare in possesso del maltolto, s’è
pure preso un colpo sul naso, sferrato dalla CHIKA per garantirsi il
bottino.
L’attività di prostituzione,
però, è stata, ed è tuttora, oggetto delle misure deterrenti disposte dal
Questore di Catania Mario Della Cioppa, che la Polizia realizza attraverso
una capillare e continua attività di controllo del territorio. Lo
sfortunato, ma anche poco avveduto, rapinato ha potuto immediatamente
incontrare una Volante al cui equipaggio ha raccontato l’accaduto.
La Polizia proprio
grazie all’attività presidiaria, con una precisa conoscenza dei luoghi e
delle persone ha rintracciato immediatamente la nigeriana, cogliendola con
“le mani nel sacco”, atteso che aveva ancora nella borsetta il cellulare
rapinato all’uomo.
La donna è stata subito
condotta in Questura e da li, su disposizione del P.M. di turno, rinchiusa
nel carcere di Piazza Lanza in attesa della convalida del GIP.
CATANIA
– Carabinieri a Librino bloccano pusher con droga, mentre spaccia.
I militari del
Nucleo Operativo della Compagnia di Catania Fontanarossa hanno ammanettato
nel quartiere di Librino il catanese Angelo PASQUALINO 36enne. Il
personaggio è stato preso nella flagranza di reato di detenzione di
sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.
I
tutori dell’ordine, già da tempo, monitoravano il personaggio per poterlo
pizzicare nel momento giusto e l’hanno sorpreso mentre stava cedendo dosi di
sostanza stupefacente ad alcuni clienti occasionali. I militari,
immediatamente hanno bloccato il pusher sottoponendolo ad una perquisizione
a seguito della quale hanno rinvenuto, già suddivisi in singole dosi pronte
per lo spaccio, 110 grammi di marijuana, 2 di crack e 3 di cocaina nonché,
in particolare, una ricetrasmittente che il pusher utilizzava per i contatti
diretti con la vedetta che, stavolta, è stata elusa dagli operanti.
L’arrestato
è stato associato nel carcere catanese di Piazza Lanza.
CATANIA
-
Cane antidroga trova 3 kg cocaina su bus, Polizia
arresta corriere napoletano.
Si tratta
di Salvatore SANGES 30enne, trovato in possesso di
un’ingente quantità di cocaina.
Il nuovo
successo per gli uomini della Polizia di Stato sul
fronte della lotta al traffico di droga è stato nella
mattinata con le manette per Salvatore SANGES.
L’operazione si è svolta in sinergia tra gli agenti
della Squadra Mobile ed i conduttori della Squadra
Cinofili dell’UPGSP. I poliziotti hanno messo in campo
uno tra i loro campioni della ricerca di stupefacenti:
il cane Sky, pastore tedesco di 2 anni, dal fiuto
infallibile. Il fiuto di Sky di mattina, è stato utile
nell’ambito di servizi predisposti per il contrasto del
fenomeno dello spaccio e traffico di sostanze
stupefacenti. Il cane poliziotto nel corso di controlli
programmati a campione, su pullman di linea viaggianti
durante la ore notturne, ha portato all’arresto del
Sanges.
Il
soggetto stava viaggiando a bordo di un pullman di linea
a lunga percorrenza proveniente dalla Campania quando è
stato fermato e controllato insieme ag un altro autobus.
I poliziotti sono saliti a bordo ed hanno messo
all’opera Sky il quale, in men che non si dica, ha
scovato 1 busta di plastica – nascosta sotto il sedile
del Sanges, contenente 3 panetti di cocaina, dal peso
complessivo di 3kg. circa.Il personaggio è stato
immediatamente prelevato e condotto in Questura da dove
è ripartito alla volta del carcere di Piazza Lanza, per
ivi rimanere a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

CATANIA
–
Blitz Polizia
municipale in piazza C.Alberto, daspo e sanzioni per venditori e 12
parcheggiatori abusivi.
Il sindaco Salvo Pogliese e l’assessore alla Polizia urbana Alessandro Porto
hanno dato disposizione di attivare il servizio di controllo svolto col
coordinamento del comandante Stefano Sorbino, dal responsabile del reparto
Annona Francesco Caccamo. Il daspo urbano nel Comune di Catania
è stato emesso nei
confronti di
parcheggiatori abusivi.
I controlli della Polizia municipale contro l’abusivismo sono stati
attuati in varie zone della città. In questi giorni, in particolare 12
parcheggiatori abusivi sono stati verbalizzati e per 2 è stato emesso il
daspo urbano. I controlli a tappeto degli agenti di sei pattuglie del
reparto Annona sono stati svolti con l’appoggio un furgone che ha attuato 3
interventi sul territorio in contrasto alla contraffazione delle merci nella
zona di piazza Carlo Alberto e nell’area attigua. Il fenomeno criminale
costituisce un grave problema che spesso alimenta le fila della malavita
organizzata. La Polizia municipale, nel corso dei blitz in via Cosentino ed
in via Giordano Bruno, ha sequestrato 139 paia di scarpe e 46 borse, tutti
accessori con marchi contraffatti.

CATANIA
- Guardia Costiera trova, senza vita, sub disperso da ieri in
molo levante porto di Catania. Mauro Finocchiaro 60enne catanese da
ieri era disperso nel mare di Catania. I militari della Guardia Costiera,
con le prime luci del giorno all’alba, hanno intensificato le ricerche
ed hanno avuto esito. La famiglia in serata, aveva dato l’allarme
poichè, conoscendo le abitudini del congiunto non l’aveva visto tornare a
casa, sapendo che alle 17.00 era andato a fare una immersione. Le
ricerche, sono state condotte via aria, terra, mare ed anche sott’acqua, in
sinergia fra Guardia Costiera, Carabinieri, Polizia di Stato e Vigili del
Fuoco, fino a questa mattina e non avevano dato esito. L’aiuto di un
nucleo di subacquei volontari, vicini al disperso è stato determinante e con
l’ausilio della motovedetta della Guardia Costiera CP888, hanno rinvenuto il
corpo esanime presso il lato est del molo di levante nel porto di Catania
dove Mauro Finocchiaro era andato a fare una battuta di pesca in apnea.

RANDAZZO
-
Carabinieri,
Cacciatori e Cinofili Nicolosi in Operazione antidroga arrestano 2
per piantagioni canapa indiana. I militari della Compagnia di Randazzo,
coadiuvati dallo Squadrone Eliportato Cacciatori Sicilia e Nucleo Cinofili
Nicolosi, allo scopo di fronteggiare efficacemente il traffico illecito di
sostanze stupefacenti, nei giorni scorsi, hanno battuto palmo a palmo le
zone agresti del territorio di competenza, ed oltre, ottenendo i seguenti
risultati: arrestato nella flagranza un 29enne del posto, poiché ritenuto
responsabile di coltivazione e detenzione illecita di sostanze stupefacenti.
I
carabinieri a seguito di una perquisizione eseguita in un fondo agricolo di
proprietà del giovane randazzese, ubicato in contrada Fortino a Mojo
Alcantara (ME), hanno scoperto una maxi piantagione, organizzata in serre,
composta da 3.500 piante di canapa indiana di varia metratura.
Le
operazioni, estese anche alla residenza ed altri immobili di pertinenza del
soggetto, ubicate a Randazzo in contrada Calderara e via Cellini, hanno
consentito ai tutori dell’ordine di rinvenire e sequestrare oltre 1 Kg di
marijuana, diverse bilancini elettronici di precisione, nonché del
materiale comunemente utilizzato dagli spacciatori per confezionare le dosi
di stupefacente da porre in vendita.
Un
30enne del posto è stato arrestato nella flagranza, poiché ritenuto
responsabile di coltivazione e detenzione illecita di sostanze stupefacenti.
I militari accedendo nell’abitazione del pusher, previa perquisizione,
hanno rinvenuto e sequestrato oltre 700 grammi di marijuana, diverse piante
di canapa indiana, nonché lampade e specchi utilizzati per la coltivazione
indoor.
Gli
arrestati, assolte le formalità di rito, sono stati relegati agli arresti
domiciliari.
I
militari hanno scoperto un’altra piantagione di canapa indiana in contrada
Dagala Longa a Randazzo. I carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato,
accuratamente occultati tra la vegetazione, 250 bicchierini in plastica con
del terriccio e dei germogli di canapa indiana, conservati all’interno di un
piano rialzato in legno di circa 6mt x 1mt, coperti da una rete metallica
per proteggerli verosimilmente dai volatili o da altri piccoli animali. A
completare il materiale utile alla coltivazione c’erano anche delle taniche
d’acqua, un serbatoio da 1000 litri e sacchi di terriccio accuratamente
accatastati, tutto accuratamente mimetizzato tra la vegetazione. Il fiuto
del Labrador “Ivan”, nei pressi della vecchia Stazione San Teodoro (della
linea Randazzo – Mojo Alcantara), ha rilevato ben nascosti all’interno dei
muretti a secco, 3 recipienti in vetro contenenti complessivamente circa 400
grammi di Marjuana. L’operazione antidroga è avvenuta a pochi giorni di
distanza dall’arresto di un soggetto che, per evitare di essere trovato in
possesso della droga, alla vista dei carabinieri, ha ingoiato diversi grammi
di cocaina contenuta all’interno di un condom.
PALAGONIA
CT
-
Carabinieri bloccano spaccio in centro storico, sorpresi
1 marocchino vedetta e 2 pusher in azione antidroga. I
maldestri credevano che con l’ausilio del sorvegliante avrebbero spacciato al sicuro. I
Carabinieri della Stazione di Palagonia, supportati
dagli uomini del Nucleo Operativo della locale
Compagnia, hanno ammanettato Massimo GULIZIA 36enne
e Giuseppe MAROTTA 33enne, entrambi del
posto, e
Rachid
OUKHUYA
25enne
cittadino extracomunitario di origine marocchina.
I soggetti sono ritenuti responsabili di detenzione di
sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. L’attività info-investigativa è stata svolta dai militari della
Stazione indirizzati verso una fiorente attività di
spaccio di droga, attuata dal terzetto. Gli
investigatori hanno appurato che tutto era attivato
posto in essere in un’abitazione in via Ottavia,
stradina del centro storico palagonese. I militari
hanno attuato un servizio di controllo a distanza per la
particolare conformazione urbanistica con l’utilizzo di
uno speciale binocolo, grazie al quale hanno potuto
studiare le mosse del terzetto. I carabinieri hanno
ricostruite che i due palagonesi, avrebbero fatto
posizionare l’extracomunitario a debita distanza per
utilizzarlo nella duplice veste di vedetta, per
tutelarsi da “sgradite visite”, nonché per indirizzare i
clienti verso l’abitazione dove con essi realizzavano lo
scambio soldi-droga. Gli investigatori hanno accertato
il modus operandi ed hanno bloccato a distanza un
assuntore che aveva appena acquistato una dose di
cocaina. I carabinieri hanno quindi proceduto a
neutralizzare la vedetta ed a far ingresso
nell’abitazione dove, seduti attorno ad un tavolo sul
quale era presente il materiale per il confezionamento
delle singole dosi di droga, vi erano GULIZIA e MAROTTA.
I militari, a seguito della perquisizione, hanno altresì
rinvenuto 3 dosi di eroina ed 1 dose di marijuana, oltre
a 6 flaconi di metadone, 1 bilancino di precisione, 1
bottiglia modificata per consentire di fumare la cocaina
e 25 euro, provento dello spaccio. I due palagonesi sono
stati posti agli arresti domiciliari presso le loro
abitazioni, mentre il cittadino extracomunitario è stato
associato nel carcere di Caltagirone.

CATANIA
-
Squadra Mobile, cambio a vertice
dott. Basile
subentrato a dott.
Salvago. Il
dottor Marco Basile
(video
intervista)
si è insediato quale
Capo della Squadra Mobile Catania, nel suo piano operativo in Città c’è
azione contro ogni tipo di criminalità.
Il Primo
Dirigente dottor Antonio Salvago
è stato designato a dirigere una
delle Squadre Mobili che può, attualmente, essere annoverata tra le più
impegnative d’Italia: Napoli.
Il
Primo
Dirigente dott. Marco Basile
video
intervista
è di nuova assegnazione, ed arriva a
Catania quale capo della Squadra Mobile etnea.
(VIDEO
ARRESTI)
CATANIA
–
SVENTATA RAPINA, POLIZIOTTI SQUADRA MOBILE
SEGUONO A BELPASSO 3 SU AUTO RUBATA ARRESTATI IN AZIONE.
La Polizia di Stato, nella notte del 22 dicembre
scorso, ha tratto in arresto C.M. 39enne, I.A.36enne
e G.D. 40enne, già noti, colti, in concorso tra
loro, nella flagranza dei reati di tentata rapina
aggravata, porto e detenzione illegale di armi comuni da
sparo e ricettazione.
Il Questore di Catania
Vito
CALVINO, per il periodo delle festività
natalizie ha disposto intensificate attività finalizzate
al contrasto dei reati. I poliziotti, della Sezione
Reati contro il Patrimonio e la P.A. – Squadra
Antirapina della locale Squadra Mobile nel corso
delle ordinarie e periodiche contro le azioni di natura
predatoria hanno intercettato, nel territorio di
Belpasso (CT), un veicolo, risultato rubato. La vettura
stava viaggiando con a bordo tre soggetti, vestiti con
abiti scuri ed il volto coperto da cappelli di lana e
scaldacollo.
Il conseguente servizio di pedinamento dell’auto
sospetta ha consentito ai poliziotti di appurare che i 3
soggetti si stavano recando presso un’azienda di
logistica e trasporti per compiere una rapina. I tre,
raggiunto il cancello d’ingresso, hanno azionato il
clacson con il chiaro intento di farsi aprire per
entrare al fine di realizzare il progetto delittuoso. Le
concitate fasi, concernenti i momenti in cui i
malviventi sono stati bloccati dai poliziotti, sono
state riprese dal sistema di video sorveglianza della
ditta. Il tempestivo intervento degli uomini antirapina
ha permesso di rilevare che G.D., conducente del
veicolo, era armato di 1 pistola semiautomatica calibro
6.35 con n. 4 cartucce; C.M., passeggero
anteriore, di 1 revolver calibro 38 con n. 6 cartucce e
l’I.A., passeggero posteriore, di 1 taglierino.
I
tre fermati tenevano, nella macchina, fascette
in plastica e scotch, materiale con il quale
avrebbero potuto immobilizzare i dipendenti della ditta,
durante la materiale esecuzione della condotta
criminale.
Gli agenti successivamente in ricerca presso le
abitazioni dei tre autori del reato hanno rinvenuto e
sequestrato, nel domicilio del C.M., ubicato ad Aci
Catena (CT), anche di 1 fucile automatico da caccia,
con relativo munizionamento, risultato rubato.
I tre soggetti, in ragione della condotta criminosa
posta in essere e della detenzione illegale di armi
comuni da sparo, sono tratti in arresto. Gli arrestati,
dopo le formalità di rito, d’intesa con il P.M. di
turno, sono stati tradotti nel carcere di Catania –
Piazza Lanza, per rimanere a disposizione dell’Autorità
Giudiziaria procedente, che lo scorso 26 dicembre ha
convalidato l’arresto.
CATANIA
– Polizia, criticità ufficio denunce: comunicato sindacati
COISP e
UIL SICUREZZA.
I due sindacati di Polizia stigmatizzando la situazione riguardante
l’operatività all’ufficio denunce hanno stilato il seguente documento
congiunto: “Il Questore apporta taluni correttivi in ordine all'Ufficio
denunce della Questura ma permangono assurde criticità.....disagi ai
cittadini. In ordine alle serie criticità riscontrate di recente in seno
all'Ufficio denunce della Questura di Catania e segnalate agli organi di
stampa, a firma "d'ordine del Questore", sono giunte le prime note di
risposta al Sindacato (NE ASPETTIAMO ANCORA) dove si evidenziano i
correttivi presi dalla Questura: ad avviso di chi scrive e verrà spiegato il
motivo, si tratta di soluzioni parziali e inefficaci in quanto permangono
fattori assurdi. In detto Ufficio Denunce, come noto e non per colpa dei
poliziotti che seguono ordini impartiti dai superiori, più
denunce/querele/esposti vengono ricevuti nella stessa stanza con diverse
postazioni di lavoro e con probabile danno alla riservatezza dei dati
personali (un denunciante può ascoltare i fatti dell'altro e ciò nonostante
i tentativi dei poliziotti di evitare ciò); non solo, i diversamente abili
non possono entrare agevolmente in detto Ufficio senza l'aiuto dei
poliziotti in turno e, fatto assurdo, che vi sono attese di ore e ore per
fare una denuncia. In relazione alle lunghe attese, nessuna risposta e nulla
è cambiato, ciò dispiace per il disservizio creato ai cittadini spesso
vittime di reati e per i poliziotti che, a fronte del tanto lavoro e senza
colpa, provano a giustificare le lunghe attese. In ordine alla violazione
della riservatezza e alla problematica dei diversamente abili, la Questura,
grazie alla segnalazione pubblica fatta dal Sindacato, ha disposto che nel
caso di denunce o querele aventi profili di particolare delicatezza, gli
utenti verranno ricevuti in un locale appositamente dedicato, così da
tutelare la riservatezza. Lo stesso locale, nelle more della realizzazione
di un piccolo scivolo e della sistemazione del gradino dell'ufficio denunce,
verrà destinato altresì alla ricezione delle denunce presentate da soggetti
diversamente abili. Si evidenzia che solo quando viene presa una denuncia
con "..profili di particolare riservatezza..", così dice la nota fatta
pervenire dal Vertice della Questura, vengono adottate determinate procedure
volte a tutelare la riservatezza. Quando vengono due denuncianti che devono
presentare una semplice denuncia di smarrimento e/o segnalare altre
criticità quali furti e simili che succede?...TUTTI NELLA STESSA STANZA: ciò
è rischiosissimo perché, come noto, in sede di denuncia i poliziotti devono
chiedere agli esponenti/denuncianti anche dati personalissimi quali la
residenza, i dati anagrafici e sin anche numeri di telefono ed altro
ancora...se qualcuno memorizza questi dati con scopi illegali?Non solo,
fuori la stanza dell'Ufficio denunce della Questura manca opportuna
segnaletica con l'indicazione rivolta alle vittime che devono denunciare
fatti con "..profili di particolare riservatezza..": ciò con il rischio che,
vedendo tanta gente e per l'imbarazzo, persone che vogliono denunciare
determinate situazioni delicate vanno via con il magone: L'UNICA SOLUZIONE È
DI ALLESTIRE E RISERVARE PIÙ STANZE ALL'UFFICIO DENUNCE E IN OGNI STANZA VI
DEVE STARE UNA SOLA POSTAZIONE DI LAVORO, QUINDI UN POLIZIOTTO E UN/UNA
DENUNCIANTE.....COSÌ E' POSSIBILE RISPETTARE LA PRIVACY!!!I Sindacati di
Polizia Coisp e Uil Sicurezza, nel prendere comunque atto di quanto sin ora
fatto e quindi del tentativo di trovare una soluzione ai problemi,
continuano a contestare la gestione dell'Ufficio denunce della Questura di
Catania e, per questo motivo, ancora una volta chiedono pubblicamente
l'intervento al Questore di Catania Alberto Francini, persona altamente
qualificata, affinché vengano eliminate una volta per tutte determinate
assurde criticità in seno alla Questura da lui diretta”.

SCORDIA
CT – Ruba in
appartamento, lentinese incastrato dal sangue perso in casa svaligiata. I
Carabinieri della Stazione di Scordia hanno bloccato Gaetano
PALERMO 37enne di Lentini (SR), in esecuzione di una ordinanza di
custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Caltagirone in ordine
al reato di furto in abitazione. Il personaggio il 24 novembre 2017, per
entrare nell’abitazione di via Sandro Pertini a Scordia aveva infranto un
vetro ferendosi una mano. Il maldestro ignaro di aver lasciato delle tracce
di sangue sul pavimento dell’immobile, aveva razziato preziosi e materiale
informatico per poi fuggire via. Gli investigatori dell’Arma, in sede di
sopralluogo, repertarono il sangue perso dal ladro ferito che è stato
analizzato dagli specialisti del RIS di Messina, ed hanno consentito
l’identificazione del reo. L’arrestato, dopo le formalità di rito, è stato
relegato agli arresti domiciliari.
CALTAGIRONE –
Cocaina, hashish
e marijuana: 80
Carabinieri eseguono misure per 14 personaggi. I soggetti destinatari di
misura cautelare in Carcere: Giovanni CASCIANA 25enne
nato a Caltagirone; Vincenzo CASCIANA 28enne nato a
Piazza Armerina EN; Giacomo Alessandro RIBELLE 29enne nato a
Ravenna; Francesco SPATARO 34enne nato a Caltagirone;
Ai domiciliari:
Giovanni Luca LA ROCCA
23enne nato a Caltagirone;
Giuseppe Stefano
MARCHESE 26enne nato a Caltagirone; Flavio RISO 26enne
nato a Caltagirone; Fabio CANNIZZARO 40enne nato a Caltagirone
(CT); Ivan DI BENEDETTO 28enne nato a Caltagirone.
Dell’Obbligo di Dimora:
Giuseppe NICOLACI
24enne nato a Caltagirone; Liborio SIRACUSA 37enne
nato a Catania; Giuseppe GAMBINO 20enne nato a
Caltagirone; Luca CRISCIONE 24enne nato a Caltagirone.
Dell’Obbligo di
Presentazione alla P.G. :
Giacomo LO BIANCO 25enne
nato a Caltagirone. 80 Carabinieri del Comando Provinciale di Catania,
supportati dalla Compagnia di Intervento Operativo del XII° Reggimento
“Sicilia” e dal Nucleo Cinofili di Nicolosi ,su disposizione della Procura
della Repubblica di Caltagirone, nelle prime ore del mattino nei comuni di
San Michele di Ganzaria, Caltagirone, Palagonia e Ramacca, hanno dato
esecuzione ad una misura cautelare emessa nei confronti di 14 soggetti
ritenuti responsabili, a vario titolo, di concorso in detenzione ai fini di
spaccio di sostanze stupefacenti
del tipo
cocaina, hashish
e marijuana. Il
provvedimento è scaturito
dagli
esiti di un’articolata attività investigativa
condotta dalla Stazione di San
Michele di Ganzaria e dalla Compagnia Carabinieri di Caltagirone tra il mese
di novembre 2017 ed il mese di luglio 2018. Le indagini di natura tecnica,
dinamica e di osservazione, hanno reso possibile accertare la responsabilità
degli indagati in merito ad una fiorente attività di spaccio di stupefacenti
avvenuta nei comuni di San Michele di Ganzaria e di Caltagirone. Destinatari
della misura anche i pronipoti di Ciccio La Rocca, ritenuto Boss di cosa
nostra, reggente la famiglia di San Michele di Ganzaria. Il peculiare ed
inusuale il modus operandi utilizzato dagli indagati, consisteva
nell’affittare, per brevi periodi, alcuni bed & breakfast del Calatino,
all’interno dei quali, all’insaputa dei titolari, veniva smerciata la droga,
nella convinzione di sfuggire ai controlli dei Carabinieri. I militari
dell’Arma, nel corso delle indagini, sono riusciti a delineare le modalità
di approvvigionamento dello stupefacente, che avveniva nel comune di
Palagonia, arrestando nella flagranza 7 soggetti per detenzione ai fini di
spaccio di sostanze.
MASCALUCIA
CT-
47enne in attesa di separazione: testata, morsi e
tenta strangolare moglie, poi si barrica in casa col
figlio: blitz carabinieri liberato bimbo.
I militari della locale Tenenza hanno arrestato nella flagranza
un 47enne del posto, poiché ritenuto responsabile di
maltrattamenti in famiglia e lesioni personali.
La
vittima ha chiesto aiuto ai carabinieri riferendo di
aver patito poco prima l’aggressione da parte del
marito, avvenuta sotto casa della madre di lei. Il
violento avrebbe tentato di strangolare la donna
colpendola con una testata e morderla sul viso, al solo
fine di strapparle il figlio di appena 2 anni dalle
braccia e portarlo via con l’intento di non farglielo
più rivedere. L’intervento immediato di una pattuglia
presso l’abitazione del reo che, si è rifiutato di
aprire barricandosi in casa, ha consentito ai militari
di scavalcare il muro di cinta della proprietà irrompere
nell’appartamento, porre in sicurezza il bambino ed
arrestare lui.
La
donna, è stata trasportata al Policlinico del capoluogo
etneo, i medici del pronto soccorso hanno riscontrato
alla malcapitata: “fratture alle ossa nasali e
cervicalgia post trauma” con una prognosi di gg.30 s.c.
La vittima, nel denunciare il marito, ha raccontato ai
militari di aver subito nei dieci anni di matrimonio
ogni sorta di vessazione legata alla gelosia morbosa del
soggetto, mai placata neanche dopo la nascita del
figlio. Le percosse l’avevano costretto la vittima,
qualche mese fa, a lasciare la casa coniugale per andare
a vivere con la madre in attesa della separazione.
L’arrestato, assolte le formalità di rito, è stato
associato al carcere di Catania Piazza Lanza così come
disposto dall’Autorità Giudiziaria.
SANTA MARIA di LICODIA
CT
–
Donna
picchiata ed abusata da ex compagno: Carabinieri stalker ai domiciliari.
La Procura Distrettuale della Repubblica, nell’ambito di indagini a carico
di T.S. 26enne, indagato per i reati di maltrattamenti contro
familiari, lesioni personali aggravate ed atti sessuali con minorenne
commessi in danno della convivente, ha richiesto ed ottenuto la misura
cautelare della custodia degli arresti domiciliari eseguita dai Carabinieri
della Stazione di Santa Maria di Licodia (CT).
Le
indagini, coordinate dal pool di magistrati qualificati sui reati che
riguardano la violenza di genere, hanno evidenziato una serie di eventi che
hanno visto la donna patire dal 2012 ad oggi una vera e propria via crucis.
Lui nel corso della convivenza familiare, oltre ad avere abusato
sessualmente della compagna quando questa ancora non aveva compiuto i 14
anni, ha posto in essere una serie di condotte violente e vessatorie nei
confronti della stessa aggredendola, in più occasioni, con calci e pugni e
cagionandole delle lesioni (in un episodio le causava la perforazione del
timpano), costringendola a ricorrere innumerevoli volte alle cure di diversi
presidi ospedalieri, il tutto allo scopo precipuo di volerla soggiogare al
proprio volere, isolandola di fatto dal contesto di amici e soprattutto
dalla famiglia di origine. Il violento avrebbe tenuto poi condotte senza
soluzione di continuità, anche dopo la decisione della ragazza di lasciare
il compagno, costellate anche da insulti ledenti la dignità della persona
offesa, nonché minacce, tra le quali: “ti infilo un coltello nel collo” e
“non ti fare vedere in giro con qualcuno perché ti metto sotto con la
macchina”.
La vittima, ormai esasperata, ha comunque trovato la forza di reagire
denunciando l’ex ai carabinieri fornendo agli inquirenti tutti gli elementi
necessari a configurare un quadro probatorio a carico dell’indagato che non
ha lasciato alcun dubbio al giudice il quale, accogliendo la richiesta della
Procura, ha emesso la misura restrittiva.
BIANCAVILLA CT-
Carabinieri, in fondo agricolo trovano armi clandestine.
Giuseppe SAPIA 37enne
è stato rinchiuso in carcere, produceva in proprio le munizioni. I
Carabinieri della locale Stazione hanno bloccato nella flagranza il
personaggio già gravato da precedenti specifici, poiché ritenuto
responsabile di detenzione di armi clandestine, detenzione illegale di armi
comuni da sparo, munizioni comuni e da guerra nonché ricettazione.
I militari, al termine di una breve ma
proficua attività info-investigativa, hanno avuto accesso al terreno di
proprietà del soggetto, ubicato in località Guardia Maio del comune di
Biancavilla, dove una approfondita ispezione dei luoghi ha consentito di
rinvenire, sotto un cumulo di pietre creato ad arte dal reo, armi e
munizioni: 1 fucile automatico calibro 12 marca “Franchi”, risultato
oggetto di furto in una abitazione di Canosa di Puglia (BA) nel lontano
giugno del 1991; 1 pistola a salve modificata in arma comune da sparo; 800
cartucce di diverso calibro; 3 kit completi per la produzione e ricarica di
cartucce.
Le armi sequestrate nei prossimi giorni
saranno inviate agli esperti del R.I.S. di Messina per essere sottoposte a
specifici esami tecnico-balistici che potrebbero stabilirne l’eventuale
utilizzo in pregressi episodi criminosi. L’arrestato, assolte le formalità
di rito, è stato associato al carcere di Catania Piazza Lanza.
CATANIA– Ministero, designa dott. Fazzino Vicario Questore Catania.
Il Ministero dell’Interno ha indicato, il dottore Salvatore Fazzino,
quale funzionario che assume le funzioni vicarie dell’Autorità di Pubblica
Sicurezza a Catania. Il dott. Fazzino è stato già Capo di Gabinetto della
Questura di Catania dal dicembre 2015, ed affianca adesso il Questore
Alberto Francini nelle molteplici attività che interessano il capoluogo
etneo. Il personale della Questura di Catania si congratula con il dottore
Salvatore Fazzino per il nuovo incarico di Vicario del Questore. Le più
fervide congratulazioni con sincera stima sono espresse anche dal nostro
giornale.
video
ROS trovata formula affiliazione mafia
ROMA
- ROS eseguiti 31 arresti: associazione tipo mafia da
Catania trapiantata a Roma.
Le misure riguardano tra Catania e Roma la famiglia
Fragalà : 28 in carcere e 3 ai domiciliari. I
carabinieri di mattina hanno eseguito, nelle province di
Roma e Catania, l’ordinanza di custodia cautelare,
emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Roma, su
richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia. I
militari, nel corso delle indagini, oltre ad effettuare
numerosi riscontri investigativi, hanno sventato, poche
ore dopo la sua consumazione avvenuta a Torvaianica il
3 marzo 2016, il sequestro di Ignazio FRAGALÀ, il cui
movente sarebbe stato connesso ad una controversia
sorta in merito al pagamento di una partita di
stupefacenti tra il clan FRAGALÀ ed esponenti del clan
CAPPELLO di Catania. I reati, aggravati dal metodo e
dalle finalità mafiose: estorsione, danneggiamento con
incendio, detenzione e porto abusivo di armi, traffico
di stupefacenti, trasferimento fraudolento di valori e
favoreggiamento personale. I provvedimenti sono
scaturiti dall’attività investigativa, condotta dal
R.O.S. tra il 2014 e il 2017 e coordinata dalla D.D.A.
di Roma. Gli investigatori hanno svelato l’esistenza di
un sodalizio mafioso, “clan FRAGALÀ”, composto
prevalentemente da membri dell’omonimo nucleo familiare,
di origini catanesi ma da anni trapiantato in provincia
di Roma, la cui operatività criminale era estesa al
quadrante sud dell’area metropolitana della Capitale ed
in particolare ai comuni di Pomezia, Torvaianica e Ardea.
Le indagini, avvalorate anche da riscontri a
dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, hanno
consentito di ricostruire l’organigramma del clan,
individuando Alessandro FRAGALÀ(61 anni), il nipote
Salvatore FRAGALÀ (41 anni) e Santo D’AGATA (61 anni),
quali soggetti aventi funzioni direttive, in costante
contatto con gli ambienti mafiosi catanesi sia per la
gestione dei traffici illeciti, sia per il reclutamento
di manodopera criminale per lo svolgimento delle
attività delittuose in territorio laziale. I ROS hanno
evidenziato che un ruolo di rilievo sarebbe stato
altresì rivestito da Astrid FRAGALÀ (40 anni), figlia di
Alessandro, elemento di cerniera tra il padre e la vita
pubblica pometina, con il compito di curare le relazioni
ed i contatti con esponenti delle professioni, della
pubblica amministrazione e della politica locale, anche
in ragione del suo percorso professionale e
nell’associazionismo di categoria, finalizzati ad
infiltrare e condizionare la vita politica e la pubblica
amministrazione pometina. L’inchiesta del ROS ha
rivelato una figura di centrale importanza
investigativa di uno storico personaggio Di origini
palermitane legato a “Cosa nostra”, già uomo di fiducia
a Roma del boss Pippo CALÒ, ovvero Francesco D’AGATI (83
anni), uno dei destinatari del provvedimento cautelare
per il reato di concorso esterno nell’associazione
mafiosa facente capo al clan FRAGALÀ. I ROS hanno
evidenziato che D’AGATI, sarebbe inserito nelle
dinamiche mafiose del territorio romano, dove risiede
stabilmente da anni, e capace di mantenere relazioni di
elevato livello anche al di fuori degli ambienti
criminali, è emerso per autorevolezza e prestigio
mafioso, intervenendo a tutela e in rappresentanza degli
interessi del clan FRAGALÀ nell’ambito delle
controversie con altre organizzazioni criminali operanti
nella capitale, fornendo così un importante contributo
alla conservazione e al rafforzamento del clan. I
carabinieri relativamente alle attività illecite
perpetrate dal sodalizio, hanno documentato:
consistenti traffici di sostanze stupefacenti del tipo
cocaina, marijuana e hashish, individuando i canali di
approvvigionamento (Colombia e Spagna) e le relazioni
funzionali allo sviluppo di tali interessi criminali,
intessute con: una componente del clan dei Casalesi.
L’inchiesta ha evidenziato che nel corso del biennio
2014-2016, le due strutture sarebbero giunte finanche a
federarsi, elaborando obiettivi comuni e condividendo
risorse economiche ed armi; soggetti riconducibili ai
clan SANTAPAOLA e CAPPELLO di Catania; diversi episodi
estorsivi, attuati con metodo mafioso, nei confronti di
imprenditori locali anche sotto forma di “recupero
crediti”, nonché approvvigionamenti di armi clandestine
e di materiali esplodenti per il compimento di
attentati/danneggiamenti a scopo intimidatorio;
dinamiche associative, riguardanti i rapporti tra le
diverse organizzazioni mafiose operanti nella Capitale,
finalizzate a comporre i dissidi secondo un sistema
condiviso di valori e principi mafiosi, in funzione di
un comune interesse al mantenimento di rapporti pacifici
per esigenze di autoconservazione.

CATANIA
- Polizia
a Librino filma 2 pusher che forniscono clienti,
cinofili recuperano 100 stecche marijuana.
I tutori dell’ordine hanno eseguito controlli mirati
nel quartiere in particolare al viale Castagnola e viale
san Teodoro per prevenire e reprimere il dilagante
fenomeno dello spaccio di sostanza stupefacente. Gli
operatori di polizia dopo un’attenta attività di
osservazione, hanno notato 2 soggetti, 1 dei quali con
numerosi precedenti penali in materia di droga, nascosti
nei pressi di un atrio condominiale in trattative con un
assuntore. I poliziotti, non appena hanno notato la
cessione della sostanza, sono intervenuti bloccando gli
spacciatori e l’assuntore. e, nell’occorso, sono
riusciti finanche a documentare fotograficamente lo
spaccio. Gli agenti hanno perquisito i pusher e
rinvenuti addosso: 8 involucri di marijuana e soldi di
piccolo taglio. Gli spacciatori, per tale motivo, sono
stati indagati in libertà per il reato di detenzione ai
fini di spaccio di sostanze stupefacenti tipo marijuana.
I poliziotti hanno anche sequestrato soldi e droga. 1
degli spacciatori ha riferito che spaccia e di essere in
attesa di ottenere il reddito di cittadinanza e, in
considerazione di quanto accertato, è stato segnalato
alla Guardia di Finanza ed all’Inps per valutare
l’eventuale diniego di detto sussidio. L’assuntore di
droga si è opposto al controllo di polizia tentando di
fuggire per cui a lui è stato contestato il reato di
resistenza a pubblico ufficiale. Gli agenti hanno per il
consumatore avviato immediatamente la sospensione della
patente di guida ed è stato segnalato alla locale
prefettura ai fini del recupero terapeutico. L’unità
cinofili della polizia di stato, in viale san Teodoro
numero 7 ha rinvenuto e sequestrato a carico di ignoti
oltre 100 stecche di sostanza stupefacente tipo
marijuana.
video
RAPINA
CATANIA
–
video RAPINa
4 rapinano
Mc Donald’s, Carabinieri e Polstrada ammanettano 3
catanesi ed 1 lentinese.
Si tratta dei catanesi
Giuseppe ALECCI 32enne, Mirko MUSUMECI
28enne presi da Polizia assieme al lentinese
Marco SORTINO 41enne
e del
catanese Giovanni LEONE 39enne ammanettato dai
carabinieri.
Grazie
ad una attività investigativa eseguita in perfetta
osmosi tra gli Agenti del Compartimento Polizia Stradale
Sicilia Orientale – Sezione Polizia Stradale di Catania
ed i Carabinieri del Comando Provinciale, nel giro di
poche ore i quattro che la scorsa notte hanno assalito,
a mano armata e con il volto travisato da passamontagna,
il Mc Donald’s di piazza Stesicoro in pieno centro
storico, sono stati assicurati alla giustizia.
La
chiamata pervenuta sul 112 (N.U.E.), ha allertato i
militari che sono intervenuti nel “MC DONALD’S” di
piazza Stesicoro, dove alle ore 01.50, 4 sconosciuti a
viso coperto ed armati di pistola e coltello si erano
fatti consegnare dal responsabile di turno la somma
contante di circa 8.000 euro.
L’Arma dei Carabinieri nel corso della notte ha
proceduto con il primo immediato intervento, mentre la
Polizia Stradale transitando nell’area di servizio “Eni”
sita al km.13,600 della tangenziale di Catania direzione
ME-SR, ha notato una vettura mini cooper con 3 soggetti
a bordo che, alla vista dell’equipaggio ha accelerato
l’andatura in direzione Siracusa. Gli agenti della
Polstrada, hanno notiziato la sala operativa
compartimentale ponendosi all’inseguimento del veicolo
che, con difficoltà e dopo circa 4 chilometri, veniva
bloccato sulla corsia di emergenza.
Gli
operatori fermata l’auto hanno proceduto al controllo
degli occupanti ed alla perquisizione personale degli
stessi estesa al veicolo che ha dato esito positivo. I
poliziotti hanno rinvenuto 1 busta in plastica
contenente 598 euro in monete di diverso taglio,ed
indumenti vari: 1 giubbotto nero, 1 felpa di colore
grigio e blu, 1 giacca di tuta ginnica blu e strisce
bianche e azzurre, 1 scaldacollo, 2 cappellini e 4
apparecchi tipo walkie talkie; dalla perquisizione
personale sono stati rinvenuti nella tasca dei pantaloni
del SORTINO la somma di 1.250 euro in banconote di vario
taglio. I tutori dell’ordine, dai risvolti info
investigativi hanno appurato che precedentemente, era
stata diramata nota di una rapina perpetrata, alle ore
02,00, ai danni dell’esercizio commerciale Mc Donald’s a
Catania in piazza Stesicoro, ad opera di malviventi
travisati armati di coltello. Gli investigatori
pertanto, con l’ausilio di personale dell’UPGSP della
locale Questura, hanno accompagnato i tre soggetti
presso gli uffici della Polizia Stradale. Uomini della
Polizia Giudiziaria del locale Compartimento Polizia
Stradale nel frattempo, hanno preso contatti con
l’esercizio commerciale e con militari dell’Arma dei
Carabinieri di Piazza Dante intervenuta sul posto. Gli
investigatori hanno accertato chiaramente dalla visione
dei filmati del sistema di video sorveglianza
dell’esercizio, che i 3 fermati corrispondevano
esattamente ai soggetti che avevano, poco prima,
consumato la rapina a mano armata di coltello. I
militari dell’Arma, proseguendo l’attività
investigativa, sono riusciti a dare un volto al quarto
soggetto Giovanni LEONE, localizzato e catturato nella
sua abitazione dove i carabinieri hanno rinvenuto e
sequestrato: la somma in contanti equivalente a circa
800 euro, nonché gli indumenti utilizzati dal malvivente
durante la rapina. Gli arrestati, assolte le formalità
di rito, sono stati associati nel carcere Piazza Lanza
di Catania.
La straordinaria sinergia delle forze dell’ordine sul
territorio e la tempestività del loro intervento hanno
così consentito di assicurare alla giustizia una banda
di rapinatori.
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