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CATANIA -    CONSOLI DIRIGENTE X REPARTO MOBILE CATANIA. Il  Primo Dirigente dr. Giancarlo Consoli, lo scorso 15 giugno, si è insediato quale comandante del X Reparto Mobile della Polizia di Stato di Catania. il funzionario dr. Giancarlo Consoli  proviene dalla Questura di Catanzaro dove ha ricoperto l’incarico di dirigente della Divisione Polizia Amministrativa, Sociale e dell’Immigrazione. Il  dr.  Consoli è nato a Catania nel 1969, si è laureato in Giurisprudenza e Scienze delle Pubbliche Amministrazioni presso l'Università degli Studi di Catania ed è in servizio nella Polizia di Stato dal 1998 come Vice Commissario.  Il  dr. Consoli, nel corso della sua carriera, ha ricoperto l’incarico di dirigente dell’Ufficio Immigrazione e della Divisione Polizia Anticrimine presso la Questura di Caltanissetta, è stato dirigente del Commissariato di P.S. di Caltagirone e Funzionario di Gabinetto presso la Questura di Catania. Il  dr. ìConsoli ha diretto anche i Commissariati di P.S. Piazza Armerina, Pachino, Licata, Avola, Priolo Gargallo, Adrano, Librino e Nesima. I nostri auguri di buon lavoro al funzionario di Polizia.


CATANIA -  Carabinieri bloccano 1 giovane pusher con droga da smerciare. Il soggetto sembrava dedito a gestire un punto vendita di droga per tutti i gusti.  I militari del Nucleo Radiomobile del Comando Provinciale di Catania hanno bloccato Gabriele FURNARI 27enne, catanese ma domiciliato a Misterbianco, per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. I militari nell’espletare un servizio perlustrativo nel quartiere di San Giovanni Galermo, si erano posizionati a debita distanza ed hanno notato in via Capo Passero FURNARI. Il personaggio era intento  ad effettuare dei veloci scambi con alcuni giovani. Gli investigatori, con tempestività, hanno bloccato il sospettato nonostante avesse già accennato un timido tentativo di fuga. Il personaggio è stato sottoposto a perquisizione. I carabinieri hanno rinvenuto addosso al giovane l’occorrente per la gestione di un “punto vendita” di droga per tutti i gusti: 11 dosi di marijuana e ed altre di cocaina, nonché 160 euro provento dell’attività di spaccio.


  video SEQUESTRO

CATANIA - Coronavirus, NAS Carabinieri, sequestrati 1600 flaconi gel igienizzante non a norma. Il NAS di Catania, nell’ambito dell’emergenza Covid-19, sono assiduamente impegnati anche in attività di controllo degli esercizi commerciali e delle attività produttive che orbitano nel campo dei prodotti e degli articoli sanitari adibiti alla prevenzione e contenimento del fenomeno epidemico. I militari hanno attenzionato quanto suscita particolare interesse tra i cittadini: i prodotti antisettici  e  le sostanze destinate a venire a contatto con la pelle e le mucose determinando un’azione battericida. Queste sostanze, per la loro delicata funzione, devono rispettare rigidi criteri produttivi e superare severi controlli, rappresentando quelli che tecnicamente vengono denominati biocidi o presidi medico chirurgici. Il Nas di Catania, nel corso di quotidiani controlli, ha individuato nella zona etnea uno stabilimento chimico che, oltre la produzione di classici detergenti per la casa e prodotti per la cosmesi, viste le attuali esigenze di mercato, si stava cimentando anche nella produzione di “gel antisettico”, ultimamente molto richiesto per l’igienizzazione delle mani. I tutori dell’ordine, ad un attento esame visivo sulle etichette apposte nelle confezioni di vendita hanno notato un particolare molto importante: la mancanza del numero di registrazione rilasciato dal Ministero della Salute quale codice univoco che attesta la sottoposizione del prodotto al regime autorizzativo previsto dalla legge a comprova di quel necessario controllo preventivo all’immissione in commercio,  attraverso il quale viene valutata la sicurezza per il consumatore il rispetto per l’ambiente e, non per ultimo, la reale efficacia del biocida. Gli uomini del NAS di Catania, per tale ragione, hanno immediatamente sequestrato in via cautelativa il gel igienizzante posto in commercio dal produttore etneo, in un quantitativo di oltre 1.600 confezioni, la questione è al vaglio della magistratura alla quale è stato deferito il fabbricante. L’attività di controllo dei Nas verrà proseguita anche nelle restanti aree produttive della provincia   estendendola anche alla produzione e commercializzazione di altri articoli sanitari compresi i dispositivi di protezione individuali come le cosiddette mascherine chirurgiche.


PALAGONIA  - 29enne pusher spavaldo bloccato ed ammanettato dai carabinieri. I militari del Nucleo Operativo della Compagnia di Palagonia hanno arrestato, nella flagranza, un 29enne del posto perché responsabile di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. I militari,  tenevano d’occhio da tempo il sospettato perché sicuri che la sua spavalderia, per la sua consapevolezza di essere ancora incensurato, lo avrebbe prima o poi tradito.   Così  è stato. Il soggetto era controllato a debita distanza dagli investigatori. Il 29enne era stato visto in Contrada Albanella entrare all’interno di un immobile di sua pertinenza ed  a quel pubnto  i militari, hanno  capito che era arrivato il momento giusto per intervenire. I carabinieri  hanno quindi bloccato il personaggio e dopo averlo perquisito l’hanno trovato in possesso di attrezzi da pusher: 7 dosi di marijuana, confezionate per la vendita al minuto, 3 bilancini di precisione e la somma di 175 euro, ritenuta provento dello spaccio. L’individuo è stato posto agli arresti domiciliari in attesa delle determinazioni dell’Autorità Giudiziaria.


PATERNO’ - Blitz antidroga Carabinieri e cinofili, bloccano pusher, cane trova stupefacente in casa nascondiglio. Il pusher aveva lanciato la droga dal balcone  per nasconderla ai militari ma invano.  I Carabinieri del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Paternò, con il supporto del Nucleo Cinofili di Nicolosi hanno preso  Antonio MUSARRA 19enne, del posto, per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. I militari avevano compreso che in paese girava voce sul giovane come dedito allo spaccio di droga. I carabinieri hanno voluto vedere chiaro ed hanno avviato una breve attività infoinvestigativa. Una  perquisizione effettuata nell’abitazione del ragazzo  in via Asmara ha tolto ogni dubbio. Il giovane, che   non ha gradito la visita dei carabinieri, ha soprasseduto all’apertura della porta d’ingresso temporeggiando per cercare di disfarsi, nel frattempo, della droga detenuta in casa. Il maldestro è stato visto dai militari affacciarsi dal balcone retrostante la’abitazione e lanciare una busta di cellophane in direzione di una casa disabitata. Il furbo ha provveduto poi a consentire l’accesso ai militari i quali, grazie al fiuto del cane “Zero” hanno subito trovato 1 involucro contenente qualche grammo di marijuana, nonché il materiale per il confezionamento della droga. I carabinieri, a seguito delle operazioni per il recupero di quanto lanciato dal MUSARRA, sul balcone dell’abitazione abbandonata e prospiciente a quella del ragazzo hanno rinvenuto 1 busta di plastica contenente 155 dosi di marijuana ed 1 bilancino di precisione, nonché ancora, distaccatosi durante il lancio e caduto sulla via Fiume, 1 involucro contenente ulteriori 15 dosi di “erba”.  MUSARRA è stato posto ai domiciliari in attesa delle determinazioni dell’Autorità Giudiziaria.


CATANIA Morde, picchia e maltratta donna connazionale, Mauriziano irregolare, arrestato da agenti. La Polizia di Stato, ieri sera, ha arrestato un mauriziano di 40 anni, per il reato di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali.  Una segnalazione su linea 113 è giunta da parte di un utente alle ore 22:30, per comunicare che  in via Pietro dell’Ova, si sentivano urla di una donna provenire dalla casa attigua ed oggetti in frantumo.  Una Volante prontamente è intervenuta sul luogo, ed ha  riscontrando la presenza di una donna di nazionalità mauriziana, scalza, fuori dalla porta di casa. La  malcapitata stava piangendo disperatamente con il corpo visibilmente pieno di lividi e sanguinante.  La vittima ha riferito ai poliziotti di essere stata picchiata nell’ennesima lite familiare dal proprio compagno, un connazionale. Il sogetto  aveva malmenato selvaggiamente la poveretta con calci e pugni, l’aveva minacciata con un bastone, morso le dita della mano e distrutto tutto ciò che gli capitava a tiro. L’energumeno aveva poi buttato fuori in strada la donna, barricandosi in casa col proprio figlioletto. I poliziotti  hanno fatto immediatamente irruzione nell’immobile, e trovato uno scenario terrificante: suppellettili rotti e sparsi per tutto il cortile pertinente all’abitazione, cocci di bottiglia, mobili danneggiati riversi in terra.  Gli agenti hanno   appurato che lui era solito fare uso di alcol e quella era l’ennesima reazione violenta nei confronti della povera donna. La discussione era degenerata come al solito proprio per l’assunzione dell’alcol.  La vittima fatta refertare in ospedale ha riportato una prognosi di 3 giorni.  I poliziotti  hanno accertato  che lui, fosse irregolare sul territorio,   è stato dichiarato in arresto e, su disposizioni del P.M. di turno, condotto presso il carcere di Piazza Lanza.  



BELPASSO CTMarito da 30anni maltratta moglie, lei lo denuncia, magistrato dispone arresti domiciliari in altra sede.  La Procura Distrettuale della Repubblica, nell’ambito di indagini a carico di C.A. 59enne, indagato per i reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali, commessi in danno della moglie, 55enne, ha richiesto ed ottenuto la misura cautelare degli arresti domiciliari eseguita dai Carabinieri della Stazione di Belpasso. Le indagini, coordinate dal pool di magistrati qualificati sui reati che riguardano la violenza di genere, hanno evidenziato come la parte offesa abbia dovuto patire dal lontano 1987 ad oggi ogni  sorta di vessazione psicofisica ad opera del proprio marito ed in presenza delle 2 figlie, oggi maggiorenni, quando queste erano ancora minorenni. Lui, convivendo con la moglie, tenendo un atteggiamento aggressivo nei confronti del coniuge, ingiuriandola e minacciandola con epiteti quali:”puttana, troia, bastarda, devi morire!” picchiandola abitualmente con schiaffi e spintoni (trauma guancia e orecchio sinistro con gg.8 di prognosi), nonché in 1 episodio sbattendole ripetutamente la testa contro una porta (trauma cranico con gg.8 di prognosi), ha assunto una posizione di prevaricante supremazia che di fatto ha relegato la parte offesa ad una posizione di sottomissione fisica e psicologica. La donna era anche costretta a dormire sul divano, mentre il marito continuava a dormire nella stanza da letto. La poveretta era sottomessa fino ad affrontare le difficoltà economiche a causa del rifiuto di  lui a contribuire alle spese domestiche. La vittima, grazie anche al supporto delle figlie, ha trovato il coraggio di denunciare il coniuge ai carabinieri i quali, in perfetta osmosi investigativa con il magistrato titolare dell’indagine, hanno acquisito tutti gli elementi di prova utili al giudice per l’emissione della misura cautelare. 


 

 

dott. Renato Panvino  

video  intervista

 

dott. Renato Panvino

 

video  conferenza

 

CATANIA  - DIA Capo Centro Renato Panvino conclude incarico a Catania, a Nuoro è il vicario Questore.  Il  primo dirigente in 5 anni di permanenza nell’antimafia a Catania come Capo Centro  Operativo della Dia ha svolto e concluso moltissime inchieste in modo brillante. Il “Modello Catania” sostenuto dal procuratore Carmelo Zuccaro è stato il percorso operativo del dott. Renato Panvino   video  intervista nella gestione della Direzione Investigativa Antimafia etnea ed ha conseguito importanti risultati nelle operazioni  di lotta alla mafia in Sicilia orientale con arresti anche di “colletti bianchi”, dell'imprenditoria e della pubblica amministrazione, ha attuato l'aggressione ai patrimoni dei clan mafiosi con il sequestro di beni per oltre 279 milioni di euro e la confisca per 456 milioni di euro. Il dott. Renato Panvino dalla DIA fa rientro in Polizia per svolgere il ruolo di vicario nella Questura di Nuoro da sempre definita una terra difficile. Il dirigente DIA, nel corso della conferenza stampa di fine mandato ha detto

  video  conferenza

 “Sono orgoglioso di essere stato il Capo Centro della Dia di Catania. Non ci ha intimorito alcuna azione, abbiamo fatto sempre il nostro dovere senza enfasi.  Il nostro pensiero è alla gente semplice di Catania, ai cittadini senza nome che ci fermano e ci dicono  bravi continuate così, siete il nostro orgoglio. Sono triste nel lasciare questa città, ma felice di rientrare in Polizia e quale vicario di Questura in una terra difficile, dove la mia amministrazione ha ritenuto io possa dare una mano, ad un questore che ha grande esperienza. Un sincero e sentito saluto a Catania ed ai giornalisti: siete indispensabili per la democrazia e per la lotta alla mafia, siete stati preziosi compagni di viaggio, continuate a tenere la schiena dritta e scrivere quello che avete sentito e visto".


BELPASSO CT Carabinieri, presi 2 mentre razziano deposito di una ditta edile. I militari della Compagnia di Paternò hanno bloccato nella flagranza i catanesi Massimo GARRO  36enne e Ferdinando BRUNO 38enne, poiché ritenuti responsabili del concorso in furto aggravato. I personaggi sono stati sorpresi dagli uomini del Nucleo Operativo in contrada Ferraria, agro del comune di Belpasso, mentre stavano rubando dal deposito della ditta “La Fenice S.r.l”  1 autocarro Iveco Daily, dei martelli pneumatici, attrezzatura varia da cantiere ed un ingente quantitativo di materiale ferroso. La refurtiva è stata restituita all’avente diritto, mentre i due dopo l’arresto sono stati relegati ai domiciliari.


CATANIA - Gambiano pusher a San Berillo prova a strozzare poliziotto a controllo, ammanettato. La Polizia di Stato lo scorso 22 gennaio, ha arrestato il gambiano Ousman SENE 22enne, per il reato di Violenza e lesioni a Pubblico Ufficiale. Una pattuglia del Commissariato Centrale, durante il normale servizio di controllo del territorio, mentre stava transitando la zona del noto quartiere di San Berillo vecchio, ha notato un giovane italiano acquistare da persone non comunitari della sostanza stupefacente. L’acquirente ed il pusher, alla vista dei poliziotti, si sono dati alla fuga. I poliziotti, dopo un breve inseguimento, sono riusciti a fermare sia il giovane in procinto d’acquistare  il quale spontaneamente ha deciso di consegnarsi agli agenti che, un secondo giovane, anch’esso extracomunitario, che  si trovava in compagnia del pusher. Lo spacciatore, noto ai due agenti intervenuti in quanto già era stato arrestato in simili circostanze pochi giorni prima, durante il controllo eseguito dai poliziotti, è andato in escandescenza rifiutandosi di salire sull’auto di servizio. Il malfattore, ha iniziato a sferrare calci e pugni ai due poliziotti, sempre più violentemente, tanto che, nel tentativo di divincolarsi dalla presa degli agenti, ha afferrato uno dei poliziotti per il collo stringendo la presa delle mani. Solo grazie all’intervento del collega l’agente è riuscito a liberarsi dalla stretta dell’aggressore, il quale, è stato poi bloccato per essere ammanettato e fatto salire definitivamente sulla macchina. SENE, per questi motivi, è stato rinchiuso nelle camere di sicurezza in attesa del giudizio per direttissima, mentre, il giovane acquirente è stato segnalato al Prefetto per l’Art.75 del DPR 309/90.


NICOLOSI CT -  Ivan “il terribile a 4 zampe” fiuta  marijuana: carabinieri 1 in manette. I Carabinieri della Stazione di Belpasso,  a Nicolosi, con il supporto dei militari della locale Stazione e del Nucleo Cinofili, hanno bloccato Lorenzo VITTORIO 36enne, del posto, per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. L’attività info investigativa dei militari dell’Arma di Belpasso aveva fornito loro sufficienti elementi per supporre che il soggetto fosse dedito all’illecita attività di spaccio di droga. I militari quindi, ieri pomeriggio, si sono presentati presso l’abitazione dal soggetto a Nicolosi per la perquisizione. I carabinieri, ben presto si sono resi conto d’aver visto giusto. Gli investigatori infatti, su un gradino delle scale, in un borsello ed anche su uno scaffale, hanno rinvenuto piccole quantità di marijuana.   Il  “collega” carabiniere a quattro zampe Ivan è arrivato a dare man forte ed insieme al suo conduttore, ha fiutato 2 involucri contenenti la stessa sostanza stupefacente, dei quali 1 suddiviso già in ulteriori 10 involucri per un peso complessivo di 112 grammi ed 1 bilancino di precisione. I carabinieri, nel corso della perquisizione, inoltre, hanno rinvenuto 1.090 euro posti sotto sequestro con la droga, perché ritenuti essere il provento dello spaccio.


CATANIA - Poliziotto morto sulla Catania-Messina, cordoglio FSP POLIZIA: “Un giorno nefasto. Ennesimo tributo di sangue versato per lo Stato e i cittadini”. Angelo Gabriele Spadaro, 55 anni è il poliziotto deceduto, l'Assistente Capo Giuseppe Muscolino è rimasto ferito. Valter Mazzetti, Segretario Generale FSP Polizia di Stato, ha espresso il cordoglio suo e della Federazione Sindacale di Polizia per la morte dell’Assistente Capo, Angelo Gabriele Spadaro, 55 anni, in servizio alla Sottosezione Polizia Stradale di Giardini Naxos. Il poliziotto è deceduto martedì mattina a seguito di un incidente costato la vita anche a un altro uomo ed a una donna che  stavano viaggiando a bordo di altri veicoli coinvolti nello scontro. Il poliziotto lascia i genitori, la sorella ed il fratello, Ispettore di Polizia che presta servizio a Messina. E’ rimasto ferito l’altro componente della pattuglia, l’Assistente Capo Giuseppe Muscolino, che con Spadaro era intervenuto per un precedente incidente. Valter Mazzetti, Segretario Generale FSP Polizia dice : “Oggi è un giorno nefasto, l’ennesimo grave incidente sulle strade che questa volta ha distrutto la vita di Angelo Spadaro, travolto e ucciso sulla Catania-Messina. Il nostro primo pensiero è per i familiari e gli amici del collega deceduto, per le famiglie delle altre vittime di questa drammatica vicenda, per l’altro poliziotto rimasto ferito, Giuseppe Muscolino. Giornate come queste non dovrebbero mai arrivare, ma invece purtroppo la morte è sempre in agguato, specialmente per gli appartenenti alla Polizia di Stato, che proprio con la Stradale continuano a pagare il più alto tributo di sangue al Paese e ai cittadini. E oggi con Angelo se ne va un altro servitore dello Stato, che con il suo lavoro diuturno e silenzioso rappresenta un esempio di alto senso del dovere e di coraggio nello svolgimento di compiti che, come ogni poliziotto sa, ma come troppi non pensano, possono in qualsiasi istante costare la salute o la vita stessa. Un altro doveroso pensiero vogliamo rivolgerlo anche a tutti gli altri colleghi che ogni giorno, nonostante tutto, vanno in strada a onorare la divisa che indossano e che, da oggi, continueranno a farlo, pronti ad aiutare chiunque nel momento del bisogno se li troverà accanto, anche con l’immagine di Angelo Spadaro nella mente e nel cuore”.


CATANIA 32enne paternese aggredisce  titolare bar e Carabinieri intervenuti per fermarlo. I militari del Nucleo Radiomobile del Comando Provinciale di Catania hanno tratto in arresto un 32enne paternese per lesioni aggravate, resistenza e violenza a pubblico ufficiale. Il soggetto la scorsa notte si trovava in via Dusmet presso il noto Bar Etoile in evidente stato di alterazione psicofisica riconducibile verosimilmente ad uso sostanze stupefacenti. Il personaggio, dopo aver aggredito per futili motivi il titolare dell’esercizio commerciale, si è avventato anche contro i  militari operanti intervenuti a seguito della segnalazione pervenuta al numero unico 112. L’individuo è stato bloccato e ammanettato  e  poi essere tradotto presso la Casa Circondariale di Piazza Lanza come disposto dall’A.G. etnea.


CATANIAAgenti bloccano corriere con cocaina ad uscita Autostrada. La Polizia di Stato ha tratto in arresto: Salvatore ZUMMO 43enne, già noto, ritenuto responsabile del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente del tipo eroina. Poliziotti  della Sezione “Criminalità Organizzata” della Squadra Mobile e del Commissariato di P.S. di Adrano (CT) la sera di martedì 8 gennaio presso il casello “San Gregorio” dell’autostrada A/18 Messina - Catania, hanno proceduto al controllo di un’auto condotta da Salvatore ZUMMO.  Gli agenti, ad esito della perquisizione, , hanno rinvenuto occultato all’interno degli indumenti intimi e sequestrato 1 involucro in cellophane, contenente sostanza stupefacente del tipo eroina per un peso complessivo lordo di 100 gr. circa. Salvatore ZUMMO espletate le formalità di rito è stato associato presso la Casa Circondariale di Catania  a piazza Lanza a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.


GRAMMICHELE CT-  Scippa a 87enne collana fuori cimitero,  lei cade si frattura femore: CC lui preso. I Carabinieri della locale Stazione hanno bloccato Gesualdo MONTEMAGNO 34enne, già sottoposto alla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza ed alle misure cautelari dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e di obbligo di dimora nel comune di residenza, poiché ritenuto responsabile di rapina aggravata, lesioni personali nonché violazione degli obblighi inerenti la misura di prevenzione cui era sottoposto. La  vittima, una donna di 87 anni, la mattina del 31 ottobre scorso, in occasione della giornate  dedicate al ricordo dei defunti, molto sentite in terra di Sicilia, era andata ad onorare il marito sepolto nel cimitero di Grammichele. L’anziana, all’uscita dal luogo sacro, è stata affrontata dal criminale che, pur di strapparle dal collo una catenina d’oro, l’ha fatta rovinare violentemente al suolo provocandole la frattura del femore, così come diagnosticato dai medici dell’Ospedale “Gravina e Santo Pietro” di Caltagirone, nosocomio presso il quale la poverina è tuttora ricoverata dopo essere stata sottoposta ad un delicato intervento chirurgico. La  denuncia dei familiari della vittima, presentata ai Carabinieri della locale Stazione, ha permesso agli investigatori, coordinati dal magistrato di turno presso la Procura delle Repubblica di Caltagirone, dott. Vincenzo CALVAGNO D’ACHILLE, di restringere il cerchio dei sospettati dediti alla commissione di reati contro il patrimonio. I militari con la collaborazione attiva di diversi testimoni presenti al momento del grave reato e della stessa vittima, hanno individuato con certezza l’autore. Il malfattore è stato pertanto rintracciato ed ammanettato ieri notte nella sua abitazione. L’arrestato, assolte le formalità di rito, è stato associato al carcere di Caltagirone così come disposto dall’Autorità Giudiziaria.


CATANIA  Donna siracusana adesca uomo catanese su social, ad appuntamento in casa lei lo narcotizza e deruba, Polizia  la pone ai domiciliari. Agenti del Commissariato Librino di mattina  hanno dato esecuzione a un’Ordinanza di Custodia Cautelare agli arresti domiciliari, arrestando la nota Antonella LO GIUDICE 50enne, residente a Siracusa, perchè ritenuta responsabile di rapina aggravata e lesioni aggravate. La misura è stata emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Catania, su richiesta della Procura della Repubblica, che ha coordinato l’indagine. Il provvedimento è scaturito dalle indagini svolte proficuamente dagli uomini del Commissariato Librino, avviate dopo che un 65enne si era presentato presso gli Uffici, denunciando di essere stato narcotizzato e rapinato nella sua abitazione, da una donna conosciuta sul social network “Badoo”. L’uomo ha riferito di avere conosciuto sul social una donna con la quale ha interloquito per qualche giorno, poi lei gli ha proposto di incontrarsi. L’incontro tra la vittima e la donna, che aveva asserito di provenire da Siracusa, ha avuto luogo la mattina dello scorso 5 settembre, presso la stazione dei pullman in via D’Amico.  I  due,  dopo i primi convenevoli, si sono recati nell’abitazione dell’uomo. I  due, dopo avere chiacchierato per un paio di ore,  hanno deciso di pranzare. La  circostanza ha permesso alla donna di versare, di nascosto, del tranquillante a base di benzodiazepina nel bicchiere di birra che lui stava bevendo. Il malcapitato ha riferito ai poliziotti che, qualche minuto dopo aver bevuto la sua birra, si è accorto di un inconsueto sapore dolciastro e, subito dopo, ha perso i sensi. La vittima al risveglio in ospedale, dove era stato ricoverato grazie al soccorso prestatogli dai vicini che lo avevano sentito chiedere aiuto da dietro la porta d’ingresso della sua abitazione, non ricordando più nulla, ha appreso di essere rimasto in stato d’incoscienza per più di due giorni. La sconosciuta, dopo aver neutralizzato il padrone di casa, ha razziato quanto più possibile dall’appartamento, trafugando 1 telefono cellulare, 100 € in contanti e la carta Bancomat che ha cercato di utilizzare inutilmente presso uno sportello ATM. Le indagini immediate e meticolose svolte dagli uomini della Squadra Investigativa del Commissariato Librino hanno permesso d’individuare, senza ombra di dubbio, LO GIUDICE quale autrice del grave reato. Gli agenti del Commissariato Librino di mattina, si sono recati a Siracusa, dove, con la collaborazione della Squadra Mobile aretusea, ha eseguito l’Ordinanza di Custodia Cautelare. LO GIUDICE è stata, quindi, accompagnata presso la sua abitazione, per rimanervi ristretta in regime di arresti domiciliari, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria procedente.


PALAGONIA CT -82enne invaghito sessualmente di badante tenta di ucciderla a rifiuto, Carabinieri lui ai domiciliari in altro comune. I Carabinieri della locale Compagnia hanno arrestato nella flagranza un pensionato di 82 anni del posto, poiché ritenuto responsabile di tentato omicidio, porto illegale di arma clandestina e porto illegale di oggetti atti ad offendere. La vittima  è una quarantenne  la quale da alcuni mesi era al servizio dell’anziano che se ne era perdutamente innamorato. Il  sentimento morboso  aveva indotto  il pensionato ad imporre alla vittima pesanti avances a sfondo sessuale che l’avevano costretta alcuni giorni fa a lasciare l’impiego. Il soggetto sentitosi abbandonato, ha iniziato ad appostarsi sotto casa della donna per poi affrontarla e chiederle di ritornare poiché lui non poteva più fare a meno di lei.  Il vedovo da circa due anni, al netto diniego espresso anche dal coniuge della donna che più volte aveva cercato con modi garbati di convincere l’anziano a farsene una ragione,   la scorsa notte, si è armato di pistola e coltello e si è presentato a casa della coppia pretendendo di entrare e dirimere una volta per tutte la questione e, non curante del fatto che la donna avesse in braccio la figlioletta di appena due anni, ha estratto dalla tasca la pistola puntandola contro l’amata e recitando testualmente:”devi tornare a lavorare per me sennò ti ammazzo”. La violenta colluttazione scaturita con il marito della vittima è terminata con l’intervento dell’equipaggio di una “gazzella” del Nucleo Radiomobile, avvisato grazie al 112 N.U.E., che è riuscito a disarmare lui ed ammanettarlo. I militari, oltre alla pistola, una Beretta 7,65 con la matricola abrasa con il colpo in canna e altri sei colpi nel caricatore, hanno rinvenuto addosso all’anziano anche 1 coltello a serramanico. La successiva perquisizione domiciliare effettuata dai Carabinieri in casa del reo, ha consentito di rinvenire ulteriori 140 munizioni  del medesimo calibro detenute illegalmente.  Le armi e  le munizioni sono state poste sotto sequestro. L’arrestato, assolte le formalità di rito, anche per il suo stato di salute, al momento è stato relegato agli arresti domiciliari nell’abitazione di un familiare in un altro comune della provincia etnea.


RADDUSA  CT- Etiope vuol bruciare locali SPRAR e minaccia operatori,1 in manetteI Carabinieri della locale Stazione hanno arrestato nella flagranza un 19enne di origini etiopi, poiché ritenuto responsabile di tentata estorsione e resistenza a pubblico ufficiale. Il personaggio ea in attesa dello status di rifugiato, ed ha più volte violato le regole di ospitalità della struttura (superando il limite dei giorni per i quali era autorizzato ad allontanarsi dal centro) costringendo gli operatori a notificargli l’allontanamento dallo SPRAR. L’etiope sarebbe stato convinto che gli spettasse una sorta  di “buonuscita”, equivalente a 250 euro, al diniego legittimo espresso dagli operatori, ha minacciato di dar fuoco ai locali. I  Carabinieri sono intervenuti sul posto, per evitare ulteriori conseguenze  ed appena giunti, hanno cercato di chiarire le ragioni del diniego, rigettate dall’extracomunitario che li ha prima aggrediti,  poi è fuggito. Il soggetto è stato inseguito, e rintracciato nel centro abitato dove, dopo una violenta colluttazione, i militari l’hanno ammanettato. L’arrestato, assolte le formalità di rito, è stato rinchiuso nel carcere di Caltagirone.


GROSSETO Capo Centro DIA Catania dr. Panvino riceve Premio nazionale LegaAmbiente per operazione“Garbage Affair”. Il  prestigioso premio è stato assegnato al Primo Dirigente della Polizia di Stato dott. Renato Panvino, Capo Centro della DIA per la Sicilia Orientale, per l’inchiesta denominata “Garbage Affair”. Legambiente annualmente organizza un’edizione del premio nazionale Ambiente e Legalità, con attestato di merito che riconosce a magistrati, uomini delle forze dell’ordine e della società civile, giornalisti ed imprenditori che si sono particolarmente distinti nella lotta alla criminalità ambientale. La manifestazione e consegna  si è svolta ieri 11 agosto 2018, in località Rispescia, in provincia di Grosseto, nell’ambito dell’annuale consegna denominata Festambiente, festival internazionale dedicato all’ecologia ed alla solidarietà. L’associazione onlus Legambiente ha assegnato il prestigioso premio al Primo Dirigente della Polizia di Stato dott. Renato Panvino, Capo Centro della DIA per la Sicilia Orientale, riconoscendo il valore e l’importanza dell’inchiesta denominata “Garbage Affair”. Legambiente ha encomiato il lavoro svolto con particolare efficacia e dedizione nel contrasto alle varie forme di criminalità ambientale. La consegna dell’attestato è stata preceduta dal dibattito “Prima la giustizia. Per un’Italia fondata sulla corresponsabilità nella lotta alle mafie e alla corruzione” al quale hanno partecipato numerose autorità. Il  dott. Renato Panvino a fine manifestazione ha detto : “Ringrazio Legambiente  per aver voluto assegnare questo importante riconoscimento che condivido con gli uomini e le donne della DIA che rappresento e che ogni giorno si prodigano per ripristinare i valori della legalità.” I complimenti personali  e delL'INFORMATORE di Sicilia per  il riconoscimento assegnato  ed  il continuo lavoro svolto, buon proseguimento. i.l.p.


CATANIA - Tenta estorsione a madre e spranga spacca vetri auto, Polizia lo blocca. I poliziotti, ieri hanno ammanettato G.G. 24enne catanese noto, accusato di tentata estorsione.  Il personaggio, di sera  alle ore 20,00 circa, si è recato presso l’abitazione della madre e le avrebbe urlato che “se la prossima settimana non gli avesse consegnato la somma di cento euro l’avrebbe ammazzata”. Il ragazzo in seguito, in preda ad uno stato di forte agitazione, avrebbe raccolto una spranga di ferro e danneggiato l’auto della donna, mandando in frantumi i vetri dei finestrini. I  poliziotti delle volanti dell’U.P.G.S.P. intervenuti, dopo aver accertato quanto accaduto, hanno dichiarato in arresto G.G. che, su disposizione del Pubblico Ministero di turno, è stato posto alla misura degli arresti domiciliari, in altra sede,  in attesa della celebrazione del giudizio di convalida.


CATANIA - Trans depredato da cliente senegalese a fine incontro,  bloccato dai Carabinieri. C.B. 18enne di origini senegalesi, regolarmente munito di permesso di soggiorno e residente nella provincia di Ragusa, è stato arrestato in flagranza la scorsa notte dai Carabinieri del Nucleo Radiomobile del Comando Provinciale di Catania, poiché ritenuto responsabile di furto con strappo aggravato. Il soggetto era in cerca di compagnia, si è recato  in Corso Martiri della Libertà, zona di notte frequentata da diverse “lucciole”, quando si sarebbe avvicinato ad un transgender  di 20 anni di origini bulgare -  con il quale, dopo aver concordato la cifra, si era appartato per consumare un rapporto sessuale.  Il senegalese, al momento dei saluti, dopo aver consegnato i 20 euro pattuiti, ha aspettato che la vittima li riponesse nella borsetta, per poi strappargliela di dosso e fuggire via. L’equipaggio di una “gazzella”, transitando in quella zona,  è stato richiamato dalle urla del giovane trans che, raggiunto dai militari, ha spiegato loro l’accaduto, fornendo con dovizia di particolari il colore degli indumenti indossati dal ladro, grazie ai quali,  dopo alcuni minuti è stato rintracciato e bloccato all’angolo tra Via D’amico e Via Cilea. Il maldestro, vedendo i carabinieri, ha tentato invano di disfarsi della refurtiva lanciandola sotto una auto  in sosta. Gli operanti, dopo averlo ammanettato, hanno recuperato la borsetta contenente, oltre agli effetti personali, 100 euro in contanti. La refurtiva è stata restituita al giovane  bulgaro, mentre l’arrestato, ammesso alla direttissima,  ha patteggiato dinanzi al giudice una pena di anni 1 e mesi 4 di reclusione, con pena sospesa e remissione in libertà.


 CATANIA – Picchia e rapina anziana in condominio, filmato ed arrestato da Carabinieri. Su disposizione di questa Procura Distrettuale della Repubblica, che ha coordinato le indagini, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Catania hanno arrestato il catanese Paolo GANGI 39enne, eseguendo una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catania, dr.ssa Simona Ragazzi su richiesta del sostituto procuratore dr Francesco Brando  - del dipartimento reati contro la persona ed il patrimonio diretto dal Procuratore Aggiunto dr Ignazio Fonzo  - in ordine ai reati di rapina aggravata e lesioni personali.  L’episodio era avvenuto il 9 giugno scorso in via Napoli a Catania. Un’anziana donna 74 anni, si era recata di mattina a fare la spesa. La vittima al ritorno, mentre era in procinto di varcare il portone d’ingresso della sua abitazione, ha notato uno il quale, facendo finta di citofonare a qualcuno, l’aveva invitata a lasciare aperto il portone rassicurandola che lui avrebbe provveduto a richiuderlo. Il soggetto, mentre la donna stava salendo la seconda rampa di scale del palazzo, l’ha raggiunta e spingendola violentemente contro il muro le ha afferrato la mano sinistra per strapparle letteralmente la fede nuziale in oro rosso dal dito e fuggire via. La  vittima, il giorno successivo, per il forte dolore, si era recata al pronto soccorso dell’Ospedale Garibaldi dove i sanitari le avevano diagnosticato una “frattura alla falange IV del dito della mano sinistra” con prognosi di 30 giorni. La malcapitata ha denunciato l’accaduto ai carabinieri della Stazione di Catania Piazza Verga. Gli investigatori, dopo aver acquisito ed analizzato le immagini del sistema di video sorveglianza, attivo sia in strada che all’interno del palazzo, attraverso le quali si notava anche la presenza di un complice in moto con funzioni di “palo”, in corso di identificazione,  si sono rivolti ai colleghi della Squadra “Lupi” del Nucleo Investigativo. I militari esperti, conoscendo l’humus criminale operante nel capoluogo etneo, hanno individuato il malvivente poiché già gravato da numerosi pregiudizi penali. I carabinieri, riconosciuto il sospettato, perquisirono la sua abitazione rinvenendo  e sequestrando alcuni indumenti, in particolare un giubbotto di colore nero, dei jeans nonché un paio di scarpe del tutto coincidenti con quelli rilevati dall’analisi delle immagini del sistema di video sorveglianza. I tutori dell’ordine, nei pressi dell’abitazione del soggetto altresì ritrovarono e sequestrarono  la moto  utilizzato dagli autori del delitto (un Honda SH 300) nonché il casco - modello jet - identico a quello indossato dal rapinatore, riposto sotto la sella dello scooter.  Tutti gli elementi probatori acquisiti dagli investigatori e prodotti al magistrato titolare delle indagini, sono stati recepiti appieno dal Giudice per le Indagini Preliminari che  ha disposto per l’accusato la reclusione nel carcere di Catania Piazza Lanza.


 PEDARA CTFiglio violento picchia e vessa madre per denaro, denunciato ed arrestato.  I Carabinieri della Stazione di Pedara hanno arrestato un 30enne del posto, già gravato da precedenti di polizia, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare emessa  dal G.I.P. del Tribunale di Catania in ordine al reati di maltrattamenti in famiglia. L’anziana vedova, titolare di sola pensione sociale, avvilita da anni ed anni di maltrattamenti fisici e verbali, patiti per mano del figlio disoccupato ma sempre in cerca di denaro, ha chiesto aiuto ai carabinieri della locale Stazione. I militari, acquista la denuncia, hanno ricostruito il calvario percorso dalla vittima fornendo al magistrato titolare delle indagini un quadro probatorio esaustivo che, proposto al giudice, ne ha consentito l’arresto e la reclusione nel carcere di Catania Piazza Lanza.


CATANIAMoglie accoltellata in centro commerciale da marito, filmato ed arrestato. Si tratta di  S.O.M. 50enne. La  vittima, solo dinanzi alle lesioni aggravate procuratele all’esterno di un esercizio commerciale, si è convinta a sporgere denuncia presso il Commissariato di Nesima contro il marito. Gli uomini del Commissariato di Nesima, in particolare, la Squadra Investigativa di Polizia Giudiziaria, con l’ausilio delle telecamere di video sorveglianza, sono riusciti a cristallizzare il brutale tentativo di accoltellamento che lui aveva messo in atto per ragioni di futile gelosia. La donna, in quel caso, si era difesa usando la borsa da passeggio come scudo per scansare i colpi. La Polizia di Stato, su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, ha dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa della misura cautelare personale in carcere emessa dal GIP competente, nei confronti di S.O.M. 50enne, ritenuto responsabile, a vario titolo, dei reati di lesioni personali aggravate, violenza sessuale e porto abusivo di arma bianca. Lui, incensurato, aveva costretto la moglie a subire per anni violenze di ogni genere, sino a trattarla alla stregua di un vero e proprio oggetto.  L’azione violenta è emersa dalle indagini svolte dal personale del Commissariato di Nesima, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Catania, circa l’ennesimo episodio di violenza di genere, per fortuna conclusosi prima di un tragico epilogo. La vittima, a cui è stato fornito il necessario sostegno psicologico grazie al contributo di una delle associazioni attive nel capoluogo etneo per la protezione delle donne vittime di violenza di genere, è stata trasferita presso una struttura protetta dove permarrà sino a cessate esigenze.


SCORDIA CT -  Carabinieri scoprono “cocaina” preparata in casa per smercio.  I militari della Compagnia di Palagonia hanno sequestrato, oltre alla droga, i soldi ricavati illecitamente e posto ai domiciliari nella flagranza  Antonino GAMBERA 48enne di Scordia. Il personaggio  é ritenuto responsabile di detenzione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. Gli uomini del Nucleo Operativo ieri sera, hanno concluso efficacemente una trance della lotta al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti. I militari hanno avuto accesso nell’abitazione del reo, luogo in cui, previa perquisizione, ed hanno rinvenuto e sequestrato 24 dosi di cocaina, circa 1.200 € in contanti, 1 bilancino elettronico di precisione e diverso materiale utilizzato comunemente dagli spacciatori per confezionare la droga.  L’arrestato, assolte le formalità di rito, è stato relegato agli arresti domiciliari.  


PATERNO’ CT - 4 Kg di “marijuana” sotterrata vicino binari ferrovia. I Carabinieri della Compagnia di Paternò sono impegnati nella lotta al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. Gli  uomini del Nucleo Operativo pomeriggio di ieri hanno battuto palmo a palmo una vasta aria rurale del comprensorio paternese per sottrare una delle fonti di sostentamento economico della criminalità organizzata. L’operazione ha consentito di rinvenire, tra le località Tre Fontane e San Marco, lungo la vecchia linea ferrata che una volta collegava Motta Sant’Anastasia a Regalbuto (EN), 2 bidoni di plastica occultati sotto terra contenenti oltre 4 Kg di “marijuana” che, opportunamente lavorata e dosata, avrebbe potuto fruttare al dettaglio circa 40.000 euro. La droga è stata posta sotto sequestro in attesa della successiva distruzione.


CATANIA Polizia esegue 1 esecuzione, Santapaola-Ercolano: usura ed estorsione. Gli agenti nell’ambito dell’attività volta al rintraccio di soggetti destinatari di provvedimenti restrittivi, hanno eseguito ordini di esecuzione per la carcerazione disposti dall’Autorità Giudiziaria. La  Squadra “Catturandi” ha  tratto in arresto: Salvatore Maurizio BUZZA 53ennegià noto, destinatario di ordine di esecuzione per la carcerazione, emesso il  14 giugno 2018 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Catania – Ufficio Esecuzioni penali, dovendo espiare la pena detentiva di 3 anni e 8 mesi, per i reati di usura ed estorsione, aggravata dall’art.7 D.L.152/1991, per avere agito con modalità mafiose (clan Santapaola-Ercolano). Il soggetto era sto tratto in arresto il  9 settembre 2015 nell’ambito dell’operazione “Dirty Money” condotta dalla Squadra Mobile di Catania, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare emessa il  4 settembre 2015 dal G.I.P. del Tribunale di Catania nei confronti di 8 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di usura ed estorsione con l’aggravante di aver commesso il fatto avvalendosi delle condizioni p. e p. dall’art. 416 c.p.


ADRANO CT25enne ucciso in parcheggio autolavaggio, indaga Polizia. La vittima Giuseppe Dainotti di 25 anni era residente nel quartiere catanese di Librino. Il giovane, con  la testa incappucciata, sarebbe stato ucciso con un colpo d’arma da fuoco nel parcheggio adranita con annesso autolavaggio e poi  l’auto sarebbe stata abbandonata sul ciglio della strada  per Bronte. Gli agenti della Squadra Mobile di Catania e del Commissariato di Adrano che indagano, dopo il ritrovamento del corpo privo di documenti di riconoscimento, hanno ricostruito la dinamica del delitto. Gli inquirenti hanno immediatamente prelevato le impronte digitali per risalire all’identità di Giuseppe Dainotti. Un testimone, ascoltato dalla polizia, pare fosse convinto che il colpo mortale  sia  stato esploso accidentalmente da chi stava  per entrare in azione per rapina forse nel parcheggio stesso. Gli inquirenti non escludono ipotesi e tesi di conflitto a fuoco.  Le  indagini sono della squadra mobile della Questura di Catania, coordinate dal sostituto procuratore Martina Bonfiglio del dipartimento reati contro la persona con il coordinamento del procuratore aggiunto Ignazio Fonzo.


(video assenteisti)

CATANIA Polizia filma 5 dipendenti Pubbliservizi in servizio ma distanti dal luogo lavoro in auto azienda:5 sospesi. La Polizia di Stato, nella mattina, su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, ha dato esecuzione all’ordinanza di applicazione di misura cautelare della sospensione dal pubblico servizio, emessa il  6 aprile 2018 dal G.I.P. del Tribunale di Catania, a carico di 5 dipendenti della società “Pubbliservizi S.p.a.” ritenuti responsabili del reato di peculato. La misura cautelare ha accolto gli esiti di attività investigativa, coordinata dalla Procura Distrettuale della Repubblica di Catania e condotta dalla Squadra Mobile - Sezione Reati contro il Patrimonio e la P.A. - Unità Anticorruzione nell’arco temporale luglio - settembre 2017. L’inchiesta  ha consentito di verificare che 5 dipendenti della società “Pubbliservizi S.p.a.” (Società house dell’Ente pubblico Città Metropolitana di Catania - ex Provincia Regionale - “esercente attività di servizi integrati di gestione agli edifici”) - con funzioni di coordinamento e con autonomia decisionale sulle attività di altri dipendenti che espletano mansioni meramente esecutive (operai), avendo per ragioni di servizio la disponibilità degli autoveicoli della società, se ne siano appropriati, utilizzandoli sistematicamente per fini meramente privati sia durante che al di fuori dell’orario di servizio. Le indagini, coordinate dalla Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, avviate a seguito di contributo investigativo offerto da personale del Commissariato di P.S. Borgo - Ognina, si sono avvalse di attività di tipo tecnico e correlata attività di p.g. di tipo tradizionale (pedinamenti e osservazioni). I sistemi di localizzazione satellitare G.P.S. installati sulle autovetture di servizio, non disgiunti da mirati servizi di P.G. di tipo tradizionale, hanno fatto emergere l’indebito utilizzo fatto dai dipendenti - tutti preposti all’organizzazione di servizi con funzione di incaricati di pubblico servizio - i quali oltre ad utilizzare detti veicoli per fini meramente privati, erano soliti parcheggiarli presso il loro domicilio o presso la loro residenza estiva, alla stregua di mezzi di proprietà. I  servizi di osservazione dei poliziotti hanno consentito di accertare che due dipendenti della società si recavano con le auto di servizio presso le loro case di villeggiatura, ubicate in provincia di Siracusa, mentre altri, sia durante che oltre l’orario di servizio od anche nei periodi di ferie, le utilizzavano per raggiungere esercizi commerciali (supermercati e negozi) dove, dopo avere effettuato l’acquisto, caricavano la merce nel portabagagli del mezzo. La Polizia, nel corso delle indagini ha  rilevato l’utilizzo delle  vetture per recarsi presso agenzie di scommesse od ulteriori luoghi ricreativi. I soggetti indagati avrebbero attestato sistematicamente false prestazioni lavorative, in realtà mai effettuate, indicandone i relativi orari nonché la tipologia di lavoro svolto nel “foglio presenze” e nel modulo denominato “riepilogo trasferta viabilità”. I dipendenti - coordinatori, sebbene non avessero svolto le prestazioni lavorative falsamente attestate, venivano regolarmente retribuiti dalla società “Pubbliservizi S.p.a.”, procurandosi un ingiusto profitto con contestualmente danno economico per l’Ente pubblico Città Metropolitana di Catania che, controllando la predetta società, ha erroneamente elargito somme di denaro come retribuzione di prestazioni lavorative mai effettuate.  Il G.I.P. del Tribunale di Catania, tenuto conto del grado di gravità e di reiterazione dei fatti delittuosi compiuti, ha comminato una differente durata della misura cautelare della sospensione dal pubblico servizio, che risulta per 2 destinatari di 6 e 8 mesi, mentre per gli altri 3 di 10 mesi.


video cuccioli

CATANIA –Poliziotti trovano cuccioli maltrattati, tolti all’aguzzino.  La  Polizia di Stato, nei giorni scorsi,  ha denunciato in stato di libertà,  il già noto  S.N. per il reato di detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura. Gli uomini del Commissariato Borgo Ognina, durante un controllo nell’abitazione del soggetto, hanno  avvertito i lamenti di un cucciolo  provenienti da un manufatto di cemento realizzato abusivamente.  I tutori dell’ordine con la Polizia Locale Reparto Vigilanza Ambientale, hanno recuperato il cucciolo di razza pitbull di circa 1 mese, che è stato tolto al soggetto. L’animale è sottoposto a visita veterinaria. Lui già noto è stato sanzionato poiché deteneva altri 2 cani privi di microchip.


CATANIA Ai domiciliari a Zia Lisa spaccia da finestra: CC bloccano detenuto. I Carabinieri della Stazione di Catania Librino hanno preso nella flagranza Simone Alessandro RUSSO 22enne catanese, poiché ritenuto responsabile di detenzione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. L’afflusso anomalo di giovani verso l’abitazione del detenuto non è passato inosservato ai militari di pattuglia i quali, dopo un breve periodo di osservazione,  hanno visto il detenuto passare ai clienti la droga dalla finestra di casa, posta al pianoterra. I tutori dell’ordine  hanno scelto il momento favorevole per fare irruzione nell’immobile e bloccare il pusher mentre tentava di disfarsi di circa 10 grammi di cocaina, in parte suddivisa in dosi. La droga,  ed il materiale utile al confezionamento delle dosi, sono sequestrati  e l’arrestato, in attesa della direttissima, è stato ricollocato ai domiciliari.


CATANIA 3 morti in esplosione edificio via Garibaldi: 2 sono vigili fuoco. La  terza vittima sarebbe stata trovata carbonizzata. I vigili del fuoco sono : Giorgio Grammatico Dario Ambiamonte,  nella palazzina è stato trovato carbonizzato Giuseppe Longo. Altri due pompieri sarebbero ricoverati in condizioni preoccupanti all’ospedale Garibaldi. Secondo una prima ricostruzione : alcuni cittadini lamentavano un fortissimo odore di gas per una fuga proveniente probabilmente da un negozio che ripara le biciclette e sarebbero scattati i soccorsi della squadra dei vigili del fuoco di Catania. Mentre i pompieri erano nella zona si sarebbe verificata la potente deflagrazione che avrebbe causato la tragedia. Tutta l’area da piazza Palestro a via Garibaldi, è stata transennata ed inibita al traffico. La  Procura di Catania ha aperto una inchiesta per accertare eventuali responsabilità Sembra da accertare se i vigili del fuoco, allertati dai vicini che avevano sentito l’odore di gas, abbiano utilizzato una motosega per  rimuovere il catenaccio dalla saracinesca, poi l’esplosione.


CATANIA Madre denuncia figlio violento, scaraventa sorella  e minaccia di lanciarla nel vuoto. Agenti della Polizia di Stato dell’U.P.G.S.P.- Squadra Volante ieri mattina  hanno arrestato per i reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali D.F.F., 45enne. La  chiamata di una donna con richiesta d’aiuto, è giunta sulla linea 112 NUE, segnalando che il figlio stava aggredendo fisicamente l’altra figlia nella loro abitazione. Le  due donne, terrorizzate da quanto accaduto, ai  poliziotti hanno riferito che lui,  soffre di turbe psichiche e non segue la terapia medica prescrittagli, ed assume costantemente atteggiamenti violenti nei confronti dei familiari, minacciando di buttarli giù dal balcone e di tagliare loro la gola. Il personaggio di mattina per futili motivi si  sarebbe scagliato contro la sorella e dopo averla strattonata l’avrebbe scaraventava contro un muretto interno all’abitazione, procurandole contusioni e distorsioni giudicate guaribili dai medici del P.S. dell’Ospedale Vittorio Emanuele in trenta giorni. La  donna  ha riferito ai tutori dell’ordine che a seguito di ulteriori episodi di aggressione avvenuti in ambito familiare nel 2016 e nel 2017, già aveva denunciato il figlio per i reati di violenza privata e minacce. L’aggredita, dopo le cure mediche, ha  formalizzato la denuncia contro il fratello. Il soggetto per tali motivi, è stato arrestato e su disposizione del P.M. di turno condotto presso la Casa Circondariale di Piazza Lanza in attesa dell’udienza di convalida innanzi al G.I.P.


CATANIA - Persevera a molestare ex compagna diversamente abile: stalker ai domiciliari. I Carabinieri della Stazione di Catania Piazza Dante hanno arrestato un catanese  24enne già noto, in esecuzione di una misura cautelare disposta dal G.I.P. del Tribunale di Catania in ordine ai reati di atti persecutori e mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice. La vittima aveva conosciuto il suo aguzzino all’inizio del 2016 su Facebook, se n’era innamorata ed era andata a convivere con lui. La ragazza, mai avrebbe potuto immaginare che lui, oltre a farle perdere ogni contatto con la famiglia d’origine, dopo una gravidanza, l’avrebbe sottoposta ad ogni sorta di maltrattamento fisico – le spegneva sulle braccia le sigarette -  nonché psichico “se mi lasci ti toglieranno il bambino e non  lo rivedrai mai più”, sfociato addirittura nel sequestro di persona concretizzatosi quando lui nel recarsi al lavoro la  costringeva a rimanere in casa,  chiusa a chiave e senza alcuna possibilità di lasciare l'abitazione. Il persecutore, era stato arrestato lo scorso  novembre, e dopo una breve parentesi in carcere, aveva ottenuto i domiciliari e da qualche mese era stato rimesso in libertà con il divieto assoluto di avvicinarsi alla donna ed ai suoi familiari. Un provvedimento che non l’ha per niente intimorito tanto che lui attraverso un profilo Facebook ha iniziato a minacciare la ragazza ed i suoi familiari, specialmente la sorella e la nonna materna (della ragazza), con frasi inequivocabili del tipo: “Ora che sono libero via ammazzo tutti quanti”, fino ad avvicinarle spavaldamente in occasione dei festeggiamenti per la Santa Patrona del capoluogo etneo e farle il segno del taglio della gola. I gesti  hanno convinto le vittime, anche per salvaguardare la ragazza ed il figlioletto di appena 10 mesi, preteso a gran voce dal padre, a denunciarlo ai Carabinieri di Piazza Dante.  L’Autorità Giudiziaria  alla quale,  gli investigatori hanno fornito prove circa l’azione persecutoria posta in essere dal soggetto,  ha  ordinato l’arresto e la sottoposizione agli arresti domiciliari.


Catania – Bimbo 5 anni sequestrato per riscatto prestito, CC arrestano 2 rumeni, trovato il piccolo. I militari del Comando Provinciale di Catania hanno arrestato nella flagranza di reato i romeni Adrian MUTI 32enne e Valentin Gabriel NICÀ 23enne, poiché ritenuti responsabili del concorso in sequestro di persona a scopo estorsivo,  lesioni personali e danneggiamento. Un   romeno, ieri sera, intorno alle 21:00,  ha denunciato al numero unico delle emergenze il rapimento del figlio minore avvenuto ad opera di 2 connazionali in Via Amerigo Vespucci a Catania ed ha   chiesto  aiuto. Alcune  pattuglie del Nucleo Radiomobile immediatamente, tramite la Centrale Operativa del Comando Provinciale di Piazza Verga, giungevano sul posto.  Gli  equipaggi, sentendo l’uomo, hanno ricostruito rapidamente la dinamica dei fatti accaduti al fine di orientare immediatamente le ricerche del minore. L’uomo, a bordo della sua auto  ed accompagnato dal figlioletto di cinque anni, stava percorrendo la zona del mercato ortofrutticolo di San Giuseppe La Rena quando una Moto Ape di colore verde, con a bordo 3 individui, l’ha  costretto  ad arrestare la marcia. 1 dei 3 sceso dal mezzo, ha  aperto la portiera lato passeggero della vettura e con violenza ha prelevato il bambino trascinandolo sulla Moto Ape gridando all’indirizzo del padre testualmente: “Se vuoi rivedere tuo figlio restituiscimi i tremila euro!”.  Il padre nel disperato tentativo di recuperare il figlio era costretto ad affrontare gli altri 2 complici i quali non esitavano a colpirlo ripetutamente con calci e pugni lasciandolo sanguinante per terra. Il terzetto, prima di allontanarsi, avrebbe cosparso di benzina l’auto del malcapitato dandole fuoco. I  Carabinieri, acquisita la descrizione fisico-somatica dei tre e l’ubicazione di dove abitualmente dimoravano, ed accompagnati dal padre, si sono recati in un palazzo abbandonato di Via Crocefisso a Catania dove hanno trovato il 23enne. Il soggetto inizialmente, seppur riconosciuto dal padre del minore, avrebbe negato un suo coinvolgimento nella vicenda ma successivamente, messo alle strette dai militari, ha confessato. Il maldestro, intimorito, ha chiamato al telefono uno dei complici  avvertendolo che i Carabinieri avevano scoperto tutto e li stavano  cercando. La capillare attività di ricerca del bambino, non consentiva ai rapitori di trovare un sicuro nascondiglio per rifugiarsi e pertanto i criminali preferivano abbandonare il minore in Via San Giuseppe La Rena nei pressi del campo nomadi, dove veniva ritrovato dallo zio paterno, che l’ha soccorso in strada sentendone il pianto a dirotto.  Una  pattuglia ha provveduto a recuperare il  minorenne ed altri militari su due  gazzelle si sono posti alla ricerca dei complici rintracciando il solo 32enne in Via della Concordia. Le motivazioni che avrebbero spinto i tre rapitori a compiere il gesto scellerato, sarebbero da ricondurre ad un debito di 2.000 €, che il  padre del bambino aveva contratto,  in un momento di estremo bisogno, con il 32enne lo scorso dicembre. Quest’ultimo, avrebbe preteso, dalla vittima, la somma complessiva di euro 3.000 comprensiva degli interessi maturati. Gli arrestati, assolte le formalità di rito, sono stati associati al carcere di Catania Piazza Lanza.


Catania -     CC trovano deposito droga a S,Cristoforo, custode in manette. I Carabinieri della Compagnia di Catania Piazza Dante hanno arrestato nella flagranza il  catanese  Carlo PASTURA 48enne, poiché ritenuto responsabile di detenzione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. Gli  uomini del Nucleo Operativo, ieri pomeriggio, nel corso di un servizio mirato al contrasto del traffico e lo spaccio di droga nel quartiere San Cristoforo, hanno riconosciuto il noto, già agli arresti domiciliari per reati inerenti gli stupefacenti, il quale, preventivamente autorizzato dall’Autorità Giudiziaria, a quell‘ora doveva trovarsi al lavoro in una officina preposta alla lavorazione dell’Alluminio.I  militari, insospettiti, per l’eccessiva circospezione utilizzata nel muoversi tra le vie del quartiere, l’hanno pedinato finché lui è entrato in un deposito ubicato al civico 50 di via Testulla. I  Carabinieri hanno bloccato il 48enne e perquisito il locale rinvenendo e sequestrando diversi borsoni contenenti: 3 Kg circa di “marijuana”, conservata in delle buste di plastica ed involucri in cellophane; oltre 500 grammi di “hashish”, conservata  in 8 involucri in cellophane; nonché del materiale comunemente utilizzato dagli spacciatori per preparare le dosi da smerciare al dettaglio.  L’arrestato, dopo l’udienza di  convalida, è stato associato al carcere di Catania Piazza Lanza. 

Guardia Mangano CT – CC, 1 arrestato per rapina. I Carabinieri della Stazione di Guardia Mangano hanno arrestato   Rosario STRANO 65enne di Acireale, in esecuzione di un ordine per la carcerazione emesso dal Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto (ME). Il personaggio è stato condannato per rapina aggravata in concorso, reato commesso in data antecedente all’11 dicembre 2012 tra San Pier Niceto (ME), Zafferana Etnea e Santa Venerina, dovrà scontare in carcere la pena equivalente ad 1 anno, 8 mesi e 25 giorni  di reclusione. L’arrestato, assolte le formalità di rito, è stato rinchiuso nel carcere di Catania Piazza Lanza.


Catania – Rapinatore trasfertista in manette. I Carabinieri della Stazione di Catania Piazza Dante hanno arrestato  Francesco Giuseppe INDORATO 49enne catanese, su ordine di carcerazione emesso dal Tribunale della Procura Repubblica di Bologna.  Il personaggio dovrà espiare la pena complessiva di 4 anni, 8 mesi  e 28 giorni di reclusione poiché riconosciuto colpevole di rapina e lesioni personali, reati commessi il 17 febbraio 2014 ad Imola (BO).  L’arrestato, espletate le formalità di rito, è stato associato nel carcere  di Piazza Lanza, come disposto dall’Autorità Giudiziaria. 


Catania  Già ai domiciliari nasconde in casa a Zia Lisa droga e documenti rubati. I Carabinieri della Stazione di Catania Librino hanno sorpreso nella flagranza il catanese Simone Alessandro RUSSO 22enne, già ristretto ai domiciliari, poiché ritenuto responsabile di detenzione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti  e ricettazione. I  militari,  l’altra notte a conclusione di una breve ma proficua attività info investigativa, hanno fatto irruzione nell’abitazione del detenuto luogo in cui, previa perquisizione, hanno rinvenuto e sequestrato: 100 grammi di marijuana, già suddivisa in dosi pronte allo smercio, nonché dei documenti di identità e carnet di assegni, risultati rubati nel lontano febbraio del 2009. L’arrestato, in attesa dell’udienza di convalida, è stato ricollocato agli arresti domiciliari.


Belpasso CT – Carabinieri ammanettano 1 condannato per truffa.  I Carabinieri della Stazione di Belpasso hanno arrestato  Pasquale BELLIA 57enne del posto, in esecuzione di un ordine per la  carcerazione emesso dal Tribunale di Catania. Il personaggio è stato condannato per truffa aggravata continuata, reato commesso in più periodi in tutto il territorio nazionale, dovrà scontare in carcere la pena comminatagli equivalente ad 2 anni, 8 mesi e 8giorni  di reclusione. L’arrestato, assolte le formalità di rito, è stato rinchiuso nel carcere di Catania Piazza Lanza.


Catania Polizia ammanetta 25enne per ricettazione, furto ed evasione. Si tratta di Giuseppe TORRISI 25enne.  Nella di Agenti della Squadra di Polizia Giudiziaria del Commissariato Centrale, ieri sera, hanno rintracciato e tratto in arresto Giuseppe TORRISI. Il soggetto aveva a suo carico un Ordine di carcerazione, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catania, dovendo scontare la pena di 1 anno, 7 mesi e 24 giorni di reclusione, nonché la multa di  8.400€. Si tratta di un provvedimento di unificazione di pene concorrenti per reati di ricettazione, furto ed evasione, commessi nel 2013 a Catania.


Caltagirone CT – Carabinieri ammanettano stalker acese: minacce ad ex compagna e famiglia. I Carabinieri della Stazione di Caltagirone hanno arrestato un acese  32enne, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale calatino. La fine della relazione, dalla quale era nato un bambino, ed il conseguente affidamento alla madre  non sarebbe stato accettato da lui  che in una vera e propria escalation di rabbia e violenza avrebbe preso di mira l’ex compagna 27enne di Caltagirone e la sua famiglia.  Le azioni,  tradotte in termini reali,  hanno sequenza in più episodi :  il danneggiamento delle auto delle vittime, una minaccia, armato di coltello,  prima alla sorella,  poi alla madre della vittima ed infine all’ex, anche con  le innumerevoli minacce telefoniche ed a mezzo sms. Lui  si sarebbe rivolto alla donna la quale,  a suo giudizio sarebbe stata responsabile di avergli sottratto il figlio,  e l’avrebbe per tali motivi apostrofata con epiteti irripetibili.  Le  denunce delle vittime, hanno permesso ai militari di raffigurare a carico del persecutore un quadro probatorio pienamente condiviso dall’Autorità Giudiziaria che, anche per salvaguardare l’incolumità del minore oltre che della madre e dei suoi familiari, ha inteso ordinare l’arresto e la reclusione nel carcere di Catania Piazza Lanza.


Catania – Accusato di uxoricidio con coltellate nel CARA di Mineo:30enne del Mali in manette.  La  Polizia di Stato ieri sera , ha posto in stato di fermo di indiziato di delitto: Bill FRANCIS 30enne, cittadino del Mali, in quanto gravemente indiziato del reato di omicidio volontario della moglie Miracle FRANCIS, con le aggravanti di avere agito per motivi abbietti o futili e con crudeltà.  Gli agenti della Squadra Mobile e del Commissariato di P.S. di Caltagirone nella tarda serata del  1 gennaio, erano intervenuti presso il C.A.R.A. di Mineo (CT)  dove, in un alloggio, al primo piano, veniva rinvenuto il cadavere di una cittadina nigeriana, identificata per Miracle FRANCIS 26enne, ospite del centro, riverso per terra in posizione supina. Gli investigatori dei 2 uffici, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Caltagirone, hanno avviato immediatamente le indagini volte a fare luce sull’efferato fatto di sangue. I poliziotti hanno  effettuato con l’ausilio di personale della Polizia Scientifica un meticoloso sopralluogo nell’alloggio, all’interno del quale veniva rinvenuto e sequestrato, accanto al corpo della donna, un coltello da cucina, con una lama di 13 cm circa, che presentava tracce di sangue. Il medico legale intervenuto sul posto, a seguito di ispezione esterna, ha  accertato che la vittima presentava una ferita di arma da taglio al collo, facendo emergere che l’autore del delitto aveva colpito la donna procurandole una profonda lacerazione da punta che ne aveva cagionato la morte. L’alloggio, ultimati i rilievi della Polizia Scientifica, protrattisi per tutta la notte, è stato posto sotto sequestro. Le indagini hanno consentito, passo dopo passo, di acquisire univoci e concordanti indizi di responsabilità a carico di Bill FRANCIS il quale, recatosi a trovare la moglie ed i figli minori, di 8 e 6 anni, al culmine di una lite avrebbe colpito la donna, dandosi alla fuga. Gli investigatori hanno avviato  le ricerche del soggetto  estendendole alla città di Catania. I poliziotti  nel corso della mattina e del pomeriggio di ieri 2 gennaio hanno acquisito le dichiarazioni di alcuni cittadini stranieri  dalle quali sarebbe emerso univocamente, così come avevano già indicato i due figli minori, sentiti con l’ausilio di psicologi, che la donna era in casa con il marito il quale, al momento del ritrovamento del cadavere, si era già allontanato facendo perdere le sue tracce. I servizi di localizzazione dell’utenza di Bill FRANCIS, disposti dalla Procura della Repubblica di Caltagirone, hanno  confermato che lui, del quale veniva acquisita anche una fotografia, aveva raggiunto la città di Catania. i poliziotti hanno approntato un dispositivo di pattuglie volto al rintraccio  del ricercato, specie nella zona della stazione ferroviaria e dei pullman. Un equipaggio della Squadra Mobile, ieri pomeriggio, mentre proseguivano le investigazioni, ha individuato il soggetto nella zona del centro cittadino, nei pressi di un Internet point. FRANCIS privo di documenti, è stato accompagnato presso gli Uffici della Mobile  dove è stata rilevata presentare nel suo corpo di graffi ed abrasioni, compatibili con una colluttazione avuta con la vittima. Gli  investigatori della Polizia Scientifica hanno espletato attività mirate finalizzata alla ricerca di eventuali tracce di sostanza ematica e/o tracce biologiche sia sul soggetto che sull’abbigliamento indossato, che veniva posto sotto sequestro. Le  investigazioni hanno appurato, inoltre, che la presenza di Bill FRANCIS nei pressi dell’Internet point non era casuale.  Lui, sembrava volesse incassare una somma di danaro in contanti che gli avrebbe consentito di raggiungere il Nord Italia e poi l’estero. FRANCIS in occasione del controllo, alla richiesta al di mostrare quanto in suo possesso, avrebbe estratto dalla tasca dei pantaloni un foglio manoscritto in cui erano segnati i nominativi della moglie e dei figli. Il soggetto, durante la permanenza negli uffici di polizia, in presenza di un interprete, non ha reso dichiarazioni,  si sarebbe lmitato ad affermare di non essersi mai recato presso il C.A.R.A. di Mineo (CT). Bill FRANCIS, nella tarda serata di ieri, alla luce dei gravi e concordanti indizi di responsabilità raccolti a suo carico, veniva posto in stato di fermo di indiziato di delitto per omicidio volontario, con le aggravanti di avere agito per motivi abbietti o futili e con crudeltà, ed è stato  associato nel carcere di Catania a piazza Lanza a disposizione del Sostituto Procuratore di turno presso la Procura della Repubblica di Catania.  


Adrano CT  - Assalto a furgone tabacchi e Monopoli, CC 2 in carcere.

I Carabinieri della Stazione di Adrano hanno arrestato  Maurizio SCARPATO 27enne ed  Alessandro IMBROSCIANO 29enne entrambi del posto, in esecuzione di un ordine per la carcerazione emesso dalla Corte di Appello di Catania. I 2 il 23 marzo del 2016 erano parte del commando che rapinò un furgone trasporto tabacchi per conto dei Monopoli di Stato (valore 100.000 euro).  Arrestati, sono stati giudicati e ritenuti colpevoli di rapina aggravata in concorso e ricettazione, reati per i quali è stata comminata per ambedue una pena equivalente ad 3 anni e 4 mesi di reclusione. Gli arrestati, assolte le formalità di rito, sono stati associati al carcere di Catania Piazza Lanza.


Catania - CC eseguono carcerazione per associazione tipo mafioso, rapina ed estorsione in concorso, residuo 6 mesi. I Carabinieri della Stazione di Catania Librino hanno arrestato il catanese Ignazio CAVALLARO 51enne, in esecuzione di un ordine per la carcerazione emesso dal Tribunale di Catania. il personaggio è ritenuto colpevole dai giudici  di associazione di tipo mafioso, rapina ed estorsione in concorso, per reati commessi a Catania nel 2010. CAVALLARO  dovrà espiare un residuo pena equivalente a mesi 6 di reclusione. L’arrestato, assolte le formalità di rito, è stato associato al carcere di Catania Piazza Lanza.


Mascali  CTBlitz CC in casa pusher, trovata marijuana e semi. I Carabinieri della Stazione di Mascali, collaborati dai colleghi della locale Stazione,  hanno arrestato ai domiciliari nella flagranza   Ignazio URSÌ 25enne di Piedimonte Etneo, poiché ritenuto responsabile di detenzione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. I  militari, la scorsa notte, a conclusione di una breve ma proficua attività info investigativa hanno fatto irruzione nell’abitazione del giovane pusher a Piedimonte Etneo. Gli investigatori nel luogo, previa perquisizione, hanno rinvenuto occultati all’interno di alcuni mobili e sequestrato:  30 grammi di “marijuana”, suddivisa in 100 dosi, nonché  250 semi di canapa indiana,  1 bilancino elettronico di precisione e del materiale comunemente utilizzato per il confezionamento delle dosi di stupefacente.  L’arrestato, in attesa della direttissima, è stato relegato agli arresti domiciliari.  


Catania -   Spaccio, a Borgo, CC Lupi bloccano 3 in azione e sequestrano ½kg  droga. I militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Catania hanno arrestato ai domiciliari nella flagranza i catanesi Adriano GRASSO 28enne, Federico GRASSO 25enne e  Gabriele BERETTI 30enne, poiché ritenuti responsabili del concorso in spaccio e detenzione illecita di sostanze stupefacenti. I personaggi, avevano organizzato un’area di spaccio tra le Vie Consolazione e Guglielmo dividendosi scrupolosamente le mansioni: BERETTI, posto all’angolo tra le 2 strade e con in testa un casco da moto di colore nero, fungeva da vedetta ed indirizzava i clienti in Via Guglielmo dove ad attenderli vi era   Adriano GRASSO che prendeva le “ordinazioni” ed allontanandosi di una ventina di metri raggiungeva  Federico GRASSO “custode della droga” posta sul muro di cinta di una casa diroccata da dove passava al complice le dosi richieste da piazzare in cambio di denaro alla clientela. L’urlo della vedetta alla vista dei Carabinieri, lanciato in tipico gergo catanese:  “Auu, Occhiu!!!”,  a nulla è valso, in quanto i militari della Squadra Lupi sono riusciti in pochi secondi a bloccare ed ammanettare la vedetta ed il pusher scovando dentro la casa diroccata il terzo complice mentre cercava di nascondere 2 buste di plastica contenenti in totale 540 grammi di marijuana di cui una parte,  38 dosi, già pronta ad essere smerciata. La droga è stata posta sotto sequestro mentre gli arrestati, in attesa della direttissima, sono stati relegati agli arresti domiciliari.


Paternò CT –  Evaso dai domiciliari è preso a spasso in festa patronale, CC condotto in carcere. I  Carabinieri della Stazione di Paternò, la notte scorsa, hanno arrestato nella flagranza     Carmelo ASERO 30enne del posto,  poiché ritenuto responsabile di evasione. I militari di pattuglia a piedi l’hanno sorpreso in Piazza Santa Barbara mentre stava partecipando ai preparativi per la festa della Santa Patrona di Paternò in evidente violazione della misura detentiva che lo voleva relegato agli arresti domiciliari. L’arrestato, assolte le formalità di rito, è stato associato nel carcere di Catania a Piazza Lanza.


Catania -  Gruppo Picanello, CC sequestrano  beni Pavone. I militari del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale Carabinieri di Catania, su delega di questa Procura Distrettuale della Repubblica, hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro dei beni, emesso dal Tribunale di Catania – sezione misure di prevenzione  ai sensi del D. Lgs. 159/11 (Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione), finalizzato alla successiva confisca, nei confronti di Lorenzo PAVONE 47enne  nato a Catania, in atto detenuto. Le indagini patrimoniali svolte dai Carabinieri, relative al periodo 2005-2016, hanno fatto emergere che al Pavone, apparentemente impossidente, sono invece riferibili, in modo indiretto e per il tramite di intestazioni fittizie, beni immobili e mobili e attività di impresa, il cui valore appare sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati dal soggetto e dai componenti il suo nucleo familiare.   Oggetto  di sequestro sono: 1 appartamento a Catania; 2 auto  ed 1 moto ; 1 impresa individuale (rosticceria) a Catania, del valore complessivo di € 250.000 circa. Il personaggio è stato più volte condannato per associazione di tipo mafioso, in particolare: con sentenza del 14 dicembre 2004, la  Corte di Assise di Appello di Catania l’ha condannato alla pena di 4 anni   e 6 mesi  di reclusione per aver partecipato all’associazione mafiosa “Santapaola”;  il 10 dicembre 2014, il G.U.P. del Tribunale di Catania l’ha condannato alla pena di 8 anni  di reclusione per associazione di tipo mafioso nell’ambito dell’operazione denominata “Fiori Bianchi”; con sentenza del 19.06.2015, la Corte di Appello di Catania lo ha condannato alla pena di anni sei di reclusione, per estorsione aggravata; con sentenza del 10 dicembre 2016, la Corte di Appello di Catania l’ha condannato alla pena di 2 anni  e 6 mesi   di reclusione, per aver partecipato all’associazione mafiosa “Santapaola”. Il personaggio per ultimo, il   9 gennaio 2017, nell’ambito dell’operazione denominata “Orfeo”, è stato raggiunto da un’ ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. di Catania in quanto gravemente indiziato di aver fatto parte con ruolo direttivo ed organizzativo all’associazione mafiosa “Santapaola” ed in particolare del gruppo di “Picanello”.


Catania CC, 1 romeno in carcere per furto in abitazione. I militari del Nucleo Radiomobile del Reparto Operativo Carabinieri di Catania hanno arrestato Costid Dorinel VENACHE 28enne romeno, in esecuzione ad un ordine di carcerazione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Enna, dovendo espiare 1 anno e 9 mesi  di reclusione per furto aggravato in concorso e violazione di domicilio. L’arrestato, dopo le formalità di rito, è stato tradotto presso il Carcere di Piazza Lanza a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.


Catania -  Rapina  Banca in Toscana, CC  21enne catanese ai domiciliari. I  militari della Tenenza Carabinieri di Misterbianco (CT), di mattina, hanno arrestato un 21enne catanese in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare del Tribunale di Firenze in quanto responsabile di una rapina commessa nel settembre 2016 presso l’istituto di credito “CARIPARMA” di Sesto Fiorentino (FI). Il giovane è stato sottoposto in regime di custodia domiciliare come disposto dall’Autorità Giudiziaria.


Catania - 72enne siracusano ruba tartaruga argento in  negozio, filmato e scoperto, restituisce e dice colpo per scaramanzia.

 Il titolare di un’attività commerciale in centro storico, nei giorni scorsi, aveva presentato una querela presso il Commissariato Borgo-Ognina e rappresentato che un cliente, approfittando della sua distrazione, aveva sottratto dal bancone una statuetta raffigurante una tartaruga in argento, dal valore economico  100 euro,  nascondendola nel giaccone. Il commerciante, accortosi di tale ammanco il giorno successivo, era riuscito ad acquisire alcuni elementi utili ai fini delle indagini e li ha allegati alla querela. La polizia a seguito di mirata attività investigativa, era  giunta all’identificazione del malfattore, C.F. di 72 anni, di Siracusa, con precedenti specifici per reati contro il patrimonio che, visti i fatti, è stato indagato in stato di libertà per il reato di furto aggravato. L’autore del misfatto è stato individuato grazie ad un sistema di video telecamera e ad una copia del documento d’identità che lo stesso aveva utilizzato all’interno di un esercizio commerciale del centro storico per intestarsi una scheda telefonica sim, circostanza che sicuramente aveva dimenticato. Il  maldestro di fronte all’evidenza dei fatti, ha confessato e spontaneamente ha dichiarato di avere compiuto tale gesto per “scaramanzia”. L’indagato, il giorno dopo, si è recato presso l’esercizio commerciale,   si è scusato ed ha restituito la tartaruga al legittimo proprietario che, vista la restituzione, ha ritirato la querela.


Viagrande CT – CC,  1 in carcere: estorsione in concorso ad Acireale.  I Carabinieri della Stazione di Viagrande hanno arrestato Giuseppe FICHERA 46enne, del luogo, su ordine di esecuzione per espiazione pena detentiva emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di  Appello  di Catania. Il soggetto, ritenuto colpevole di un’estorsione in concorso commessa ad Acireale  nel 2009, dovrà scontare la pena di 3 anni e 6 mesi di reclusione.L’arrestato, espletate le formalità di rito, è stato ristretto nel carcere di Piazza Lanza, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.


Aci Catena CT -   Donna vittima di stalker, molestata e perseguitata, CC 1 in carcere.  I Carabinieri della Stazione di Aci Catena hanno arrestato un 50enne, del luogo, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Catania, poiché indagato per  atti persecutori. Lui  era già ai domiciliari, per aver violato il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dall’ex convivente, ed aver continuato a perseguitare e molestare la donna seguendola ed appostandosi nei pressi dell’abitazione. L’Autorità Giudiziaria valutata la gravità della situazione, tenendo conto delle ripetute violazioni commesse dal soggetto ed accertate dai Carabinieri, ha ritenuto opportuno aggravarne la misura restrittiva ordinando   l’arresto ed il trasferimento nel carcere di Catania Piazza Lanza.


Catania GuardiaCoste salva  bagnante da annegamento a S.G. Li Cuti. La  Sala Operativa della Capitaneria di porto di Catania, ieri pomeriggio, è stata allertata da una segnalazione pervenuta al numero d’emergenza in mare 1530, ed è stata impegnata nel coordinamento delle operazioni di ricerca e salvataggio di un bagnante in difficoltà nelle acque antistanti località S. G. LI CUTI. Lo sfortunato nuotatore era stato sorpreso dal repentino peggioramento delle instabili condizioni meteo marine delle ultime ore.  Le operazioni di soccorso sono scattate immediatamente, grazie alla tempestiva segnalazione effettuata da una cittadino che ha notato, nei pressi del solarium di Piazza Europa, il bagnante in una situazione di evidente pericolo. L’arrivo immediato in zona della Motovedetta della Guardia Costiera CP 888, impiegata nelle operazioni di ricerca e soccorso 24 ore su 24,  ha con un tempestivo intervento tratto in salvo il malcapitato trasportandolo, successivamente, presso i locali della Capitaneria di Porto di Catania. Il  bagnante è stato  affidato alle cure del personale medico del 118. I sanitari, dopo aver constatato la presenza di crampi agli arti inferiori ed un principio d’ipotermia, ha provveduto al trasporto in ambulanza del malcapitato presso un nosocomio cittadino per le verifiche sanitarie  del  caso.


Catania –Nascituro messo in vendita su Facebook: Polizia Postale denuncia donna TROLL. La Procura Distrettuale della Repubblica di Catania ha indagato in stato di libertà una donna di 28 anni residente a Milano per avere pubblicato on line un annuncio in cui proponeva a terzi la vendita del proprio nascituro. Tale condotta è sanzionata penalmente dall’art.71 legge 184/83. L’indagine è stata avviata a seguito del rinvenimento, da parte del personale del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Catania, di un annuncio sulla pagina Facebook “Compro e vendo tutto” in cui una utente, asserendo di essere al quinto mese di gravidanza e pubblicando l’ecografia del feto, proponeva il nascituro al miglior offerente con prezzo di partenza di 10.000 euro. Le indagini della Polizia Postale hanno consentito di identificare l’utente che è stata sottoposta a perquisizione domiciliare ed informatica prontamente disposta dalla Procura Distrettuale di Catania ed eseguita dalla Polizia Postale di Milano. L’indagata, coniugata, con un impiego di addetta in un esercizio commerciale, ha ammesso di essere stata l’autrice dell’annuncio ma ha riferito di averlo scritto in maniera provocatoria, in qualità di “troll”, ovvero utente che pubblica messaggi provocatori con la finalità di creare disturbo e fomentare gli utenti. La  donna, che non era in stato di gravidanza, aveva prelevato l’immagine della ecografia in Rete da un gruppo web di mamme e, per attirare l’attenzione nel gruppo Facebook, l’aveva pubblicato con allegata la proposta di vendita. Un troll, termine che deriva dalla mitologia scandinava, nel gergo di internet è un soggetto che interagisce con altri nell’ambito degli spazi virtuali, pubblicando scritti possibilmente falsi, diffamatori, molesti, fortemente provocatori, al fine di attirare l’attenzione, fomentare le discussioni e disturbare. La Polizia Postale consiglia di non rispondere ai troll, ignorando le provocazioni e segnalando, comunque, i contenuti che potrebbero configurare reati procedibili d’ufficio o imminenti pericoli al fine, in ogni caso, di verificarne la fondatezza. Coloro che si rendono autori di tali condotte possono rendersi responsabili di illeciti penalmente o civilmente perseguibili.


Misterbianco CT– Carabinieri bloccano 1 rapinatore in azione a distributore benzina. I militari della Tenenza di Misterbianco hanno arrestato nella  flagranza

Orazio CASTRO 21enne, già sottoposto al divieto di ritorno nel comune di Misterbianco ed all’obbligo di soggiorno a Catania. il giovanecon altri due complici, stanotte, è giunto a bordo di una Lancia Delta in un distributore carburanti nella strada per San Giovanni Galermo. I rapinatori   con i volti  travisati da passamontagna ed armati di coltello, hanno aggredito l’addetto alla cassa  facendosi consegnare la somma in contante di 100 euro. Una pattuglia, che in quel momento stava transitando in quella strada, ha notato la scena criminosa ed è intervenuta immediatamente. I tre rapinatori, accortisi dell’arrivo dei militari, hanno tentato la fuga prendendo direzioni diverse. Il 21enne dopo un breve inseguimento è stato raggiunto in via Poggio Lupo e bloccato, mentre gli altri due rei sono riusciti a dileguarsi. L’auto  Lancia Delta, risultata rubata il 14 settembre scorso a Catenanuova, è stata restituita al legittimo proprietario. Il coltello ed il passamontagna utilizzati dal fermato sono stati sequestrati. La somma rapinata è stata recuperata e restituita al responsabile del distributore carburanti. La vittima, che durante la rapina è stata aggredita dai malviventi,  ha riportato un trauma contusivo alla spalla sinistra guaribile in 7 giorni. Le indagini sono ancora in corso al fine di identificare i due fuggitivi.  L’arrestato, espletate le formalità di rito, è stato associato nel carcere di Piazza Lanza, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.


Catania – Prostituzione su web e strada, carabinieri ammanettano coppia che organizza chat incontri. 2 arrestati per sfruttamento della prostituzione. I Carabinieri della Compagnia di Catania Piazza Dante collaborati dai militari del Nucleo Radiomobile, della Compagnia d’Intervento Operativo del battaglione "Sicilia" hanno effettuato un servizio straordinario di controllo del territorio finalizzato al contrasto della prostituzione nel capoluogo etneo. I militari del Nucleo Operativo di piazza Dante hanno arrestato nella flagranza un 43enne e la convivente di 37 anni, entrambi catanesi, per il concorso in favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. I Carabinieri hanno accertato che la 37enne, tramite un’inserzione fatta dal convivente tramite un sito web di incontri hot, contattava i clienti e concordava con loro prezzo e modalità delle prestazioni sessuali offerte da una catanese di 45 anni al soldo della coppia. Lui invece accompagnava la clientela nell’appartamento dove l’amica riceveva, previo il pagamento per ogni prestazione, la somma di 100 euro.  Gli arrestati, in attesa della direttissima, sono stati relegati agli arresti domiciliari.  I Carabinieri hanno anche svolto contrasto alla prostituzione nel centro cittadino. I militari hanno bloccato 7 donne durante i controlli nelle aree di via Don Luigi Sturzo, Corso dei Martiri della Libertà, via di Prima, Piazza Spirito Santo, Viale Africa, Piazza Papa Giovanni XXIII°, Piazza Galatea, Piazza Europa e nei pressi del porticciolo Rossi. I carabinieri  hanno identificato le  7 ragazze mentre stavano esercitando l’attività e 10 clienti, “pizzicati” proprio nel momento in cui facevano salire in macchina le prostitute o mentre le riaccompagnavano in strada. Una prostituta  21enne originaria delle Romania, già allontanata dall’Italia nel 2015, è stata denunciata alla Procura della Repubblica di Catania per violazione della normativa vigente in materia di limitazione al diritto di ingresso e di soggiorno per i cittadini dell'U.E., essendo rientrata nel territorio nazionale prima dei 5 anni previsti. Ai dieci clienti sono state contestate sanzioni per un importo totale di 3.400 euro in applicazione della legge 48/2017 e dell’ordinanza del Sindaco di Catania 50/2017. I Carabinieri nel contesto di tale servizio hanno identificato due parcheggiatori  abusivi  ai quali sono stati sequestrati oltre 3.000€ ed elevate contravvenzioni per l’ammontare di 2.000€.  


Trecastagni  CT-  Paziente in Guardia Medica, dopo le cure violenta dottoressa, preso ancora seminudo dai CC. Il soggetto che ha violentato il medico 51enne è un 26enne abitante Santa Venerina.  L’autore del turpe gesto, la notte scorsa intorno alle 02,30, si era presentato nella  Guardia Medica di Via Agostino De Pretis a Trecastagni,per ricevere cure ed assistenza. L’individuo, dopo aver ricevuto l’auto medico dalla dott.ssa di turno le ha usato violenza sessuale. Il turpe, già noto, è stato bloccato ed arrestato dai Carabinieri del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Acireale mentre era ancora seminudo. Il personaggio ha anche  cercato di fuggire dalla struttura, ma invano. La donna 51enne vittima, della violenza si trova ancora ricoverata all’Ospedale di Acireale per gli accertamenti sanitari di rito. L’arrestato, dopo le formalità di rito, è stato associato nel carcere di Catania Piazza Lanza.


Catania  - Scippò donna 80enne, identificato dai Carabinieri. I militari della Stazione di Catania Piazza Verga nei giorni scorsi hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del catanese

Antonio CRISTALDI 42enne, indagato di rapina aggravata in concorso, lesioni personali ed evasione. Il soggetto il 26 ottobre 2016, aiutato da una donna di 34 anni, già arrestata dai Carabinieri di Piazza Verga nel febbraio scorso per il medesimo reato, dopo essere evaso dai domiciliari, bloccò in Via Fabio Filzi una pensionata di 80 anni strappandole gli orecchini dai padiglioni auricolari e fuggendo su di una Citroen C2 guidata proprio dalla complice.  Gli investigatori, ricostruendo minuziosamente il reato, attraverso i filmati delle telecamere attive nella zona, hanno rilevato la targa dell’auto risalendo alla identità della donna per poi riuscire a dare un volto all’autore materiale. Il quadro probatorio rappresentato dai Carabinieri all’Autorità Giudiziaria ha consentito al G.I.P. del Tribunale di Catania di emettere il provvedimento restrittivo che è stato notificato all’indagato nel carcere di Enna dov’è rinchiuso per altra causa.   


Catania  - Colf italiana ruba assegni e bancomat ad assistita 79enne, 2 sorelle denunciate. Si tratta della colf M.P.C. 55enne e della congiunta coetanea A.E.C. Una  donna anziana, nei giorni scorsi, ha denunciato lo smarrimento dei documenti d’identità e del bancomat presso il Commissariato Borgo-Ognina.  La vittima, poi si è recata in banca e chiedere l’emissione di un nuovo bancomat e, casualmente, si è accorta che erano stati incassati a sua insaputa 3 assegni per un importo totale di 9000€ (1 da 5000€ 2 da 2000€), quindi buona parte dei suoi risparmi derivanti dalla pensione. La vittima a questo punto, ha presentato una seconda denuncia di furto affermando che ignoti avevano asportato un blocchetto di assegni posto sopra il comodino nella stanza stanza. La  vittima ha indirizzato i suoi sospetti sulla sua collaboratrice domestica, italiana, 55enne e priva di contratto di lavoro, quindi in nero. I poliziotti, a seguito di attività investigativa, sono riusciti a ricostruire i fatti ed identificare la responsabile dell’inganno. La  domestica M.P.C., in base alla ricostruzione dei fatti, dopo aver rubato gli assegni ed i documenti, ha consegnato la refurtiva alla propria sorella A.E.C.  La congiunta, nei giorni seguenti e con le dovute cautele, ha cambiato i titoli presso più istituti bancari incassando il denaro in contante in modo da disperderne le tracce ed a tal fine, è riuscita altresì ad eludere i controlli delle banche apponendo sui titoli firme verosimili, circostanza resa possibile grazie anche al furto del documento d’identità dove vi è apposta la firma per esteso. La  donna badante che ha asportato gli assegni a questo punto è stata indagata in stato di libertà per il reato di furto mentre la sorella per ricettazione. Le  2 sorelle, una volta smascherato il disegno criminoso, hanno ammesso le loro responsabilità senza tuttavia restituire, ad oggi, le somme di denaro. La polizia ha accertato  che la responsabile del furto annovera numerosi precedenti penali specifici per aver in passato rubato presso altre abitazioni, secondo le medesime modalità e celandosi sotto la veste di colf.


Palagonia CT – Carabinieri ammanettano stalker. Il soggetto era ossessionato ed ha  perseguitato l’ex fino al carcere.   I Carabinieri della Stazione di Palagonia hanno arrestato un 25enne del posto, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Caltagirone. Lo stalker,  non accettando la decisione della convivente sua coetanea di lasciarlo, aveva continuato a vessarla con ogni possibile mezzo creando nella donna una stato d’ansia che nel tempo ne aveva minato il regolare vivere quotidiano. La vittima, seppur terrorizzata, ha trovato il coraggio di rivolgersi ai carabinieri denunciando gli accadimenti. I militari, ricostruendo i fatti narrati dalla poveretta, sono riusciti a raffigurare a carico del soggetto un quadro probatorio tale da convincere il giudice ad ordinarne  l’arresto e la reclusione nel carcere di Caltagirone poiché indagato del reato di “atti persecutori”.


Motta S.Anastasia CT-  Picchia convivente, Carabinieri l’ammanettano. I  militari della locale Stazione a Motta S.Anastasia, la scorsa notte, hanno arrestato nella flagranza un 53enne del posto, già noto, poiché ritenuto responsabile di maltrattamenti in famiglia e resistenza a pubblico ufficiale.  I  vicini, sentendo le urla provenire dall’abitazione della coppia, hanno chiamato il 112.  La   pattuglia dell’Arma giunta immediatamente sul posto ed entrando in casa ha trovato la donna  47enne, in un grave stato di disagio psicofisico scaturito dalla precedente aggressione, prima verbale poi fisica,  patita per l’azione del convivente. Lui,  per sottrarsi all’arresto si è scagliato contro i militari che, dopo una concitata colluttazione, sono riusciti a renderlo inoffensivo  ammanettandolo.   La vittima, rassicurata dalla presenza dei carabinieri, ha trovato il coraggio di denunciare le pregresse molestie e minacce subite che giorno dopo giorno l’avevano relegata, per paura, ad un ruolo di pura sottomissione all’individuo. L’arrestato, in attesa di giudizio, è stato allontanato e ristretto ai domiciliari  in un’altra abitazione della provincia etnea.


Catania –    Sfilano borsa ad anziana seduta in auto parcheggiata: 2 indagati in libertà.  Agenti delle volanti dell’U.P.G.S.P., ieri sera, hanno denunciato libertà  2 giovani: un 31enne  ed un 26enne, i quali, il giorno precedente, avevano perpetrato un furto con destrezza ai danni di un’anziana signora.  La  vittima era ferma nella sua auto in sosta, quando è stata depredata della borsa contenente denaro ed altri effetti personali. I poliziotti,  alla luce della descrizione fornita dalla vittima in sede di denuncia, sono riusciti  a rintracciare gli autori dell’illecito. I due ragazzi, sono stati condotti in Questura ed alla presenza del legale di fiducia, hanno ammesso le loro responsabilità. I maldestri  conseguentemente sono stati indagati in libertà per il reato di furto aggravato.


Catania Polizia sequestra a Vaccarizzo lido con bar, ristorante, pizzeria e discoteca abusivi. Agenti del Commissariato Borgo-Ognina, Corpo Forestale della Regione Sicilia ed ASP, nei giorni scorsi, in ottemperanza alle disposizioni del Questore, hanno effettuato controlli straordinari mirati alla tutela della salute pubblica, dell’ambiente e della fauna protetta. Il  controllo effettuato presso una struttura in località Vaccarizzo, dove insiste uno stabilimento balneare  con annessi bar, ristorante, pizzeria, discoteca  che comprende anche bungalow con cucina ha assunto particolare rilievo. L’intera struttura è risultata completamente abusiva ed insistente nella zona “B” della riserva naturale “Oasi del Simeto”, inoltre, sul bagnasciuga prospiciente lo stabilimento si trova una piccola area delimitata dal WWF quale luogo di ovodeposizione della tartaruga “Caretta Caretta”, specie marina protetta. Il titolare del lido non è stato trovato sul posto poiché sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, tuttavia, in qualità di gestore è stato identificato il padre, al quale sono state contestate numerose violazioni di carattere penale e amministrativo. Il locale non possiede l’autorizzazione per le attività di stabilimento balneare, di bar/pizzeria e di discoteca ed è risultato privo, altresì, della prevista concessione demaniale e del certificato di agibilità per le strutture edilizie e alberghiere. I poliziotti hanno accertato che l’intera struttura non possiede l’autorizzazione comunale per lo scarico delle acque reflue, sia “bianche” che “nere”. Gli agenti hanno riscontrate scarse condizioni igienico-sanitarie, alimenti surgelati non indicati come tali nel menù esposto al pubblico, alimenti privi di tracciabilità ed ancora, sono state accertate numerose violazioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro quali estintori scaduti, mancanza di spogliatoi e precarie condizioni dell’impianto elettrico, attrezzature sprovviste di sistemi di sicurezza. I poliziotti hanno anche trovato dipendenti non in regola con la normativa sul lavoro. Accertamenti successivi, hanno fatto emergere che già in passato l’esercizio posto a controllo era stato sottoposto a sequestro penale senza che fosse intervenuto un successivo provvedimento di dissequestro. Il  titolare, alla luce di quanto esposto, è stato indagato in libertà per i reati di: violazione di sigilli (art. 349 c.p.), per frode in commercio (art.515 c.p.), per occupazione abusiva di spazio demaniale (art. 1161 cod. navigazione), per abusivismo edilizio (art. 44 DPR 380/2001), per scarico delle acque reflue illegale (decr. Leg.vo 152/2006) e per violazione aree protette (Legge n. 394/1991).  Sono state irrogate sanzioni amministrative per svariate migliaia di euro.


Catania - Autista Amt aggredito, condanna Ugl Catania  e   solidarietà a lavoratore. Il  segretario generale territoriale della Ugl etnea Giovanni Musumeci ed il segretario provinciale di Ugl trasporti autoferrotranvieri Giuseppe Scannella,  hanno inviato un messaggio di solidarietà e vicinanza al lavoratore aggredito ed affermano a chiare lettere : “In città non c’è più rispetto per il servizio pubblico e per chi vi lavora. La società è malata. L’aggressione all’autista dell’Amt, avvenuta nella giornata di ieri, è l’ennesimo campanello di allarme del fatto che in città non c’è più rispetto per il servizio pubblico e per chi vi lavora. Un giorno vengono aggrediti i medici ed il personale sanitario nei pronto soccorso, un altro giorno vittime sono gli agenti della polizia municipale od i dipendenti Sidra, ed oggi a pagare le spese è nuovamente un dipendente Amt. Questo è il chiaro segnale che la nostra società è sempre più malata, poiché sopraffazione, insolenza e arroganza stanno sempre più prendendo il sopravvento. Apprezziamo l’intervento del primo cittadino Enzo Bianco, il cui richiamo a fare quadrato certamente ci trova concordi e disponibili a collaborare per il rispetto delle regole e, soprattutto, di chi si reca a lavorare per offrire un servizio pubblico, portare a casa il pane e non dover invece subire una simile violenza.”


Santa Maria di Licodia – CC 1 in carcere per maltrattamenti in famiglia.  I Carabinieri della Stazione di Santa Maria di Licodia hanno arrestato un 45enne del luogo, su ordinanza di custodia cautelare in carcere per maltrattamenti in famiglia. Il GIP  concordando in pieno con le risultanze investigative fornite dai Carabinieri, a conclusione di un’articolata indagine scaturita a seguito della denuncia dell’ex  moglie, ha ritenuto lui fosse responsabile di costanti violenze fisiche e minacce nei confronti della donna che le hanno cagionato un perdurante e grave stato d’ansia, paura e timore, costringendola anche a cambiare le proprie abitudini di vita. Il 45enne, già in precedenza, per le sue condotte era stato sottoposto alla misura cautelare di allontanamento dalla casa coniugale ed al divieto di avvicinamento alla vittima, provvedimento ripetutamente disatteso. L’arrestato, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, è stato associato nel carcere    di Piazza Lanza.


Mascalcia CT – CC bloccano giovane evaso dai domiciliari. I Carabinieri della Tenenza di Mascalucia hanno arrestato

Giovanni PUSILLICO, 24enne, per evasione. Il giovane, benché sottoposto agli arresti domiciliari, stamani è stato riconosciuto e bloccato dai militari mentre era sulla pubblica via, fuori dalla sua abitazione senza alcun giustificato motivo, in palese violazione dei vincoli restrittivi a cui era sottoposto. L’arrestato è stato posto nuovamente ai domiciliari in attesa di essere giudicato con rito direttissimo,  come disposto dall’Autorità Giudiziaria.


Caltagirone CT - Perseguita  ex convivente : Carabinieri, stalker ai domiciliari. I militari della Stazione di Caltagirone hanno arrestato ai domiciliari un 28enne del posto, in esecuzione di una misura cautelare emessa dal GIP del Tribunale calatino. Il giovane non accettando la fine del rapporto di convivenza con una coetanea, anche lei del luogo, l’aveva fin dal giugno del 2016 vessata attraverso ingiurie, minacce e delle vere e proprie aggressioni fisiche, tali da indurre la donna a denunciarlo ai militari della locale Stazione. Le indagini dei Carabinieri, confermando in pieno quanto lamentato dalla vittima, hanno consentito di raffigurare a carico del soggetto un quadro probatorio recepito in toto dall’Autorità Giudiziaria che ne ha ordinato l’arresto con misura  domiciliare.


CataniaAgenti bloccano guidatore ubriaco ed armato di coltello.  A.R. andava in giro in auto completamente ubriaco ed armato di un coltello a serramanico. Il  soggetto la sera dello scorso 29 luglio è stato denunciato in libertà dagli uomini delle Volanti, per i reati di minaccia grave, porto abusivo di coltello, oltraggio, resistenza e minacce a P.U. L’operazione è stata condotta grazie anche all’ausilio di una pattuglia dell’Esercito impegnata nel programma “strade Sicure” che ha incrociato il veicolo del personaggio, bloccandolo in attesa dell’immediato arrivo delle Volanti. L’allarme è scattato poco prima delle 22, dalla Sala operativa che ha diramato una nota radio circa un individuo probabilmente ubriaco che, viaggiava a bordo della sua auto. Il guidatore si era fermato per il traffico nella zona del Faro Biscari ed aveva impugnato un coltello, pronunciando frasi sconnesse rivolte agli automobilisti che gli erano vicini; dopodiché, lui si era allontanato in direzione della Stazione Centrale.Gli agenti hanno avviato la ricerca della vettura segnalata che, grazie all’accerchiamento della zona verso cui era diretta, è stata prontamente individuata e bloccata. I  poliziotti intervenuti al momento del controllo, si sono subito accorti sia del coltello a serramanico che l’A.R. aveva sul sedile del passeggero, che dello stato d’ebbrezza alcolica del guidatore che ha pure provato ad opporre resistenza agli agenti.  Il  fermato è stato sottoposto in Questura al test alcolemico che ha rilevato un tasso di 1,72 g./l, oltre il triplo del massimo consentito; ciò ha  comportato una denuncia penale, ai sensi dell’art. 186 del Codice della Strada, che prevede l'ammenda da 1.500 a 6.000 euro, l'arresto da sei mesi ad un anno e ulteriori sanzioni amministrative.


Catania Carabinieri, preso incendiario auto in Piazza Verga: nascosto in casa materna è grave.    I  Carabinieri della Stazione di Catania Piazza Verga, la scorsa notte, hanno arrestato nella flagranza un 37enne di Catania, poiché ritenuto responsabile di incendio doloso. Il soggetto nella notte tra il 27 ed il 28 luglio scorsi con fredda premeditazione aveva parcheggiato la sua Fiat Panda negli stalli riservati alle autovetture di servizio del Comando Provinciale Carabinieri di Catania e cospargendola di liquido infiammabile le aveva dato fuoco fuggendo subito via. Il  militare di servizio alla caserma, per fortuna, accortosi delle fiamme, aveva dato l’allarme consentendo l’immediato intervento dei pompieri che riuscivano a domare l’incendio prima che raggiungesse gli altri veicoli parcheggiati. L’analisi delle immagini video, dove peraltro si notava che anche l’individuo era stato avvolto dalle fiamme ed i successivi accertamenti sull’auto  hanno consentito ai militari di Piazza Verga di dare un nome al piromane. Il soggetto è stato rintracciato dopo qualche ora di ricerche a casa della madre. Il maldestro, gravemente ustionato alle braccia ed al volto, è stato immediatamente portato dagli stessi Carabinieri al pronto soccorso dell’Ospedale Cannizzaro di Catania, luogo in cui i sanitari di turno, data la gravità delle ustioni – 2° e 3° grado – ne hanno disposto il ricovero d’urgenza nel reparto di terapia intensiva. I medici hanno sottolineato che grazie al tempestivo trasporto del soggetto in ospedale hanno potuto salvargli la vita,  evitandogli anche l’amputazione delle mani. I militari hanno ipotizzato il movente che sembra sia un atto dimostrativo per attirare  l’attenzione delle istituzioni sulle  condizioni economiche del piromane in quanto perennemente in cerca di occupazione. Il  magistrato di turno ha disposto che l’arrestato rimanga in regime di detenzione domiciliare nel reparto dell’Ospedale Cannizzaro di Catania. 


 Catania Polizia blocca pusher 17enne. Agenti  delle volanti hanno arrestato il minore R.R. 17enne, per detenzione e spaccio di marijuana. Il pusher, alle ore 22.30 in largo Taormina, è stato sorpreso da una pattuglia mentre stava per cedere una stecchetta di marijuana ad un giovane a bordo di autovettura che al giungere della volante si dava subito alla fuga. Il minore è stato bloccato ed addosso gli sono state rinvenute   10 stecchette di marijuana da un grammo cadauna ed 1 bilancia di precisione. Il 17enne è stato dichiarato in arresto, e su disposizioni dell’Autorità Giudiziaria di turno associato presso il Centro di Prima Accoglienza per Minorenni di via R. Franchetti a Catania.


Catania – Polizia e GdF sanzionati ristoranti per occupazione suolo.  L’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, su disposizioni del sig. Questore,  nell’ambito del piano d’azione denominato “Trinacria”, ieri sera, ha coordinato un servizio di controllo del territorio che ha avuto come obiettivo il controllo, coi poliziotti del Reparto Prevenzione Crimine Sicilia Orientale, della Guardia di Finanza e della Polizia Locale (Reparto Annona), di  8  ristoranti ubicati in via Plebiscito, via Antico Corso, via Lago di Nicito, via Dusmet, via Riccioli e via Paternò, elevando  8 sanzioni per occupazione di suolo pubblico e   7 sequestri amministrativi inerenti a tavoli e sedie. I tutori dell’ordine contestualmente, hanno effettuato anche servizi concernenti la viabilità, con 12 contravvenzioni al CDS elevate per guida di veicoli senza copertura assicurativa.


Catania  - Stalker perseguita donna, si nasconde vista polizia, bloccato in azione. Il comportamento del persecutore avrebbe potuto sfociare nell’ennesima tragedia.   G.S, 29enne catanese incensurato   alle prime luci dell’alba dello scorso 23 luglio è stato arrestato ai domiciliari dagli uomini delle Volanti, per il reato di atti persecutori, davanti all’abitazione della propria vittima. Il fatto è accaduto a Catania, in pieno centro: intorno alle 3 del mattino, la telefonata di una donna in Sala operativa aveva avvisato che G.S., un uomo con cui aveva intrattenuto un precedente rapporto sentimentale, si trovava sotto la sua abitazione e lanciava sassi contro la sua finestra. Le  Volanti sono intervenute immediatamente  e, giunte sul posto, non hanno potuto far altro che costatare come il disturbatore si fosse già allontanato. La  vittima, contattata dai poliziotti, ha riferito delle minacce di morte ricevute dal soggetto, mostrando anche i sassi che erano rimasti sul ballatoio del balcone.I  poliziotti, si sono allontanati ma, G.S. che evidentemente era rimasto in zona,  è tornato all’attacco, stavolta scalciando contro il portone e ripetendo la sassaiola contro gli infissi della vittima. I  tutori dell’ordine di nuovo sono intervenuti,  la Polizia non ha trovato traccia del disturbatore e  l’esito è stato ancora negativo: del personaggio nessuna traccia. L’assalto delle 4.30 è stato fatale a  G.S., la Volante di zona, infatti, l’ha intercettato proprio mentre si trovava sul luogo del misfatto ed i poliziotti non hanno lasciato scampo al maldestro che, è stato immediatamente immobilizzato ed ammanettato. G.S. è stato condotto in Questura e col supporto della denuncia della vittima, è stato arrestato per il reato di atti persecutori e, su disposizione del P.M. di turno, è stato confinato nella sua abitazione in regime di arresti domiciliari, in attesa del giudizio per direttissima.


Raddusa CT- Maltratta genitori adottivi per denaro da spendere in gioco azzardo: CC 1 arresto. I Carabinieri della Stazione di Raddusa hanno arrestato nella flagranza un 19enne di origini russe, poiché ritenuto responsabile di tentata estorsione, maltrattamenti in famiglia ed oltraggio a pubblico ufficiale. Il giovane era in attesa di occupazione ma ossessionato dalle slot machine, e da mesi vessava i genitori adottivi pur di ottenere il denaro da spendere nel gioco d’azzardo. Il colmo è stato raggiunto ieri sera quando, al diniego dei genitori, ai quali aveva richiesto una banconota da 20 euro, li ha prima minacciati di morte per poi danneggiare in sequenza il portone d’ingresso dell’abitazione ed il parabrezza dell’auto del padre,  pensionato di 58 anni. La madre, terrorizzata,  ha chiesto aiuto ai Carabinieri delle locale Stazione. I militari sono giunti dopo pochi minuti sul posto, hanno bloccato ed ammanettato l’esagitato che nelle fasi dell’arresto non ha risparmiato loro insulti di ogni genere.   L’arrestato, assolte le formalità di rito, è stato associato nel carcere di Caltagirone.


Catania – Polizia blocca 2 pusher del Gambia a S.Berillo.  Gli  agenti, nel pomeriggio di ieri hanno ammanettato per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente BARROW L.  22enne, originario del Mali, e SANJANG E 18enne, di nazionalità gambiana, entrambi con precedenti specifici. I poliziotti, nello specifico, alle ore 15:25 circa, venivano inviati in via Zara angolo via Buda (quartiere San Berillo: nota piazza di spaccio di stupefacenti) a seguita di segnalazione, giunta su linea 113, inerente attività di spaccio in atto ad opera di 2 soggetti. Gli  operatori, giunti sul posto hanno notato un giovane extracomunitario che dal balcone di una casa in costruzione lanciava 1 involucro ad 1 altro extracomunitario, il quale lo cedeva ad un giovane italiano in cambio di denaro. il sospetto, alla vista dei poliziotti, si dava alla fuga, mentre il cedente raggiungeva l’altro extracomunitario suo complice sul balcone, rifugiandosi con lui nell’abitazione. Gli  operatori accedendo nella casa in costruzione hanno proceduto a perquisire i due sospetti. Il soggetto che poco prima si trovava sulla strada, identificato per SANJANG E, veniva trovato in possesso della somma di 42 €,  suddivisa in banconote di piccolo taglio, mentre nell’abitazione, nelle immediate vicinanze dell’altro soggetto, identificato per BARROW L., venivano rinvenuti, anche grazie all’intervento dell’unità cinofila, 8 involucri in cellophane contenenti sostanza stupefacente del tipo “marijuana” per un peso complessivo di 20 grammi e 2 boccette vuote di Rivotril, utilizzato per aumentare il principio attivo degli stupefacenti. Il  P.M. di turno, è stato informato dei fatti ed ha disposto che i due soggetti venissero associati presso le Camere di Sicurezza della Locale Questura in attesa del giudizio per direttissima.


Catania  - Evaso dai domiciliari, 1 preso.

  Si tratta del catanese Alfio LEONARDI 52enne. Agenti del Commissariato “Centrale” e del Reparto Prevenzione Crimine Sicilia Orientale, unitamente alla Guardia di Finanza ed alla Polizia Municipale, nell’ambito del piano d’azione denominato “Trinacria”, ieri, hanno svolto servizio di controllo del territorio nel centro cittadino e di pattugliamento degli itinerari turistici conseguendo i seguenti risultati: 80 le persone identificate; 1 persona accompagnata in ufficio; 1 la persona arrestata; 40 i veicoli controllati; 13 i controlli ARDOM; 37 i verbali al C.d.S. per un importo di Euro 18.447; 8 i fermi amministrativi di motocicli; 5 le carte di circolazione ritirate; 1 esercizio pubblico controllato.  Il  catanese Alfio LEONARDI nell’ambito dello stesso servizio è stato bloccato per evasione dagli arresti domiciliari.  LEONARDI era stato già arrestato per il medesimo reato da personale del Commissariato “Centrale”. Il soggetto durante un controllo operato dal personale del Reparto Prevenzione Crimine della Sicilia Orientale, non veniva trovato in casa, ma, è stato rintracciato successivamente ed accompagnato negli uffici del Commissariato Centrale per l’espletamento delle formalità di rito al termine delle quali, come disposto dal P.M. veniva posto agli arresti domiciliari in attesa della celebrazione dell’udienza di convalida.


Catania - Operaio picchia moglie e si barrica, finisce ai domiciliari in casa materna. I Carabinieri della Stazione di Catania Nesima, collaborati dai colleghi del Nucleo Radiomobile del Comando Provinciale, hanno arrestato nella flagranza un 54enne di Catania, poiché ritenuto responsabile di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali e resistenza a pubblico ufficiale. I  vicini di casa, sentendo le urla della donna,  hanno chiamato il 112 consentendo l’intervento sul posto delle pattuglie dell’Arma. Lui, poco prima, al culmine di una lite, aveva picchiato la consorte e, temendo di essere arrestato, ha prima chiuso la porta di casa, aggredendo successivamente i militari che comunque erano riusciti ad accedervi. Il soggetto, dopo una concitata colluttazione  è stato ammanettato e relegato ai domiciliari nella casa materna laddove attenderà di essere ammesso al giudizio per direttissima. La vittima, medicata all’Ospedale Garibaldi Centro, è stata riscontrata  affetta da  “lieve trauma cranico” guaribile con alcuni giorni di riposo.


Catania – Donna incinta picchiata da stalker perde bimbo in grembo, CC 1 manette. A picchiarla è stato il suo datore di lavoro invaghitosi di lei.    I Carabinieri della Stazione di Catania Piazza Dante hanno arrestato un catanese di 69 anni, già gravato da precedenti di polizia, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catania. Il soggetto  aveva assunto all’inizio del 2016 la donna come collaboratrice domestica per la madre. La vittima, una catanese di 29 anni, dopo qualche tempo ha ricevuto delle particolari attenzioni che, respinte al mittente, avevano generato nel soggetto un senso di frustrazione tramutatosi inizialmente in minacce e successivamente in delle aggressioni fisiche, tanto da costringere la ragazza a denunciarlo. Il persecutore destinatario di un provvedimento  ha ricevuto divieto di avvicinarsi alla vittima che convinse, promettendo di lasciarla in pace, a revocare la querela presentata ai Carabinieri. L’ossessione per la ragazza, dopo qualche tempo, ha ripreso il sopravvento e, precisamente alla fine dello scorso maggio.  Lui  ha iniziato a pedinare la vittima fin sotto casa facendole nuovamente delle avance. Il  reo,  ancora rifiutato, è stato colto da raptus in tal misura da colpire la poveretta con calci e pugni. La vittima, in stato interessante, soccorsa e trasportata in ospedale, dopo alcuni giorni, a causa dello spavento e dei colpi patiti al ventre,  ha subito una interruzione di gravidanza. Le informative del militari di Piazza Dante, che hanno seguito l’intera vicenda, hanno fornito al giudice un quadro probatorio inequivocabile consentendo la contestazione oltre che del reato di lesioni aggravate anche di quello che tutela la maternità e l’interruzione della gravidanza.   L’arrestato, assolte le formalità di rito, è stato associato al carcere  di Catania Piazza Lanza.


Mascalucia CT – Domestico cingalese ammanettato da Carabinieri per abusi su ragazzina, figlia datori lavoro. L’orco era il collaboratore domestico: arrestato mentre stava  tentando di abusare della figlioletta dei datori di lavoro.  I Carabinieri della Tenenza di Mascalucia di sera   hanno arrestato nella flagranza un cingalese di 33 anni, poiché ritenuto responsabile di  violenza sessuale nei confronti di minore 14enne. La  bambina, qualche giorno fa, avrebbe confidato alla madre come il collaboratore domestico, al servizio della famiglia da una decina di anni, negli ultimi tempi, la invitasse spesso a “giocare” nello scantinato. La madre, accompagnata dal marito,  si è rivolta immediatamente ai carabinieri raccontando e denunciando quanto appreso dalla figlia. I particolari erano chiaramente votati alla sfera sessuale, e veniva indicato anche il luogo dove presumibilmente l’orco approfittava della bambina.  I militari, appresa la notizia hanno immediatamente informato l’Autorità Giudiziaria che ha fornito le direttive sulle modalità di intervento, e, dopo alcune ore di appostamento, è stata verificata la piena fondatezza del racconto della minore, operando in flagranza.  i carabinieri che, intervenuti immediatamente,   hanno    fermato in tempo, ammanettato ed associato, il turpe su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, nel carcere di  Catania a Piazza Lanza.



Ramacca CT - Fucilate  in volto a cugino per interessi, CC 1 in manette. La  resa dei conti tra congiunti è stata a Ramacca con  fucilate finali. Il sorvegliato speciale

 

 Giuseppe OGLIALORO 49enne di Ramacca è finito in carcere per tentato omicidio. I  Carabinieri della Compagnia di Palagonia e della locale Stazione, la scorsa notte, hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto Giuseppe OGLIALORO poiché ritenuto l’autore del tentato omicidio del cugino di 40 anni, persona del posto nota ai militari. I 2, di sera in un bar del centro, hanno dato vita ad una furibonda lite, sembra da una ricostruzione dei carabinieri, per vecchi dissidi di carattere familiare.  I cugini sono stati calmati dai clienti presenti nell’esercizio pubblico.  I  2 avrebbero deciso di rientrare nelle rispettive abitazioni.   Il  40enne, poco dopo avrebbe raggiunto il parente nella sua abitazione, in  via Eryke  e lungo vialetto di casa l’avrebbe  affrontato reclamando altri chiarimenti.  Il   sorvegliato,  per tutta risposta, avrebbe imbracciato un fucile da caccia ed esploso dei colpi al volto ed al petto del cugino. La vittima, seppur ferita, è riuscita a fuggire a piedi trovando rifugio nella locale Guardia Medica dove, dopo le prime cure, è stata  trasferita d’urgenza nell’Ospedale Gravina di Caltagirone. I  medici hanno ricoverato il ferito in prognosi riservata per: “Occhio dx ematoma palpebrale, emorragia sottocongiuntivale, ferita perforante sclerale paralimbare e ampia ferita sclerale dal limbus con fuoriuscita di membrane”, lesioni che, come diagnosticato dai sanitari, rischiano di fargli perdere irreversibilmente la vista all’occhio destro.Gli investigatori dell’Arma per giungere alla cattura del feritore, dopo la chiamata dei sanitari della Guardia Medica e la reticenza da parte della vittima a fornire  notizie in merito al suo ferimento, sono ripartiti, attraverso una testimonianza, dalla lite avvenuta la sera precedente al bar identificando il contendente ripreso dalle telecamere di sicurezza attive in zona. I carabinieri hanno fatto irruzione nell’abitazione del sorvegliato dove, previo sopralluogo, hanno rinvenuto sulla porta di casa e sull’auto  di proprietà, una Mini Cooper, 1 bussolotto di una cartuccia esplosa cal.12/16 ed alcuni  colpi di fucile andati a vuoto ed i relativi pallini compatibili con quelli estratti dai medici dal corpo del ferito e le tracce di sangue.  Tutto il materiale ed il sangue è stato opportunamente repertato ed è oggetto di futuri esami di laboratorio, essendo stato lasciato dalla vittima durante la fuga verso la Guardia Medica. Gli  elementi di prova hanno convinto i Carabinieri, di concerto con il magistrato di turno, ad arrestare l’autore del ferimento il quale, assolte le formalità di rito, è stato associato nel carcere di Caltagirone.


CataniaANPS Perugia, omaggio a memoria poliziotto Raciti.  Una delegazione della sezione di Perugia dell’Associazione Nazionale della Polizia di Stato, stamane, ha voluto rendere omaggio,   alla memoria del Sostituto Commissario Filippo Raciti, il poliziotto deceduto in servizio il 2 febbraio 2007. Il  Questore di Catania Giuseppe Gualtieri,  i rappresentanti delle sezioni ANPS di Sicilia ed  un folto gruppo di agenti del X Reparto Mobile di Catania, il medesimo in cui prestava servizio il poliziotto scomparso, hanno presenziato alla deposizione di una “stella tricolore”, un particolare omaggio floreale che gli aderenti all’Associazione hanno voluto tributare alla figura di Filippo Raciti.L’Associazione Nazionale della Polizia di Stato, nata come Associazione del Corpo delle Guardie di PS, è stata eretta come Ente Morale nel 1970, ad essa aderiscono i poliziotti in servizio, quelli in quiescenza e cittadini come soci simpatizzanti, onorari, benemeriti e sostenitori. Il Capo della Polizia in carica è il Presidente Onorario del Sodalizio. Obiettivo dell’Associazione, oltre a custodire il patrimonio storico-culturale ed i valori morali della Polizia di Stato, è anche l’impegno sociale che si realizza, in special modo a Catania dov’è anche attivo un gruppo di protezione civile, attraverso l’opera di volontariato degli iscritti.







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ULTIMORA

Maxi blitz 400 Carabinieri,DDA 68 indagati  in  operazione Carback : mafia, droga ed estorsioni con furto auto


 

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(VIDEO BLITZ)   (VIDEO INCHIESTA ARRESTATI) 

CATANIA -   Maxi blitz 400 Carabinieri, DDA 68 indagati  in  operazione Carback : mafia, droga ed estorsioni con furto auto. 51 sono i soggetti destinatari di custodia cautelare in carcere: Agatino Lorenzo ABATE 46enne nato a Catania,  Giuseppina BELFIORE 55enne nata a Catania, Salvatore BIONDI 32enne nato a Catania, Francesco CACIA 40enne nato a Catania, Giuseppe CAMMARATA 53enne nato a Caltanissetta, Annibale Giovanni CARO 63enne nato a Catania, Salvatore CARBONARO 41enne nato a Catania, Giovanni Edoardo CARUANA 31enne nato a Catania,  Febronio CONA 34enne nato a Caltagirone, Gaetano CONDORELLI 37enne nato a Catania, Mario Cristian COSTA 37enne nato a Catania, Emmanuele FALSAPERLA 25enne nato a Catania, Massimo FERRERA 53enne nato a Catania,  Santo FICHERA 47enne nato a Catania, Concetto FONTANAROSSA 37enne nato a Catania,  Gioacchino GIANGRECO 38enne nato a Palermo, Umberto GIARDINARO 29enne nato a Catania, Salvatore GIUFFRIDA 47enne nato a Catania,  Salvatore Nicola GRASSO 59enne nato a Catania, Kevin MANGANARO 22enne nato a Catania,  Andrea Antonio MARINO 54enne nato a Catania, Antonino MASCALI 26enne nato a Catania, Lorenzo MASCALI 43enne nato a Catania, Francesco MAUGERI 24enne nato a Catania, Giuseppe MIRABILE 32enne nato a Catania, Jonathal MUSUMECI 33enne nato a Catania, Carmen NICOSIA 38enne nata a Catania, Sebastiano NICOSIA 39enne nato a Catania, Gabriele PAPPALARDO 18enne nato a Catania,  Orazio Simone PITTERÀ 29enne nato a Catania, Nunzio PRIVITERA 43enne nato a Catania, Marco PUGLIA 33enne nato a Catania,  Giuseppe PULVIRENTI 45enne nato a Catania, Christian RICCIO 32enne nata a Catania,  Fabio RICCIO 46enne nato a Catania, Agatino RUSSO 39enne nato a Nicolosi, Agatino RUSSO 18enne nato a Catania,  Dario RUSTICO 35enne nato a Siracusa, Orazio RUSTICO 33enne nato a Siracusa, Angelo SANFILIPPO 57enne nato a Catania, Antonino SANTONOCITO 56enne nato a Catania, Giuseppe SCUDERI 52enne nato a Catania, Simona SPATICCHIA 38enne nata a Catania, Johnny STRANO 33enne nato a Catania, Cristian TORRISI 29enne nato a Catania,  Alessandro TRICOMI 37enne nato a Catania, Santo TRICOMI 46enne nato a Catania, Salvatore Alberto TROPEA 33enne nato a Catania, Daniele Francesco VENTIMIGLIA 24enne nato a Catania, Roberto ZAMMATARO 34enne nato a Scordia, Giorgio Daniele ZUCCARELLO 36enne nato a Catania. 17 sono i soggetti destinatari di misura cautelare degli arresti domiciliari: Daniele CADIRI 41enne nato a Catania, Salvatore CAMBRIA 51enne nato a Catania, Salvatore CARUSO 59enne nato a Varese, Giacomo CONA 63enne nato a Palagonia, Sebastiano Giovanni DESI 42enne nato a Catania,  Antonio INTRUGLIO 49enne nato a Francofonte, Rosario LI PANI 34enne nato a Catania, Valerio MAGNI 33enne nato a Catania,  Emanuele PAVONE 57enne nato a Catania, Giuseppe PIACENTE 52enne nato a Catania,  Orazio PUGLISI 58enne nato a Catania, Antonino SAVOCA 32enne nato a Catania, Lorenzo SGROI 45enne nato a Catania, Filippo Marco STORNIOLO 34enne nato a Catania, Giuseppe STRANO 56enne nato a Catania, Fabio VINTALORO 45enne nato a Catania,  Santo VITTORIO 24enne nato a Catania. Gli oltre  400 Carabinieri del Comando Provinciale di Catania hanno condotto in tutta la provincia di Catania, ed anche a Siracusa, Agrigento, Pavia e Vibo Valentia, l’imponente operazione Carback, coadiuvati dal XXII Reggimento “Sicilia”, dallo Squadrone Eliportato Cacciatori, dal Nucleo Elicotteri e dal Nucleo Cinofili. I militari del Comando Provinciale di Catania hanno eseguito l’ordinanza emessa dal GIP presso il Tribunale di Catania nei confronti dei 68 indagati, accusati, a vario titolo,  di “associazione di stampo mafioso”, “associazione a delinquere finalizzata al furto” di autovetture oggetto di successiva “estorsione con il metodo del cavallo di ritorno”, “ricettazione”, “associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti” con l’aggravante mafiosa, “acquisto e detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio” e “detenzione illegale di armi e munizioni”. L’indagine, denominata “Carback”, è stata condotta dalla Compagnia Carabinieri di Catania Fontanarossa al  comando del Ten. Colonnello Giuseppe BATTAGLIA con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Catania. I quattrocento militari del Comando Provinciale di Catania, supportati dai reparti specializzati dell’Arma dei Carabinieri (Compagnia di Intervento Operativo del XII° Reggimento “Sicilia”, Squadrone Eliportato “Cacciatori” Sicilia, Nucleo Elicotteri, Nucleo Cinofili) hanno dato esecuzione all’ordinanza applicativa di misure cautelari personali emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Catania nei confronti di 68 soggetti indagati. L’indagine, denominata “Carback” è stata coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e condotta dal Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Catania Fontanarossa da settembre 2020 a marzo 2021 comandata del Ten. Giovanni SPADONI. L’inchiesta ha tratto origine da una approfondita e qualificata attività di analisi sui furti di autovetture, avvenuti nei precedenti mesi di giugno e luglio, spesso rinvenute dopo qualche giorno in modo apparentemente casuale. Gli investigatori con un primo filone di indagine, proficuamente sviluppato grazie ai riscontri effettuati ed all’attività tecnica svolta, hanno  delineato l’esistenza di una collaudata organizzazione, costituita da 45 persone, dedita alla commissione di furti, estorsioni e ricettazioni. Gli inquirenti confermano il coinvolgimento anche di un soggetto gravemente indiziato di appartenere al clan dei “CURSOTI MILANESI”. I tutori dell’ordine hanno evidenziato che in seno al sodalizio criminale avrebbero operato tre batterie di ladri, responsabili di 54 furti, attive nelle zone di Monte Po’, San Giorgio e San Cristoforo. I maldestri avrebbero agito sulla base di taciti accordi che prevedevano una chiara suddivisione del territorio per lo svolgimento “coordinato” delle loro attività delittuose. La batteria di Monte Po’ avrebbe operato nel quartiere Nesima di Catania e nei paesi etnei, quella di San Giorgio avrebbe concentrato i propri interessi nella zona di Catania centro, mentre il gruppo di San Cristoforo avrebbe avuto  “competenza” esclusiva sui centri commerciali del capoluogo. Alcuni soggetti con il ruolo di intermediari facevano parte dell’organizzazione criminale e venivano contattati dalle vittime, direttamente o per il tramite di conoscenti, affinché si adoperassero per avviare l’iter al fine di ottenere la restituzione del mezzo. L’importo di ciascuna delle 33 estorsioni documentate poteva variare tra 300 e 1.500 euro in base al modello e alle condizioni dell’autovettura, al numero di persone intervenute nell’intermediazione ed al rapporto di conoscenza tra gli indagati e la vittima del furto. I veicoli asportati venivano lasciati in sosta sulla pubblica via, nel pieno rispetto di una regola non scritta in base alla quale ciascuna batteria, prima di disporre del mezzo, attendeva almeno tre giorni, per i seguenti motivi: concedere un congruo periodo di tempo al proprietario del veicolo rubato per mettersi in contatto con la batteria responsabile del furto ed intavolare l’illecita trattativa. Il cavallo di ritorno rappresentava, infatti, l’obiettivo principale in quanto garantiva all’associazione importi immediati e riduceva significativamente i rischi connessi alla gestione del mezzo (custodia, trasporto e altro); poter rimediare ad eventuali “torti”, qualora l’autovettura asportata fosse appartenuta a personaggi di particolare caratura criminale o persone a loro vicine, provvedendo all’immediata restituzione del mezzo; essere certi dell’assenza di eventuali dispositivi GPS nascosti e non individuati durante la “bonifica” del mezzo, scongiurando in tal modo il rischio di essere scoperti dalle Forze di Polizia. Le autovetture rubate, qualora le estorsioni non fossero andate a buon fine, trascorsi i tre giorni, venivano destinate alla ricettazione, anche fuori Provincia, per la successiva immissione nel fiorente mercato nero di veicoli e parti di ricambi. I tutori dell’ordine, in tale ambito investigativo, hanno deferito all’Autorità Giudiziaria 13 persone per favoreggiamento personale, avendo fornito alla polizia giudiziaria informazioni palesemente false e fuorvianti, aiutando in tal modo gli autori del reato ad eludere le indagini. Gli investigatori in in secondo filone investigativo, hanno coinvolto 30 persone, riguardo un ingente traffico di sostanze stupefacenti gestito da un gruppo criminale, con a capo un soggetto gravemente indiziato di appartenere al clan mafioso “CAPPELLO”. I malfattori potevano contare anche sulla disponibilità di armi e munizioni.  Gli inquirenti hanno censito e monitorato 2 piazze di spaccio ubicate 1 nel quartiere “Librino” e l’altra a “San Giorgio”, nelle quali si smerciava sostanza stupefacente tipo cocaina, per un volume di affari di oltre € 1.000 giornalieri per ciascuna piazza. Gli associati coinvolti in entrambi i filoni d’indagine avrebbero condiviso la medesima base logistica, costituita da un autonoleggio ubicato nel quartiere di San Giorgio. Il luogo sarebbe stato utilizzato per concretizzare accordi, incontri e pagamenti relativi alle attività illecite concernenti il furto dei veicoli finalizzato alle estorsioni o ricettazioni. La bese sarebbe servita anche per le contrattazioni riguardanti ingenti quantitativi di cocaina, venduta all’ingrosso a circa 42.000€  al kg e consegnata ai “grossisti” in vari punti della città per essere evidentemente destinata al rifornimento di altre piazze di spaccio presenti nel capoluogo etneo o in altre Province. Il Comandante Provinciale Col. Rino COPPOLA in merito all’inchiesta ha rivolto alla comunità un appello :  “i cittadini si devono fidare dei Carabinieri e devono immediatamente denunciare qualora restino vittime del furto del proprio veicolo e di richieste estorsive col metodo del cosiddetto Cavallo di ritorno”.


(VIDEO ARRESTI) 

CATANIA SVENTATA RAPINA, POLIZIOTTI SQUADRA MOBILE SEGUONO A BELPASSO 3 SU AUTO RUBATA ARRESTATI IN AZIONE. La  Polizia di Stato, nella notte del 22 dicembre scorso, ha tratto in arresto C.M. 39enne, I.A.36enne  e G.D. 40enne, già noti, colti, in concorso tra loro, nella flagranza dei reati di tentata rapina aggravata, porto e detenzione illegale di armi comuni da sparo e ricettazione. Il Questore di Catania Vito CALVINO, per il periodo delle festività natalizie ha disposto intensificate attività finalizzate al contrasto dei reati. I poliziotti, della Sezione Reati contro il Patrimonio e la P.A. – Squadra Antirapina della locale Squadra Mobile nel corso delle ordinarie e periodiche contro le azioni di natura predatoria hanno intercettato, nel territorio di Belpasso (CT), un veicolo, risultato rubato. La vettura stava viaggiando con a bordo tre soggetti, vestiti con abiti scuri ed il volto coperto da cappelli di lana e scaldacollo. Il conseguente servizio di pedinamento dell’auto sospetta ha consentito ai poliziotti di appurare che i 3 soggetti si stavano recando presso un’azienda di logistica e trasporti per compiere una rapina. I  tre, raggiunto il cancello d’ingresso, hanno azionato il clacson con il chiaro intento di farsi aprire per entrare al fine di realizzare il progetto delittuoso. Le concitate fasi, concernenti i momenti in cui i malviventi sono stati bloccati dai poliziotti, sono state riprese dal sistema di video sorveglianza della ditta. Il tempestivo intervento degli uomini antirapina ha permesso di rilevare che  G.D., conducente del veicolo, era armato di 1 pistola semiautomatica calibro 6.35 con n. 4 cartucce;   C.M., passeggero anteriore, di 1 revolver calibro 38 con n. 6 cartucce e l’I.A., passeggero posteriore, di 1 taglierino.  I tre fermati tenevano, nella macchina,  fascette in plastica e scotch, materiale con il quale avrebbero potuto immobilizzare i dipendenti della ditta, durante la materiale esecuzione della condotta criminale. Gli agenti successivamente in ricerca presso le abitazioni dei tre autori del reato hanno rinvenuto e sequestrato, nel domicilio del C.M., ubicato ad Aci Catena (CT), anche di 1  fucile automatico da caccia, con relativo munizionamento, risultato rubato. I tre soggetti, in ragione della condotta criminosa posta in essere e della detenzione illegale di armi comuni da sparo, sono tratti in arresto.  Gli arrestati, dopo le formalità di rito, d’intesa con il P.M. di turno, sono stati tradotti nel carcere di Catania – Piazza Lanza, per rimanere a disposizione dell’Autorità Giudiziaria procedente, che lo scorso 26 dicembre ha convalidato l’arresto.


(VIDEO ARRESTI)     (VIDEO ESTORSIONI)    

CATANIA -  POLIZIA ESEGUE 21 MISURE IN OPERAZIONE  SABBIE MOBILI ESTORSIONI SQUADRA DI LINERI SANTAPAOLA/ERCOLANO. La  Polizia di Stato di Catania ha dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura cautelare della custodia in carcere, emessa il 27 ottobre dal G.I.P. del Tribunale di Catania, nei confronti di: Alfio CURRAO 53enne, Fabrizio CURRAO 30enne, Alessandro DI STEFANO 22enne, Antonio DI STEFANO 44enne, Giuseppe DONATO 50enne, Natale Alessandro DONATO 20enne, Domenico GERACI 57enne, Salvatore Gianluca GERACI 33enne, Salvatore GUGLIELMINO 57enne, Vincenzo GUIDOTTO 42enne, Carmelo LITRICO 49enne, Nunzio MAMMINO 45enne, Lorenzo PINNAVARIA 31enne, Salvatore PINNAVARIA 26enne, Alfio RANNESI 27enne, Carmelo RANNESI 58enne, Girolamo RANNESI 60enne, Giuseppe RANNESI 53enne, Salvatore RANNESI 55enne, Francesco TOSCANO 57enne, Pietro VITTORIO 44enne.  La  Squadra Mobile della Questura di Catania è stata coadiuvata dal Servizio Centrale Operativo ed ha agito sotto il diretto coordinamento della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato che ha inviato nel Capoluogo etneo diversi equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine per le  vaste ed articolate attività dinamiche sul territorio ed il rintraccio e cattura dei destinatari delle misure cautelari emesse. L’operazione ha comportato anche la partecipazione di unità della locale Questura e delle sue articolazioni nonché di unità specializzate come Polizia Scientifica, Reparto Mobile e anche di un elicottero del Reparto Volo. Nel complesso sono stati impiegati circa 150 operatori. I personaggi sono gravemente indiziati, allo stato degli atti ed in relazione alla fase processuale che non ha ancora consentito l’instaurazione del contraddittorio con l’intervento delle difese, dei delitti di associazione di tipo mafioso, clan Santapaola – Ercolano, estorsione, tentata rapina, ricettazione, intestazione fittizia di beni, tutti reati aggravati dalla finalità di agevolare l’associazione mafiosa di appartenenza. Il provvedimento restrittivo compendia gli esiti dell’attività di indagine, coordinata da questo Ufficio della Procura della Repubblica di Catania – Direzione Distrettuale Antimafia, originata dalla richiesta estorsiva avanzata nei confronti di un noto ristoratore catanese al quale erano stati prospettati, nel mese di agosto 2019, attentati incendiari se non si fosse sottomesso al pagamento del pizzo. Al medesimo imprenditore erano state anche recapitate due cartucce calibro 7.65 da parte di due affiliati al sodalizio mafioso, con l’avvertimento che se non avesse accettato le loro richieste sarebbe stato oggetto di attentato. Le investigazioni, condotte dalla locale Squadra Mobile, avrebbero consentito di identificare, sempre per quanto risulta allo stato delle emergenze processuali in cui non è ancora instaurato il contradittorio delle parti,  gli autori di entrambi i tentativi di estorsione in Nunzio MAMMINO ed Alessandro DI STEFANO e di ricondurre l’attività illecita ad una articolazione territoriale del clan Santapaola – Ercolano, denominata Squadra di Lineri, radicata nell’area nord del capoluogo etneo, i cui capi storici si individuavano in Giuseppe PULVIRENTI detto “u Malpassotu”, uomo d’onore di Cosa nostra catanese, ed il genero di lui Giuseppe GRAZIOSO detto “Pippo”. La prosecuzione delle indagini, ad opera degli investigatori della Sezione antiestorsione della Squadra Mobile catanese, ha permesso agli investigatori di ricostruire l’organigramma dell’anzidetta consorteria mafiosa, il cui vertice sarebbe stato individuato in Girolamo RANNESI, coadiuvato dai fratelli Salvatore e Giuseppe, e dal fedele affiliato Alfio CURRAO, che sarebbe legato alla famiglia RANNESI da ininterrotta comune militanza e da consolidati rapporti personali di natura amicale.  Gli investigatori hanno evidenziato l’importanza, nel panorama criminale, della famiglia RANNESI che sarebbe stata rafforzata dal vincolo di sangue che Girolamo RANNESI aveva con Giuseppe GRAZIOSO, di cui era il genero, tanto che sarebbe considerato un uomo d’onore di Cosa nostra catanese ed uno dei soggetti di riferimento per il sodalizio mafioso in tutta la Provincia. Gli investigatori allo stesso modo, avrebbero identificato i gregari dell’organizzazione, ai quali i vertici avevano assegnato compiti esecutivi (come la riscossione delle estorsioni e la commissione di rapine e di altre attività illecite), che sarebbero stati sotto il comando di Giuseppe DONATO, braccio destro di Girolamo RANNESI, la cui officina di carrozzeria avrebbe rappresentato il quartier generale del sodalizio. Gli inquirenti, inoltre, avrebbero individuato, nel capillare e radicato sistema estorsivo, il principale business illecito dell’organizzazione nei confronti di imprenditori e commercianti che, ben conoscendo la storia criminale di alcuni degli appartenenti al sodalizio indagato e scoperto, si sono sottomessi al pagamento dell’estorsione in favore della Squadra di Lineri.  I tutori dell’ordine, nel corso delle indagini hanno acquisito elementi di riscontro, attraverso numerosi arresti in flagranza di reato di taluni affiliati chiamati a riscuotere mensilmente le rate estorsive; in occasione di uno di questi arresti, veniva rinvenuta e sottoposta a sequestro la c.d. carta delle estorsioni, contenente – secondo la prospettiva accusatoria – l’elenco delle attività commerciali taglieggiate, mascherate attraverso l’indicazione che si trattava di numeri da giocare all’enalotto con l’evidente fine di depistare eventuali investigazioni in caso di rinvenimento.  I tutori dell’ordine a tal proposito, hanno individuato numerose attività imprenditoriali (circa una ventina) che da anni hanno versato all’organizzazione mafiosa ingenti somme di denaro con cadenza mensile o semestrale. Si è stimato, approssimativamente, che l’organizzazione incassasse da ogni singolo imprenditore, mediamente, la somma di 250 euro mensili con un profitto illecito annuale di circa 70.000 euro. Le dichiarazioni delle persone offese che si sono determinate a collaborare con gli inquirenti, denunziando le condotte criminose di cui erano vittime, hanno rappresentato una delle principali fonti a supporto dell’intero impianto accusatorio posto a fondamento della misura cautelare. In altri casi, nonostante l’evidenza della prova, subendo il timore di possibili ritorsioni, i commercianti hanno preferito tacere o dire il falso e sono in atto indagati per il delitto di false informazioni al Pubblico Ministero. I tutori dell’ordine, nel corso dell’indagine hanno accertato che parte dei proventi erano destinati alle spese per la difesa legale degli arrestati, nonché per il sostentamento economico delle loro famiglie di cui i capi del clan si erano fatti carico.   Il provvedimento restrittivo ha colpito anche i beni patrimoniali dell’organizzazione, disponendo il sequestro di un’attività commerciale, fittiziamente intestata a soggetti di comodo, ma che di fatto sarebbe riconducibile alla famiglia RANNESI, nonché autoveicoli nella disponibilità dei soggetti organici alla consorteria mafiosa e utilizzati per compiere le varie attività criminose. I destinatari della misura cautelare sono stati rintracciati nella mattinata e tradotti in carcere, ad eccezione di coloro che erano già detenuti, per altra causa, nei confronti dei quali il provvedimento è stato notificato presso i relativi istituti di pena. Il Direttore Centrale Anticrimine della Polizia di Stato Prefetto Francesco Messina ha affermato : “E’ inconcepibile che ancora oggi, nonostante l’efficacia e l’incisività dell’azione di contrasto espletata dallo Stato, esistano parti offese che si ostinano a non denunciare, addirittura dichiarando il falso. La lotta alla criminalità organizzata non può essere delegata esclusivamente alle Forze dell’Ordine e alla Magistratura. La Sicurezza è di tutti e l’unica protezione è quella fornita dallo Stato; Cosa Nostra non fornisce protezione, commette delitti e inquina le libertà economiche. Non denunciare di essere vittima di estorsione è un comportamento che potrebbe essere talvolta ai limiti della rilevanza penale. Colpisce, in questa indagine, che su 32 estorti, solo 16 abbiano ritenuto di contribuire con le loro denunce all’accertamento della verità da parte nostra”.


CATANIA - Ten Col Claudio Papagno nuovo Comandante  Reparto Operativo carabinieri  Catania insediato a Comando Provinciale.

             (VIDEO conferenza Col.Coppola)    

   (VIDEO conferenza T.Col.Papagno)     

(VIDEO intervista T.Col.Papagno)   

 L’alto ufficiale è subentrato al Col. Piercarmine Sante Sica  trasferito a Livorno quale Comandante Provinciale Carabinieri. Il Comandante Provinciale  Carabinieri Catania colonnello Rino Coppola ha presentato, il Ten Col Claudio Papagno quale nuovo C.te  Reparto Operativo. Il curriculum del nuovo comandante è di tutto rispetto, avendo maturato esperienze di comando a Napoli zona Scampia ed a Palermo. Incarichi: 1996 – 1999, ha frequentato la Scuola Militare “Teuliè” di Milano; 1999 – 2004, ha frequentato il biennio presso l’Accademia Militare di Modena (181° corso) ed il triennio presso la Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma; 2004 – 2006, è stato Comandante di Plotone degli Allievi Marescialli e successivamente degli Allievi Brigadieri della Scuola Marescialli e Brigadieri dei Carabinieri di Velletri; 2006 – 2008, ha comandato il Nucleo Operativo della Compagnia Palermo – Piazza Verdi; 2008 – 2013, ha comandato la Compagnia di Treviso; 2013 – 2016, ha comandato la Compagnia di Napoli - Stella; 2016 - 2022, ha prestato servizio presso il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, prima nell’Ufficio Logistico, occupandosi della pianificazione logistico-finanziaria dell’Arma dei Carabinieri e successivamente nell’Ufficio Polizia Militare e di Stabilità, ove si è occupato dei “Piani di Cooperazione bilaterali” tra l’Arma dei Carabinieri e gli Stati esteri per lo sviluppo di attività addestrative, della pianificazione e gestione delle Missioni internazionali a cui l’Arma dei Carabinieri prende parte, nonché della sicurezza delle Rappresentanze diplomatiche italiane all’estero; nel 2020, ha frequentato per 6 mesi il “136° Senior Course” presso il “Nato Defence College” in Roma, conseguendo il titolo ISSMI; tra il 2017 e il 2021, ha frequentato diversi corsi presso la “Nato School” di Oberammergau in Germania, tra cui il “NATO Defence Against Terrorism Course”. Incarichi all’estero: 2005 – 2006, ha preso parte per 6 mesi alla Missione “Eufor Althea” in Bosnia, quale Ufficiale di Collegamento del Reggimento Carabinieri IPU (Integrated Police Unit) presso la “Multinational Task Force North West” in Banja Luka;  2009 – 20010, ha preso parte per 8 mesi alla missione KFOR in Kosovo, quale Capo Cellula G3 (operazioni) del Reggimento Carabinieri MSU (Multinational Speciallized Unit). Studi: laurea magistrale in “Giurisprudenza” presso l’Università “la Sapienza” di Roma; laurea specialistica in “Scienze della Sicurezza interna ed esrterna” presso l’Università “Tor Vergata” di Roma. Gli auguri nostri e personali di buon lavoro denso di successi personali e professionali al Ten Col Claudio Papagno nuovo Comandante  Reparto Operativo.


CATANIA - Infermiere arrestato, sospensione dal servizio. Un comunicato stampa dell’AZIENDA CANNIZZARO PRECISA : “COLLABORAZIONE CON LA MAGISTRATURA . Con riferimento ai gravi reati contestati a un infermiere, l’Azienda Ospedaliera Cannizzaro ha fattivamente collaborato sin dall’inizio con l’Autorità Giudiziaria, trasmettendo tempestivamente la documentazione sanitaria e ogni altro elemento richiesto dagli Organi inquirenti. Acquisita la notizia della misura cautelare disposta dal Giudice, con delibera del Direttore Generale il dipendente è stato immediatamente sospeso dal servizio ed è stato altresì avviato il procedimento disciplinare previsto dalla normativa. L’Azienda Ospedaliera resta a disposizione dell’Autorità Giudiziaria per ogni altra informazione utile all’accertamento dei fatti. Al personale infermieristico, medico e sanitario nel suo complesso, l’Azienda rinnova la sua riconoscenza per l’operato quotidianamente svolto nell’assistenza al malato”.

CATANIA – GIP emette provvedimento cautelare per infermiere ritenuto responsabile decesso 2 donne somministrati farmaci Diazepam e Midazolam non prescritti. La Polizia ieri ha dato esecuzione, nei confronti   di Vincenzo VILLANI CONTI 4enne (1972), alla misura della custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale il 5 luglio 2022, su richiesta avanzata da questa Procura. La Procura nel comunicato scrive:”L’infermiere sarebbe ritenuto responsabile, allo stato degli atti ed in relazione alla fase processuale che non ha ancora consentito l’intervento delle difese, di avere commesso, in violazione ai doveri derivanti dal suo ruolo di infermiere professionista, un  duplice omicidio in danno due persone ricoverate presso il reparto Medicina e Chirurgia d’Accettazione e Urgenza di un nosocomio cittadino, mediante somministrazione, con modalità estranee ad esigenze terapeutiche, dei farmaci Diazepam e Midazolam. Gli accertamenti tecnici ed in specie la consulenza medico-legale e le analisi tossicologiche eseguite  dopo la riesumazione dei cadaveri dei due pazienti, hanno infatti  permesso di accertare che  il decesso delle due persone fosse avvenuto dopo il turno notturno svolto dall’indagato, nelle cartelle cliniche dei 2 pazienti non risultava indicata la prescrizione dei segnalati farmaci, proprio perché del tutto controindicati rispetto alle patologie sofferte dai medesimi e, infine, come sui cadaveri, pur a distanza di diversi mesi dalla morte, fossero presenti tracce significative di tali farmaci: “Sia nei campioni biologici dei due pazienti i dati relativi al Midazolam e al Diazepam sono compatibili con una somministrazione delle sostanze avvenuta pressoché contemporaneamente (…) determinando un aumento reciproco degli effetti tossici sull’apparato respiratorio. Considerando le condizioni cliniche delle due pazienti, la grave compromissione della loro funzione respiratoria avrebbe dovuto costituire – ex se – una controindicazione specifica alla somministrazione”. Il quadro indiziario raccolto, in esito a lunghe e complesse indagini, condotte dalla sezione della Squadra Mobile catanese dedicata ai “Reati contro la Persona ed in pregiudizio di minori e reati sessuali”, è stato pienamente condiviso da questo Ufficio, permettendo di richiedere ed ottenere, dal competente Giudice per le Indagini Preliminari, la misura cautelare carceraria  nei confronti  del citato Vincenzo VILLANI CONTI determinandone la sua cattura e traduzione, dopo le formalità di rito, presso la Casa Circondariale per ivi essere mantenuto a disposizione dell’A.G. procedente”.


(VIDEO APPOSTAMENTO)

SIRACUSA - OPERAZIONE ANTIMAFIA AGORA’, CARABINIERI AMMANETTANO RICERCATI, PRESUNTI CLAN NARDO. I  Militari  del Comando Provinciale di Siracusa hanno tratto in arresto Gesualdo BRIGANTI 66enne (1956), sfuggito il 16 giugno scorso all’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.i.p. di Catania, nell’ambito dell’attività d’indagine denominata “Agorà”. Favoreggiamento è l’accusa per le persone che hanno favorito il ricercato nel nascondersi. I carabinieri hanno operato su delega Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catania Direzione Distrettuale Antimafia  nel quadro dell’Operazione AGORA, Il personaggio, ritenuto (nell’attuale fase del procedimento, in cui non è stato ancora instaurato il contraddittorio tra le parti) referente del clan “Nardo” nel comune di Francofonte (SR), era riuscito a sottrarsi alla cattura allontanandosi nottetempo nella zona rurale francofontese. L’incessante azione di monitoraggio operata dai carabinieri ha consentito agli investigatori di individuare il rifugio in un’abitazione di campagna, di proprietà di una coppia, nel vicino comune di Militello in Val di Catania (CT), a pochi chilometri di distanza da Francofonte (SR). I militari, durante servizi mirati volti a rintracciare BRIGANTI, hanno notato un’autovettura uscire dalla sua abitazione con al volante una donna. (VIDEO APPOSTAMENTO) La sospettata, dopo immesso il veicolo lungo la strada, ne abbandonava la guida stendendosi sui seggiolini posteriori, mentre il passeggero si metteva al volante. Gli investigatori, pedinando l’auto sospetta, sono giunti all’abitazione dove aveva trovato rifugio Gesualdo BRIGANTI. Il ricercato, alla vista dei carabinieri, non ha opposto resistenza. La cattura dell’ultimo ricercato sfuggito al blitz del 16 giugno, segue di pochi giorni quella di Tiziana BELLISTRI 48enne(cl. 1974) individuata dai carabinieri del Comando Provinciale di Siracusa a bordo di una nave passeggeri a largo di Palermo. I militari del Nucleo Investigativo di Siracusa, in quell’occasione, si recarono nel capoluogo di regione e, raggiunta la grande nave in alto mare, salirono a bordo dell’imbarcazione prima che questa attraccasse al porto palermitano, per evitare che la donna si potesse confondere tra le migliaia di passeggeri. I carabinieri una volta a bordo della nave, dopo gli accertamenti individuarono la donna e traendola in arresto pochi minuti prima dello sbarco. Tiziana BELLISTRI e Gesualdo BRIGANTI, dopo le formalità di rito, sono stati tradotti rispettivamente presso le case circondariali di Messina e Siracusa (SR). Gli inquirenti adesso ad esito delle catture attiveranno il contraddittorio procedimentale, nel corso del quale gli indagati avranno la facoltà di fornire la loro versione dei fatti e indicare eventuali prove a discolpa. Coloro quali hanno dato supporto a BRIGANTI per eludere le ricerche dei carabinieri sono stati deferiti in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Caltagirone (CT) per il reato di favoreggiamento personale.

 

CATANIA 400 CARABINIERI ROS ESEGUONO 56 MISURE CLAN SANTAPAOLA-ERCOLANO-NARDO IN OPERAZIONE ANTIMAFIA AGORÀ A CATANIA-LENTINI-CALTAGIRONE-SIRACUSA. (VIDEO) Operazione “AGORÀ” si tratta di soggetti destinatari di misura cautelare in carcere : Calogero AQUILINO; Sebastiano BASSO; Antonino Sebastiano BATTAGLIA; Antonino BRIGANTI; Salvatore BRIGANTI;  Gaetano CASCIANA; Vincenzo CASTELLI; Rosario CIAFFAGLIONE;  Giuseppe CIRIACONO;  Francesco COMPAGNINO;  Donatello CORMACI;  Filippo CRISAFULLI;  Giuseppe DE LUCA; Salvatore DI LIBERTO;  Benedetto DISTEFANO;  Carmelo FALLARA;  Alessandro Antonio FATUZZO;  Salvatore FAZIO;  Luigi FERRINI;  Giuseppe FURNÒ;  Salvatore GIARRUSSO;  Antonino GUERCIO;  Giuseppe MIDORE;  Nicholas MIDORE;  Sebastiano MIDORE;  Pasquale OLIVA;  Orazio PAPALE;  Maurizio PINZONE VECCHIO;  Benito PRIVITERA;  Domenico QUERULO;  Salvatore RANNESI;  Carmelo RENNA;  Salvatore RINALDI;  Gaetano RIOLO;  Gabriele SANTAPAOLA;  Vincenzo SAPIA;  Lorenzo Michele SCHILLACI;  Giuseppe SCUDERI;   Lorenzo SGROI;  Barbaro STIMOLI;  Matteo VASTA;  Rosario ZAGAME. Soggetti destinatari di misure cautelare non detentive: Mario BRULLO;  Gianfilippo CIRIACONO;  Vito CUTRERA;  Domenico GENTILE;  Gianluca ITALIA;  Lorenzo PALAZZO;  Salvatore OREFICE;  Francesco RAMETTA;  Giuseppe SPITALE. Società e mezzi in sequestro: del 100 % della società di trasporto T.LOG S.R.L;  del 100 % delle quote della società di trasporto LG S.R.L.;   del 100 % delle quote societarie della ditta di trasporti denominata LOGITRADE s.r.l.;  dell’impresa edile Eredi di SPITALE Gaetano di Angela SPITALE & C. Snc;  dell’impresa individuale di OREFICE Salvatore;  della CUTRERA Onoranze funebri srl;  della Ital Costruzioni Group Srl;  della Ital Costruzioni Srl;   della sede operativa della società di trasporti Logitrade s.r.l. ora T LOG s.r.l. costituita da un manufatto, adibito ad attività produttiva, di mq. 1.139,36, con annesso un corpo secondario fuori terra su due livelli e area parcheggio di mq. 1.200,00;  della Sicilsystem Srl (C.F. 05708560874);  di tutti i veicoli intestati alla società la ditta L.G. S.R.L.;  di tutti i veicoli intestati alla società la ditta LOGITRADE S.R.L.;  di tutti i veicoli intestati alla società la ditta T LOG S.R.L. I Carabinieri del ROS hanno ricostruito i numeri dell’operazione che fa il punto sulla attuale situazione delle ‘famiglie’ di cosa nostra nel Distretto di Catania: 56 misure cautelari a carico di altrettanti soggetti; 26 capi d’imputazione; 16 diversi collaboratori di Giustizia utilizzati nel corso delle indagini; 9 società sottoposte a sequestro per un valore stimato di circa 10 milioni di euro; 108 kg di marijuana, di 2,6 kg di cocaina e 57 kg di hashish sequestrati.  Su delega della Procura Distrettuale di Catania, i carabinieri del ROS e del Comando Provinciale di Siracusa hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. di Catania, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di 56 soggetti ritenuti, con alto grado di probabilità, di essere affiliati o contigui alla famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano-Nardo, alla famiglia di Caltagirone, a quella di Ramacca ed al clan Nardo di Lentini. Il provvedimento è stato eseguito – da oltre 400 militari - nei territori delle provincie di Catania (Catania, Ramacca, Vizzini, Caltagirone e San Michele di Ganzaria) e di Siracusa (Lentini, Carlentini e Francofonte).  I soggetti tratti in arresto dai carabinieri del ROS sono gravemente indiziati (con 26 diversi capi d’imputazione) dei delitti di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico e allo smercio di stupefacenti, nonché di numerose estorsioni pluriaggravate, di illecita concorrenza, di turbata libertà degli incanti e di trasferimento fraudolento di beni, reati tutti aggravati dal metodo e dalle finalità mafiose. I militari dell’Arma, contestualmente, hanno notificato anche un decreto di sequestro preventivo di beni (9 società attive nei settori dell’edilizia, della logistica e dei servizi cimiteriali nonché dei beni e conti correnti ad esse riconducibili) per un valore di oltre 10 milioni di euro.  Gli investigatori precisano che nell’attuale fase del procedimento, in cui non è stato ancora instaurato il contraddittorio tra le parti, le indagini (avviate nel 2016 come naturale prosecuzione del procedimento “CHAOS”) hanno cronologicamente disvelato le criticità, i nuovi rapporti di forza e gli equilibri raggiunti tra le famiglie di cosa nostra operanti nei territori di Catania, Caltagirone e Siracusa, e segnatamente la famiglia Santapaola- Ercolano, la famiglia La Rocca, la famiglia di Ramacca e il clan Nardo. I ROS hanno documentato la riorganizzazione interprovinciale del sodalizio mafioso che,  pur dopo l’esecuzione delle ordinanze adottate nell’ambito del procedimento CHAOS, è riuscito a mantenere l’operatività nei tradizionali settori delle estorsioni, del recupero crediti e della cessione di stupefacenti. I ROS evidenziano che è stata accertata la capacità dei clan di infiltrarsi nell’economia lecita (nel settore dei trasporti su gomma e in quello dell’edilizia) e di influenzare i processi decisionali degli enti locali (come nell’ipotesi dell’alterazione delle procedure per l’affidamento dei servizi cimiteriali nel comune di Vizzini e nelle ipotesi degli affidamenti per la manutenzione stradale curati dal comune di Caltagirone). Gli accertamenti dei ROS hanno evidenziato sia attraverso un’imponente attività di intercettazione, ma anche con il ricorso a sistemi di indagine tradizionale sul territorio e coil contributo di 16 diversi collaboratori di Giustizia ad identificare gli elementi di maggior peso dell’organizzazione e a ricostruire, al contempo, la rete di relazioni e la struttura della famiglia Santapaola-Ercolano, di quella La Rocca di Caltagirone, quella di RAMACCA e del clan Nardo. Le indagi dei ROS  hanno inoltre, cristallizzato un momento particolare di composizione degli assetti mafiosi dell’area: dai dialoghi captati all’interno dell’officina di Salvatore RINALDI, eletta a luogo di incontro privilegiato delle diverse articolazioni di cosa nostra catanese, emergeva come il susseguirsi di provvedimenti cautelari scaturiti dalle indagini Kronos e Chaos avesse di fatto interrotto il processo di riorganizzazione di cosa nostra catanese avviato da Antonio TOMASELLI (il responsabile dell’epoca, tratto in arresto proprio all’esito del procedimento Chaos), ma che – pur in assenza di un formale reggente della famiglia – i soggetti rimasti in libertà fossero stati in grado di riorganizzarsi e di mantenere un elevato livello di pericolosità criminale. I ROS hanno, in particolare, registrato momenti di forte conflittualità tra i sodali (dovuti proprio all’assenza della investitura ufficiale di un nuovo reggente), che consentivano di monitorare dialoghi di straordinaria portata investigativa.  Gli investigatori, ROS hanno rilevato il dato e piena conferma nella gestione delle estorsioni, in passato curate in prima persona da TOMASELLI. Era in questi frangenti che Salvatore RINALDI, Michele Lorenzo SQUILLACI (ritenuto referente del gruppo Nizza), Luigi FERRINI (referente per i paesi) e Carmelo RENNA (ritenuto referente del Villaggio Sant’Agata) indicati dalle indagini, con alto grado di probabilità, quali vertici dei diversi gruppi, discutevano di come “gestire” la situazione e dividere i relativi utili. Gli inquirenti ritengono che l’officina fosse anche il luogo dove avvenivano le riunioni con esponenti della famiglia di Caltagirone e del Clan Nardo e ciò ha consentito di aprire ulteriori filoni investigativi che hanno permesso di acclarare l’operatività delle due compagini sul territorio calatino e siracusano. La famiglia di Caltagirone avrebbe (allo stato degli atti, sempre con alto grado di probabilità) in Gioacchino Francesco LA ROCCA inteso “Gianfranco”, figlio di Francesco “Ciccio” LA ROCCA (deceduto nel dicembre 2020), l’indiscusso vertice, a capo di un nutrito gruppo criminale in stretto rapporto con gli imprenditori Giuseppe CIRIACONO, suo figlio Gianfilippo CIRIACONO, Giuseppe SPITALE e Salvatore OREFICE, attraverso i quali cosa nostra calatina, grazie anche alle entrature di cui gode presso il Comune di Caltagirone, avrebbe esercitato un’attività pressoché monopolistica nel settore degli appalti. I ROS avrebbero in particolare, documentato come alcuni dipendenti dell’amministrazione comunale (non destinatari di provvedimento cautelare, ma ai quali verrà notificata l’informazione di garanzia) consapevoli di chi rappresentasse CIRIACONO “modellavano” i bandi così da favorire le aziende di quest’ultimo (tutte oggi oggetto di sequestro preventivo) e quindi Gianfranco LA ROCCA. I ROS hanno evidenziato, come riscontrato allo stato delle indagini, siano di fatto riconducibili anche l’impresa edile Eredi di Spitale Gaetano & c. snc e la ditta individuale Salvatore OREFICE, entrambe operanti nel settore movimento terra.  I ROS nell’indagine diretta dalla Procura Distrettuale di Catania hanno evidenziato essere particolarmente significativa la vicenda relativa alla gestione dei servizi cimiteriali nel comune di Vizzini, scaturita dalla volontà di Gesualdo BRIGANTI – gravemente indiziato di essere esponente di spicco del clan Nardo – di inserirsi nella gestione dell’appalto attraverso una società a lui riconducibile, ma in violazione di accordi risalenti nel tempo che attribuivano tale servizio – sebbene ricadesse in un’area di influenza del clan Nardo – alla ditta La Cutrera Onoranze Funebri Srl, di fatto riconducibile a Gianfranco LA ROCCA. La questione veniva poi risolta a seguito di plurime interlocuzioni tra i vertici dei due gruppi mafiosi che stabilivano come la ditta riconducibile a LA ROCCA avrebbe continuato la gestione dei servizi, cedendo tuttavia una percentuale dei profitti al clan Nardo ed a cosa nostra catanese. I carabinieri del ROS, presso l’officina di RINALDI, hanno documentato inoltre un susseguirsi di incontri finalizzati a monitorare costantemente le diverse e numerose questioni che sorgevano nella provincia etnea, tra queste estremamente significativa era quella che interessava i rapporti tra Catania e la famiglia di Ramacca, la quale lamentava il mancato versamento delle percentuali storicamente pattuite derivanti dalle estorsioni commesse nel territorio di sua competenza, con la conseguenza di intaccare anche il prestigio di Pasquale OLIVA al vertice di quella famiglia. I ROS ritengono che anche in questo caso RINALDI, RENNA, SCHILLACI e FERRINI abbiano organizzavano più incontri, ai quali avrebbero preso parte per conto della famiglia di Ramacca Franco COMPAGNINO ed Alessandro FATUZZO, all’esito dei quali veniva ristabilito il rispetto delle antiche regole. I ROS confermano che in merito al clan Nardo di Lentini (SR), è da dire come nel provvedimento sono confluiti gli esiti di tre distinti filoni investigativi, condotti dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Siracusa, che traggono origine sempre dalle captazioni operate presso la stessa officina di Salvatore RINALDI. Emergeva dunque dalle indagini l’attuale reggenza del clan e la sua composizione (comprensiva dei referenti dei paesi limitrofi sotto il suo controllo, quali Francofonte e Vizzini). I ROS evidenziano che in particolare, era possibile individuare in Antonino GUERCIO l’attuale reggente operativo, subordinato solo a Giuseppe FURNÒ, il quale,  sulla scorta del materiale raccolto, va qualificato come successore di Pippo FLORIDIA, già reggente del gruppo NARDO fino al 20.4.2016, come documentato in seno all’indagine Kronos del ROS.  Gli investigatori rilevano con l’indagine dei ROS come il clan Nardo e la famiglia Santapaola fossero in affari anche per il traffico di droga. I militari ritengono che la direzione sia di Antonio GUERCIO e dello stesso RINALDI ed evidenziano un fiorente traffico e smercio di sostanze stupefacenti  (nel corso delle indagini, in tempi diversi, si è proceduto al sequestro di 108 kg di marijuana, di 2,6 kg di cocaina e 57 kg di hashish) – in questo contesto un ruolo centrale veniva assunto da Tiziana BELLISTRI, che di fatto organizzava la rete dello smercio. I ROS rilevano che le cointeressenze tra i due gruppi criminali erano rivolte anche al controllo del tessuto imprenditoriale. I militari ritengono nel dettaglio che GUERCIO e RINALDI pianificassero un’azione ai danni dell’A.T.I. Società Consortile Bicocca-Augusta Scarl, aggiudicataria dell’appalto bandito da Italferr Spa, che stava svolgendo i lavori presso il cantiere della stazione ferroviaria di Lentini. I due, all’esito di più interlocuzioni, non solo avrebbero imposto alla società di cedere materiale ferroso di risulta a soggetti individuati da GUERCIO e RINALDI, i quali avrebbero poi provveduto alla vendita, ma anche i servizi di guardiania al cantiere.  I ROS, con l’attività investigativa hanno evidenziato, per ciò che emerge dall’attuale fase del procedimento, come i sodali oggi destinatari di misura restrittiva mantenessero attiva la propria rete di controllo su diversi settori economici e sociali, operando mirate estorsioni i cui ricavi erano da dividere in basi a precisi accordi e sulla base dello spessore della famiglia destinataria. I ROS hanno documentato il tentativo di estorsione attuato da esponenti del clan NARDO e della famiglia Santapaola – Ercolano ai danni delle società Trasporti e Movimento Terra Srl e della Figeco Srl, impegnate nell’esecuzione di lavori di pulitura, smaltimento di detriti e rifacimento degli argini sul fiume Dirillo; della ditta L.C. Costruzioni, impegnata nei lavori di risanamento della sovrastruttura stradale lungo la S.S. 124 dal Km. 33+120 al Km 57+000 in t.s. Grammichele - Buccheri. L’azione avrebbe interessato anche il settore dei trasposti su gomma da parte di Giuseppe GENTILE (deceduto per cause naturali qualche giorno fa e soggetto di rilievo del clan Nardo, del quale in passato era stato reggente, prima che questo ruolo venisse affidato a GUERCIO) il quale, attraverso il titolare della Ecotrasporti, avrebbe gestito una piattaforma logistica adibita a centro di raccolta degli agrumi che, dopo essere stati confezionati, venivano affidati in esclusiva per il trasporto, in considerazione della riconosciuta caratura, a ditte di fatto riconducibili a Giuseppe GENTILE (Logitrade Srl, Tlog Srl E Lg Srl) ed oggi sottoposte a sequestro preventivo. I ROS ritengono che tale monopolio avrebbe determinato un momento di forte attrito allorquando il titolare della Ecotrasporti si sarebbe opposto all’apertura a Francofonte (SR) di un’altra agenzia di trasporti da parte di tale Gregorio LUMINARIO, soggetto vicino a Michele SCHILLACI, il quale senza il benestare e l’autorizzazione di cosa nostra catanese, aveva intrapreso l’iniziativa imprenditoriale. La situazione di tensione diveniva evidente in data 3.12.2018 quando Carmelo GUALTIERI, titolare della ditta sopra citata aveva una violenta colluttazione con Gregorio LUMINARIO il quale, per le lesioni subite, era costretto a recarsi al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Lentini. La vicenda sarebbe stata “discussa” con cosa nostra catanese (nelle persone di Salvatore RINALDI, Michele SCHILLACI e Luigi FERRINI) dai vertici del clan NARDO su Francofonte (Gesualdo BRIGANTI) e con il diretto intervento di Giuseppe FURNO’. Il potenziale conflitto veniva ricomposto nel rispetto della tradizionale alleanza tra le due compagini mafiose, stabilendosi che LUMINARIO avrebbe aperto l’agenzia, ma avrebbe dovuto corrispondere delle somme ad entrambi i gruppi criminali. L’ipotesi investigativa prospettata dalla Procura Distrettuale di Catania è stata condivisa dal Gip in sede che ha emesso le misure cautelari già specificate. In esito alle catture verrà ora attivato il contraddittorio procedimentale, nel corso del quale gli indagati avranno la facoltà di fornire la loro versione dei fatti ed indicare eventuali prove a discolpa.


MASCALUCIA - CARABINIERI eseguita misura per Martina PATTI confessa infanticidio figlia Elena bimba di 4 anni sparita a Mascalucia. (VIDEO) I Carabinieri del Comando Provinciale di Catania sono stati delegati all’esecuzione di un decreto di fermo di indiziati di delitto nei confronti di Martina PATTI 24enne, nata a Catania (16 gennaio 1998), ritenuta responsabile dei delitti di omicidio premeditato pluriaggravato della figlia Elena DEL POZZO di quasi cinque, nonché della soppressione del cadavere sotterrandolo, commessi il 13 giugno 2022, a Mascalucia. I militari hanno operato nell’ambito di serrate e complesse indagini coordinate, sin dal verificarsi dell’evento, dalla Procura della Repubblica di Catania - Direzione Distrettuale Antimafia. Le indagini hanno consentito di ricostruire, seppur in una fase procedimentale caratterizzata dall’assenza del contraddittorio, i reali accadimenti e di definire la responsabilità personale a seguito della denuncia presentata dalla medesima PATTI nel pomeriggio, poche ore dopo la sparizione della piccola Elena, presso la Tenenza di Mascalucia. La notizia della sparizione della bimba aveva, suscitato un gravissimo allarme sociale, essendo stato inizialmente segnalato il sequestro della bimba Elena ad opera d un non meglio indicato gruppo di uomini incappucciati.  La narrazione iniziale della madre Martina Patti: verso le 15:00 circa, dopo aver bloccato l’autovettura da lei condotta lungo via Piave sarebbe stata minacciatala mediante una pistola/una mazza, i malfattori l’avrebbero rapita, preannunciandone la morte. Gli investigatori hanno appurato nella circostanza, secondo quanto riferito dalla donna, che l’episodio sarebbe stato ingenerato da una conseguenza per il comportamento dell’ex compagno (Alessandro DEL POZZO, 24enne già noto) per non aver ascoltato precedenti messaggi minatori fattigli recapitare presso la propria abitazione in ragione del tentativo posto in essere di individuare il reale complice di una rapina ai danni di una gioielleria di Catania al posto del quale venne arrestato il 15 ottobre 2020 e successivamente assolto nel settembre 2021 per non aver commesso il fatto. Gli inquirenti,  dalle prime risultanze investigative, anche grazie alla tempestiva acquisizione di idonee telecamere di videosorveglianza, hanno potuto accertare la mancata corrispondenza al vero del fatto denunciato, vista l’assenza di gruppi “armati” in via Piave nelle fasce orarie indicate e nonostante una strenua difesa ad oltranza della propria versione da parte della madre Martina PATTI. L’attività di indagine incessante dei militari del Nucleo Investigativo, aveva portato anche ad ascoltare per tutta la notte, tra gli altri, sia Martina PATTI che Alessandro DEL POZZO, ha fatto emergere un triste quadro familiare costituito da due ex conviventi  i quali a prescindere dalla gestione apparentemente serena della figlia Elena avevano allacciato nuovi legami e non apparivano rispettosi l’un l’altro. I tutori dell’ordine hanno appurato che in particolare, la donna, nei confronti della quale nel corso della nottata è stato contestato il reato di false informazioni al pubblico ministero. Martina PATTI a fronte delle continue sollecitazioni da parte degli inquirenti e delle contestazioni alla inverosimile versione fornita, ha ceduto e soltanto nella tarda mattinata  quando i Carabinieri della Sezione Investigazioni Scientifiche si stavano apprestavando ad effettuare i rilievi dell’abitazione presso cui la stessa risiedeva assieme alla figlia Elena.  Gli investigatori hanno rilevato e fatto emergere che la stessa madre abbia potuto posto in essere il gravissimo gesto anche per via di una forma di gelosia nei confronti dell’attuale compagnia dell’ex convivente, non tollerando che alla stessa vi si affezionasse anche la propria figlia. Martina PATTI, messa alle strette, in fase d’interrogatorio ha dapprima indicato ai militari il luogo presso cui rinvenire il corpicino della figlia (sotterrato in un campo vicino alla via Euclide di Mascalucia), quindi, sentita presso il Comando Provinciale dei Carabinieri alla presenza di Magistrati della Procura di Catania, ha confessato l’orrendo crimine, precisando di averlo portato a termine in maniera solitaria, dopo essere andata a prendere Elena all’asilo (era tra l’altro il primo giorno del GREST), utilizzando un coltello da cucina e dei sacchi neri per nascondere il corpo nella terra.  Il corpicino della bambina, all’esito dell’ispezione medico legale, ha evidenziato molteplici ferite da armi da punta e taglio alla regione cervicale e intrascapolare. La presunta omicida è stata associata presso la Casa Circondariale di Catania Piazza Lanza.


CATANIA - Vito CALVINO è Questore a Catania subentrato a Mario Della Cioppa inviato a dirigere Roma. Il Dirigente Generale di Pubblica Sicurezza dott. Vito CALVINO ha svolto precedentemente le funzioni di questore a Messina. Il Consiglio dei ministri, lo scorso 17 maggio, aveva deciso tra gli altri provvedimenti l’avvicendamento dei Questori tra le Città di Messina, Catania e Roma. Le parole del Dirigente Generale di Pubblica Sicurezza Vito Calvino che si è insediato mercoledì 26 maggio quale nuovo Questore della provincia di Catania sono state esplicite : “Onorato e orgoglioso di essere Questore di Catania”. Vito CALVINO è nato nel 1961, a Palermo, è Funzionario della Polizia di Stato da 34 anni, nel corso dei quali ha maturato importanti esperienze professionali e diretto diversi e importanti uffici investigativi e commissariati. Il nuovo questore di Catania ha cominciato l’attività investigativa al Commissariato di Vittoria nel 1988. Quale Vice Dirigente della Squadra Mobile della Questura di Ragusa, dopo tre anni nel 1991, è arrivato a Palermo, pere dirigere il Commissariato di Brancaccio per 5 anni e quello di San Lorenzo per altri 2, quartieri in cui alto è il tasso delinquenziale e forte la presenza della criminalità organizzata. Il dirigente non ha mancato il suo obiettivo ed ha colpito conseguendo significativi risultati che l’hanno portato alla guida, prima della Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile e, poi, dell’intera Squadra Mobile, che, in quel periodo ha, disarticolato numerose consorterie mafiose e catturato diversi pericolosi latitanti, tra cui Domenico Raccuglia, Gianni Nicchi e Giuseppe Falsone. Vito CALVINO è stato poi promosso a Dirigente Superiore, e nominato Direttore del Reparto Investigazioni Giudiziarie della Direzione Investigativa Antimafia. Il  primo incarico da Questore, è stato nel 2019 in  provincia di Messina. Il  neo Questore di Catania ha formalmente assunto l’incarico ed innanzitutto, ha voluto rendere omaggio ai Caduti della Polizia di Stato di Catania, deponendo una corona d’alloro ai piedi della lapide che, all’ingresso della Questura, ne ricorda i nomi. Il Dirigente Generale di Pubblica Sicurezza Vito Calvino, nel corso della mattinata, ha, poi, avuto i primi incontri istituzionali, con S.E. il Prefetto, con il Procuratore della Repubblica e con i dirigenti degli Uffici e dei Reparti della Polizia di Stato della provincia. Il questore ha  infine, incontrato i giornalisti e le segreterie provinciali delle Organizzazioni Sindacali della Polizia di Stato.


 

   VIDEO  OPERAZIONE   

CATANIA POLIZIA, Operazione anti-mafia nigeriana “Light house of Sicily”, 28 misure, collaboratore giustizia svela segreti giro prostituzione. La Polizia di Stato di Catania, su delega della D.D.A. etnea, ha dato esecuzione a decreto di fermo di indiziato di delitto nei confronti di n. 28 persone, prevalentemente nigeriane, appartenenti alla confraternita cultista dei M.A.P.H.I.T.E. , organizzazione criminale transnazionale, con sede in Nigeria e basi nei paesi europei ed in diverse regioni italiane. La Polizia, all’alba del 21 luglio ha decapitato la cellula operativa siciliana “Family Light house of Sicily”, fermando il capo - il Don - , i suoi responsabili di zona ed altri sodali rintracciati nel resto della penisola. Nel corso delle indagini è stato possibile documentare diversi summit svolti in ore notturne tra i vertici del secret cult. La  Polizia di Stato su delega della  Direzione Distrettuale Antimafia  di Catania ha dato esecuzione a decreto di fermo di indiziato di delitto, emesso in data 17 luglio 2020, nei confronti di n.26 persone, Godwin EVBOBUIN  36enne, preso a Catania; Osaretin IDEHEN 44enne preso a Catania; Ernest IGBINEWEKA 26enne, preso a Catania; Antonio MANNINO 55enne, preso a Catania; Domenico MANNINO 31enne,  preso a Catania; Salvatore MANNINO 30enne, preso a Catania; Benedict JOHN 29enne, preso a Messina; Oscar AKHUAMS 36enne, preso a Messina; Ede OSAGIEDE 35enne, preso a Caltanissetta; Lamin NJIE 36enne, preso a Caltanissetta; Eorhbor EDITH, 25enne,  preso a Caltanissetta; Omon Victor INEGBENEKHIAN 49enne, preso a Caltanissetta; Joseph UVWO 43enne, preso a Caltanissetta; Cristian MONDAY 21enne,  preso a Caltanissetta; Hope SYLVESTER 30enne, presa a Caltanissetta; Odion OMONDIAGBE  21enne, preso a Caltanissetta; Kosi Prince GYAMFI 45enne, preso a Caltanissetta; Insua MURANA 22enne, preso a Caltanissetta; Nosa OMORAGBON 38enne, preso a Palermo; Ibrahim ALHASSAN 33enne, preso a Palermo; Lucky RUEBEN 31enne, preso a Palermo; Joy PAYOS 38enne, preso a Schiavonea (CS); Godday OSAS 25enne, preso a Schiavonea (CS); Ozuigbo Stanley KELECHI 28enne, preso a Roma; Wisdom MONDAY  22enne, preso a Firenze; Godstime ABUMEN 24enne, preso a Vicenza. Tutti i personaggi sono ritenuti gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di stampo mafioso di tipo cultista denominata M.A.P.H.I.T.E., associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, cessione di sostanze stupefacenti, sfruttamento della prostituzione, contraffazione ed alterazione di documenti ai fini della permanenza clandestina sul territorio dello Stato. L’esecuzione dell’operazione di polizia ha avuto ad oggetto l’articolazione siciliana del Cult M.A.P.H.I.T.E. (acronimo di MAXIMO ACADEMYC PERFORMANCE HIGLY INTELLECTUAL EMPIRE) denominata “Family Lighthouse of Sicily” ed ha impegnato centinaia di uomini, con il supporto di personale del Servizio di Polizia Scientifica, dei Reparti Prevenzione Crimine Sicilia Orientale ed Occidentale e la collaborazione delle Squadre Mobili di Caltanissetta, Cosenza, Firenze, Messina, Palermo, Roma e Vicenza. Il decreto di fermo accoglie le risultanze investigative acquisite nel corso di una complessa attività di indagine, di tipo tradizionale e tecnico, avviata nel mese di maggio 2019 a seguito delle dichiarazioni rese da un collaboratore di giustizia già destinatario di provvedimento di fermo di indiziato di delitto emesso in quanto appartenente alla associazione mafiosa di matrice cultista “The Supreme Eiye Confraternity (S.E.C.)”. Le indagini, durate poco più di un anno, coordinate dalla Procura Distrettuale etnea e condotte dalla Squadra Mobile - Sezione Criminalità Straniera, caratterizzate dal monitoraggio telefonico di circa cento utenze e dall’ausilio di qualificati interpreti, consentivano di acquisire un chiaro quadro della connotazione mafiosa  del cult investigato desumibile: per un verso, dall’esistenza di una struttura gerarchica con correlato assoggettamento dei membri in posizione subordinata ai voleri dei soggetti in posizione apicale, dalla ripartizione interna in aree di influenza territorialmente delineate, dalla sottoposizione ad eventuali riti di affiliazione, dai rapporti con altre articolazioni del Cult sul territorio italiano, dal supporto e dal mutuo soccorso garantito ad ogni affiliato dal gruppo; per altro verso, dall’utilizzazione della carica intimidatrice e dalla situazione di assoggettamento e omertà sprigionantesi verso l’esterno ricavabile dagli scontri e dai rapporti con altri gruppi criminali parimenti connotati, dalla realizzazione di delitti e dalle modalità intimidatorie di azione. Gli investigatori,  sin dall’inizio dell’attività tecnica, hanno avuto  esiti e riscontri con le dichiarazioni rese dal collaboratore il quale consentiva di identificare numerosi appartenenti al Cult MAPHITE facenti parte della famiglia LIGHTHOUSE OF SICILY. L’inchiesta ha permesso  di verificare un importante traffico di stupefacenti gestito da alcuni degli affiliati al citato clan: in costanza di attività captativa risultava anche possibile accertare e seguire le numerose riunioni del gruppo (anche in periodo di pieno lockdown), i legami dell’articolazione investigata con altre articolazioni dello stesso Cult operanti in altre parti del territorio, i commenti dei sodali all’esecuzione di provvedimenti restrittivi di altre autorità riguardanti altri accoliti del medesimo Cult o di altri Cults, i contatti con altri affiliati dimoranti in diverse parti di Europa, l’organizzazione del traffico di stupefacenti,  così consentendo l’acquisizione di un bagaglio informativo molto ricco. La Polizia ha, in particolare, acclarato che nell’anno 2016 il radicamento del Cult MAPHITE sul territorio siciliano sia sviluppato grazie ad uno scontro avvenuto a Catania nel mese di novembre 2016 tra i massimi esponenti dei MAPHITE siciliani (OSAGIEDE Ede detto Babanè e EVBOBUIN Godwin detto Volte) ed i massimi esponenti del Cult Black Axe. Lo  scontro sarebbe stato determinato dall’esigenza dei due cults antagonisti di affermare la prevalenza del proprio predominio sul territorio: l’articolazione siciliana dei MAPHITE non risultava tuttavia presente solo sul territorio di Catania. Le  indagini hanno consentito agli investigatori di individuare diversi sodali in più territori della Regione, precisamente nelle città di Caltanissetta, Palermo e Messina. Gli inquirenti,  proprio a Caltanissetta, dopo gli scontri del 2016 ed un successivo periodo di carcerazione, hanno acclarato che il soggetto aveva deciso di stabilirsi il Don, il capo dell’articolazione, OSAGIEDE Ede detto Babanè: se la Sicilia era il regno della famiglia LIGHTHOUSE OF SICILY governata da Babanè, Caltanissetta era sicuramente la sua reggia. Il figuro poteva contare sul posto su numerosi soggetti, uomini e donne,  alle sue ossequiose dipendenze, impiegati dal predetto nello svolgimento di incombenze di qualsiasi tipo (dall’acquisto di generi alimentari al trasporto di stupefacente); allo stesso modo  Godwin EVBOBUIN detto Volte era leader indiscusso a Catania e dotato di una particolare ecclettismo criminale (pur avendo una rilevante expertise criminale nel settore degli stupefacenti appariva capace di dedicarsi anche ai falsi,  alla ricettazione di apparecchi cellulari, ai  recuperi di crediti utilizzando il timore  ingenerato nei connazionali dalla sua carica cultista, a precostituire false documentazioni ai fini del rilascio del permesso di soggiorno per connazionali). Godwin EVBOBUIN detto Volte ed Ede OSAGIEDE detto Babanè risultavano per gli inquirenti  gestire una intensa attività di narcotraffico. La Polizia ritene che gli stessi risultavano avere comuni canali di approvvigionamento ed esser talvolta cointeressati alla medesima operazione economica, sebbene fossero dediti ad un proprio mercato condotto e controllato svolto rispettivamente da Volte sulla piazza di Catania e da Babanè  su quella di Caltanissetta. La Polizia ritiene che varie siano le peculiarità del narcotraffico esercitato dai due esponenti apicali dei Maphite già citati:  in primis, una contaminazione delle piazze locali ovverossia mentre in passato il narcotraffico gestito dai gruppi cultisti era un settore etnico ovvero caratterizzato dalla nazionalità e che escludeva la presenza di soggetti italiani (si trattava in buona sostanza di venditori nigeriani, di fornitori nigeriani e assuntori nigeriani, con qualche occasionale intrusione di soggetti ghanesi o gambiani), la expertise criminale di Volte e Babanè li portava ad aver soggetti acquirenti italiani (soggetti che acquistavano per poi rivendere a terzi assuntori); in secondo luogo, la incredibile capacità di  Volte e Babanè di assicurarsi sempre e regolarmente, a prima richiesta, forniture di stupefacente a costi concorrenziali sul mercato illecito dello stupefacente (costi che spesso erano parametrati ad una qualità non buona dello stupefacente), forniture che venivano recapitate direttamente in loco ai due richiedenti da soggetti dimoranti in altre parti d’Italia, personalmente o attraverso una serie di corrieri pronti a occultare in corpore sostanze e viaggiare  in cambio di pochi euro. Gli inquirenti hanno evidenziato che , entrambi gli indagati non risultavano impegnati direttamente nella gestione di una piazza di spaccio, ma si collocavano ad un livello più elevato della filiera  del narco traffico e, ovverossia, Volte si rapportava solo ai suoi fornitori nigeriani ed ai suoi committenti italiani ai quali assicurava forniture di eroina che gli stessi poi rivendevano a terzi; Babanè, dalla sua abitazione, controllava il traffico di stupefacenti gestito da nigeriani in territorio nisseno percependo somme di denaro dai connazionali che spacciavano in strada (fossero essi pusher o soggetti aventi a loro volta il controllo dei pusher)anche  rifornendoli o facendosi erogare quantità di stupefacenti per clienti fidati oppure si rapportava ai suoi stabili fornitori di eroina, in tutto ciò facendosi coadiuvare da soggetti fidati nella gestione più pratica (riscossione delle somme, confezionamento e suddivisione dello stupefacente, consegne di stupefacente), perché ovviamente trattandosi di un capo non si “sporcava le mani” e lasciava ad altri le incombenze di basso profilo. La Polizia, nelo  corso dell’attività captativa ha tra l’altro data esecuzione in data 18 luglio 2019 a due diversi decreti di fermo emessi dalle DDA di TORINO (p.p. 21522/17 RGNR cd. Operazione Athenaeum Return) e BOLOGNA (p.p. 9410/17 RGNR c.d. operazione Burning Flame) nei confronti di numerosi appartenenti al Cult MAPHITE operanti nei territori piemontesi e dell’Emilia Romagna(entrambe le operazioni rappresentavano l’esito di una complessa attività investigativa e risultavano essersi arricchite di un importantissimo contributo investigativo consistente nell’avvenuto sequestro della “Green Bible” (ovvero una sorta di costituzione del gruppo Maphite il cui possesso consentiva il potere di procedere alla affiliazione di nuovi membri): l’attività tecnica in corso permetteva di cogliere i commenti dei Maphite siciliani e, soprattutto, la loro incredulità per l’esser stati carpiti i dati più segreti del cult. In ossequio ai precetti contenuti nella Green Bible gli indagati erano soliti utilizzare una ossessiva cautela nelle comunicazioni e nei comportamenti, nel tentativo per un verso di rendersi impermeabili all’attività di indagine, per altro verso di non attirare l’attenzione delle Forze dell’Ordine, avendo piena consapevolezza dell’efficacia dell’azione di contrasto realizzata in Italia, che gli stessi, sconsolati, definivano nei loro dialoghi “il paese della galera” . Espletate le formalità di rito, i soggetti destinatari del decreto di fermo   sono stati associati presso le case circondariali dei luoghi dove sono stati rintracciati, a disposizione dell’A.G.: le Autorità giudiziarie adite hanno convalidato il decreto emesso applicando la misura custodiale massima per 24 dei destinatari del provvedimento  (non è stata applicata misura cautelare nei confronti degli indagati Osas e Igbineweka).



CATANIA – Polizia ammanetta coppia lentinese con pistola carica risultata rubata. Si tratta di Grecia Claudia RUDOLFO 30enne  e di Salvatore Amato 39enne, entrambi di Lentini. Agenti delle Volanti sono intervenuti nel pomeriggio alle 15:20, in via Puccini, a seguito di segnalazione di 2 persone sospette in strada. I poliziotti, giunti prontamente sul posto, hanno notato un’autovettura con a bordo 2 ragazzi, identificati per RUDOLFO   ed Amato. Gli agenti, a seguito di un primo controllo visivo, hanno visto fuoriuscire dalla borsa della ragazza il calcio di una pistola. I poliziotti con le dovute precauzioni,  hanno sottoposto la sospetta a perquisizione personale, a seguito della quale è stata rinvenuta 1 pistola semiautomatica marca Beretta con serbatoio rifornito di 8 proiettili. I  poliziotti, da successivi accertamenti, hanno appurato che l’arma era stata rubata dall’abitazione di una persona residente in una vicina abitazione. I due giovani, quindi, sono stati arrestati per i reati di furto aggravato e detenzione abusiva di arma comune da sparo. Su disposizione del P.M di turno, sono stati rinchiusi nella Casa Circondariale di Piazza Lanza, in attesa del giudizio di convalida. I due  sono stati anche denunciati in stato di libertà ai sensi dell’art 650 c.p., per l’inosservanza delle prescrizioni per il contenimento dell’epidemia COVID 19, che impongono di non allontanarsi dalla propria abitazione senza una valida giustificazione. Gli agenti delle volanti dell’UPGSP, impegnati nei quotidiani controlli volti a verificare il rispetto delle prescrizioni per il contenimento dell’epidemia COVID 19, nel pomeriggio, hanno notato un soggetto intento a transitare a bordo di una bicicletta, nel quartiere San Cristoforo. I  poliziotti, per verificare la ragione della sua presenza in strada, hanno deciso di sottoporlo a controllo. Il personaggio ha tentato di fuggire, percorrendo contromano via Delle Calcare, ma, dopo circa cento metri, è stato raggiunto e bloccato. Identificato per il noto Salvatore VINCIGUERRA 45enne catanese,  dai successivi accertamenti è emerso che era sottoposto alla misura restrittiva degli arresti domiciliari. Lo stesso, pertanto, è stato arrestato per il reato di evasione e denunciato in stato di libertà per l’inosservanza delle prescrizioni per il contenimento dell’epidemia COVID 19. Gli agenti dell’Ufficio Fermati dell’UPGSP, ieri, hanno arrestato un minorenne, in esecuzione della misura della custodia cautelare presso l'istituto penale per minorenni, disposta dall’Autorità Giudiziaria . Il giovane, il   23 marzo u.s., era stato rintracciato da una Volante nei pressi di Piazza Lanza alle ore 5:30 e condotto presso gli uffici della Questura perché si era allontanato arbitrariamente da una comunità minorile con sede a Ramacca.


CATANIA  Polizia trova cocaina e  43mila €, preso 1 pusher. Gli agenti hanno bloccato Vito GIUFFRIDA 44enne già noto, in quanto ritenuto responsabile del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente del tipo cocaina. Gli investigatori nell’ambito hanno dato seguito all’attività di contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti nel quartiere San Berillo Nuovo, già sfociata alcuni mesi addietro nell’operazione Tricolore.  Gli uomini della Squadra Mobile - Sezione “Antidroga”, ieri mattina, hanno predisposto, sin dalle prime ore del mattino, un servizio mirato di osservazione in  via Francesco Baracca, volto a monitorare i movimenti di Vito GIUFFRIDA,  notoriamente attivo nell’attività di spaccio di cocaina nel popolare rione. L’attività di monitoraggio ha consentito agli agenti di individuare un’immobile in via Francesco Baracca in cui è stato visto entrare il sospetto. I poliziotti, poco dopo hanno fatto irruzione nello stabile ed all’interno, dopo la perquisizione domiciliare a carico di GIUFFRIDA, hanno rinvenuto, occultati in un anfratto dello stabile: 75 gr di sostanza stupefacente del tipo cocaina già confezionati in 3 involucri sottovuoto di cellophane trasparente di circa 25 gr ciascuno ed 1 bilancino elettronico di precisione. Gli investigatori, nell’abitazione di GIUFFRIDA hanno rinvenuto e sequestrato:materiale di confezionamento della sostanza stupefacente, la somma in contanti di 43.450 euro in banconote di vario taglio occultata all’interno di un doppio fondo appositamente ricavato nell’armadio della camera da letto. Vito GIUFFRIDA all’esito della perquisizione, è stato dichiarato in arresto in flagranza del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente del tipo cocaina e per la somma di denaro contante rinvenuta, il tutto è stato posto in sequestro. Vito GIUFFRIDA era già stato arrestato dalla Squadra Mobile nel gennaio 2015 in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Catania per associazione di tipo mafioso (clan Cursoti Milanesi) ed associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti assieme a vari esponenti di vertice dell’associazione mafiosa tra cui Carmelo DI STEFANO e Rosario PITARA’ inteso “Saretto u furasteri”. Vito GIUFFRIDA, espletate le formalità di rito, è stato sottoposto agli arresti domiciliari in attesa del giudizio per direttissima.


CATANIA  POLIZIA INTERVIENE PER LITE DI COPPIA, SCOPRE ED ARRESTA  LATITANTE.  Si tratta del catanese Dario CUTULI 30enne bloccato in esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Il personaggio deve espiare la pena residua di 3 anni, 1 mese e 19gg. per resistenza a P.U., violenza e danneggiamento, nonché indagato in libertà per lesioni e resistenza a P.U. e per false attestazioni a P.U. sulla propria identità personale. Agenti delle Volanti, nel corso della nottata appena trascorsa, a seguito di segnalazione, erano stati inviati in via Fava, dove era stata segnalata la presenza di una coppia intenta a litigare animatamente.  l’intervento immediato della volante è stato fondamentale poichè ha subito posto fine a quella che sarebbe stata una lite probabilmente degenerata in qualcosa più grave.   Gli  agenti si sono imbattuti nell’inseguimento del sospetto, che dall’interno dell’abitacolo, dopo aver inizialmente declinato le proprie generalità, ha tentato la fuga per sottrarsi al controllo. Il fuggitivo, dopo le fasi concitate dell’inseguimento, durante le quali gli operatori di Polizia hanno riportato lesioni lievi, è stato bloccato ed identificato per  il latitante Dario CUTULI.  I poliziotti hanno appurato che sul soggetto risultava pendente ancora da espiare una pena detentiva di oltre 3 anni. CUTULI  è stato denunciato per il reato di resistenza a Pubblico Ufficiale e tradotto presso la Casa Circondariale di Piazza Lanza per scontare la pena maturata a seguito di condanna per i precedenti reati di resistenza, violenza privata e danneggiamento.


CATANIA Miele sospetto, NAS CC, sequestrate decine di tonnellate di provenienza ed origine incerta. I militari dell’Arma Comando Carabinieri per la Tutela della Salute di Catania comandati dal magg. Salvatore Calabrese,  hanno effettuato i controlli nel settore apistico - sequestrando il miele sospetto nella zona etnea. I NAS hanno rilevato che non era stata minimamente dimostrata l’origine e la provenienza, del miele in vendita in violazione della procedura di rintracciabilità commerciale. I controlli svolti ultimamente dai carabinieri del Nas di Catania ad alcune aziende apistiche del territorio etneo hanno portato a segno il sequestro di diverse decine di tonnellate di miele semilavorato per il quale non era stata minimamente dimostrata l’origine e la provenienza, in violazione della procedura di rintracciabilità commerciale. Alcuni operatori del settore poco coscienziosi e professionali, anche per ovviare a  carenze produttive, talvolta, decidono di rifornirsi di partite di miele di diversa provenienza, anche estera e non certificata. Il  consumatore con l’approssimarsi della stagione autunnale è orientato alla ricerca e consumo di prodotti del settore agroalimentare, soprattutto di provenienza locale, considerata la naturale vocazione del circostante territorio pedemontano che offre diversi specialità tipiche ed esclusive.  Il miele determina un imponente indotto commerciale che non sempre riesce a soddisfare le esigenze di mercato. L’attività di controllo dei carabinieri del Nas si concentra anche in questo settore, in particolar modo sui prodotti per i quali annualmente vengono sostenute, spesso con il patrocinio degli enti locali, intere campagne promozionali che attirano considerevoli flussi turistici di provenienza perfino interregionale. La cosiddetta “filiera alimentare”,  è il sistema di informazioni, obbligatorio per legge dal 2005, che permette ai consumatori non solo di conoscere le caratteristiche qualitative del prodotto, ma anche la provenienza e l’esatta origine, a garanzia della genuinità e salubrità dell’alimento in tutte le fasi di produzione, trasformazione e vendita. I produttori ed i commercianti sono tenuti ad informare il consumatore finale, apponendo un’etichetta dalla quale ci si può accertare della natura dell’alimento, dello stabilimento produttivo, della zona di provenienza, dell’eventuale presenza di allergeni ed altre caratteristiche salienti. I Carabinieri del NAS di Catania hanno pertanto sottoposto a vincolo sanitario l’intero quantitativo con la collaborazione di personale medico del locale distretto veterinario dell’ASP con il quale sono stati prelevati alcuni campioni di miele da sottoporre ad analisi chimiche per accertare la conformità e salubrità del prodotto. L’attività di controllo dei Carabinieri del NAS di Catania sarà continuata assiduamente sul resto del territorio, a tutela di quei cittadini che, convinti di acquistare prodotti originari e naturali, potrebbero inconsapevolmente imbattersi in forniture agroalimentari che nulla hanno a che vedere con il contesto geografico in cui vengono presentati.


CATANIA  Polizia cattura latitante in  ristorante ad Acitrezza mentre cena con famiglia. Gli uomini della catturandi hanno bloccato Fabrizio PAPPALARDO 52enne, latitante destinatario di ordine di esecuzione per la carcerazione, emesso il  5 aprile 2019 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Catania.Il personaggio deve espiare la pena di anni 7 di reclusione per i reati di estorsione e rapina aggravata in concorso.  Lo scorso mese di aprile, Fabrizio PAPPALARDO, ritenuto esponente di vertice del clan Pillera-Puntina, era stato raggiunto da un provvedimento restrittivo divenuto definitivo emesso dalla Suprema Corte di Cassazione che aveva rigettato il ricorso avverso la sentenza di condanna della Corte di Appello di Catania. Le operazioni finalizzate alla cattura di PAPPALARDO, subito dopo la sentenza emessa dal supremo organo di giudizio, non portarono all’arresto. Il personaggio infatti si era, preventivamente, allontanato dalla sua abitazione facendo perdere le tracce. Gli uomini della Catturandi della Squadra Mobile di Catania, nella tarda serata di ieri,  tuttavia, sono riusciti ad individuare il latitante. I poliziotti stante anche le condizioni favorevoli determinate dal suo allontanamento dai luoghi in cui aveva trovato ricovero, hanno catturato il ricercato mentre stava cenando, con la sua famiglia, in un ristorante del litorale di Acitrezza. PAPPALARDO notata la presenza degli agenti, non opponendo alcuna resistenza, li ha seguiti all’esterno del locale per poi essere condotto presso gli uffici della Squadra Mobile e, successivamente, presso la Casa Circondariale di Catania  a piazza Lanza.


CATANIA - POLIZIA FESTEGGIA PATRONO SAN MICHELE.  La chiesa di San Michele ai Minoriti di via Etnea ha accolto, la mattinata del 30 settembre, i poliziotti della Questura e delle Specialità della Polizia di Stato catanesi che si sono uniti alle Autorità civili e militari, nella celebrazione liturgica del Santo Patrono della Polizia di Stato, San Michele Arcangelo, presenti alla cerimonia il Sindaco Salvo Pogliese, il Vice Prefetto Enrico Gullotti ed i rappresentanti delle Forze di Polizia: un momento questo per ricordare insieme alle altre forze di polizia, l’impegno al servizio del cittadino. La voce dell’Arcivescovo celebrante, Mons. Gristina, è stata accompagnata dalle voci e dalle note del coro dell’Associazione Nazionale della Polizia di Stato, da quelle del poliziotto tenore Sov. Antonio Costa e dal soprano Angela Curiale i quali hanno reso ancor più solenne la cerimonia. L’emozione è stata grande,  durante le parole espresse dal Questore Mario Della Cioppa il quale, rivolgendosi ai fedeli ed agli uomini e  donne della Polizia di Stato che gremivano la chiesa in questo giorno tanto speciale, ha voluto ringraziare le autorità presenti ed  in particolare l’Arcivescovo Gristina, per aver voluto celebrare la messa in questa particolare giornata. Il Questore Mario Della Cioppa, nel ricordare la dedizione di tutti i poliziotti e delle vittime del dovere ed i loro familiari, ha voluto commemorare con tanto affetto, il giovanissimo poliziotto  Giacinto Dimastrochicco di 34 anni,  il quale ha perso la vita in un tragico incidente stradale sulla provincia Turi- Gioia del Colle, lo scorso 28 settembre e con il quale il Questore aveva lavorato negli anni trascorsi a Foggia. Il  Questore ed il Presidente dell’Associazione Nazionale Polizia di Stato (A.N.P.S.), il Comm. Giuseppe Chiapparino, hanno consegnato presso la sala convegni della Questura di Catania il premio San Michele Arcangelo, ai poliziotti che si sono distinti in significative attività. I  destinatari del premio:il Vice Questore Marco dell’Arte della Questura di Belluno; il Sovrintendente Silvio Lo Verde , Squadra Mobile di Catania; il Commissario Antonio Lentinello, Presedente ANPS Siracusa e l’Assistente Capo Coordinatore Francesco Nicotra, Reparto Mobile Catania.


CATANIA - Mercatino domenicale a km 0 piazza Verga: Asp e Polizia Municipale, sequestro prodotti alimentari di provenienza sconosciuta. La Polizia Municipale  ha  sequestrato prodotti alimentari ed elevato multe in attività antiabusivismo. Il  pronto intervento della polizia municipale è stato svolto a tutela dalle frodi alimentari ed oltre 30 kg di formaggio e ricotta fresca, di provenienza sconosciuta, sono sequestrati stamattina al mercatino domenicale a km 0 di piazza Verga. La delicata operazione del reparto annona è stata diretta dal commissario Francesco Caccamo. L’azione  è scaturita da segnalazioni degli stessi operatori commerciali, ed è stata condotta d’urgenza  assieme ai veterinari dell’Asp, che hanno anche disposto la distruzione delle merce destinata illecitamente al consumo.  I vigili urbani, tra venerdì e sabato, hanno effettuato controlli, in diverse zone della città per prevenzione della qualità alimentare.  I tutori dell’ordine hanno elevato  11 sanzioni  a  titolari di esercizi commerciali i quali avevano allargato abusivamente la superficie autorizzata, per utilizzarla con tavoli, sedie e tensostrutture sottraendola illegittimamente all’utilizzo pubblico. I vigili urbani hanno operato  in attuazione di un indirizzo del sindaco Pogliese e dell’assessore Porto. La Polizia Municipale, inoltre, ha verbalizzato 9 parcheggiatori abusivi in diverse zone della città, grazie a segnalazioni arrivate alla centrale operativa della polizia locale.


CATANIA -  Polizia a Librino filma 2 pusher che forniscono clienti, cinofili recuperano 100 stecche marijuana. I tutori dell’ordine hanno  eseguito controlli mirati nel quartiere in particolare al viale Castagnola e viale san Teodoro per prevenire e reprimere il dilagante fenomeno dello spaccio di sostanza stupefacente. Gli operatori di polizia dopo un’attenta attività di osservazione, hanno notato 2 soggetti, 1 dei quali con numerosi precedenti penali in materia di droga, nascosti nei pressi di un atrio condominiale in trattative con un assuntore. I poliziotti, non appena hanno notato la cessione della sostanza, sono intervenuti bloccando gli spacciatori e l’assuntore. e, nell’occorso, sono riusciti finanche a documentare fotograficamente lo spaccio.  Gli agenti hanno perquisito i pusher e rinvenuti addosso: 8 involucri di marijuana e soldi di piccolo taglio. Gli spacciatori, per tale motivo, sono stati indagati in libertà per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti tipo marijuana. I poliziotti hanno anche sequestrato soldi e droga. 1 degli spacciatori ha riferito che spaccia e di essere in attesa di ottenere il reddito di cittadinanza e, in considerazione di quanto accertato, è stato segnalato alla Guardia di Finanza ed all’Inps per valutare l’eventuale diniego di detto sussidio. L’assuntore di droga si è opposto al controllo di polizia tentando di fuggire per cui a lui è stato contestato il reato di resistenza a pubblico ufficiale. Gli agenti hanno per il consumatore avviato immediatamente la sospensione della patente di guida ed è stato segnalato alla locale prefettura ai fini del recupero terapeutico. L’unità  cinofili della polizia di stato, in viale san Teodoro numero 7 ha rinvenuto e sequestrato a carico di ignoti oltre 100 stecche di sostanza stupefacente tipo marijuana.


CATANIA DIA ispeziona centri smaltimento rifiuti Sicula Trasporti in località Grotte S.Giorgio e Coda Volpe. Gli uomini della Direzione Investigativa antimafia di hanno attuato un accesso ispettivo disposto dalla Prefettura di Catania, ai sensi dell’art. 93 del Decr. Lgs 6 settembre 2011, n.159 (Codice Antimafia) presso la sede legale e le sedi operative (gli impianti di smaltimento ubicati in Contrada Coda Volpe e nella zona industriale e la discarica ubicata in località grotte San Giorgio) della società SICULA TRASPORTI s.r.l., operante nel settore dello smaltimento dei rifiuti. L’accesso è stato definito in sede di Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica. La società riceve il conferimento dei rifiuti da parte di 255 comuni della Sicilia orientale. Le operazioni sono coordinate dal Centro Operativo della Direzione Investigativa Antimafia di Catania e vengono svolte con la collaborazione della Questura e dei Comandi Provinciali del Carabinieri e della Guardia di Finanza di Catania. gli  accertamenti coinvolgono l’impiego anche personale del locale Ispettorato Territoriale del Lavoro e della Polizia Ambientale della città Metropolitana di Catania.

I  legali della società con una nota hanno precisato: “I sottoscritti avvocati Carmelo Galati e Carmelo Peluso nell’interesse della società “Sicula Trasporti SRL” desiderano precisare, in riferimento all’accesso ispettivo effettuato in data odierna, ai sensi del Codice Antimafia ed alle notizie di stampa, che le attività svolte presso le sedi operativa e legale della Società dalla DIA di Catania, dalla Questura di Catania, dai Comandi Provinciali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, nonchè dall’Ispettorato del Lavoro e dalla Polizia Ambientale della Città Metropolitana di Catania, rientrano nell’ambito delle competenze del Comitato per l’Ordine alla Sicurezza Pubblica coordinato dalla Prefettura di Catania al fine di verificare la sussistenza di potenziali infiltrazioni mafiose nell’ambito delle attività di competenza della SICULA TRASPORTI SRL. Giova ricordare che la Società Sicula Trasporti SRL riceve il conferimento del rifiuto da parte di oltre 255 Comuni della Sicilia e da ultimo dalla città di Palermo, in considerazione della emergenza rifiuti di quella città. La Sicula Trasporti SRL già da tempo è impegnata con le Forze dell’Ordine a verificare e salvaguardare i livelli di legalità al fine di scoraggiare ogni tentativo della criminalità organizzata di interferenza nei confronti dei suoi partners Istituzionali pubblici e privati. Per questo motivo nella giornata dell’11.09.2019 la Società ha messo a disposizione degli Organi Amministrativi ogni utile documentazione necessaria all’attività di controllo e verifica richiesta. Peraltro, la collaborazione con la Procura Distrettuale di Catania è sempre stata costante, al fine di garantire che le attività connesse al ciclo dei rifiuti della Società vengano costantemente monitorate per il rispetto dei protocolli di legalità. La complessa ed articolata gestione delle attività poste in essere dalla Sicula Trasporti SRL con gli Enti e le Società con le quali la stessa intrattiene rapporti contrattuali, saranno oggetto di ulteriore approfondimento e verifica al fine di consentire una sempre maggiore trasparenza, salvaguardando l’operatività societaria”.


video RAPINA

CATANIA –   video RAPINa   4 rapinano Mc Donald’s, Carabinieri e Polstrada ammanettano  3 catanesi ed 1 lentinese.  Si tratta dei catanesi Giuseppe ALECCI 32enne, Mirko MUSUMECI 28enne presi da Polizia assieme al lentinese Marco SORTINO 41enne  e del catanese Giovanni LEONE 39enne ammanettato dai carabinieri.  Grazie ad una attività investigativa eseguita in perfetta osmosi tra gli Agenti del Compartimento Polizia Stradale Sicilia Orientale – Sezione Polizia Stradale di Catania ed i Carabinieri del Comando Provinciale, nel giro di poche ore i quattro che la scorsa notte hanno assalito, a mano armata e con il volto travisato da passamontagna, il Mc Donald’s di piazza Stesicoro in pieno centro storico, sono stati assicurati alla giustizia.  La chiamata pervenuta sul 112 (N.U.E.), ha allertato i militari  che sono intervenuti  nel “MC DONALD’S” di piazza Stesicoro, dove alle ore 01.50, 4 sconosciuti a viso coperto ed armati di pistola e coltello si erano fatti consegnare dal responsabile di turno la somma contante di circa 8.000 euro. L’Arma dei Carabinieri nel corso della notte ha proceduto con il primo immediato intervento, mentre la Polizia Stradale transitando nell’area di servizio “Eni” sita al km.13,600 della tangenziale di Catania direzione ME-SR, ha notato una vettura mini cooper con 3 soggetti a bordo che, alla vista dell’equipaggio ha accelerato l’andatura in direzione Siracusa.  Gli  agenti della Polstrada, hanno notiziato la sala operativa compartimentale ponendosi all’inseguimento del veicolo che, con difficoltà e dopo circa 4 chilometri, veniva bloccato sulla corsia di emergenza.  Gli operatori fermata l’auto hanno proceduto al controllo degli occupanti ed alla perquisizione personale degli stessi estesa al veicolo che ha dato esito positivo. I poliziotti hanno rinvenuto 1 busta in plastica contenente 598 euro in monete di diverso taglio,ed indumenti vari: 1 giubbotto nero, 1 felpa di colore grigio e blu, 1 giacca di tuta ginnica blu e strisce bianche e azzurre, 1 scaldacollo, 2 cappellini e 4 apparecchi tipo walkie talkie; dalla perquisizione personale sono stati rinvenuti nella tasca dei pantaloni del SORTINO la somma di 1.250 euro in banconote di vario taglio. I tutori dell’ordine, dai risvolti info investigativi hanno appurato che precedentemente, era stata diramata nota di una rapina perpetrata, alle ore 02,00, ai danni dell’esercizio commerciale Mc Donald’s a Catania in piazza Stesicoro, ad opera di malviventi travisati armati di coltello. Gli investigatori pertanto, con l’ausilio di personale dell’UPGSP della locale Questura, hanno accompagnato i tre soggetti presso gli uffici della Polizia Stradale. Uomini della Polizia Giudiziaria del locale Compartimento Polizia Stradale nel frattempo,  hanno preso contatti con l’esercizio commerciale e con militari dell’Arma dei Carabinieri di Piazza Dante intervenuta sul posto. Gli investigatori hanno accertato chiaramente dalla visione dei filmati del sistema di video sorveglianza dell’esercizio, che i 3 fermati corrispondevano esattamente ai soggetti che avevano, poco prima, consumato la rapina a mano armata di coltello. I  militari dell’Arma, proseguendo l’attività investigativa, sono riusciti a dare un volto al quarto soggetto Giovanni LEONE, localizzato e catturato nella sua abitazione dove i carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato: la somma in contanti  equivalente a circa 800 euro, nonché gli indumenti utilizzati dal malvivente durante la rapina. Gli arrestati, assolte le formalità di rito, sono stati associati nel carcere Piazza Lanza di Catania. La straordinaria sinergia delle forze dell’ordine sul territorio e la tempestività del loro intervento hanno così consentito di assicurare alla giustizia una banda di rapinatori.


CATANIA - Questore Della Cioppa insediato in Questura a Catania. L’alto funzionario dr. Mario Della Cioppa è reduce dalla recente e brillante “Operazione Ares” eseguita a San Severo e nell'Alto Tavoliere. La Polizia nel foggiano ha eseguito 50 arresti tra le fila dei potenti clan criminali.Il Dirigente Superiore della Polizia di Stato Mario Della Cioppa, quale nuovo Questore di Catania, inizialmente, ha voluto rendere omaggio ai Caduti della Polizia di Stato di Catania all’ingresso della Questura, depositando una corona d’alloro alla lapide che ne ricorda i nomi. Il  Questore, successivamente, ha salutato i Dirigenti ed i Funzionari degli Uffici della Questura e delle Specialità della Polizia di Stato. La  giornata, prevede  le consuete visite istituzionali alle Autorità cittadine. Il Questore Della Cioppa è nato nel 1959, si è laureato in Giurisprudenza a Teramo. Il dottor Della Coppa ha conseguito il Master Universitario di II° Livello nella formazione, presso l’Università Cattolica di Milano ed il Master Universitario di II° livello in "Sicurezza, coordinamento interforze e cooperazione internazionale", presso l'Università La Sapienza di Roma. Il Dirigente Superiore della Polizia,  tra il 1985 ed il 1990, ha svolto servizio presso il Reparto Mobile di Padova e successivamente presso la Questura di Belluno, in qualità di Dirigente la Divisione di Polizia Amministrativa, per poi essere nominato Capo di Gabinetto.  Il Questore Della Cioppa negli anni 90 ha prestato servizio presso la Questura di Pescara, nella Divisione Anticrimine, poi ha ricoperto il ruolo di Capo di Gabinetto ed infine di Capo della Squadra Mobile.  L’alto funzionario di Polizia dal 1998 al 2002 ha ricoperto l’incarico di Dirigente del Reparto Prevenzione Crimine “Abruzzo” ed in seguito, è stato Direttore della Scuola per il Controllo del Territorio a Pescara, dove ha curato vari progetti nazionali legati alla Polizia di Prossimità ed alla formazione del Poliziotto di Quartiere. Il Questore Della Cioppa ha prestato servizio a Roma, presso il Dipartimento della P. S., ed è stato Membro del Gruppo di Lavoro ministeriale finalizzato alla informatizzazione delle attività di indagine e di investigazione della Polizia di Stato (MIPG WEB). Il  Questore dal 2009 al 2012 ha ricoperto l’incarico di Vicario del Questore di Pescara per poi frequentare, per nove mesi, il XXVIII Corso di Alta Formazione presso la Scuola Interforze a Roma.Il Questore Della Cioppa ha ricevuto numerosi incarichi di docenza presso centri di formazione, università ed amministrazioni nelle città di Belluno, Firenze, Livorno, Macerata, Ancona, San Benedetto del Tronto, Pesaro, Ascoli Piceno e Modena, in rappresentanza della Polizia di Stato, nell’ambito dei protocolli di sicurezza fra lo Stato e le Regioni. Il Questore Della Cioppa  è autore di 6 pubblicazioni scientifiche.  L’alto funzionario di Polizia, nel corso della sua carriera ha svolto anche 26 incarichi ministeriali quale Presidente di commissioni esaminatrici. Il Questore Della Cioppa ha ricevuto 4 encomi e 10 lodi dal Capo della Polizia, 1 encomio dalla Giunta Comunale di Pescara, 1 attestato dalla città di Sommacampagna (VR) ed è Cavaliere della Repubblica nel 2003 e Commendatore della Repubblica dal 2017. Nel dicembre 2013 è stato nominato Questore di Alessandria fino al 24 maggio 2015. Dal 25 maggio 2015 al 31 luglio 2017 ha ricoperto l’incarico di Questore delle province di Ascoli Piceno e Fermo. È stato Questore della Provincia di Foggia dal 1° agosto 2017 al 9 giugno 2019.  I migliori auguri di buon lavoro e permanenza a Catania dalL’Informatore di Sicilia e personali all’alto funzionario di Polizia Questore dr. Mario Della Cioppa.


CATANIA video cerimonia 205° Annuale della Fondazione dell’Arma dei Carabinieri. La  cerimonia del 205° anniversario  della fondazione dell’Arma dei Carabinieri è celebrata mercoledì 5 giugno, alle ore 18:30,  nella  caserma “Vincenzo Giustino” di Piazza Giovanni Verga, storica sede del Comando Provinciale Carabinieri di Catania. Il  Comandante Provinciale, Colonnello Raffaele Covetti, alla presenza delle Autorità cittadine, riassume  i risultati conseguiti dall’Arma etnea e procede  alla consegna delle ricompense ai militari maggiormente distintisi in attività di servizio. La manifestazione prevede lo schieramento di un Reparto di formazione con rappresentanze delle singole specialità dell’Arma, degli organismi di rappresentanza e dell’Associazione Nazionale  Carabinieri. La  lettura del messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dell’Ordine del Giorno del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Gen. C.A. Giovanni Nistri sono i momenti solenni della cerimonia.

video cerimonia


video ROS trovata formula affiliazione mafia 

ROMA - ROS eseguiti 31 arresti: associazione tipo mafia da Catania trapiantata a Roma. Le misure riguardano tra Catania e Roma la famiglia Fragalà : 28 in carcere e 3 ai domiciliari.  I carabinieri di mattina hanno eseguito, nelle province di Roma e Catania, l’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Roma, su richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia. I militari, nel corso delle indagini, oltre ad effettuare numerosi riscontri investigativi, hanno sventato, poche ore dopo la sua consumazione avvenuta a Torvaianica il  3 marzo 2016, il sequestro di Ignazio FRAGALÀ, il cui movente  sarebbe stato connesso ad una controversia sorta in merito al pagamento di una partita di stupefacenti tra il clan FRAGALÀ ed esponenti del clan CAPPELLO di Catania. I reati, aggravati dal metodo e dalle finalità mafiose:  estorsione, danneggiamento con incendio, detenzione e porto abusivo di armi, traffico di stupefacenti, trasferimento fraudolento di valori e favoreggiamento personale.  I provvedimenti sono scaturiti dall’attività investigativa, condotta dal R.O.S. tra il 2014 e il 2017 e coordinata dalla D.D.A. di Roma. Gli investigatori hanno svelato l’esistenza di un sodalizio mafioso, “clan FRAGALÀ”, composto prevalentemente da membri dell’omonimo nucleo familiare, di origini catanesi ma da anni trapiantato in provincia di Roma, la cui operatività criminale era estesa al quadrante sud dell’area metropolitana della Capitale ed in particolare ai comuni di Pomezia, Torvaianica e Ardea.  Le indagini, avvalorate anche da riscontri a  dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, hanno consentito di ricostruire l’organigramma del clan, individuando Alessandro FRAGALÀ(61 anni),  il nipote Salvatore FRAGALÀ (41 anni) e Santo D’AGATA (61 anni), quali soggetti aventi funzioni direttive, in costante contatto con gli ambienti mafiosi catanesi sia per la gestione dei traffici illeciti, sia per il reclutamento di manodopera criminale per lo svolgimento delle attività delittuose in territorio laziale.  I ROS hanno evidenziato che un ruolo di rilievo sarebbe stato altresì rivestito da Astrid FRAGALÀ (40 anni), figlia di Alessandro, elemento di cerniera tra il padre e la vita pubblica pometina, con il compito di curare le relazioni ed i contatti con esponenti delle professioni, della pubblica amministrazione e della politica locale, anche in ragione del suo percorso professionale e nell’associazionismo di categoria, finalizzati ad infiltrare e condizionare la vita politica e la pubblica amministrazione pometina. L’inchiesta del ROS ha rivelato una figura di centrale importanza investigativa   di uno storico personaggio Di origini palermitane legato a “Cosa nostra”, già uomo di fiducia a Roma del boss Pippo CALÒ, ovvero Francesco D’AGATI (83 anni), uno dei destinatari  del provvedimento cautelare per il reato di concorso esterno  nell’associazione mafiosa facente capo al clan FRAGALÀ.  I ROS hanno evidenziato che D’AGATI, sarebbe inserito nelle dinamiche mafiose del territorio romano, dove risiede stabilmente da anni, e capace di mantenere relazioni di elevato livello anche al di fuori degli ambienti criminali, è emerso per autorevolezza e prestigio mafioso, intervenendo a tutela e in rappresentanza degli interessi del clan FRAGALÀ nell’ambito delle controversie con altre organizzazioni criminali operanti nella capitale, fornendo così un importante contributo alla conservazione e al rafforzamento del clan. I carabinieri relativamente alle attività illecite perpetrate dal sodalizio, hanno documentato:  consistenti traffici di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, marijuana e hashish, individuando i canali di approvvigionamento (Colombia e Spagna) e le relazioni funzionali allo sviluppo di tali interessi criminali, intessute con: una componente del clan dei Casalesi. L’inchiesta ha evidenziato che nel corso del biennio 2014-2016, le due strutture sarebbero giunte finanche a federarsi, elaborando obiettivi comuni e condividendo risorse economiche ed armi; soggetti riconducibili ai clan SANTAPAOLA e CAPPELLO di Catania; diversi episodi estorsivi, attuati con metodo mafioso, nei confronti di imprenditori locali anche sotto forma di “recupero crediti”, nonché approvvigionamenti di armi clandestine e di materiali esplodenti per il compimento di attentati/danneggiamenti a scopo intimidatorio; dinamiche associative, riguardanti i rapporti tra le diverse organizzazioni mafiose operanti nella Capitale, finalizzate a comporre i dissidi secondo un sistema condiviso di valori e principi mafiosi, in funzione di un comune interesse al mantenimento di rapporti pacifici per esigenze di autoconservazione.


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CATANIA Operazione Gisella: dichiarazioni CAVALLARO, DDA  26 misure eseguite dai Carabinieri.  200 Carabinieri del Comando Provinciale di Catania, supportati dai reparti specializzati (Squadrone Eliportato Carabinieri “Cacciatori di Sicilia”, Compagnia di Intervento Operativo del XII° Reggimento Carabinieri “Sicilia” e Nucleo Elicotteri di Catania), nelle province di Catania e Reggio Calabria, dalle prime ore del mattino, su delega della Procura Distrettuale, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari di Catania, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 26 persone, ritenute affiliate al sodalizio criminale denominato dei Tuppi, operante nel territorio dei Comuni di Misterbianco e Motta Sant’Anastasia, attualmente confederato alla famiglia mafiosa dei Mazzei, storicamente affiliata a “Cosa Nostra”. I personaggi sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, omicidio, estorsione in concorso, furto, ricettazione e riciclaggio in concorso, detenzione e porto illegale di arma clandestina, trasferimento fraudolento di valori e corruzione, con l’aggravante del metodo mafios. I colpiti dell’ordinanza  di custodia cautelare in carcere “operazione Gisella” del 30 aprile 2019: FOTO OPERAZIONE Domenico AGOSTA 32enne (carcere Siracusa), Emanuele AGOSTA 28enne (carcere Siracusa), Giuseppe AVELLINO 54enne (carcere Catania Bicocca), Filippo BUZZA 44enne (carcere Siracusa), Rosario Salvatore CANTALI 45enne (carcere Agrigento), Gianfranco CARPINO 50enne (carcere Catania Bicocca), Luca DESTRO 36enne (carcere Caltanissetta), Vincenzo DI PASQUALE 51enne (carcere Caltanissetta), Daniele DISTEFANO 34enne (carcere Catania Bicocca), Filippo DISTEFANO 41enne (carcere Siracusa), Carmelo GUGLIELMINO 40enne (carcere Catania Bicocca),  Gaetano INDELICATO 31enne (carcere Caltanissetta), Alfio LA SPINA 36enne (carcere Agrigento), Carlo MARCHESE 46enne (carcere Agrigento), Saverio MONTELEONE 36enne (carcere Reggio Calabria), Daniele MUSARRA AMATO 48enne (carcere Catania Bicocca), Antonino NAVARRlA 58enne (carcere Caltanissetta), Antonio detto Tony NICOTRA 52enne (carcere Catania Bicocca), Gaetano NICOTRA 38enne (carcere Catania Bicocca),  Gaetano NICOTRA 67enne (carcere Catania Bicocca),  Lucia PALMERl 49enne (carcere Catania Piazza Lanza), Emanuele PARISI 39enne (carcere Caltanissetta), Antonino RIVILLI 47enne (carcere Catania Bicocca), Giovanni SAPUPPO 38enne  (carcere Catania Bicocca), Francesco SPAMPINATO 41enne (carcere Agrigento) GIA’ DETENUTI Giuseppe PIRO 28enne, in atto detenuto nel carcere di Catania Bicocca. Il provvedimento ha tratto origine dalle dichiarazioni del collaboratore Luciano Cavallaro, esponente storico  del gruppo mafioso dei ‘Tuppi’, già fortemente radicato sul territorio di Misterbianco a partire dagli anni ’80 (periodo nel quale era affiliato alla famiglia mafiosa dei ‘Cursoti’) e particolarmente attivo nella gestione delle illecite attività, che poneva in essere in contrapposizione con il gruppo  del ‘Malpassotu’, costituente la locale articolazione della famiglia Santapaola, facente capo a Pulvirenti Giuseppe. La contrapposizione dei mafiosi,  sul finire degli anni Ottanta aveva portato ad un conflitto, finalizzato al controllo del territorio. La guerra di mafia avrebbe avuto soccombnte il gruppo facente capo a Mario NICOTRA, inteso “Mario u tuppu” (dalla particolare acconciatura “a chignon”) ucciso il 16 maggio 1989, motivo per il quale gli esponenti dei Tuppi furono costretti ad emigrare in Toscana. La cruenta guerra tra i due gruppi ed i numerosi omicidi che ne scaturirono sono documentati  dalle dichiarazioni di numerosi collaboratori provenienti dal clan del ‘Malpassotu’ e dalle conseguenti sentenze già emesse nei confronti della citata famiglia mafiosa avversaria.  Gli investigatori, al fine di riscontrare le dichiarazioni del collaboratore Luciano CAVALLARO, su delega della Procura Distrettuale, avviarono un’indagine condotta, dal febbraio 2016 al mese di aprile 2018, dal Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Catania e dall’Aliquota Carabinieri di questa Sezione di P.G.. L’inchiesta è stata condotta mediante attività tecniche e dinamiche, che hanno fatto riscontrare l’attuale operatività della famiglia mafiosa dei Tuppi. I personaggi sarebbero rientrati a Misterbianco, dopo che il clan Malpassotu era stato debellato dalle numerose iniziative giudiziarie, ed alleati con la famiglia dei Mazzei, rimasta ad operare sul territorio di Misterbianco. Le indagini hanno consentito ai militari di ricostruire l’attuale organigramma del sodalizio criminale dei Tuppi. Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia e gli accertamenti degli inquirenti avrebbero  evidenziato che  al vertice sarebbe stato l'anziano e carismatico Gaetano NICOTRA, detto "zio Tano", fratello di Mario Nicotra, il quale  sarebbe coadiuvato, nella gestione degli affari e nel governo dei singoli affiliati, dal fidatissimo Antonino RIVILLI. Gli inquirenti hanno evidenziato che Tony NICOTRA nipote, ritornato in libertà dal 17 febbraio 2017, avrebbe ripreso il controllo della cosca e si sarebbe avvalso della "collaborazione" del giovane fratellastro Gaetano NICOTRA, del ''figlioccio', Carmelo GUGLIELMINO, sempre attivamente impegnato a "sbrigare" le "beghe sul campo" e di Daniele MUSARRA AMATO. L’inchiesta dei carabinieri avrebbe focalizzato che alle strette dipendenze di RIVILLI e di Tony NICOTRA avrebbe operato, poi, il "gruppo di Motta Sant'Anastasia", capitanato da Daniele DISTEFANO, inteso "Minnitta", il quale, a sua volta, si sarebbe avvalso dell'opera del fratello, Filippo DISTEFANO, e dei "soldati", Filippo BUZZA, Domenico AGOSTA, Gaetano INDELICATO, Francesco SPAMPINATO e Giuseppe PIRO. Il materiale probatorio acquisito dagli investigatori ha consentito di contestare, per la prima volta, al gruppo dei Nicotra sia i reati di associazione mafiosa che altri reati fine, all’omicidio di Paolo ARENA, anche ai capi ed affiliati del gruppo dei  Tuppi che, a causa dell’allontanamento in Toscana, finora non era stato sottoposto a procedimenti per mafia per i fatti riguardanti Misterbianco. La Direzione Distrettuale Antimafia  ha valuto le dichiarazioni di Luciano CAVALLARO ed ha  riscontrato che uno degli omicidi risalenti alla guerra di mafia, abbia un mandante.  Gli investigatori hanno acclarato elementi di prova sulla responsabilità di Gaetano NICOTRA 68enne, in qualità di mandante,  nell’omicidio consumato il 28 settembre 1991, a Misterbianco. La vittima era il consigliere comunale Paolo ARENA. Il politico assassinato era esponente di spicco della Democrazia Cristiana etnea, fu freddato con colpi di fucile esplosi da 2 ignoti sicari. Le indagini avevano portato a ritenere che il fatto di sangue potesse essere legato ad ingerenze criminali negli affari politici ed economici del Comune di Misterbianco. Gli investigatori dalle dichiarazioni di Luciano CAVALLARO avrebbero  puntualizzato che in relazione alla carica politica ricoperta, Paolo ARENA aveva intrattenuto relazioni illecite e continuative con Mario NICOTRA e, dopo l’omicidio dello stesso per mano del clan PULVIRENTI, aveva allacciato rapporti affaristici con quest’ultimo gruppo. L’appoggio garantito da ARENA ai PULVIRENTI era stato vissuto dai restanti appartenenti al clan NICOTRA come un vero e proprio tradimento da sanzionare con la morte del politico. L’ipotesi investigativa dell’epoca è stata confermata quindi dall’esame delle dichiarazioni fornite dai collaboratori di giustizia e dall’analisi di atti di procedimenti instaurati in Toscana nei confronti degli esponenti apicali dei TUPPI durante la loro permanenza in quell’area. Il nome “Gisella dato all’indagine è il nome in codice utilizzato nei colloqui telefonici dai giovani sodali che costituiscono il gruppo di “Motta”,  per indicare il “capo”, ossia Antonino RIVILLI. Le indagini degli investigatori avrebbero attestato, che l’operato del gruppo di Motta sarebbe  collegato al contesto mafioso dei NICOTRA i quali sarebbero intervenuti per “sistemare” situazioni sconvenienti scaturenti dalle illecite attività degli affiliati, dando loro disposizioni, che i componenti del gruppo erano tenuti a rispettare, sicché anche i dettagli delle illecite azioni sono sempre oggetto di attenzione da parte del gruppo di comando. Gli investigatori hanno evidenziato che l’attività preminente del gruppo di Motta, guidato da Daniele DISTEFANO, sarebbe :  furti di veicoli agricoli perpetrati in danno di aziende ubicate nelle provincie di Catania ed Enna, finalizzati a richieste estorsive avanzate nei confronti degli interessati per la restituzione dei mezzi. I tutori dell’ordine nell’indagine hanno evidenziato come il gruppo, sembra trascorsi tre giorni senza che qualcuno avesse fatto richiesta di restituzione del mezzo, abbia proceduto alla vendita del veicolo mediante intermediazione di soggetti incaricati da Daniele DISTEFANO o dal suo "braccio destro" Filippo BUZZA. Gli inquirenti hanno evidenziato che uno dei due soggetti avrebbe interpellato telefonicamente i mediatori utilizzando una terminologia allusiva e trasmettendo, tramite l'applicazione "Whatsapp", le fotografie scattate ai mezzi per potenziali acquirenti. Venivano utilizzate SIM card intestate a soggetti extracomunitari e/o dell'Est europeo mediante il c.d. metodo "citofonico", per effettuare conversazioni "dedicate". Gli inquirenti, il 31 marzo 2017,  a seguito di attività investigativa avevano rinvenuto e sequestrato 1 pistola calibro 9 corto a salve, modificata in arma comune da sparo, con relativo munizionamento, nel corso di una perquisizione domiciliare effettuata presso l'abitazione del noto Sebastiano SOZZI, alias "Davide". Il sequestro era preceduto dall'ascolto di numerose conversazioni sulle utenze in uso a Filippo BUZZA, Daniele DISTEFANO e dello stesso Sebastiano SOZZI, dalle quali era emerso che quest'ultimo aveva commissionato l'arma ai due affiliati dell'organizzazione dei NICOTRA. La forte presenza sul territorio è riscontrata anche dall’infiltrazione del sodalizio nelle istituzioni: le indagini attestano infatti che il gruppo veniva agevolato da un militare, effettivo alla locale Stazione Carabinieri di Motta Sant’Anastasia (anch’egli destinatario di misura cautelare detentiva), il quale forniva informazioni sulle attività del proprio ufficio, orientando il gruppo nella programmazione dei reati. Il militare, dal mese di gennaio al mese di aprile 2017, in cambio di utilità economiche, riferiva a due affiliati informazioni riservate (rivelazione dell’identità dei confidenti nonché modalità su come sottrarsi alle attività di controllo). Il carabiniere è stato indagato per corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio e rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, con l’aggravante di favorire e agevolare il sodalizio mafioso. Le indagini hanno documentato come i componenti del sodalizio siano molto attivi nel rilevare attività economiche riconducibili a terzi che hanno maturato debiti nei loro confronti come: la macelleria di Piano Tavola il cui gestore era sottoposto ad usura ed estorsione, motivo per il quale era fuggito a Malta e il Night Red Lips, un locale di intrattenimento, mascherato da associazione culturale. Gli accertamenti patrimoniali svolti nei confronti di Antonino RIVILLI, Domenico AGOSTA e Carmelo GUGLIELMINO hanno consentito altresì di acclarare la sproporzione tra le capacità reddituali ufficialmente dichiarate dagli indagati ed il valore dei beni rientranti nei rispettivi patrimoni tale da fare ritenere pienamente operativa la presunzione della illecita provenienza degli stessi. Gli investigatori,  nella circostanza, hanno  sottoposto a sequestro  preventivo beni mobili ed immobili per un valore complessivo di  oltre 1.500.000€ : 1 villa ed 1 terreno siti nel comune di Belpasso a RIVILLI, 2 imprese individuali a Belpasso e  1 associazione culturale a Motta S. Anastasia ad AGOSTA, 1 abitazione, 1 magazzino, 1 bottega a Misterbianco e 1 terreno a Belpasso a GUGLIELMINO. La magistratura ha disposto nei confronti dei 3 indagati il sequestro preventivo di numerosi rapporti finanziari ed assicurativi.


CATANIA Arma Carabinieri, auguri ed uova pasquali ai piccoli degenti in oncologia Policlinico. Gli uomini e le donne in divisa del Comando Provinciale Carabinieri di Catania con una graditissima visita hanno voluto testimoniare la loro vicinanza ai piccoli degenti ed alle loro famiglie, nel  reparto di Emato-Oncologia Pediatrica dell’Azienda Policlinico-Vittorio Emanuele. I militari dell’Arma, di mattina,  con la loro presenza hanno regalato ai piccoli una giornata di grande animazione. I piccoli degenti sono costretti a rimanere nell’ambiente ospedaliero a causa della loro malattia e festeggiare la S. Pasqua in maniera diversa dal solito. Le uova di cioccolato, simbolo pasquale tanto caro ai bambini, come tradizione, non potevano mancare e sono state distribuite nel Reparto di degenza e nel Day Hospital ai bimbi presenti, coinvolti in un clima festoso grazie anche ai numerosi gadget consegnati loro dal personale in divisa. Il Direttore Generale ff  dott. Giampiero Bonaccorsi insieme alla prof.ssa Giovanna Russo direttore dell’Emato-Oncologia Pediatrica e al dott. Paolo Adorno in rappresentanza della Direzione Medica del Presidio Gaspare Rodolico, hanno fatto gli onori di casa e ricevuto in un clima di grande cordialità il Colonnello Raffaele Covetti  Comandante Provinciale dei Carabinieri di Catania, accompagnato da una rappresentanza di Carabinieri di ogni ordine e grado.  Il Comandante Raffaele Covetti ha invitato i piccoli degenti ed i sanitari presenti a ricambiare la visita nel Comando Provinciale in caserma a piazza Giovanni Verga per far toccare con mano le attività, i mezzi in dotazione ed i locali di cui dispone l’Arma. L’invito del comandante provinciale è sto accolto con grande entusiasmo da tutti. Tutte le autorità  presenti, agli auguri per la festa pasquale hanno aggiunto ai bimbi ed alle loro famiglie l’augurio di un tempestivo ritorno a casa alle normali attività di tutti i giorni. L'Associazione Nazionale Carabinieri ANC di Catania, sabato mattina, donerà le uova di Pasqua ai bambini degenti nel reparto di Oncologia Pediatrica del Policlinico.


CATANIA Polizia, promossi a grado superiore 4 funzionari in servizio a Questura di Catania. Il Consiglio di Amministrazione del Ministero dell’Interno, nella seduta dello scorso 13 marzo, ha promosso ben quattro funzionari della Polizia di Stato in servizio nella città Etnea. La dottoressa Maria Carmela Lucia LONGO ha conseguito la promozione alla qualifica di Dirigente Superiore Medico per il Primo Dirigente Medico, attuale dirigente dell’Ufficio Sanitario Provinciale della Polizia di Stato a Catania. La dott.ssa Longo è entrata a far parte della Polizia di Stato nel 1987 e, dopo alcuni anni trascorsi presso la Questura di Messina, è stata assegnata alla Questura di Catania, per poi passare al X Reparto Mobile della città etnea. La  dott.ssa Longo, successivamente, ha ricoperto l’incarico di addetto al Coordinamento Sanitario Sicilia e Calabria della Polizia di Stato con sede a Catania. Promozione in vista per il Vice Questore dott.ssa Maria Carmela SANFILIPPO, attuale dirigente dell’Ufficio del personale della Questura etnea: dopo l’esperienza maturata presso la Questura di Palermo e presso la Questura di Catania, dove ha maturato esperienza nell’U.P.G.S.P. – Squadra Volanti, presso l’Ufficio di Gabinetto e la Digos in qualità di responsabile della Squadra Antiterrorismo, è promossa alla qualifica di Primo Dirigente della Polizia di Stato. Il  Vice Questore dott. S. Emanuele Tito CICERO, attuale dirigente del Commissariato Librino è promosso alla qualifica di Primo Dirigente. Il  dott. Cicero è divenuto Commissario nel 1999, ha maturato esperienze in campo di polizia giudiziaria che l’hanno portato prima alla Questura di Palermo, poi è stato assegnato alla Questura di Catania, passando per la dirigenza della Squadra Mobile, della Divisione P.A. e della Sezione di Polizia Postale presso la Questura di Enna. Il dott. Cicero, nella città etnea ha diretto l’UPGSP,  è stato, poi, trasferito alla Questura di Siracusa dove ha diretto la Squadra Mobile. Il  dott. Cicero è tornato all’attuale dirigenza del Commissariato Librino,  avendo prima diretto la squadra Mobile di Vibo Valentia. Il  Vice Questore dott. Marcello LA BELLA, attuale dirigente del Compartimento di Polizia Postale di Catania, apprezzato esperto in crimini informatici e cyberbullismo passa alla qualifica di Primo Dirigente della Polizia di Stato. Il  dott. La Bella è attivissimo sul fronte del contrasto alla pedopornografia ed a tutte quelle forme di reati che si realizzano attraverso la Rete, ha maturato esperienza di polizia giudiziaria presso la squadra Mobile e la Digos della Questura di Enna. Ai neo promossi, l’augurio buon lavoro del Questore Alberto Francini, di tutti gli appartenenti alla Polizia di Stato catanese e del nostro giornale.


CATANIA - 7Kg ecstasy sequestrati ad agente immobiliare da Carabinieri in Operazione antidroga. I militari della Compagnia di Catania Fontanarossa, coadiuvati dagli uomini della Stazione di Pedara, hanno arrestato nella flagranza un 34enne di origini siracusane ma residente nel capoluogo etneo, poiché ritenuto responsabile di detenzione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. La complessa attività info-investigativa svolta dagli uomini del Nucleo Operativo di Fontanarossa, supportata da numerosi servizi di osservazione e pedinamento, ieri sera ha raggiunto l’epilogo sperato. I militari, seguendo l’agente immobiliare in macchina d  via Pacinotti nel quartiere Nesima fino ad una villetta isolata ubicata in zona “Tarderia”, agro del comune di Pedara, al momento opportuno hanno potuto fare irruzione nell’immobile. Gli investigatori nel luogo  a seguito di perquisizione, hanno rinvenuto e sequestrati: 7 Kg di ecstasy (MDMA) non raffinata, 50 grammi di cocaina, e materiale comunemente utilizzato dagli spacciatori per confezionare le dosi di stupefacente da porre in commercio.  L’ecstasy sequestrata, sostanza stupefacente sintetica, dopo la lavorazione e la trasformazione in pasticche (circa 50.000), avrebbe potuto fruttare al dettaglio una cifra vicina al milione€.  L’arrestato, assolte le formalità di rito, è stato associato nel carcere di Catania Piazza Lanza. 


CATANIA -  Carabinieri “Lupi” a Picanello bloccano 24enne ai domiciliari con droga e soldi. I militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale hanno ammanettato nella flagranza  Antonino CULLETTA  24enne catanese in via Caduti del Lavoro, già sottoposto agli arresti domiciliari per droga con l’obbligo di indossare il braccialetto elettronico, poiché ritenuto responsabile di detenzione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. Gli uomini della Squadra “Lupi”  svolgendo attività anticrimine ieri sera, grazie anche alla collaborazione di una pattuglia del Nucleo Radiomobile, hanno finto un controllo di routine al detenuto. I militari hanno concluso efficacemente l’attività info-investigativa accedendo nell’immobile luogo in cui, previa perquisizione, hanno rinvenuto e sequestrato: 5.300 euro in contanti, denaro suddiviso in due tranche da 1.300 e 4.000€  nascosto separatamente nella cappa della cucina e dentro una vecchia macchina da cucire, ritenuti il provento dell’attività illecita posta in essere dal pusher, 2 buste di plastica contenenti oltre 200 grammi di marijuana, occultate in una scatola di derivazione dell’impianto elettrico, 2 bilance elettroniche di precisione nonché del materiale comunemente utilizzato dagli spacciatori per confezionare lo stupefacente da porre in vendita. Il personaggio, in attesa della direttissima, è stato ricollocato ai domiciliari.


BRONTE  CT – 12 in manette, Carabinieri, Cacciatori e DDA smantellano gruppo specialista in spaccio droga proveniente da Catania. Si tratta di :Andrea GULLOTTI 28enne nato a Bronte (con la qualifica di capo e promotore dell’associazione); Giuseppe PARISI 33enne  nato a Biancavilla (con la qualifica di organizzatore); Federico MONTAGNO CAPPUCCINELLO, inteso “Berlusconi”,  28enne nato a Bronte; Enzo CURRENTI  27enne inteso “Enzino”, nato a Bronte; Alex SPITALERI, 24enne  inteso “becchino”, nato a Bronte; Patrizio CAVALLARO 23enne nato a Bronte; Gaetano MERLO 32enne nato a Bronte; Dario MARULLO 25enne nato a Bronte; Luana SCIAVARRELLO 28enne nata a Bronte; Giuseppe LEANZA 39enne inteso “Peppe a’ mafia”, nato a Bronte; Giosuè CIMBALI 38enne nato a Bronte; Giannunzio FICHERA 22enne nato a Bronte. Su disposizione della Procura Distrettuale Antimafia di Catania, nelle prime ore del mattino, 60 militari del Comando Provinciale di Catania, coadiuvati da unità cinofile, da militari dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Sicilia” e della Compagnia d’Intervento Operativo del 12° Reggimento Sicilia nonché da un elicottero del 12° NEC, hanno dato esecuzione, a Bronte, ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le indagini Preliminari nei confronti di 12 persone ritenute responsabili a vario titolo di associazione finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti.  Il provvedimento ha tratto origine da una complessa indagine condotta dalla Compagnia Carabinieri di Randazzo e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, mediante attività tecniche e servizi di osservazione sul territorio, che ha consentito di accertare l’esistenza di un’organizzazione ben strutturata finalizzata alla detenzione e vendita di sostanza stupefacente di tipo marijuana nella città di Bronte e territori limitrofi. L’attività investigativa si è svolta nell’arco temporale tra il mese di febbraio e di novembre 2017 ed ha consentito di monitorare le dinamiche della piazza di spaccio. Gli inquirenti hanno definito i ruoli ricoperti, le modalità nonché i luoghi dove veniva occultata la sostanza stupefacente. I carabinieri hanno accertato a tale proposito che la sostanza era custodita presso immobili rurali e terreni in modo da eludere gli accertamenti in ordine alla riconducibilità dello stupefacente all’organizzazione in caso di sequestro. La droga, che proveniva da vari canali di approvvigionamento, riferibili sia a paesi limitrofi che ai quartieri Librino e Villaggio Sant’Agata della città di Catania, veniva poi rivenduta nel territorio brontese con ricavi notevoli, derivanti dal fatto che gli indagati, esercitando un ruolo dominante sul territorio nel traffico di stupefacenti, erano in grado di determinare il prezzo di ogni singola dose di sostanza spacciata.Tutti i 12 soggetti sono stati colpiti da ordinanza di custodia cautelare in carcere.


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CATANIA 150 Carabinieri eseguono 37 misure per vendita cocaina e marijuana Santapaola – Nizza: affare da 11mila€ al giorno. I soggetti destinatari della misura collocati in carcere tutti nati a Catania sono: Daniele Agostino CALACIURA 31enne; Alessandro CONTI 26enne; Carlo CUTRONA 35enne; Angelo DE LUCA 34enne ; Simone DE LUCA 28enne; Manuel Antonio DI BENEDETTO 23enne; Antonino DRAGO 30enne; Ferdinando FARO  22enne; Omid GOODARZI 23enne; Antonino GRASSO 24enne; Davide GUERRA 37enne; Dario LO PRESTI 36enne; Mario MARLETTA 30enne; Salvatore MAUGERI 22enne; Massimo MUNZONE 33enne; Vincenzo NAPOLI 24enne; Benito PASTURA 27enne; Carmelo Cristian PATANÈ 24enne; Angelo Lucio PESCATORE 36enne; Vanessa PITTARÀ 31enne; Nunzio PLANDERA 39enne; Michele POLIZZI 34enne; Giovanni Maria PRIVITERA 25enne; Pietro PRIVITERA 37enne;  Carmelo SCALIA, di Mario 26enne; Damiano SPARACINO 27enne; Manuel TAGLIERI 22enne. I soggetti minorenni destinatari della misura collocati all’ I.P.M. di Bicocca (Catania) sono: D.P. 18enne (classe 2000); G.T.18enne(classe 2000); S.C.16enne (classe 2002). I soggetti destinatari della misura degli arresti domiciliari si identificano in: Lorenzo Marco CANTONE 26enne; Andrea FERRUGGIA  28enne;  Orazio VICINO 20enne. I soggetti destinatari della misura dell’ obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria si identificano in: Vanessa ARDITO 31enne; Mario BONAVENTURA 23enne;  Salvatore FAZIO 19enne;  Giuseppe SCAFARIA 18enne nato a Reggio Calabria. I militari del Comando Provinciale di Catania,  su disposizione della Procura Distrettuale Antimafia di Catania e della Procura per i Minorenni di Catania, nelle prime ore del mattino hanno dato esecuzione, nelle province di Catania, Caltanissetta e Ragusa, ad un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 37 persone, 3 delle quali minorenni, ritenute responsabili a vario titolo di associazione finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti.  Il provvedimento trae origine da una complessa indagine condotta dalla Compagnia Carabinieri di Piazza Dante e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, mediante attività tecniche e dinamiche che hanno consentito di accertare l’esistenza di un’organizzazione ben strutturata finalizzata alla vendita al minuto di sostanze stupefacenti del tipo cocaina e marijuana, in una delle zone cittadine più note quale piazza di spaccio, storicamente controllata dal clan mafioso Santapaola e gestita, sino al gennaio 2017, dal gruppo Nizza. Le indagini si sono concentrate nell’arco temporale tra l’ottobre 2017  ed il gennaio 2018, ed hanno consentito di monitorare le dinamiche della piazza di spaccio, definendo i ruoli ricoperti e i turni di lavoro svolti dagli indagati consentendo l’individuazione di un responsabile e dei fidati collaboratori che gestivano la numerosa “manovalanza” costituita da vedette, fisse e mobili, e da pusher. La stima del volume di affari illeciti del sodalizio si aggirava intorno agli 11.000€ al giorno, con le vendite attive sin dal primo pomeriggio che proseguivano fino alle prime ore del mattino seguente. I soggetti colpiti dal provvedimento sono stati destinati in larga parte in carcere (30); 3 sono stati collocati agli arresti domiciliari e 4 sottoposti all’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria.


CATANIA -  “Cacciatori” Carabinieri inviati in aiuto e protezione persone colpite da sisma. Il Comando Legione Carabinieri “Sicilia” a seguito dell’evento sismico che si è verificato il 26 dicembre scorso in diversi comuni della provincia etnea, ha disposto l’invio dei militari dello Squadrone Eliportato “Cacciatori di Sicilia” nelle zone più colpite dal sisma dove numerose persone hanno dovuto abbandonare le loro case rese inagibili dalla violenta scossa tellurica. Gli operatori dello Squadrone, qualificati per la ricerca dei latitanti e la prevenzione e repressione dei reati in aree rurali, faranno da supporto al dispositivo di sicurezza già avviato nell’immediato post terremoto dal Comando Provinciale Carabinieri di Catania che in campo, oltre alle Compagnie di Acireale e Giarre, ha dislocato delle pattuglie formate da personale del Nucleo Investigativo (Squadra “Lupi”) nella fattispecie dedicato all’opera di anti-sciacallaggio.

  (Polizia video eruzione e luoghi sisma)

CATANIA – Eruzione Etna, Terremoto di Santo Stefano mobilitati 8mila Architetti e Ingegneri. I professionisti volontari, in possesso dei requisiti richiesti, dovranno far pervenire la domanda alle rispettive segreterie entro le 12.00  del 28 dicembre. Ordini catanesi di Architetti ed Ingegneri in seduta straordinaria congiunta hanno allertato oltre 8mila iscritti per effettuare sopralluoghi degli edifici colpiti dal sisma. I  presidenti Alessandro Amaro (architetti) e Giuseppe Platania (ingegneri)  spiegano : “E’ partita di  mattina la lettera rivolta a tutti gli iscritti agli Ordini di Ingegneri ed Architetti della provincia di Catania, con la richiesta di disponibilità a effettuare sopralluoghi negli edifici colpiti dal sisma nei comuni della zona pedemontana etnea, ionico-etnea e dell’acese. La  convocazione straordinaria del consiglio direttivo, è stata  effettuata ieri pomeriggio in emergenza  ed è stato deciso preventivamente di allertare tutti gli iscritti presso i due Ordini, oltre 8mila professionisti, per dare un supporto concreto all’unità di crisi costituita presso la prefettura di Catania. Grazie alla disponibilità di volontari, costituiremo una task force per effettuare un’analisi degli immobili danneggiati, verificando con un’ispezione tecnica se nei palazzi ci sono danni e se i danni sono tali da mettere a rischio l’incolumità. Vista l’importanza delle operazioni, riteniamo che serva competenza specifica da parte dei colleghi, per questo abbiamo richiesto il possesso di requisiti tecnici. I professionisti, infatti, dovranno avere esperienza pregressa maturata eseguendo sopralluoghi nelle città italiane colpite da eventi sismici (L’Aquila, Santa Venerina, Italia centrale); attestazioni Aedes (Agibilità e danno nell'emergenza sismica) e altre certificazioni rilasciate da enti qualificati; esperienza di progettazione e direzione lavori per la ricostruzioni di edifici danneggiati da terremoti; funzionari del Genio Civile e della protezione Civile in quiescenza; competenza maturata lavorando negli “uffici sisma per la ricostruzione post terremoto costituiti presso le pubbliche amministrazioni”; attività eseguita nell’espletamento del progetto “Diamoci una scossa”.   (Polizia video eruzione e sisma)

Amaro e Platania continuano: “Siamo profondamente vicini a chi, nella notte di Santo Stefano ha subito danni alla propria abitazione, agli sfollati, a chi si è ritrovato per strada e in questi momenti sta cercando di capire cosa fare  noi come rappresentanti dell’Ordine siamo stati in loco per una verifica diretta dei danni e siamo pronti e disponibili, qualora ci venisse richiesto dagli organi competenti, per fornire tutto il supporto necessario. In questi ultimi anni abbiamo concentrato tutte le nostre energie per sensibilizzare cittadini e istituzioni sull’importanza della prevenzione sismica, continuando a ribadire la necessità di interventi di adeguamento degli edifici. Oggi occorre agire in emergenza, ma sarà nostra assoluta priorità continuare la battaglia sul fronte della messa in sicurezza del nostro territorio”.

( Polizia video eruzione )

La Guardia Costiera  continua il monitoraggio dell’attività eruttiva dell’Etna. Il risveglio della attività vulcanica dell’Etna ha impiegato gli uomini e le donne della Base Aeromobili della Guardia Costiera e del 2° Nucleo Aereo di Catania nelle attività di monitoraggio delle zone coinvolte e di sostegno della  popolazione civile. Un elicottero del Reparto ha effettuato diverse sortite, nella giornata del 26 dicembre, allo scopo di effettuare una ricognizione delle aree più colpite dall’intenso evento sismico della notte, effettuando un sorvolo delle località ai piedi dell’Etna per individuare le zone di maggiore criticità.   La  ormai consolidata collaborazione tra il Nucleo Aereo ed il locale Istituto di Geofisica e Vulcanologia è continua, i mezzi ad ala rotante del Reparto hanno effettuato la ricognizione delle aree sommitali del vulcano, permettendo l’individuazione delle fessure eruttive e la valutazione dello scenario complessivo e della sua evoluzione. L’impegno degli equipaggi del Corpo nella tutela del territorio e delle popolazioni residenti in aree vulcaniche e ad intenso rischio sismico continua ogni giorno, con periodiche missioni di monitoraggio del Vulcano Etna e del vicino Stromboli e con l’inserimento dei mezzi aerei del Reparto Etneo nel dispositivo di Protezione Civile a salvaguardia della sicurezza della collettività.


CATANIA - Blitz interforze a Librino e San Giorgio, cane poliziotto Vite trova 48 dosi in porta antincendio. 1 unità cinofila antidroga della Polizia di Stato, ha accuratamente ispezionato gli spazi comuni di un edificio di Viale Castagnola.  Il  luogo è adiacente una fiorente piazza di spaccio. Grazie al fiuto del cane “Vite”, è stata rinvenuta, abilmente occultata nell’intercapedine di una porta antincendio, 1 busta contenente 90 grammi di marijuana, già divisa in 48 dosi pronte alla vendita. La droga è stata sottoposta a sequestro e posta a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Il  Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica tenutosi in Prefettura, ieri, aveva predisposto un servizio interforze al quale ha preso parte  la Polizia di Stato, dei Carabinieri,  la Guardia di Finanza e  la Polizia Municipale, coordinato dal Commissariato di Librino, dando vita al   controllo straordinario del territorio nei quartieri Librino e San Giorgio. Un funzionario del Commissariato di P.S. Librino ha coordinato equipaggi automontati del Commissariato, della squadra cinofili dell’U.P.G.S.P., del Reparto Prevenzione Crimine Sicilia Orientale, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Polizia Municipale settori Viabilità ed Annona. Attiva sul posto, anche una squadra del Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica Sicilia Orientale. I tutori dell’ordine hanno istituito posti di controllo nei pressi della rotatoria prossima al centro commerciale “Porte di Catania” ed in via Zia Lisa, in prossimità del Cimitero cittadino. L’interforze ha controllato 85 veicoli e 106 persone; contestato 28 contravvenzioni al C. di S. (8 per la mancata copertura assicurativa per la Responsabilità Civile, 2 per il mancato utilizzo del casco, 2 per inottemperanza all’alt intimato dalla Polizia, 11 per mancata revisione del veicolo, 2 per mancata esibizione dei documenti e 3 per il mancato utilizzo cintura di sicurezza).  I tutori dell’ordine hanno  proceduto al sequestro amministrativo dei 3 veicoli senza l’assicurazione obbligatoria. Il controvalore delle sanzioni comminate è pari a 11.255 euro. Gli agenti hanno  proceduto, inoltre, al controllo della regolarità amministrativa dei camion e dei relativi venditori di alimenti e bevande. Uno di questi, situato in viale Moncada, è risultato essere sprovvisto di qualsiasi autorizzazione amministrativa e, pertanto, è stato sottoposto a sequestro con conseguente irrogazione di sanzioni pecuniarie per complessivi 24.747 euro.


CATANIA -   Direzione Investigativa Antimafia sequestra beni 1.5 milioni€ ad imprenditore agricolo di Palagonia. Uomini della D.I.A. di Catania, diretta dal 1° Dir. della Polizia di Stato dr. Renato PANVINO, nelle prime ore della mattina  hanno eseguito un decreto di sequestro beni, emesso dal Tribunale di Catania – Sezione Misure di Prevenzione, su proposta di applicazione di misura di prevenzione personale e patrimoniale formulata dal Direttore della D.I.A., Gen. Div. Giuseppe GOVERNALE, in sinergia con la locale Procura Distrettuale Antimafia, nei confronti di Salvatore MARLETTA 45enne, nativo di Palagonia (CT). Salvatore MARLETTA nel 2001 fu arrestato con altri soggetti, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere, poiché ritenuto responsabile dei reati di omicidio volontario tentato, lesioni personali e detenzione abusiva di armi, e successivamente sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di P.S. perla durata di 1 anno  e 6 mesi. Il personaggio nel 2007, fu arrestato dai Carabinieri di Palagonia in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare, poiché indagato, a vario titolo per i reati di usura, estorsione e porto abusivo di armi in luogo pubblico. L’ordinanza custodiale fu emessa anche nei confronti di altri tre soggetti, tra i quali Febronio OLIVA, ritenuto dagli investigatori appartenente alla famiglia mafiosa Di Dio di Palagonia. La  Procura della Repubblica di Caltagirone, nell’ottobre 2017, da ultimo, ha chiesto il rinvio a giudizio del MARLETTA ed altri soggetti, poichè accusati di appartenere ad un’associazione a delinquere dedita alla commissione di truffe ai danni dello Stato, mediante attestazione fittizia di assunzione di braccianti agricoli, dichiarazione fraudolenta mediante l’uso di fatture per operazioni inesistenti, occultamento di documenti contabili e bancarotta fraudolenta. Gli accertamenti patrimoniali svolti dagli investigatori sul suo conto, ai fini dell’applicazione della misura di prevenzione, hanno evidenziato l’assenza, in capo a Salvatore MARLETTA, di risorse lecite idonee a giustificare gli investimenti effettuati e, nel contempo, una cospicua e generalizzata sproporzione tra i redditi dichiarati ed il patrimonio posseduto. Il  provvedimento adottato a   carico del personaggio ha disposto il sequestro del patrimonio riconducibile allo stesso, al momento stimato in circa 1.500.000,00 € e composto da diversi rapporti bancari in corso di quantificazione, un’azienda operante nel settore agricolo, nonchè un fabbricato di pregio e n.18 appezzamenti di terreno ubicati nei comuni di Palagonia e Ramacca.


CATANIA  Carabinieri, Operazione antimafia “Aquilia”,  presi 18 soggetti, rivelazioni 2 collaboratori giustizia :  invischiato ex deputato regionale NICOTRA. Si tratta di : Fabio ARCIDIACONO 34enne (tradotto carcere Catania Piazza Lanza) ; Fabrizio BELLA 54enne (tradotto carcere  Caltanissetta) ; Rodolfo BONFIGLIO  37enne,  in atto detenuto nel carcere di Barcellona Pozzo di Gotto (ME) ; Cirino CANNAVÒ 45enne (tradotto arresti domiciliari) ; Fabio Vincenzo COSENTINO  39enne (tradotto carcere Agrigento) ; Gianmaria Tiziano COSENTINO 36enne (tradotto carcere Palermo) ; Danilo Tommaso FAILLA  38enne (tradotto carcere Caltanissetta) ; Salvatore Nunzio FONTI  47enne (tradotto carcere Caltanissetta) ; Camillo GRASSO  49enne (tradotto carcere Caltanissetta) ; Antonino Francesco MANCA  39enne, in atto detenuto nel carcere di Noto (SR) ; Mariano MASSIMINO 31enne,  (tradotto carcere Catania Piazza Lanza) ; Mario NICOLOSI 51enne (tradotto carcere Caltanissetta) ; Raffaele Giuseppe NICOTRA 61enne (tradotto carcere Catania Bicocca; Camillo PAPPALARDO 47enne (tradotto carcere Palermo) ; Concetto PUGLISI 36enne  (tradotto carcere Agrigento) ; Giuseppe ROGAZIONE 43enne  (tradotto carcere Agrigento); Santo Paolo SCALIA 43enne    (tradotto carcere Palermo); Stefano SCIUTO 35enne,  in atto detenuto nel carcere di Asti. Circa duecento i militari del Comando Provinciale Carabinieri di Catania, che hanno operato su delega della Direzione Distrettuale Antimafia etnea, ed hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Catania, nei confronti di 18 soggetti (di cui 15 presunti appartenenti alla “Famiglia” Santapaola-Ercolano ed in particolare, alle frange operanti ad Acireale e Aci Catena), ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsioni con l’aggravante del “metodo mafioso”, scambio elettorale politico mafioso, tentato omicidio, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e detenzione illegale di armi. Le indagini dei carabinieri si sono sviluppate a seguito della decisione di collaborare con la giustizia intrapresa, nel luglio del 2015, da Gaetano Mario VINCIGUERRA, già reggente “pro tempore” del “Gruppo di Aci Catena”, il quale non solo ha fornito un quadro aggiornato degli organigrammi dei citati “gruppi”, indicando “capi” e “soldati”, ma ha consegnato anche un elenco dettagliato delle imprese commerciali costrette, da anni, all’imposizione del “pizzo”.  Il provvedimento ha tratto origine da un’indagine, denominata “Aquilia”, condotta dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Catania e diretta da questa D.D.A.,  dall’ottobre del 2015 al gennaio del 2018, attraverso attività tecniche e dinamiche, riscontrate dalle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia, che ha consentito di accertare la responsabilità degli indagati in ordine alla loro appartenenza a due “gruppi” per così dire “storici” della “Famiglia” di Catania, quelli, appunto, operanti in Acireale (CT) e Aci Catena (CT), già riconducibili al noto Sebastiano SCIUTO, detto “Nuccio Coscia”, recentemente scomparso per cause naturali, e di definire la struttura, le posizioni di vertice e i ruoli dei singoli affiliati nell’ambito del sodalizio mafioso in questione.  Gli investigatori, nel corso delle indagini hanno inoltre acquisito elementi di reità in ordine ad attività estorsive consumate e tentate ai danni di 8 imprenditori locali, alcune delle quali dipanatesi nell’arco di svariati anni, al fine di agevolare l’organizzazione mafiosa d’appartenenza.  Tra gli arrestati figura anche l’ex deputato regionale Raffaele “Pippo” NICOTRA, a cui vengono contestati i reati di concorso esterno in associazione mafiosa, tentata estorsione aggravata e scambio elettorale politico mafioso, ossia per avere, attraverso la corresponsione di somme di denaro per le elezioni del 2012, determinato esponenti del “Gruppo di Aci Catena” a promettere di procurare voti in occasione delle elezioni per l’Assemblea Regionale Siciliana tenutesi in quegli anni, attraverso la forza di intimidazione e la conseguente condizione di assoggettamento ed omertà derivanti dall’appartenenza al gruppo mafioso. L’indagine ha inoltre consentito di fare luce sul tentato omicidio di Mario Giuseppe TORNABENE, avvenuto, in Fiumefreddo di Sicilia (CT), il 28 agosto 2007. Secondo il racconto di due collaboratori di giustizia, il TORNABENE, già responsabile del “Gruppo di Giarre” per conto della frangia acese riconducibile al citato Sebastiano SCIUTO, e curatore degli “interessi” di quest’ultimo, attraverso la costituzione di società in diverse attività commerciali, disattendeva gli accordi economici intrapresi con lo stesso SCIUTO, tant’è che il figlio di questi, Stefano, unitamente ad altri soggetti rimasti allo stato senza volto, la sera del 28 agosto 2007, lungo la Via Marina di Fiumefreddo di Sicilia, avrebbero attentato alla sua vita, esplodendogli contro tre colpi di pistola all’addome, che, fortunatamente, non hanno avuto seguito, a causa della pronta reazione della vittima, fuggita da un’uscita secondaria della propria struttura ricettiva, in cui si trovava al momento dei fatti, scampando miracolosamente all’agguato.  All’attività investigativa svolta dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale si è  affiancata, poi, una indagine parallela, svolta dai militari della Compagnia di Acireale e confluita nel provvedimento cautelare eseguito, oggi 10 ottobre,  sul conto di soggetti orbitanti in seno alle medesime frange mafiose, chiamati a rispondere di furto, estorsione aggravata (nel settore delle auto rubate, attraverso il cosiddetto “cavallo di ritorno”) e di reati concernenti gli stupefacenti e le armi.  Dei diciotto provvedimenti emessi, tre sono riferibili all’attività investigativa svolta. Quindici  provvedimenti cautelari in definitiva sono stati notificati ad altrettanti soggetti in libertà, mentre tre sono stati notificati in carcere ad altrettanti indagati, ristretti per altra causa. 


CATANIA - Collaboratore Giustizia gruppo Nardo Lentini  agevola operazione Polizia antidroga: 21 misure cautelari per spaccio nel catanese e zone vicine.  L'Operazione "Beautiful Hybrid”  si è concretizzata all’alba di oggi 9 ottobre, su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania. La Polizia di Stato ha dato esecuzione ad ordinanza di custodia cautelare, emessa il   primo 2018 dal G.I.P. del Tribunale di Catania, nei confronti di 21 persone, traendole in arresto poichè  ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla coltivazione, produzione, trasporto, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti, detenzione e cessione delle medesime, reati in materia di armi, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio e favoreggiamento personale. La misura cautelare ha accolto gli esiti di attività d’indagine di tipo tecnico, avviata, su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania nel mese di marzo 2017 dalla Squadra Mobile a seguito delle dichiarazioni rese da un collaboratore di giustizia, già appartenente al gruppo Nardo operante a Lentini, cui si sono aggiunte, nel successivo mese di giugno, quelle di altro collaboratore, già esponente del clan Cappello - Bonacccorsi.  Le indagini tecniche condotte dalla Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata nell’arco temporale marzo - ottobre 2017, proseguite sino all’aprile 2018 con attività di riscontro alle dichiarazioni rese nel marzo 2018 da altro collaboratore di giustizia, già appartenente alla cosca Mazzei, hanno permesso di individuare un’associazione per delinquere diretta ed organizzata da Antonino COSENTINO, Carmelo STRANIERO e Matteo OLIVA, quest’ultimo Assistente Capo della Polizia di Stato, con la partecipazione di Andrea STRANIERO, Giovanni Nicolò STRANIERO, Umberto BENINATO, Domenico BONIFACIO e Stefano CIANFARANI, quest’ultimo militare dell’Arma dei Carabinieri, finalizzata alla coltivazione, produzione, trasporto, detenzione e cessione di sostanza stupefacente del tipo cocaina e marijuana.  I presidi tecnici hanno fatto emergere come l’organizzazione si occupasse di impiantare coltivazioni di marijuana in appezzamenti di terreno ricadenti in agro di Scordia (CT), di cui avevano la disponibilità, per poi rivendere lo stupefacente ricavato, evidenziando come CIANFARANI assicurasse protezione costante alle predette coltivazioni allestite dai sodali dai controlli di Polizia.  Poliziotti   della Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata, a riscontro delle risultanze delle intercettazioni, il 23 settembre 2017, hanno individuato, in un appezzamento di terreno sito in contrada Palma, in agro di Scordia (CT), una piantagione di marijuana cui gli indagati avevano fatto più volte riferimento nel corso delle conversazioni captate dagli investigatori. Gli investigatori, nel corso dell’attività di P.G., hanno rinvenuto e sequestrato  2500 piante di marijuana nonché materiale per la coltivazione dello stupefacente. La Polizia, sul posto ha avuto modo di constatare che gli  indagati, oltre alle 2500 piantine presenti, tutte di varia grandezza, avevano già predisposto un altro appezzamento di terreno che sicuramente sarebbe stato destinato a contenere altre piante di marijuana. Gli investigatori hanno rilevato che dal tenore delle conversazioni è emersa la significativa competenza degli organizzatori dell’illecito traffico circa le tipologie di droga leggera, realizzando piantagioni di skunk - varietà di cannabis - definite “ibridi belli” per evidenziarne la particolare qualità.  La Polizia, nel corso dell’attività di indagine, ha accertato diverse cessioni di sostanza stupefacente che Matteo OLIVA e Rocco RAGUSA hanno effettuato a numerosi soggetti i quali, a loro volta, la commercializzavano nei comuni di Scordia, Palagonia e Militello in Val di Catania, e sono stati documentati i rapporti con un soggetto di Riesi (CL), Fabio Gaetano D’ANTONA, per l’acquisto di stupefacenti. Matteo OLIVA e Stefano CIANFARANI sono stati, altresì, indagati per corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio per non avere espletato le dovute attività di denuncia, indagini e sequestri in relazione alle illecite attività poste in essere dai corruttori.  Il G.I.P., valutate le dichiarazioni rese dai citati collaboratori di giustizia a carico di Giuseppe BENNARDO, Assistente Capo della Polizia di Stato, ha ritenuto sussistente la gravità degli indizi nei suoi confronti per il reato di favoreggiamento personale, per avere aiutato i sodali indagati per associazione per delinquere finalizzata alla produzione di stupefacenti ad eludere le investigazioni dell’autorità in relazione ai delitti cui non aveva concorso. Una persona, colpita dal medesimo provvedimento restrittivo, allo stato irreperibile, è attivamente ricercata.  Espletate le formalità di rito, gli arrestati sono stati associati presso la Casa Circondariale di Catania “Bicocca” e piazza Lanza e presso la Casa Circondariale di Caltanissetta.


BIANCAVILLA CT -  Carabinieri e Cacciatori trovano e sequestrano “Kalashnikov” in terreno abbandonato.  I militari del Nucleo Operativo della Compagnia di Paternò e dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Sicilia, ieri pomeriggio nel corso di un servizio straordinario di controllo del territorio, hanno rinvenuto occultato in un terreno abbandonato adiacente alla palazzina ubicata al civico 40 di Via dell’Uva a Biancavilla, 1 fucile d’assalto “Kalashnikov” modello AK47, con colpo in canna, completo di caricatore con all’interno 6 cartucce calibro 7,62, nonché altre 5 cartucce dello stesso calibro, classificati come arma e munizionamento da “guerra” di provenienza clandestina. La Procura della Repubblica di Catania ha delegato le indagini ai militari del Nucleo Operativo della Compagnia di Paternò per risalire, oltre all’esatta origine, anche ai possibili detentori dell’arma, ed eventuale suo  utilizzo in pregressi episodi delittuosi. Lo Squadrone Carabinieri Eliportato Cacciatori Sicilia è composto da 57 uomini dello speciale corpo dell’Arma che sono comandati dal Comandante dello Squadrone Magg. Matteo Luigi CORCIULO ascolta intervista 

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CATANIA (video operazione)Blitz InterForze a San Berillo Vecchio, cinofili trovano droga, bloccato kosovaro irregolare.  L’attenzione della Polizia di Stato sulle problematiche del quartiere San Berillo Vecchio, è costante. I tutori dell’ordine, già nei gironi scorsi avevano effettuato mirati servizi Interforze predisposti in sede di tavolo tecnico, svoltosi nei locali della Questura Etnea, secondo le direttive impartite dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza per la riqualificazione delle aree urbane degradate. Uomini del Commissariato Centrale, delle  Squadre Cinofile Antidroga ed Antiesplosivo, del Reparto a Cavallo, del Reparto Mobile e del Reparto Prevenzione Crimine Sicilia Orientale, dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Polizia Locale, ieri, hanno svolto un’azione di controllo di tutta l’area, caratterizzata da un dedalo di vie e di vicoli e da abitazioni fatiscenti, spesso in stato di abbandono, i cui proprietari, a volte, risultano difficilmente reperibili. I tutori dell’ordine, a seguito dei controlli, hanno rinvenuto, grazie al fiuto del cane poliziotto Vite, numerosi involucri contenenti sostanza stupefacente del tipo marijuana ed hashish, per un peso complessivo di circa 100 gr., i quali erano ben occultati tra i rifiuti. Gli uomini InterForze, nel corso dell’attività hanno identificato 29 persone, elevato 8 verbali per violazione al C.d.S. per un totale di 2.400€, e chiuso 1 officina meccanica priva di qualsiasi autorizzazione. Gli agenti hanno censito diversi immobili della zona in evidente stato di abbandono. I tutori dell’ordine hanno bloccato ed accompagnamento in Ufficio per gli adempimenti del caso 1 cittadino extracomunitario proveniente dal Kosovo, non in regola con le norme in materia di soggiorno. Il soggetto è stato denunciato per inosservanza dell’ordine di espulsione dal Territorio Nazionale. L’attività espletata rientra in un piano di monitoraggio e controllo delle aree che evidenziano maggiori criticità sotto il profilo dell’Ordine e della Sicurezza Pubblica, che proseguirà con costanti servizi organizzati dalla Questura di Catania con il coinvolgimento di tutte le Forze dell’Ordine.


CATANIA -   Blitz Polizia a Nesima, “Operazione drug store” 104kg marijuana, coppia in manette. Si tratta dei catanesi Concetto VITALE  40enne  ed Anna MONACO 36enne, ritenuti responsabili, in concorso tra loro, di detenzione illegale di sostanza stupefacente del tipo marijuana con l’aggravante dell'ingente quantità.  Agenti della Squadra Mobile – Sezione “Antidroga” a seguito di attività info-investigativa, avevano appreso che un ingente quantitativo di droga era custodita in un appartamento nel rione di Nesima.I poliziotti, esperiti gli opportuni accertamenti ed individuato l’immobile facente parte di uno stabile di edilizia popolare, all’alba di ieri, dopo aver cinturato la zona, hanno eseguito una perquisizione nell’abitazione in uso alla coppia VITALE e MONACO. Gli investigatori ad esito del blitz, in una stanza adibita a vero e proprio deposito, hanno rinvenuto e sequestrato 8 borsoni con all’interno 98 involucri contenenti sostanza stupefacente del tipo marijuana per un peso complessivo di kg.104 circa e 2 bilance di precisione.  Espletate le formalità di rito, Concetto VITALE ed Anna MONACO sono stati associati presso la Casa Circondariale Piazza Lanza di Catania a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.  La droga, una volta finita sul mercato etneo avrebbe fruttato circa 1 milione di euro.


CATANIA Tribunale emesso decreto sequestro e confisca beni 150mln€ gruppo Ciancio: ROS  sequestrati giornali e tv.  Ciancio Sanfilippo ed il figlio Domenico, dopo la notifica del decreto, si sono dimessi dall'incarico rispettivamente di direttore responsabile e condirettore. Il caporedattore de “La Sicilia” Piraneo designato direttore. Il Tribunale ha nominato commissari giudiziari per garantire la continuazione dell'attività del gruppo. L'intero gruppo editoriale che fa capo all'editore tra cui il quotidiano “La Sicilia”, la maggioranza delle quote della “Gazzetta del Mezzogiorno” di Bari e  le 2 emittenti televisive regionali, “Antenna Sicilia” e “Telecolor” fanno parte dei beni dell'imprenditore Mario Ciancio, di cui il Tribunale di Catania ha decretato di sequestro e confisca, su richiesta della Dda. Il decreto riguarda conti correnti, polizze assicurative, 31 società, quote di partecipazione in altre sette società e beni immobili. Mario Ciancio Sanfilippo è attualmente sotto processo per concorso esterno all'associazione mafiosa. La notizia è stata data nel corso di un'assemblea di redazione. L'assemblea dei soci della Domenico Sanfilippo editori ha nominato nuovo direttore Antonello Piraneo, attuale caporedattore del quotidiano. Il provvedimento : La  Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Catania, su richiesta della Procura Distrettuale di Catania, in data 20 settembre 2018, ha depositato un decreto di confisca previo sequestro del compendio patrimoniale di Mario CIANCIO SANFILIPPO.   Il Giudice - il primo ad avere valutato nel merito gli elementi acquisiti nel corso delle indagini - ha ritenuto la pericolosità sociale qualificata del proposto per la sussistenza a suo carico di gravi indizi del rilevante contributo fornito da Mario CIANCIO SANFILIPPO al raggiungimento delle finalità perseguite dalla famiglia catanese di cosa nostra  dagli anni Settanta dello scorso secolo sino al 2013 e ha disposto la confisca di tutto il patrimonio da questi acquisito nel periodo in cui è stata accertata tale pericolosità sociale (in allegato l’elenco dei beni colpiti dal provvedimento).  Si tratta di depositi di conti correnti, anche presso banche site in Svizzera, di polizze assicurative, di trentuno società interamente posseduto dal proposto, di quote di partecipazione detenute in sette società e di beni immobili, il cui valore, secondo un prudente apprezzamento, è non inferiore a 150 milioni di euro. Tra le società sequestrate e confiscate vi è anche il gruppo editoriale  del quotidiano La Sicilia e di alcune emittenti locali. Il procedimento di prevenzione era stato avviato il 19 gennaio 2015 con richiesta della Procura Distrettuale e si è celebrato fino al gennaio 2018, a porte chiuse, per una precisa scelta di Mario CIANCIO SANFILIPPO. L’Autorità giudiziaria, in tale non breve periodo, ha sottoposto  all’attenzione del Collegio gli elementi che dimostravano la summenzionata pericolosità sociale qualificata del  Ciancio  e l’anomalo sviluppo del suo patrimonio; elementi  acquisiti nel corso delle indagini, eseguite con la consueta professionalità, dal ROS - Sezione Anticrimine di Catania, nonché gli esiti della consulenza patrimoniale accuratamente elaborata dalla nota società PWC (Price Waterhouse Coopers) e il patrimonio conoscitivo dei collaboratori di giustizia.  La Difesa, a sua volta, ha depositato documentazione ed ha interloquito nel corso della redazione della consulenza tecnica della PWC avvalendosi del proprio consulente di parte.  I profili di pericolosità sociale evidenziati dal Pubblico Ministero a carico di CIANCIO SANFILIPPO attengono in particolare: Ai rapporti sinallagmatici intrattenuti dal Ciancio con gli esponenti di vertice della famiglia catanese di Cosa Nostra sin da quando la stessa era diretta da Giuseppe Calderone, rapporti poi proseguiti ed anzi ulteriormente intensificati con l’avvento al potere di Benedetto Santapaola alla fine degli Anni Settanta del secolo scorso ed al ruolo di canale di comunicazione svolto dallo stesso Ciancio per consentire ai vertici della predetta famiglia mafiosa di venire a contatto con esponenti anche autorevoli delle Istituzioni;  Alla linea editoriale imposta dal Ciancio alla testata giornalistica che vanta il maggior numero di lettori nella Sicilia Orientale, linea editoriale improntata alla finalità di mantenere nell’ombra i rapporti tra la famiglia mafiosa e le imprese direttamente o per interposta persona controllate dalla medesima; di non porre all’attenzione dell’opinione pubblica gli esponenti mafiosi non ancora pubblicamente coinvolti dalle indagini giudiziarie e soprattutto l’ampia rete di connivenze e collusioni sulle quali questo sodalizio mafioso poteva contare per mantenere la propria influenza nella provincia catanese; All’impiego di grandi quantità di capitali di provenienza mafiosa investiti nelle iniziative economiche, anche di natura speculativa immobiliare, poste in essere nell’arco di numerosi decenni dal proposto. I rapporti tra CIANCIO SANFILIPPO e cosa nostra sono emersi nelle seguenti specifiche vicende imprenditoriali in epoca recente: Parco Commerciale Porte di Catania (realizzato): in tale vicenda CIANCIO è coinvolto poiché socio, unitamente a Giovanni VIZZINI (la cui figlia è coniugata con Vincenzo RAPPA, che appartiene ad una famiglia, alcuni dei cui membri sono stati condannati per fatti di cui all’art. 416 bis c.p.) e Tommaso MERCADANTE (nipote di Tommaso CANNELLA e figlio di Giovanni MERCADANTE, entrambi condannati per fatti di cui all’art. 416 bis c.p.). La realizzazione dell’opera venne affidata all’imprenditore BASILOTTA, sebbene vi fosse l’intendimento di coinvolgere l’imprenditore INCARBONE (Mariano INCARBONE è imprenditore condannato con provvedimento definitivo quale partecipe alla famiglia SANTAPAOLA  mentre l’imprenditore Vincenzo BASILOTTA è deceduto durante il processo d’appello a suo carico, che lo vedeva imputato per fatti di cui all’art. 416 bis c.p.). Peraltro, le intercettazioni eseguite nel contesto investigativo Iblis, confermano che l’affare era infiltrato da cosa nostra attraverso BASILOTTA il quale vi aveva lucrato 600.000€, consegnati a Raffaele LOMBARDO (già Presidente della Regione Siciliana ed imputato per fatti di cui agli artt. 110 - 416 bis c.p.) che si era interessato al progetto cui partecipava CIANCIO SANFILIPPO;  Parco Commerciale Sicily Outlet (realizzato): in tale vicenda CIANCIO SANFILIPPO emerge sia quale proprietario dei terreni su cui è sorta l’opera sia quale socio nella Dittaino Development. Parte dei lavori, inoltre, sono stati eseguiti da BASILOTTA e INCARBONE.  Progetto stella polare (non realizzato): si trattava di un progetto della Stella polare S.r.l. relativo all’area sud di Catania dove si intendeva creare un centro congressi, strutture per esposizione, acquari, parchi divertimenti, cinema, gallerie commerciali ed altro. CIANCIO SANFILIPPO, proprietario dei terreni, risulta aver avuto un ruolo attivo nella gestione della complessa vicenda imprenditoriale, avendo finanche seguito personalmente l’iter relativo al rilascio delle previste concessioni e fungendo, in tale ambito, da anello di congiunzione con la pubblica amministrazione in luogo dell’Amministratore Unico. Le intercettazioni in atti, inoltre, consentono di ritenere certo che il general contractor scelto era INCARBONE Mariano, di cui si è detto; Costruzione di un insediamento chiuso ad uso collettivo a favore della base di Sigonella (non realizzato): a differenza della vicenda sopra descritta, nella presente, CIANCIO SANFILIPPO,  oltre ad essere proprietario dei terreni  sui quali doveva sorgere l’opera era anche socio della Xirumi S.r.l., società che avrebbe dovuto realizzarla. Le intercettazioni in atti consentono, inoltre, di ritenere che la realizzazione delle opere doveva essere affidata a Vincenzo BASILOTTA; Costruzione del polo commerciale denominato Mito (non realizzato): l’insediamento commerciale  doveva sorgere nel comune di Misterbianco su terreni di proprietà di CIANCIO SANFILIPPO. L’iniziativa vedeva coinvolti  tanto CIANCIO SANFILIPPO quanto altre persone risultate essere in rapporti con cosa nostra palermitana e messinese. Il Tribunale, letti i documenti e ascoltate le argomentazioni del Pubblico Ministero e della Difesa, ha ritenuto che Mario CIANCIO SANFILIPPO  sin dall’avvio della sua attività, primi anni ’70, e fino al 2013 abbia agito, imprenditorialmente, nell’interesse proprio e nell’interesse di cosa nostra e che in ragione di ciò il suo patrimonio si sia implementato illecitamente, giovandosi anche di finanziamenti occulti e che anche il predetto sodalizio mafioso si sia rafforzato grazie ai fortunati investimenti realizzati per il tramite del Ciancio. L’età avanzata ed il tempo risalente degli ultimi accertamenti (2013) hanno indotto il Tribunale a escludere l’attualità della pericolosità sociale, ma tale conclusione, per disposto di legge, non consente al soggetto ritenuto pericoloso di continuare a detenere il patrimonio acquisito in ragione delle illecite cointeressenze,  sicché il Tribunale ne ha disposto la confisca. Il provvedimento è stato eseguito il 24 settembre a cura dei Carabinieri del ROS e del Comando Provinciale di Catania.


CATANIA Comandante Legione Carabinieri Sicilia Gen. Galletta, trasferito ad alto incarico, saluta militari comando provinciale etneo. Il Generale di Brigata Riccardo GALLETTA, Comandante della Legione Carabinieri “Sicilia”, in vista del trasferimento ad altro incarico, in giornata si è recato al Comando Provinciale Carabinieri di Catania per rivolgere un saluto di commiato. Il  Comandante Provinciale, Col. Raffaele Covetti, tutti gli Ufficiali ed i Comandanti di Stazione della Provincia, una rappresentanza di militari effettivi al Comando Provinciale, il personale del CO.BA.R. (Comitato Base di Rappresentanza) ed i rappresentanti dell’Associazione Nazionale Carabinieri in congedo hanno ricevutol’alto Ufficiale. Il Generale GALLETTA, ha salutato  tutti i  carabinieri in servizio ed in congedo,  ringraziandoli per il loro quotidiano impegno.  Il Generale ha apprezzato particolarmente i risultati operativi conseguiti dai carabinieri del Comando Provinciale di Catania e gli ottimi rapporti tra l’Arma ed i cittadini, dimostrazione di reciproco affetto, stima e vicinanza. Il Comandante Provinciale, Col. Raffaele Covetti   ha ringraziato il Generale GALLETTA per l’attenzione e la vicinanza dimostrata nei confronti dei Carabinieri della Provincia di Catania.


CATANIA –  Colpi di pistola a distributore carburanti per pagare prima: CC padre e figlio bloccati. Si tratta di Filippo BARBAGALLO  71enne e del figlio Francesco 35enne. Uno ha estratto la pistola ed ha esploso tre colpi d’arma da fuoco al rifornimento. I carabinieri  hanno ammanettato anche il figlio, poiché detenevano nelle loro abitazioni armi clandestine. I militari della Stazione di Catania Librino hanno arrestato nella flagranza Filippo BARBAGALLO, ritenuto responsabile di tentato omicidio, porto e detenzione illegale di armi clandestine, ed il figlio Francesco, già detenuto ai domiciliari per armi, ritenuto responsabile di detenzione illegale di armi clandestine. La vicenda ha avuto inizio di sera, intorno alle 19:00, nel rifornimento di carburanti dell’Agip, ubicato in Stradale Gelso Bianco. Il 71 enne,  al termine di una lite nata con un catanese di 34 anni,  per chi per primo doveva inserire i soldi nella colonnina del self service, ha estratto 1 pistola esplodendo 3 colpi all’indirizzo del contendente, miracolosamente andati a vuoto. Lo sparatore  poi è fuggito via a bordo della sua autovettura. La vittima, terrorizzata, ha chiamato il 112 consentendo l’intervento sul posto dei militari di Librino. I  carabinieri dopo aver repertato i tre bossoli,  analizzando le immagini registrate dalle telecamere di sicurezza attive nel distributore, hanno riconosciuto l’aggressore, noto catanese,   rintracciato poco dopo in casa del figlio. I  carabinieri nrl corso della perquisizione domiciliare, hanno recuperato, nascosta nella camera da letto,  proprio quella pistola Beretta cal. 22, con la matricola abrasa, utilizzata dal soggetto all’interno del distributore. I militari, estendendo la perquisizione anche in casa del 71enne, hanno inoltre rinvenuto:  1 fucile marca Herstal cal. 12, risultato rubato il 22 aprile 1979 a Narcao (CA), 1 revolver a tamburo, senza marca e  matricola; 26 cartucce cal. 22,  5 cartucce cal. 16 e  2 cartucce cal. 12. Le armi e le munizioni sono state poste sotto sequestro mentre gli arrestati, assolte le formalità di rito e su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, sono stati associati nel carcere di Catania a Piazza Lanza. Le armi sequestrate, nei prossimi giorni, saranno inviate agli esperti del R.I.S. di Messina per  gli esami tecno-balistici  e  stabilirne l’eventuale utilizzo in pregressi episodi criminosi. 


( video arresto)

CATANIAPoliziotti disarmano ed ammanettano rapinatore in azione. Si tratta di  Pasqualino RANNO   23enne, responsabile del reato di tentata rapina aggravata in concorso con altro soggetto, ai danni di un bar ubicato nel rione San Giorgio. Agenti della Squadra Mobile, Sezione “Contrasto al Crimine Diffuso”, a seguito delle numerose rapine registrate nelle ultime settimane nel rione San Giorgio da due soggetti che agivano seguendo il medesimo modus operandi (totalmente travisati ed armati di pistola), avevano predisposto un mirato servizio nei pressi di un bar rionale ritenuto possibile obiettivo, in quanto già oggetto di rapina alcuni giorni addietro. I poliziotti, dopo alcune ore di osservazione, hanno notato giungere dallo Stradale San Giorgio uno scooter Honda SH 300 di colore bianco, con la targa coperta, ad elevata velocità, con due soggetti a bordo. Le  fattezze fisiche risultavano corrispondenti a quelle dei rapinatori che nelle settimane scorse nel medesimo quartiere, avevano colpito entrambi travisati da passamontagna ed armati di pistola. Il passeggero, robusto e corpulento, in pochi attimi, è sceso dal mezzo e, puntando l’arma contro il titolare del bar e del personale dipendente, ha intimato loro di consegnare tutto l’incasso. Il complice, di corporatura più esile, invece, è rimasto all’esterno ed anch’egli con la pistola in pugno, ha impedito agli avventori di entrare nel bar,  tenendosi pronto per darsi alla fuga. Gli  agenti della Squadra Mobile, osservato quanto stava accadendo, sono intervenuti tempestivamente e mentre due operatori facevano ingresso nell’esercizio commerciale e affrontavano il rapinatore armato, disarmandolo e bloccandolo con difficoltà considerata la stazza e la sua violenta reazione; altri poliziotti hanno affrontato il soggetto rimasto all’esterno il quale, arma in pugno rivolta anche verso gli operatori, è riuscito a guadagnarsi la fuga a piedi. Pasqualino RANNO è stato dichiarato in arresto per tentata rapina aggravata in concorso e associato presso il carcere di Catania a piazza Lanza, sono in corso attive ricerche del complice.


CATANIA -  Polizia esegue 12 arresti per droga, rapine, minacce ed evasione. Si tratta del rintraccio di soggetti destinatari di provvedimenti restrittivi. La Polizia di Stato ha eseguito gli ordini di esecuzione per la carcerazione disposti dall’Autorità Giudiziaria. Gli uomini della Squadra Mobile – Squadra “Catturandi” hanno tratto in arresto: Antonino PARISI  24enne già noto, destinatario di ordine di esecuzione per espiazione di pena detentiva in regime di detenzione domiciliare, emesso il  14 giugno 2018 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Catania – Ufficio Esecuzioni penali, dovendo espiare la pena detentiva di 1 anno e  18 giorni per reati in materia di stupefacenti. Ferdinando FARO  21enne già noto, destinatario di ordine di esecuzione per la carcerazione, emesso il 15 giugno 2018 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Catania – Ufficio Esecuzioni penali, dovendo espiare la pena detentiva di  1 anno e  6 mesi per reati in materia di stupefacenti. Sebastiano Giovanni DESI 45enne  già noto, destinatario di ordine di esecuzione per la carcerazione, emesso il   15 giugno 2018 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Catania – Ufficio Esecuzioni penali, dovendo espiare la pena detentiva di  2 anni e 4  mesi per il reato di rapina aggravata in concorso. Paola GIORDANO 53enne già nota, destinataria di ordine di esecuzione per espiazione di pena detentiva in regime di detenzione domiciliare, emesso in data 15 giugno 2018 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Catania – Ufficio Esecuzioni penali, dovendo espiare la pena detentiva di  6 mesi per il reato di evasione. Luciano CARANI  45enne già noto, destinatario di ordine di esecuzione per espiazione di pena detentiva in regime di detenzione domiciliare, emesso il  15 giugno 2018 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Agrigento – Ufficio Esecuzioni penali, dovendo espiare la pena detentiva di  1 anno, 3 mesi, 28 giorni e multa di 450€. Giuseppe PULVIRENTI 39enne già noto, destinatario di ordine di esecuzione per espiazione di pena detentiva in regime di detenzione domiciliare, emesso il  15 giugno 2018 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Catania – Ufficio Esecuzioni penali, dovendo espiare la pena detentiva di  3 anni, 9 mesi di reclusione e multa di  10.000 € per reati in materia di stupefacenti. Federico RACITI 36enne già noto, destinatario di ordine di esecuzione per la carcerazione, emesso il  14 giugno 2018 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Catania – Ufficio Esecuzioni penali, dovendo espiare la pena detentiva di  3 anni  11 mesi e  16 giorni per reati in materia di stupefacenti. Francesco TASCO 46enne già noto, destinatario di ordine di esecuzione per la espiazione di pena detentiva, emesso il   23 giugno 2018 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Catania – Ufficio Esecuzioni penali, dovendo espiare la pena della reclusione di  9 mesi e 22 giorni  per rapina. Luigi SICURELLA 21enne già noto, in atto agli arresti domiciliari, destinatario di ordine di esecuzione per la carcerazione, emesso il 25 giugno 2018 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Catania – Ufficio Esecuzioni penali, dovendo espiare la pena di  2 anni di reclusione per il reato di rapina aggravata in concorso. Agostino NICOLELLA 54enne  già noto, destinatario di ordine di esecuzione per la carcerazione, emesso il   23 giugno 2018 dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Catania – Ufficio Esecuzioni penali, dovendo espiare la pena di  2 anni e  2 mesi di reclusione per il reato di ricettazione. Giuseppe LITRICO 24enne  già noto, in atto agli arresti domiciliari, destinatario di ordine di esecuzione per la carcerazione, emesso il 22 giugno 2018 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Catania – Ufficio Esecuzioni penali, dovendo espiare la pena di  2 anni di reclusione (con decorrenza dal 6 settembre 2017 e termine il 5 settembre 2019) per il reato di rapina aggravata in concorso. Marius Gabriel BUCULEI 18enne, destinatario di mandato di arresto europeo, emesso il    6 giugno 2018 dall’Autorità Giudiziaria di Beclean (Romania) dovendo espiare la pena di 1 anno  e  6 mesi di reclusione per i reati di rapina e minacce.


CATANIA -  DIA sequestra beni a Bonaccorsi-Cappello per 300mila€.  La  Direzione Investigativa Antimafia  di Catania  diretta dal 1° Dir. P.S. dr. Renato Panvino,  dalle prime ore della mattinata, su delega della Procura della Repubblica guidata dal dott. Carmelo Zuccaro, ha dato esecuzione ad un decreto di sequestro, emesso dal Tribunale di Catania - Sezione Misure di Prevenzione, nei confronti di esponenti del clan   catanese “Cappello-Bonaccorso”. Il valore dei beni sottoposti a sequestro è stimato in complessivi 300 mila €. La misura è stata adottata nei confronti di Mario Carmelo CAMBRIA 32enne, ritenuto dagli investigatori esponente di spicco nell’area etnea, in particolare del noto clan “Cappello-Bonaccorsi”. Il provvedimento, finalizzato alla successiva confisca dei beni, riguarda  beni mobili, immobili e somme di denaro, individuati a conclusione dei complessi accertamenti patrimoniali delegati alla D.I.A.,  riconducibili direttamente od indirettamente al Mario Carmelo CAMBRIA. Il personaggio è figlio del più noto Andrea CAMBRIA, soggetto ritenuto organico al Clan   “Cappello”, nei confronti del quale già nell’ottobre 2017 la D.I.A. di Catania aveva eseguito il sequestro di autoveicoli e somme di denaro per un valore di circa 200mila €. Mario Carmelo CAMBRIA  è noto per una serie di precedenti di polizia per reati in materia di sostanze stupefacenti, con l’aggravante del metodo mafioso, e furto.  Il personaggio, più volte è stato tratto in arresto per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, il  17 marzo 2016 nell’ambito dell’Operazione di Polizia denominata “Family”, condotta dalla Polizia di Stato, era stato colpito da ordinanza applicativa di misura cautelare, assieme al padre Andrea ed altri  7 soggetti, tutti ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti nonché di traffico illecito di sostanze stupefacenti, con l’aggravante di cui all’art. 7 Legge 203/91, per aver agevolato il clan mafioso etneo Cappello – Bonaccorsi, e di essere l’associazione armata. La DIA dalle investigazioni condotte su Andrea CAMBRIA avrebbe evidenziato come fosse promotore dell’associazione criminale che trafficava in stupefacenti, dei quali si approvvigionava in Campania e Calabria. Il  Tribunale di Catania -Sezione Misure di Prevenzione-  nell’anno 2016, sulla scorta di pregresse vicende penali aveva decretato   l’applicazione della Misura di Prevenzione della Sorveglianza Speciale di P.S., nella misura di 2 anni , con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza e cauzione di3.000 €.  I minuziosi e complessi accertamenti patrimoniali svolti dalla D.I.A. nei confronti di Mario Carmelo CAMBRIA, estesi anche al suo nucleo familiare, hanno consentito non solo di pervenire ad una puntuale ricostruzione del suo profilo criminale, ma anche di accertare la rilevante sproporzione tra i redditi dichiarati, in base all’attività svolta, e gli arricchimenti patrimoniali. L’esito della complesso ed articolato lavoro svolto dalla DIA, è stato condiviso dal Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione, che ha emesso il provvedimento ablativo che interessa anche beni fittiziamente intestati alla moglie RANNO Antonella, in particolare, un’abitazione, un garage, un’autovettura e somme di denaro cointestate, per un valore complessivamente stimato in circa 300 mila di euro.


CATANIA -  150 studenti visitano Reparto Polizia a Cavallo. I bambini di elementari e medie hanno assistito alle dimostrazioni della Squadra Cinofili relative all'addestramento dei cani antidroga ed antisabotaggio. L'incontro si è svolto di mattina  presso le strutture della Squadra a cavallo e Cinofili della Polizia di Stato, ubicate nel boschetto Playa. Le  scolaresche della Giuseppe Fava di Mascalucia e della Mascagni di Catania hanno preso parte con grande entusiasmo. Le  esibizioni delle due specialità cinofile e la vicinanza con i cani della Polizia di Stato hanno suscitato consensi. Gli scolari hanno voluto con le carezze agli esemplari esternare approvazione e plauso. I poliziotti della Squadra a Cavallo hanno descritto ai bambini tutte le operazioni che i Cavalieri della Polizia effettuano quotidianamente nell'espletamento del loro servizio. I ragazzi hanno visto come vengono eseguite le operazioni di pulizia dei quadrupedi, la bardatura, ed appreso alcune nozioni di mascalcia: la ferratura degli equidi, fino alla simulazione vera e propria di una pattuglia ordinaria. I bambini, infine, hanno potuto apprezzare i cavalli al passo, al trotto ed al galoppo in maneggio montati da due Cavalieri della Polizia. Il grande entusiasmo  finale è stato suggellato  da  foto con i cavalli, non sono mancate carezze ed applausi finali.


 

CATANIA CC ammanettano sudanese armato di coltello : tenta  rapina smartphone a passante 84enne. I Carabinieri del Nucleo Radiomobile hanno arrestato nella flagranza Abdelghawj AZEN 49enne originario del Sudan, senza fissa dimora, per tentata rapina aggravata.  Il sudanese, ieri pomeriggio,  in viale Artale Alagona ha aggredito con 1 coltello un passante tentando di rapinargli lo smartphone, del valore di 1000 euro circa. La vittima,  84enne catanese, ha reagito immediatamente urlando aiuto  ed attirando così l’attenzione di una gazzella, che era nelle vicinanze. I militari  intervenuti hanno bloccato e disarmato il rapinatore, che ha tentato di inutilmente di fuggire. L’arrestato, espletate le formalità di rito, è stato associato nel carcere di Piazza Lanza Catania , a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.


  (video INTERCETTAZIONI)

CATANIA -  Direzione Investigativa Antimafia intercetta imprenditori e funzionari pubblici settore rifiuti: reati contro P.A., affidamento appalto per 350 milioni€ in 3 anni.

 

Uomini della DIA di Catania, diretta dal 1° Dirigente della P.S. dr. Renato Panvino, con il supporto dei Centri Operativi di Roma, Milano, Reggio Calabria e Caltanissetta, nonché della Sezione Operativa di Messina e del II Reparto di Roma, di mattinata, a conclusione di una complessa e articolata attività di indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Catania   e dipanatasi mediante l’utilizzo di servizi tecnici e riscontri sul territorio circa le condotte poste in essere dagli indagati, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari, emessa dal G.I.P. di Catania nei confronti di imprenditori e funzionari anche con ruoli apicali in seno alla Pubblica Amministrazione, in servizio presso il Comune di Catania – Settore Ecologia e Ambiente e Ragioneria Generale Provveditorato ed Economato.  In particolare, il provvedimento ha disposto le seguenti misure: Custodia in carcere nei confronti di: Antonio DEODATI 55enne, imprenditore romano, comproprietario della I.P.I. s.r.l. affidataria in RTI con OIKOS dal 19 febbraio 2011 al 15 maggio 2017 del servizio di igiene pubblica del Comune di Catania; già socio fino al 2 marzo 2017 della ECO.CAR. s.r.l. affidataria in R.T.I. con SENESI S.p.A. del servizio di raccolta, spazzamento, trasporto e smaltimento dei rifiuti del Comune di Catania, a far data dal 16 maggio 2017. Vicepresidente del Consorzio SENECO, cui vengono contestati i reati di turbata libertà degli incanti e corruzione per  atti contrari ai doveri d’ufficio; Orazio Stefano FAZIO, 63enne, responsabile dei procedimenti incardinati nella P.O. “Servizi Esternalizzati” della Direzione Ecologia ed Ambiente del Comune di Catania; Direttore Esecuzione del Contratto per i servizi di spazzamento, raccolta e trasporto allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e altri servizi di igiene pubblica del Comune di Catania, cui vengono contestati i reati di turbata libertà degli incanti e corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio. Arresti domiciliari per: Antonio NATOLI 45enne, già dipendente della I.P.I. s.r.l., società affidataria dal 19 febbraio 2011 al 15 maggio 2017 in R.T.I. con OIKOS S.p.A. del servizio di igiene pubblica del Comune di Catania; dal 16 maggio 2017 dipendente del Consorzio SENECO, costituito tra le società SENESI S.p.A. ed ECO.CAR. s.r.l., attuali affidatarie in R.T.I. del servizio di raccolta, spazzamento, trasporto e smaltimento dei rifiuti del Comune di Catania, cui vengono contestati i reati di corruzione per  atti contrari ai doveri d’ufficio. Interdizione, per 12 mesi, dall’esercizio di uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese, nello specifico, l’ufficio di amministratore, sindaco, liquidatore, direttore generale e dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari, nonché ogni altro ufficio con potere di rappresentanza della persona giuridica o dell’imprenditore per: Francesco DEODATI 50enne  , amministratore unico della ECO.CAR. s.r.l., cugino di Antonio DEODATI, cui viene contestato il reato di turbata libertà degli incanti; Massimo ROSSO 53enne, Direttore della Direzione “Ragioneria Generale – Provveditorato ed Economato” del Comune di Catania dal 20 luglio 2016; Presidente del Consiglio di Amministrazione della S.R.R. (Società per la Regolamentazione del servizio di gestione Rifiuti) di Catania area metropolitana, cui viene contestato il reato di corruzione per  atti contrari ai doveri d’ufficio. Sospensione, per un anno, dal pubblico ufficio, rispettivamente esercitato e con totale interdizione di tutte le attività ad esso inerenti, a: Massimo ROSSO, sopra citato; Leonardo MUSUMECI,  33enne, Direttore della Direzione Ecologia ed Ambiente del Comune di Catania; Responsabile Unico del Procedimento (RUP) per l’affidamento del Servizio di spazzamento, raccolta e trasporto allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani differenziati e indifferenziati, compresi quelli assimilati, e altri servizi di igiene pubblica all’interno dell’ARO Città di Catania, cui viene contestato il reato di turbata libertà degli incanti. Il  G.I.P. di Catania, con il provvedimento in esecuzione, in accoglimento delle ipotesi di reato formulate dalla Procura della Repubblica, che ha delegato per le indagini la DIA, ha ritenuto fondati gli elementi probatori raccolti in merito allo svolgimento irregolare della procedura ad evidenza pubblica indetta dal Comune di Catania ed avente ad oggetto, nello specifico: “l’affidamento - per l’anno 2017 - del servizio di spazzamento, raccolta e trasporto allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani differenziati e indifferenziati e altri servizi di igiene pubblica”. La DIA dalle investigazioni svolte, infatti, ha fatto emergere come, a scadenza del precedente servizio, più volte prorogato per un totale di 5 anni e svolto dal R.T.I. I.P.I. s.r.l – OIKOS S.p.a. (che presentavano ricorso al TAR per l’annullamento degli atti deliberativi, giudicandoli  economicamente non convenienti) il Comune aveva indetto una gara ad evidenza pubblica riguardante il medesimo servizio esteso, per un periodo di 84 mesi, all’intero territorio comunale con un impegno di spesa di  351.171.561,26 € (pari ad 50.167.365,89 € annui), che - pubblicata sulla G.U.C.E. il 18 novembre 2016 con termine fissato all’l’11 gennaio 2017 per la presentazione delle offerte  era andata, tuttavia, deserta. Gli investigatori hanno evidenziato che, in seguito al pronunciamento del TAR sul ricorso, era stato avviato l’iter procedurale per lo svolgimento di una gara cd. ponte, avente ad oggetto, cioè, l’affidamento temporaneo (106 giorni) del servizio di raccolta, spazzamento, trasporto e smaltimento dei rifiuti esteso a circa il 75% del territorio comunale, con termine di scadenza per la presentazione delle offerte fissato inizialmente per il 29.12.2016 e, poi, prorogato al 9.1.2017.  La  gara si concluse con l’aggiudicazione all’unico offerente, il R.T.I. SENESI S.p.A. – ECO.CAR. S.r.l. Gli inquirenti proprio con l’analisi della documentazione inerente tale gara e le connesse investigazioni hanno evidenziato come l’aggiudicazione con mezzi fraudolenti che turbavano la regolarità della gara, sintetizzabili: 1) nella  mancata esclusione del predetto R.T.I. nonostante la mancanza del requisito, previsto dall’art. 12.5 del bando, dell’avere eseguito, almeno una delle ditte del raggruppamento per intero,  nel triennio precedente (2013/2015) servizi analoghi per un importo complessivo pari ad almeno euro 23.353.246,65 o comunque per un numero complessivo di utenza servita pari alla popolazione residente nel Comune di Catania (315.576 secondo la rilevazione ISTAT del 2015) e 2) nella mancata esclusione del RTI nonostante la riconducibilità della ECO.CAR ad un soggetto già destinatario, in qualità di legale rappresentante della Ipi srl dell’interdittiva antimafia emessa dal Prefetto di Roma il 16.6.2014. Le  indagini DIA sulle circostanze, hanno dimostrato, in particolare con le attività tecniche di intercettazione nonché le ulteriori attività istruttorie a riscontro, e come argomentato dal G.I.P. in ordinanza, che non solo erano senz’altro a conoscenza degli indagati, ma questi avevano operato consapevolmente con l’intento di indirizzare la procedura di gara verso l’aggiudicazione al R.T.I. SENESI S.p.A. – ECO.CAR. s.r.l., quest’ultima in sostanziale continuità con la I.P.I. s.r.l. (che aveva gestito il medesimo servizio, unitamente alla OIKOS S.p.A. nel periodo dal febbraio 2011 al maggio 2017), essendo entrambe sostanzialmente riferibili alla persona dell’indagato Antonio DEODATI (cugino di Francesco DEODATI, formalmente amministratore unico della società, ma di fatto prestanome di Antonio DEODATI, che ha interloquito ed ha assunto tutte le decisioni per conto e nell’interesse della società nelle fasi antecedenti, concomitanti e successive allo svolgimento dell’appalto). La DIA evidenzia che particolarmente rilevante sia il ruolo svolto nella vicenda dai due funzionari comunali indagati, l’ing. Leonardo MUSUMECI, RUP del procedimento ed a capo della Direzione Ecologia e Ambiente del Comune di Catania, ed Orazio Stefano FAZIO, assunto per chiamata diretta in quanto invalido civile come impiegato inquadrato nella categoria B2  e ben presto giunto in posizioni apicali all’interno del comune di Catania,  responsabile dei Servizi Esternalizzati della medesima Direzione Ecologia ed Ambiente e Direttore Esecuzione del Contratto per il servizio di spazzamento, raccolta e trasporto allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e di altri servizi di igiene del comune di Catania. Gli uomini della DIA dalle conversazioni captate tra i due hanno elaborato che risulta evidente la loro consapevolezza sia della sostanziale continuità tra una delle società (la I.P.I. s.r.l.) aggiudicataria del servizio per il periodo precedente e la nuova aggiudicataria ECO.CAR. s.r.l., sia della mancata precedente esperienza, per entrambe le società, in servizi analoghi nel triennio 2013-2015 in territori con densità abitativa pari  a quella del comune di Catania. Gli inquirenti ritengono quindi che nonostante l’evidenza di una serie di circostanze che avrebbero dovuto indurre i due funzionari a non dare corso, ciascuno per la propria parte di competenza, al completamento delle procedure di aggiudicazione del servizio di raccolta dei rifiuti, escludendo il R.T.I. SENESI S.p.A. – ECO.CAR. sr.l., la gara è stata, invece,  aggiudicata. La DIA rileva ancora come deve, inoltre, considerarsi che FAZIO abbia addirittura assunto una condotta attiva nel cercare di condizionare i vari attori intervenuti nella procedura antecedente e successiva all’aggiudicazione del servizio, dapprima per impedire che venissero rilevate, ad esempio, le inadempienze ed i disservizi delle ditte I.P.I. s.r.l. – OIKOS S.p.A. in vigenza di contratto, con conseguente applicazione di penali, facendo valere il suo peso all’interno della struttura comunale, quindi assumendo in prima persona la gestione ed il controllo degli stessi sorveglianti che avevano il compito di segnalare eventuali disservizi. Gli inquirenti ritengono che a fronte di questo suo impegno,  FAZIO veniva remunerato con utilità di vario genere, come emerso dalle intercettazioni (dall’acquisto di smartphone e computer al pagamento di vacanze da parte di Antonio DEODATI e di Antonio NATOLI), giungendo a chiedere perfino l’assunzione di dipendenti presso il Consorzio SENECO.La DIA ha valutato anche il ruolo svolto da Massimo ROSSO, Direttore della Direzione Ragioneria Generale Provveditorato ed Economato del Comune di Catania, definito dal G.I.P. rientrante “nel novero dei soggetti stabilmente a disposizione del DEODATI”. Gli inquirenti, in particolare nel corso delle indagini, hanno accertato che Massimo Rosso si  sarebbe attivato per consentire pagamenti a favore del Consorzio Seneco con tempistiche e modalità del tutto vantaggiose per la parte privata, accentrando su di se ogni responsabilità in merito ai pagamenti da effettuare in relazione alle prestazioni oggetto del contratto e fornendo inoltre la propria opera di consulenza in materia contabile e commerciale, non solo in relazione al contratto citato, ma anche in relazione agli affari complessivi del gruppo Deodati, ciò anche in evidente conflitto di interessi con la propria posizione di funzionario apicale del Comune di Catania. La DIA ha valutato che tali condotte hanno trovato una illecita remunerazione nel pagamento da parte del Deodati del canone di affitto delle abitazioni occupate dalle figlie del Rosso a Roma, dove frequentano i rispettivi corsi di studi universitari, nonché nell’assunzione dei fidanzati delle figlie a tempo indeterminato presso società riconducibili al DEODATI. Il  G.I.P. infine,  in merito alla figura di Antonio NATOLI, dirigente della I.P.I. s.r.l. e del Consorzio SENECO, ne riconosce il ruolo di fidato collaboratore e longa manus di Antonio DEODATI a Catania, sia nelle attività lecite che illecite, tanto da provvedere a finanziare gli acquisti di beni, viaggi e altre utilità da offrire a Orazio Stefano FAZIO e a Massimo ROSSO, in cambio del loro interessamento in favore delle società del DEODATI.


CATANIA  – Carabinieri bloccano 4 pusher in via Consolazione, vedetta con tromba da stadio  segnala arrivo CC. I militari della Compagnia di Catania Piazza Dante hanno ammanettato ai domiciliari nella flagranza Vittorio MELARANCIO 41enne,  Mario  Salvatore MIRAGLIA 23enne e i fratelli Lorenzo 31enne  e Salvatore 28enne PRESTIPINO, tutti catanesi, ritenuti responsabili del concorso in  spaccio e detenzione illecita di sostanze stupefacenti. Gli uomini del Nucleo Operativo, ieri sera, dopo una breve ma proficua attività info-investigativa e da un determinante servizio di osservazione, hanno potuto comprendere le modalità di spaccio del quartetto che aveva scelto come teatro dello spaccio la zona  compresa tra la Via Consolazione e Vico Guglielmo. Il 41enne, con mansioni di vedetta e dotato di tromba da stadio a gas, si era posizionato sulla terrazza di un immobile ubicato proprio tra le due strade, così da avere sotto controllo tutta l’area sottostante ed avvertire acusticamente i complici sull’eventuale arrivo di forze dell’ordine. Una seconda vedetta, il 28enne, si posizionava proprio all’angolo tra le due vie e gli altri due si alternavano nel ricevere i clienti, prendere le ordinazioni ed il denaro corrispondente, per poi recarsi in un giardino abbandonato di Vico Guglielmo dove, da uno zaino, prelevavano le dosi di stupefacente  consegnate successivamente agli assuntori, tramite spostamento in scooter, nella parte alta di Via Consolazione. L’intervento  dei Carabinieri ha consentito di bloccare ed ammanettare i quattro  pusher, di rinvenire e sequestrare: 50 dosi di marijuana, per un peso complessivo di 130 grammi, 2 buste di cellophane contenenti complessivamente 280 grammi della medesima sostanza nonché un bilancino elettronico di precisione. Gli arrestati, espletate le formalità di rito, sono stati posti ai domiciliari in attesa di essere giudicati per direttissima. 


CATANIA - Polizia ed Autorità Aeroporto: intesa per azione comune contro crimini informatici e matrice terroristica. I protocolli d’intesa tra Polizia di Stato e le società ASEC S.p.A., Sidra S.p.A. e SAC Aeroporto di Catania, sono stati siglati di mattina in Questura, per la prevenzione ed il contrasto dei crimini informatici, a tutela dei sistemi di gestione dei servizi critici per la fornitura e distribuzione di gas, acqua e di supporto del traffico aeroportuale. Le convenzioni sono state firmate, ciascuno per il rispettivo Ente, dal dirigente del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per la Sicilia Orientale V.Q.A. dott. Marcello La Bella e dai Presidenti di SAC Aeroporto di Catania Daniela Baglieri, Sidra S.p.A Alessandro Corradi, ASEC S.p.A. Francesca Garigliano, alla presenza del Questore di Catania dott. Alberto Francini. Le parti con questi accordi, si sono impegnate ad adottare procedure di intervento e di scambio di informazioni utili a contrastare più efficacemente i crimini informatici, anche di matrice terroristica, con finalità di interruzione dei servizi di pubblica utilità, di indebita sottrazione di informazioni o di qualsiasi ulteriore attività illecita. I sistemi informativi per la gestione del servizio idrico, del gas e dei servizi di trasporto in ambito aeroportuale, sono identificati quali “servizi critici” dalla c.d. “Direttiva NIS”, recante misure per un livello comune elevato di sicurezza delle reti e dei sistemi informativi nell’Unione.  Le  convenzioni firmate  si ispirano al principio di sicurezza partecipata, al fine di assicurare in via sinergica ed efficiente le risorse del Sistema Paese a vantaggio dell’intera collettività.  La Polizia di Stato svolge, già da tempo, in via esclusiva, tramite il C.N.A.I.P.I.C., Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma, una rilevante attività di prevenzione e repressione dei crimini informatici,  che si tratti  sia di reati comuni, che di criminalità organizzata, di natura terroristica, i quali hanno per obiettivo le infrastrutture informatizzate di natura critica e di rilevanza nazionale. I protocolli sono in linea con la normativa europea introdotta dalla Network and Information Security Directive (NIS), che richiede di incrementare le capacità di scambio di informazioni e di risposta agli attacchi cyber, e con la normativa nazionale in materia di prevenzione di attacchi cibernetici che indica la Polizia Postale quale importante punto di riferimento.


Catania -  Blitz polizia in centro massaggi, scoperta prostituzione con musica orientale. Agenti del Commissariato Borgo-Ognina ieri, hanno effettuato controlli mirati alla prevenzione e repressione del fenomeno dello sfruttamento della prostituzione. I poliziotti nel corso di un blitz effettuato in una zona centralissima di Catania, presso un centro estetico cinese hanno proceduto ad indagare in stato di libertà la titolare X. H. per i reati di sfruttamento della prostituzione, false attestazioni a Pubblico Ufficiale e impiego di lavoratori stranieri senza permesso di soggiorno. Il locale è stato sottoposto a sequestro penale preventivo, al fine di interrompere l’attività di sfruttamento. I  poliziotti, nella circostanza, hanno anche proceduto al sequestro penale dei proventi derivanti dall’attività di prostituzione, 4 telefoni cellulari, le cui utenze telefoniche rimandano a siti escort-trans, ed altra documentazione attestante il collegamento del centro all’attività illegale di prostituzione. I fatti hanno tratto origine da una precedente attività di polizia giudiziaria ed osservazione a seguito della quale  era emerso che il centro massaggi, privo di autorizzazione comunale, di fatto era gestito quale luogo di prostituzione in cui, tra l’altro, era stata identificata una dipendente cinese senza permesso di soggiorno e senza titolo attestante la sua professione di massaggiatrice.  Gli investigatori hanno identificato diversi clienti stranieri ed italiani i quali, anche se con imbarazzo, hanno confermato di aver corrisposto una somma di denaro in cambio di massaggio con prestazione sessuale finale (50 euro 60 minuti, 30 euro 30 minuti). La  titolare a richiesta, avrebbe anche garantito, durante il “massaggio”, un intrattenimento musicale con uno strumento tipico cinese. I tutori dell’ordine hanno evidenziato che mancasse l’autorizzazione comunale per l’attività  pubblicizzata, sul posto è intervenuto anche il Reparto Annona della Polizia Locale che ha contestato la mancanza dell’iscrizione albo artigiani e dell’autorizzazione nonché l’esposizione di cartellonistica pubblicitaria sulla strada pubblica, senza la prescritta autorizzazione ( per un importo massimo circa 7000,00 euro). Gli agenti hanno riscontrato anche diversi reati in materia di salubrità e sicurezza sui luoghi di lavoro, la mancanza di attestati di formazione (per la formale attività di centro massaggi): per tali motivi, verranno informate le Autorità competenti, al fine di irrogare le ulteriori sanzioni.


Catania -  Polizia scopre centro benessere-prostituzione: filmati clienti inconsapevoli.  La  Polizia di Stato ieri sera, ha proceduto al sequestro penale preventivo di un centro massaggi, in zona Centrale gestito dal cinese C.Z., per il reato di favoreggiamento della prostituzione. I fatti traggono origine da una precedente attività di polizia giudiziaria del Commissariato Borgo-Ognina ed osservazione a seguito della quale è emerso che il centro, a fronte di un’autorizzazione SCIA per esercizi di centri per benessere fisico (massaggi Olistici) presentata al Comune di Catania, è divenuto luogo di abituale di prostituzione.  I clienti,   previo pagamento di euro : 30 per 30 minuti a € 70 per 60 minuti con massaggio Thailandese più bagno in vasca, al richiedente  veniva garantito un massaggio con prestazione sessuale finale. Diversi clienti, tra cui professionisti e dipendenti pubblici, dopo essere stati fermati all’uscita dell’esercizio commerciale in questione, hanno ammesso di aver fruito di questo tipo di massaggi previo appuntamento preso tramite internet su siti di settore. La Polizia, durante la ricognizione dei luoghi, ha identificato la massaggiatrice, tale W.J., la quale ha opposto resistenza attiva provando sin anche a scappare e, per tale motivo, è stata indagata in   libertà per il reato di resistenza a pubblico ufficiale. La donna, già in passato segnalata per avere prestato analoghe prestazioni sessuali in altro centro massaggio, si trova nel territorio italiano nonostante non abbia diritto al permesso di soggiorno e ciò in quanto lei stessa, su disposizione del Tribunale per i minori di Palermo, è autorizzata alla permanenza per 2 anni in Italia per esigenze connesse alla salute psico-fisica della figlia minore. La Polizia ha trovato, in modo occultato ed all’insaputa dei clienti, diverse telecamere posizionate all’interno di detto centro e collegate ad un DVR che è stato sequestrato penalmente per i successivi approfondimenti. L’omessa informativa al pubblico di area video sorvegliata, comporterà nei confronti del titolare dell’esercizio una sanzione amministrativa pecuniaria che va da un minimo di 600 mila ad un massimo 36 mila euro. Gli investigatori hanno rilevato, inoltre, che la dipendente cinese, priva di un contratto di lavoro, abbia prestato  lavoro in un luogo carente sotto il profilo della salubrità e sicurezza sui luoghi di lavoro: sporcizia, mancanza di idonei spogliatoi e armadietti, mancanza di idonei estintori e priva di attestato di formazione. I poliziotti infine hanno appurato che la donna cinese,   37enne, dormisse all’interno del negozio, in un ammezzato di circa 1 metro e mezzo che versa in pessime condizioni. Il titolare del centro massaggi, tale C.Z., è stato deferito all’autorità giudiziaria per il reato di favoreggiamento della prostituzione e per altri reati in materia di violazione dei diritti del lavoratore e sicurezza sui luoghi di lavoro.


 

Palagonia CT Carabinieri sequestrano droga per oltre mezzo milione€ presi padre e figlio. I militari della Compagnia di Palagonia hanno ammanettato nella flagranza  Filippo 50enne ed il figlio Salvatore BRANCATO 28enne, poiché ritenuti responsabili di detenzione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti nonché detenzione di arma clandestina e relativo  munizionamento. L’attività info-investigativa dei militari del Nucleo Operativo,  supportati dalle componenti del Nucleo Radiomobile e della Stazione, ieri pomeriggio si è conclusa positivamente, quando hanno fatto irruzione nella proprietà di Contrada Vanghella, agro di Palagonia. I Militari hanno rinvenuto il ”market” della droga e sequestrato   nel luogo in cui, erano occultate in parte nel terreno, dentro dei contenitori a tenuta stagna, ed in parte in botole appositamente ricavate nel piazzale antistante i numerosi fabbricati (abitazione principale, capannoni utilizzati per il parcheggio di mezzi nonché stalle per il ricovero di animali),:  26 confezioni in plastica contenenti “marijuana”, per un peso complessivo di oltre 17  kg;  9 confezioni in plastica contenenti “cocaina”, per un peso complessivo di circa 2 Kg;  2 confezioni in plastica contenenti “hashish”, per un peso complessivo di oltre 1 kg;  4 contenitori in plastica contenenti sostanza da taglio (mannite);  1 bilancia elettronica e numerosi sacchetti in plastica utilizzati per la pesatura, dosatura e confezionamento delle sostanze stupefacenti; 1 pistola marca Browning cal. 7,65,  priva della punzonatura del registro nazionale delle armi, completa di caricatore e 6 cartucce dello stesso calibro;  1 pistola giocattolo, replica della beretta modello 92, priva del tappo rosso. La pistola nei prossimi giorni sarà inviata agli esperti del R.I.S. di Messina per gli opportuni esami tecnico-balistici che potrebbero stabilirne l’eventuale utilizzo in pregressi episodi criminosi.  Gli arrestati, assolte le formalità di rito, sono stati associati al carcere di Caltagirone.


Catania - Polizia ricorda ispettore Filippo Raciti. I  familiari di Filippo Raciti i poliziotti, e le Autorità civili e militari, di mattina, in una gremita sala del X Reparto Mobile, hanno commemorato l’undicesimo anniversario della scomparsa dell’ispettore caduto il 2 febbraio del 2007, nel corso dell’incontro Catania-Palermo. Il  luogo dove Filippo ha trascorso gran parte della sua carriera lavorativa, è stato punto d’incontro  del Questore Alberto Francini, del Prefetto Silvana Riccio, delle Autorità Giudiziarie, dei Comandanti delle Forze di polizia e dei Corpi Armati dello Stato, con Autorità civili e tanti poliziotti, anche a riposo, che hanno voluto rendere omaggio alla memoria di chi è caduto nell’adempimento del proprio dovere. Il  Questore Francini massima Autorità della Polizia di Stato a Catania ha voluto, anzitutto, rivolgere un pensiero ai genitori di Filippo: “essi hanno patito il dolore di perdere un figlio, un dolore di cui non si può immaginare niente di più grande. Il  pensiero è rivolto anche ai figli, per i quali Filippo è un “angelo custode”, presente quotidianamente a vegliare su di loro. Vicinanza  per Marisa Grasso, vedova di Filippo. Come  la morte di Raciti non sia stata inutile, ma abbia rappresentato, invece, una  sveglia per l’Italia tutta che,  secondo caso dopo l’ultimo conflitto mondiale, ha interrotto il Campionato di Calcio per riflettere su ciò che lo sport avrebbe dovuto essere e, invece, su ciò che, in quel momento storico, era diventato. La morte di Raciti  è stata foriera di un diverso modo di intendere l’ordine pubblico negli stadi italiani ed ha dato inizio a una rivoluzione strutturale che, sebbene voluta dalla legge, per vari motivi era stata, fino a quel tragico momento, lettera morta. Grazie a lui, grazie a Filippo, oggi il calcio è più degno dello Sport che esso stesso rappresenta”.


CataniaCarabinieri fermano 3 a S.Cristoforo per spaccio cocaina.  I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Catania Piazza Dante hanno arrestato ai domiciliari nella flagranza  Francesco ATTARDO 52enne, Daniele TORRE 33enne, ed una donna di 51 anni, tutti catanesi, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. I militari, nel corso di un servizio finalizzato a contrastare il fenomeno dello spaccio di droga nel popolare quartiere San Cristoforo, hanno notato i tre in via Ignazio Castone angolo Via Playa, ognuno con compiti prestabiliti, cedere dosi in cambio di denaro ai vari acquirenti. I  Carabinieri intervenuti  hanno bloccato i 3 e proceduto a perquisizione personale e dei luoghi dove avevano operato. I militari hanno rinvenuto e sequestrato 12 dosi di cocaina, per un peso complessivo di 3 grammi, 1 bilancino elettronico di precisione e la somma in contanti di 120 euro,  ritenuta il provento dell’attività di spaccio. Gli arrestati, espletate le formalità di rito, sono stati posti ai domiciliari in attesa di essere giudicati con il rito per direttissima.


Misterbianco CT – Carabinieri bloccano 2 donne con borsa antitaccheggio colma di vestiari rubati. I Carabinieri della Tenenza di Misterbianco hanno arrestato ai domiciliari nella flagranza  Anna COMISI 33enne e denunciato una 21enne, entrambe di Catania, poiché ritenute responsabile di furto aggravato in concorso.  Le maldestre erano dotate di borse atte ad eludere l’antitaccheggio. Le 2  avevano già “ripulito” gli stand del negozio “GLOBO” di Via Mattei,  sottraendo capi d’abbigliamento per un valore di oltre 600 euro. la pattuglia dell’Arma avvisata dal personale addetto alla sorveglianza che ne aveva seguito gli spostamenti ha fermato le 2 donne e recuperato l’intera refurtiva. La donna, in attesa della  direttissima, è stata relegata agi arresti domiciliari.


Mascali CT - Cinofili con “Ivan”  trovano droga in camera letto e baule moto, CC ammanettano 2 fratelli. I Carabinieri della Stazione di Mascali hanno arrestato nella flagranza due fratelli di 19 e 22 anni del posto, poiché ritenuti responsabili di detenzione finalizzata  allo spaccio di sostanze stupefacenti. Una breve ma proficua attività info investigativa ha condotto ieri pomeriggio i militari,  coadiuvati dal Nucleo Cinofili di Nicolosi, nella proprietà dei giovani mascalesi.  Il prezioso fiuto del cane “IVAN”, ha permesso agli operanti di rinvenire e sequestrare: 25 grammi di marijuana, occultati nella camera da letto, mentre nel garage, celati in un bauletto da moto,  ulteriori  80 grammi della medesima sostanza, già suddivisa in dosi pronte allo smercio,  nonché del  materiale comunemente utilizzato dai pusher per confezionare la droga.  Gli arrestati, in attesa della direttissima, sono stati relegati agli arresti domiciliari.


Catania Polizia blocca  2 pusher gambiani a S. Berillo Vecchio. Gli  Agenti,   ieri, hanno bloccato i cittadini di nazionalità gambiana Famana CEESAY 19enne ed il noto Imam FATTY 23enne, in quanto responsabili del reato di detenzione a fini di spaccio di stupefacenti. L’operazione è stata condotta dagli operatori di una pattuglia del Commissariato Librino. I tutori dell’ordine trovandosi a transitare per le vie del quartiere “San Berillo Vecchio” hanno notato l’attività di spaccio portata avanti dai 2 soggetti, che sono stati sorpresi proprio nell’atto di cedere ad 1 giovane quella che poi si sarebbe rivelata una dose di marijuana. 1 dei 2 spacciatori, alla vista degli agenti, ha avvisato il complice della presenza dei poliziotti, urlando e gesticolando il “fuggi fuggi” generale. I due sono stati inseguiti, raggiunti e bloccati: addosso a loro sono stati rinvenuti 15 grammi circa di marjuana. Gli arrestati, essendo privi di documenti di identificazione personale e senza fissa dimora, sono stati sottoposti ad accertamenti presso il Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica, a seguito dei quali sono risultati anche irregolarmente soggiornanti sul Territorio Nazionale. I 2 su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, sono stati rinchiusi nelle camere di sicurezza della Questura, in attesa del rito direttissimo.


Catania Polizia blocca 1 mentre ruba su furgone. Gli agenti ieri pomeriggio, hanno tratto in arresto ai domiciliari  Rosario FALLO 27enne, in quanto responsabile del reato di furto aggravato e possesso ingiustificato di arnesi atti allo scasso. La segnalazione di un furto che si stava consumando su un furgone posteggiato all’interno di un condominio nella frazione San Giovanni Galermo, alle ore 15.00, è giunta nella Sala operativa della Questura. Una  Volante è stata inviata immediatamente ed appena ha raggiunto il luogo indicato, ha notato uno corrispondente alle descrizioni fornite nel corso della segnalazione, che stava scavalcando la recinzione del cortile condominiale per darsi alla fuga. Gli agenti hanno bloccato il maldestro ed una volta entrati nell’area condominiale, si sono accorti del  furgone bianco con il finestrino anteriore destro infranto.  I  poliziotti hanno contattato il proprietario del furgone insieme al quale è stata effettuata una breve ricognizione del mezzo, a seguito della quale sono risultati mancanti un pacchetto di sigarette, un accendino ed un paio di occhiali da sole, successivamente rinvenuti addosso al FALLO, insieme ad una serie di arnesi atti allo scasso. Si presume che il Fallo non abbia portato a termine l’azione criminale progettata in quanto interrotto da eventi sopraggiunti. Il P.M. di turno, ha disposto che l’arrestato venisse sottoposto alla misura degli arresti domiciliari in attesa del giudizio direttissimo.


Catania 2 rapinano 1 passante, inseguiti e presi dai poliziotti.  Agenti  delle Volanti ieri sera, hanno arrestato Carmelo CRISAFULLI  26enne   e Mario NACETO 25enne  ritenuti responsabili dei reati di rapina, lesioni e resistenza a P.U.. Una  Volante, alle 21.00, nel transitare per via Castello Ursino, ha assistito ad una rapina ai danni di un ragazzo, che si trovava a bordo di un’auto, ad opera di 2 giovani a bordo di uno scooter Honda SH 125. 1 dei 2, infatti, dopo aver stretto con le mani il collo della vittima, si è impossessato del suo portafoglio, ma l’intervento della Volante l’ha costretto alla fuga, col complice, a bordo dello scooter. Un  rocambolesco inseguimento è iniziato, quindi per le vie del centro storico, conclusosi in via Dusmet, dove lo scooter ha sbandato, facendo cadere i due occupanti. 1 dei 2 è stato immediatamente bloccato, mentre l’altro ha tentato di scappare a  piedi, ma è stato inseguito e raggiunto in piazza Borsellino, dove ha ingaggiato una colluttazione col poliziotto, nel tentativo di sfuggire all’arresto. Entrambi sono stati condotti in Questura dove, dopo le formalità di rito, su disposizione del P.M. di turno, sono stati rinchiusi nella Casa Circondariale di Piazza Lanza, in attesa dell’udienza di convalida dinanzi al GIP.


Catania Cinofili col cane “Vite” hanno trovato in via Capopassero 480 gr marijuana. Agenti delle Volanti e della Squadra Cinofili di sera , hanno effettuato un servizio di controllo del territorio in via Capopassero, finalizzato al contrasto del fenomeno dello spaccio di stupefacenti. Il  contributo del cane “Vite”, nella zona limitrofa al civico 121, ha permesso il rinvenimento, occultato tra calcinacci e pannelli in legno, di  un ingente quantitativo di marijuana, per un peso complessivo di circa 480 gr., suddiviso in involucri. Lo stupefacente è stato sequestrato a carico di ignoti e posto a disposizione dell’A.G., in attesa di accertamenti di polizia scientifica volti ad individuare il possessore.


 Catania Carabinieri in via capo Passero bloccano 2 pusher dotati di trasmittenti.  I  militari ritengono che utilizzassero le radio per eludere l’intervento delle forze dell’ordine. Presi due spacciatori in Via Capo Passero. I Carabinieri della Stazione di Catania Nesima hanno arrestato ai domiciliari nella flagranza  Vincenzo LA PIANA 56enne e   Gaetano ORATORE 52enne, entrambi catanesi, poiché ritenuti responsabili del concorso in spaccio e detenzione illecita di sostanze stupefacenti. La rete di vedette posta a protezione dei tanti pusher che smerciano stupefacenti ieri sera è stata superata dai militari dell’Arma i quali hanno eluso le sentinelle giungendo a sorpresa sui due personaggi intenti a spacciare. I soggetti sono stati perquisiti sul posto e trovati in possesso di : 40 grammi di marijuana, 6 grammi di cocaina,  sostanze già dosate e pronte allo smercio,  125€  in contanti, incassati dalla pregressa vendita degli stupefacenti  e 2 ricetrasmittenti utilizzate per il collegamento radio con le vedette. La droga, il denaro e le ricetrasmittenti sono stati sequestrati mentre gli arrestati, in attesa della direttissima, sono stati relegati agli arresti domiciliari.


Catania Trova borsa con soldi, oro e vestiti dimenticata in metro, non consegna, tiene  tutto per  vendere preziosi: Polizia denuncia per furto.  Una  persona, ieri pomeriggio, è stata fermata nei pressi di un compro oro, poiché, in relazione alle circostanze di tempo e luogo ed all’atteggiamento tenuto, ha destato sospetti ai poliziotti.  Il soggetto alla vista dei poliziotti ha provato a dileguarsi ma, è stato subito bloccato e trovato in possesso di uno sproporzionato quantitativo di oro (orecchini, collana, ciondoli e simili), una somma in contanti di euro 500,00 e vestiti nuovi poco prima acquistati presso un centro commerciale.  L’individuo, si trovava in zona al fine di vendere l’oro, ed inizialmente ha tergiversato tentando di fuorviare gli investigatori. Il soggetto per tale ragione è stato indagato in libertà per il reato di possesso ingiustificato di valori ai sensi dell’art. 708 c.p. e, contestualmente, il tutto è stato sequestrato penalmente. D.M. indagato e tra l’altro incensurato, in un momento di sconforto e preoccupato per quanto accadutogli, ha deciso di collaborare affermando che nel medesimo pomeriggio aveva rinvenuto 1 borsone con all’interno vestiti di bambini, 1 biberon, 1 libretto postale intestato ad una donna (la proprietaria del borsone), la somma di 500€ ed il quantitativo d’oro. L’individuo, dopo essersi disfatto del borsone, gettandolo integro nei cassonetti della spazzatura, ha trattenuto i soldi, provato a scambiare l’oro presso alcuni negozi di “compro oro” ed in ultimo, per “favorire” la vittima avrebbe riposto in una cassetta postale il libretto nominativo. La polizia a seguito di attività investigativa e grazie anche alle indicazioni fornite dall’indagato, è stata in grado di recuperare il borsone. Gli agenti hanno anche contattato personale reperibile addetto all’apertura della cassetta postale dove effettivamente è stato trovato il libretto che ha consentito d’identificare la vittima. La donna, convocata nella mattinata presso gli Uffici del commissariato Borgo-Ognina e previo riscontro circa la proprietà di quanto rinvenuto e sequestrato, ha ricevuto in consegna il tutto. La signora ha affermato di avere dimenticato il borsone all’uscita della Metropolitana Nesima, di essere tornata subito dopo, ma si è accorta che ignoti l’avevano rubato. L’indagato, alla luce dei fatti, è stato successivamente denunciato per il reato di furto.


Catania  - Pistola, cartucce e passamontagna, trovate in casa a S. Cristoforo: Polizia 1 ammanettato. Agenti  delle Volanti sabato sera, hanno arrestato Marco Sebastiano VIOLA 26enne catanese,  per il reato di detenzione di arma clandestina e di relativo munizionamento. Gli uomini  di Volante, durante il servizio di controllo del territorio, percorrendo la via Alogna, nel quartiere di San Cristoforo, hanno notato un individuo che, alla loro vista, ha tentato frettolosamente di allontanarsi. Gli  agenti, insospettiti,  hanno prontamente bloccato il personaggio e, considerato che  mostrava una notevole insofferenza al controllo di polizia, hanno deciso anche di perquisire la sua abitazione. L’attività ha dato esito positivo in quanto, i poliziotti in una credenza, hanno trovato 1 pistola con matricola abrasa, 5 cartucce sfuse e 1 passamontagna di colore nero.Gli agenti hanno  quindi, chiesto l’intervento di personale del Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica che ha provveduto a “repertare” l’arma che è stata sequestrata penalmente dagli  operanti.  VIOLA in stato di arresto è stato condotto in Questura da dove, su disposizione del P.M. di turno, è stato tradotti presso la Casa Circondariale di Piazza Lanza, per  rimanervi rinchiuso in attesa della celebrazione del giudizio di convalida.


Raddusa CT – Carabinieri arrestano convivente violento e dispotico, fuggito a CC si era nascosto  dietro stenditoio biancheria, preso. 1 caso di violenza domestica a Raddusa si è concluso col convivente dispotico in manette. I Carabinieri della locale Stazione hanno arrestato nella flagranza un soggetto   35enne del posto, poiché ritenuto responsabile di maltrattamenti in famiglia.   Una  donna di 41 anni ed i suoi 2 figli minorenni, nati da una precedente relazione, hanno vissuto una notte da incubo   per mano del compagno che ubriaco adducendo motivazioni di scarso rilievo  l’ha prima picchiata  e  poi minacciata dinanzi ai figli. Il soggetto è stato invitato dalla vittima e dai ragazzi a lasciare la casa, pena denuncia ai Carabinieri. Lui  ha prima adempiuto alla richiesta   poi è tornato alla carica, dopo circa un’ora, quando pur di poter accedere nell’abitazione ha iniziato a prendere a calci la porta d’ingresso non riuscendo però a sfondarla.  La  donna, barricandosi in casa,  a quel punto ha chiesto aiuto ai carabinieri che giunti immediatamente sul posto hanno scovato l’energumeno il quale, per paura di essere arrestato, approfittando del buio si era nascosto dietro uno stenditoio pieno di indumenti  posto sul balcone dell’immobile. L’arrestato,  assolte le formalità di rito, è stato associato al carcere di Caltagirone.


Catania - Polizia a Librino blocca 1 con 47 dosi di marijuana. Gli agenti ieri sera, hanno posto ai domiciliari per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente Alessandro CALTABIANO 23enne già noto. Agenti della Squadra Volante, in transito per il viale Grimaldi, dove è nota una fiorente piazza di spaccio, hanno notato un gruppo di soggetti intenti a chiacchierare tra di loro. I poliziotti, per evitare di essere scoperti, si sono accodati dietro un veicolo che stava entrando nel complesso popolare e giunti a poca distanza dal gruppetto, sono scesi dalla macchina per bloccare le vie di fuga ai giovani. I personaggi, colti alla sprovvista, hanno tentato di fuggire in direzioni opposte. Gli agenti hanno deciso di seguire  CALTABIANO, che è fuggito a  piedi, cercando di far perdere le sue tracce, saltando alcuni muretti ed attraversando i giardini. Il giovane, dopo un breve inseguimento è stato definitivamente bloccato in via del Maggiolino. CALTABIANO è stato posto a perquisizione personale e  trovato in possesso di 47 dosi di marijuana, del peso complessivo di 114 grammi e della somma di 65 euro, ritenuta provento dell’attività illecita. CALATABIANO, su disposizione del P.M. di turno, è stato collocato agli arresti domiciliari, in attesa della celebrazione del giudizio direttissimo.


Catania – Librino, Blitz 200 Carabinieri, 100 perquisizioni in fortino droga, 36 presi. Imponente  operazione del Comando Provinciale di Catania, dalle prime ore del mattino, impegnati oltre 200 Carabinieri. I militari hanno passato al setaccio l’intero agglomerato della periferia sud della città, nel quartiere di Librino, considerato il più redditizio “supermarket” della droga.  L’esito dell’imponente e complessa attività investigativa ha portato all’emissione di un provvedimento di custodia cautelare in carcere nei confronti di 36 indagati, emesso dall’Ufficio Gip del Tribunale etneo su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico di cocaina e marijuana per conto di Cosa Nostra catanese. I particolari dell’operazione  illustrati dal Procuratore Distrettuale della Repubblica nel corso di una conferenza stampa presso la sala stampa della Procura della Repubblica di Catania.


(video OPERAZIONE)

Catania Squadra Mobile trova 31kg marijuana e 850gr. cocaina, presi corriere albanese e destinatario etneo.  La Polizia di Stato ha tratto in arresto: Agatino PIANA  38enne, già noto; Vladimir KAPAJ  40enne, responsabili, a vario titolo, di trasporto, detenzione e cessione di sostanza stupefacente del tipo cocaina, marijuana e hashish. Agenti della Squadra Mobile - Sezione Antidroga, nell’ambito di attività info-investigativa, avevano appreso che, la sera del 27 novembre, Agatino PIANA, domiciliato nella zona di Misterbianco - frazione Poggio del Lupo, avrebbe ricevuto un importante quantitativo di sostanza stupefacente che gli sarebbe stato consegnato da un cittadino di nazionalità albanese che lo trasportava a bordo di un’autovettura Opel di colore scuro. Gli uomini della Squadra Mobile, alla luce di quanto appreso, dopo avere effettuato mirati accertamenti hanno verificato che PIANA era domiciliato proprio a Poggio del Lupo, ed hanno predisposto un discreto servizio di osservazione nei pressi della sua abitazione e lungo le strade della frazione di Misterbianco prossime alla casa. Gli  investigatori, nel corso della serata, hanno notato giungere un’auto Opel Vectra, condotta da un individuo, che si è fermato nei pressi dell’abitazione di PIANA già in strada ad attenderlo. Gli uomini dell’Antidroga hanno deciso di entrare in azione procedendo al controllo dei due, identificati per Vladimir KAPAJ cittadino albanese  domiciliato in un comune della fascia jonica della provincia di Catania  ed Agatino PIANA, ed alla perquisizione dell’autovettura. I poliziotti a seguito   di un accurato controllo eseguito nell’Opel Vectra, esattamente dentro il cofano posteriore  hanno rinvenuto e sequestrato 3 sacchi di marijuana per un peso complessivo lordo di kg. 31. Gli uomini dell’Antidroga nel prosieguo dell’attività,  hanno eseguito una perquisizione domiciliare presso l’abitazione di Agatino PIANA, destinatario dello stupefacente trasportato dal cittadino albanese, ed  all’interno hanno rinvenuto e sequestrato n.2 involucri contenenti sostanza stupefacente del tipo cocaina per un peso complessivo di gr.850 circa e 1 involucro contenente sostanza stupefacente del tipo hashish per un peso complessivo di gr.25 circa. I 2, espletate le formalità di rito, sono stati associati presso il carcere di Catania - piazza Lanza a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. La droga del valore di circa 75.000€, avrebbe fruttato, se immessa sul mercato etneo circa 160.000€.


Catania – CC preso ricercato, per evitare  cattura, ogni notte, si nascondeva in terrazza. Cristian Calogero SPADICCHIA 21enne è stato bloccato a Gravina di Catania. I Carabinieri del Nucleo Radiomobile del Comando Provinciale di Catania hanno arrestato il 21enne catanese, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla 3^ sezione penale del Tribunale di Catania. Il 3 luglio scorso era stato arrestato in flagranza per evasione dai domiciliari. Il personaggio era stato ricollocato lo stesso giorno agli arresti nella su abitazione l’indomani, al momento della traduzione presso il Tribunale etneo per la direttissima, non si era fatto trovare in casa rendendosi irreperibile.   SPADICCHIA destinatario del provvedimento restrittivo, la scorsa notte, è stato scovato dai militari del Nucleo Radiomobile in Via Oberdan a Gravina di Catania mentre dormiva in un locale tecnico, adibito a camera da letto di fortuna,  attiguo alla terrazza del palazzo di residenza. L’arrestato, assolte le formalità di rito, è stato associato al carcere di Catania Piazza Lanza.


(video OPERAZIONE)

Catania -Operazione antimafia, Carabinieri e ROS eseguono 30 misure clan Santapaola e Nardo. I soggetti colpiti dal provvedimento sono: famiglia SANTAPAOLA - ERCOLANO: posizione apicale: Antonio TOMASELLI 41enne nato a Catania; Gruppo di San Giovanni Galermo: Salvatore FIORE 39enne  nato a Catania(in atto detenuto), Giovanni LA MATTINA 47enne nato a Catania; Antonio MANGANO 40enne nato a Catania(in atto detenuto); Luca MARINO 35enne nato a Catania;  Roberto MARINO 62enne nato a Catania;   Arturo MIRENDA 46enne nato a Bronte (CT) (in atto detenuto); Francesco Lucio MOTTA 30enne nato a Catania (in atto detenuto);  Christian PATERNÒ 36enne nato a Catania; Gruppo della Stazione: Angelo ARENA 41enne nato a Catania;  Alfio Davide COCO 40enne nato a Catania; Gruppo di Lineri: Carmelo DISTEFANO 33enne nato a Catania; Carmelo RANNESI 53enne nato a Catania;  Corrado MONACO 39enne nato a Catania; Gruppo di Giarre: Orazio DI GRAZIA  35enne nato a Giarre (CT);   Salvatore LEONARDI 39enne nato a Castiglione di Sicilia (CT); Gruppo di Paternò: Carmelo Cristian FALLICA 32enne nato in Germania; Gruppo di Palagonia: Gaetano FIAMMETTA 25enne nato a Caltagirone (CT); Sebastiano VESPA 38enne  nato a Palagonia (CT). Benché non affiliati, ma ritenuti responsabili di ipotesi delittuose aggravate ex art. 7 l.n. 203/91, poiché commesse con metodo mafioso ovvero per agevolare la famiglia SANTAPAOLA - ERCOLANO, sono stati altresì raggiunti dal provvedimento: Alfio ROMEO 34enne nato a Catania, per detenzione di stupefacente; Giuseppe MODICA 29enne nato a Caltagirone(destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari), perché coinvolto in una vicenda estorsiva. famiglia MAZZEI: Alfio MAUGERI 58enne nato a Catania e Mario MAUGERI,  53enne nato a Catania, che secondo gli investigatori rivestono ruoli apicali, Orazio COPPOLA  53enne nato a Catania; Santo DI BENEDETTO 60enne nato a Catania; Carmelo PANTALENA 44enne nato a Catania(in atto detenuto) e Mario PAPPALARDO 45enne nato a Catania; clan NARDO: Francesco CALTABIANO 59enne  nato Lentini e Salvatore CATANIA 44enne  nato a Siracusa, i quali secondo fonti investigative rivestono ruoli apicali, Fabrizio IACHININOTO 47enne nato a Lentini (in atto detenuto) e Cirino RIZZO 46enne nato a Lentini.  L’Ufficio GIP del Tribunale di Catania il 9 novembre 2017, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia etnea, ha emesso ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti  di 30 soggetti, 6 dei quali già detenuti per altra causa e altra misura cautelare di arresti domiciliari nei confronti di altro soggetto. L’esecuzione è stata effettuata nella notte tra il 10 e l’11 novembre da parte di personale del R.O.S. e dell’Arma territoriale di Catania e Siracusa ed ha interessato l’attuale reggente della famiglia SANTAPAOLA/ERCOLANO nonché i soggetti responsabili delle diverse articolazioni territoriali dello stesso gruppo criminale e di quelli alleati.   Gli investigatori,  nel corso dell’indagine hanno documentato condotte estorsive, sia consumate che tentate, in quest’ultimo caso anche attraverso il compimento di atti intimidatori,  ai danni di soggetti esercenti attività imprenditoriali, una ipotesi di sequestro di persona ed ipotesi delittuose in materia di armi.


Catania – Mafia, eccidio 3  Carabinieri a San Gregorio, Commemorato   38° anniversario.   La  criminalità organizzata, il 10 novembre del 1979, al casello autostradale di San Gregorio di Catania,  uccise barbaramente tre servitori dello stato: il  Vice Brigadiere Giovanni BELLISSIMA 24 anni, gli Appuntati Salvatore BOLOGNA 41 anni e Domenico MARRARA 50 anni, in servizio al Comando Provinciale di Catania.  Il commando entrò in azione per liberare e uccidere, dopo qualche giorno, il boss  Angelo PAVONE, alias “faccia d’angelo”, che doveva essere trasferito dal carcere di Catania a quello di Bologna.  Il  Sindaco Carmelo Antonio CORSARO ed il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Catania,  Colonnello Raffaele COVETTI, di mattina al casello autostradale di San Gregorio,  alla presenza di autorità civili e militari, hanno deposto una corona d’alloro nei pressi del monumento voluto dal comune in ricordo dei tre eroici militari.La cerimonia si è conclusa nella locale chiesa madre con la celebrazione di una santa messa, al termine della quale, il Colonnello COVETTI nel ringraziare gli intervenuti, ha ricordato i tre Carabinieri, decorati di M.O.V.C., i quali non esitarono a servire la Patria fino all’estremo sacrificio. Il primo cittadino ha ringraziato l’Arma dei Carabinieri per la quotidiana attività svolta al servizio della cittadinanza e dei più bisognosi. I  rappresentanti delle associazioni di carabinieri in congedo, liberi cittadini, rappresentanti del consiglio comunale e diversi studenti erano presenti alla commemorazione.


Catania  Il comandante provinciale Arma Carabinieri col. Raffaele Covetti,   ha presentato il Calendario storico 2018 .

(video intervista colonnello Covetti)


Catania – Carabinieri trovano armi e droga in casa, 1 in manette. I militari del Nucleo Operativo della Compagnia di Catania Piazza Dante hanno arrestato nella flagranza Pietro COCO  44enne di Aci Bonaccorsi, per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, detenzione abusiva di armi e detenzione abusiva di armi alterate. I  militari, la notte scorsa a conclusione di un breve attività info investigativa finalizzata  a contrastare il fenomeno dello spaccio sono giunti al 44enne. I Carabinieri hanno proceduto ad una perquisizione nell’abitazione del sospettato ad Aci Bonaccorsi rinvenendo e sequestrando 9 involucri contenenti della marijuana, per un peso complessivo di 310 grammi, 1 pistola Beretta Cougar  8000, con matricola abrasa, 2 serbatoi cal. 9 x 21, 15 cartucce cal. 7x65, 24 cartucce cal. 9x21 e la somma in contante di 160 euro, ritenuta provento dell’attività di spaccio. La pistola sequestrata   è  in un ottimo stato d’uso, ed è stata inviata al Reparto Investigazioni Scientifiche di Messina per gli accertamenti tecnico balistici del caso, per stabilire se sia stata utilizzata in eventuali azioni criminose. L’arrestato, espletate le formalità di rito, è stato associato nel carcere di Piazza Lanza, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.


Catania – Scippa e fa cadere donna in strada, riconosciuto da video, Polizia l’ammanetta. Si tratta di: Giovanni Sebastiano RUSSO 40enne  già noto, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa il giorno  11 ottobre 2017 dal G.I.P. del Tribunale di Catania, in quanto responsabile del reato di rapina aggravata in concorso con altra persona da identificare. Una  donna catanese, la mattinata del 30 agosto scorso, stava percorrendo il Viale Mario Rapisardi, a piedi, per recarsi a lavoro. la vittima, improvvisamente, è stata sorpresa alle spalle da un individuo il quale, con mossa violenta e repentina, ha strappato la borsa tenuta a spalla. La donna, d’istinto, ha provato ad opporsi alla forza esercitata dal malvivente il quale, continuando nella sua azione violenta, cagionò la caduta per terra, con conseguenti lesioni. Il soggetto, impossessatosi del bene, raggiunse il complice che l’attendeva a bordo di un’auto  di colore grigio. Personale della Squadra Mobile – Sezione “Contrasto al Crimine Diffuso”, intervenne sul posto, acquisendo le immagini delle telecamere di sicurezza di diverse attività commerciali, situate nei pressi del luogo dove era avvenuta la rapina-scippo e le sottopose ad una scrupolosa analisi.  Il  mosaico dei filmati recuperati dagli operatori ha permesso d’individuare, non solo l’autore materiale della rapina, ma anche la composizione alfanumerica della targa del veicolo utilizzato dai malviventi per garantirsi la fuga. Gli  uomini della Squadra Mobile, nel prosieguo delle indagini, intercettarono la vettura con a bordo uno, identificato in Giovanni Sebastiano Russo, che veniva riconosciuto dagli operatori come l’autore del reato. Il malvivente, infatti, oltre ad avere delle caratteristiche antropometriche del tutto compatibili con quelle del rapinatore inquadrato dai sistemi di videosorveglianza, indossava, al momento del controllo, la medesima maglietta usata per compiere la rapina. La  Procura della Repubblica,  sulla scorta degli elementi acquisiti dagli investigatori, ha  chiesto la misura cautelare nei confronti di Russo che veniva emessa dal G.I.P. di Catania. Il  soggetto dopo le formalità di rito, è stato associato presso la Casa Circondariale di Catania a “Piazza Lanza”.   


Catania –  Fratelli in manette per condanna operazione “Fort Apache”: spaccio a Librino. Uomini della Polizia Squadra Mobile di Catania  hanno tratto in arresto: Mario e Salvatore CANTONE 28enni già noti,  destinatari di ordine di esecuzione per la carcerazione, emesso il  10 ottobre 2017 dalla Procura Generale della Repubblica  presso la Corte d’Appello di Catania – Ufficio Esecuzioni Penali, dovendo espiare la pena di 9 anni e 4 mesi di reclusione per il reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, con l’aggravante di cui all’art.7. I fratelli erano  stati tratti in arresto nell’ambito dell’operazione “Fort Apache”, condotta dalla  Squadra Mobile il 3 luglio 2014, in esecuzione di ordinanza applicativa di misure cautelari, emessa il  18 giugno 2014 dal G.I.P. del Tribunale di Catania, nei confronti di   41 persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di  associazione per delinquere finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti e intestazione fittizia di beni, con l’aggravante di cui all’art.7 L.203/91. La misura cautelare accoglieva gli esiti di indagini di tipo tecnico, coordinate dalla D.D.A. di Catania, nell’arco temporale marzo 2012 – giugno 2013, che avevano evidenziato un ingente traffico di sostanze stupefacenti del tipo marijuana, cocaina ed eroina, nel popolare rione di Librino, con epicentro in un palazzo di edilizia popolare ubicato in viale Moncada n. 16, ove era stata allestita una fiorente “piazza di spaccio”.  Le  indagini tecniche avevano fatto emergere  come nella  “piazza di spaccio” operassero tre distinte organizzazioni criminali Cappello – Bonaccorsi, Santapaola – Ercolano e Cursoti Milanesi, in seno alla quale operavano i fratelli CANTONE.


(video operazione Polizia)

Catania – 25 misure per narcotraffico Cappello collegato: ndrine calabresi, palermitani e siracusani. La  Polizia di Stato, su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, ha in corso di esecuzione in Sicilia e Calabria di un’ordinanza applicativa di misure cautelari nei confronti di 25 personaggi ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti e detenzione ai fini di spaccio delle medesime, con l’aggravante di avere commesso il fatto agendo con il metodo mafioso ed al fine di agevolare le attività dell’associazione mafiosa riferibile al clan Cappello - Bonaccorsi. Le indagini condotte dalla Squadra Mobile di Catania hanno permesso di individuare l'esistenza di distinte organizzazioni criminali, operanti in diversi quartieri della città etnea e provincia, dedite all’attività di narcotraffico, con collegamenti con le ‘ndrine calabresi e gruppi palermitani e siracusani. I particolari dell’operazione  illustrati nel corso di un incontro con i giornalisti presso la Sala Riunioni della Questura di Catania - piazza Santa Nicolella.

 


Catania1 in manette per rapina in strada a prostitute rumene. Agenti della Squadra di polizia giudiziaria del Commissariato Centrale, di mattina  hanno proceduto alla cattura di Vincenzo DICUZZO LIOTTO 25enne nato a Catania, in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP presso il Tribunale di Catania su richiesta del Pubblico Ministero. Il giovane è accusato di essere responsabile del reato di rapina commessa a Catania nella notte dell’ 11 luglio scorso. L’attività investigativa è stata condotta dal Commissariato Centrale, con una corposa informativa di reato. Le risultanze conseguite dai poliziotti sono state pienamente accolte dalla competente Autorità Giudiziaria,  che ha consentito di acquisire gravi elementi di reità a carico dell’arrestato, ritenuto responsabile della rapina perpetrata ai danni di due giovani prostitute romene. Le vittime furono “abbordate” in piazza Giovanni XXIII ed il rapinatore con il pretesto di avere delle prestazioni sessuali, si sarebbe appartato con le donne. Il malfattore sotto la minaccia di una pistola si è poi  impossessato del denaro in  possesso delle ragazze provento dell’attività di prostituzione.  DICUZZO LIOTTO, al termine delle formalità di rito, è stato associato nella Casa Circondariale Piazza Lanza, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria mandante.


Catania CC 1 in manette per rapina, ricettazione e furto. I Carabinieri della Stazione di Catania Nesima hanno arrestato Alessandro DIACCIOLI 39enne, catanese, su ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica di Catania. Il personaggio  dovrà espiare la pena di 3 anni e 7 mesi di reclusione poiché riconosciuto colpevole di rapina, ricettazione e furto, reati commessi a Catania tra il 2010 ed il 2017.  L’arrestato, espletate le formalità di rito, è stato associato nel carcere di Piazza Lanza, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.


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Catania – Esperto  in antimafia a Palermo,  Colonnello Covetti insediato a Comando Provinciale Arma Carabinieri. L’ufficiale  è subentrato al colonnello Francesco GARGARO destinato ad altri prestigiosi impegni. Il Colonnello Raffaele COVETTI 48 anni è nato a Frattamaggiore (NA) il 27 febbraio 1969. Il neo comandante provinciale dell’Arma  ha intrapreso la carriera militare nel 1985, frequentando i corsi della Scuola Militare “Nunziatella” in Napoli, dell’Accademia Militare di Modena e della Scuola di Applicazione Carabinieri di Roma. Il colonnello Covetti si è laureato in Giurisprudenza presso l’Università la Sapienza ed in Scienze della Sicurezza Interna ed Esterna presso l’Università di Tor Vergata, ha conseguito i Masters di secondo livello in Studi Internazionali Strategico-Militari e Scienze dell’Organizzazione e di primo livello in Scienze delle Migrazioni. L’ufficiale ha frequentato sia l’11° Corso 1SSM1 presso il Centro Alti Studi della Difesa, che il 10° Corso per Consigliere Giuridico nelle Forze Armate presso il Centro Alti Studi della Difesa, Istituto Superiore di Stato Maggiore Interforze. È conoscitore della lingua inglese. Il colonnello Covetti quale Ufficiale inferiore, dopo le prime esperienze da Comandante di Plotone del 12° Battaglione Carabinieri SICILIA e di Sezione del Nucleo Radiomobile del Comando Provinciale di Palermo ha ricoperto gli incarichi di Comandante del Nucleo Radiomobile di Palermo e delle Compagnie di Carini (PA), Roma-Montesacro e Roma-Centro. Il comandante provinciale da Ufficiale Superiore ha ricoperto gli incarichi di Addetto all’Ufficio Criminalità Organizzata dello Stato Maggiore dell’Arma dei Carabinieri, Comandante del Battaglione Carabinieri presso l’Accademia Militare di Modena e Comandante del Comando Carabinieri Camera dei Deputati. Il colonnello Covetti dal 28 settembre 2017 è Comandante Provinciale Carabinieri di Catania. L’alto ufficiale nel corso della carriera ha ricevuto encomi ed elogi ed è stato insignito delle seguenti onorificenze: Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, Medaglia Mauriziana al merito di dieci lustri di carriera militare, Croce d’Oro per anzianità di servizio, Medaglia Militare di Argento al merito di lungo comando, Croce di Grand’Ufficiale con spade al merito Melitense del Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni, di Rodi e di Malta, Medaglia al merito della Gendarmeria Nazionale Argentina e Medaglia di Bronzo al merito della “Croce Rossa Italiana”.Il colonnello Covetti è sposato ed è padre di due figli. Auguri di buon lavoro al comandante appena insediato. i.l.p.



Catania Medici aggrediti in pronto soccorso per rifiuti false attestazioni, Polizia scopre incidenti finti per inganno assicurazioni ed indennizzi: “Operazione Road accident”, 64 indagati. La  Procura Distrettuale della Repubblica di Catania ha delegato alla Squadra Mobile di Catania l’esecuzione di un’ordinanza di cautelare, emessa il  21 settembre 2017 dal G.I.P. del Tribunale di Catania, nei confronti di: Giovanni PANTELLARO 52enne già noto; Gaetano PANTELLARO 27enne, Angelo RAGUSA 34enne; Giuseppe ALI’ 61enne, inteso “Zio Pippo”, per il quale sono stati disposti gli arresti domiciliari; Alessandro FICHERA 42enne, per il quale è stato disposto il divieto di dimora nel comune di Catania; Carmelo MONCADA 60enne, inteso “Melo”, per il quale è stato disposto il divieto di dimora nel comune di Catania; Orazio SAPUPPO  42enne, inteso “Squalo”, già noto, per il quale è stato disposto il divieto di dimora nel comune di Catania. i personaggi sono ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla truffa in danno di compagnie assicurative e corruzione in atti giudiziari. La misura cautelare accoglie gli esiti di indagini tecniche avviate, su delega della Procura Distrettuale delle Repubblica di Catania, dalla Squadra Mobile nel mese di gennaio 2016 e concluse nel gennaio 2017, che hanno consentito di individuare un’associazione per delinquere, presumibilmente capeggiata da Giovanni PANTELLARO, dedita alla consumazione di una serie indeterminata di delitti previsti dall’art. 642 c.2 c.p. ai danni di molteplici società assicuratrici sotto forma di denuncia di falsi sinistri stradali e precostituzione dei relativi elementi di prova, nonché di più reati contro l’Amministrazione della Giustizia - nella specie false testimonianze e corruzioni in atti giudiziari - finalizzati a realizzare i profitti conseguenti alle simulate denunce di incidenti stradali.  Le indagini sono state coordinate dalla Procura Distrettuale della Repubblica e delegate alla Squadra Mobile - Sezione Reati contro il Patrimonio e la P.A. - “Unità Anticorruzione”. L’inchiesta ha preso le mosse da alcune aggressioni ai sanitari in servizio presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Vittorio Emanuele e dalla conseguente constatazione della presenza, nei locali dello stesso Pronto soccorso, di soggetti impegnati nel reclutamento di pazienti in attesa. Le risultanze dei servizi di intercettazione audio e video, nello specifico, i contenuti delle conversazioni telefoniche, accostati alla visione delle immagini acquisite da un sistema di video-registrazione, hanno evidenziato la presenza di un gruppo di soggetti che, utilizzando uno studio di infortunistica stradale  in via Plebiscito, avrebbero organizzato sinistri stradali  al fine di trarre in inganno le compagnie assicurative e ricevere da queste gli indennizzi. Le investigazioni avrebbero fatto emergere l’esistenza di un’associazione criminale che sarebbe stata promossa da Giovanni PANTELLARO  collaborato da Angelo RAGUSA, Gaetano PANTELLARO e Giuseppe ALI’ i quali avrebbero coordinato l’attività degli altri associati, impartendo le necessarie indicazioni operative. Lo  studio di “Infortunistica Stradale”, strategicamente collocato di fronte all’ingresso del Pronto Soccorso dell’Ospedale Vittorio Emanuele II sarebbe stato base operativa dell’associazione criminale. L’accorgimento avrebbe consentito agli indagati di individuare i pazienti con lesioni astrattamente compatibili con un sinistro stradale che venivano quindi accompagnati direttamente durante la loro visita in Pronto Soccorso ed “invitati” ad indicare un generico incidente stradale come causa delle lesioni stesse. I poliziotti hanno invero fatto emergere che molti pazienti, al momento della registrazione presso il triage, sostenevano la natura accidentale del trauma, ma, successivamente, in sede di referto medico, pretendevano che il sanitario di turno apponesse, nello spazio del medesimo referto dedito alla causale, la dicitura “incidente stradale” (i rigorosi rifiuti dei medici di turno sono stati spesso alla base delle aggressioni agli stessi sanitari). La vicinanza fisica all’ospedale, inoltre, garantiva agli associati i necessari contatti con gli intranei alla struttura ospedaliera senza necessità di pericolosi contatti telefonici. Angelo RAGUSA, formale titolare dell’agenzia, si sarebbe occupato quindi di istruire pratiche relative ai finti incidenti, creare l’apparenza delle conseguenze materiali dei simulati sinistri e curare i rapporti con gli altri associati e con i clienti coinvolti nei falsi sinistri, concorrendo in tali attività Gaetano PANTELLARO, figlio di Giovanni, e Giuseppe ALI’, titolari di fatto del medesimo studio. ALI’ nell’ambito avrebbe ricoperto un ruolo particolare: lo “zio Pippo”, infatti, si sarebbe adoperato nel rintracciare la clientela ed istruirla sia sui comportamenti da tenere che  in merito alle vicende inerenti il sinistro. Il  personaggio sarebbe stato attivo anche nel reperire soggetti disposti a testimoniare falsamente in sede stragiudiziale e giudiziale, ed avrebbe  curato, infine, la delicata fase della liquidazione e suddivisione dei profitti.I servizi di intercettazione, inoltre, facevano emergere le figure di FICHERA, MONCADA e SAPUPPO i quali svolgevano l’attività di procacciatori, in quanto si recavano costantemente presso il Pronto Soccorso degli Ospedali Vittorio Emanuele e Garibaldi, allo scopo di contattare pazienti che riportavano traumi compatibili con incidenti stradali ai quali proponevano di far dichiarare falsamente di essere stati coinvolti in sinistri collegati alla circolazione di vetture su strada. Il modus operandi del gruppo criminale, reiterato per 18 diversi incidenti (per uno dei quali i reati risultano già prescritti), appariva sempre lo stesso, seguendo uno schema preciso. La Polizia ha ricostruito il programma operativo: individuazione dei traumatizzati  al momento del loro accesso presso i locali del Pronto soccorso; artata ricostruzione di un sinistro stradale e successiva richiesta di risarcimento alla compagnia assicurativa di volta in volta competente; proposizione – nell’ipotesi di mancato immediato risarcimento da parte della società di assicurazione – del ricorso innanzi al Giudice di Pace con correlata indicazione di falsi testimoni (in gran parte) retribuiti per le deposizioni infedeli.La maggior parte delle pratiche di sinistro risultavano avviate a seguito della compilazione del c.d. modello “C.A.I.” - costituzione amichevole d’incidente - spesso compilata dagli stessi organizzatori. In detti modulari le responsabilità del sinistro erano sempre poste a carico di una sola parte con l’esclusione di ipotesi di responsabilità concorsuale. Tutti i sinistri si caratterizzavano per l’assenza di qualsiasi intervento o coinvolgimento delle Forze dell’Ordine, nonostante la presenza di lesioni traumatiche riportate spesso significative, mancando in conseguenza rilievi descrittivi, fotografici o planimetrici. I tutori dell’ordine hanno rilevato che in nessuno dei sinistri, si indicava, all’atto della compilazione del modello “C.A.I.”, la  presenza di testimoni, i quali sarebbero emersi molto tempo  dopo e solo se la compagnia assicurativa avanzava rilievi, fornendo dichiarazioni particolarmente dettagliate. Le persone indicate quali vittime dell’incidente riportavano effettivamente delle lesioni, ma determinate da eventi che nulla avevano a che fare con l’incidente simulato. La  misura cautelare oltre alla fattispecie associativa ha contestato  17 episodi di truffa (altri sono in fase di ricostruzione), per un danno stimato in un milione di euro circa. Gli indagati sono complessivamente 64. Il  G.I.P. nel medesimo provvedimento cautelare, ha disposto il sequestro preventivo dello studio di infortunistica stradale.


San Gregorio CTPicchia  convivente, Carabinieri arrestano 29enne per maltrattamenti in famiglia.  I militari della Stazione di San Gregorio di Catania hanno arrestato nella flagranza un 29enne, del luogo, per maltrattamenti in famiglia. Una  pattuglia, ieri pomeriggio, a seguito di una telefonata alla locale Stazione che segnalava una lite in famiglia, è intervenuta in un’abitazione nel centro di San Gregorio. I militari giunti sul posto hanno bloccato lui all’interno dell’appartamento in un evidente stato di agitazione accertando che lo stesso poco prima, a seguito di una discussione scaturita per futili motivi, aveva picchiato la convivente una 30enne catanese. I carabinieri hanno inoltre appurato che non si trattava di un singolo episodio e che la condotta violenta del soggetto perdurava da alcuni anni.  L’arrestato, espletate le formalità di rito, è stato associato nel carcere di Piazza Lanza, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.


Catania Blitz antidroga a S. G. Galermo, polizia trova 5kg marijuana in armadio, 1 in manette. Si tratta di Giuseppe Samuele NIZZARI 40enne. I poliziotti,ieri pomeriggio, su disposizione del Questore di Catania, hanno effettuato un servizio di controllo straordinario del territorio finalizzato a  frenare il fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti. Gli agenti si sono diretti nel popolare rione San Giovanni Galermo. L’attività è stata coordinata dalla Squadra Mobile – Sezione “Antidroga” e dal Commissariato di P.S. “Nesima”, con l’ausilio di 5 equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine della Sicilia Orientale e 2 equipaggi dell’Unità Cinofili del locale U.P.G.S.P.. Gli investigatori hanno effettuato numerose perquisizioni domiciliari, finalizzate al rinvenimento di sostanze stupefacenti. Gli agenti nel contesto hanno bloccato Giuseppe Samuele NIZZARI poichè resosi responsabile del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente del tipo marijuana. I tutori dell’ordine, a seguito della perquisizione domiciliare, eseguita presso l’abitazione di NIZZARI a Gravina di Catania, hanno rinvenuto e sequestrata la marijuana per un peso complessivo di kg. 5 circa, e materiale per il confezionamento dello stupefacente. I personaggio, espletate le formalità di rito, è stato è stato associato presso la Casa Circondariale di Catania a piazza Lanza. I poliziotti, nell’ambito del medesimo servizio, in via Capo Passero, hanno rinvenuto e sequestrato, su strada, a carico di ignoti,  56 involucri contenenti sostanza stupefacente del tipo cocaina, per un peso complessivo di 20gr. circa, e sostanza stupefacente del tipo marijuana per un peso complessivo di 352gr. circa.


Catania Polizia trova a Nesima 5 cavalli, farmaci e macello clandestino, denunciato proprietario. Agenti del Commissariato P.S. Nesima e della Squadra a Cavallo e Cinofili dell’U.P.G.S.P. coadiuvati dal Nucleo Operativo Italiano per la Tutela degli Animali di Trapani ieri, hanno individuato e posto sotto sequestro un fabbricato rurale adibito a stalla abusiva, sito in via Palermo, dove   è stata accertata la presenza di 3 cavalli utilizzati, verosimilmente, per le corse clandestine, privi di certificazione di proprietà e sanitaria.  I poliziotti inoltre, hanno rinvenuto e sequestrato  farmaci utilizzati presumibilmente per migliorare le prestazione degli equini.  Gli animali sono stati sequestrati e saranno affidati al Nucleo Operativo Italiano per la Tutela degli Animali.  Il proprietario dei cavalli è stato deferito all’Autorità competente per il delitto di maltrattamento su animali. I poliziotti successivamente, dopo aver allargato il raggio dei controlli ad altri ambienti poco distanti, hanno constatato la presenza di altri 2 locali adibiti a stalla abusiva, entrambi successivamente posti sotto sequestro. Gli agenti, nel primo hanno rinvenuto 2 cavalli privi di microchip ed in evidente stato di abbandono stante la completa mancanza delle previste norme igienico-sanitarie, mentre nel secondo locale hanno rinvenuto 3 cavalli dotati di microchip, ma privi di qualsiasi documentazione sanitaria e di proprietà, in evidente stato di abbandono e pronti per essere macellati, considerando che nel suddetto locale c’era l’attrezzatura atta alla macellazione degli animali ed 1 banco frigorifero pieno di carne equina appena macellata e diretta alla probabile vendita, che veniva sequestrata e distrutta. I poliziotti hanno anche questi animali affidato in custodia a centri autorizzati mentre il proprietario di quest’ultima stalla, una volta rintracciato, è stato deferito all’Autorità competente per i reati di maltrattamento su animali e macellazione clandestina.


(video delitto)

Catania Carabinieri fermano licatese Luigi CASSARO 49enne indiziato per omicidio CALCAGNO. I militari, dal DNA e dal video, indicano il fermato quale implicato nel delitto Calcagno. I particolari dell’operazione sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa presso la Sala Stampa del Comando Provinciale di Catania alla presenza del Procuratore della Repubblica di Caltagirone Giuseppe VERZERA. Le indagini dei militari dell’arma erano state avviate subito dopo il 23 agosto 2017, quando alle ore 08,30 circa, in Contrada Nunziata di Palagonia, in un fondo agricolo di sua proprietà, tra i filari di agrumi, veniva rinvenuto il cadavere di Francesco CALCAGNO 58enne. La vittima era stata attinta da alcuni colpi d’arma da fuoco. Francesco CALCAGNO era  stato coinvolto nell’ottobre dello scorso anno in una sparatoria all’interno del “Caffè Europa” di Palagonia. Il consigliere comunale Marco LEONARDO 55enne rimase ucciso nel corso del conflitto a fuoco. Francesco CALCAGNO, dopo aver scontato un periodo di detenzione in carcere ed un altro di detenzione domiciliare in una località del nord Italia, dall’aprile di quest’anno era tornato in libertà, rientrando a Palagonia, in attesa del giudizio, che si sarebbe dovuto svolgere a breve. Le indagini, immediatamente avviate dall’Arma per l’omicidio di Francesco CALCAGNO, sono state svolte senza trascurare ipotesi, ed erano partite dai fotogrammi recuperati dalle videocamere di sorveglianza installate nella proprietà della vittima. Il  filmato aveva  immortalato alcune parti salienti dell’omicidio. Gli investigatori da subito, quindi, avevano contezza dell’autore del delitto, ma con il difficile compito di dare   nome ed una identità certa.  Gli inquirenti hanno esaminato tutte le posizioni dei soggetti d’interesse a livello locale ed avviato riscontri di carattere scientifico per l’individuazione di elementi significativi di prova su quanto repertato in sede di sopralluogo. Le attività di ricerca sono state  sviluppate con l’estensione   del soggetto in un campo sempre più allargato. I carabinieri hanno dapprima   diramato  le foto ai vari Comandi dell’Arma sia a livello regionale che nazionale e quindi, con il pieno assenso della Procura della Repubblica di Caltagirone, che nel frattempo aveva assunto la direzione delle indagini, veniva valutata e poi decisa la scelta di coinvolgere i media e quindi una larga parte della popolazione, divulgando una sequenza del video registrato dalle telecamere di sorveglianza. La scelta si è rivelata subito efficace, poiché iniziavano a pervenire sui numeri messi a disposizione dall’Arma alcune segnalazioni, puntualmente oggetto di verifica ed approfondimento. Una di queste segnalazioni, in effetti, ha dato la svolta nelle indagini per dare un nome all’assassino. L’indicazione di un soggetto residente nella provincia di Agrigento, dopo le prime immediate verifiche, corrispondeva in maniera significativa alle caratteristiche fisiche del ricercato. I militari hanno  avviato servizi di osservazione ed approfondimenti sulla personalità del soggetto. Gli investigatori hanno   avvalorato sempre   più la convinzione di essere sulla pista giusta. L’attività  nella giornata di ieri si è conclusa con il fermo di indiziato di delitto operato nei confronti del noto Luigi CASSARO 49enne, dopo la conferma oggettiva pervenuta dalle analisi tecnico-scientifiche del RIS di Messina, con la comparazione del DNA prelevato al soggetto e quello rinvenuto sulla scena del crimine. CASSARO, rintracciato presso la sua abitazione di Licata (AG), al momento dell’irruzione non ha opposto resistenza, chiudendosi in un ostinato mutismo, tradito soltanto da qualche segno di nervosismo all’atto di conoscere che i Carabinieri che stavano operando erano quelli di Catania e Palagonia. Il personaggio è stato associato  al carcere  di Catania Piazza Lanza a disposizione della Procura della Repubblica di Caltagirone.


Catania -  Branco aggredisce vigile: coma farmacologico, aveva bloccato scuterista per transito vietato in via del Rotolo.  L'aggressione si è verificata di sera in via Del Rotolo, zona Ognina a Catania  ed è stata subita da Luigi Licari  ispettore della polizia municipale. Il vigile urbano  aveva impedito l'accesso ad un motorino in una strada chiusa al traffico. Sembra che il giovane scuterista  sia tornato sul posto con amici ed abbiano  colpito in testa il vigile con un casco lasciandolo per terra in una pozza di sangue. L’ispettore  è stato ricoverato in prognosi riservata per trauma cranico nel reparto di Rianimazione dell'ospedale Cannizzaro. Il  segretario generale della Cgil di Catania Giacomo Rota e il segretario generale della Funzione Pubblica Cgil Sicilia Gaetano Agliozzo, esprimono solidarietà all'ispettore e condannano il gesto con un documento hanno detto:  “In merito all'aggressione subita ieri sera a Catania in via Del Rotolo da un ispettore della polizia municipale, colpito in testa con un casco perché aveva impedito l'accesso a un motorino in una strada chiusa al traffico e ricoverato in prognosi riservata per trauma cranico nel reparto di Rianimazione dell'ospedale Cannizzaro,  condanniamo con forza il vile gesto ed esprimiamo la nostra solidarietà al lavoratore, in questo caso un ispettore della polizia municipale, impegnato nell'adempimento del proprio dovere mirato al rispetto della legalità e delle regole molto spesso disattese". Giovanni Musumeci, segretario generale territoriale della Ugl catanese, ed il segretario provinciale della Ugl federazione nazionale autonomie Giuseppe Viglianesi, dichiarano : "Speriamo che presto il vigile possa superare questa fase complicata e riprendersi. Ci chiediamo quale piega sta prendendo la nostra città, considerato l'incremento degli episodi di violenza nei confronti delle istituzioni, dei pubblici servizi e, in primo luogo, dei lavoratori che li rappresentano. Tutto ciò non è accettabile e siamo certi che la parte buona di questa comunità cittadina non abbia timore ad isolare i violenti ed i facinorosi. Chiediamo però, ancora una volta purtroppo, che l'apparato istituzionale locale si coalizzi affinché si possa individuare, in tempi rapidi, un percorso per la sensibilizzazione al rispetto sia delle persone, che delle cose, ma anche per individuare azioni forti di dura repressione nei confronti di chi non vuol seguire le regole. Prima che la deriva sociale diventi irrecuperabile."


(video delitto)

 

Catania  - Carabinieri, diffuso video ed immagini riguardanti delitto Calcagno, per identificare  omicida. Un  individuo, il  23 agosto 2017, a Palagonia, armato di pistola, ha esploso alcuni colpi d’arma da fuoco all’indirizzo di Francesco CALCAGNO 58enne, attingendolo mortalmente. Gli investigatori dell’Arma nell’ambito dell’attività relativa al delitto hanno acquisito alcune immagini video che ritraggono l’autore dell’efferato delitto durante la fase omicidiaria.  La  Procura della Repubblica di Caltagirone, al fine di poter concorrere all’identificazione dell’autore del delitto ha stabilito di  diffondere alcuni fotogrammi e video che ritraggono il killer in azione. Eventuali informazioni sull’autore potranno essere comunicate, anche in forma anonima, ai seguenti numeri di telefono (video delitto)  : 095-2509227 ---- 331-3767225, attestati presso il Comando Provinciale Carabinieri di Catania.


Catania -  Polizia in azione ammanetta ladro in fuga su auto rubata. Agenti della Squadra Volante dell’U.P.G.S.P. hanno bloccato, per furto aggravato di autovettura, Francesco MANNUCCIA  40enne già noto per reati specifici contro il patrimonio. Gli  agenti di polizia sono stati inviati nel quartiere “San Cristoforo” in via Giannitto, a seguito della segnalazione da parte di un istituto di vigilanza privata del furto di una Fiat “Panda”, di cui venivano forniti targa e colore, di proprietà della ditta di noleggio “Hertz” con sede a Bolzano. Gli  agenti, giunti all’incrocio tra via Acquicella e via della Concordia, sono riusciti ad intercettare la macchina, che stava procedendo a velocità sostenuta. Il conducente della vettura, successivamente identificato per MANNUCCIA, alla vista dell’equipaggio della polizia, ha accelerato per   fuggire. I  poliziotti,  senza mai perdere di vista il fuggitivo si mettevano al  suo inseguimento, comunicando in tempo reale alla Sala Operativa le strade percorse. Gli  operatori di polizia, giunti in via della Regione sono riusciti a bloccare la macchina ed il suo conducente, che veniva portato presso gli Uffici della Questura per ulteriori accertamenti, a seguito dei quali risultava avere precedenti per furto e possesso ingiustificato di chiavi alterate idonee alla commissione di furti di autovetture. I poliziotti nella Fiat “Panda” rubata, che riportava vari danni ed era priva del sistema di allarme satellitare, hanno rinvenuto arnesi atti allo scasso ed una centralina codificata, con la quale era stata messa in moto l’autovettura. Il  P.M. di turno, informato ha disposto di trattenere l’arrestato presso le locali camere di sicurezza in attesa della celebrazione del giudizio direttissimo fissato per la mattinata.


Catania  - Polizia trova 10 cavalli maltrattati, denutriti: sequestrati, affidati  in custodia. 2 denunciati:  G.R. 45enne e   B.M. 22enne.  Agenti dell’UPGSP - Squadra a Cavallo e Cinofili, ieri,   sono intervenuti in contrada Vampolieri – Acicatena (CT) la  “Collina di Aci Trezza”, presso una struttura fatiscente adibita abusivamente a stalla, già in passato posta sotto sequestro per maltrattamento di animali ed il rinvenimento di mezzi di provenienza furtiva e falso documentale. I poliziotti, a seguito del controllo, hanno rinvenuto   10 cavalli lì  stabulati in condizioni estremamente precarie ed igienico-sanitarie pessime, privi di acqua e di profenda (mangime animale). Gli  uomini della Squadra a Cavallo si sono attivati al fine di reperire mangime o fieno per alimentare gli equidi. I tutori dell’ordine hanno rilevato che nella stessa struttura fatiscente c’era soltanto mezza balla di fieno e del mangime,  quindi gli animali venivano alimentati ed abbeverati dalla Polizia intervenuta sul posto. Gli agenti, alla luce di quanto trovato , hanno proceduto a denunciare in stato di libertà per violazione dei doveri inerenti a cose sottoposte a sequestro giudiziale e maltrattamenti di animali, G.R. 45enne, gestore ed affittuario del terreno e proprietario di 5 dei cavalli, nonché B.M. 22enne  proprietario degli altri 5 cavalli, entrambi noti anche per reati specifici. Uomini della Polizia Scientifica del Commissariato P.S. di Acireale sono intervenuti sul posto per i rilievi del caso con personale veterinario dell’ASP di Catania, che ha confermato il precario stato di salute dei cavalli in evidente  denutrizione. I tutori dell’ordine hanno proceduto al prelievo di sangue per le analisi di eventuali malattie infettive e per verificare la presenza di altre patologie. Il  P.M. di turno ha disposto  di sottoporre a sequestro giudiziale i 10 cavalli rinvenuti, della cui custodia si è fatta carico una nota associazione nazionale di volontariato in favore degli animali.


Santa Venerina CT - “Indic” fiuta  droga in casa, pusher la lancia da terrazzo:CC, sorvegliato ai domiciliari.  manette.    I Carabinieri della Stazione di Santa Venerina, coadiuvati dal Nucleo Cinofili di Nicolosi, hanno arrestato nella flagranza il  Elia RACITI  25enne del posto, già sottoposto alla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno, poiché ritenuto responsabile di detenzione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. I  militari, concludendo di mattina una breve ma proficua attività info-investigativa, hanno fatto irruzione nell’abitazione del giovane spacciatore. Il pastore tedesco “INDIC”, appena entrato nell’abitazione, ha iniziato ad abbaiare indicando al suo conduttore la presenza in casa di sostanze stupefacenti. Il pusher vedendosi scoperto ha tentato una mossa disperata prendendo 1 busta  nascosta in un mobile e lanciandola dal terrazzino. Uno  dei carabinieri rimasti a cinturare l’immobile ha raccolto la busta in strada.I  militari, oltre alle 54 dosi di marijuana rinvenute nella busta hanno sequestrato 1 bilancino elettronico di precisione, del materiale comunemente utilizzato per confezionare la sostanza stupefacente. L’arrestato, in attesa della direttissima è stato relegato agli arresti domiciliari.


Roma Estradato in Italia da Antille Re Slot catanese Corallo. FRANCESCO CORALLO 56enne catanese è definito dagli investigatori Il Re delle Slot, ed era ricercato per  associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio internazionale di denaro ed altro.  Francesco CORALLO è rientrato ieri in Italia presso l’aeroporto di Roma Fiumicino, scortato da agenti dello SCIP - Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia del Dipartimento della Pubblica Sicurezza. Il personaggio era stato  arrestato a Saint Martin (Antille Olandesi) il 13 dicembre 2016, nell’ambito dell’operazione “Rouge et Noir”, col suo braccio destro Rudolf Theodoor Anna BAETSEN. CORALLO, a seguito delle indagini eseguite dallo S.C.I.C.O. della Guardia di Finanza di Roma con il coordinamento dello S.C.I.P., è stato ritenuto il promotore di un’associazione a delinquere a carattere transnazionale specializzata nel riciclaggio di grosse somme di denaro ricavate dal mancato versamento delle imposte sugli introiti delle c.d. slot machine. L’operazione “Rouge et noir”, guidata dalla D.D.A. di Roma, ha consentito agli investigatori di far luce sul sistematico riciclaggio dei proventi illeciti realizzato mediante numerosi trasferimenti di denaro all’estero al fine di eludere il pagamento dei tributi erariali. Le  operazioni fraudolente del sodalizio criminale hanno coinvolto personaggi noti del mondo politico ed economico italiano ed hanno fruttato all’organizzazione guadagni per oltre 200 milioni di euro. Il catanese Corallo, dopo le formalità espletate presso gli Uffici della Polizia di Frontiera Aerea di Fiumicino,  per il quale sono nel frattempo decorsi i termini di custodia cautelare secondo la normativa italiana, sarà sottoposto alle misure alternative alla detenzione dell’obbligo di dimora, dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e del divieto di espatrio. I  militari dello S.C.I.C.O. della Guardia di Finanza di Roma, devono contestualmente notificare allo stesso Corallo  numerosi decreti di sequestro di denaro, conti correnti, quote societarie, beni mobili ed immobili, anche siti all’estero, per un importo pressoché equivalente agli illeciti guadagni dallo stesso ottenuti.


Catania Questore: vietati funerali per Sebastiano Laudani. Il provvedimento di divieto dei funerali pubblici per Sebastiano Laudani 80enne è stato adottato dal Questore di Catania. Il personaggio era ritenuto dalla Questura il capo dell’omonimo sodalizio inteso “Mussi di Ficurinia” attivo in provincia di Catania, il quale, il 10 agosto scorso, è deceduto per cause naturali. L’Autorità di P.S. con lo stesso provvedimento ha disposto che le esequie si svolgessero alle prime luci mattutine, in forma privata, presso la Cappella Cimiteriale, senza corteo o manifestazioni esterne di alcun tipo. Laudani è stato diverse volte colpito da provvedimenti giudiziari e condannato per gravi reati, segnatamente associazione a delinquere di stampo mafioso, omicidio ed estorsione.


Catania –  Scippatore seriale donne anziane, CC 1 preso.   I militari del Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Paternò, nel pomeriggio del 9 Agosto hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare in carcere nei confronti di Salvatore Giuliano CUNSOLO   21enne, originario di Catania. L'ordinanza del GIP del Tribunale di Catania è stata emessa su richiesta della Procura della Repubblica. Le indagini condotte dai Carabinieri hanno preso avvio da 4 denunce presentate nel marzo 2017 per furti con strappo ai danni di donne anziane, presentate presso la Stazione Carabinieri di Paternò. Le borse delle signore contenevano oltre ai documenti, bancomat ed oggetti personali, anche somme in contanti fino a 200€.  In  due circostanze le vittime oltre al furto, hanno subito importanti lesioni. Una signora di 82 anni a causa dello scippo, ha patito “trauma contusivo alla spalla sinistra in assenza di lesioni ossee traumatiche ed un trauma alla spalla destra sede di pregresso intervento chirurgico per una prognosi di gg. 15 salvo complicazioni”.  Un’altra signora di 68 anni ha riportato una diagnosi di “frattura collo-omero sinistro per una prognosi di gg 30 salvo complicazioni”.  Entrambe le donne, a causa delle lesioni subite, sono state ricoverate presso l’ospedale SS. Salvatore di Paternò. Le immagini acquisite nell’immediatezza degli eventi  hanno permesso di risalire alla vettura usata dal CONSOLO per darsi alla fuga, una Fiat Punto, auto che veniva prontamente rintracciata dai militari. I tutori dell’ordine, a bordo del veicolo hanno rinvenuto  parte della refurtiva, successivamente restituita alle aventi titolo. I militari hanno notato nella Fiat Punto anche un’ immagine e preghiera di “S Rita”, con relativa custodia di colore marrone, che una delle vittime aveva indicato presente nella sua borsa al momento dello scippo. L’attività dei militari proseguiva anche presso l’abitazione dell’indagato, dove veniva rinvenuto anche l’abbigliamento utilizzato durante le azioni delittuose. I reati contestati, furto con strappo e lesioni, sono aggravati dall’aver approfittato di circostanze di persona (riferiti all’età delle vittime), tali da ostacolare la difesa privata, oltre alla recidiva specifica infraquinquennale. SALVATORE GIULIANO CUNSOLO si trova ristretto presso la Casa Circondariale di Catania Lanza.


Catania –    Preso rapinatore ad autotrasportatore e refurtiva, 1 filmato: in manette. La  Polizia di Stato ha tratto in arresto: Massimo FARO 43enne , quale responsabile del reato di rapina aggravata in concorso. La  locale Sala Operativa, ieri  mattina 9 agosto, alle ore 10:12 circa, ha diramato la nota radio di rapina consumata in via Gabriele D’Annunzio, altezza via Largo Giovanni Pascoli, ai danni di un autotrasportatore di tabacchi. La vittima, era intenta a scaricare la merce, sarebbe stata aggredita da 2 individui i quali, dopo averla minacciata, hanno sottratto 7 colli contenenti tabacchi di vario tipo. I rapinatori,   subito dopo il colpo, hanno provveduto a caricare la refurtiva a bordo di una vettura modello Nissan Micra. Gli agenti della Squadra Mobile, Sezione “Contrasto al Crimine Diffuso” e della Sezione “Antirapine”,  e dell’U.P.G.S.P, in modo coordinato, sono giunti sul posto dando inizio alle ricerche dei rapinatori, seguendo le descrizioni fornite  immediatamente dalla vittima. L’auto  utilizzata per commettere la rapina, in breve tempo, è stata rinvenuta con il motore ancora caldo e con lo schienale del sedile posteriore ribaltato. Gli agenti,   con l’ausilio delle immagini registrare dai sistemi di video sorveglianza, scrupolosamente visionate, hanno accertato che il malvivente alla guida della Nissan Micra fosse proprio Massimo FARO. Individuato il personaggio come uno dei rapinatori, gli uomini della Squadra Mobile sono riusciti a fermarlo nelle vicinanze del luogo in cui era stata abbandonata l’auto. I poliziotti, dopo aver eseguito una perquisizione in uno stabilite nella disponibilità del sospettato, hanno rinvenuto i 7 colli di tabacchi, il carrellino utilizzato per il trasporto ed una tuta ginnica di colore nero, verosimilmente utilizzata da uno dei complici. La refurtiva, il cui valore ammonta a circa 10.700€, è stata recuperata e restituita al legittimo proprietario. Il malvivente, invece, è stato arrestato e, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, è stato associato presso la Casa Circondariale di Catania “Piazza Lanza”.   


Catania Si definiva reincarnazione d’Arcangelo ed abusava di minori in congregazione: operazione 12 apostoli.  Su delega della Procura distrettuale di Catania, il Compartimento della Polizia Postale e delle Comunicazioni “Sicilia Orientale” di Catania ha eseguito questa mattina, una ordinanza di custodia cautelare in carcere per Pietro Alfio CAPUANA 72enne ed agli arresti domiciliari emessa dal GIP del Tribunale di Catania nei confronti di: Fabiola RACITI 54enne,  Rosaria GIUFFRIDA 56enne e Katia Concetta SCARPIGNATO 47enne.  I personaggi sono ritenuti responsabili di associazione a delinquere finalizzata alla violenza sessuale aggravata ai danni di minori. L’indagine è stata avviata lo scorso anno, allorché la madre di una minore (di anni 15) ha denunciato alla Polizia Postale di Catania i reiterati abusi sessuali subiti dalla figlia in una congregazione religiosa, denominata “Associazione Cattolica Cultura ed ambiente”, ad Aci Bonaccorsi (CT), fondata da un sacerdote, Padre Cavalli, oggi deceduto e gestita, ormai da molti anni, da Pietro Capuana. La comunità, composta da circa 5000 persone, è un gruppo chiuso, con selezione d’ingresso ed organizzazione di tipo fortemente gerarchico, al cui vertice è posto  Capuana, affiancato da soggetti aventi vari incarichi direttivi, denominati “12 apostoli”.   La polizia ha ricostruito che all’interno della Comunità, formalmente dedita alla vendita di prodotti agricoli coltivati dagli stessi adepti (con proventi di migliaia di euro mensili), venivano perpetrati, da moltissimi anni, atti di violenza sessuale ai danni di minorenni, qualificati come azioni mistiche e spirituali, aventi valenza religiosa. La  mamma della minore, in occasione della denuncia, ha consegnato agli investigatori uno smartphone in cui erano contenute conversazioni in chat, utili alle indagini, estratte in maniera forense dalla Polizia. Gli inquirenti, successivamente, hanno identificato altre persone offese che, assunte a sommarie informazioni, hanno confermato gli abusi (talvolta risalenti negli anni), descrivendo lo stato di totale plagio esistente all’interno del gruppo, fondato su argomenti di carattere religioso (persuasione tanto forte da indurre anche alcune donne, madri di minori, a condurre consapevolmente le figlie all’interno del gruppo, nonostante le pratiche,  esercitate). Le capillari investigazioni, sia di carattere tecnico (intercettazioni telefoniche), sia di natura tradizionale (appostamenti con rilievi fotografici) hanno consentito ai poliziotti di accertare la sussistenza di una vera e propria associazione a delinquere, finalizzata alla violenza sessuale aggravata, composta oltre che dal Capuana (che fruiva delle prestazioni sessuali), anche da almeno 3 donne: Fabiola Raciti, Katia Scarpignato e Rosaria Giuffrida. Le 3 signore si sarebbero occupate stabilmente di reclutare le minori da sottoporre alle pratiche sessuali, vincendone le resistenze (le stesse convincevano le giovani che i rapporti con il Capuana  non erano atti sessuali, bensì atti di “amore pulito” , “amore dall’alto”) ed organizzando dei veri e propri “turni” delle bambine presso l’abitazione del soggetto, durante i quali le minori, oltre ad attendere alle svariate necessità dell’indagato (lavarlo, vestirlo, pulire la sua abitazione, ecc.), dovevano soddisfare anche le sue richieste sessuali, talvolta anche in gruppo. Le vittime, inoltre, erano costrette a sottoscrivere delle lettere in cui dichiaravano il loro amore per il Capuana, dichiarandosi espressamente consenzienti alle sue richieste sessuali. Le  minori allorquando esternavano dubbi o non aderivano alle richieste dell’uomo e delle sue collaboratrici venivano tacciate di essere prive di fede in Dio e, talvolta, anche multate, con obbligo di pagamento di somme di denaro. Gli abusi venivano consumati oltre che nell’abitazione del Capuana, anche nel cosiddetto “cenacolo”, luogo dove la Comunità si riuniva con cadenza settimanale per riunioni su argomenti religiosi, in occasione delle quali lui faceva delle “locuzioni” religiose, proclamandosi la reincarnazione di un Arcangelo. Gli investigatori nel corso delle perquisizioni locali ed informatiche hanno rinvenuto numeroso materiale cartaceo ed informatico, tra cui moltissime delle lettere redatte dalle giovani, nonché il “registro” con gli elenchi nominativi di migliaia di adepti.


Belpasso CT  -  Statua Madonna in piazza S. Antonio "Mater Divinae Gratiae".   La  statua "Mater Divinae Gratiae" realizzata ​dallo scultore Pier Manuel Cartalemi, dedicata alla Madonna delle Grazie, venerata nella Parrocchia di Sant'Antonio Abate è stata inaugurata ieri sera, in piazza S. Antonio, è stata ufficialmente consegnata e scoperta nel quartiere ed in città, gode di una particolare ed intensa devozione. La realizzazione dell'opera è stata fortemente voluta dal Comitato Festeggiamenti Maria SS. delle Grazie e sostenuta dall'Amministrazione comunale.  La  cerimonia si è svolta al termine di una celebrazione eucaristica in piazza S. Antonio ed, hanno preso parte il parroco padre Orazio Scuderi, il presidente del Comitato, Angelo Pellegrino, il rettore del Santuario Madonna della Sciara di Mompileri, padre Alfio Privitera ed i  sindaci : Carlo Caputo e di Mascalucia  Giovanni Leonardi. La serata ha infatti segnato un momento di incontro spirituale tra le comunità di Belpasso e di Mompileri, nelle cui vicinanze si trovano i ruderi dell'antica chiesetta della Misericordia (oggi territorio di Mascalucia) che secoli addietro si trovava nel paese di Malpasso, distrutto dall'eruzione del 1669 e ricostruito prima a Fenicia Moncada e poi nell'attuale Belpasso. La fede verso la Madonna delle Grazie era già ardente ai tempi di Malpasso e la posa della statua ha voluto rimarcare la storia e il legame tra le comunità, oltre che testimoniare le radici di una devozione lunga ben 480 anni (dal 1537, anno in cui il popolo di Malpasso attribuì alla Madonna delle Grazie la protezione durante una rovinosa eruzione). Il  sindaco Carlo Caputo   ha evidenziato  l'importanza della statua legato al progetto delle 100 Sculture:   il fascino della pietra capace di resistere  nei secoli.


Riposto CT- CC trovano 6 piante cannabis  in balcone e droga in cucina,1 ai domiciliari.  I Carabinieri della Stazione di Riposto hanno arrestato nella flagranza  un 54enne del luogo, per coltivazione e detenzione di sostanze stupefacenti. I  militari, stamani a conclusione di una veloce attività investigativa finalizzata a contrastare il fenomeno dello spaccio nella zona jonica, hanno proceduto ad una perquisizione nell’abitazione del personaggio rinvenendo e sequestrando 20 grammi di marijuana abilmente occultati in 1 barattolo di vetro in un’anta della cucina e, in un balcone interno, hanno recuperato anche 6 piante di cannabis indica, dell’altezza superiore ad 1 metro, nonché vario materiale utilizzato per confezionare lo stupefacente. L’arrestato, espletate le formalità di rito, è stato ristretto ai domiciliari in attesa di essere giudicato con rito direttissimo.


Aci Castello CT -  Estorsione col “cavallo di ritorno”, moto rubata: CC 2 presi in flagranza. I Carabinieri della Stazione di Aci Castello hanno arrestato nella flagranza il castellese Antonino BARBAGALLO 27enne ed il catanese Carmelo DI RE 22enne, poiché ritenuti responsabili di tentata estorsione. Ignoti,  la sera del 27 luglio scorso, avevano  rubato una moto Suzuki GSR 600 in Via Nizzeti a Valverde. Il  27enne, il giorno seguente si era presentato sotto casa del proprietario proponendogli la restituzione del  veicolo dietro elargizione di una somma in denaro equivalente a 250 euro.  La vittima ha finto di accettare la proposta e, dopo aver preso appuntamento con lo stesso per l’indomani, si è rivolto ai Carabinieri di Aci Castello. I militari, sentiti i fatti, hanno invitato la vittima a presentarsi puntualmente nel luogo concordato, sempre la Via Nizzeti a Valverde, per la consegna dei soldi. I carabinieri si nascosti in vicinanza dello scambio riuscendo ad ammanettare i malviventi nel preciso istante in cui stavano per intascare i soldi. Gli arrestati, in attesa della direttissima,  sono stati relegati agli arresti domiciliari. 


Catania Esercizio coi contatori “frenati da magnete”: titolari, minacciano dipendenti Enel, gemelli ai domiciliari.  Agenti  del Commissariato Borgo-Ognina ieri, hanno proceduto all’arresto ai domiciliari  di Antonio Davide e Giuseppe Dario Tramontana fratelli gemelli 34enni. I due, titolari di un minimarket ubicato nel quartiere di San Cristoforo, sono indagati per i reati di furto, favoreggiamento personale, resistenza e minaccia nei confronti di incaricati di pubblico servizio. La vicenda trae origine da un controllo, effettuato in passato da operatori Enel presso il negozio dei gemelli, per verificare un sospetto furto di energia elettrica che con ogni probabilità, atteso il bassissimo consumo di elettricità registrato, si stava verificando nell’esercizio commerciale. I tecnici Enel, giunti presso il negozio, verificarono la presenza di un magnete posto sul contatore e mentre stavano svolgendo l’accertamento furono  rinchiusi in uno stanzino del locale, dal padre dei 2 gemelli spalleggiato da altre persone. I tecnici di fatto si sentirono sequestrati, e poi fu loro ingiunto di andarsene con minacce  allo scopo di farli desistere dal procedere  con la verifica. Gli operatori, intimoriti, lasciarono il luogo dell’accertamento per recarsi presso il Commissariato Borgo-Ognina dove sporsero denuncia per sequestro di persona, minaccia e resistenza a incaricato di pubblico servizio. L’esercizio commerciale, nel frattempo continuava a far registrare consumi di energia elettrica eccessivamente bassi, soprattutto a fronte delle attrezzature elettriche ivi installate, facendo presagire che l’illecito prelievo fosse ancora in atto. Gli  operatori Enel,   ieri, di concerto con gli uomini del Commissariato, si sono nuovamente recati presso il minimarket, al fine di effettuare le dovute verifiche e, quindi, acquisire il magnete posto sopra il contatore  e rivolgere ai titolari dell’attività le dovute contestazioni. Davide Tramontana stavolta era presente e spalleggiato sia dall’altro fratello che da un secondo dipendente, ha afferrato il personale Enel e con violenza e minacce l’ha allontanato dal contatore, impedendo la verifica. Una  quarta persona, nel frattempo, ha afferrato il magnete per poi dileguarsi. Il  padre dei gemelli Tramontana, giunto frattanto nel locale, ha minacciato i tecnici Enel ai quali si è pure “presentato” come “uomo d’onore”, intimando loro di allontanarsi e di non procedere ai controlli. I  poliziotti, visti i precedenti accadimenti ed il pericolo per l’incolumità degli operatori Enel, avevano predisposto un servizio di appostamento a pochi metri dall’esercizio commerciale, allo scopo di intervenire tempestivamente qualora necessario: e così è stato. Gli agenti hanno fatto immediatamente irruzione, mettendo anzitutto in sicurezza il personale Enel, “cristallizzando” le prove dei reati commessi e, dopo aver ricostruito fatti e responsabilità a carico dei due fratelli, li hanno dichiarati in arresto. I  Tramontana, in Questura, dove sono stati condotti, si sono rifiutati di indicare il nome del complice che aveva rimosso la calamita dal contatore per poi fuggire e di consegnare le immagini del sistema di video sorveglianza posto all’interno del locale: per tale motivo è scattato anche il sequestro penale dell’impianto di telecamere installato nel negozio. Il  P.M. di turno per i due arrestati ha stabilito gli arresti domiciliari. Il padre dei Tramontana è stato anch’egli denunciato, ma libertà non v’era più lo stato di flagranza, sia per le minacce agli operatori dell’Enel   che per il reato di sequestro di persona commesso nei loro confronti. Indagini  sono in corso per l’identificazione del quarto complice, già segnalato all’Autorità Giudiziaria. La Polizia puntualizza: “con l’avvento dei contatori elettronici, i consumi e, quindi, anche quelli “sospetti” per eccessiva esiguità, vengono registrati centralmente dai sistemi informatici Enel”. Il caso di S. Cristoforo ha evidenziato come possibile accertare che l’illecito prelievo di energia elettrica perdurava da più di un anno.


Catania 3 ai domiciliari per spedizione punitiva, 8 a Villaggio S. Agata.  Su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, la Polizia di Stato ha dato esecuzione ad ordinanza degli arresti domiciliari, emessa in data 25.7.2017 dal G.I.P. del Tribunale di Catania, nei confronti dei noti:  Angelo PASQUALINO 34enne; Gioacchino Orazio PALAZZOLO 24enne; Carmelo BUDA 40enne; in quanto ritenuti responsabili, in concorso tra loro e con Angelo PASQUALINO, Gioacchino PALAZZOLO Orazio e Carmelo BUDA, dei reati di rissa aggravata, lesioni personali, porto d’armi e danneggiamento. Il provvedimento restrittivo accoglie gli esiti di un’attività investigativa, coordinata dalla Procura Distrettuale della Repubblica di Catania  e condotta dalla Squadra Mobile, che ha consentito di identificare gli altri soggetti coinvolti nel violentissimo raid punitivo avvenuto il pomeriggio dello scorso 22 marzo in un parcheggio per auto, ubicato nel quartiere Villaggio S. Agata, nel corso del quale furono picchiati alcuni soggetti e danneggiata la struttura. Agenti della Squadra Mobile e dell’U.P.G.S.P. alle ore 18:00 circa del 22 marzo scorso, a seguito di segnalazione pervenuta su linea 113, si erano recati presso un parcheggio ubicato nel rione Villaggio S. Agata. I poliziotti sul posto, avevano appreso che uno dei titolari dell’attività commerciale era stato selvaggiamente aggredito da 2 soggetti, giunti a bordo di una Smart fortwo di colore bianco. I malfattori, dopo essere risaliti in macchina avevano investito il malcapitato provocandogli traumi e ferite. L’uomo veniva condotto presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Vittorio Emanuele dove i sanitari riscontravano una policontusione con trauma cranico. Un  gruppo di 8 individui, a bordo di 2 scooter e di 1 Lancia Y, sopraggiunse pochi minuti, nel parcheggio, i soggetti, armati di bastone e spranghe, dopo avere malmenato i presenti uno dei quali era costretto a ricorrere alle cure ospedaliere per i colpi subiti,  danneggiarono alcune autovetture ed i locali adibiti ad ufficio. Gli investigatori della Squadra Mobile - Sezione “Reati contro al Persona” avviando immediatamente le indagini volte ad identificare gli autori del raid e dare una chiave di lettura dell’accaduto, acquisirono le dichiarazioni dei presenti e le immagini del sistema di video-sorveglianza del parcheggio e di quelle cittadine.  Gli  esiti delle prime indagini portarono all’arresto di Antonino PRIVITERA,  Carmelo RAGONESE e Giuseppe MUNZONE, il  19 giugno scorso in esecuzione di ordinanza della misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa il   15 giugno 2017 dal Tribunale di Catania – Sezione del G.I.P. I poliziotti, nel prosieguo delle indagini hanno identificato  gli altri soggetti coinvolti nei fatti-reato, per  Angelo PASQUALINO, Gioacchino Orazio PALAZZOLO e Carmelo BUDA, tratti in arresto da agenti della  Squadra Mobile il 26 luglio, in esecuzione di ordinanza degli arresti domiciliari, emessa il   25 luglio 2017 dal G.I.P. del Tribunale di Catania. I personaggi, espletate le formalità di rito, sono stati posti agli arresti domiciliari a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.


Mascalucia Carabinieri scoprono identità Piromane condominio per vendetta, ai domiciliari. I Carabinieri della Tenenza di Mascalucia, collaborati dai militari del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Gravina di Catania, hanno arrestato nella flagranza il noto catanese Giuseppe CONTI   62enne, già affidato in prova ai servizi sociali,  poiché ritenuto responsabile di incendio doloso. Il fuoco si è sviluppato ieri pomeriggio in un condominio di Via Pulei a Mascalucia. Il  folle gesto sembra che sia nato da una sorta di rivalsa nei confronti  delle istituzioni che alcuni anni fa, a causa dei mancati pagamenti degli oneri previsti per legge, gli revocarono l’assegnazione della casa popolare esistente proprio in quel condominio di Via Pulei. Il piromane avrebbe  preparato dei cumuli di legno e plastica e, piazzandoli in diversi punti attorno all’area condominiale, utilizzando della benzina, ha appiccato il fuoco  provocando un incendio che si è esteso anche alle campagne vicine per oltre 1.000 metri quadri.La gente, terrorizzata, ha chiamato i Carabinieri che giunti  immediatamente sul posto sono riusciti, nel giro di qualche minuto, a raccogliere notizie utili per l’identificazione del piromane che è stato bloccato poco dopo  in paese con le mani ancora annerite e maleodoranti. L’intervento dei Vigili del Fuoco di Catania è stato necessario per domare in serata le fiamme.  L’arrestato, in attesa di giudizio, è stato relegato agli arresti domiciliari.


Catania  CC preso pusher a S.Cristoforo.  I  Carabinieri della Compagnia di Catania Piazza Dante la scorsa notte hanno arrestato nella flagranza il catanese Prospero Salvatore RACCUIA 21enne, poiché ritenuto responsabile di spaccio e detenzione illecita di sostanze stupefacenti. Il giovane stava prelevando la droga da un nascondiglio di Via Merlo per poi incontrare i suoi clienti in Via Alogna dove consegnava loro le dosi in cambio di denaro. Gli uomini del Nucleo Operativo, in servizio antidroga a San Cristoforo,  dopo averne osservato le modalità di spaccio e fermato a debita distanza uno degli acquirenti con la droga acquistata addosso,  hanno bloccato il sospetto procedendo ad una perquisizione personale estesa ovviamente anche al nascondiglio di Via Merlo. I carabinieri nel complesso hanno rinvenuto e sequestrati 50 grammi di marijuana, suddivisa in dosi, nonché 200 euro in banconote di vario taglio incassate dalla vendita dello stupefacente. L’arrestato, assolte le formalità di rito, è stato associato nel carcere di Catania Piazza Lanza.       


Catania – DIA, sequestro beni mafia 4.000.000€. Il provvedimento di sequestro, eseguito  dalla D.I.A. di Catania, ha colpito i seguenti beni intestati ai fratelli NIZZA ed ai propri familiari conviventi: 14 appartamenti costituenti diverse palazzine ristrutturate elegantemente ubicate nel quartiere San Cristoforo di Catania, una villa a due elevazioni con piscina, una impresa individuale esercente l’attività di commercio di automezzi, numerosi beni mobili registrati oltre a diversi rapporti bancari. Il valore dei beni sequestrati ai fratelli NIZZA è stato complessivamente stimato in euro 4.000.000,00. Uomini della Direzione Investigativa Antimafia di Catania, diretta dal 1° Dir. P.S. dr. Renato Panvino hanno eseguito il decreto di sequestro di beni mobili, immobili e aziende, a vario titolo, riconducibili ai noti fratelli Andrea Luca, Salvatore e Daniele NIZZA a seguito di proposta  avanzata dalla Direzione Distrettuale Antimafia ed accolta dal Tribunale di Catania – Sezione Misure di Prevenzione. I fratelli NIZZA, annoverano, a vario titolo, numerose condanne in primo e secondo grado per estorsione, associazione per delinquere di stampo mafioso, traffico di sostanze stupefacenti, violazioni alla normativa in materia di armi e omicidio.  I soggetti  sono secondo le forze dell’ordine appartenenti all’omonimo gruppo criminale - articolazione della famiglia di cosa nostra catanese “SANTAPAOLA – ERCOLANO” attivo nel quartiere Librino della Città.  Gli investigatori hanno dimostrato dalle numerose operazioni di polizia le cointeressenze di uomini e di mezzi tra il gruppo “NIZZA” e la “famiglia SANTAPAOLA - ERCOLANO”. Il gruppo dei NIZZA, dopo una collocazione inizialmente autonoma, sarebbe stato saldamente inserito nella più ampia famiglia di “Cosa Nostra” catanese, operando anche nell’interesse e per raggiungere i fini propri della organizzazione mafiosa.  Il gruppo   NIZZA, secondo gli investigatori sarebbe capeggiato da Daniele, il quale avrebbe avuto il monopolio delle piazze di spaccio di sostanze stupefacenti  a Catania nel quartiere Zia Lisa ed a San Cristoforo, nonché in altre aree della cittadina etnea, così come risulta dalle Operazioni di polizia: CARTHAGO – FIORI BIANCHI – SPARTIVENTO. La DIA  evidenzia, altresì, che Andrea Luca NIZZA, all’inizio del 2017, era stato tratto in arresto dopo una latitanza che durava dal dicembre del 2014 ed a seguito della quale era stato inserito nell’elenco dei 100 latitanti più pericolosi del Ministero dell’Interno.   ANDREA Luca, Salvatore e Daniele NIZZA risultano già destinatari di Misure di Prevenzione della Sorveglianza Speciale di P.S.  L’Ufficio DIA, al fine di dare riscontro alle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia tra i quali anche il fratello Fabrizio Nizza,  che indicavano la riconducibilità agli stessi di beni immobili e imprese, ha predisposto approfonditi accertamenti reddituali e patrimoniali nei confronti dei soggetti facenti parte del nucleo della famiglia “NIZZA”.  Gli approfonditi e complessi accertamenti patrimoniali e bancari svolti dagli investigatori,  compendiati nella proposta di applicazione della misura di prevenzione patrimoniale avanzata dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia, hanno consentito di far emergere come i fratelli NIZZA,  e  propri nuclei familiari, abbiano accumulato un patrimonio, costituito da numerose unità immobiliari, beni mobili registrati e aziende.  Le indagini patrimoniali eseguite dalla DIA di Catania hanno permesso di ricostruire l’evoluzione del patrimonio, anche illecito, dei Nizza per oltre dieci anni ed hanno consentito di accertare una notevole sproporzione tra le fonti dichiarate e i beni direttamente o indirettamente posseduti, beni che evidentemente sono stati acquistati con somme dell’associazione mafiosa e del provento della gestione delle piazze di spaccio.


Scordia CT– Marito e moglie presi con 50 dosi cocaina in auto, CC in manette. I Carabinieri del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Palagonia hanno arrestato nella flagranza il  Rocco CARUSO 35enne e la moglie 29enne, entrambi di Scordia, poiché ritenuti responsabili di detenzione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. La coppia è stata fermati ieri sera ad un posto di controllo, mentre percorreva  a bordo della loro BMW 320 la Via Giuseppe Garibaldi a Scordia.   L’atteggiamento nervoso dei coniugi ha  indotto i militari a sottoporli a perquisizione personale e veicolare. I carabinieri, nella borsa della donna hanno rinvenuto 50 dosi di  “cocaina” 1 confezione di mannitolo, mentre nel cruscotto dell’auto erano nascosti circa 250 euro in contanti, considerati dagli investigatori quale somma ricavata dalla vendita dello stupefacente, 4 cutter nonché del materiale comunemente utilizzato per confezionare lo stupefacente. I militari al marito hanno inoltre contestato la guida senza patente. La droga, il denaro e l’auto  sono stati sequestrati mentre gli arrestati, assolte le formalità di rito, sono stati associati: Il marito al carcere di Caltagirone e la moglie al carcere di Catania Piazza Lanza.


S.G. La Punta CT – Blitz CC in villino con giardino trovata coltivazione “cannabis”: 1  ai domiciliari. I Carabinieri della Stazione di San Giovanni La Punta hanno arrestato nella flagranza un 49enne del posto, poiché ritenuto responsabile di coltivazione o produzione illecita di sostanze stupefacenti. Gli  uomini dell’Arma ieri sera, concludendo una breve ma proficua attività info-investigativa, hanno fatto irruzione nella proprietà di un soggetto, ubicata in Via delle Sciare, dove nel giardino annesso all’unita abitativa aveva creato una vera e propria piantagione di canapa indiana mimetizzata tra il verde di altre colture e protetta da una rete metallica.   I  militari, oltre al sequestro di un centinaio di piante, nella camera da letto hanno rinvenuto e sequestrato un recipiente  in plastica con all’interno della marijuana essiccata, pronta per essere dosata e posta in commercio, nonché una bilancia elettronica di precisione. L’arrestato, in attesa della direttissima, è stato relegato agli arresti domiciliari.


Catania  -  Pistola rubata a Siracusa e droga in casa boss a S.Giorgio: manette CC a moglie e nipote.  I Carabinieri del Nucleo Radiomobile del Comando Provinciale di Catania hanno arrestato nella flagranza la moglie 54enne di Mario BUDA, ritenuto elemento di spicco del clan “Cappello-Carateddi”. Il personaggio è in atto detenuto nel carcere di Milano Opera dove sta scontando l’ergastolo per omicidio, associazione di tipo mafioso. Le manette sono scattate anche per un 19enne, nipote della donna, poiché ritenuti responsabili di detenzione illegale di armi, detenzione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti e ricettazione.  Il blitz dei carabinieri è scattato nella notte tra sabato e domenica quando gli sviluppi di una attività info-investigativa hanno condotto gli uomini dell’Arma nell’abitazione del quartiere San Giorgio. Gli investigatori nel luogo hanno avviato  un’accurata perquisizione  che ha consentito loro di rinvenire e sequestrare: 1 pistola marca browning, cal. 7,65, completa di caricatore contenente 6 cartucce, risultata rubata a Siracusa il 27 dicembre 2015;  10 confezioni termosaldate contenenti complessivamente oltre 100 grammi di cocaina, ancora da tagliare e dosare, 2 bilancini elettronici di precisione nonché del  materiale comunemente utilizzato per il confezionamento delle sostanze stupefacenti. Nel corso delle operazioni sono stati altresì rinvenuti e sequestrati diversi monili in oro, di probabile provenienza furtiva, che nei prossimi giorni saranno catalogati per l’eventuale restituzione ai legittimi proprietari. L’arma sarà sottoposta agli esami tecnico-balistici da parte degli specialisti del RIS di Messina che potrebbero stabilirne l’eventuale utilizzo in pregressi episodi criminosi.  Gli arrestati, assolte le formalità di rito, sono stati associati al carcere di Catania a Piazza Lanza. 


Catania  - Spaccio a S.G. Galermo, polizia ammanetta 1 pusher.  Agenti dell’UPGSP hanno arrestato il catanese Antonio LONGO 43enne per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. I  poliziotti, durante l’attività di pattuglia svolta nel popoloso quartiere di San Giovanni Galermo, hanno notato 2 individui confabulare tra loro. I tutori dell’ordine immediatamente, hanno riconosciuto le fattezze di 2 noti personaggi, tra cui  LONGO ed I.F., entrambi attivi nell’ambiente catanese. LONGO, dopo un giro ispettivo finalizzato all’osservazione a distanza, si è avvicinato ad un centauro passato da lì, al quale ha consegnato 1 involucro recuperato dal parabrezza di una vettura parcheggiata nelle vicinanze, ed in evidente stato di abbandono. Gli  operatori di polizia hanno evidenziato acume investigativo che ha determinato la necessità di un controllo più approfondito, al termine di quella che era sembrata inequivocabilmente una cessione di sostanza stupefacente. L’intuizione si è concretizzata positivamente, attraverso il ritrovamento di numerose stecche di sostanza, del tipo marijuana, celate in una bottiglia di plastica e riposte tra il cofano ed il parabrezza dell’auto  in stato d’abbandono. I.F.,  il secondo soggetto in compagnia del LONGO, è stato  deferito all’Autorità Giudiziaria in ordine al reato di inosservanza delle prescrizioni imposte dalla Sorveglianza Speciale. Il quantitativo rinvenuto e sequestrato, del peso lordo complessivo di 60 grammi, ha determinato l’arresto di LONGO. Il  soggetto su disposizione del P.M. di turno è stato sottoposto alla misura della custodia cautelare in carcere, in attesa del giudizio di convalida dinanzi al G.I.P.


Misterbianco CT – Blitz carabinieri  in casa spaccio: famiglia ai domiciliari. I Carabinieri della Tenenza di Misterbianco, coadiuvati dai colleghi del Nucleo Cinofili di Nicolosi,  hanno arrestato nella flagranza un muratore di 54 anni, la moglie, casalinga di 55 anni  e la figlia, disoccupata di 32 anni, poiché ritenuti responsabili di spaccio e detenzione illecita di sostanze stupefacenti. I militari hanno valutato l’eccessivo viavai di giovani in quell’abitazione di Via Salso a Misterbianco, tanto da spingerli a monitorarla giorno e notte. I carabinieri, ieri sera, approfittando del momento propizio – l’accesso in casa di un cliente, hanno fatto irruzione e grazie al prezioso fiuto del pastore tedesco “INDIC” hanno scovato, nascosta in un portavivande collocato all’interno del frigorifero, 150 grammi di marijuana, in gran parte suddivisa in dosi, 1 bilancino elettronico di precisione nonché del materiale comunemente utilizzato per confezionare la sostanza stupefacente. Gli investigatori hanno potuto avvalorare la tesi investigativa sull’attività di spaccio col controllo degli assuntori fermati dai Carabinieri all’uscita dalla casa con la droga acquistata. I giovani fermati  saranno segnalati all’Autorità prefettizia per uso personale di sostanze stupefacenti.La droga ed il materiale sono stati posti sotto sequestro mentre l’intero nucleo familiare attenderà il giudizio per direttissima relegato agli arresti domiciliari.


Catania Polizia Librino blocca 1 grossista e  2 operai coltivatori droga. Si tratta di : Giovanni RUSSO  63enne nato a Paternò  e residente a Ragalna (CT), già noto; Antonio CONTARINO 29enne, nato Catania e residente a Paternò, già noto; Salvatore MAGRI’ 44enne nato a Catania  e residente a Pedara incensurato. I Poliziotti del Commissariato Librino, il  14 luglio scorso, a seguito di articolata ed intensa attività info-investigativa,  hanno eseguito i 3 arresti in flagranza per produzione, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti del tipo marijuana.  Gli uomini del Commissariato Librino erano da tempo sulle tracce di RUSSO, poiché, a seguito di una pregressa attività investigativa l’avevano  individuato come uno dei principali “grossisti” rifornitori di sostanze stupefacenti del florido mercato illecito nel popoloso quartiere catanese di Librino.  Gli  agenti sono giunti ad individuare un appezzamento di terreno, posizionato su un percorso impervio, difficilmente visibile dall’esterno. Gli  investigatori hanno desunto che nella zona sorvegliata vi potesse essere  una coltivazione di cannabis indica. Gli investigatori, fatte le dovute valutazioni, hanno ritenuto d’intervenire nel terreno individuato.  Diverse  pattuglie del Commissariato Librino, dopo avere percorso la S.P. 192 che da Catania conduce ad Enna, hanno imboccato la S.P. 50 fino a giungere in territorio di Centuripe (EN), collocato fra le frazioni Muglia e Pietralunga. I   poliziotti operanti, durante il tragitto che conduce al terreno individuato, giunti quasi in prossimità dell’area, hanno sorpreso CONTARINO e MAGRI a bordo di un camion con sopra  collocato un serbatoio in plastica appena riempito di acqua sorgiva da utilizzare per irrigare le colture lì presenti. I tutori dell’ordine hanno fatto accesso nel podere ed avviato la perquisizione in un casolare  e  nel terreno circostante verificando immediatamente che, nascosti da altri alberi, vi erano  lunghe file di piante del tipo Cannabis e Skunk. L’attività di ricerca ha permesso di rivenire tutto ciò che occorre  per coltivare, essiccare e confezionare la sostanza stupefacente prodotta: concime, diserbante, fertilizzante, antiparassitari, setacci, macchina termosaldatrice, una bilancia e anche una confezione termosaldata di marijuana dal peso di grammi 300 circa.  La lunga e defatigante verifica ha permesso di quantificare il rinvenimento in complessive 2.697 piante, delle quali 1.617 del tipo Cannabis, ancora in fase di crescita avente altezza di circa un metro, per complessivi kg 242, e 1.080 piante del tipo Skunk, per un peso lordo complessivo di kg 216 per un totale di kg 458. RUSSO, ignaro della presenza della Polizia di Stato sul posto, frattanto si è presentato sul luogo delle operazioni.   Il personaggio   non poteva che ammettere come il terreno e la coltivazione fossero riconducibili a lui. Agenti della Squadra Mobile e del Gabinetto Provinciale della Polizia Scientifica della Questura di Enna, notiziati del rinvenimento effettuato in quella giurisdizione dai poliziotti del Commissariato Librino, sono giunti in loro ausilio per operare in collaborazione. La  Polizia Scientifica ennese ha proceduto ad un meticoloso sopralluogo, con filmati e fotografie, che, per la vastità della piantagione, richiedeva diverse ore di applicazione. Gli investigatori, di quanto acclarato, hanno dato comunicazione alla Procura della Repubblica di Enna, competente per territorio, comunicando gli arresti e chiedendo l’autorizzazione a procedere alla distruzione delle coltivazioni illecite, fatti salvi i campioni per  le analisi di rito. Le   piante su autorizzazione dalla suddetta Autorità Giudiziaria di Enna sono state distrutte mediante fresatura,   con un decespugliatore fatto giungere appositamente sul posto. I  3, dopo gli adempimenti di rito, sono stati condotti presso la Casa Circondariale di Enna, come disposto dalla Procura, per  rimanere ristretti in attesa della convalida degli arresti.


Catania - Polizia blocca 1 topo d’auto filmato in centro commerciale. Agenti del Commissariato “Librino” hanno bloccato, nella flagranza di reato, il catanese Antonino CARAMBIA 42enne residente nel rione “San Cristoforo”, per tentato furto aggravato già noto per reati contro il patrimonio e destinatario della misura di prevenzione dell’avviso orale, emessa dal Questore di Catania. Il  soggetto è stato sorpreso dalla pattuglia del Commissariato, in servizio di specifica vigilanza proprio nella zona dei centri commerciali, mentre armeggiava nelle vicinanze di 1 furgone in sosta presso il parcheggio del noto centro commerciale “Ikea”.   La  locale centrale operativa già aveva diramato nota di furto in atto seguita da segnalazione telefonica fatta su linea 113 dal personale di vigilanza del negozio, per comportamento sospetto. CARAMBIA all’arrivo della polizia sul posto, avvenuto poco dopo  la segnalazione telefonica, ha cercato di disfarsi di 1 chiave adulterina con la quale aveva poco prima forzato la portiera del furgone e  darsi alla fuga. il personaggio è stato prontamente bloccato  ed a seguito della perquisizione del mezzo in uso al sospettato, è stato rinvenuto nella sua disponibilità armamentario da scasso. La  visione delle videoriprese del sistema di sorveglianza dello stesso parcheggio nell’immediatezza dei fatti, ha evidenziato che lo stesso soggetto, pochi giorni prima, si era verosimilmente reso responsabile di analogo episodio di furto  di autoveicolo. L’arrestato, su disposizione del magistrato di turno è stato tradotto presso la sua abitazione dove permarrà in regime di arresti domiciliari in attesa del rito direttissimo.


Catania Operazione “CARTHAGO 2”  1 in manette. I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Catania hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Catania,  nei confronti  del  catanese Giuseppe BELLIA 22enne. Il giovane era sfuggito all’arresto nell’ambito dell’operazione del 6 luglio scorso, che ha disarticolato un gruppo criminale, radice della famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano, che come associazione a delinquere di tipo mafioso si dedicava al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti nonché alle estorsioni. Il 22enne era stato ricercato attivamente e messo sotto pressione dagli uomini del Nucleo Investigativo si sarebbe convinto ieri sera a costituirsi. L’arrestato, assolte le formalità di rito, è stato associato al carcere di Catania Piazza Lanza.


CataniaRapina a Taormina, 1 condannato a 4 anni. I Carabinieri della Stazione di Calatabiano hanno arrestato Massimo MONASTRA 34enne del posto, in esecuzione di un ordine per la carcerazione emesso dall’ufficio esecuzioni del Tribunale di Catania. Il  giovane è stato  condannato dai giudici per rapina aggravata,  commessa a Taormina (ME) nel marzo del 2005. il personaggio dovrà scontare la pena 4 anni e 1 mese di reclusione nel carcere di Catania Piazza Lanza la pena.


Catania – Polizia scopre  oltre 7000 piante marijuana, coltivatore in manette. si tratta di : Fabio PASTORE  38enne già noto,  ritenuto responsabile del reato di coltivazione e produzione di marijuana, nonché detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Poliziotti della Squadra Mobile di Catania - “Sezione Contrasto al Crimine Diffuso”, nell’ambito delle attività finalizzate a   frenare il fenomeno del traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, da attività info-investigativa avevano appreso che Fabio PASTORE aveva realizzato, in un appezzamento di terra ricadente in agro di Palagonia (CT), una vasta piantagione di marijuana. Gli  uomini della Sezione “Contrasto al Crimine Diffuso”, alla luce di quanto appreso, dopo avere esperito preliminari accertamenti, hanno avviato una certosina attività di p.g. espletando numerosi servizi di osservazione e pedinamento che consentivano di individuare il terreno ove insisteva la piantagione in contrada Campanito di Palagonia.  Gli investigatori,  ieri mattina, ad esito di mirata attività, hanno effettuato una perquisizione nell’appezzamento di terreno dove sono state rinvenute e sequestrate n. 7700 piante di marijuana, 400 delle quali di oltre 2 metri di altezza. I poliziotti, sul posto hanno, altresì, rinvenuto sacchi di juta necessari alla raccolta dello stupefacente e materiale necessario alla coltivazione. La piantagione era stata abilmente realizzata tra gli alberi di un vasto agrumeto e per tale ragione era difficilmente individuabile dall’esterno. Gli investigatori hanno deciso di procedere alla perquisizione dell’abitazione di PASTORE, ubicata nel comune di Palagonia,  dove sono stati rinvenuti e sequestrati 2 panetti di hashish, per un peso complessivo di gr.174, gr.50 circa di marijuana e materiale per il confezionamento dello stupefacente. Fabio PASTORE espletate le formalità di rito, è stato associato presso la Casa Circondariale di Caltagirone (CT) a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.


Catania – Polizia trova armi da guerra nascoste, eseguiti 4 provvedimenti.  Giuseppe TIRENNI  41enne  è stato tratto in arresto per detenzione di armi da guerra essendo stato ritenuto responsabile di detenzione illegale di arma da guerra e relativo munizionamento. Gli Agenti della Squadra Mobile Sezione “Antidroga”, nell’ambito di attività info-investigativa, hanno appreso che Giuseppe TIRENNI  teneva armi da guerra, in un appezzamento di terreno in contrada Quartararo, in territorio di Misterbianco.  I poliziotti hanno effettuato  gli opportuni accertamenti, nel pomeriggio di ieri ed è stata eseguita la perquisizione domiciliare ad esito della quale, abilmente occultata in un incavo ricavato nel telaio di una porta di un fabbricato ivi insistente, è stata rinvenuta 1 pistola mitragliatrice a raffica Skorpion cal.7,65 con relativo caricatore rifornito con  cartucce del medesimo calibro, dotata di silenziatore. Gli agenti nel prosieguo della perquisizione hanno rinvenuto e sequestrato 1 fucile ad aria compressa marca WEIHRAUCH, modificato. Giuseppe TIRENNI, espletate le formalità di rito, è stato associato presso la casa circondariale di Catania - piazza Lanza.

La  Polizia di Stato, nell’ambito dell’attività volta al rintraccio di soggetti destinatari di provvedimenti restrittivi, ha tratto in arresto: Florinel DINU 33enne  già noto in atto agli arresti domiciliari, destinatario di decreto magistrato di sorveglianza sospensione provvisoria dell’espiazione presso il domicilio della pena detentiva con conseguente carcerazione emesso il  10 luglio 2017 dalla Procura  della Repubblica presso il Tribunale di Catania – Ufficio Esecuzioni Penali, eseguito dalla Squadra Mobile - Sezione “Criminalità Organizzata” – Squadra “Catturandi”,  per il reato di furto. Fabio Marco  RAPISARDA  52enne già noto in atto agli arresti domiciliari, destinatario di  esecuzione decreto magistrato di sorveglianza sospensione provvisoria detenzione domiciliare con conseguente carcerazione, emesso in data 11.7.2017 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale  Ordinario di Catania – Ufficio Esecuzioni Penali, eseguito da personale della Squadra Mobile - Sezione “Criminalità Organizzata” – Squadra “Catturandi”,  per il reato di furto. Alfio MOSCUZZA 40enne  già noto in atto agli arresti domiciliari, destinatario di revoca di decreto di sospensione di esecuzione per la carcerazione, emesso in data 11 luglio 2017 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale  Ordinario di Catania – Ufficio Esecuzioni Penali, eseguito da personale della Squadra Mobile - Sezione “Criminalità Organizzata” – Squadra “Catturandi”, dovendo espiare la pena di 1 anno  e 8 mesi di reclusione per  reati in materia di stupefacenti.


Catania Commissiona omicidio compagno, collaboratore svela: CC, 4 accusati. Donna ai domiciliari. Operazione Circe. La  Procura Distrettuale della Repubblica nella mattinata  ha delegato  ai Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania e del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Catania, l’esecuzione di un’Ordinanza di Custodia Cautelare emessa l’8 luglio 2017 dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Catania nei confronti di: Barbara BREGAMO 42enne, domiciliata a Misterbianco; Francesco Giuseppe INDORATO  48enne, domiciliato a Catania; Antonio ZUCCARELLO  50enne, domiciliato a Santa Maria di Licodia (CT); Alfio MAUGERI  43enne, domiciliato a Misterbianco;   rispettivamente indagati:  BREGAMO (quale mandante) e INDORATO (quale esecutore) per il tentato omicidio aggravato, e nello specifico dell’accoltellamento, commesso a Misterbianco il 21 gennaio 2001 nei confronti dell’imprenditore Catanese Santo GIUFFRIDA nato nel 1957, compagno della BREGAMO; BREGAMO (quale mandante), ZUCCARELLO e MAUGERI (quali esecutori)  per l’omicidio premeditato, per mezzo di iniezione di sostanza venefica e soffocamento, dell’imprenditore Santo GIUFFRIDA nato nel 1957, avvenuto a Catania il 10 dicembre 2002. Gli investigatori hanno ricostruito la vicenda: la morte di GIUFFRIDA era stata finora attribuita ad un infarto fulminante, ma, le dichiarazioni rese nel corso del 2016 dal neo-collaboratore di giustizia Luciano CAVALLARO, hanno consentito di far luce su un efferato omicidio fino ad ora dissimulato come morte naturale. CAVALLARO ha, nella sostanza, riferito di aver avuto l’incarico dalla BREGAMO di uccidere il proprio compagno Santo GIUFFRIDA e di aver per questo effettuato un primo tentativo nel 2001 incaricando dell’esecuzione materiale un suo conoscente (Francesco Giuseppe INDORATO) che aggredì con un coltello la vittima nel suo garage condominiale. GIUFFRIDA in tale occasione riuscì a scampare all’attentato restando gravemente ferito. Nessun elemento raccolto all’epoca consentì poi di ritenere la BREGAMO coinvolta nell’accaduto e seppure l’INDORATO veniva indagato, non venivano acquisiti sufficienti elementi per un rinvio a giudizio.  BREGAMO, a distanza di quasi un anno da tali fatti, avrebbe richiesto nuovamente al CAVALLARO l’uccisione del compagno pagando questa volta 20.000€ ed acquistando, per lo stesso CAVALLARO, una BMW. Il gruppo in questa seconda occasione  avrebbe pianificato l’omicidio con maggior cura e, nello specifico,  CAVALLARO avrebbe coinvolto Alfio MAUGERI ed Antonio ZUCCARELLO. I tre soggetti si sarebbero introdotti nella notte tra il 9 ed il 10 dicembre 2002 nell’abitazione del GIUFFRIDA (con la collaborazione della convivente BREGAMO) e  dopo aver iniettato a GIUFFRIDA una sostanza velenosa,  lo avrebbero soffocato. La BREGAMO avrebbe inscenato successivamente la morte naturale dello stesso GIUFFRIDA senza che si ingenerassero sospetti su quanto realmente accaduto. Le indagini, avviate sotto la direzione della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, per ottenere i necessari riscontri alle dichiarazioni del CAVALLARO sono state condotte dalla Sezione di Polizia Giudiziaria Carabinieri presso l’Autorità Giudiziaria e dal Nucleo Investigativo Carabinieri di Catania ed, attraverso un’articolata serie di intercettazioni telefoniche, telematiche, ambientali e di videoregistrazione  e, corroborate da molteplici attività istruttorie (sommarie informazioni di persone informate sui fatti,  consulenze medico-legali ed altro) hanno consentito di acquisire fonti di prova dall’elevata carica probatoria. Gli investigatori invero, hanno ottenuto riscontri precisi ed individualizzanti in ordine alla chiamata di correità compiuta dal collaboratore di giustizia. Gli inquirenti, al fine di indurre gli indagati a commentare il fatto di reato risalente, avrebbero, inoltre, lasciato sulla loro autovettura un foglio di carta riportante la seguente frase: “sacciu comu tu e i to cumpari affucasturu u masculu di l’amica di Luciano 15 anni fa”. Uno degli indagati dopo aver ricevuto il biglietto avrebbe confessato ad un amico il delitto riferendo testualmente “Sedici anni fa abbiamo fatto un omicidio, io ed altri due”.  Il  G.I.P. del   Tribunale di Catania, per tali motivi concordando sulla piattaforma probatoria ricostruita dalla Procura Distrettuale della Repubblica di Catania ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico per Francesco Giuseppe INDORATO (quest’ultimo indagato per il solo tentato omicidio), Alfio MAUGERI ed Antonio ZUCCARELLO, mentre per Barbara BREGAMO (madre di prole di età inferiore ai sei anni), ha  disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari. 


Catania -  Caporalato: DIA  sequestra beni ad imprenditore Paternò 10 milioni€. Si tratta di Rosario DI PERNA   61enne, nativo di Raccuja(ME) e domiciliato in Paternò (CT). La Direzione Investigativa Antimafia di Catania, diretta dal 1° Dirigente della Polizia di Stato dr. Renato PANVINO, ha eseguito nella mattinata un decreto di sequestro beni, emesso dal Tribunale di Catania – Sezione Misure di Prevenzione, su proposta di applicazione di misura di prevenzione personale e patrimoniale formulata dal Direttore della D.I.A., Nunzio Antonio FERLA, in sinergia con la Procura Distrettuale della Repubblica di Catania guidata dal dr. Carmelo ZUCCARO. Rosario DI PERNA era stato già colpito, unitamente al figlio Calogero e ad altri indagati di nazionalità rumena, da un’Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere emessa nel 2015 dal Tribunale di Catania (operazione di polizia denominata “SLAVE”), poiché gravemente indiziato di aver costituito un’associazione, operante a Paternò ed in Romania, preordinata al reclutamento di manodopera rumena per l’impiego nelle campagne paternesi, in assenza delle garanzie minime di tutela spettanti ai lavoratori. Gli accusati avrebbero costretto le numerose vittime a subire condizioni lavorative vessatorie con violenze e minacce, implicite ed esplicite, e commettendo nei loro confronti più delitti di estorsione (cd. caporalato). Le vittime venivano, inoltre, collocate in alloggi di fortuna, privi delle condizioni minime di abitabilità (acqua corrente, energia elettrica, servizi igienici, riscaldamento).  Le forze dell’ordine, nell’ambito dell’operazione “Slave”, condotta dalla Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, oggi diretta dal dr. Carmelo ZUCCARO, arrestarono 9 (nove) persone, quasi tutte provenienti dalla Romania, accusate di appartenere ad associazione a delinquere dedita al “capolarato”. Gli investigatori ritengono che DI PERNA, sia elemento a capo dell’organizzazione delinquenziale. Il personaggio annovera, tra l’altro, condanne per truffa all’INPS, furto continuato ed usura, per le quali era già stato tratto in arresto in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare emesse dal Tribunale di Catania. La D.I.A. di Catania ha svolto approfonditi e complessi accertamenti patrimoniali non solo sul conto di DI PERNA, ma anche sulle attività riconducibili ai familiari, in primis al figlio Calogero, titolare di un’impresa e cointeressato in una società inserita nel settore del commercio all’ingrosso di prodotti ortofrutticoli. Gli inquirenti hanno operato in attuazione della vigente normativa antimafia, che ha introdotto un più ampio ventaglio di soggetti sui quali è possibile avviare indagini finalizzate all’aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati, tra i quali figura anche il reato di caporalato, contestato al DI PERNA dalla D.D.A. di Catania. Gli accertamenti patrimoniali svolti sul suo conto, ai fini dell’applicazione della misura di prevenzione, hanno evidenziato l’assenza, nei confronti di Rosario DI PERNA, di risorse lecite idonee a giustificare gli investimenti effettuati e, nel contempo, una cospicua e generalizzata sproporzione tra i redditi dichiarati ed il patrimonio posseduto. Il Tribunale di Catania – Sezione Misure di Prevenzione, accogliendo la proposta presentata dal Direttore della D.I.A., con il provvedimento, ha disposto il sequestro del patrimonio riconducibile a DI PERNA, stimato in circa 10.000.000€. La DIA ha sequestrato diversi rapporti bancari in corso di quantificazione,  8 automezzi, 2 aziende - la DIFRUIT Srl di Paternò, operante nel settore del commercio all’ingrosso di prodotti ortofrutticoli e la ditta individuale CALOGERO DI PERNA, operante nel settore delle colture agrumicole -, nonchè svariati immobili costituiti da n. 20 fabbricati e da n. 48 appezzamenti di terreno ubicati nei comuni di Paternò, Belpasso, Biancavilla, Ramacca, Floresta (ME), Patti (ME) per una estensione totale di oltre 50 ettari.


 Catania CC, 26 arresti mafia: collaboratori  giustizia ricostruiscono attività Librino, S.G.Galermo e S.Cristoforo. Si tratta di: Massimo AMANTEA 39enne;  Francesco BELVISO 46enne; Salvatore BONANNO  29enne; Giuseppe BONCALDO  44enne già detenuto; Carlo BURRELLO  23enne già detenuto; Domenico CONTARINI  45enne; Antonio CRISTALDI  41enne già detenuto; Sebastiano GRASSO  59enne; Rosario LOMBARDO  48enne; Angelo Marcello MAGRI’ 46enne già detenuto; Natale NIZZA   20enne; Natale Dario NIZZA  23enne già detenuto; Salvatore NIZZA  44enne già detenuto; Giuseppe PASTURA  26enne; Francesco PETRALIA 44enne già detenuto; Francesco PINTO  41enne già detenuto; Vito ROMEO  40enne già detenuto; Arnaldo SANTORO  39enne già detenuto; Biagio SAPUPPO  33enne; Francesco SANTAPAOLA  37enne già detenuto; Francesco SCUDERI 29enne già detenuto; Giuseppe VINCIGUERRA  28enne già detenuto; Giuseppe SCALETTA  50enne già detenuto. 200 militari del Comando Provinciale di Catania, alle prime ore del mattino, su delega di questa Direzione Distrettuale Antimafia, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Catania,  nei confronti di 26 persone, per associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, ed estorsione con l’aggravante del metodo mafioso, ritenute appartenenti al clan Santapaola capeggiato negli anni 2015 e 2016 da Francesco Santapaola e da Marcello Magrì. I carabinieri in particolare hanno accertato che prima Francesco Santapaola  e  dopo il suo arresto, Marcello Magrì siano stati i “reggenti” del clan Santapaola con il compito di relazionarsi con gli altri responsabili del clan e con le altre organizzazioni territoriali, mentre il mercato della droga sarebbe rimasto saldamente nelle mani di Rosario Lombardo che nonostante 1 condanna definitiva ad anni 20 di reclusione ed un’altra in secondo grado a 20 anni di reclusione, entrambi per associazione mafiosa ed associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, a causa dell’incompatibilità carceraria per motivi di salute, abbia continuato a gestire il traffico di stupefacenti delle piazze di spaccio di Librino, San Giovanni Galermo e San Cristoforo, avrebbe ospitato veri e propri summit mafiosi presso la sua abitazione dove era autorizzato a scontare la detenzione domiciliare e dove avrebbe svolto anche l’incarico di provvedere agli stipendi dei detenuti e degli affiliati.  L’esecuzione dell’ ordinanza, naturale prosieguo dell’indagine “Carthago”, eseguita lo scorso anno, che aveva interessato il quartiere Librino, ha comportato un intervento massiccio di militari nell’intero quartiere di San Cristoforo posto nella periferia sud della città. Gli investigatori la ritengono enclave del clan Nizza quale centro di distribuzione di sostanze stupefacenti di tipo hascisc, marijuana e cocaina. Le dichiarazioni di recenti collaboratori di giustizia, riscontrate da attività di indagine tecnica e tradizionale, hanno permesso di ricostruire le attività criminali e l’organigramma del gruppo dirigente del clan Santapaola nonchè del gruppo dei Nizza insediato nel quartiere San Cristoforo. I collaboratori avrebbero svelato che il gruppo facente capo ai fratelli Nizza, negli ultimi anni, era riuscito a creare un vero e proprio “cartello” della droga con il monopolio delle “piazze di spaccio” nei quartieri di Librino, San Giovanni Galermo e San Cristoforo e, grazie ai cospicui profitti derivanti da tale attività, aveva acquisito un peso notevole all’interno del clan Santapaola, essendo in grado di reclutare e retribuire centinaia di affiliati e di acquistare ingenti quantitativi di stupefacente da immettere sul mercato catanese garantendosi rilevanti flussi di denaro in contanti, prontamente riutilizzabili per investimenti economici e finanziari. Le rivelazioni e le  indagini dei carabinieri hanno permesso di accertare come l’attività di traffico e vendita di cocaina e marijuana fosse funzionale al sostentamento degli affiliati già detenuti e al mantenimento degli associati al pari di una vera e propria retribuzione. Le indagini di natura tecnica dei militari, inoltre, attraverso il monitoraggio dei circuiti relazionali dei soggetti apicali posti alla direzione dei gruppi mafiosi della famiglia Santapaola, hanno permesso di far luce su una serie di estorsioni e tentate estorsioni poste in essere ai danni di cantieri edili e di altre attività commerciali. L’operazione dei militari si inquadra in un’ampia strategia di contrasto della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania e dei Carabinieri del Comando Provinciale che ha consentito, dal gennaio 2015 fino ad oggi, di eseguire numerose ordinanze cautelari e di disarticolare completamente il gruppo dei fratelli NIZZA. Gli arrestati sono stati associati al carcere di Catania Bicocca in attesa dell’interrogatorio di garanzia che si terrà nei prossimi giorni.


Catania Mafia Santapaola-Ercolano operazione DOKS: CC 54 indagati, 40 in carcere, 14 ai domiciliari. Si tratta di : Ordinanza di custodia cautelare : Giosuè Michele AIELLO  23enne; Domenico BUTTAFUOCO 38enne; Mario Maurizio CALABRETTA 28enne; Andrea Nicolò CORALLO 34enne; Mario DIOLOSA’  41enne; Salvatore FIORE  49enne;  Andrea FLORIO 21enne; Giorgio FRENI  51enne;  Francesco FURNO’ 28enne;  Vincenzo GIGANTINI 49enne; Armando GIUFFRIDA 36enne;  Francesco IUCULANO  30enne;  Silvana LEOTTA 40enne; Salvatore LO RE 29enne; Salvatore MANTARRO 51enne;  Angelo MIRENDA 52enne; Arturo MIRENDA 55enne;  Francesco Lucio MOTTA 30enne;  Corin MUSUMECI  21enne; Desiree MUSUMECI  27enne;  Domenico MUSUMECI 47enne;  Carmelo PALERMO  59enne; Salvatore Fabio Valentino PALERMO  37enne;  Salvatore PONZO  30enne; Saverio RAMPULLA  30enne; Mario RUSSO  43enne;  Antonino SAVOCA 26enne; Corrado SPATARO  33enne; Damiano Salvatore SQUILLACI  23enne;  Nicola STRANO 52enne. Arresti domiciliari: Diego AIELLO  21enne; Alfredo BULLA  32enne;  Alessio LA MANNA  28enne; Antonino GIUFFRIDA  53enne; Antonino COSENTINO  37enne; Vincenzo FLORIO  39enne;  Vincenzo MIRENDA  43enne; Alessandro PALERMO  41enne;  Salvatore CALTABIANO  40enne; Antonino RUSSO  27enne. Già detenuti : Claudio Pietro Antonio AIELLO  30enne;  Daniele BUTTAFUOCO  28enne;  Claudio CALABRETTA  52enne; Nunzio CALTABIANO  47enne;   Vittorio Benito FIORENZA 35enne; Vincenzo DI MAURO  37enne; Massimo VIZZINI  43enne; Mario GUGLIELMINO  49enne;  Salvatore GURRIERI  4enne;  Francesco PRIVITERA  23enne; Angelo VARONCELLI  46enne; Affidamento in prova ai servizi sociali ed obbligo di dimora: Andrea MAZZARINO  29enne; Antonio MANGANO  39enne. I Carabinieri hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare emessa, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica, dal G.I.P. presso il Tribunale di Catania nei confronti di 54 soggetti indagati, di cui 40 in carcere e 14 posti agli arresti domiciliari. Il provvedimento è stato eseguito da oltre 200 Carabinieri del Comando Provinciale di Catania, supportati dai reparti specializzati (Compagnia di Intervento Operativo del XII Battaglione “Sicilia”, Nuclei Cinofili ed Elicotteri), su tutto il territorio nazionale, ed ha riguardato figure apicali e semplici affiliati del clan “Santapaola-Ercolano” attivo nel capoluogo e con ramificazioni in tutta la provincia etnea, responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, traffico di stupefacenti, rapina. L’indagine è stata condotta dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Gravina di Catania dal 2014 al 2016 mediante attività tecniche e dinamiche, ulteriormente riscontrate da dichiarazioni di collaboratori di giustizia, ed era stata avviata sulla base di intercettazioni emerse da un procedimento in corso per associazione per delinquere finalizzata alle estorsioni. I militari dell’arma, il 15 maggio 2013, in seno a procedimento, hanno rilevato che per cause legate a conflittualità  interne conseguenti all’acquisizione della leadership in seno al “gruppo”  mafioso di San Giovanni Galermo, gli indagati Vincenzo MIRENDA, suo fratello Arturo ed un altro correo,  si erano posti alla ricerca di Vittorio Benito FIORENZA per attentare alla sua vita, tanto che, non trovandolo, si erano recati presso la sua abitazione dove avrebbero minacciato con una pistola i suoi familiari e le persone a lui vicine. Il  grave episodio avviò una complessa attività tecnica sui fratelli Arturo e Vincenzo MIRENDA, che consentiva ai carabinieri di far piena luce anche sulle condotte criminali di un articolato gruppo di spacciatori che, sarebbero stati capeggiati da Alessandro PALERMO, per occuparsi dell’acquisto di cospicue quantità di stupefacente da destinare sulle piazze dei comuni dell’hinterland nord della provincia per il tramite di pusher locali. Le intercettazioni ambientali consentivano ai militari dell’arma di appurare come l’alternanza delle figure apicali, inevitabile a seguito degli arresti che si susseguivano, di arrivare a presunti affiliati che si sarebbero posti immediatamente alle dipendenze del nuovo responsabile. Gli investigatori hanno valutato il   caso di Francesco Lucio MOTTA, il quale,  dopo l’arresto di Vincenzo GUZZETTA “Enzo il biondo”, si sarebbe posto prima agli ordini di Salvatore FIORE “Turi ciuri” e, dopo l’arresto di questi, alle dipendenze di Salvatore GURRERI “il puffo” ed infine dell’ultimo responsabile del gruppo di S. Giovanni Galermo individuato nel corso delle indagini, ovvero Vincenzo MIRENDA “Enzo patata”. I militari dell’arma hanno evidenziato che  Salvatore FIORE sarebbe risultato agli inquirenti  figura di spicco in seno al clan di riferimento, anche dopo il suo arresto avvenuto nel mese di Aprile 2013 (operazione Fiori Bianchi 2) come emerso dal fatto che, a seguito degli attriti tra i due fratelli Arturo e Vincenzo MIRENDA su chi dovesse assumere la leadership del gruppo, il primo per tentare di scalzare il fratello Vincenzo ed avere una posizione di rilievo nel gruppo avrebbe cercato proprio l’appoggio di Salvatore FIORE, per il tramite della moglie, che fungeva da messaggera durante i colloqui in carcere.  I militari su tali basi, a partire dal febbraio 2014,  svolgendo indagini avrebbero  accertato la responsabilità degli indagati in relazione all’appartenenza al “gruppo” della famiglia di Cosa Nostra catanese operante nel quartiere popolare di San Giovanni Galermo, inizialmente capeggiata da Salvatore GURRIERI, il quale pur essendo sottoposto alla misura degli arresti domiciliari avrebbe diretto le attività illecite grazie ai fratelli Vincenzo, Arturo ed Angelo MIRENDA Gli investigatori dalle articolate indagini hanno evidenziato la struttura del gruppo, le posizioni di vertice ed i ruoli degli affiliati nell’ambito del sodalizio malavitoso, ed   anche ricostruito l’ingente volume di affari illegali del clan nei settori delle estorsioni e rapine ai danni di imprenditori e commercianti,  e del traffico di sostanze stupefacenti. L’attività investigativa ha consentito di trarre in arresto in flagranza di reato 17 persone per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. 


 

Adrano CT  - 101 dosi in camera e materiale per confezionare: Polizia, 1 ai domiciliari. Agenti del Commissariato di P.S. di Adrano ieri,  hanno proceduto all’arresto ai domiciliari di Gaetano MAZZAGLIA  26enne, per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente del tipo marijuana. I poliziotti, nel corso dell’intensa attività di prevenzione e correlato controllo del territorio, mentre stavano percorrendo  via Carnazza, hanno notato  la presenza di Gaetano MAZZAGLIA. Il giovane repentinamente, visti gli Operatori di Polizia, ha tentato di fare rientro nella sua abitazione.  L’atteggiamento sospetto ha indotto gli Operatori  a  procedere alla perquisizione personale e domiciliare con esito positivo. I poliziotti addosso al sospetto negli slip, hanno rinvenuto 2 involucri di sostanza stupefacente del tipo marijuana, 6 banconote da 5€ 1 da dieci, ritenute provento di spaccio. Gli agenti nell’abitazione, all’interno di un armadio, hanno trovato 1 sacchetto di plastica con 101 involucri (dosi) di carta stagnola contenenti marijuana per un peso complessivo lordo di circa 130 grammi, ed altri 2 involucri, uno di carta del peso di 16,5 grammi e 1 di plastica da 10,7 grammi contenenti la medesima sostanza stupefacente; infine, in 1 comodino della stanza da letto dell’interessato, veniva rinvenuta 1  busta in plastica contente 48,5 grammi di marijuana sfusa. I tutori dell’ordine hanno altresì rinvenuto 1 bilancino elettronico, 2 macinini e circa 230 ritagli di carta stagnola, ovverosia materiale atto al suddivisione e al confezionamento delle dosi di stupefacente. Gaetano MAZZAGLIA è stato tratto in arresto per il reato di detenzione ai fini di spaccio, dandone notizia al P.M. di Turno della Procura della Repubblica di Catania che ha disposto fosse posto agli arresti domiciliari a disposizione della procedente Autorità Giudiziaria.


Catania - Agenti lo bloccano con anfetamina, cocaina e marijuana: ai domiciliari. La Polizia di Stato ha tratto in arresto ai domiciliari: Sergio LA ROSA  30enne, accusato di essere responsabile di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti del tipo anfetamina, cocaina e marijuana. Uomini della Squadra Mobile, Sezione “Contrasto al Crimine Diffuso”, ieri sera hanno bloccato  Sergio LA ROSA poiché  trovato in possesso di diverse tipologie di sostanze stupefacenti, pronte per essere cedute sul mercato. Il personaggio era stato fermato a bordo del suo ciclomotore in via Dottor Consoli, e già durante il controllo di Polizia ha mostrato un atteggiamento insofferente. Gli agenti hanno sottoposto a perquisizione personale, il sospetto ed hanno rinvenuto e sequestrato  6 involucri contenenti sostanza stupefacente del tipo anfetamina, per un peso complessivo di gr. 3,15; n. 1 involucro in alluminio contenente sostanza stupefacente del tipo cocaina, per un peso complessivo di gr. 0,21; n. 4 confezioni di sostanza stupefacente del tipo marijuana, per un peso complessivo di gr. 7; n. 2 bustine trasparenti contenenti sostanza stupefacente del tipo marijuana, per un peso complessivo di gr. 45; n. 1 bilancino elettronico di precisione e la somma di euro 100, suddivisa in banconote di piccolo taglio, provento dell’attività illecita. Gli investigatori della Sezione “Contrasto al Crimine Diffuso”, nel prosieguo dell’attività di Polizia Giudiziaria hanno eseguito una perquisizione presso l’abitazione del soggetto,  nel quartiere di San Berillo Nuovo, ed hanno rinvenuto e sequestrato altra sostanza stupefacente del tipo marijuana, per un peso complessivo di gr. 765 circa. Sergio LA ROSA espletate le formalità di rito, è stato sottoposto alla misura degli arresti domiciliari in attesa del giudizio per direttissima disposto dall’Autorità Giudiziaria.


CataniaDroga tra CT e SR, condanna: 6 anni e 11 mesi ai domiciliari. I Carabinieri della Stazione di Catania Nesima hanno arrestato il catanese PIERO D’AGATA  35enne in esecuzione di un ordine per l’espiazione di pena detentiva emesso dal Tribunale di Catania.Il personaggio è ritenuto colpevole dai giudici di detenzione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, reato commesso tra Catania e Siracusa nel 2014, per cui  è stato  condannato ad una pena equivalente ad 6 anni, 11 mesi  e 21 giorni  di reclusione che dovrà scontare in regime di detenzione domiciliare.


Mascali CT –    Cane Cinofili CC scopre marijuana e piantagione, 1 ai domiciliari. I  Carabinieri della locale Compagnia, con in campo gli uomini delle Stazioni territoriali nei giorni scorsi, coadiuvati dai militari del battaglione “Sicilia” e del Nucleo Cinofili di Nicolosi, hanno battuto palmo a palmo le zone ad alto indice di criminalità del territorio di competenza. I carabinieri hanno ammanettato nella flagranza un 36enne di Mascali, poiché ritenuto responsabile di detenzione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. I militari, perquisendo l’abitazione e grazie al fiuto del pastore tedesco “Zero”, hanno rinvenuto e sequestrato: 20 grammi di  “marijuana”, già dosata e pronta allo spaccio,  una mini piantagione di canapa indiana: una decina di piante e   materiale comunemente utilizzato per confezionare le dosi di stupefacente.


Aci S.Antonio CTDroga in camera da letto: CC, 1 ai domiciliari. I Carabinieri della Stazione di Aci Sant’Antonio hanno arrestato ai domiciliari nella flagranza  Raffaele MIRABELLA 28enne, del posto, poiché ritenuto responsabile di detenzione finalizzata allo spaccio  di sostanze stupefacenti.  I militari hanno rilevato che tanti  giovani  si succedevano nei pressi dell’abitazione in pieno centro cittadino, tanto da spingerli  a porla discretamente sotto osservazione fino a quando l’altra notte vi hanno fatto irruzione. I  carabinieri hanno rinvenuto, perquisendo la  stanza da letto, nascosti dentro uno zaino: 110 grammi circa di “marijuana”, ancora da dosare, altri 15 grammi circa della medesima sostanza già suddivisa in dosi, 150 euro in contanti, un bilancino elettronico di precisione e del materiale comunemente utilizzato per confezionare le dosi di stupefacente. La droga e il denaro sono stati sequestrati mentre l’arrestato, in attesa di giudizio, è stato relegato ai   domiciliari.


CataniaAnimali maltrattati a Picanello: Polizia denuncia gestore attività. Agenti del Commissariato Borgo-Ognina, hanno effettuato controlli straordinari mirati alla tutela degli animali ed in generale, all’illegalità diffusa nel quartiere di Picanello. L’ispezione eseguita presso un’attività commerciale operante nel settore degli animali, ubicata nel quartiere di Picanello ha assunto particolare rilievo per i risvolti rilevati. Il  titolare ha occupato un significativo spazio di suolo pubblico davanti l’attività ponendovi, tra l’altro, piante, sacchi di mangime e cassette per animali e per tale motivo è stato sanzionato per occupazione del suolo pubblico ai sensi dell’art. 20 CdS con obbligo di ripristino immediato dello stato dei luoghi. I tutori dell’ordine hanno esteso il controllo nell’attività dove, attirati anche dal guaito, o meglio la sofferenza di un cane, hanno riscontrato la presenza di un pitbull di grossa taglia chiuso in una piccolissima rientranza scavata in una parete di una stanza di circa mezzo metro quadrato. L’animale, privo di acqua e cibo, boccheggiante per il caldo, è stato immediatamente rifocillato ed il titolare d’esercizio commerciale indagato in   libertà per il reato di maltrattamenti di animali ai sensi dell’art. 544 ter c.p. che prevede la pena della reclusione da tre a diciotto mesi o la multa da euro 5.000 a euro 30.000. L’indagato ha giustificato l’insano gesto riferendo che”l’aveva chiuso poiché nel corso della mattinata altri cani avrebbero dovuto entrare in detto esercizio commerciale per dei trattamenti”. I poliziotti inoltre, in un terrazzino posto nel retrobottega dell’attività, in un piccolo spazio recintato all’interno di una aiuola di circa un metro quadrato, hanno riscontro la presenza di 4 tartarughe tenute in condizioni incompatibili con la loro natura, e produttivi di gravi sofferenza.Le  tartarughe, infatti, erano tenute anche in questo caso senza acqua e senza cibo, sotto il sole cocente e in un piccolo spazio. Il  Servizio CITES del Distaccamento Regionale di Carabinieri e Forestale di Catania, ha certificato che appartengono alla specie protetta “Testudo Hermanni” inclusa nell’allegato A Reg. Ce n. 338/97 in applicazione della Convenzione di Washington. Il  titolare è stato indagato in   libertà per il reato previsto dall’art. 1 c.1 lett. f della L. 150/1992 che punisce la detenzione di specie protette a ai sensi dell’art. 727 c.p. per avere tenuto  animali nelle condizioni sopradescritte. Le   tartarughe sono state sequestrate e saranno custodite in un luogo idoneo dove verranno accudite.


Acireale - Stalking, violenza sessuale, circonvenzione incapace, 1 ammanettato da poliziotti. Agenti del Commissariato di P.S. di Acireale hanno tratto in arresto Giuseppe Marcello DI MASE  45enne, acese, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa in data  21 giugno dal G.I.P. del Tribunale di Catania. DI MASE è indagato per svariati gravi reati nei confronti di più vittime ed, in particolare, per il reato di atti persecutori (Stalking), violenza sessuale, circonvenzione di incapace, sostituzione di persona ed estorsione. L’indagine consiste, sostanzialmente, in due diversi filoni. Il primo è iniziato nel mese di settembre 2016, allorquando è stata avviata un’attività investigativa che ha consentito ai poliziotti di acquisire gravi indizi di colpevolezza a carico del DI MASE che, abusando dello stato di infermità psichica di una donna, si sarebbe fatto consegnare, in più occasioni, ingenti cifre di denaro per oltre 5.000€. Il soggetto inoltre, utilizzando falsi account Facebook, si è attribuito l’identità di un altro uomo, sempre al fine di ingannare la donna per estorcerle denaro. Il personaggio in una circostanza avrebbe  estorto, colpendola con un pugno, la somma di 350 euro ad un’altra donna che era stata incaricata dalla vittima di consegnargli del denaro. Un’indagine parallela ha consentito agli inquirenti di accertare che  DI MASE  fosse responsabile anche del reato di atti persecutori nei confronti di una donna di 41 anni, con la quale aveva avuto una relazione amorosa, interrotta per volontà della vittima nel mese di giugno dello scorso anno, proprio a causa dei comportamenti violenti e minacciosi del soggetto. Il personaggio secondo la denuncia fatta dalla vittima agli investigatori del Commissariato, in una circostanza l’aveva costretta con la forza a un rapporto sessuale.I risultati dell’attività investigativa, condotta in costante e perfetta sinergia con la Procura della Repubblica, sono stati compendiati in una dettagliata informativa di reato inviata all’Autorità Giudiziaria. DI MASE, pur essendo stato indagato, negli ultimi giorni, avrebbe aumentato la sua pressione psicologica nei confronti della vittima di stalking con messaggi dalle chiare frasi minacciose, imponendole perfino di non allacciare altre relazioni, altrimenti avrebbe provveduto a eliminarla. La gravità delle minacce, il comportamento violento e persecutorio del soggetto, la frequenza sempre più intensa con la quale i messaggi sono stati inviati, ha fatto scattare un’immediata attività di protezione della vittima, concordata con la competente Autorità Giudiziaria, che è stata costantemente seguita dal personale della Polizia di Stato, al fine di tutelarne l’incolumità. DI MASE, cercando di rimanere non identificabile, nei giorni scorsi ha inviato, da cabine telefoniche ubicate ad Acireale ed a Catania, messaggi con minacce di morte alla donna, cagionandole naturalmente un grave stato di ansia e di paura. Gli investigatori hanno appurato che ad ogni messaggio inviato  è corrisposta con l’immediata attività di riscontro da parte della Polizia di Stato, è stato verificato chi fosse l’autore delle minacce:  l’individuazione dei telefoni pubblici e   la visione di alcune riprese di impianti di video registrazione, hanno permesso di individuare  proprio DI MASE quale responsabile. Queste  attività di riscontro sono state immediatamente riferite, con apposite informative, alla Autorità Giudiziaria, che, con tempestività, ha  chiesto un provvedimento di custodia cautelare nei confronti dell’arrestato, per la sua elevatissima pericolosità. Il GIP, con altrettanta attenzione e celerità, ha emesso la relativa ordinanza applicativa di misura cautelare che ieri pomeriggio è stata eseguita.


Catania Estorsioni e frodi informatiche, Polposta: operazione  “Criptolocker”. La Polizia Postale e delle Comunicazioni Compartimento di Catania diretta dal  v.questore Marcello La Bella,   (ascolta l'intervista) ha svolto l’operazione “Criptolocker”, condotta e coordinata dalla Procura Distrettuale etnea, contro un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di estorsioni, frodi informatiche, accessi abusivi e danneggiamenti a sistemi informatici, sostituzioni di persone e truffe. 7 le persone coinvolte di cui 4 destinatari di un’ordinanza di misura cautelare in carcere. 

Si tratta di Gennaro BOZZAOTRO 23enne detto Genny; Raffaele BOZZAOTRO  31enne detto Lello; Giuseppe DE SIMONE  27enne detto Peppe; Carmine AMATO 24enne detto Carminiello. Altre 3 le persone sottoposte alle indagini per i medesimi titoli di reato, per le quali   Ufficio di Polizia non aveva avanzato richiesta applicativa di misura cautelare, ricoprendo essi il ruolo di meri partecipi del sodalizio criminale.  L’indagine della Polizia postale era stata avviata a  seguito della denuncia per accesso abusivo e per tentata estorsione sporta, nel febbraio 2016, da un imprenditore catanese. I    sistemi informatici della vittima erano stati colpiti dal virus denominato Criptolocker. Gli investigatori hanno   avviato la laboriosa attività di indagine che ha consentito di individuare l’esistenza di un’organizzazione criminale che operava nel territorio napoletano, ma che colpiva le sue vittime sull’intero territorio nazionale. Il virus  denominato Criptolocker è un malware che viene iniettato dai malviventi nei sistemi informatici delle vittime (per lo più imprenditori) ed è in grado di bloccare tutti i dati  presenti, criptandoli. Gli  autori della condotta illecita chiedono, poi, un riscatto in denaro per la successiva decriptazione. La Polizia Postale attraverso complesse analisi di dati informatici e di tabulati telefonici e, poi, intercettazioni telefoniche, è riuscita a risalire all’identità dei componenti il sodalizio criminoso, dedito ad un’ampia attività illecita non solo legata all’uso del  malware, ma anche alla realizzazione di frodi informatiche, di accessi abusivi a sistemi informatici, di truffe e di sostituzioni di persona. I tutori dell’ordine hanno accertato attacchi informatici ad aziende alle quali sono state sottratte le credenziali di accesso ad indirizzi di posta elettronica, a conti correnti on-line ed a piattaforme di vendita digitali. I maldestri eseguivano truffe secondo lo schema c.d. man-in-the-middle, ovvero si sostituivano per lo più a professionisti, trattavano con i relativi clienti, concludevano affari ed indicando coordinate bancarie relative a conti correnti a sé riferibili, si impossessavano dei relativi guadagni. Una  delle vittime di tali condotte illecite è stato un imprenditore catanese. Il  programma criminale comprendeva inoltre l’intenzione di creare un sito web falso (cd. fake) di un istituto bancario, al fine così di poter carpire i dati di home banking dei relativi clienti. L’organizzazione, con sede a Napoli, colpiva le sue vittime sull’intero territorio nazionale. Numerose  le aziende interessate dai raggiri informatici e diverse decine i privati truffati come decine di migliaia di euro i proventi illeciti. La Polizia, nel corso dell’esecuzione dell’ordinanza cautelare ha, inoltre, eseguito perquisizioni locali volte a sequestrare gli strumenti informatici mediante i quali venivano commessi i reati. Sono in corso accertamenti tecnici sul notevole materiale informatico sequestrato.


Catania - Coltellate e mattarellate   a  madre: lui in manette,  donna in prognosi. Agenti della Polizia di Stato ieri notte hanno arrestato Dario ORLANDO, 30enne nato a Catania, responsabile del delitto di tentato omicidio e di resistenza a P.U. L’operazione ha avuto origine da una segnalazione, giunta sul 113, secondo la quale in un appartamento nei pressi di via Milo era in corso una violenta lite. I  poliziotti sono accorsi immediatamente sul luogo indicato, ed hanno fatto ingresso nell’abitazione, trovando innanzi  una donna che giaceva a terra, in una pozza di sangue. Il marito della vittima era sul posto,   ed ha raccontato agli agenti che poco prima, forse in preda ad un raptus omicida, il figlio  aveva ripetutamente colpito la madre in varie parti del corpo sia  con un coltello da cucina che con un mattarello. Il marito della vittima avrebbe detto ai poliziotti come poco prima dell’aggressione il figlio, che a quanto gli risultava, non aveva mai manifestato segni di disturbo psichico,  avrebbe al momento manifestato alla madre uno stato di ansia e di nervosismo, motivo per cui la donna gli aveva preparato una camomilla. Il  giovane , dopo avere assunto la bevanda, sarebbe parso colto da un’improvvisa furia: si è recato in cucina e ha accoltellato alle spalle la donna, utilizzando 1 coltello della lunghezza di circa 45 cm. Il  marito richiamato dalle urla della signora,  sarebbe accorso e  riuscito a disarmare il figlio, ma è stato da quest’ultimo allontanato con forza dall’abitazione per poi ricominciare a inveire sulla madre con un mattarello da cucina, causandole la frattura di numerose costole. Il  marito della vittima è riuscito con l’aiuto di un vicino, a rientrare nell’appartamento per soccorrere la donna, mentre il figlio,  forse spaventato dal suono delle sirene delle volanti che stavano sopraggiungendo, ha scavalcato la finestra della stanza da letto dell’appartamento per raggiungere, attraversando vari cornicioni, il terrazzo di un palazzo adiacente. Le  Volanti sono giunte sul posto.  Gli  agenti hanno cercato di raggiungere immediatamente il giovane, ed hanno sfondato la porta d’accesso al lastrico solare dove si era rifugiato ed hanno ingaggiato con lui un’accesa colluttazione, terminata col suo l’ammanettamento. La donna, frattanto soccorsa dall’ambulanza fatta accorrere sul posto, è stata trasportata d’urgenza all’Ospedale Garibaldi, dove è stata ricoverata in prognosi riservata. ORLANDO è stato condotto in Questura dove è stato formalizzato l’arresto; il P.M di turno, ha disposto la traduzione dell’arrestato nel il carcere Piazza Lanza, in attesa della celebrazione dell’udienza di convalida.



Acireale CT – Colombiano rapina anziano a Firenze, viola domiciliari: CC manette a Catania. I Carabinieri della Compagnia di Acireale hanno arrestato il colombiano Jemenz Yerson Stiward Londono 29enne acese d’adozione, in esecuzione di un provvedimento per l’aggravamento della misura cautelare emesso dalla Corte di Appello di Firenze. Il personaggio era ai domiciliari per rapina aggravata, reato commesso a Firenze il 21 maggio del 2016 ai danni di un pensionato, ed ha più volte trasgredito gli obblighi imposti dalla misura restrittiva, così come puntualmente accertato dai militari del Nucleo Operativo. L’informativa recapitata all’Autorità Giudiziaria toscana ha prodotto l’emissione del provvedimento che, ieri sera, ne ha consentito la cattura e la traduzione nel carcere di Catania Piazza Lanza.



Catania –  Matricidio al cimitero per rancori, polizia arresta figlio 43enne.  Gli agenti  su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, hanno tratto in arresto: Angelo Fabio MATA’   43enne, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa il  20 maggio 2017 dal G.I.P. del Tribunale di Catania, in quanto ritenuto responsabile di omicidio commesso ai danni della madre Maria Concetta VELARDI (cl.1955), con l’aggravante di aver commesso il fatto contro l’ascendente. Uomini  dell’U.P.G.S.P. della Questura di Catania, alle ore 16.20 circa del 7 gennaio 2014,  erano intervenuti presso il cimitero, a seguito della richiesta di intervento formulata da Angelo Fabio MATA’ il quale aveva riferito di avere rinvenuto il cadavere insanguinato della madre. I poliziotti dell’U.P.G.S.P. e della Squadra Mobile, giunti sul posto, constatarono la presenza del cadavere di Maria Concetta Velardi. Il corpo della donna giaceva a terra su alcune macchie di sangue, in un corridoio tra due cappelle, a pochi metri di distanza da quella della famiglia MATÀ. Gli investigatori nel corso del sopralluogo, eseguito in presenza del P.M. di turno presso la Procura Distrettuale della Repubblica di Catania che si era recato sul posto per coordinare le indagini, personale del locale Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica rinvennero, tra la cappella della famiglia MATA’ ed il cadavere della donna, un sasso intriso di sangue. Il reperto era  compatibile per forma e dimensioni con una prima aggressione che la vittima avrebbe subito, mediante uno o più colpi alla nuca e che ne avrebbe provocato la caduta a terra. Gli agenti, accanto al cadavere avevano rinvenuto, come se fossero stati deposti e abbandonati dopo la selvaggia aggressione, 2 pesanti sassi di grandi dimensioni, intrisi su un lato di sostanza ematica.  Gli investigatori rilevarono  sulle pareti del corridoio la presenza di tracce ematiche compatibili per forma ed ubicazione con l’ipotesi che nel punto in cui era ubicato il cadavere vi fosse stata una seconda violentissima aggressione consistita in una serie di colpi inferti al capo ed altre parti del corpo della vittima, che si trovava già stesa per terra, mediante i due pesanti sassi rinvenuti accanto.Gli inquirenti hanno appurato che sul viale antistante ove era ubicata la cappella MATA’, era posteggiata l’autovettura appartenente a Angelo Fabio MATA’ con la parte anteriore rivolta in direzione di via Acquicella. Una  goccia di piccole dimensioni di sostanza ematica veniva rinvenuta in auto precisamente vicino alla maniglia di apertura dalla portiera posteriore destra. La polizia, da una prima ricostruzione effettuata, ha rilevato che la vittima appariva essere stata trascinata nel corridoio, essendo stata constatata dal medico legale la presenza di abrasioni nella parte inferiore della schiena; la maglia indossata dalla donna, era strappata in corrispondenza del punto in cui vi erano le abrasioni, e ciò lasciava ipotizzare che la malcapitata fosse stata trascinata dall’aggressore per ripararsi da sguardi indiscreti, mentre infliggeva i colpi di grazia. Gli investigatori hanno notato che emergeva in maniera incontrovertibile come l’autore del turpe delitto dovesse essere dotato di notevole forza fisica. Gli inquirenti, sulla base di tali iniziali risultanze, avviarono una complessa ed articolata indagine, anche di tipo tecnico, coordinata dalla Procura della Repubblica di Catania, che si avvaleva del contributo di personale dei Gabinetti Regionali di Polizia Scientifica di Catania e di Palermo (specie per ciò che concerne la ricerca e la catalogazione di tracce di sostanza biologica) che consentivano di acquisire univoci e concordanti indizi di colpevolezza nei confronti di Angelo Fabio MATA’ evidenziando, quale movente del delitto, il rapporto conflittuale esistente tra quest’ultimo e la madre. Le circostanziate dichiarazioni rese da Angelo Fabio MATA’ in ripetute occasioni, a partire dal 7 gennaio 2014, giorno del ritrovamento del cadavere della signora Velardi, erano oggetto di un’accurata verifica da parte degli investigatori della Sezione “Reati contro la Persona” della Squadra Mobile che riuscivano ad individuare progressivamente numerose persone presenti al cimitero di Catania  il giorno dell’omicidio. 3 diverse persone che si trovavano in altrettanti distinti luoghi del cimitero, non lontani dalla cappella MATA’, avrebbero riferito che avevano avuto modo di udire le urla della donna nel corso dell’accesa discussione con il figlio. Il combinato delle dichiarazioni con i dati offerti dal medico legale hanno consentito di affermare che l’aggressione alla Velardi, a seguito della quale è deceduta (dopo circa trenta-quaranta minuti di agonia) andava collocata tra le ore 15.30 e le ore 15.45 circa del 7 gennaio 2017.  La polizia ha ricostruito che perpetrata l’aggressione, MATA’ si sarebbe precostituito un alibi, cercando di simulare che l’aggressione alla madre fosse avvenuta durante la sua assenza dal cimitero ed effettuando con la propria autovettura un giro che creasse un lasso di tempo sufficiente a tale scopo.I tutori dell’ordine invero, dall’analisi dei tabulati non disgiunte dalle dichiarazioni rese dalle persone presenti al cimitero, affermano che la Velardi era stata aggredita in un lasso di tempo nel quale il figlio si trovava all’interno del cimitero.  Gli investigatori hanno concluso che MATA’, al ritorno al cimitero (documentato dai ponti di aggancio del telefono cellulare), avrebbe messo in piedi la messinscena del disperato rinvenimento con le mani piene di sangue, in modo da giustificare ogni eventuale traccia ematica della madre si di sé come frutto di contaminazione derivante dal rinvenimento e dalla manovre effettuate. Gli esiti degli accurati esami svolti dalla Polizia Scientifica hanno consentito di affermare che, mentre subiva l’aggressione, la Velardi graffiava con la mano destra il figlio, fatto dimostrato sia dalla presenza di materiale genetico riconducibile al MATA’ sotto 2 unghie della mano destra della vittima, sia dalla presenza di sostanza ematica dell’indagato (anche mista a sangue della madre) sugli abiti e sullo sportello dell’autovettura del MATA’.Gli investigatori, in ordine al movente del delitto, hanno accertato che MATA’, a seguito di un’accesa lite con la madre, aveva avuto una violentissima reazione, frutto del rancore a lungo covato nei suoi confronti quale genitore, ritenuta ostacolo alla realizzazione di progetti di vita personale. Espletate le formalità di rito, MATA è stato associato presso la Casa Circondariale di piazza Lanza a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.


Catania - 203° Annuale Fondazione Arma dei Carabinieri. La manifestazione è lunedì 5 giugno, alle ore 18:30,  nella  caserma “Vincenzo Giustino” di Piazza Giovanni Verga, storica sede del Comando Provinciale Carabinieri di Catania. La  cerimonia per il 203° anniversario  della fondazione dell’Arma dei Carabinieri prevede lo schieramento di un Reparto di formazione con rappresentanze delle singole specialità dell’Arma, degli organismi di rappresentanza e dell’Associazione Nazionale  Carabinieri.  Il  Comandante Provinciale, Colonnello Francesco Gargaro, alla presenza delle Autorità cittadine, riassume  i risultati conseguiti dall’Arma etnea e procede  alla consegna delle ricompense ai militari maggiormente distintisi in attività di servizio. I momenti solenni della cerimonia sono la lettura del messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dell’Ordine del Giorno del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Gen. C.A. Tullio Del Sette.



Milano Mafia, Laudani invischiati in attività milanesi con LIDL, DDA indagini a  Volpiano (TO), Biandrate (NO), Somaglia (LO) e Misterbianco (CT), 218 filiali. Militari  del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Varese e personale della Squadra Mobile della Questura di Milano, alle prime ore del 15 maggio 2017, hanno dato esecuzione all’ordinanza applicativa di misure cautelari personali emessa dal G.I.P. del Tribunale di Milano, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia (Procuratore Aggiunto dr.ssa Boccassini e Sostituto Procuratore dr. Storari), nei confronti di   15 soggetti (di cui   11 in carcere,   3 agli arresti domiciliari e  1 divieto di dimora), a vario titolo accusati di far parte di un’associazione per delinquere che ha favorito gli interessi, in particolare a Milano e provincia, della famiglia mafiosa catanese dei “LAUDANI” o “Mussi i ficurinia”.  La  Polizia di Stato e la Guardia di Finanza, nella stessa mattinata, hanno dato esecuzione, in provincia di Catania, al decreto di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia alla sede etne, in collegamento investigativo con la D.D.A. di Milano, nei confronti di   2 indagati accusati di far parte dell’associazione di tipo mafioso riconducibile alla predetta famiglia “LAUDANI”. Contestualmente, è stata data esecuzione ai seguenti provvedimenti cautelari di natura reale: misura di prevenzione dell’amministrazione giudiziaria dei beni connessi ad attività economiche, disposta dal Tribunale di Milano – Sezione Autonoma Misure di Prevenzione, ai sensi dell’art. 34 del d.lvo 159/2011 (codice antimafia) nei confronti della Lidl Italia Srl, (società operante nel settore della grande distribuzione), con riferimento alle Direzioni Regionali di Volpiano (TO), Biandrate (NO), Somaglia (LO) e Misterbianco (CT), che amministrano complessivamente 218 filiali;   sequestro preventivo disposto dal G.I.P. del Tribunale di Milano, ai sensi degli articoli 240 c.p. e 321 c.p.p., delle quote di  10 società e cooperative riconducibili al cd. “gruppo Sigilog” di Cinisello Balsamo (operanti nel settore della logistica, del facchinaggio e dei servizi alle imprese, alle cui dipendenze risultano circa 190 dipendenti) nonché   3 beni immobili, oggetto di intestazione fittizia ai sensi dell’art. 12 quinquies d.l. 306/1992;  decreto di fissazione di udienza, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Milano ai sensi dell’art.47 d.l.vo 231/2001 (responsabilità amministrativa degli enti), al fine di decidere sulla nomina di un commissario giudiziale per la durata di 1 anno, nei confronti di 5 società riconducibili alla “Securpolice Group scarl” di Cinisello Balsamo (operanti nel settore della sicurezza e della vigilanza, alle cui dipendenze risultano circa 600 dipendenti); sequestro preventivo d’urgenza disposto dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, relativo a disponibilità finanziarie per un importo per equivalente di oltre 2,5 milioni di euro, derivante da reati di natura fiscale. Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia e condotte dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Varese e dalla Squadra Mobile della Questura di Milano, hanno consentito di individuare l’operatività di un’associazione, prevalentemente composta da imprenditori attivi, anche attraverso prestanome, nei servizi di vigilanza, sicurezza, cortesia e logistica.  L’indagine, avviata a giugno 2015, ha consentito di accertare che la famiglia mafiosa dei LAUDANI  sarebbe riuscita, attraverso una serie di società e cooperative riconducibili al cd. “gruppo Sigilog” di Cinisello Balsamo e facenti capo a diversi imprenditori – tra i quali Luigi ALECCI, Giacomo POLITI, Emanuele MICELOTTA ed i fratelli Alessandro FAZIO e Nicola FAZIO, tutti collegati a Orazio Salvatore DI MAURO, organico dei “LAUDANI” – ad infiltrarsi nel tessuto economico lombardo.  Luigi ALECCI sarebbe la figura di riferimento del sodalizio, in grado di gestire e mediare i rapporti tra gli imprenditori con i quali è in affari, mentre i fratelli FAZIO, su sollecitazione di   Giacomo POLITI e di Emanuele MICELOTTA, avrebbero concorso ad inviare, per il tramite dell’affiliato Enrico BORZI’, somme di denaro contante in Sicilia destinate al sostentamento economico delle famiglie dei detenuti appartenenti alla famiglia mafiosa “LAUDANI”.   I fratelli FAZIO sono imprenditori che operano nel campo della vigilanza e della sicurezza, attraverso diverse società della “Securpolice Group scarl” di Cinisello Balsamo e forniscono numerosi servizi a favore di strutture pubbliche e private, in particolare presso catene di supermercati su tutto il territorio nazionale.  Le dazioni di denaro a esponenti della famiglia laudani, in particolare quelle riconducibili ai fratelli FAZIO, sono funzionali ad ottenere commesse ed appalti in Sicilia dalla Lidl Italia srl, garantendo così il monopolio e la cogestione del settore nonché veicolando il reclutamento del personale da assumere.  Il denaro, grazie alla connivenza di un professionista, Attilio Alfonso PARLAGRECO, viene monetizzato attraverso società riconducibili anche a prestanome - tra i principali,  Alberto MONTEVERDE, Vincenzo STRAZZULLA, Vincenzo GRECO, Antonino FERRARO e Rosario SPOTO e proviene da diverse attività illecite (emissione di fatture per operazioni inesistenti ad oggi quantificate in oltre 2,5 milioni di euro, omessa dichiarazione ed omesso versamento IVA).  Tali provviste sarebbero secondo l’inchiesta destinate anche a finanziare attività di corruttela di amministratori di enti pubblici e di dirigenti della Lidl Italia srl, quale Simone SURIANO, al fine di assicurarsi l’assegnazione dei lavori di restyling e rifacimento delle filiali di quest’ultima società, mediamente per un importo di circa 3 milioni di euro annuali. L’attività di penetrazione nei pubblici appalti, in particolare quelli assegnati con affidamento diretto, gestiti dalla dr.ssa Giovanna Rosaria Maria AFRONE  (Responsabile del Servizio Gestione Contratti Trasversali con Convenzioni Centrali di Committenza del Comune di Milano), è avvenuta grazie alle illecite influenze di due ex dipendenti pubblici, Orazio ELIA (settore ospedaliero) e Domenico PALMIERI, (Provincia di Milano), quest’ultimo tuttora sindacalista con delega al rapporto con le istituzioni e “stipendiato” mensilmente dal sodalizio criminale.


Catania - Tratta per prostituzione e “Conference voodoo” 1 madame presa. La  Polizia di Stato su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, ha dato esecuzione ad una ordinanza applicativa di misura cautelare personale emessa il  5 maggio 2017 dal G.I.P. del Tribunale di Catania, nei confronti di: Belinda JOHN 36enne, in quanto “ritenuta responsabile del delitto di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ed alla tratta di persone (collaborando con altre persone allo stato non identificate ed operanti sia in Nigeria ed in Libia che Italia), nonché dei delitti di tratta di persone aggravata e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, con le aggravanti di avere esposto a pericolo la vita o l’incolumità delle persone trasportate - facendole imbarcare su natanti occupati da numerosi migranti privi di ogni necessaria dotazione di sicurezza - e di avere agito al fine di reclutare persone da destinare alla prostituzione o, comunque, allo sfruttamento sessuale ed al fine di trarne profitto”. Il provvedimento restrittivo ha  accolto gli esiti di un’articolata attività investigativa di tipo tecnico, inizialmente effettuata dalla Squadra Mobile di Palermo e successivamente proseguita da personale della Squadra Mobile di Catania - Sezione Criminalità Straniera e Prostituzione - coordinata dalla D.D.A. di Catania, a seguito delle dichiarazioni rese il  24 luglio 2015 da una giovane nigeriana, all’epoca minorenne, “Nicoletta” (nome di fantasia) giunta nella medesima giornata presso il Porto di Palermo a bordo della nave norvegese “Siem Pilot”. La  ragazza riferì dettagli plurimi in ordine al viaggio compiuto per raggiungere l’Italia, a seguito di promesse fatte da una vicina di casa che le aveva prospettato la possibilità di partire per l’Europa dove avrebbe potuto trovare un lavoro, così da potere saldare il debito iniziale, pari alla somma di 35.000€, contratto con la sua “madame”. La minore veniva sottoposta, con  altre connazionali, ad un rituale “voodoo”, che l’ha obbligato ad obbedire alla sua madame ed a ripagarle l’intero debito, e ciò per non incorrere in un minacciato destino funesto.  La minore ha dichiarato che il voodooista  le aveva fatto prendere con le mani la testa di animale morto, facendole giurare che, una volta partita, e poi raggiunta la destinazione, avrebbe lavorato per ripagare il debito, altrimenti sarebbe stata perseguitata dagli incubi e dalla morte. la vittima ha intrapreso il viaggio per l’Europa, partendo da Benin City e giungendo a Lagos in Nigeria. La  minore ha continuato per la Libia, dove, durante la sosta in un campo,  la stessa “Nicoletta” aveva appreso dagli altri migranti che in Europa sarebbe stata avviata alla prostituzione. L’attività tecnica degli investigatori, iniziata a seguito della denuncia resa dalla vittima, la quale ha fornito  le utenze telefoniche che avrebbe dovuto contattare una volta giunta in Italia, ha permesso di risalire all’indagata. La madame, in concorso con altri soggetti non identificati, organizzava abitualmente viaggi di fortuna sui barconi dei trafficanti libici per fare entrare in Italia clandestinamente ragazze nigeriane, anche minorenni, che venivano avviate alla prostituzione nella zona di Catania. Le sventurate venivano private della libertà, picchiate e considerate quasi come oggetti di sua proprietà. gli inquirenti della Sezione Criminalità Straniera e Prostituzione, nel corso delle intercettazioni, hanno ascoltato in diretta, in modalità “conference call” una conversazione tra la voodooista, l’indagata Belinda, i genitori di un’altra “sua” ragazza, “Antonia”(nome di fantasia), la quale, secondo quanto emerso dall’attività tecnica, era scappata dal controllo di Belinda, non versandole le somme di denaro e fingendo di non lavorare. Belinda aveva reagito duramente, contattando la famiglia di “Antonia” per farla tornare e pagare il “dovuto”, ovvero la somma di 30.000€, e chiedendo di versare mensilmente 4.000€, fino all’estinzione del debito, così come concordato. Belinda, inoltre, aveva deciso di sottoporre “Antonia” ad altri riti voodoo, uno dei quali veniva registrato in diretta, ed in tale circostanza il soggetto che faceva il rito voodoo aveva invitato i familiari di “Antonia” a chiamarla ed attivare il vivavoce. I  genitori, in diretta telefonica, alla presenza di Belinda,  hanno invitato “Antonia” a ritornare dalla madame per rispettare il giuramento, ma “Antonia” affermava di non avere  intenzione alcuna di tornare da Belinda perché la trattava male e pretendeva per il posto di lavoro, tratto di strada dove prostituirsi c.d. “joint”, una somma maggiore di quanto pagato dalle altre ragazze.  Il  voodooista, sempre in diretta telefonica, rivolgendosi ad “Antonia” esclamava: “sono io ti ricordi di me? (…) Come mai dopo che ti ho chiamato l’altra volta, tu dopo due giorni sei scappata? (…) Guarda che la madame ha appena parlato con i tuoi genitori dicendo tutto quello che hai fatto … i tuoi genitori sono qua da me! Da questo momento in poi tu devi parlare con la verità ! Se tu dirai delle bugie, morirai!” Espletate le formalità di rito, Belinda JOHN, su disposizione del G.I.P.  è stata sottoposta agli arresti domiciliari.


Catania - Guardia Costiera sequestra 20.000 kg pesce non commestibile tra ME e SR: 100 uomini in Operazione Surprise. La Guardia Costiera della Direzione Marittima di Catania ha svolto, nelle giornate tra il 26 e il 28 aprile scorsi, un’attività di controllo sull’intera filiera ittica in tutta la Sicilia Orientale. Gli oltre 100 militari, fra uomini e le donne del Corpo, hanno condotto un’attività di controllo combinato mare/terra, impiegando 20 mezzi terrestri e 25 unità navali, al fine di vigilare su tutte le fasi della filiera della pesca, dalla cattura al trasporto, dalla vendita ed alla somministrazione del pescato, portando a termine oltre 50 controlli, sanzionando con circa 25.000€ di pene pecuniarie i trasgressori e sequestrando circa 20.000 kg di prodotto ittico. Moltepilici attività sono state condotte nell’ambito dell’operazione: ad Acireale è stata elevata una sanzione amministrativa a carico di un grande distributore di prodotti ittici, che deteneva all’interno delle celle frigo della propria azienda del prodotto ittico allo stato congelato senza tracciabilità, per un peso complessivo di circa 13.600 kg, in violazione  dell’articolo 10 comma 1 lettera z) del D.lvo 9 gennaio 2012 n. 4, punita con sanzione pecuniaria e sequestro amministrativo. Il prodotto ittico senza tracciabilità è stato sottoposto al controllo sanitario dal servizio veterinario dell’ASP distretto di Acireale, che ne hanno dichiarato la non commestibilità al consumo, pertanto è stato lasciato in custodia gratuita al trasgressore in attesa della distruzione. I Guardiacoste nel territorio di Riposto hanno deferito all’Autorità giudiziaria il proprietario di una società di distribuzione di prodotti ittici a causa del cattivo stato di conservazione dei prodotti per un peso complessivo di circa 7000 kg, successivamente dichiarato non commestibile e sottoposto a sequestro. Uomini della Capitaneria a Catania  hanno proceduto al sequestro di oltre 300 kg di spigole provenienti dalla Grecia, totalmente sprovviste di tracciabilità, trasportate su un furgone isotermico.  I controlli hanno interessato anche le attività di ristorazione, nello specifico, i militari di S. Agata di Militello, hanno deferito, alla competente Autorità Giudiziaria, il titolare di un ristorante nel comune di Tusa (Me), per l’accertato “cattivo stato di conservazione” di circa 30 kg di prodotto ittico, sottoposto a sequestro penale per il successivo smaltimento presso struttura autorizzata. I militari ad Augusta, durante dei controlli al mercato rionale, hanno proceduto al sequestro di 35 kg di pesce in quanto privo di documentazione e irrogato la relativa sanzione amministrativa. I controlli posti in essere, si collocano nell’ambito dell’attività di contrasto alla pesca illegale e per verificare il rispetto della politica comune della pesca anche in merito all'osservanza delle norme inerenti le taglie minime del pescato, la tracciabilità/rintracciabilità e l'etichettatura del prodotto ittico in tutte le fasi della commercializzazione, a tutela delle risorse ittiche, dell'ambiente marino ed a garanzia della sicurezza alimentare del consumatore che il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali ha assegnato al Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera.




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CATANIA - SCANDALO SANITA’ PROCURA REPUBBLICA OTTIENE DA GIP 8 MISURE CAUTELARI INTERDITTIVE  E SOSPENSIONE ESERCIZIO PUBBLICI UFFICI.  Il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Catania ha emesso otto misure cautelari interdittive  della “sospensione dall’esercizio di pubblici uffici e servizi, ” per la durata di 1 anno su richiesta della Procura distrettuale della Repubblica. I  Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Catania hanno notificato il provvedimento nei Comuni di Catania, Palermo, Monreale (PA) e Zola Predosa (Bo),  nei confronti di: Filippo DI PIAZZA, nato a Palermo, il 20 aprile 1973; Giuseppe DI ROSA, nato a Palermo, il 4 ottobre 1978; Ignazio LA MANTIA, nato a Catania, il 19 giugno 1958; Rosalia Maria LEONARDI, nata a Catania, il 10 luglio 1961; Ruggero Benedetto Italo RAZZA, nato a Milano, il 23 settembre 1980; Antonio SCAVONE, nato a Catania, il 16 novembre 1956, e per la durata di 8 mesi, nei confronti di: Alberto BIANCHI, nato a Bologna, il 7 ottobre 1962; Calogero GRILLO, nato a Canicattì (AG), l’8 settembre 1952. Le 8 misure emesse poiché i destinatari sono gravemente indiziati, in concorso tra loro e con altri soggetti indagati, allo stato degli atti ed in relazione alla fase processuale che non consente l’intervento delle difese, dei reati di “turbata libertà degli incantieturbata libertà del procedimento di scelta del contraente”. Il provvedimento fa sempre parte dell’Operazione “PSN , che nei giorni scorsi ha portato all’emissione dell’“ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari” da parte del G.I.P etneo ed eseguita dall’Arma dei Carabinieri di Catania, nei confronti di Giuseppe ARCIDIACONO, Nunzio Ezio CAMPAGNA, Sebastiano FERLITO e Gesualdo Antonino MISSALE, che nel corso degli “interrogatori di garanzia” del 3 maggio u.s., si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Il Giudice, all’esito degli interrogatori svolti gli scorsi 4 e 5 maggio, in tale contesto, ha concordato con la richiesta della Procura della Repubblica di Catania di applicazione della misura interdittiva ai restanti 8 indagati, ravvisando come stringenti e attuali le esigenze cautelari, potendo gli stessi tornare a rivestire o continuare a ricoprire funzioni e ruoli nella P.A., nelle procedure concorsuali universitarie, nell'ambito della sanità pubblica, nella direzione di ordini professionali e nella compagine di governo di enti partecipati dalle pubbliche amministrazioni. Le persone coinvolte nel caso, secondo l’accusa,  “ciascuna per la propria parte, avrebbero condiviso ed apportato un contributo penalmente rilevante ad un articolato sistema di turbativa di selezioni pubbliche a base clientelare e familistica, in spregio ai principi del buon andamento e imparzialità della Pubblica Amministrazione, traendone, come sarebbe stato nel caso di LEONARDI, SCAVONE e RAZZA, anche un vantaggio per persone a loro molto vicine. Condotte illecite quelle contestate che sarebbero caratterizzate dalla gravità, sistematicità e ampiezza delle manipolazioni che avrebbero accompagnato i “Progetti PSN” e il concorso per direttore amministrativo dell'OMCeO Catania”. Alberto BIANCHI e Calogero GRILLO non avrebbero attivato i loro poteri di controllo della legalità formale e sostanziale delle procedure cui partecipavano in ruoli di rilievo, allo stesso modo, parimenti grave è il concorso alle turbative nell’attribuzione degli incarichi nei Progetti CARIE OSAS e CARDIO da parte di Rosalia Maria LEONARDI. Analogo ragionamento varrebbe  poi per Giuseppe DI ROSA, Filippo DI PIAZZA e Ignazio LA MANTIA, poiché gli stessi avrebbero concorso nell’alterazione della procedura concorsuale per l’incarico di Dirigente Amministrativo dell’Ordine dei Medici di Catania in favore di Aldo MISSALE. Gli inquirenti rilevano che sotto tale profilo, particolarmente grave appare la condotta contestata a DI ROSA e DI PIAZZA, i quali si sarebbero prestati perfino a consegnare le tracce delle prove scritte e le domande di quelle orali al candidato predestinato. Gli investigatori hanno evidenziato per quanto riguarda invece le condotte che sarebbero state poste in essere dagli indagati RAZZA e SCAVONE, volte a favorire nel primo caso la designazione di Filippo FIORENZA quale “esperto in elaborazione report e studi” per conto dell’Ordine dei Medici e Odontoiatri di Palermo nel Progetto denominato “OSAS Catania – Sentinelle della prevenzione”, mentre nel secondo l’assegnazione a GULLOTTO Loredana (vicina a Scavone) di un incarico a tempo determinato quale “Amministrativo” nell’ambito del Progetto “Centro Cardio Hub e Spoke – modello di prevenzione e riabilitazione” presentato dall’Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale e di Alta Specializzazione “Garibaldi”, le stesse assumerebbero particolare gravità in ragione del ruolo di primo piano allora rivestito dai medesimi nell’ambito della Giunta Regionale quali Assessori rispettivamente alla Salute il primo  e alla Famiglia il secondo. Il GIP etneo ha disposto una misura interdittiva di maggiore durata per gli indagati RAZZA, SCAVONE, LA MANTIA, LEONARDI, DI ROSA e DI PIAZZA, attesa la ritenuta maggiore  gravità delle condotte a loro contestate e comunque per il ruolo di elevata responsabilità che ricoprivano, nello svolgimento del quale o comunque in concomitanza con il quale hanno agito, e per il più elevato grado di adesione anche psicologica alle condotte contestate a  CAMPAGNA ed a  MISSALE. Inferiore in termini di gravita invece quella contestata a BIANCHI ed a GRILLO, per il ruolo meno centrale che essi avrebbero svolto nei fatti e in ragione di un minore disvalore espresso dalle condotte loro addebitate.


PALAGONIA – CC trovano droga nascosta in  box auto: 1 presso. Si tratta di Salvatore LIZIO 50enne del posto. I Carabinieri del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Palagonia hanno bloccato nella flagranza il soggetto ritenuto responsabile di detenzione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. L’equipaggio della gazzella, nell’usuale controllo del territorio, dimostrando anche una particolare conoscenza delle dinamiche delinquenziali della zona, ha notato degli strani movimenti nei pressi dell’abitazione del sospetto. La circostanza ha suggerito ai militari di cogliere il momento opportuno per accedere nell’abitazione e nelle sue pertinenze per effettuare una perquisizione d’iniziativa alla presenza del sospettato. La decisione  si è rivelata quantomai azzeccata, difatti, in un box auto adiacente  l’immobile, i carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato: 29 dosi di eroina e 23 dosi di cocaina. Salvatore LIZIO, assolte le formalità di rito, è stato associato nel carcere di Caltagirone. 


MASCALI  CT - Cane CC antidroga Ivan trova stupefacente  in casa del pusher. I Carabinieri della Stazione di Mascali, coadiuvati da uomini del Nucleo Cinofilo di Nicolosi,  hanno bloccato Stefano Mario SCIACCA 21enne, del posto, nella flagranza di reato di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. L’attività info investigativa ha consentito all’Arma mascalese di centrare l’obiettivo bloccando  SCIACCA, ancora una volta e per le stesse motivazioni legate allo spaccio di droga. I militari, acquisite le opportune informazioni, si sono recati nell’abitazione del sospetto circondandone il perimetro.   SCIACCA si attardava all’apertura della porta che, poi, apriva soltanto quando i militari avevano minacciavano di abbatterla. I carabinieri hanno iniziato la perquisizione ed hanno immediatamente rinvenuto 1 bilancino di precisione sul tavolo della cucina.  Il  fiuto infallibile del cane “Ivan” ha segnalato la presenza di droga nel comodino della stanza da letto, la quale, non veniva trovata dai militari. La ricerca del cane, in seguito, ha sortito l’esito sperato consentendo di rinvenire, occultata in una cavità del ripostiglio, 1 busta contenente 95 dosi di marijuana già pronte per lo smercio per un totale di circa 60 grammi. Il ritrovamento ha per i tutori dell’ordine avvalorato l’ipotesi che il giovane avesse temporeggiato  l’apertura della porta per nascondere la droga dall’accessibile comodino al nascondiglio dove, suo malgrado, è stata invece rinvenuta. Il personaggio è stato tradotto nel carcere catanese di Piazza Lanza.


CALTAGIRONE CT - 42enne continua a perseguitare ex compagnia, Polizia esegue arresto: aggravamento pena. I poliziotti ieri, su disposizione del GIP presso il Tribunale di Caltagirone, hanno eseguito 1 ordinanza di sostituzione della misura degli arresti domiciliari in atto applicata con quella della custodia cautelare in carcere, nei confronti di un 42enne di Caltagirone il quale ha continuato ad avere  condotte vessatorie nei confronti della sua ex moglie. Il soggetto, il 26 settembre, era stato sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari con permesso di recarsi sul luogo di lavoro dalle ore 5.15 alle ore 16.00. il personaggio invece di fare rientro a casa senza soste intermedie, si recava presso il bar ubicato nelle vicinanze dell’abitazione della ex moglie e dei suoi genitori, dove l’incontrava all’uscita del locale, profferendo nei suoi confronti minacce di morte. La donna, dopo aver chiamato il NUE 112 per richiedere l’intervento di una pattuglia, aveva deciso di recarsi immediatamente presso il locale Commissariato dove, visibilmente spaventata, ha formalizzato in denuncia quanto le era accaduto. La contestuale attività investigativa svolta nell’immediatezza, anche reperendo supporti video che hanno evidenziato la violazione delle prescrizioni imposte al soggetto. Il personaggio, quindi con la sua presenza ingiustificata nell’esercizio pubblico, ha consentito ai tutori dell’ordine di  chiedere ed ottenere la sostituzione della misura cautelare degli arresti domiciliari in corso con la misura cautelare della custodia in carcere, oggi eseguita. Il  malfattore, dopo le formalità di rito, è stato associato presso la Casa Circondariale di Caltagirone a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.


CATANIA – 70enne minaccia ex moglie e figlia con revolver clandestino: arrestato e rinchiuso in carcereI Carabinieri del Nucleo Radiomobile del Comando Provinciale hanno arrestato nella flagranza il  catanese Salvatore D’ANGELO 70enne, noto per reati associativi e contro la persona, poiché ritenuto responsabile di detenzione e porto di arma clandestina, nonché di atti persecutori commessi ai danni dell’ex moglie e della figlia. Una segnalazione è pervenuta  al 112, indicante un soggetto il quale era armato e posto sul balcone al secondo piano di una abitazione di via Del Principe, quartiere San Cristoforo.  L’equipaggio della gazzella è intervenuto celermente in zona ed individuata l’unità abitativa, vi ha fatto irruzione.  I  militari,  procedendo a perquisizione domiciliare, hanno rivenuto e sequestrato 1 revolver S&W calibro 38 con 6 cartucce nel tamburo e la matricola abrasa, occultato sotto l’armadio nella camera da letto. I  carabinieri,  nel medesimo conteston hanno altresì appurato come lui,  da oltre un anno minacciava di morte (senza una plausibile ragione) l’ex moglie, di  64anni, e la figlia,  46 anni, entrambe residenti nell’abitazione confinante a quella del 70enne.  L’arma sequestrata, nei prossimi giorni, sarà inviata agli specialisti del R.I.S. di Messina i quali, mediante esami tecnico balistici, potrebbero stabilirne l’eventuale utilizzo in pregressi episodi criminosi.L’arrestato, in attesa della convalida del G.I.P., è stato associato al carcere di Catania Piazza Lanza.


CATANIA – Rapina e colpisce cliente durante rapporto sessuale, nigeriana bloccata da agenti. La Polizia di Stato ha arrestato la nigeriana Nirka CHIKA 19enne, perché responsabile di rapina aggravata. La donna durante la sua attività, era stata “abbordata” da un cliente che l’aveva fatta accomodare sulla sua auto per poi, trovato un luogo appartato, consumare un rapporto sessuale.La donna, non disdegnava l’attività di rapinatrice e quindi, come riferito dalla vittima stessa, durante l’amplesso si è appropriata del cellulare dell’uomo il quale, nel tentativo di rientrare in possesso del maltolto, s’è pure preso un colpo sul naso, sferrato dalla CHIKA per garantirsi il bottino. L’attività di prostituzione, però, è stata, ed è tuttora, oggetto delle misure deterrenti disposte dal Questore di Catania Mario Della Cioppa, che la Polizia realizza  attraverso una capillare e continua attività di controllo del territorio.   Lo  sfortunato, ma anche poco avveduto, rapinato ha potuto immediatamente incontrare una Volante al cui equipaggio ha raccontato l’accaduto. La Polizia proprio grazie all’attività presidiaria,   con una precisa conoscenza dei luoghi e delle persone   ha rintracciato immediatamente la nigeriana, cogliendola con “le mani nel sacco”, atteso che aveva ancora nella borsetta il cellulare rapinato all’uomo. La donna è stata subito condotta in Questura e da li, su disposizione del P.M. di turno, rinchiusa nel carcere di Piazza Lanza in attesa della convalida del GIP.


CATANIACarabinieri a Librino bloccano pusher con droga, mentre spaccia. I militari del Nucleo Operativo della Compagnia di Catania Fontanarossa hanno ammanettato nel quartiere di Librino il  catanese Angelo PASQUALINO 36enne. Il personaggio  è stato preso nella flagranza di reato di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.  I tutori dell’ordine, già da tempo, monitoravano il personaggio per poterlo pizzicare nel momento giusto e l’hanno sorpreso mentre stava cedendo dosi di sostanza stupefacente ad alcuni clienti occasionali. I  militari, immediatamente hanno bloccato il pusher sottoponendolo ad una perquisizione a seguito della quale hanno rinvenuto, già suddivisi in singole dosi pronte per lo spaccio, 110 grammi di marijuana, 2 di crack e 3 di cocaina nonché, in particolare, una ricetrasmittente che il pusher utilizzava per i contatti diretti con la vedetta che, stavolta, è stata elusa dagli operanti. L’arrestato è stato associato nel carcere catanese di Piazza Lanza.



CATANIA -  Cane antidroga trova 3 kg cocaina su bus, Polizia arresta corriere napoletano. Si tratta di Salvatore SANGES 30enne, trovato in possesso di un’ingente quantità di cocaina. Il  nuovo successo per gli uomini della Polizia di Stato sul fronte della lotta al traffico di droga è stato nella mattinata con le manette per Salvatore SANGES. L’operazione si è svolta in sinergia tra gli agenti della Squadra Mobile ed i conduttori della Squadra Cinofili dell’UPGSP. I poliziotti hanno messo in campo uno tra i loro campioni della ricerca di stupefacenti: il cane Sky, pastore tedesco di 2 anni, dal fiuto infallibile. Il  fiuto di Sky di mattina, è stato utile nell’ambito di servizi predisposti per il contrasto del fenomeno dello spaccio e traffico di sostanze stupefacenti. Il cane poliziotto nel corso di controlli programmati a campione, su pullman di linea viaggianti durante la ore notturne, ha portato  all’arresto del Sanges. Il soggetto stava viaggiando a bordo di un pullman di linea a lunga percorrenza proveniente dalla Campania quando è stato fermato e controllato insieme ag un altro autobus. I poliziotti sono saliti a bordo ed hanno messo all’opera Sky il quale, in men che non si dica, ha scovato 1 busta di plastica – nascosta sotto il sedile del Sanges,  contenente 3 panetti di cocaina, dal peso complessivo di 3kg. circa.Il personaggio è stato immediatamente prelevato e condotto in Questura da dove è ripartito alla volta del carcere di Piazza Lanza, per ivi rimanere a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.


CATANIA Blitz Polizia municipale in piazza C.Alberto, daspo e sanzioni per venditori e 12 parcheggiatori abusivi. Il sindaco Salvo Pogliese e l’assessore alla Polizia urbana Alessandro Porto  hanno dato disposizione di attivare il servizio di controllo svolto col coordinamento del comandante Stefano Sorbino, dal responsabile del reparto Annona Francesco Caccamo. Il   daspo urbano nel Comune di Catania è stato emesso nei confronti di parcheggiatori abusivi.  I  controlli della Polizia municipale contro l’abusivismo sono stati attuati in varie zone della città. In questi giorni, in particolare 12 parcheggiatori abusivi sono stati verbalizzati e per 2 è stato emesso il daspo urbano. I controlli a tappeto degli agenti di sei pattuglie del reparto Annona sono stati svolti con l’appoggio un furgone che ha attuato 3 interventi sul territorio in contrasto alla contraffazione delle merci nella zona di piazza Carlo Alberto e nell’area attigua. Il  fenomeno criminale costituisce un grave problema che spesso  alimenta  le fila della malavita organizzata. La Polizia municipale, nel corso dei blitz  in via Cosentino ed in via Giordano Bruno, ha sequestrato 139 paia di scarpe e 46 borse, tutti accessori con marchi contraffatti. 


CATANIA - Guardia Costiera  trova, senza vita, sub disperso da ieri in molo levante porto di Catania. Mauro Finocchiaro  60enne catanese da ieri era disperso nel mare di Catania. I  militari  della Guardia Costiera, con le prime luci del giorno all’alba, hanno intensificato le ricerche ed hanno avuto esito. La famiglia in serata, aveva dato l’allarme poichè, conoscendo le abitudini del congiunto non l’aveva visto tornare a casa, sapendo che alle 17.00 era andato a fare una immersione. Le ricerche, sono state condotte via aria, terra, mare ed anche sott’acqua, in sinergia fra Guardia Costiera, Carabinieri, Polizia di Stato e Vigili del Fuoco, fino a questa mattina  e non avevano dato esito. L’aiuto di un nucleo di subacquei volontari, vicini al disperso è stato determinante e con l’ausilio della motovedetta della Guardia Costiera CP888, hanno rinvenuto il corpo esanime presso il lato est del molo di levante nel porto di Catania dove Mauro Finocchiaro era andato a fare una battuta di pesca in apnea.


RANDAZZO -  Carabinieri, Cacciatori e Cinofili Nicolosi in Operazione antidroga  arrestano 2 per piantagioni canapa indiana. I militari della Compagnia di Randazzo, coadiuvati dallo Squadrone Eliportato Cacciatori Sicilia e Nucleo Cinofili Nicolosi, allo scopo di fronteggiare efficacemente il traffico illecito di sostanze stupefacenti, nei giorni scorsi, hanno battuto palmo a palmo le zone agresti del territorio di competenza, ed oltre, ottenendo i seguenti risultati: arrestato nella flagranza un 29enne del posto, poiché ritenuto responsabile di coltivazione e detenzione illecita di sostanze stupefacenti. I carabinieri a seguito di una perquisizione eseguita in un fondo agricolo di proprietà del giovane randazzese, ubicato  in contrada Fortino a Mojo Alcantara (ME), hanno scoperto una maxi piantagione, organizzata in serre,  composta da 3.500 piante di canapa indiana di varia metratura. Le operazioni, estese anche alla residenza ed altri immobili di pertinenza del soggetto, ubicate a Randazzo in contrada Calderara e via Cellini, hanno consentito ai tutori dell’ordine di rinvenire e sequestrare oltre 1 Kg di marijuana, diverse bilancini elettronici di precisione, nonché  del materiale comunemente utilizzato dagli spacciatori per confezionare le dosi di stupefacente da porre in vendita. Un  30enne del posto è stato arrestato nella flagranza, poiché ritenuto responsabile di coltivazione e detenzione illecita di sostanze stupefacenti. I  militari accedendo nell’abitazione del pusher, previa perquisizione, hanno rinvenuto e sequestrato oltre 700 grammi di marijuana, diverse piante di canapa indiana, nonché lampade e specchi utilizzati per la coltivazione indoor.  Gli arrestati, assolte le formalità di rito, sono stati relegati agli arresti domiciliari.  I militari  hanno scoperto un’altra piantagione di canapa indiana in contrada Dagala Longa a Randazzo. I carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato, accuratamente occultati tra la vegetazione, 250 bicchierini in plastica con del terriccio e dei germogli di canapa indiana, conservati all’interno di un piano rialzato in legno di circa 6mt x 1mt, coperti da una rete metallica per proteggerli verosimilmente dai volatili o da altri piccoli animali. A completare il materiale utile alla coltivazione c’erano anche delle taniche d’acqua, un serbatoio da 1000 litri e sacchi di terriccio accuratamente accatastati, tutto accuratamente mimetizzato tra la vegetazione. Il  fiuto del Labrador “Ivan”, nei pressi della vecchia Stazione San Teodoro (della linea Randazzo – Mojo Alcantara), ha rilevato ben nascosti all’interno dei muretti a secco, 3 recipienti in vetro contenenti complessivamente circa 400 grammi di Marjuana. L’operazione antidroga   è avvenuta a pochi giorni di distanza dall’arresto di un soggetto che, per evitare di essere trovato in possesso della droga, alla vista dei carabinieri, ha ingoiato diversi grammi di cocaina contenuta all’interno di un condom.


PALAGONIA CT  -  Carabinieri bloccano spaccio in centro storico, sorpresi 1 marocchino vedetta e 2 pusher in azione antidroga.  I maldestri  credevano che  con l’ausilio del sorvegliante avrebbero spacciato al sicuro. I Carabinieri della Stazione di Palagonia, supportati dagli uomini del Nucleo Operativo della locale Compagnia, hanno ammanettato Massimo GULIZIA 36enne e Giuseppe MAROTTA 33enne, entrambi del posto, e Rachid OUKHUYA 25enne cittadino extracomunitario di origine marocchina. I soggetti sono ritenuti  responsabili di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. L’attività info-investigativa è stata svolta dai militari della Stazione indirizzati verso una fiorente attività di spaccio di droga, attuata dal terzetto. Gli investigatori hanno appurato che tutto era attivato  posto in essere in un’abitazione  in via Ottavia,  stradina del centro storico palagonese. I  militari hanno attuato un servizio di controllo a distanza per la particolare conformazione urbanistica con l’utilizzo di uno speciale binocolo, grazie al quale hanno potuto studiare le mosse del terzetto. I carabinieri hanno ricostruite che i due palagonesi, avrebbero fatto posizionare l’extracomunitario a debita distanza per utilizzarlo nella duplice veste di vedetta, per tutelarsi da “sgradite visite”, nonché per indirizzare i clienti verso l’abitazione dove con essi realizzavano lo scambio soldi-droga. Gli investigatori hanno accertato il modus operandi ed hanno bloccato a distanza un assuntore che aveva appena acquistato una dose di cocaina. I carabinieri hanno quindi proceduto a neutralizzare  la vedetta ed a far ingresso nell’abitazione dove, seduti attorno ad un tavolo sul quale era presente il materiale per il confezionamento delle singole dosi di droga, vi erano  GULIZIA e MAROTTA. I militari, a seguito della perquisizione, hanno altresì rinvenuto 3 dosi di eroina ed 1 dose di marijuana, oltre a 6 flaconi di metadone, 1 bilancino di precisione, 1 bottiglia modificata per consentire di fumare la cocaina e 25 euro, provento dello spaccio. I due palagonesi sono stati posti agli arresti domiciliari presso le loro abitazioni, mentre il cittadino extracomunitario è stato associato nel carcere di Caltagirone.


 

CATANIA - Squadra Mobile, cambio a vertice dott. Basile  subentrato a dott. Salvago. Il dottor Marco Basile

  (video  intervista)  

si è insediato quale Capo della Squadra Mobile Catania, nel suo  piano operativo in Città  c’è azione contro ogni tipo di criminalità. Il  Primo Dirigente dottor Antonio Salvago   è stato designato a dirigere una delle Squadre Mobili che può, attualmente, essere annoverata tra le più impegnative d’Italia: Napoli. Il  Primo Dirigente dott. Marco Basile   video  intervista è di nuova assegnazione, ed arriva a Catania quale capo della Squadra Mobile etnea.


CATANIA Polizia, criticità ufficio denunce: comunicato sindacati COISP e UIL SICUREZZA.  I due sindacati di Polizia stigmatizzando la situazione riguardante l’operatività all’ufficio denunce hanno stilato il seguente documento congiunto: “Il Questore apporta taluni correttivi in ordine all'Ufficio denunce della Questura ma permangono assurde criticità.....disagi ai cittadini. In ordine alle serie criticità riscontrate di recente in seno all'Ufficio denunce della Questura di Catania e segnalate agli organi di stampa, a firma "d'ordine del Questore", sono giunte le prime note di risposta al Sindacato (NE ASPETTIAMO ANCORA) dove si evidenziano i correttivi presi dalla Questura: ad avviso di chi scrive e verrà spiegato il motivo, si tratta di soluzioni parziali e inefficaci in quanto permangono fattori assurdi. In detto Ufficio Denunce, come noto e non per colpa dei poliziotti che seguono ordini impartiti dai superiori, più denunce/querele/esposti vengono ricevuti nella stessa stanza con diverse postazioni di lavoro e con probabile danno alla riservatezza dei dati personali (un denunciante può ascoltare i fatti dell'altro e ciò nonostante i tentativi dei poliziotti di evitare ciò); non solo, i diversamente abili non possono entrare agevolmente in detto Ufficio senza l'aiuto dei poliziotti in turno e, fatto assurdo, che vi sono attese di ore e ore per fare una denuncia. In relazione alle lunghe attese, nessuna risposta e nulla è cambiato, ciò dispiace per il disservizio creato ai cittadini spesso vittime di reati e per i poliziotti che, a fronte del tanto lavoro e senza colpa, provano a giustificare le lunghe attese. In ordine alla violazione della riservatezza e alla problematica dei diversamente abili, la Questura, grazie alla segnalazione pubblica fatta dal Sindacato, ha disposto che nel caso di denunce o querele aventi profili di particolare delicatezza, gli utenti verranno ricevuti in un locale appositamente dedicato, così da tutelare la riservatezza. Lo stesso locale, nelle more della realizzazione di un piccolo scivolo e della sistemazione del gradino dell'ufficio denunce, verrà destinato altresì alla ricezione delle denunce presentate da soggetti diversamente abili. Si evidenzia che solo quando viene presa una denuncia con "..profili di particolare riservatezza..", così dice la nota fatta pervenire dal Vertice della Questura, vengono adottate determinate procedure volte a tutelare la riservatezza. Quando vengono due denuncianti che devono presentare una semplice denuncia di smarrimento e/o segnalare altre criticità quali furti e simili che succede?...TUTTI NELLA STESSA STANZA: ciò è rischiosissimo perché, come noto, in sede di denuncia i poliziotti devono chiedere agli esponenti/denuncianti anche dati personalissimi quali la residenza, i dati anagrafici e sin anche numeri di telefono ed altro ancora...se qualcuno memorizza questi dati con scopi illegali?Non solo, fuori la stanza dell'Ufficio denunce della Questura manca opportuna segnaletica con l'indicazione rivolta alle vittime che devono denunciare fatti con "..profili di particolare riservatezza..": ciò con il rischio che, vedendo tanta gente e per l'imbarazzo, persone che vogliono denunciare determinate situazioni delicate vanno via con il magone: L'UNICA SOLUZIONE È DI ALLESTIRE E RISERVARE PIÙ STANZE ALL'UFFICIO DENUNCE E IN OGNI STANZA VI DEVE STARE UNA SOLA POSTAZIONE DI LAVORO, QUINDI UN POLIZIOTTO E UN/UNA DENUNCIANTE.....COSÌ E' POSSIBILE RISPETTARE LA PRIVACY!!!I Sindacati di Polizia Coisp e Uil Sicurezza, nel prendere comunque atto di quanto sin ora fatto e quindi del tentativo di trovare una soluzione ai problemi, continuano a contestare la gestione dell'Ufficio denunce della Questura di Catania e, per questo motivo, ancora una volta chiedono pubblicamente l'intervento al Questore di Catania Alberto Francini, persona altamente qualificata, affinché vengano eliminate una volta per tutte determinate assurde criticità in seno alla Questura da lui diretta”.


SCORDIA CT – Ruba in appartamento, lentinese incastrato dal sangue perso in casa svaligiata. I Carabinieri della Stazione di Scordia hanno bloccato Gaetano PALERMO 37enne di Lentini (SR), in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Caltagirone in ordine al reato di furto in abitazione. Il personaggio il 24 novembre 2017, per entrare nell’abitazione di via Sandro Pertini a Scordia aveva infranto un vetro ferendosi una mano. Il maldestro ignaro di aver lasciato delle tracce di sangue sul pavimento dell’immobile, aveva razziato preziosi e materiale informatico per poi fuggire via. Gli investigatori dell’Arma, in sede di sopralluogo, repertarono il sangue perso dal ladro ferito che è stato analizzato dagli specialisti del RIS di Messina, ed hanno consentito l’identificazione del reo.  L’arrestato, dopo le formalità di rito, è stato relegato agli arresti domiciliari.


CALTAGIRONE Cocaina, hashish e marijuana: 80 Carabinieri eseguono misure per 14 personaggi. I soggetti destinatari di misura cautelare in Carcere: Giovanni CASCIANA  25enne nato a Caltagirone; Vincenzo CASCIANA 28enne nato a Piazza Armerina EN; Giacomo Alessandro RIBELLE  29enne nato a Ravenna; Francesco SPATARO 34enne nato a Caltagirone; Ai domiciliari: Giovanni Luca LA ROCCA 23enne nato a Caltagirone; Giuseppe Stefano MARCHESE 26enne nato a Caltagirone; Flavio RISO 26enne nato a Caltagirone; Fabio CANNIZZARO 40enne nato a Caltagirone (CT); Ivan DI BENEDETTO 28enne nato a Caltagirone. Dell’Obbligo di Dimora: Giuseppe NICOLACI 24enne nato a Caltagirone; Liborio SIRACUSA 37enne nato a Catania; Giuseppe GAMBINO 20enne nato a Caltagirone; Luca CRISCIONE 24enne nato a Caltagirone.  Dell’Obbligo di Presentazione alla P.G. : Giacomo LO BIANCO 25enne nato a Caltagirone. 80 Carabinieri del Comando Provinciale di Catania, supportati dalla Compagnia di Intervento Operativo del XII° Reggimento “Sicilia” e dal Nucleo Cinofili di Nicolosi ,su disposizione della Procura della Repubblica di Caltagirone, nelle prime ore del mattino nei comuni di San Michele di Ganzaria, Caltagirone, Palagonia e Ramacca, hanno dato esecuzione ad una misura cautelare emessa nei confronti di 14 soggetti  ritenuti responsabili, a vario titolo, di concorso in detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, hashish e marijuana. Il provvedimento è scaturito dagli esiti di un’articolata attività investigativa condotta dalla Stazione di San Michele di Ganzaria e dalla Compagnia Carabinieri di Caltagirone tra il mese di novembre 2017 ed il mese di luglio 2018. Le indagini di natura tecnica, dinamica e di osservazione, hanno reso possibile accertare la responsabilità degli indagati in merito ad una fiorente attività di spaccio di stupefacenti avvenuta nei comuni di San Michele di Ganzaria e di Caltagirone. Destinatari della misura anche i pronipoti di Ciccio La Rocca, ritenuto Boss di cosa nostra, reggente la famiglia di San Michele di Ganzaria. Il peculiare ed inusuale il modus operandi utilizzato dagli indagati, consisteva nell’affittare, per brevi periodi, alcuni bed & breakfast del Calatino, all’interno dei quali, all’insaputa dei titolari, veniva smerciata la droga, nella convinzione di sfuggire ai controlli dei Carabinieri.  I  militari dell’Arma,  nel corso delle indagini, sono riusciti a delineare le modalità di approvvigionamento dello stupefacente, che avveniva  nel comune di  Palagonia, arrestando nella flagranza 7 soggetti per detenzione ai fini di spaccio di sostanze.


MASCALUCIA  CT- 47enne in attesa di separazione: testata, morsi e tenta strangolare moglie, poi si barrica in casa col figlio: blitz carabinieri liberato bimbo. I militari della locale Tenenza hanno arrestato nella flagranza un 47enne del posto, poiché ritenuto responsabile di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali. La vittima ha chiesto aiuto ai carabinieri riferendo di aver patito poco prima l’aggressione da parte del marito, avvenuta sotto casa della madre di lei. Il violento avrebbe tentato di strangolare la donna colpendola con una testata e morderla sul viso, al solo fine di strapparle il figlio di appena 2 anni dalle braccia e portarlo via con l’intento di non farglielo più rivedere. L’intervento immediato di una pattuglia presso l’abitazione del reo che, si è rifiutato di aprire barricandosi in casa, ha consentito ai militari di scavalcare il muro di cinta della proprietà irrompere nell’appartamento, porre in sicurezza il bambino ed arrestare lui. La donna, è stata trasportata al Policlinico del capoluogo etneo, i medici del pronto soccorso hanno riscontrato alla malcapitata: “fratture alle ossa nasali e cervicalgia post trauma” con una prognosi di gg.30 s.c. La vittima, nel denunciare il marito, ha raccontato ai militari di aver subito nei dieci anni di matrimonio ogni sorta di vessazione legata alla gelosia morbosa del soggetto, mai placata neanche dopo la nascita del figlio. Le percosse l’avevano costretto la vittima, qualche mese fa, a lasciare la casa coniugale per andare a vivere con la madre in attesa della separazione.   L’arrestato, assolte le formalità di rito, è stato associato al carcere di Catania Piazza Lanza così come disposto dall’Autorità Giudiziaria.  


SANTA MARIA di LICODIA  CT Donna picchiata ed abusata da ex compagno: Carabinieri stalker ai domiciliari.  La Procura Distrettuale della Repubblica, nell’ambito di indagini a carico di T.S. 26enne, indagato per i reati di maltrattamenti contro familiari, lesioni personali aggravate ed atti sessuali con minorenne commessi in danno della convivente, ha richiesto ed ottenuto la misura cautelare della custodia degli arresti domiciliari eseguita dai Carabinieri della Stazione di Santa Maria di Licodia  (CT).  Le indagini, coordinate dal pool di magistrati qualificati sui reati che riguardano la violenza di genere, hanno evidenziato una serie di eventi che hanno visto la donna patire dal 2012  ad oggi una vera e propria via crucis. Lui nel corso della convivenza familiare, oltre ad avere abusato sessualmente della compagna quando questa ancora non aveva compiuto i 14 anni, ha posto in essere una serie di condotte violente e vessatorie nei confronti della stessa aggredendola, in più occasioni, con calci e pugni e cagionandole delle lesioni (in un episodio le causava la perforazione del  timpano), costringendola a ricorrere innumerevoli volte alle cure di diversi presidi ospedalieri, il tutto allo scopo precipuo di volerla soggiogare al proprio volere, isolandola di fatto dal contesto di amici e soprattutto dalla famiglia di origine.  Il violento avrebbe tenuto poi condotte senza soluzione di continuità, anche dopo la decisione della ragazza di lasciare il compagno, costellate anche da insulti ledenti la dignità della persona offesa,  nonché minacce, tra le quali: “ti infilo un coltello nel collo” e “non ti fare vedere in giro con qualcuno perché ti metto sotto con la macchina”. La vittima, ormai esasperata, ha comunque trovato la forza di reagire denunciando l’ex ai carabinieri  fornendo agli inquirenti tutti gli elementi necessari a configurare  un quadro probatorio a carico dell’indagato che non ha lasciato alcun dubbio al giudice il quale, accogliendo la richiesta della Procura,  ha emesso la misura restrittiva.


BIANCAVILLA  CT- Carabinieri, in fondo agricolo trovano armi clandestine. Giuseppe SAPIA 37enne è stato rinchiuso in carcere, produceva in proprio le munizioni.  I Carabinieri della locale Stazione hanno bloccato nella flagranza il personaggio già gravato da precedenti specifici, poiché ritenuto responsabile di detenzione di armi clandestine, detenzione illegale di armi comuni da sparo, munizioni comuni e da guerra nonché  ricettazione. I  militari, al termine di una breve ma proficua attività info-investigativa, hanno avuto accesso al terreno di proprietà del soggetto, ubicato in località Guardia Maio del comune di Biancavilla, dove una approfondita ispezione dei luoghi ha consentito di rinvenire, sotto un cumulo di pietre creato ad arte dal reo, armi e munizioni: 1 fucile automatico calibro 12 marca “Franchi”, risultato oggetto di furto in una abitazione di Canosa di Puglia (BA) nel lontano giugno del 1991; 1 pistola a salve modificata in arma comune da sparo; 800 cartucce di diverso calibro; 3 kit completi per la produzione e ricarica di cartucce. Le armi sequestrate nei prossimi giorni saranno inviate agli esperti del R.I.S. di Messina per essere sottoposte a specifici esami tecnico-balistici che potrebbero stabilirne l’eventuale utilizzo in pregressi episodi criminosi.  L’arrestato, assolte le formalità di rito, è stato associato al carcere di Catania Piazza Lanza.


GIARRE Uccide ex moglie a pistolettate, lui muore in ospedale con 1 colpo arma. La vittima Sara Parisi 58enne è stata uccisa con colpi di pistola a Giarre in corso delle Province, vicino alla sua abitazione esplosi dall’ex marito Francesco Privitera 58enne. L'uxoridicio della ex sarebbe avvenuto in strada, a Giarre in corso delle Province, vicino all'abitazione della donna. L'ex marito muratore avrebbe sparato per pregresse situazioni passionali mai sopite, poi secondo una prima ricostruzione degli investigatori, si sarebbe sparato con la stessa arma. L’ex marito era separato da anni. Francesco Privitera è morto nell'ospedale Cannizzaro di Catania dove era  stato trasferito in codice rosso. Lui era stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico. I carabinieri stanno svolgendo indagini anche per accertare se si sia suicidato o se il colpo che l’ha attinto a morte sia partito accidentalmente durante una colluttazione con familiare della vittima.


SCORDIA  CT  - Blitz CC “Cacciatori” trovate armi clandestine e munizioni: 37enne insospettabile in manette. I militari della Stazione di Scordia e dello Squadrone Eliportato “Cacciatori di Sicilia” hanno arrestato nella flagranza un 37enne del posto, poiché ritenuto responsabile di detenzione di arma clandestina nonché detenzione illegale di armi comuni da sparo e munizioni. I tutori dell’ordine al termine di una breve ma proficua attività info-investigativa, hanno predisposto due dispositivi di intervento simultaneo, ieri pomeriggio facendo irruzione sia nell’abitazione del sospettato, ubicata nel centro cittadino, che nella residenza estiva di contrada Montagnola. I c”Cacciatori” nel  luogo, previa perquisizione, hanno  rinvenuto e sequestrato:  1 fucile cal.12 marca “Breda” con la matricola abrasa, canna e impugnatura mozzate, 2 carabine ad aria compressa, 50 proiettili cal. 9 x 21, 45 cartucce cal.12, delle quali 34 a pallettoni e 3 a palla unica. L’arma clandestina, inviata agli esperti del  R.I.S. Carabinieri di Messina è sottoposta agli esami tecnico-balistici che potrebbero stabilirne, oltre alla provenienza, l’eventuale utilizzo in pregressi episodi criminosi.  L’arrestato, assolte le formalità di rito, è stato associato al carcere di Caltagirone.


CATANIA -  Carabinieri Nas Catania a Picanello bloccano 2 falsi dentisti. I militari hanno sequestrato studio odontoiatrico abusivo nel centro urbano. L’attività dei Carabinieri del Nas di Catania è continua contro l’abusivismo sanitario nel settore odontoiatrico.  2 odontotecnici, fratelli gemelli  sono finiti sotto la lente d’ingrandimento, i quali hanno pensato bene di dedicarsi, oltre alla costruzione delle protesi dentarie, anche alla cura dei denti vera e propria. I militari, nel corso di servizi di controllo nel popolare quartiere di Picanello, avevano notato un flusso ingiustificato di persone all’interno di quello che doveva risultare un normale laboratorio odontotecnico, ma che poi si è rivelato essere un vero e proprio studio dentistico dotato di apparecchiature costose e di nuova generazione.  I carabinieri, al momento dell’intervento hanno notato che  la sala d’attesa era colma di pazienti  i quali attendevano di essere visitati, senza la minima percezione di trovarsi al cospetto di falsi dentisti e in un luogo che, pur avendone le sembianze, certo non era affatto uno studio odontoiatrico autorizzato. Le forze dell’ordine precisano che “la professione dell’odontoiatra è esercitabile solo ed esclusivamente dai medici iscritti all’Albo degli Odontoiatri ed in possesso del relativo titolo di laurea. E’ essenziale, infatti, che le figure professionali a cui il cittadino affida la cura dei propri denti siano veri e propri medici, perché debbono essere capaci di comprendere eventuali malattie del cavo orale, delle mascelle e dei relativi tessuti, ovvero di effettuare le appropriate diagnosi e terapie anche preventive, per la corretta riabilitazione odontoiatrica”. Gli ignari clienti presenti in sala d’aspetto stavano per affidarsi, invece, a soggetti che non erano abilitati a svolgere la professione di dentista e quindi senza il possesso di laurea in odontoiatria o medicina e senza  aver mai intrapreso percorsi formativi nel settore sanitario. I militari precisano come sia bene ricordare che i falsi dentisti non solo provocano enormi danni alla salute dei cittadini, ma generano anche costi alle casse dello Stato in termini di “cure riparatrici” e di evasione fiscale. L’esercizio abusivo, infatti, non garantisce il rispetto delle necessarie regole d’igiene ed è potenziale fonte di pericolose malattie come epatite, tubercolosi, hiv.  I  Carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità, nel falso studio dentistico hanno apposto i sigilli, dopo aver posto sotto sequestro tutti i locali. I falsi medici sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Catania, che ha convalidato il sequestro del locale odontoiatrico per il reato di “esercizio abusivo della professione di odontoiatra”. I cittadini hanno oggi a disposizione importanti strumenti per verificare se i professionisti a cui si affidano per le cure siano muniti o meno di laurea e di abilitazione: è sufficiente consultare l’Albo online dell’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della propria provincia, o il portale della Federazione Nazionale raggiungibile all’indirizzo www.fnomceo.it .  Aspetto, non meno importante, è la verifica del preventivo di spesa e della successiva ricevuta fiscale, dove il nome di colui il quale emette  dovrà coincidere con il sanitario che ha praticato le cure. I controlli dei Carabinieri del NAS di Catania proseguiranno assiduamente su tutta l’area urbana, per tutelare   cittadini che, inconsapevoli o talvolta imprudenti non solo per esigenze di salute, ma anche economiche, si rivolgono a chi non sempre garantisce adeguati servizi sanitari.


BRONTE CT – ½ kg di canapa sativa in cena : 6 finiscono in ospedale. I Carabinieri hanno sequestrato il cibo preparato e la sostanza che ne ha causato gli effetti. 6 persone, 3 uomini e 3 donne, sono state ricoverate d’urgenza nell’Ospedale “Prestianni” di Bronte perché hanno accusato sintomi da grave intossicazione:  dolori addominali, torpore agli arti superiori ed inferiori e difficoltà nel deambulare. I  medici dalla prima anamnesi, hanno accertato che i sei avevano cenato insieme con  alimenti preparati in casa utilizzando, tra gli ingredienti, infiorescenze e foglie di canapa sativa. I Carabinieri della locale Stazione, intervenuti per approfondire la causa della grave intossicazione che aveva colpito le 6 persone ed in accordo con l’Autorità Giudiziaria, hanno posto sotto sequestro sia il cibo preparato che gli oltre 500 grammi di canapa sativa (tra infiorescenze e sostanza tritata), che, come disposto dal magistrato titolare dell’indagine, nei prossimi giorni sarà esaminata dai Carabinieri del L.A.S.S. del Comando Provinciale di Catania al fine di stabilire l’esatta qualità e il grado di tossicità.


MASCALI CT  Carabinieri sequestrano 138 capi bestiame potenzialmente infetti: denunciato titolare azienda zootecnica.  I Carabinieri del N.A.S. di Catania, durante i controlli svolti nei giorni scorsi ad attività e strutture dedicate all’allevamento di bestiame, le cui carni ed i prodotti derivati sono destinati alle tavole dei cittadini, hanno riscontrato delle irregolarità igienico-sanitarie in una azienda zootecnica di Contrada San Nicola a Mascali. I militari, coadiuvati dal servizio veterinario dell’A.S.P., al termine dell’ispezione, hanno evidenziato come il titolare dell’allevamento ovi-caprino non avesse: identificato i capi di bestiame,  sottoposti alla prevista profilassi – di conseguenza tutti sprovvisti di documentazione sanitaria – allevandoli in completa promiscuità. I veterinari hanno pertanto giudicato gli animali potenzialmente infetti e pericolosi per la salute pubblica. L’allevamento è stato posto sotto sequestro. I tutori dell’ordine stimano che gli animali sequestrati abbiano un valore di circa 50.000€.


 

NICOLOSI CT - Rapinò dottoressa guardia medica Nicolosi, condannato a 7 anni arrestato a Pedara. I Carabinieri della Stazione di Pedara hanno arrestato Giuseppe SIGNORELLI  38enne del posto, già agli arresti domiciliari, in esecuzione di un ordine per la carcerazione emesso dalla Corte di Appello di Catania, in ordine al reato di rapina aggravata in concorso. 2 soggetti, alle ore 4 del mattino il 23 febbraio 2016, travisati si erano recati nella guardia medica del Comune di Nicolosi e fingendo di necessitare di cure mediche si erano fatti aprire la porta dal medico di turno. I  due malviventi, appena all’interno sotto la minaccia di un’ascia, si erano fatti consegnare dalla dottoressa e da una sua amica che le faceva compagnia, i pochi soldi in loro possesso ed i telefoni cellulari. I  due rapinatori, visibilmente contrariati ed in preda ai fumi dell’alcool, non contenti del magro bottino racimolato, dapprima distrussero parte degli arredi dei locali  poi costrinsero le vittime a salire a bordo dell’auto  di proprietà di una delle due donne per recarsi in uno sportello bancomat ed obbligarono la dottoressa, sotto minaccia e dopo aver malmenato l’amica, ad  effettuare diversi prelievi per un totale di circa 500€ in contanti.  I malfattori, poi   abbandonarono le due donne in una zona isolata del comune pedemontano da dove, grazie al cellulare di un cittadino, riuscirono a chiamare i carabinieri. I due criminali furono quella stessa notte catturati dalle pattuglie dell’Arma attivate tramite il 112 del Comando Provinciale di Catania. Giudicato colpevole dai giudici di appello il reo dovrà scontare una pena equivalente a  7 anni  di reclusione L’arrestato, assolte le formalità di rito, è stato rinchiuso nel carcere di Catania Piazza Lanza.


CATANIA -   Polizia: 3 indiani fermati per abusi sessuali su 2 ragazzine minorenni alla Plaia. Gli agenti giorno di ferragosto hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto tre extracomunitari dell’India il  Kumar RAVINDER 26enne, Mand GURBAJ 41enne e Singh GUREET 28enne accusati del reato di violenza sessuale su minori.   Tre  volanti dell’UPGSP, impegnati in attività di prevenzione e repressione dei reati, nel pomeriggio intorno alle 16.45, sono intervenute sulla spiaggia libera nr.1, ubicata all’inizio di Viale Kennedy, a seguito di una segnalazione telefonica al 112 NUE nel corso della quale una donna riferiva di una aggressione a fini sessuali, ad opera di tre extracomunitari, ai danni della figlia e di una sua amica, entrambe minorenni.  Gli  Agenti operanti sul posto hanno accertato che poco prima i soggetti extracomunitari tutti e tre di nazionalità Indiana, sprovvisti di permesso di soggiorno e senza occupazione, avevano dapprima molestato verbalmente le due ragazzine e successivamente le avevano palpeggiate.  Il poliziotti operanti, grazie alle indicazioni delle ragazze, che si trovano in crisi di pianto ed evidente stato di shock, hanno individuato i tre extracomunitari, che si erano nascosti in uno spogliatoio del Lido, e provveduto a porli in stato di Fermo di P.G. per poi tradurli per disposizione dell’Autorità Giudiziaria, presso la Casa Circondariale Piazza Lanza di Catania.


CATANIA Marito violento picchia e maltratta moglie, manette dei Carabinieri. I militari della Stazione di Catania Piazza Verga, su richiesta della Procura della Repubblica di Catania, ieri pomeriggio,hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere - emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catania - nei confronti di un mauriziano di 51enne residente a Catania, in ordine al reato di atti persecutori.  La vittima, anche lei di origini mauriziane, dopo vent’anni di matrimonio, ha trovato il coraggio di denunciare il marito ai carabinieri di Piazza Verga, dove da alcuni anni è attiva  una stanza dedicata all’ascolto delle fasce deboli, all’interno della quale ha raccontato il calvario patito negli ultimi cinque anni.  Il coniuge, quasi sempre in stato di ebbrezza alcolica, aveva sottoposto la donna ad ogni sorta di vessazione psicofisica, condotte per il quale  era stato già raggiunto da un provvedimento cautelare personale, che lo obbligava ad allontanarsi dalla casa coniugale. Il soggetto non avendo ottemperato, era ritornato a vivere con la moglie costringendola a soggiacere alle sue azioni dispotiche, tanto da indurre l’Autorità Giudiziaria, informata dai carabinieri,  a trasferire la donna in una struttura protetta. Le indagini, coordinate dal pool di magistrati che si occupa dei reati in danno delle fasce deboli e della violenza di genere, diretto dalla dott.ssa Marisa Scavo, ha consentito la ricostruzione della triste vicenda ed al contempo di fornire al giudice un approfondito quadro probatorio che ha consentito l’arresto del soggetto e la reclusione nel carcere di Catania Piazza Lanza.


 

(video scippo)

CATANIA – Scippatore seriale filmato mentre su auto scaraventa vittima a terra, preso da agenti. La Polizia di Stato ha bloccato Filippo Salvatore PAVONE 40enne, già noto ritenuto responsabile dei reati di tentata rapina, furto con strappo e rapina. La  Sala Operativa della Questura, alle 22.45 circa del  25 luglio, ha diramato la nota radio di un tentato scippo ai danni di 2 giovanissime turiste, da poco arrivate in città, precisamente lungo la via Naumachia. Uomini della Squadra Mobile Sezione “Contrasto al Crimine Diffuso” nel breve volgere di pochi minuti,  sono giunti sul luogo del fatto per acquisire dalle vittime informazioni utili all’identificazione dell’autore del reato. I poliziotti, dal racconto delle due donne, hanno  appreso che ad avvicinarle era stato un individuo, del quale hanno fornito precise descrizioni. Il malfattore era entrato in azione metre si trovava a bordo di una piccola utilitaria di colore azzurro. Gli investigatori hanno  appreso, inoltre, che durante le fasi dell’aggressione, il malvivente aveva minacciato di morte le sue vittime ma, a seguito delle loro urla, era fuggito facendo perdere le sue tracce.  Gli equipaggi della Squadra Mobile si sono messi alla ricerca della vettura segnalata ed  una successiva nota radio ha allertato le stesse pattuglie, di uno scippo appena consumato, ai danni di una coppia di turisti che si trovavano nella zona di via Androne. La donna, in particolare, ha riferito ai poliziotti intervenuti che, mentre era intenta a scaricare i bagagli dall’auto, aveva notato sopraggiungere una vettura, utilitaria di colore azzurro, a bordo della quale un individuo le strappava con forza la borsa che teneva in spalla, facendola rovinare per terra. Le descrizioni fornite dalla donna rapinata e dall’accompagnatore in ordine all’autore dello scippo corrispondevano a quelle acquisite qualche minuto prima in via Naumachia. Gli agenti della Squadra Mobile, dopo un accurato sopralluogo ed un attento screening della zona, hanno individuato un impianto di video-sorveglianza dalle cui immagini è emerso che l’autore del reato aveva agito a bordo di una KIA Picanto, di colore azzurro, priva della targa anteriore. La  Sala Operativa, alle ore 23.30 circa, ha comunicato alle pattuglie in zona che pochi minuti prima, presso gli uffici della locale Questura, una donna stava sporgendo denuncia di rapina, dichiarando che, mentre faceva rientro nella propria abitazione ubicata nella zona del centro storico cittadino, era stata avvicinata da un individuo il quale, dopo averla strattonata e scaraventata per terra, impossessatosi della borsa, si era dato alla fuga a bordo di una KIA Picanto di colore azzurro. La Polizia ha  attuato un piano preordinato di controllo del territorio in occasione di scippi -rapine, attuato dagli uomini della Sezione Contrasto al Crimine Diffuso in servizio moto-montato. La fitta rete di equipaggi dislocati sul territorio ha consentito di intercettare lungo via Plebiscito la vettura con alla guida lui soggetto rispondente alle descrizioni segnalate. Gli investigatori, da un attento controllo, all’interno del veicolo hanno rinvenuto 1 telefono cellulare, appartenente ad 1 delle vittime, e la targa anteriore dell’auto che Filippo Salvatore PAVONE aveva opportunamente smontato al fine di rendere difficoltosa l’individuazione. Altri  equipaggi, nel corso dell’attività, hanno recuperato anche il resto della refurtiva che veniva restituita alle vittime che si complimentavano con gli agenti. Filippo Salvatore PAVONE espletate le formalità di rito, veniva associato presso la Casa Circondariale di Catania - piazza Lanza.


 V.Questore Marcello La Bella    

(ascolta l'intervista)dirigente della Polizia postale di Catania

CATANIA - Minacce di morte su Facebook, Polizia Postale denuncia 1 catanese. Gli uomini del  Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per Sicilia Orientale di Catania, hanno denunciato in stato di libertà alla locale Procura della Repubblica un 63enne, privo di pregiudizi penali, ritenuto responsabile di minacce nei confronti di un signore di 74 anni.  la  vittima ha  dichiarato alla Polizia di avere subito minacce di morte su Facebook da parte di un utente, che gli aveva mostrato  la foto di una pistola, scrivendo frasi con minacce di morte. La Polizia, riuscendo ad identificare l’autore delle minacce, si è recata immediatamente presso l’abitazione del personaggio, anche al fine di chiarire l’eventuale detenzione di armi.  Il soggetto ha ammesso di avere compiuto le minacce perché colto da un momento di forte gelosia. La fidanzata del denunciato sarebbe stata continuamente importunata dal denunciante il quale, l’aveva conosciuta precedentemente dutante una gita. Lui, infine,  ha mostrato ai poliziotti la pistola con la quale aveva minacciato la vittima, che  è risultata essere un’arma con tappo rosso per cariche a salve priva di potenzialità offensiva.


CATANIA –  In auto con 34mila € e mezzo kg cocaina, Polstrada blocca bulgaro alle Porte di Catania.  La  Polizia di Stato ieri, ha arrestato il cittadino bulgaro Lyuboslav GAREV 24enne per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. Uomini del Distaccamento della Polizia Stradale di Caltagirone a seguito di attività info investigativa hanno individuato un soggetto che si trovava nella sua auto con targa tedesca, posteggiata nel parcheggio del Centro Commerciale “Porte di Catania”. Gli agenti della pattuglia della Polstrada hanno prima monitorato il comportamento del sospetto, intuendo che fosse in attesa di qualcuno. Uno scooter con due giovani a bordo, poco dopo, si è avvicinato all’auto per ripartire subito dopo.L’individuo in auto ha lasciato velocemente il parcheggio, ma è stato fermato dalla pattuglia che l’attendeva all’uscita. I poliziotti hanno controllato il sospettato, perquisendo anche la vettura sulla quale lui viaggiava. La perquisizione ha dato esito positivo: infatti, all’interno di uno zaino posto sotto il sedile anteriore destro del veicolo, è stata rinvenuta 1 busta in cellophane, contenente un grosso pezzo di sostanza di colore bianco, ritenuta cocaina, che è stata sequestrata e successivamente quantificata in Kg. 0,536 lordi. La perquisizione è stata ultimata presso gli uffici del Compartimento Polizia Stradale dove, un ulteriore accurato controllo del veicolo ha permesso di rinvenire, all’interno di un vano creato ad hoc, la somma di 34.350€. I poliziotti addosso al soggetto hanno rinvenuto altri 475€. Tutto il denaro rinvenuto è stato sequestrato, in quanto ritenuto provento dell’attività di spaccio. Gli agenti, sul sedile anteriore lato passeggero del veicolo, hanno rinvenuto e sequestrati 3 telefoni cellulari.  La sostanza, a seguito di verifica presso la Polizia Scientifica, è risultata essere cocaina purissima.  GAREV dichiarato in arresto è stato ristretto presso la Casa Circondariale Piazza Lanza.


CATANIA - CC, Blitz antidroga a Misterbianco, ammanettato corriere con 1 kg cocaina. I Carabinieri della Compagnia di Catania Fontanarossa hanno arrestato nella flagranza il noto catanese Salvatore GRAVINO 39enne, poiché ritenuto responsabile di detenzione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. Gli  uomini del Nucleo Operativo, al termine di una breve ma efficace attività info investigativa, hanno intercettato e bloccato il personaggio mentre a bordo di una moto stava transitando  Via dei Girasoli a Misterbianco. Il sospetto è stato perquisito sul posto è stato trovato in possesso di 1 panetto di cocaina pura del peso di oltre 1 Kg. La droga sequestrata, ancora da tagliare e dosare, immessa sul mercato al dettaglio avrebbe potuto fruttare alla criminalità organizzata un introito superiore ai 200.000€. L’arrestato, assolte le formalità di rito, è stato associato nel carcere di Catania a Piazza Lanza.


CATANIA -  Detenuto catanese ad Orvieto per rapina, non rientra da licenza premio, latitante arrestato a Librino. La  Polizia di Stato ha tratto in arresto

(video arresto):

 Sebastiano TRIPOLONE 36enne, latitante,  destinatario di ordine di esecuzione, emesso il  13 dicembre 2013 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Catania. Ol personaggio deve espiare la pena complessiva di 15 anni, 2 mesi e 16 giorni di reclusione per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla consumazione di rapine, rapina, estorsione, ricettazione e reati in materia di armi. Gli agenti nella tarda mattinata del decorso 28 aprile, a  seguito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Catania hanno bloccato il latitante. TRIPOLONE, il 19 dicembre 2017, era  detenuto presso la Casa di reclusione di Orvieto (TR), dove stava scontando la  pena, ma a seguito di un permesso premio di 10 giorni concessogli dal Tribunale di Sorveglianza di Spoleto (PG) non ha fatto rientro, rendendosi irreperibile. Sebastiano TRIPOLONE, al termine di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Catania e condotte dal personale della Squadra Mobile - Sezione Reati contro il Patrimonio - Squadra Antirapine, è stato sorpreso in viale San Teodoro, nel rione di Librino. Il ricercato è stato tratto in arresto e, quindi, associato presso la Casa Circondariale di Catania a Piazza Lanza. 


CATANIA  - Polizia indaga per donna bulgara uccisa alla Plaia  col cranio fracassato e seminuda. La vittima Nikolina Marinova 30enne proveniente dalla Bulgaria è stata identificata dalle impronte digitali con procedura ASIS. Gli  investigatori erano intervenuti sul posto a seguito della segnalazione di una turista in transito al lungomare alla Playa di Catania.  Il  volto di Nikolina Marinova si presentava macchiato con sangue e terra. Il cadavere della vittima  era stato ritrovato  appoggiato accanto un muro del lungomare Playa di Catania   seduto vicino  un cumulo di spazzatura. La donna aveva addosso solo  un giubbotto,  era seminuda e sul posto non c’erano vestiti. L’esito dell’autopsia sul corpo trasferito in obitorio al Garibaldi Nesima dovrebbe svelare elementi sulla morte  col cranio fracassato e potrebbe fare emergere particolari importanti al fine di arrivare al giro delle conoscenze e l’autore del delitto.  Le indagini della Procura sono dirette dal sostituto Antonio Fanara.


(video vandali)

CATANIA  - 3 minorenni vandali mettono in rete  bullismo a “Borghetto Europa”. Agenti del Commissariato Borgo Ognina hanno denunciato all’Autorità Giudiziaria 3 minorenni che si sono resi responsabili di gravi atti di vandalismo alle strutture di piazza Europa e del “Borghetto Europa”, il centro di ritrovo posto al piano sottostante la piazza medesima. I fatti risalgono allo scorso 14 aprile, quando i vandali hanno preso di mira l’ascensore che mette in comunicazione il “Borghetto” con il sottostante parcheggio sotterraneo  , lanciarono dall’alto della piazza il newjersey in plastica che limitava l’accesso all’elevatore che, evidentemente, si trovava già fuori servizio. I giovani vandali (tutti tra i 14 e i 17 anni) non paghi della loro bravata,  che avrebbe potuto senz’altro mettere in serio pericolo l’incolumità di chi si fosse trovato sulla traiettoria del manufatto lanciato giù, hanno anche pubblicato la grave azione  su Instagram, probabilmente a mo’ di vanto. I poliziotti hanno proceduto ad accurate indagini presso gli esercenti del “Borghetto” i quali hanno denunciato ed evidenziato lo stato di quei luoghi, dove è facile vedere veri e propri “tappeti” di bottiglie e di cocci di vetro, risultato del poco intelligente uso, sempre da parte di giovani vandali di lanciare oggetti dall’alto, in direzione del centro commerciale. I minori sono stati identificati e denunciati per i reati di danneggiamento e getto pericoloso di cose. L’ammissione di 1 dei 3 ragazzi di fare uso di stupefacenti e di alcolici ha dato luogo alla segnalazione ai Servizi Sociali.


CATANIA Ministero, designa  dott. Fazzino Vicario Questore CataniaIl Ministero dell’Interno ha indicato, il dottore Salvatore Fazzino, quale funzionario che assume  le funzioni vicarie dell’Autorità di Pubblica Sicurezza a Catania. Il  dott. Fazzino è stato già Capo di Gabinetto della Questura di Catania dal dicembre 2015, ed affianca adesso il Questore Alberto Francini nelle molteplici attività che interessano il capoluogo etneo. Il personale della Questura di Catania si congratula con il dottore Salvatore Fazzino per il nuovo incarico di Vicario del Questore. Le  più fervide congratulazioni con sincera stima sono espresse anche dal nostro giornale.

CATANIA - Questura, dott. Sefarina Fascina promossa Dirigente Superiore. Tutto  personale della Questura etnea saluta con vive felicitazioni la promozione della dottoressa Sefarina Fascina, già vicario del Questore di Catania, alla qualifica di Dirigente Superiore della Polizia di Stato. La  dottoressa Fascina, per il nuovo prestigioso incarico, sarà presto destinata ad una nuova maggiore responsabilità che, tuttavia, il Ministero dell’Interno deve ancora indicare, così come non determinato rimane, ad oggi, il nome del funzionario che assumerà le funzioni vicarie dell’Autorità di Pubblica Sicurezza a Catania. La dottoressa Fascina ha ricoperto il suo incarico nella città etnea da circa due anni, provenendo dalla Questura di Palermo ed ha seguito costantemente le molte attività che hanno interessato il territorio catanese, anche sotto il profilo dell’ordine pubblico. Le  più fervide congratulazioni con sincera stima sono espresse anche dal nostro giornale.


CATANIA –  Estorsione in concorso, Carabinieri ammanettano 1 di Belpasso. I militari della Stazione di Catania Piazza Verga hanno eseguito un ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale della Repubblica del Tribunale di Catania nei confronti di Alfio LICCIARDELLO 56nne di Belpasso. Il personaggio è stato rintracciato a Belpasso,  poiché riconosciuto colpevole di estorsione in concorso, reato commesso dal novembre 2013 ad aprile 2014,  dovrà espiare la pena complessiva di 1 anno, 1 mese e 26 giorni di reclusione. L’arrestato, espletate le formalità di rito è stato associato nel carcere di Catania Piazza Lanza, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.


CATANIAColtellata in testa a fratello, CC Librino: 1 arresto.  I militari della Stazione di Catania Librino ieri sera hanno arrestato nella flagranza un catanese di 49 anni, poiché ritenuto responsabile di lesioni personali aggravate. Lui, nei pressi dell’abitazione della madre, ubicata in Viale Bummacaro, al termine di una lite scaturita da dispute sull’eredità della casa di famiglia, ha accoltellato al volto il fratello 46enne il quale, trasportato all’Ospedale Vittorio Emanuele di Catania è stato ricoverato per la “ferita da taglio alla regione periauricolare sx” e dichiarato guaribile in 30 giorni. Il coltello a serramanico utilizzato per l’aggressione è stato sequestrato mentre l’arrestato, in attesa della direttissima, è stato trattenuto in camera di sicurezza.  


CATANIA – 16 DASPO, a 7 e 8 anni, emessi da Questore Palermo per ultras Catania. II provvedimento è stato adottato  nei confronti di un gruppo di supporters catanesi che, il 1 dicembre dello scorso anno, in occasione dell’incontro di calcio “Trapani – Catania”, si erano resi autori di intemperanze, creando disordini a Palermo, con lancio di petardi e fumogeni. Il  Questore di Palermo ha quindi emesso i 16 “Divieti di accesso ai luoghi dove si svolgono manifestazioni sportive”, cd. DASPO. Tutti i provvedimenti emessi prevedono, per lo stesso arco temporale, anche il divieto di accesso a stazioni ferroviarie, caselli autostradali, scali aerei, autogrill ed ogni altro luogo interessato alla sosta, al  transito o al  trasporto  di  coloro  che  partecipino o  assistano alle competizioni sportive.  I  supporters rossazzurri  giunti a bordo di pullman ed auto  scortati dalla Polizia di Stato, diedero  vita a disordini in tre diversi episodi. Il primo all’altezza della rotonda di via Oreto, i supporter scesi dai mezzi, intralciarono per alcuni minuti la circolazione veicolare, ma furono prontamente fatti risalire a bordo dagli agenti in servizio d’ordine. I supporter successivamente,  all’altezza del sottopassaggio di via Pitrè,   arrivarono al primo scontro con le Forze dell’Ordine, essendo   scesi nuovamente dai mezzi bloccarono la circolazione stradale ingaggiando una sorta di “guerriglia urbana” contro i poliziotti che li “scortavano”. I facinorosi usarono bastoni, cinture, petardi e fiaccole. La Polizia anche in questo caso riuscì a contenere i disordini, salvaguardando principalmente l’incolumità di quanti si trovavano a transitare lungo quell’asse viario.  I  supporters si  frapposero alla tifoseria palermitana, nel frattempo intercettata dalla DIGOS e fermata prima che potessero crearsi eventuali attriti tra le due compagini. Gli  ultimi disordini da parte dei tifosi etnei si verificarono nei pressi dello svincolo di via Belgio, con analoghe modalità di via Pitrè ed anche in questo caso gli agenti della Polizia di Stato presenti riuscirono ad arginare le intemperanze dei supporters facendoli risalire sui mezzi e ripartire. La  DIGOS palermitana, a seguito di attività info-investigativa anche tramite il contributo del materiale video-fotografico realizzato dai Gabinetti di Polizia Scientifica di Palermo e di Trapani,  è riuscita ad individuare ed identificare i sedici supporters catanesi protagonisti degli eventi  e destinatari dei  DASPO. 8 sono stati posti a DASPO collettivo, per la durata di cinque anni, ad eccezione di 2 soggetti, recidivi, per i quali la durata del provvedimento è stata elevata, rispettivamente, a 7 ed 8 anni. Gli altri otto supporters, le cui singole condotte violente sono state specificatamente  circoscritte e documentate, sono stati colpiti da DASPO individuali. I tifosi catanesi destinatari dei  provvedimenti sono stati, inoltre, deferiti all’Autorità Giudiziaria per i reati di resistenza a P.U. (travisati con l'utilizzo di passamontagna, fasciacolli, cappucci e sciarpe ed armati di cinture e bastoni, si erano scagliati contro le Forze dell’Ordine), violenza privata (avevano occupato l'intera sede stradale con auto e mezzi del convoglio in transito verso lo stadio di Trapani impedendo la libertà di movimento e di circolazione di privati cittadini),  porto di oggetti atti ad offendere (mazze da baseball, aste, tubi in pvc -alcuni dei quali ripieni di materiale solido- spranghe di metallo, ecc), lancio di materiale pericoloso in luoghi interessati dalla sosta e dal transito di mezzi e persone in occasione di manifestazioni sportive (petardi, fiaccole, bottiglie di vetro, oggetti contundenti); tutti reati aggravati in quanto commessi da più di 10 persone travisate, alcune delle quali armate.


CATANIA - Tunisino picchia e rapina passante in Viale Africa, preso dai Carabinieri. Mohamed KORBI 28enne  è stato stanato e catturato nell’ex palazzo delle Poste. I Carabinieri del Nucleo Radiomobile del Comando Provinciale di Catania hanno ammanettato nella flagranza il tunisino senza fissa dimora, poiché ritenuto responsabile di rapina aggravata e resistenza a pubblico ufficiale. Il soggetto ieri mattina intorno alle 07:00, approfittando della giornata festiva, quindi della poca gente presente in strada a quell’ora,  ha preso di mira  in Viale Africa un impiegato catanese di 66anni il quale, appena sceso da un autobus di linea della AMT. Il rapinatore ha scaraventato in terra il malcapitato, l’ha preso a calci e pugni e costretto a consegnare lo zaino contenente 1 smartphone, del valore di circa 300 euro e il portafogli  con 50 euro in contanti. un Brigadiere dell’Arma, libero dal servizio, in quegli attimi stava passando in auto ed ha notato la scena ed è intervenuto mettendo in fuga il criminale, prestando soccorso al malcapitato che è stato trasportato in ambulanza all’Ospedale Vittorio Emanuele. Il carabiniere ha allertato la centrale operativa del Comando Provinciale di Piazza Verga e gli operatori, nel giro di pochi minuti, hanno inviato sul posto  due “gazzelle” consentendo ai colleghi intervenuti, dopo una violenta colluttazione,  la cattura del criminale, avvenuta all’interno dell’ex palazzo delle poste, sempre al Viale Africa.  Il  rapinatore si era nascosto nell’edificio per sfuggire all’arresto. La vittima,  medicata dai sanitari del pronto soccorso del nosocomio catanese, ha subito lesioni giudicate guaribili in una quindicina di giorni. La refurtiva è stata interamente recuperata e riconsegnata all’avente diritto mentre l’arrestato, in attesa della direttissima, è stato trattenuto in camera di sicurezza.


GIARRE – CC squestrano 91 kg. marijuana, 200 g. cocaina e soldi. I Carabinieri  dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Giarre, in due diverse circostanze operative,  hanno arrestato nella flagranza Cateno MANCUSO 37enne di Riposto, ed una donna 66enne di Riposto per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. I militari, di pomeriggio, a conclusione di una veloce attività info investigativa finalizzata alla prevenzione e repressione del traffico illecito di sostanze stupefacenti, hanno proceduto ad una perquisizione domiciliare nell’abitazione e nel garage di pertinenza del soggetto rinvenendo e sequestrando svariati involucri contenenti complessivamente 91kg. di “marijuana”, delle buste di cellophane contenenti complessivamente 200gr. di “cocaina”,  la somma in contante di 4.365 euro, ritenuta provento di attività illecita, 3 bilance elettroniche ed un ingente materiale utilizzato per il confezionamento della droga. I  Carabinieri successivamente hanno operato, anche, una perquisizione domiciliare nell’abitazione della donna rinvenendo 46  kg. di  “marijuana”, che è stata sequestrata. Gli arrestati, espletate le formalità di rito, sono stati associati nel Carcere di Piazza Lanza a Catania, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.


CATANIA Picchia madre e figlio minore venuto in difesa : Polizia ammanetta marito violento. Agenti dell’U.P.G.S.P.- Squadra Volante ieri sera hanno tratto in arresto per i reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali M.G. 38enne già noto.   La chiamata di una donna è giunta in Sala Operativa  e segnalava di essere stata aggredita dal marito nel loro appartamento. I poliziotti, giunti sul posto hanno constatato che la donna, molto agitata, presentava escoriazioni evidenti sul volto e sulle spalle, riferendo di essere stata aggredita dal marito innanzi al figlio minore. Il ragazzo nel tentativo di separare i genitori si era fatto male al braccio. Il racconto della vittima è stato esaustivo : nel tardo pomeriggio lui aveva fatto rientro a casa ed aveva iniziato ad inveire contro la moglie, che stava riposando in camera da letto, accusandola di non essere una brava casalinga. Il marito, offendendo la malcapitata con frasi scurrili le avrebbe imposto di lasciare subito la casa coniugale. La donna avrebbe tentato di alzarsi dal letto, ma sarebbe  stata colpita dal marito più volte al volto ed alle spalle. La poveretta spaventava ha cercato di rifugiarsi in bagno insieme al figlio minore, ma lui sarebbe riuscito a raggiungerla, aggredendola nuovamente e distruggendo nella sua furia un mobile. Il  figlio, durante queste fasi concitate ha cercato di proteggere la mamma, ma ha ricevuto dal padre un pungo sul braccio. La donna, solo a questo punto, era riuscita a chiamare la polizia, alla quale peraltro ha riferito che dal 2009, anno di inizio della loro relazione, lui aveva avuto costantemente atteggiamenti violenti, arrivando ad aggredirla anche fisicamente per futili motivi, e per questo aveva più volte sporto denuncia e fatto ricorso a cure mediche. Gli agenti hanno predisposto sia per la donna che per il bambino  il trasporto presso il P.S. dell’O.V.E dove venivano riscontrati ad entrambi lesioni reputate guaribili in 25 giorni. La  signora, al termine delle cure mediche ha sporto denuncia. Lui è stato arrestato e su disposizione del P.M. di turno condotto presso la Casa Circondariale di Piazza Lanza in attesa dell’udienza di convalida innanzi al G.I.P.


CATANIANigeriano senza biglietto in treno oltraggia controllore ed aggredisce poliziotti: ammanettato.  La Polizia di Stato, lo scorso 8 marzo, ha arrestato  il nigeriano Michael KENNETH 26enne, per i reati di resistenza e lesioni a Pubblico Ufficiale  e denunciato in libertà per oltraggio e rifiuto di indicazioni sulla sua identità. Tutto è iniziato nel convoglio in partenza da Catania per Messina, dove lui nonostante fosse stato trovato sprovvisto di titolo di viaggio, si è anche rifiutato di fornire le generalità al controllore. Gli agenti della Polfer, a questo punto, sono intervenuti ed hanno trovato il soggetto dentro un  convoglio dove si era  rifugiato per sfuggire ai controlli. Il  nigeriano alla vista dei poliziotti, ha iniziato ad inveire contro di loro, con frasi offensive, sferrando calci e pugni. Gli agenti hanno subito bloccato e condotto il soggetto negli uffici Polfer dove, ha continuato a tenere lo stesso atteggiamento ostile e violento. I poliziotti dagli accertamenti hanno acclarato  che il malfattore aveva già numerosi pregiudizi penali anche della stessa tipologia, e che era  stato scarcerato a metà gennaio di quest’anno, con un obbligo di presentazione alla P.G. del Commissariato di Acireale, a cui non aveva mai ottemperato.  Per l’extracomunitario, giudicato l’indomani con il rito direttissimo, si sono spalancate le porte del carcere.  Il Giudice, nell’ordinanza con cui ha disposto la misura cautelare della custodia in carcere, ha evidenziato la pericolosità sociale del soggetto che si è sostanzialmente rifiutato di rispondere alla domande a lui rivolte, prospettando falsamente di non comprendere la lingua italiana.  Due  degli agenti della Polizia Ferroviaria intervenuti, sono stati  accompagnati in ospedale per le cure, i sanitari hanno riscontrato loro contusioni guaribili in 5 giorni.


CATANIA Rapinò coppietta in piazza: 1 condannato, arrestato da CC. I Carabinieri del Nucleo Radiomobile del Comando Provinciale di Catania hanno arrestato il catanese Giovanni GRIMALDI 27enne, in esecuzione di un ordine per la carcerazione emesso dal Tribunale di Catania. Il  giovane, giorno 8 gennaio 2015 in piazza Bellini, aiutato da 1 complice ed a bordo di uno scooter con targa oscurata, prese di mira una coppietta seduta su di una panchina e strappò la borsa di mano alla ragazza catanese di 20anni. il colpevole fu preso durante il tentativo di fuga dall’equipaggio di una gazzella, che riuscì a recuperare la refurtiva restituendola alla vittima. Il giovane dai giudici etnei è stato riconosciuto colpevole di rapina aggravata in concorso e condannato ad una pena equivalente ad 1 anno e 5 mesi di reclusione. L’arrestato, assolte le formalità di rito,  è stato associato al carcere di Catania Piazza Lanza.


Catania - DIA sequestra beni per 1.000.000€ a Fichera.  Uomini della DIA, Direzione Investigativa Antimafia, di Catania diretta dal 1° Dir. P.S. dr. Renato Panvino, nella mattinata, su delega della Procura distrettuale della Repubblica di Catania, hanno dato esecuzione al decreto di confisca emesso dal Tribunale di Catania, il primo  marzo 2018, di un patrimonio del valore stimato di circa 1.000.000€, costituito da beni immobili

 riconducibili ad Antonino FICHERA  72enne, personaggio noto, ritenuto contiguo ai  “Cappello”. Il decreto di confisca ha confermato il quadro probatorio già condiviso dal Tribunale di Catania nel 2016, in sede di emissione del provvedimento di sequestro patrimoniale su proposta di applicazione della misura di prevenzione patrimoniale avanzata da questa Procura distrettuale. Gli approfonditi e complessi accertamenti patrimoniali, delegati agli investigatori della D.I.A., hanno consentito di far emergere come Antonino FICHERA (del quale è stata riconosciuta la pericolosità sociale, al quale viene ascritta fin dalla fine degli anni ’60, come conclamato dai decreti applicativi della sorveglianza speciale di P.S. emesse nel 1976 e nel 1991, permanendo anche oltre con la consumazione di numerosi reati patrimoniali e in materia di armi) unitamente al proprio nucleo familiare, abbia accumulato un ingente patrimonio, per il quale sarebbe emersa una notevole sproporzione tra le fonti dichiarate e i beni direttamente o indirettamente posseduti.  Gli investigatori ritengono che  Antonino FICHERA sia soggetto contiguo ai “Cappello”, annoverando numerosi precedenti penali in particolare per i reati di furto, ricettazione, porto abusivo di armi, associazione per delinquere, estorsione ed omicidio. Il personaggio per l’ultimo reato, aggravato dalle circostanze di cui all’art. 7 legge 203/91, è stato tratto in arresto il  21 maggio 2013 in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere e si trova attualmente agli arresti domiciliari. FICHERA, infatti, è stato ritenuto gravemente indiziato quale esecutore materiale, in concorso con Roberto CAMPISI (già detenuto e ritenuto affiliato alla famiglia dei Cursoti milanesi), dell’omicidio perpetrato il 26 agosto 2008 ai danni di Mario MAUCERI, inteso Mario U’ Lintinisi, cl.1965, affiliato alla cosca rivale “Sciuto – Tigna”, che egli riteneva coinvolto, per averlo attirato in un agguato, dell’uccisione del figlio Sebastiano FICHERA, ritenuto affiliato proprio alla cosca Sciuto-Tigna.   Il  provvedimento ha colpito un patrimonio costituito da uno stacco di terreno unitamente all’edificio esistente, composto da diverse unità immobiliari destinate a residenza e garage che si sviluppa su 4 elevazioni fuori terra.


Mascalucia  CT-  Carabinieri Mascalucia e Comando Tutela Patrimonio Culturale recuperano dipinto del ‘700, rubato nel 2007. I ladri, 11 anni fa dalla locale chiesa “Santa Maria della Consolazione”, a Mascalucia avevano arraffato la pregiata tela. I Carabinieri agli ordini del Comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale Palermo Maggiore Luigi Mancuso e della Sezione Tutela Patrimonio Culturale (TPC) di Siracusa, a conclusione d’indagini svolte con la Tenenza Carabinieri di Mascalucia guidati dal Comandante Rocco Schirripa, hanno recuperato un dipinto del XVIII sec., olio su tela, raffigurante la “Madonna”. Il quadro, di cui da tempo si erano perse le tracce, era stato rubato nel 2007. Il recupero del pregevolissimo dipinto è avvenuto grazie al costante monitoraggio del mercato antiquariale.   La  comparazione delle immagini di alcune opere poste in vendita da un esercente catanese, con quelle contenute nella Banca Dati dei Beni Culturali illecitamente sottratti, gestita dal Comando Tutela Patrimonio Culturale, rafforzate dagli approfondimenti investigativi dei Carabinieri di Mascalucia, ha reso possibile accertare che il dipinto in esame era proprio quello sottratto alla chiesa etnea, circa 11 anni fa.  Le  indagini, inoltre, non hanno fatto emergere responsabilità a carico dell’antiquario, il quale aveva regolarmente acquistato il dipinto da una donna catanese, denunciata per ricettazione. Questa vicenda, conclusosi positivamente con la restituzione del dipinto alla parrocchia di “Santa Maria della Consolazione”, mostra l’importanza della sensibilizzazione che il Comando TPC compie con gli Uffici Diocesani per divulgare, ai vari livelli. La pubblicazione “Linee Guida Per La Tutela Dei Beni Culturali Ecclesiastici”, del 2014, oltre a contenere consigli pratici per la difesa dei beni chiesastici da eventi predatori, diffonde e valorizza le iniziative di inventariazione e censimento che le Diocesi, con grande impegno, è condotta in ordine al proprio patrimonio culturale.


Catania  CC bloccano 1 pusher in azione a Librino, ai domiciliari. I Carabinieri della Stazione di Catania Librino hanno bloccato nella flagranza il  catanese Giuseppe Agatino Mario RIELA 20enne, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. I militari, di notte, durante un servizio antidroga nel popoloso quartiere del capoluogo etneo, hanno osservato il giovane mentre  stava cedendo  dosi di stupefacente a clienti, in cambio di un corrispettivo in denaro.  il giovane è stato bloccato e perquisito. Il  pusher è stato trovato in possesso di 100 grammi di marijuana, già suddivisa in dosi, 220€ in contanti, incassarti dalla precedente vendita dello stupefacente. L’arrestato, espletate le formalità di rito, è stato posto ai domiciliari in attesa di essere giudicato con il  rito per direttissima.


Randazzo CT – Sperona  auto CC per sfuggire a controllo: Carabinieri  ammanettano pirata strada. Un  25enne di Maniace, ieri sera, intorno alle 18:30, alla guida di una Fiat Punto sulla  Strada Circonvallazione di Maniace non ha ottemperato all’alt imposto da una pattuglia di Carabinieri del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Randazzo. Il guidatore ha speronato addirittura  l’auto di servizio. Il conducente fuggito a folle velocità dopo circa 2 Km, in Contrada Erranteria, dopo aver generato un altro incidente, andando a sbattere  con una Fiat Uno e  causando delle lesioni al conducente dell’auto (Trauma cranico e cervicalgia post-traumatica e contusione gamba sinistra con prognosi di 7 giorni), ha abbandonato la vettura scappando per le campagne circostanti. Le  ricerche del fuggitivo sono scattate, ed è stato identificato grazie ad uno dei militari di pattuglia che lo l’aveva riconosciuto in volto. Il maldestro è stato scovato ed ammanettato in un casolare di campagna ubicato in Contrada Gullia nel comune di Bronte. L’arrestato 25enne di Maniace, già noto, dovrà rispondere alla Autorità Giudiziaria di resistenza a pubblico, lesione personali e omissione di soccorso. Il guidatore in attesa della direttissima è stato trattenuto in camera di sicurezza.


Biancavilla CT - CC Cacciatori Sicilia s in campagne Biancavilla trovano 1 fucile con matricola abrasa, presi padre e figlio. I Carabinieri dello Squadrone Eliportato Cacciatori  “Sicilia” e della Stazione di Biancavilla hanno bloccato nella flagranza Salvatore SANTANGELO 67enne ed  Alfio SANTANGELO 45enne, poiché ritenuti responsabili di concorso in detenzione di arma clandestina, detenzione illegale di munizionamento e ricettazione.  I militari dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Sicilia” durante uno dei tanti servizi svolti nelle aree rurali alla ricerca di latitanti ed armi, in Contrada Erbe Bianche, agro di Biancavilla, si sono imbattuti in una serie di casolari, adibiti all’allevamento di ovini, bovini e pollicoltura, dove all’interno di uno di questi hanno scovato e sequestrato, occultati sotto dei tavelloni di legno all’interno di un sacco di Iuta, 1 fucile semiautomatico “FRANCHI” cal.12, con la  matricola abrasa e 25 cartucce a piombo cal.12. L’arma nei prossimi giorni sarà inviata agli esperti del R.I.S. di Messina per gli esami tecnico-balistici che potrebbero svelarne la provenienza e l’eventuale utilizzo in pregressi episodi criminosi. I due, in attesa dell’udienza di convalida, sono stati relegati ai domiciliari.


Catania Carabinieri dai video identificano ed ammanettano 3 topi d’appartamento. I militari della Compagnia di Acireale hanno arrestato i noti catanesi Gaetano PLATANIA 41enne, Giuseppe SCARPACI 44enne e Giacomo CALIÒ CAPPELLERI  46enne, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale etneo. Il terzetto,  il 29 agosto 2017, era  partito da Catania per raggiungere la località marina di Marzamemi – frazione del comune di Pachino (SR), per rubare in  un’abitazione affittata per le vacanze da una coppia di castellesi. I  ladri, Non trovando  valori asportarono le chiavi di casa dei coniugi ed i loro documenti dirigendosi nella stessa mattinata nell’abitazione di via Re Martino ad Aci Castello. I maldestri  aprirono   la porta con le chiavi, con tutta calma ripulirono l’appartamento di tutti i preziosi e del denaro   custodito, equivalente a circa  200 dollari. I  Carabinieri della locale Stazione, a seguito delle denuncia delle vittime, avviarono immediatamente le indagini. Gli investigatori analizzando le immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza attive in zona riuscirono ad estrapolare i fotogrammi che ritraevano distintamente i tre ladri mentre salivano a bordo di una  Citroen C3 utilizzata per allontanarsi dal luogo del furto. La targa dell’auto, tramite l’operazione di noleggio eseguita il giorno precedente a Misterbianco, svelò l’identità del primo maldestro. I riscontri effettuati successivamente tramite la banca dati evidenziarono le frequentazioni del soggetto nei giorni precedenti al fatto reato, convergendo su due personaggi che, dalla comparazione delle loro foto ed i fotogrammi estrapolati dalle immagini video, non lasciarono dubbi sulla loro identità. Tutte prove condivise appieno dall’Autorità Giudiziaria che ha inteso ordinarne l’arresto e la traduzione nel carcere di Catania Piazza Lanza.  


Acireale -  Carabinieri ammanettano 1 pusher, sequestrata 1 kg droga. Si tratta di Emanuele PALERMO 35enne di Aci Catena. I militari della Stazione di Acireale, coadiuvati dai colleghi della Compagnia d’Intervento Operativo del 12° Reggimento “Sicilia”, hanno arrestato nella flagranza   Emanuele PALERMO,  poiché ritenuto responsabile di detenzione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. Una breve ma proficua attività info-investigativa ha condotto ieri sera i militari in un casolare ubicato in via Federico de Roberto ad Aci Sant’Antonio. I carabinieri nel luogo hanno, pazientemente atteso fino alla presenza del soggetto, poi sono entrati eseguendo una perquisizione. I tutori dell’ordine al termine dell’azione hanno rinvenuto e sequestrato: 1 kg circa di  “marijuana”, del valore al dettaglio di oltre 10.000 €, 4 bilancini elettronici di precisione nonché vario materiale comunemente utilizzato dagli spacciatori per preparare le dosi di stupefacente da porre in commercio.   L’arrestato, assolte le formalità di rito, è stato associato al carcere di Catania Piazza Lanza.


CataniaPoliziotti bloccano 2 con droga a San Cristoforo. Si tratta di Giuseppe LICCIARDELLO 18enne e L.F. 19enne.  La Brillante e fulminea Operazione ha portato al deferimento ed  arresto di due per spaccio di sostanze stupefacenti. Gli Agenti del  Commissariato “San Cristoforo” impiegati ieri nel controllo del territorio con turno 14,00/20,00, hanno portato a termine una brillante operazione di Polizia Giudiziaria, conclusasi con l’arresto ed il deferimento all’Autorità Giudiziaria di due persone per concorso nel reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Gli operatori, hanno mostrato spiccato acume professionale, allorquando, verso le ore 17,00 hanno intercettato nei pressi di via V. Emanuele uno scooter Piaggio Liberty. Il mezzo era condotto dal noto L.F. 19enne che, avendo visto il personale del Commissariato San Cristoforo, ha tentato di dileguarsi approfittando del traffico locale. Gli  operatori, avvezzi a tali situazioni  ed anche per l’esperienza acquisita operando nel popoloso quartiere San Cristoforo, hanno notato il nervosismo che trapelava dall’atteggiamento dei due giovani ed hanno deciso di procedere al loro controllo. I poliziotti, nonostante l’intenso traffico che a quell’ora caratterizza il rione, sono riusciti a raggiungere e fermare lo scooter. Il passeggero del mezzo, è stato identificato per Giuseppe LICCIARDELLO 18enne il quale, sceso dal mezzo, ha provato ad allontanarsi. Il maldestro è stato prontamente fermato, perquisito e trovato in possesso di circa 150 gr di marijuana che nascondeva sotto il giubbotto, insieme al denaro provento dell’attività di spaccio.  La  meticolosità degli operatori durante la perquisizione, ha permesso di rinvenire ulteriori dosi di stupefacente, pronte per lo smercio, che  Giuseppe LICCIARDELLO aveva celato tra gli slip.  I poliziotti dopo gli accertamenti, hanno proceduto ad ammanettere ì Giuseppe LICCIARDELLO per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente , e deferire in stato di libertà L.F. per il concorso nello stesso reato. L’arrestato, su specifiche disposizioni del PM di turno, il Sost. Proc. D.ssa Alessandra TASCIOTTI, è stato posto agli arresti domiciliari in attesa dell’ udienza di convalida per direttissima.


Catania Polizia arresta 1 ricercato ed al bar 1 evaso dai domiciliari.

Si tratta di : Aslam TALUKDAR 31enne cittadino del Bangladesh e del catanese Carmelo STOMPO 44enne. Agenti del Commissariato “Centrale”, ieri mattina, in servizio di Volante, hanno individuato e tratto in arresto il noto Aslam TALUKDAR,  resosi irreperibile dallo scorso mese di novembre, in esecuzione del provvedimento di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catania, dovendo scontare la pena di 1 anno di reclusione per il reato di evasione, commesso nel mese di giugno 2015.  Aslam TALUKDAR, espletate le formalità di rito, è stato associato presso la Casa Circondariale di Piazza Lanza.  Gli agenti del Commissariato “Centrale” nella serata della stessa giornata, a Catania, in servizio sul territorio e nell’ambito dei controlli a persone sottoposte ad obblighi, hanno tratto in arresto per il reato di evasione, il già noto Carmelo STOMPO, in quanto sorpreso presso un bar del centro a bere alcolici, nonostante fosse sottoposto al regime degli arresti domiciliari.


CataniaAgenti bloccano 2 con refurtiva dopo scippo ad anziana. La Polizia di Stato ha fermato i già noti: Mario PARISI 49enne e Carmelo INDORATO 50enne, ritenuti responsabili, in concorso, dei reati di scippo e resistenza a Pubblico Ufficiale. Agenti della Squadra Mobile, Sezione “Contrasto al Crimine Diffuso”, impegnati nell’ambito dei servizi finalizzati a contrastare i reati di natura predatoria, la mattina del scorso alle ore 11:00 circa, mentre transitavano per piazza Cavour, hanno intercettato una moto  Piaggio Beverly 250, con a bordo due noti soggetti. La  locale Sala Operativa, pochi minuti prima, alle 10.40 circa, aveva diramato la nota radio di scippo consumato ai danni di un’ anziana donna, nella zona di Pozzillo. Il colpo era stato compiuto da individui, le cui descrizioni corrispondevano con quelle dei due soggetti notati. I poliziotti, pertanto, hanno deciso di fermare la moto e di procedere ad un normale controllo. I  due, nonostante l’alt intimato dagli agenti della Squadra Mobile, si davano alla fuga per le vie cittadine, ma, al termine dell’inseguimento, sono stati bloccati. Uno  dei 2 maldestri, approfittando della concitazione del momento, invano, cercava di disfarsi di 1 collanina d’oro, che veniva prontamente recuperata dal personale operante. Gli investigatori, acquisite le immagini da alcune telecamere presenti sul luogo del fatto, hanno ricostruito, nel dettaglio, tutte le fasi dello scippo ed appurato, così, la piena responsabilità dei due soggetti. La refurtiva acquisita veniva restituita all’anziana donna la quale immediatamente la riconosceva come propria.


Catania -  Librino, 23enne del Mali propone droga a poliziotti su auto civetta, 1 in manette. Uomini  del Commissariato Librino in servizio a bordo di vettura senza contrassegni,  ieri mattina a transitando in via Pistone, giunti in prossimità dell’intersezione con via delle Finanze, venivano avvicinati da Ba DIARA 23enne cittadino maliano, il quale ha   proposto la vendita di 1 dose di marijuana. I  poliziotti, nell’immediatezza hanno pensato si trattasse di un atteggiamento volutamente ironico del soggetto che, avendo compreso l’identità dei tutori della legge, voleva interagire, per così dire, goliardicamente con loro. I poliziotti   inaspettatamente hanno visto che l’atteggiamento del DIARA, era disarmante, nel momento in cui questi, dopo essersi diretto ed abbassato verso la cavità di un muro nei pressi, ha allungato la mano, prelevato 1 involucro e l’ha passato al Funzionario seduto nel posto anteriore lato passeggero, al quale ha  chiesto la somma di 10,00€. I  due poliziotti, sorpresi dagli sviluppi della vicenda ed avendo compreso di non essere stati riconosciuti, ma di essere stati scambiati per alcuni dei tanti avventori, si sono qualificati ed hanno bloccato lo sprovveduto spacciatore.  Gli agenti, hanno acquisito lo stupefacente offerto, per il successivo sequestro, e, dopo avere  chiesto ausilio alla Sala Operativa della Questura per fare giungere altro personale ed un’unità cinofili, si sono avviati per gli accertamenti necessari. I poliziotti hanno  ispezionato l’anfratto dal quale il soggetto aveva prelevato l’involucro, recuperandone 1 altro analogo al primo contenente la medesima sostanza stupefacente. L’unità cinofila richiesta, giunta sul posto ha  ispezionato più meticolosamente la cavità nella quale era stato rinvenuto poco prima lo stupefacente ed altri nascondigli in quella prossimità. L’attività di ricerca ha dato esito positivo  e veniva complessivamente rinvenuto e sottoposto a sequestro un quantitativo pari a circa 28 grammi lordi di stupefacente fra marijuana ed hashish. Gli agenti hanno  rinvenuto 12 dosi di marijuana, confezionate in bustine di cellophane chiuse con apposita linguetta, e 5 grammi della tipologia hashish suddivisi in 5 stecchette confezionate e pronte allo smercio. DIARA, regolarmente soggiornante su territorio italiano, in quanto in attesa di permesso di soggiorno per protezione sussidiaria, e con a carico svariati precedenti specifici per detenzione a fini di spaccio di stupefacenti, è stato tratto in arresto in flagranza di reato per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. Il soggetto dopo gli adempimenti di rito è stato condotto presso le camere di sicurezza della Questura in attesa di essere tradotto in Tribunale per il rito direttissimo del 18 novembre, così come disposto dal PM di turno presso la locale Procura della Repubblica.


Catania Carabinieri bloccano a Zafferana Etnea  39enne topo d’appartamento in azione.   I militari della Stazione Carabinieri di Zafferana Etnea, coadiuvati dal personale del locale Nucleo Cinofili ieri mattina hanno  bloccato in flagranza di reato un 39enne di Mascalucia (CT).  I Carabinieri, transitando nella frazione Fleri, hanno sorpreso il soggetto che, munito di arnesi atti allo scasso, dopo aver scavalcato un muro di recinzione e divelto la serratura della porta d’ingresso, tentava di introdursi in un’abitazione. Il maldestro è stato tempestivamente bloccato mentre tentava di fuggire a bordo della sua autovettura. Lui, dopo le formalità, è stato tradotto presso la sua abitazione in attesa rito direttissimo, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria.


Riposto CT – Rapina in gioielleria, Carabinieri ammanettano 1 e cercano complice. I militari della Stazione Carabinieri di Riposto (CT) a seguito di una ininterrotta attività info-investigativa, hanno sottoposto a fermo indiziato di delitto un 44enne di Aci Catena (CT) poiché ritenuto uno degli autori del tentativo di rapina avvenuto il  9 novembre scorso in una gioielleria di Corso Italia a Riposto. le indagini relative al rintraccio dell’arma utilizzata dai malviventi e del complice sono ancora in corso.  il soggetto, dopo le formalità di rito è stato tradotto presso il carcere di Piazza Lanza a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.


Catania Detenzione armi ed omessa segnalazione, 4 denunciati. Poliziotti del commissariato Borgo-Ognina, nei giorni scorsi, nell’ambito dell’attività di polizia mirata a prevenire e reprimere il dilagante fenomeno dei reati connessi all’irregolare detenzione delle armi, hanno eseguito controlli mirati. I tutori dell’ordine nella circostanza, hanno indagato in stato di libertà  R.A. per aver trasportato dalla provincia di Enna e senza autorizzazione da parte dell’Autorità di P.S. 3 fucili con 30 munizioni calibro 12 e 24. Le  armi, per tale motivo, sono state sequestrate.   2 fratelli,  F.G. e F.L., hanno omesso di denunciare un notevole quantitativo di armi e munizioni di cui 3 corte e 10 fucili oltre a munizionamento appartenenti al defunto padre. I 2 fratelli, per tale motivo, sono stati indagati in libertà ai sensi dell’art. 38 del T.U.L.P.S. e art.58 del relativo regolamento con relativo sequestro delle armi.   L.L., è stato indagato, per il reato di omessa denuncia in quanto non ha comunicato all’Autorità di P.S. la detenzione di 1 fucile appartenente al defunto padre.


Catania Strage Nassiriya:Cerimonia e ricordo  vittime.   Il  tragico giorno, di 14 anni addietro, è divenuto “giornata della memoria per i caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la  pace”. Le  vittime italiane, “ambasciatori di pace”, sono state ricordate dal Comandante Provinciale dei Carabinieri di Catania, Colonnello Raffaele COVETTI  alla presenza di familiari dei caduti. L’alto ufficiale ha voluto far visita nei cimiteri di Catania e Biancavilla e reso onore a due delle eroiche vittime,  l’Appuntato Horacio MAJORANA ed il Maresciallo Aiutante Massimiliano BRUNO, deponendo sulle loro lapidi 2 cuscini di fiori a nome di tutta l’Arma dei Carabinieri.  Le cerimonie sono state seguite da autorità civili e militari  ed hanno  avuto  momenti di commozione durante la benedizione delle tombe dei 2 caduti e la recita  della “Preghiera del Carabiniere”.


Aci Sant’Antonio CT Labrador Ivan e CC trovano in casa 850g.marijuana e  3g. cocaina. I Carabinieri della Stazione di Aci Sant’Antonio, coadiuvati dai colleghi del Nucleo Cinofili di Nicolosi, hanno bloccato nella flagranza    Antonio Alfio DI DIO 37enne, del posto, poiché ritenuto responsabile di detenzione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. L’attività info-investigativa svolta dai militari negli ultimi giorni,  li ha condotti sabato mattina nell’abitazione di Via Onofrio. I Carabinieri appena entrati in casa hanno trovato su di un tavolo 1 bilancino elettronico di precisione con sopra del residui di marijuana. Il  Labrador “Ivan”   nel giardino di pertinenza della casa, grazie al suo fiuto, ha permesso ai Carabinieri di notare un filo elettrico di colore blu che portava nel sottostante terreno dell’ignaro confinante, luogo in cui erano depositati alcuni sacchi di plastica tra i quali proprio quello collegato  al filo, contenente  850 grammi di marijuana e  3 grammi di cocaina. La droga è stata sequestrata mentre l’arrestato, in attesa della direttissima, è stato relegato agli arresti domiciliari. L’arrestato stamattina è stato sottoposto al rito per direttissima al termine del quale il Giudice ne ha disposto la traduzione nel carcere di Catania Piazza Lanza.


Belpasso  CTCC 1 ai domiciliari, viola sorveglianza. I Carabinieri della Stazione di Belpasso hanno arrestato  Maurizio COSTANZO 32enne, del luogo, già sottoposto agli arresti domiciliari per altra causa, su ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Catania. Il personaggio dovrà espiare la pena residua di 9 mesi e 28 giorni di reclusione, poiché riconosciuto colpevole di aver violato i vincoli della Sorveglianza Speciale, reato commesso il 3 settembre 2016 a Belpasso. L’arrestato, espletate le formalità di rito, è stato ristretto nuovamente ai domiciliari, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.


Catania Carabinieri e Cacciatori  Sicilia scoprono coltivazione cannabis, sorpresi coltivatore e 3 amici. I Carabinieri della Stazione di Adrano coadiuvati dalla squadra “Falco 23” dello squadrone Eliportato Cacciatori “Sicilia” hanno bloccato ai domiciliari nella flagranza Antonio VITANZA 30enne del luogo, per coltivazione e detenzione di sostanze stupefacenti e detenzione illecita di munizioni. I   militari, a conclusione di un’articolata attività investigativa finalizzata a contrastare il fenomeno della coltivazione e produzione di sostanze stupefacenti nella zona etnea, in contrada Cugno ad Adrano hanno proceduto ad una perquisizione nel fondo agricolo di pertinenza del personaggio rinvenendo una  piantagione di canapa indiana, composta da 11 piante dell’altezza media di  m. 2,50. I  Carabinieri, successivamente nel domicilio del fermato hanno recuperato ulteriori 5 grammi di marijuana e 2 proiettili cal. 38 s.w. Le piante di cannabis indica, la marijuana ed i 2 proiettili sono stati sequestrati. I  Carabinieri, nel medesimo contesto operativo, hanno identificato e denunciare alla Procura della Repubblica di Catania per concorso nella coltivazione di stupefacenti altri 3 individui di Adrano, gravati da precedenti penali. Il soggetto, espletate le formalità di rito, è stato ristretto ai domiciliari in attesa di essere giudicato con rito direttissimo, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.


Catania - Picchia ed estorce denaro a madre invalida, CC 29enne in manette. I Carabinieri della Stazione di Calatabiano hanno arrestato nella flagranza un 29enne, del luogo, per rapina, tentata estorsione, maltrattamenti in famiglia e lesioni personali. I  militari, la notte scorsa, a seguito di una telefonata anonima al 112  con la quale era stata segnalata una lite in famiglia, sono intervenuti in un’abitazione nel centro cittadino di Calatabiano. I  Carabinieri giunti sul posto hanno trovato nell’appartamento lui in un evidente stato di agitazione. I tutori dell’ordine, nella circostanza hanno accertato che lo stesso soggetto, poco prima, aveva aggredito la madre 64enne, invalida, sottraendole con violenza 1 collana ed 1 bracciale d’oro e la somma contante 50€, danneggiando alcuni mobili, l’auto della sorella. Il soggetto aveva anche  minacciato di incendiare tutto. La donna è stata soccorsa e medicata da personale del 118 riportando un trauma contusivo al polso sinistro.  Gli operanti, inoltre, hanno accertato che non si trattava di un singolo episodio e che il 29enne da diversi giorni maltrattava la madre con incessanti vessazioni, minacce ed ulteriori aggressioni fisiche, provocandole un perdurante stato d’ansia e paura. L’arrestato, espletate le formalità di rito, è stato associato nel carcere di Catania a Piazza Lanza.


Catania - CC, preso pusher a Picanello. I Carabinieri della Compagnia di Catania Piazza Dante hanno arrestato ai domiciliari Cristian SACCONE 25enne catanese, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. I  Carabinieri, ieri sera durante un servizio antidroga nel popolare quartiere Picanello, hanno notato il giovane stazionare con fare sospetto in via Timoleone angolo con via Grasso Finocchiaro. I  militari, dopo qualche istante hanno osservato il 25enne cedere delle bustine prelevate di volta in volta in un cortile poco distante, ad occasionali avventori ricevendo in cambio un corrispettivo. Gli  operanti, prontamente intervenuti hanno bloccato e perquisito il pusher trovandolo in possesso di 2  dosi di marijuana, per un peso complessivo di 2 grammi, e la somma in contanti di 115 euro in banconote di piccolo taglio, ritenuti provento dell’attività di spaccio. I  Carabinieri successivamente nel cortile, sotto una mattonella, hanno recuperato una busta contenente altri 60 grammi dello stesso stupefacente. La droga ed il denaro sono stati sequestrati. L’arrestato, espletate le formalità di rito, è stato ristretto ai domiciliari in attesa di essere giudicato con rito direttissimo, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.


Mascalucia  CT – CC, donna ai domiciliari per truffa. I Carabinieri della Tenenza di Mascalucia hanno arrestato ai domiciliari Annalisa SGROI , del luogo, su ordine di carcerazione emesso dal Tribunale di Catania.La donna dovrà espiare la pena di 6 mesi di reclusione poiché riconosciuta colpevole dei reati di truffa aggravata in concorso,  commessi a Catania nell’anno 2013. L’arrestata, espletate le formalità di rito, è stata ristretta ai domiciliari, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.


Catania – Pusher bloccato da carabinieri in azione a S. Cristoforo.

I militari del Nucleo Operativo hanno arrestato ai domiciliari nella flagranza Giovanni PALAZZOLO, 22enne, catanese, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. I  militari di sera durante un servizio finalizzato a contrastare il fenomeno dello spaccio nel popolare quartiere San Cristoforo, hanno notato il giovane stazionare all’angolo di via Del Principe con via Moncada e prendere contatti con occasionali “clienti” per poi consegnargli delle bustine, prelevate di volta in volta sotto il paraurti di un’auto parcheggiata in via Del Principe.  I Carabinieri sono immediatamente intervenuti bloccando e perquisendo il giovane che è stato trovato in possesso di 20 dosi di marijuana, per un peso complessivo di 47 grammi, recuperando poi sotto l’auto parcheggiata altre 24 dosi dello stesso stupefacente, per un speso complessivo di 60 grammi. La marijuana per un peso totale di 107 grammi è stata sequestrata. L’arrestato, espletate le formalità di rito, è stato posto ai domiciliari in attesa di essere giudicato per direttissima, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.


Catania – 2 in furto Smart restano in panne, si fanno spingere da passante, ma invano.

Agenti del Commissariato Borgo Ognina, nei giorni scorsi, hanno denunciato in stato di libertà  S.C. 55enne già noto, responsabile insieme a un altro complice del furto di una Smart City Coupé avvenuto nei pressi di piazza Abramo Lincoln. Le indagini sono scattate dopo la denuncia della vittima e si sono avvalse anche di alcune immagini grazie alle quali è stato identificato il mezzo utilizzato dai malfattori per giungere sul luogo del furto. Le  immagini hanno evidenziato che i due, dopo aver asportato l’auto, sono stati costretti a chiedere aiuto ad un passante perché la Smart si era improvvisamente spenta. L’uomo, ignaro di quanto stesse accadendo, si è cortesemente offerto di spingere la macchina, facendo così un inconsapevole “favore” ai due malfattori. Il  colpo comunque, non è andato a buon fine.   L’auto è stata recuperata e riconsegnata al proprietario dopo  i rilievi del personale del Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica, che hanno notato   impronte digitali le quali hanno inequivocabilmente fatto risalire al noto S.C.


Catania Carabinieri trovano armi illegali nascoste in rudere a Librino. I militari del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Catania nei giorni scorsi hanno effettuato un servizio straordinario nel popolare quartiere Librino. I miliari hanno setacciato ed ispezionato aree e strutture abbandonate, garage e giardini dove, in un rudere abbandonato nello Stradale Cardinale, hanno rinvenuto 1 busta di plastica contenente 1 fucile semiautomatico Hatsan cal. 20, con calciolo mozzato, 1 pistola semiautomatica Bruni a salve cal. 8 modificata in arma comune da sparo calibro 7,65, 1 pistola semiautomatica Taurus cal. 9x19, con matricola abrasa e 14  cartucce di vario calibro.  Le indagini sono ancora in corso al fine di accertare chi avesse la disponibilità del mini arsenale. Le armi, tenute in ottimo stato d’uso e perfettamente funzionanti, sono state sequestrate ed inviate al Reparto Investigazioni Scientifiche di Messina per gli accertamenti tecnici del caso e per stabilire se le stesse siano state utilizzate in eventuali azioni criminose. 


Catania Polizia blocca pusher in azione nel centro storico in via Crociferi.

Agenti dell’U.P.G.S.P.- Squadra Volanti nel tardo pomeriggio di ieri, hanno arrestato ai domiciliari il catanese Salvatore MACCARRONE 22enne, per spaccio di sostanze stupefacenti. Gli  operatori, nel corso di servizi mirati alla prevenzione e al contrasto del fenomeno dello spaccio di stupefacenti nella zona del centro storico cittadino  in via Crociferi, hanno notato un gruppetto sospetto di giovani.  MACCARRONE è stato avvicinato da due giovani e dopo aver ricevuto una banconota ha ceduto ad uno di essi 2 dosi di sostanza stupefacente di tipo marijuana. Il pusher e l’acquirente sono stati, quindi, immediatamente bloccati dagli agenti. L’acquirente ha consegnato spontaneamente la sostanza acquistata, che veniva sequestrata, e per tale motivo veniva accompagnato presso gli Uffici della Questura per gli ulteriori accertamenti e sanzionato in via amministrativa.  Il  P.M. di turno, è stato informato dell’accaduto, ed ha disposto di sottoporre  MACCARRONE alla misura degli arresti domiciliari presso la sua abitazione in attesa di convalida innanzi al G.I.P.


Catania Fucile, passamontagna e cartucce trovate nascoste a S. Cristoforo. I poliziotti  dell’U.P.G.S.P.- Squadra Volanti ieri sera hanno anche rinvenuto e sequestrato a carico di ignoti 1 fucile,   cartucce e 1 passamontagna.  Gli  agenti, procedendo ad un accurato controllo, hanno rinvenuto in un casolare abbandonato  nel quartiere San Cristoforo, ben occultati tra le pietre ed i calcinacci di tale edificio, 1 fucile automatico marca Franchi, 23 cartucce calibro 12 e 1 passamontagna di colore nero. L’arma con relativo munizionamento sarebbe servita per compiere attività delittuose. L’arma effettuati i rilievi da parte del personale del locale Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica e messa in sicurezza ed è stata sequestrata.


Catania S.Venerina vietato parco a cani : 3 picchiano proprietario entrato in villa col cucciolo. Agenti del Commissariato Borgo Ognina hanno indagato in stato di libertà tre persone, responsabili del reato di rissa, minacce e lesioni. Le indagini hanno preso spunto da una querela sporta da una persona che ha riferito di essere stata aggredita da tre individui, mentre si trovava in una villetta comunale nella cittadina di Santa Venerina. L’uomo ha raccontato che, mentre si trovava in quel luogo per far passeggiare il proprio cane, è stato affrontato da una persona che l’ha invitato ripetutamente a uscire dal parco. La  persona, all’opposizione del denunciante, che frattanto era stata raggiunta da un amico e da un parente,  l’ha dapprima bloccato e poi aggredito a calci e pugni, costringendolo a riparare al Pronto Soccorso di Acireale, dove gli è stata diagnosticata l’infrazione di una costola ed un trauma cranico minore. L’indagine degli agenti del Commissariato, basata anche sulle testimonianze dei presenti all’accaduto, ha permesso di identificare i responsabili dell’aggressione i quali sarebbero intervenuti contro il denunciante perché, nonostante i divieti esposti dal Comune, ha comunque introdotto il cane all’interno dell’area a verde.


Catania 20enne:“una manata al vigile urbano” ancora in coma farmacologico. Sarebbe questa la confessione fatta  da un ventenne ai magistrati che indagano per l’aggressione subita da Luigi Licari  ispettore della polizia municipale   sabato sera in via Del Rotolo, zona Ognina a Catania. L’inchiesta per tentato omicidio, era stata aperta dal Procuratore della Repubblica a Catania Carmelo Zuccaro ed affidata  all'aggiunto Ignazio Fonzo ed al sostituto Santo Distefano. La  squadra mobile della Questura e la Polizia Municipale di Catania indagano  sull’aggressione. Il 20enne, alla presenza dei suoi legali, avrebbe ammesso ai magistrati di avere colpito Luigi Licari,   con una manata l'ispettore, ma avrebbe detto di averlo fatto al termine di una discussione accesa. Secondo indiscrezioni il giovane avrebbe detto ai giudici che dopo un primo confronto  con il vigile sarebbe tornato indietro e che la discussione sarebbe, sempre secondo la sua ricostruzione, degenerata in litigio. Il 20enne avrebbe   detto di essere pentito e di non essersi accorto che il vigile era finito a terra vista la presenza di numerose persone. Il fermo dovrà adesso convalidato d il Gip dopo l'interrogatorio di garanzia dovrà decidere sulla convalida del fermo.


Randazzo CT  - Intrappolato tra le fiamme appiccate, salvato da 2 Carabinieri. L’episodio è accaduto ieri mattina in località IMBISCHI agro di Randazzo.   Un pensionato del posto  64enne, aveva deciso di dar fuoco alle numerose sterpaglie esistenti nel  suo fondo agricolo generando un incendio incontrollato che propagandosi repentinamente l’ha investito in pieno. Il malcapitato, raggiunto agli arti inferiori dalle fiamme,  ha perduto conoscenza. Una  parente confinante di terreno, si è accorta della vasta estensione dell’incendio ed ha chiesto aiuto telefonico ai Carabinieri di Randazzo. L’operatore della centrale operativa ha immediatamente fatto convergere sul posto l’equipaggio di una “gazzella” del pronto intervento che giunto in loco non ha esitato ad addentrarsi per circa 400 metri tra le fiamme portando in salvo il poveretto.  Un’ambulanza del 118 proveniente dall’Ospedale di Bronte è giunta sul posto, i   sanitari hanno riscontrato all’uomo un infarto in corso, si sono attivati per farlo trasportare a mezzo elisoccorso all’Ospedale Cannizzaro di Catania dove d’urgenza è stato sottoposto ad un intervento chirurgico di angioplastica. Il  pensionato al momento si trova ricoverato in prognosi riservata nel nosocomio catanese ma non sembra versare in pericolo di vita. L’incendio è stato domato dopo alcune ore dai Vigili del Fuoco del distaccamento di Randazzo.


Catania –  Viola sorveglianza e fugge sui tetti, inseguito e preso da  poliziotti. La Polizia di Stato ha bloccato: Francesco Giuseppe PAPPALARDO 35enne già noto, resosi responsabile del reato di inosservanza agli obblighi ed alle prescrizioni inerenti la sottoposizione della Sorveglianza Speciale di P.S. con obbligo di soggiorno. Agenti della Squadra Mobile, sabato mattina durante l’espletamento di un servizio di p.g. all’interno del quartiere “San Berillo Nuovo”, hanno notato un folto gruppo di giovani intenti a discutere, ragione per cui gli operatori si sono decisi ad effettuare un controllo. Uno  dei personaggi, successivamente identificato per Francesco Giuseppe PAPPALARDO, alla vista della pattuglia, si è staccato dal gruppo fuggendo a  piedi. Gli  operatori di Polizia scendendo dal mezzo di servizio hanno iniziato un inseguimento a piedi per le vie del quartiere. PAPPALARDO, nonostante i ripetuti avvisi atti a fermarsi, non desisteva ed, accelerando la sua corsa, si è lanciato da uno scosceso terrapieno, scomparendo per alcuni istanti alla vista degli agenti. Gli inseguitori, tuttavia non demordendo  hanno bloccato  il fuggitivo nel momento in cui tentava di arrampicarsi sul tetto di un garage.  Francesco Giuseppe PAPPALARDO è stato, dichiarato in arresto per il reato di inosservanza agli obblighi ed alle prescrizioni inerenti la sottoposizione della Sorveglianza Speciale di P.S. con obbligo di soggiorno nel comune di Paternò (CT) e posto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.


CataniaAi domiciliari per stalking evade e minaccia donna: preso ed ammanettato. Agenti  delle Volanti dell’U.P.G.S.P. ieri sera  hanno tratto in arresto per i reati di stalking ed evasione dagli arresti domiciliari S.G. 28enne, già noto. La  chiamata di una signora nel tardo pomeriggio era giunta su linea 112. L’interlocutore donna ha segnalato che il suo ex convivente si trovava sotto la sua abitazione,  proferendo parole ingiuriose e minacce che le causavano uno stato d’ansia e di paura per la sua incolumità. Gli operatori, prontamente, ricevuta la nota radio da parte della Sala Operativa della Questura, si sono recati sul posto e riuscivano ad individuare e bloccare il soggetto. I poliziotti, a seguito di controlli in banca dati, hanno appurato che il malfattore era sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari  a seguito di arresto per il reato di atti persecutori perpetrato nei confronti della stessa richiedente. Gli  agenti, alla luce di questo nuovo episodio di minaccia-molestia, hanno veniva nuovamente arrestato in flagranza per i reati di stalking ed evasione il personaggio e, su disposizione del P.M. di turno, l’hanno tradotto presso il carcere di Piazza Lanza, in attesa della celebrazione del giudizio di convalida .


Catania –    Polizia trova droga in casa di vigilantes, 1 ai domiciliari. La Polizia di Stato ha tratto in arresto domiciliare: Fabio VOLPE   37enne, resosi responsabile del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente del tipo marijuana. Agenti della Squadra Mobile - Sezione Contrasto al Crimine Diffuso, seguito di attività info-investigativa, avevano appreso che Fabio VOLPE, di professione guardia particolare giurata, dimorante nel centro del quartiere Librino, deteneva, nella sua abitazione, sostanza stupefacente del tipo marijuana.  Gli agenti della Sezione, nel pomeriggio di ieri, dopo avere effettuato preliminari accertamenti, hanno eseguito,   una perquisizione domiciliare nell’abitazione di Fabio VOLPE. I poliziotti ad esito dell’attività hanno rinvenuto e sequestrato: n. 1 involucro in plastica contenente sostanza stupefacente del tipo marijuana, per un peso complessivo di gr. 365 circa; n. 1 involucro in plastica contenente sostanza stupefacente del tipo marijuana, per un peso complessivo di gr. 500 circa; n. 1 sacchetto in plastica contenente sostanza stupefacente del tipo marijuana, per un peso complessivo di gr. 35 circa; n. 1 bilancia da cucina marca Howell; n. 1 bilancino elettronico di precisione. Espletate le formalità di rito, il personaggio è stato posto agli arresti domiciliari a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.


Zafferana Etnea CT –CC, 1 in carcere: 5 anni e 8 mesi, violenze e maltrattamenti in famiglia. I Carabinieri della Stazione di Sant’Alfio hanno arrestato un 37enne, di Zafferana Etnea su ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Catania.Il soggetto dovrà espiare la pena di 5 anni e 8 mesi di reclusione per violenza sessuale aggravata, maltrattamenti in famiglia, lesioni personali aggravate, e violenza privata in concorso, reati commessi dal 2006 al 2007 a Milo. L’arrestato, espletate le formalità di rito, è stato associato nel carcere di Piazza Lanza.


Paternò CT – CC, 1 ai domiciliari per maltrattamenti in famiglia ed atti persecutori. I Carabinieri della Stazione di Paternò hanno arrestato un 26enne, paternese, su ordinanza di custodia cautelare emessa dalla Corte d’Appello di Catania.  Il giovane è stato ritenuto colpevole di maltrattamenti in famiglia e atti persecutori nei confronti dell’ex convivente,  20ennne del luogo. Violenze e  minacce   hanno causato alla vittima un grave e perdurante stato d’ansia e paura, temendo per la propria vita. L’arrestato, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, è stato ristretto ai domiciliari.


Misterbianco CT –Rissa in condominio via Dei Garofani per parcheggio: CC,  9 arresti.  I Carabinieri della Tenenza di Misterbianco hanno arrestato nella flagranza 9 persone, tra cui 4 donne, appartenenti a due nuclei familiari per rissa aggravata e lesioni personali. I militari, la notte scorsa, a seguito di una telefonata al 112, sono interventi in un condominio in via Dei Garofani per sedare una rissa. I Carabinieri giunti sul posto hanno bloccato i litiganti in evidente stato di agitazione accertando che la causa della lite era stata l’occupazione di un’area del parcheggio condominiale. i due capi famiglia successivamente, rispettivamente di 58 e 63 anni, sono stati trasportati e medicati all’ospedale Vittorio Emanuele dove i sanitari hanno riscontrato vari traumi contusivi alle spalle e braccia guaribili in 10 giorni.


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