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MESSINA -     Estorsione ad artigiano CC eseguono  Ordine Custodia Cautelare. I Carabinieri della Stazione di Giampilieri, ieri, hanno notificato al noto Marco DURANTE 31enne messinese, un’ordinanza di custodia cautelare, in regime di arresti domiciliari, per il reato di estorsione. Il provvedimento è stato  emesso dal G.I.P. del Tribunale di Messina, su conforme richiesta della locale Procura della Repubblica che ha coordinato le indagini. La vittima del reato è un artigiano della zona sud della città a cui l’arrestato, lo scorso novembre, aveva venduto delle attrezzature meccaniche.  Una  normale compravendita  ben presto, si è rivelata un ingegnoso stratagemma per estorcere del denaro. La merce, infatti, non veniva consegnata e solo a quel punto DURANTE prospettava “falsamente” alla vittima di essere stato contattato da un uomo della zona che avrebbe denunciato entrambi in quanto la merce in questione era di sua proprietà e gli era stata rubata. DURANTE così costringeva l’artigiano a corrispondergli una somma, a suo dire necessaria per risolvere la questione ed evitare la denuncia. L’estorsione ed inganno non finiva più poiché sono iniziate   telefonate ripetute di un tale che spacciandosi per  appartenete alle forze dell’ordine si faceva consegnare ulteriori somme di denaro per convincere il proprietario delle attrezzature a ritirare la denuncia. La vittima, resasi conto delle angherie che stava subendo, ha trovato la forza di recarsi alla Stazione Carabinieri di Giampilieri per denunciare il suo aguzzino. I  militari dell’Arma di Giampilieri al comando del Maresciallo Maggiore Giuseppe CURCIO, hanno così ricostruito in maniera minuziosa la vicenda, riuscendo a smascherare DURANTE, anche attraverso la disamina dei tabulati telefonici. La vicenda ha messo in luce una complessa macchinazione posta in essere dal DURANTE, consistente nel carpire in un primo momento la buona fede dell’artigiano, convincendolo dell’assoluta normalità dell’acquisto delle attrezzature. Il maldestro ha  indotto quindi la vittima a ritenere di essere stato suo malgrado coinvolto in azioni criminali e, infine, prospettandogli gravi conseguenze penali per estorcergli delle ulteriori somme di denaro. DURANTE è stato quindi raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare e dovrà adesso rispondere della pesante accusa di estorsione.


TAORMINA 2 scippatori su auto depredano donna, Polizia li ammanetta.   Si tratta di Cateno Lo Pò 31enne e Matteo Lo Monaco 30enne, entrambi di Taormina. I  poliziotti del Commissariato di P.S. di Taormina, ieri pomeriggio, hanno bloccato per furto con strappo 2 soggetti noti per reati contro il patrimonio e stupefacenti.   Gli  agenti, alle 16.30, sono intervenuti in  via Bagnoli Croce per la segnalazione di uno scippo. 2 poco prima a bordo di un’auto, dopo aver affiancato una ragazza, con una mossa repentina le hanno strappato con violenza la borsa, dandosi poi alla fuga. Le  ricerche dell’auto sono state avviate immediatamente, ed è stata rintracciata e bloccata sulla S.S. 114 Orientale Sicula all’altezza della Stazione Ferroviaria. La perquisizione effettuata sia sulle persone che sul veicolo ha permesso di rinvenire la somma di denaro ed alcuni effetti personali sottratti alla vittima. L’acquisizione dei filmati estrapolati dai sistemi di video-sorveglianza presenti nella zona interessata hanno confermato le responsabilità dei due soggetti che sono stati dichiarati in arresto.


MESSINA Questura, dott. Corrado Basile promosso Dirigente Superiore. Il  funzionario Corrado Basile da Vice Questore Vicario è stato promosso al grado superiore.   La lieta ed attesa notizia è arrivata ieri mattina alla Questura di Messina accompagnata dai più sentiti e sinceri complimenti di amici e colleghi: essendo stato promosso a Dirigente Superiore. La carriera del dott. Corrado Basile è  ricca e variegata, densa di  soddisfazioni e di brillanti risultati. Il  funzionario è entrato in polizia nel settembre del 1988 e dopo la frequentazione del corso di formazione per Vice Commissari è stato assegnato alla Questura di Varese per svolgere le funzioni di Capo di Gabinetto. Basile nel 1990, ha operato a Siracusa, dando prova delle sue capacità investigative prima nella direzione del Commissariato di P.S di Lentini, comune ad alto tasso di criminalità di tipo mafioso e poi alla guida della Squadra Mobile. L’intuito e  la caparbietà del funzionario hanno offerto un prezioso contributo all’azzeramento delle cosche criminali locali. Corrado Basile, dopo la Squadra Mobile, è stato chiamato a guidare la Digos della Questura con importanti risultati anche nella gestione di controversie sociali con protagonisti lavoratori e maestranze, specie nella zona industriale, impegnati nella lotta a tutela dei loro posti di lavoro. Il funzionario è stato poi promosso alla qualifica di Primo Dirigente nel 2006 assumendo successivamente l’incarico di Dirigente la Divisione di Polizia Anticrimine della Questura di Siracusa. Il dott. Corrado Basile ha portato a compimento importanti proposte di applicazione di misure di prevenzione sia personale che patrimoniali con il sequestro e la confisca di beni ad alti esponenti delle associazioni mafiose radicate nel territorio. Il funzionario, successivamente dal 2012, ha assunto l’incarico di Vicario del Questore prima di Vibo Valentia e poi di Enna. Il dott. Corrado Basile nel 2016, in previsione del Vertice G7 del maggio 2017, è stato trasferito, con lo stesso incarico, alla Questura di Messina dando prova di grande capacità operativa ed organizzativa nella predisposizione del poderoso dispositivo di ordine e sicurezza pubblica predisposto per l’evento di risonanza internazionale.  Ha partecipato anche all’organizzazione del G7 Pari Opportunità nel Novembre 2017 ed alla creazione del Centro di Primo Soccorso ed Identificazione confermandosi funzionario dall’elevato profilo professionale. Il funzionario a Messina si è altresì distinto per la capacità di intessere rapporti costruttivi e proficui con i rappresentanti delle Istituzioni civili e militari con le quali ha costruito collaborazioni sinergiche. Il dott. Corrado Basile è in attesa della prossima assegnazione, la Questura gli rinnova le  più fervide congratulazioni che sono anche espresse con sincera stima anche da noi.


Barcellona P.G. -  Polistrada  sequestra 2 scuolabus circolanti fuori norma, elevate sanzioni. Gli Agenti del Distaccamento della Polizia Stradale di Barcellona P.G., nell’ambito dei servizi specifici mirati alla sicurezza della circolazione ed in particolare al controllo dei veicoli adibiti a scuolabus, hanno sottoposto a fermo amministrativo e sospeso dalla circolazione due mezzi. I poliziotti della Polstrada hanno istituito dei posti di controllo presso le scuole elementari, medie e dell’infanzia dei plessi scolastici di Patti, Oliveri e Milazzo. Gli accertamenti effettuati su numerosi pulmini hanno evidenziato che 2 veicoli stavano trasportando abusivamente degli studenti, poiché erano privi delle necessarie autorizzazioni. I tutori dell’ordine hanno accertato molteplici violazioni al Codice della Strada, per le quali sono state elevate numerose sanzioni per migliaia di euro ai conducenti ed alle ditte di trasporto.


Messina  - Detenuto ai domiciliari si allontana da casa per visita funebre, bloccato da Carabinieri. I   militari del   Nucleo Radiomobile hanno sorpreso fuori casa Gianbattista CUSCINA' 39enne messinese.  Il personaggio si era “allontanato per fare una visita di condoglianze a  vicini di casa” questa la giustificazione fornita ai Carabinieri, che l’hanno sorpreso all’esterno della sua abitazione,  dove stava scontando la pena in regime di detenzione domiciliare. I  militari del Nucleo Radiomobile, intorno, alle ore 20.30, impegnati in un servizio specifico orientato alla verifica della presenza nelle abitazioni dei detenuti, l’hanno sorpreso mentre si trovava sulla pubblica via, poco distante dalla sua abitazione,  sbucando da un vicoletto adiacente a  via Bensaia. Lui è stato immediatamente riconosciuto dai militari e bloccato ha, alla richiesta di come mai fosse fuori dal domicilio in cui sconta la pena, avrebbe spiegato di essere stato animato da buoni propositi dato che era sua intenzione andare a fare una visita di condoglianze in una vicina abitazione. Il nobile gesto non costituiva comunque un’esimente, e perciò, i carabinieri l’hanno dichiarato  in arresto. CUSCINA’ è stato  tradotto presso il Tribunale di Messina, come disposto dal Sost. Procuratore  Dott. Piero VINCI per l’udienza di convalida e per la celebrazione del rito per direttissimo. Il personaggio, all’esito dell’udienza ha ottenuto convalida d’arresto ed stato nuovamente sottoposto al regime degli arresti domiciliari.


Barcellona PG Me – Polizia scopre abuso d’ufficio, concussione e falso in Comune: misure cautelari per amministratori. I poliziotti hanno avviato sia intercettazioni telefoniche che acquisizione di tabulati, sopralluoghi, analisi e sequestro di documenti ed edifici, strumenti investigativi che hanno permesso di muovere specifici addebiti a carico di: Angelo COPPOLINO ex assessore allo Sport e Politiche Giovanili Sportive, Industria, Caccia e Pesca, Servizi Demografici e Toponomastica, Rapporti con i Quartieri, Programmazione e Manutenzione Impianti Sportivi;  Salvatore DI PIETRO Vice Comandante della Polizia Municipale; Carmelo RUCCI funzionario dell’Ufficio Tecnico Edilizia Privata, Concessioni Edilizie e Sanatoria; Bruno ISGRO’, architetto;   Francesco LIVOTI, tecnico comunale;  Giuseppe BONOMO, tecnico comunale;  Santi ALLIGO, ex Segretario Generale;  Roberto MATERIA Sindaco del Comune di Barcellona P.G. L’indagine lunga e laboriosa ha portato all’emissione dell’ordinanza di applicazione di misure cautelari coercitive ed interdittive nei confronti di amministratori e funzionari del Comune di Barcellona. La misura è stata  eseguita dai poliziotti del Commissariato locale, è stata  emettessa il Gip del Tribunale di quel Comune dott. Fabio Gugliotta. L’attività investigativa coordinata dal Procuratore Capo della Repubblica Emanuele Crescenti e dal Sostituto Procuratore Matteo De Micheli ha presso il via  nel 2014. L’Autorità Giudiziaria contesta  rregolarità riguardanti immobili riconducibili a Coppolino ed ad alcuni suoi familiari che avrebbero originato approfondimenti che lasciavano trasparire le pressioni esercitate dall’Assessore su tecnici e amministratori compiacenti al fine di occultare, per l’appunto, le macroscopiche difformità ed i conseguenti illeciti edilizi.False attestazioni, omissione di accertamenti, velocizzazione indebita delle relative pratiche, omissione di atti dovuti, in sintesi, le condotte che, dietro la sapiente regia del Coppolino il quale in tal modo ne traeva un ingiusto vantaggio patrimoniale, venivano perpetrate dagli indagati animati dalla speranza di ottenere futuri vantaggi. Nello specifico questi i reati contestati e le relative misure adottate: concussione, induzione indebita di dare o promettere utilità, abuso d’ufficio e falso per il Coppolino, al quale è stata applicata la misura cautelare in carcere e per  Rucci sottoposto invece alla misura degli arresti domiciliari; falso ed abuso d’ufficio per Isgrò, Livoti, Bonomo e Di Pietro cui viene altresì contestata l’induzione indebita di dare o promettere utilità sottoposti alla misura interdittiva della sospensione da ogni ufficio ricoperto all’interno del Comune ad eccezione dell’Isgrò a cui è stata imposta la misura del divieto di esercitare la professione di architetto per 6mesi; uso di atti falsi e favoreggiamento personale per Alligo al quale è stato imposto l’obbligo di dimora nel Comune di residenza;  abuso d’ufficio per Materia, la cui condotta è rappresentata dall’avere revocato illegittimamente l’incarico dell’allora Comandante della Polizia Municipale, sottoposto al divieto di dimora e di ingresso nel Comune di Barcellona.


Ragusa  - Prefetto Librizzi trasferita a Messina: saluto vertici comando Guardia Finanza iblei. Nella Prefetto di Ragusa -

 

dott.ssa Maria Carmela Librizzi, di mattina, si è recata in visita di commiato al locale Comando Provinciale della Guardia di Finanza. L’alta Autorità di Governo, prima di lasciare la città, per ricoprire un nuovo e prestigioso incarico presso la Prefettura di Messina, ha voluto salutare personalmente le “Fiamme Gialle” iblee. il Comandante Provinciale, Col. t. ISSMI Claudio Solombrino, i Comandanti dei Reparti territoriali ed una rappresentanza di finanzieri di ogni ordine e grado hanno fatto gli onori casa. Il  Prefetto, nell’occasione ha espresso parole di vivissimo apprezzamento per l’attività condotta, complimentandosi per i brillanti risultati ottenuti e per l’impegno profuso al fine di garantire la sicurezza economico  finanziaria della Provincia.


Messina -  Polizia blocca 2 topi d’appartamento. Si tratta dei messinesi Valentino Vadalà 32enne e Rosario Caruso 42enne. I soggetti sono stati rintracciati grazie all’attività d’indagine delle volanti della Questura di Messina. I maldestri avevano tentato di mettere a segno il colpo ai danni di un’anziana donna, ma sono stati bloccati ieri dai poliziotti delle Volanti della Questura di Messina. Il furto l’avrebbero tentato entrando dalla porta in alluminio posta nel terrazzo dell’abitazione ma sono stati interrotti dalle urla di una vicina. I poliziotti intervenuti sul posto hanno rinvenuto, sul terrazzo dell’appartamento della vittima, 1 cacciavite, 1 zaino, 1 crick  ed hanno visto che l’imposta era stata danneggiata. La  presenza di un Opel Agila grigia con gli stop rotti posteggiata nei pressi dell’immobile proprio nel momento in cui si stava per consumare il fatto ha attirato l’attenzione dgli investigatori. L’attività di indagine serrata ed immediata ha permesso agli operatori di rintracciare la macchina Opel ed i presunti autori del tentato furto. I 2 hanno negato inizialmente la paternità del mezzo che, intestato ad altro soggetto, dagli accertamenti effettuati, risultava comunque nella disponibilità di 1 dei complici.   Vadalà, messo alle strette ha recuperato le chiavi della vettura che aveva nascosto nella cuccia del cane. I  poliziotti nell’auto hanno trovato altro materiale atto allo scasso ed 1 ulteriore zaino. I 2 sono stati condotti presso gli Uffici di Polizia dove hanno confermato ogni responsabilità e  dichiarati in arresto, i personaggi  su disposizione dell’A.G trattenuti presso le camere di sicurezza in attesa di essere giudicati con rito per direttissima.


Messina -  Donna minacciata e segregata in casa: Polizia arresta ai domiciliari compagno violento. Una convivenza turbolenta, un amore malato ed una gelosia accecante avrebbero fatto da sfondo ad una triste storia di violenza domestica conclusasi con l’arresto ai domiciliari di lui, da parte  dei poliziotti delle Volanti della Questura di Messina, che intervenuti in soccorso della malcapitata. Lui le impediva di uscire di casa, l’avrebbe minacciata di “farle del male” qualora avesse tentato di scappare, le  avrebbe distrutto il cellulare, sottoponendo a serrati controlli anche le conversazioni tenute su facebook. La violenza fisica e psicologica avrebbe portato la donna a maturare la convinzione di lasciare il compagno. La  scelta non sarebbe stata condivisa da lui che avrebbe acuito la rabbia e la gelosia. Il personaggio oltre a sequestrare in casa la donna, le incuteva terrore brandendo un coltello a serramanico. La  vittima, ieri mattina durante una provvidenziale uscita in macchina e distrazione di lui,  è stata in grado di allontanarsi di corsa e chiedere aiuto. Gli operatori di polizia sono intervenuti immediatamente mettendosi alla ricerca del soggetto che hanno individuato in strada, stava passeggiando con un cane al guinzaglio. Gli agenti hanno  identificato il personaggio e proceduto alla perquisizione domiciliare con conseguente sequestro del coltello perfettamente coincidente con la descrizione fornita dalla donna. I tutori dell’ordine,  una volta arrestato il soggetto, hanno dato comunicazione dell’accaduto all’Autorità Giudiziaria competente che ha disposto fosse posto ai domiciliari in attesa della convalida dinnanzi al Gip.


Messina -Avvicendamento in Questura: Valeriani – Bardetta, cambio tra due giovani funzionarie.  Il Commissario Capo Caterina Bardetta sostituisce il Commissario Capo Paola Grazia Valeriani alla Questura di Messina. Il testimone è stato passato dal Commissario Capo Paola Grazia Valeriani, trasferita, dopo due anni di servizio nella Città dello Stretto, alla  Divisione Polizia Amministrativa e Sociale della Questura di Reggio Calabria. Il  Commissario Capo Caterina Bardetta, neo entrata in Questura, è  Originaria di Messina, laureata in giurisprudenza ed abilitata all’esercizio della professione legale. La  dott.ssa Bardetta è entrata in Polizia nel 2012 vincendo il concorso per Commissari. La funzionaria, al termine del corso biennale presso la Scuola Superiore di Polizia, dove ha conseguito un master in Diritto Amministrativo presso l’Università “ Sapienza” di Roma, era stata assegnata alla Questura di Catania per ricoprire, quale primo incarico, il ruolo di addetto all’U.P.G.S.P e, poi, all’Ufficio di Gabinetto nel quale è rimasta fino al luglio 2017. Il  Commissario Capo Caterina Bardetta, successivamente, ha prestato servizio presso il Commissariato di Nesima e, poco dopo, è stata aggregata alla Questura di Messina, presso il Commissariato Nord e quindi la Divisione Polizia Amministrativa, Sociale e dell’Immigrazione.  Il  Commissario Capo Caterina Bardetta da oggi, quale Funzionario addetto, affianca il Primo Dirigente dott.ssa Maria Luisa Cavallo nella direzione della Divisione Anticrimine.  Ad entrambe, la Questura di Messina ed il nostro giornale augurano i più sinceri in bocca al lupo. 


Messina - Intimidazioni a Magda Scalisi solidarietà BCsicilia. L’imprenditrice Magda Scalisi ha lasciato Palermo per trasferirsi sui monti fra le province di Palermo e Messina e svolgere  la sua attività di gestione del Rifugio del Parco dei Nebrodi in contrada Muto nel comune di San Fratello. Magda Scalisi, nonostante sia stata costantemente osteggiata e minacciata, ha deciso di condurre con fermezza e coraggio il rifugio affrontando una realtà pericolosa dove è forte la presenza della “mafia dei pascoli”. Magda non ha intenzione di arrendersi e più volte ha ribadito che il rifugio del Parco dei Nebrodi è casa sua. BCsicilia esprime solidarietà e vicinanza a Magda Scalisi per le intimidazioni ricevute nel corso della sua attività di gestione del Rifugio del Parco dei Nebrodi in contrada Muto nel comune di San Fratello.  BCsicilia chiede :”alle forze di polizia ed investigative la massima attenzione nei confronti di una giovane donna che ha deciso di andare avanti con forza e determinazione nonostante i continui soprusi ed auspica come sia le istituzioni che la stessa società civile facciano di tutto affinché non sia lasciata sola nella sua battaglia, contro coloro che ritengono di poter ancora decidere tempi e gestione di un luogo dall’impareggiabile valore naturalistico e ambientale. Nessun territorio infatti potrà mai considerarsi liberato dalla mafia e dalla criminalità fino a quando ci sarà qualcuno che non potrà esercitare serenamente il proprio lavoro e costruire liberamente il proprio futuro”.


Messina - CC Operazione ZIKKA, preso FRANZINO. I  Carabinieri della Compagnia di Messina Sud, ieri sera,  hanno rintracciato e sottoposto agli arresti domiciliari Gaspare Francesco FRANZINO 34enne, unico soggetto ancora ricercato nell’ambio dell’operazione “Zikka” con cui gli uomini dell’Arma hanno smantellato un’associazione per delinquere dedita all’organizzazione di corse clandestine di cavalli. FRANZINO, palermitano, è un veterinario che secondo le accuse si sarebbe occupato della somministrazione agli animali di sostanze con effetti dopanti per aumentarne le prestazioni durante le competizioni illegali.


Messina 77enne stalker non rispetta divieto avvicinamento: CC ai domiciliari. I Carabinieri della Stazione di Ganzirri hanno tratto in arresto ai domiciliari per la violazione della misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima un 77enne del posto. L’anziano, era già sottoposto al  provvedimento di divieto in quanto indagato per i reati di atti persecutori e violenza sessuale, commessi nei confronti di una giovane vittima. Il  77enne non ha ottemperato agli obblighi imposti dalla misura cautelare,  si è recato presso il posto di lavoro della giovane vittima. L’Autorità Giudiziaria, a seguito di segnalazione dei Carabinieri, ha immediatamente emesso, nei confronti del 77enne, un’ordinanza di custodia cautelare con sottoposizione alla misura degli arresti domiciliari. I  militari dell’Arma hanno prontamente proceduto ad eseguire il provvedimento e l’anziano è stato arrestato e sottoposto agli arresti domiciliari presso la sua abitazione. La prontezza della risposta della Polizia Giudiziaria nei casi di vittime di maltrattamenti in famiglia, atti persecutori e violenze di genere è conseguente alla specifica preparazione professionale e sensibilità degli operanti nell’affrontare tali reati, per i quali è altissima l’attenzione e la sensibilità della Procura della Repubblica di Messina che ha stabilito precise modalità operative per giungere, quanto più rapidamente possibile, a tutelare le vittime vulnerabili.  Le forze dell’ordine ricordano:”  in tale contesto è però fondamentale la denuncia da parte delle vittime di tali reati così da consentire all’Autorità Giudiziaria ed alla Polizia Giudiziaria di poter prontamente intervenire a  tutela.  Il cittadino potrà sempre trovare, nella Stazione Carabinieri più vicina, personale qualificato e preparato ad affrontare e risolvere tali delicate problematiche”.


Video Carabinieri contro truffe 

Messina - Adescato in chat,  coppia vuol divulgare video porno: CC, 2 ai domiciliari. I Carabinieri della Stazione di Arcivescovado hanno tratto in arresto una 35enne ed il suo compagno 40enne, entrambi messinesi, colti in flagranza del reato di estorsione.  La vittima era stata individuata dalla coppia in un 63enne di Messina a cui hanno mandato messaggi in una chat privata spacciandosi per una donna avvenente. I 2, dopo aver carpito la fiducia del malcapitato, l’hanno convinto a registrare ed inviare propri video in situazioni compromettenti per poi ricattarlo, prima via sms e poi di persona. I maldestro, alla vittima avevano fatto credere di aver mandato video hard ad una minorenne ed era stata mostrata una finta denuncia presentata al Tribunale per i minorenni dove lo si accusava di pedopornografia. L’uomo adescato inizialmente era scettico ed allora la coppia di malviventi ha proposto un incontro durante il quale gli hanno mostrato una lettera con tanto di intestazione formale del Tribunale di Messina, chiedendogli 500 euro per rimettere la querela. Il 63enne ha preso tempo ed ha chiesto aiuto ai Carabinieri della Stazione di Arcivescovado che, sotto l’egida della Procura della Repubblica di Messina,  l’hanno seguito passo passo, supportandolo poiché molto provato dalla situazione. Il 63enne sotto ingannato, giunto nel luogo dell’incontro, si è seduto al tavolino in un bar del capoluogo peloritano come da indicazione dei malviventi. L’uomo vittima del tentato inganno è stato raggiunto soltanto dalla donna che veniva però guardata a vista dal compagno, posizionato sul lato opposto della strada, in modo da poter essere visto dal malcapitato. La  donna vedendo  ancora titubante il malcapitato di turno, l’ha minacciato:  se non le avesse dato il denaro, il suo compagno l’avrebbe “fatto fuori”, disponendo quest’ultimo anche di un coltello. La  donna, appena  ha ritirato il denaro, è stata bloccata dai militari insieme al compagno il quale, effettivamente, è stato trovato in possesso di un coltello a serramanico con una lama lunga 18 cm. Le  manette sono scattate per i due maldestri conviventi i quali dovranno rispondere di estorsione davanti all’Autorità Giudiziaria. I due responsabili, al termine dell’udienza di convalida, che si è tenutasi in giornata presso il Tribunale di Messina, sono stati posti agli arresti domiciliari presso la loro abitazione.


Messina -  Blitz CC in casolare, preso pusher con droga, 1 ai domiciliari.  i Carabinieri dell Stazione di Villafranca Tirrena, nei giorni scorsi hanno tratto in arresto in flagranza per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti D.G. 18enne, incensurato. I  militari, durante un mirato di servizio di contrasto ai reati di spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti, hanno fatto irruzione in un casolare abbandonato nella frazione di Gesso, dove il giovane si era nascosto, rinvenendo complessivamente  120 grammi di sostanza stupefacente del tipo marijuana e materiale vario per il confezionamento delle dosi. Il  giovane è stato posto ai  domiciliari in attesa del rito direttissimo.


Messina - Questura ricorda anniversario assassinio capo squadra mobile Boris Giuliano.  La  Questura di Messina città dove ha vissuto, ricorda il Commissario di Polizia Giorgio Boris Giuliano, Capo della Squadra Mobile ucciso a Palermo  nel 1979 dalla mafia. La figura del Commissario di Polizia, lo spessore umano e le brillanti indagini per le quali pagò con la vita sono ricordati, durante tutto l’arco della giornata, con una serie di iniziative organizzate dall’associazione socio culturale “100Messinesi per Messina 2MILA8”. La commemorazione prevede, alle ore 08.10, stesso orario in cui il Commissario fu raggiunto da 7 colpi di pistola alle spalle nel bar Lux di Palermo, l’accensione della lanterna “Luce della vita” ed un momento di preghiera nella Parrocchia S.M. Annunziata e S. Giuseppe di Bisconte.  Il  convegno “Memorial Boris Giuliano 2017” è alle ore 9.30, presso la Sala “Accademia peloritana dei pericolanti” dell’Università degli studi di Messina. Una  corona di fiori alla base della lapide è posta alle ore 12.00 in sua memoria in via Natoli dove il dottor Giuliano ha vissuto. Iniziative  ludiche ricreative sono programmate alle ore 16.45, presso la Piazzetta del villaggio Bisconte.

A Palermo la  Questura ricorda l'anniversario dell'assassinio del capo squadra mobile Boris Giuliano.  Il 38° anniversario, dell’omicidio del  Dott. Boris Giuliano, Capo della Squadra Mobile di  Palermo ucciso dentro il Bar lux di via F.P.Di Blasi ricorre  il 21 luglio 2017. La Questura di Palermo ricorda la tragica uccisione con la deposizione  di una corona di alloro alle ore 9.00, sul luogo dell’omicidio  ed a seguire  la Messa  celebrata presso la Cappella della Soledad di Piazza della Vittoria.


MessinaBlitz CC: droga in camera da letto, 1 ai domiciliari. Si tratta di Carlo SERGI 48enne, già noto. Continuano le perquisizioni a tappeto dei Carabinieri nel capoluogo peloritano. I militari del Nucleo Operativo della Compagnia di Messina Centro, ieri pomeriggio hanno tratto in arresto ai domiciliari in flagranza per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti Carlo SERGI. I carabinieri, a  seguito di perquisizione domiciliare, hanno rinvenuto circa 300 gr di marijuana, occultati in 2 sacchetti di plastica nascosti sopra l’armadio della camera da letto. I carabinieri, oltre alla sostanza stupefacente hanno sequestrato 2 bilancini di precisione e 3 piantine di canapa indiana.  SERGI  al termine dell’udienza di convalida, su decisione del  Giudice è stato posto  alla misura degli arresti domiciliari.


Castell’Umberto ME  - Tensione per 30 migranti minori soli  destinati in struttura alberghiera, sindaco insorge. Il primo cittadino di Castell’Umberto

 

Vincenzo Lionetto Civa,  centro in provincia di Messina sostiene di essere stato avvisato all’ultimo momento. Il sindaco su Facebook aveva scritto: "Non ritengo questo un atto di coinvolgimento istituzionale corretto per gli ovvi motivi di ricaduta sulla nostra comunità. In una struttura dichiarata da mesi inagibile senza luce, con acqua fornita dal Comune di Castell’Umberto con morosità dal 2012 (regolarmente attivati da tempo tutti i procedimenti amministrativi di recupero) hanno provato a far entrare un gruppo elettrogeno....i cittadini hanno bloccato le vie di accesso... garantiti ingresso mezzi di pronto intervento".

Angelo Attaguile, segretario nazionale di Noi con Salvini, commenta la presa di posizione sindaco Vincenzo Lionetto Civa e degli abitanti di Castell’Umberto i quali hanno bloccato le vie d’accesso ad un hotel per impedire il collocamento di migranti e dice: “Siciliani campioni di accoglienza ma da qualche anno la misura è colma. Governo impedisca a navi straniere di scaricare clandestini nei nostri porti. Settemila sbarchi nel solo fine settimana tra Sicilia, Puglia e Calabria. Siamo ormai al collasso e rivolte come quella avvenuta nel Messinese testimoniano che in Sicilia la misura è ormai colma da troppo tempo. Mi stupisce che nessuno abbia avvertito il dovere di avvisare il sindaco e la comunità interessata, ciò vuol dire che anche loro sanno che i siciliani non ne possono più e quindi giocano a nascondere i clandestini. Piena solidarietà e sostegno, quindi, alla comunità di Castell’Umberto che sto raggiungendo per prendere parte all’incontro pubblico assieme al sindaco del luogo. Io  sto col sindaco Vincenzo Lionetto Civa, non è possibile che per i migranti si trovino soluzioni in due minuti e si superino anche le inagibilità mentre di fronte agli italiani in difficoltà il governo sta con le mani in mano. Qui in Sicilia la disoccupazione giovanile ha toccato punte record. Una prima soluzione? Intanto impediamo alle navi degli altri stati europei di scaricare i migranti nei nostri porti, ciascuno si assuma le proprie responsabilità”.


Messina Polizia denuncia 1 per autoerotismo su auto in strada. I poliziotti l’hanno trovato a bordo della sua auto  noncurante dei passanti con i pantaloni abbassati ed intento a masturbarsi. L’esibizione è stata bloccata nel primo pomeriggio di ieri, in via Bonsignore. Il personaggio di 31 anni messinese, è stato sanzionato. I poliziotti al soggetto hanno contestato l’illecito amministrativo previsto per la violazione dell’articolo 527 del Codice Penale, atti osceni.


Vulcano - Carabinieri trovano 30 kg hashish. I militari della Compagnia Carabinieri di Milazzo, da giorni hanno intensificato i controlli su tutte le tratte che conducono alle isole Eolie, a cui si sono aggiunte numerosi servizi perlustrativi in mare ad opera delle Motovedette dell’Arma. Gli investigatori, la settimana scorsa hanno rinvenuto nel corso di una perlustrazione in mare un pacco galleggiante ancorato in una piccola caletta nei pressi di Vulcanello. Le immediate verifiche condotte dai militari dell’Arma hanno consentito di scoprire che nel pacco 30 kg di sostanza stupefacente del tipo hashish, destinata verosimilmente a   distribuzione sulle Eolie. I militari dopo aver proceduto al sequestro dell’ingente quantitativo a carico di ignoti, hanno avviato le indagini non escludendo nessuna ipotesi.


Messina  - GdF: scoperto traffico illecito gasolio 3mln e ½  litri da SR a ME, operazione “Mountain Diesel”.  2 milioni di euro di imposta evasa, 9 denunciati. I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Messina hanno scoperto, nell'ambito di una complessa attività investigativa avviata nei mesi scorsi, un vorticoso traffico di prodotti petroliferi ceduti illegalmente, individuando un vero e proprio distributore clandestino di carburante ubicato a Cesarò (Me). I Baschi Verdi hanno denunciato all’Autorità Giudiziaria 9 persone e sequestrato ventimila litri di gasolio. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Catania, hanno consentito di accertare ai militari che il titolare di una ditta individuale esercente il commercio di carburante per uso agricolo, dopo aver acquistato regolarmente il gasolio, sottoposto a tassazione agevolata, presso un deposito di Augusta (SR), durante il percorso di rientro alla sede della sua azienda, lo scaricava presso luoghi non autorizzati né alla detenzione, né all’utilizzo di tale carburante ad uso specifico. Tali acquirenti, principalmente ditte di autotrasporto, in virtù di questo meccanismo ed approfittando del prezzo vantaggioso si proponevano, a loro volta, sul mercato “nero” a tariffe concorrenziali, ponendo in essere una forma di concorrenza sleale, oltre che del tutto illecita, nei confronti degli operatori regolari del settore, grazie a una consistente riduzione dell’accisa, pari a ben il 78%, ossia circa cinquanta centesimi di euro al litro. I maldestri più precisamente, a fronte di un prezzo di mercato che oscilla mediamente intorno a  1,35€ per litro,  riuscivano a proporre il prezzo di vendita effettivo   a circa 0,85€  per litro.  Il  tornaconto non era solo per i clienti: anche il titolare della ditta, a fronte di un prezzo di vendita dichiarato di  0,65€, otteneva una guadagno netto totalmente “in nero”, pari a circa 20 centesimi a litro. Lo stesso, inoltre, al fine di giustificare le illecite compravendite di prodotto, emetteva falsa documentazione contabile, come fatture di vendita e documenti di accompagnamento del prodotto, intestandoli ad ignari soggetti. Le Fiamme Gialle, grazie all’ausilio di alcune telecamere installate nelle immediate adiacenze dell’azienda, hanno appurato che una parte di prodotto veniva stoccata direttamente presso il deposito della ditta di Cesarò, il quale, in alcune giornate, si trasformava in un vero e proprio distributore stradale abusivo. I  finanzieri del Comando Provinciale di Messina, nel corso delle investigazioni, hanno sottoposto a sequestro ventimila litri di gasolio agricolo, cinque serbatoi da novemila litri ciascuno, contenenti il prodotto petrolifero denaturato, ed un’autocisterna. Le Fiamme Gialle nel complesso, hanno denunciato all’Autorità Giudiziaria competente 9 responsabili, in concorso tra loro: il titolare del deposito commerciale oggetto d’indagine e altre otto persone, tutti per il reato di sottrazione all'accertamento od al pagamento dell'accisa sui prodotti energetici, che prevede la reclusione fino a cinque anni. Gli sviluppi investigativi, basati sulla minuziosa analisi della documentazione contabile ed extracontabile tenuta dal deposito commerciale, hanno consentito di quantificare la vastità del fenomeno evasivo: è stato calcolato che dal 2014 al 2016 il titolare della ditta avrebbe illecitamente ceduto oltre 3.600.000 litri di prodotto con accisa agevolata, con un danno per l’Erario, recuperato così a tassazione, pari a circa 2 milioni€. I Baschi Verdi hanno stimato in circa ottocentomila euro il valore dell’I.V.A. e dell’IRPEF sottratto a tassazione. La Guardia di Finanza, organo di polizia giudiziaria con competenze specialistiche in campo tributario, opera quotidianamente per contrastare le frodi nel settore delle accise e gli illeciti nel commercio dei prodotti energetici, che generano effetti negativi per l’economia, ostacolano la normale concorrenza fra imprese e danneggiano le risorse economiche dello Stato, accrescendo, da ultimo, il carico fiscale per i cittadini onesti.


Messina - Frattura  naso a  poliziotto: “Pippo Bibita” ai domiciliari. Futili i motivi non altrettante le conseguenze. L’aggressione ai danni di un sovrintendente di Polizia e del fratello da parte del noto,

Giuseppe Cambria  63enne, più conosciuto come “Pippo Bibita”. è stata perpetrata ieri intorno alle 21.50 in Piazza Lo Sardo. All’arrivo la Volante, prontamente allertata dal poliziotto intervenuto in soccorso del fratello, trovava quest’ultimo sanguinante perché poco prima colpito al volto con un casco. I tentativi di allontanamento dell’aggressore non sortivano l’effetto desiderato, ed infatti nonostante la presenza degli agenti di Polizia e la consapevolezza che una delle vittime fosse un pubblico ufficiale,  Cambria all’improvviso ha colpito con una violenta testata all’altezza del naso il sovrintendente, che riportava una frattura pluriframmentata guaribile in gg. 30. Il soggetto è stato bloccato dai poliziotti e  posto agli arresti domiciliari in attesa di giudizio.


Messina - DIA confisca beni 28mln € ad imprenditore vicino ai clan “Barcellonese” e “Santapaola”. Gli uomini della D.I.A. di Messina  e del Centro Operativo di Catania, a conclusione di una attività investigativa, culminata nella proposta di applicazione di misura di prevenzione personale e patrimoniale a firma del direttore della D.I.A., Nunzio Antonio FERLA, in piena sinergia con la Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, sta procedendo alla confisca dell’intero patrimonio nella disponibilità di Salvatore SANTALUCIA di Roccella Valdemone (ME), noto imprenditore ritenuto, nell’ambito di diverse inchieste giudiziarie, trait d’union tra le organizzazioni criminali mafiose operanti nel territorio a cavallo tra le province di Messina e Catania, per il controllo delle attività imprenditoriali di movimento terra, produzione di conglomerato cementizio e produzione di energia da fonti rinnovabili. Il compendio mobiliare ed immobiliare sottoposto a confisca, comprensivo anche di una serie di imprese, era già stato oggetto di sequestro da parte della D.I.A. con tre distinti provvedimenti eseguiti tra il dicembre 2015 e il marzo 2016.  SANTALUCIA, noto negli ambienti criminali con l’alias “Turi Piu”, è implicato in varie operazioni di Polizia e dagli atti di indagine dei procedimenti nei quali è coinvolto risulta strettamente legato alle note famiglie mafiose “SANTAPAOLA” di Catania - per il tramite di esponenti di vertice del clan “Brunetto” attivo nel versante jonico della provincia etnea - ed a quella “BARCELLONESE”, come confermato dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Carmelo BISOGNANO.  SANTALUCIA, infatti, in merito alle attività criminali finalizzate all’illecito controllo degli appalti, è stato indicato quale “referente” per la zona di Roccella Valdemone. L’attività imprenditoriale di SANTALUCIA ha registrato, nel tempo, un’anomala crescita esponenziale, tanto da guadagnarsi, nel periodo 2003/2010, la partnership con la società EOLO COSTRUZIONI S.r.l., impresa del Gruppo NICASTRI - riconducibile a NICASTRI Vito di Alcamo - leader in Sicilia nella realizzazione delle opere civili dei parchi eolici. L’Autorità Giudiziaria a quest’ultimo, oggetto di investigazioni da parte della D.I.A. di Messina e Palermo perché considerato soggetto in strettissimi rapporti con il latitante Matteo MESSINA DENARO, ha confiscato un patrimonio economico per oltre 1,5 miliardi di euro. Il complesso di beni, nello specifico, ha interessato:   4 aziende, operanti nel settore dell’agricoltura, dell’allevamento, del movimento terra, della produzione di calcestruzzo e delle costruzioni edili;   326 terreni, ubicati nei comuni di Roccella Valdemone (ME), Gaggi (ME) e Castiglione di Sicilia (CT), per l’estensione complessiva di circa 220 ettari;   23 fabbricati;   26 veicoli e vari rapporti finanziari del valore complessivo pari a 28,5 milioni di euro.


Messina -  Congolese arrestato per favoreggiamento immigrazione clandestina. La Squadra Mobile ha eseguito l’Ordinanza di custodia cautelare in carcere di  Yoka BIENUENUE 32enne  nato in Congo. I poliziotti della Squadra Mobile di Messina hanno eseguito ieri, in collaborazione con i agenti del Commissariato di P.S. di Caltagirone, hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale del Riesame di Messina, nei confronti di Yoka BIENUENUE, ritenuto responsabile di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.  Il soggetto, il 16 novembre scorso, a seguito dello sbarco presso l’area portuale di Messina, della nave “PHOENIX” con a bordo 339 migranti di varie nazionalità soccorsi in mare, ed al termine delle indagini espletate dagli investigatori della Squadra Mobile, era stato sottoposto a fermo di P.G. per avere effettuato, in concorso con altri ed in violazione delle disposizioni in materia di immigrazione, il trasporto di 22 stranieri nel territorio dello Stato italiano ponendosi al comando di un’imbarcazione non idonea a contenere  un tale numero di passeggeri in condizioni di sicurezza.


 

Messina  - Antidroga, Polizia sequestra marijuana, 1 arresto e 1 denuncia. Si tratta di Antonino FRASSICA 21enne messinese. Il personaggio teneva la droga in un locale adibito a deposito di vecchio materiale in disuso. I  poliziotti della Squadra Mobile di Messina hanno rinvenuto   più di 300 grammi di marijuana pronta ad essere smerciata insieme al necessario per il confezionamento. La  polizia nel corso di specifici servizi antidroga ha effettuato la perquisizione nel deposito in cui c’era 1 bilancino di precisione, carta alluminio, pellicola trasparente e sacchetti in cellophane. Il tutto ben nascosto sotto vecchie masserizie. Antonino FRASSICA  è stato arrestato in flagranza di reato per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. Il personaggio su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, sarà giudicato  con rito direttissimo. Agenti delle Volanti    hanno  anche denunciato in libertà, durante un  controllo del territorio, un altro giovane messinese, 18enne. Il soggetto ieri, intorno alle 22.30, è stato notato dai poliziotti, nella zona Sud della città, insieme ad altri coetanei. I sospetti dei poliziotti generati da un evidente nervosismo ed un atteggiamento scostante del 18enne sono stati confermati dal rinvenimento di 1 sacchetto con dentro ciò che sembrava essere marijuana. Gli esami effettuati successivamente da  uomini del locale Gabinetto di Polizia Scientifica hanno confermato, anche in questo caso, che si trattava di sostanza stupefacente, un derivato della canapa indiana, peso complessivo 62,11 grammi. Il giovane ha ammesso di aver gettato via il sacchetto dietro alcuni vasi di piante in strada sperando di non essere notato dai poliziotti.


Barcellona P.G. ME -  Accoltella parente : 64enne  condannato a 4 anni per tentato omicidio.  Giuseppe ABBATE

  4enne

di Barcellona P.G. è stato arrestato per espiazione di pena definitiva da scontare :   4 anni e 14 giorni per  tentato omicidio. Agenti del Commissariato P.S. di Barcellona P.G. hanno dato esecuzione al provvedimento emesso dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Barcellona P.G., procedendo all’arresto di Giuseppe ABBATE,   per espiazione, a seguito di condanna definitiva, della pena di 4 anni e 14 giorni di reclusione per il reato di tentato omicidio. ABBATE  il   10 febbraio 2005, al culmine di una lite familiare, si era reso responsabile dell’aggressione di un congiunto e del suo ferimento mediante accoltellamento e, pertanto, nell’immediatezza era stato arrestato nella flagranza del reato di tentato omicidio. L’arrestato è stato associato presso la Casa Circondariale di Barcellona P.G. per l’espiazione della pena.


Messina -   Senegalesi picchiano e rapinano fidanzati in auto, CC 2 presi.  Una brutta serata quella appena trascorsa da due fidanzati messinesi. La coppia, quando era infatti ormai giunta la mezzanotte, era in quel momento ferma in via Don Blasco a bordo di un’utilitaria. I  giovani si sono visti improvvisamente materializzare innanzi al mezzo 2 individui che sono riusciti ad  aprire una delle portiere colpendo al volto il ragazzo. Il tentativo del malcapitato di difendersi a nulla è valso poiché è stato investito dai pugni subiti.   Gli  aggressori sono giunti addirittura a minacciare i malcapitati con un pezzo di legno acuminato, costringendoli a consegnare i pochi euro in contanti di cui disponevano. I  rapinatori, messo a segno il colpo, sono fuggiti a piedi. Le vittime nonostante lo stato di choc hanno trovato la forza di contattare telefonicamente i Carabinieri descrivendo gli aggressori.   Alcune  “Gazzelle” del Nucleo Radiomobile sono giunte immediatamente sul posto per prestare soccorso alle vittime, ed altre hanno proceduto alle ricerche dei rapinatori che davano subito frutti. I militari, poco distanti, hanno individuato due giovani corrispondenti alla descrizione data dalle vittime. I soggetti sono stati subito bloccati e perquisiti, ed a carico dei due venivano trovati chiari indizi di colpevolezza, risultando in possesso di qualche decina di euro, coincidente con l’ammontare di denaro sottratto alle vittime e di un frammento di legno acuminato di circa 15 cm analogo a quello descritto dalla coppia. i militari del Nucleo Radiomobile subito hanno condotto in caserma, ed identificato i fermati in due 18/enni senegalesi, giunti in Italia da qualche mese e residenti a Messina.   I  due, senza precedenti penali e dai primi accertamenti regolarmente soggiornanti in Italia,  sono stati ammanettati per rapina in concorso e trasportati, come disposto dalla Procura di Messina, presso il carcere di Gazzi.   il giovane picchiato ha riportato 4  giorni di prognosi per le escoriazioni subite durante l’aggressione, che avrebbe potuto avere conseguenze ancora più gravi.


Messina - Ruba auto e fugge verso Palermo, Polizia blocca folle corsa, denunciato 1 palermitano.  Il maldestro è stato e lo denunciato per furto e resistenza a Pubblico Ufficiale.   Il  furto di un’autovettura parcheggiata in centro città, ieri mattina, era stato denunciato dalla vittima di turno. Le  ricerche erano  immediatamente scattate, da parte degli agenti della Sezione Polizia Stradale di Messina. Il  veicolo rubato, era stato  localizzato in transito sull’autostrada A20 in direzione Palermo. Gli  agenti del distaccamento Polizia Stradale di Sant’Agata Militello, nei pressi dello svincolo di Brolo, hanno intimato l’alt al conducente, che non ottemperando all’ordine si dato ad un folle corsa. Il  tentativo di fuga è stato vano poiché si è concluso dopo qualche chilometro di inseguimento. Il conducente,   46enne palermitano, già noto alle forze di Polizia, è stato denunciato in   libertà, per i reati di furto e resistenza a Pubblico Ufficiale.


SANTA ROSALIA




 


NOTIZIE ULTIMORA 24 ORE SU 24



MESSINA


D.I.A. sequestra beni imprenditore BUCCERI  indicato da collaboratori anello ME e CT


ultimo aggiornamento

 

MESSINA Truffa a donna 80enne: 3 falsi medici dal siracusano entrano in casa a Falcone. I Carabinieri di Messina hanno eseguito 3 misure cautelari agli arresti domiciliari  a carico dei 3 melillesi  indagati: Antonino BONA 23enne, Giuseppina FIASCHE’ 18enne ed Angela SESTA 20enne.  I  ladri in trasferta  si sarebbero spacciati per medici della previdenza sociale ed avrebbero derubato una donna anziana.    I  Carabinieri del Comando  Provinciale di Messina,  e   del Comando Provinciale di Siracusa, all’alba di oggi, nella Provincia aretusea, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari emessa dal Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Patti (ME), su richiesta della locale Procura della Repubblica, guidata dal Procuratore Angelo Cavallo, a carico dei 3 personaggi: 2 donne ed un soggetto, ritenuti responsabili – a vario titolo – di furto aggravato in concorso, mediante modalità fraudolente, ai danni di un’anziana vittima. Il provvedimento restrittivo è scaturito da una complessa attività di indagine, sviluppata dal maggio di quest’anno dalla Compagnia Carabinieri di Barcellona Pozzo di Gotto, coordinata dal sostituto Procuratore della Repubblica dott.ssa Giorgia Orlando, i cui esiti hanno consentito di documentare l’operatività di un gruppo di truffatori, con base nella Provincia di Siracusa ma attivi in tutta la zona orientale dell’Isola, i cui componenti, hanno derubato, a Falcone (ME), nel mese di maggio scorso, un’anziana donna ottantenne. La  vittima è stata adescata presso la fermata degli autobus. Le investigazioni, in particolare, hanno permesso di documentare come gli indagati, senza remora alcuna, agendo in pieno giorno ed anche in aree frequentate da altre persone, siano state in grado di individuare l’anziana vittima presso la fermata degli autobus e creare con la stessa un legame di fiducia presentandosi come medici della previdenza sociale, rappresentandole la possibilità di usufruire, dopo essere stata sottoposta ad un’apposita visita medica domiciliare, di sgravi fiscali sull’acquisto delle medicine assunte. I truffatori avrebbero indotto la donna 80enne a salire a bordo della loro auto  facendosi condurre,  dopo averla rassicurata sulla personale buona fede. I truffatori avrebbero anche simulato una telefonata ad un parente stretto della anziana donna, presso il suo appartamento. I maldestri, giunti presso l’appartamento della vittima, mentre le 2 false dottoresse entravano in casa, il terzo complice le avrebbe attese all’esterno a bordo di un’auto  FORD FOCUS di colore blu scuro con il compito di “palo”. Le due donne avrebbero iniziato la visita rimuovendo i gioielli indossati dall’anziana e, mentre una delle due svolgeva la finta visita medica tenendo così impegnata la vittima, l’altra avrebbe provveduto a depredare l’abitazione asportando tutti i monili in oro, compresa la fede nuziale, nonché la somma contante di 700,00 Euro. Le due donne in pochi minuti si sono impossessate di tutti i valori custoditi in casa e poi, con la scusa di avere dimenticato in auto l’apparecchio per misurare la pressione, si sono allontanate dall’abitazione senza più farvi ritorno. La  vittima, dopo alcuni minuti, non vedendo  tornare le presunte dottoresse, ha compreso di essere stata raggirata e si è resa conto di essere stata derubata. La signora dimostrando un’ottima presenza di spirito ed una pronta capacità di reazione, si è subito rivolta ai Carabinieri della Stazione di Falcone fornendo un preciso resoconto dei fatti. I militari hanno immediatamente avviato le indagini ed è stato così possibile ricostruire pienamente l’episodio, attraverso l’acquisizione dei filmati delle telecamere di video sorveglianza di vari esercizi commerciali del paese, l’escussione di alcuni testimoni che avevano notato l’auto  con a bordo i 3 soggetti aggirarsi per il centro abitato di Falcone, ed infine con l’acquisizione di tabulati di traffico telefonico dei telefoni cellulari in uso agli arrestati. I  tre autori del reato, grazie al tempestivo lavoro investigativo, sono stati identificati ed  è stato acquisito il grave ed univoco quadro indiziario a loro carico che è alla base del provvedimento cautelare eseguito. I truffatori, hanno agito in tre, interpretando una vera e propria sceneggiatura. Lui alla guida della  vettura fungeva da “palo” al fine di monitorare eventuale presenza od arrivo di familiari o forze di polizia per poi allontanarsi e far perdere le proprie tracce.  La vittima era avvicinata dalle due donne, che si spacciavano per finti medici della previdenza sociale, riuscendo ad irretire e carpire la fiducia della malcapitata con la finta scusa degli sgravi fiscali su alcuni farmaci acquistati.  I Carabinieri stanno vagliando il coinvolgimento dei 3 indagati anche in altri fatti reato avvenuti negli ultimi mesi nella fascia tirrenica della Provincia ed invitano le eventuali vittime di analoghi episodi a rivolgersi presso una delle 93 Stazioni Carabinieri capillarmente distribuite sul territorio della Provincia di Messina per sporgere denuncia.  Questo  caso ha dimostrato, che una denuncia sollecita consente agli organi dello Stato di fornire una rapida ed efficace risposta.


MESSINA -  CC operazione “far west”: 6 misure per estorsione armi e stupefacenti.    I destinatari del provvedimento sono stati i messinesi Maurizio CALABRO’ 39enne, Santino CALABRO’ 45enne, Giuseppe GIACOPPO 44enne, Alessandro LA BOCCETTA 37enne, Angelo CRISAFI 51enne già detenuto, e Beniamino CIRILLO 29enne, anch’egli in carcere per altra causa. I Carabinieri hanno eseguito le  6 ordinanze di custodia cautelare in carcere per estorsione, detenzione e porto abusivo di armi, spaccio di stupefacenti, furto aggravato, ricettazione e minacce. I  militari del Comando Provinciale di Messina, alle prime luci del giorno all’alba di oggi, 24 aprile 2018, nel capoluogo e presso le Case Circondariali di Palermo “Pagliarelli” e Giarre (CT), hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Messina su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo peloritana, guidata dal Procuratore della Repubblica dott. Maurizio De Lucia, nei confronti di 6 soggetti, ritenuti responsabili – a vario titolo – di estorsione, detenzione e porto abusivo di armi, spaccio di stupefacenti, furto aggravato, ricettazione e minacce.  La misura restrittiva è scaturita da una complessa indagine, sviluppata sin dal 2014 dagli uomini del Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Messina Sud, coordinata dai Sostituti Procuratori della Repubblica di Messina, D.ssa Liliana Todaro e dott. Antonio Carchietti, che ha già portato all’arresto, nell’ottobre 2014, di CRISAFI per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso in danno del titolare un noto negozio di abbigliamento della zona Sud della città.  Gli esiti successivi dell’inchiesta hanno permesso ai carabinieri di comprovare come i soggetti arrestati fossero coinvolti nella redditizia gestione dello spaccio al dettaglio di sostanze stupefacenti e 2 di loro avessero la disponibilità di armi, utilizzate - a scopo intimidatorio - per esplodere dei colpi contro la vetrina di un’attività commerciale ed alle finestre dell’abitazione di un pregiudicato.   CRISAFI, LA BOCCETTA, Santino CALABRO’ e Beniamino CIRILLO avrebbero operato nel popoloso quartiere cittadino di “Santa Lucia Sopra Contesse” mentre Maurizio CALABRO’ e Giuseppe GIACOPPO si sarebbero, secondo gli inquirentim interessati di  un’area compresa tra i rioni “Gazzi” e “Villaggio Aldisio”. I militari hanno rilevato che in alcuni casi gli indagati non avrebbero esitato a riscuotere in maniera violenta gli illeciti crediti maturati per la fornitura di stupefacenti. I carabinieri hanno appurato  come in una circostanza CRISAFI abbia pesantemente minacciato un uomo che aveva contratto un debito di droga, prospettandogli condotte ritorsive che avrebbero interessato anche i suoi familiari, riuscendo così ad assicurarsi l’ingiusto profitto. Gli investigatori hanno evidenziato come sia andata molto peggio ad un giovane, rimasto vittima di una cruenta punizione da parte di Maurizio CALABRO’, che l’avrebbe  colpito ripetutamente con un bastone, anche in questo caso per pretendere il pagamento di un debito. Gli investigatori hanno evidenziato che CALABRO’ non ottenendo il denaro, non avrebbe esitato a minacciare anche il nonno del ragazzo il quale avrebbe provveduto a saldare il debito, arrivando addirittura a consegnare la propria auto, a titolo di garanzia, fino alla completa elargizione della somma.      L’inchiesta ha consentito ai carabinieri di far luce su gravi episodi delittuosi commessi con l’utilizzo di armi. I  fatti  per tale motivo hanno portato a dare all’operazione il nome “FAR WEST” per richiamare la facilità con cui si sia sparato in città. I carabinieri hanno evidenziato che i protagonisti delle azioni di fuoco siano stati CALABRO’ e GIACOPPO. I  carabinieri, attraverso una minuziosa analisi dei dati acquisiti nel corso delle indagini, hanno ricostruito come nel tardo pomeriggio del 21 novembre 2014, dopo aver ottenuto la disponibilità di una pistola, i due abbiano raggiunto a bordo di uno scooter la bottiglieria “La Spagnola” di Via Consolare Valeria esplodendo all’impazzata alcuni colpi di pistola contro la vetrina dell’attività commerciale, esattamente alle 18.35, in un orario in cui la gente è per strada ed i bar e le botteghe sono prese d’assalto da avventori, proprio come accadeva nel far west, mettendo seriamente in pericolo l’incolumità di tante persone. Il rinvenimento successivo della pistola utilizzata, e poi sottoposta ad accertamenti tecnici da parte del RIS dei Carabinieri di Messina, ha consentito di riscontrare che si tratta della stessa arma impugnata da GIACOPPO la sera del 24 febbraio 2014  per esplodere 9 colpi contro l’abitazione del noto Domenico MUSOLINO, in località “Villaggio Aldisio”. Gli investigatori, dalle intercettazioni avrebbero appurato come GIACOPPO disponesse anche di altre armi e che si sarebbe dichiarato pronto ad utilizzare. I militari hanno puntualizzato come in una circostanza, infatti, rivolgendosi ad un interlocutore a cui spiegava la sua perizia nel maneggio delle armi, avrebbe fornito la sua disponibilità per punire in maniera esemplare i presunti responsabili di un furto in abitazione.  Santino CALABRO’, Maurizio CALABRO’, Alessandro LA BOCCETTA e  Giuseppe GIACOPPO, dopo le formalità di rito,  sono stati trasferiti nel carcere di Gazzi, mentre Angelo CRISAFI e Beniamino CIRILLO sono rimasti trattenuti nelle Case Circondariali dove erano già detenuti.


TAORMINA -  Anziano rapinato in villa: Polizia  da filmato individua autore 48enne pronto a volare in Germania.   Giovanni Imbarrato 48enne, catenoto è stato fermato in un noleggio  auto  con addosso 435 euro, probabile parziale profitto dell’indebita azione delittuosa ed un appunto manoscritto riportante l’orario di un volo per la Germania. Il soggetto sembra volesse  lasciare il territorio italiano se i poliziotti del Commissariato di P.S. di Taormina non l’avessero fermato in tempo. Imbarrato, nel tardo pomeriggio di lunedì scorso, aveva messo a segno il colpo  ai danni di un anziano. Il rapinatore   aveva sottratto la somma di 4.000€ alla vittima di turno . Il soggetto si era introdotto nell’abitazione dell’anziano  frantumando il vetro di una finestra con un corpo contundente utilizzato anche per minacciare l’uomo e farsi consegnare i contanti. Il rapinatore dopo l’azione si era dato alla fuga. Il rapinato ha  chiesto  aiuto ed è subito seguito l’intervento degli operatori di polizia.  Gli agenti hanno proceduto ad acquisire ogni elemento utile volto ad identificare l’autore del reato. La  visione di un filmato dal quale era possibile risalire, tra le altre cose, al mezzo usato dall’indagato per allontanarsi: una Lancia Musa di colore argento metalizzato è stato determinante per risalire all’autore del colpo.  Gli accertamenti sulla targa hanno evidenziato che l’auto era stata presa a noleggio ad Aci Catena motivo per cui gli operatori di polizia hanno deciso di effettuare controlli accurati anche in quel comune.  la convinzione degli investigatori si è  rivelata    vincente, per rintracciare l’auto  ed il conducente. Giovanni Imbarrato sarebbe stato pronto per un volo verso la Germania. Ulteriori indagini svolte nell’immediatezza, hanno fatto accertare che il soggetto si era precedentemente recato presso un’agenzia viaggi del luogo per avere informazioni  su come poter raggiungere la città di Dortmund chiaro indizio della volontà di lasciare l’Italia. Imbarrato è stato condotto presso gli Uffici di Polizia taorminesi, dove frattanto la persona offesa aveva sporto formale denuncia. Imbarrato è stato    dall’anziano stesso riconosciuto quale autore della rapina perpetrata ai suoi danni.  Imbarrato in stato di fermo ha restituito all’anziano la somma di 3.510 € .


MESSINA  - GdF col cane SARA blocca ai traghetti auto con 57 kg droga, 1 in manette Finanzieri del Comando Provinciale di Messina, nel corso dei servizi ordinari di controllo economico del territorio, hanno rinvenuto presso l’approdo dei traghetti che collegano la Sicilia con la penisola oltre 57 chilogrammi di marijuana nel bagagliaio di un’autovettura, condotta da un noto messinese.  La sostanza stupefacente era sigillata in 4 grossi involucri, avvolti in numerosi strati di cellophane e sigillati con nastro da imballaggio, nel tentativo di sfuggire ad un eventuale controllo dei cani antidroga. Il  fiuto del cane Sara, nel corso dei controlli effettuati dalle Fiamme Gialle sui mezzi in transito nella città dello Stretto, è servito a segnalare l’auto, dove all’interno è stata rinvenuta la sostanza stupefacente, insieme ad un telefono cellulare in uso al soggetto.  Il corriere della droga è stato tratto in arresto in flagranza di reato per traffico di sostanze stupefacenti e successivamente sottoposto a custodia cautelare in carcere in attesa di giudizio. L’operazione testimonia il quotidiano impegno delle Fiamme Gialle a tutela della legalità ed ha consentito di impedire l’immissione sul mercato dello spaccio di un considerevole quantitativo di droga, la cui vendita avrebbe potuto fruttare notevoli guadagni illeciti.


MESSINA - Autostrada Siracusa–Gela: Procura rileva turbativa asta per gara CAS eseguite 6 misure. I   destinatari  dell’ordinanza sono: Nicola ARMONIUM,  gestore di fatto della società di consulenza Pachira Partners s.r.l. (custodia cautelare in carcere), Duccio ASTALDI, già presidente del consiglio di gestione della società “Condotte D’acqua S.p.A.” (arresti domiciliari); Antonio D’ANDREA, già presidente di COSIGE Scarl (arresti domiciliari); Antonino GAZZARA, già vice presidente del CAS (custodia cautelare in carcere);  Stefano POLIZZOTTO,  avvocato (arresti domiciliari);  Gaspare SCEUSA, dirigente del CAS e RUP  (arresti domiciliari). La   Polizia di Stato di Messina,  nella mattinata,  ha dato esecuzione all’ordinanza di applicazione di misure cautelari n° N. 2191/15 R.G.N.R. - N.4356/15 R.G.G.I.P emessa il 5 marzo 2018 dal GIP presso il Tribunale di Messina (Dott. Salvatore Mastroeni) su richiesta dei P.M. della Procura Ordinaria di Messina (Dott.sse Alessia Giorgianni e Rosanna Casabona), relativa a  6 misure cautelari (2 di custodia cautelare in carcere e 4 di arresti domiciliari), a carico di altrettanti soggetti, ritenuti responsabili - a vario titolo - dei delitti di turbata libertà degli incanti, abuso d’ufficio e corruzione, commessi in Messina tra il 6 marzo 2014 ed il 5 novembre 2015. Le indagini sono state eseguite dalla Sezione di P.G. aliquota della Polizia di Stato presso  la Procura di Messina e dalla Squadra Mobile di Messina e si riferiscono ad una vicenda di  turbativa d’asta relativa alla gara d’appalto del C.A.S. (Consorzio per le Autostrade Siciliane), pubblicata nel 2013, per l’affidamento dei lavori di costruzione del  tronco dell’autostrada Siracusa – Gela. La commissione di gara, composta da professionisti designati dal Ministero delle Infrastrutture, aveva investito della fase valutativa delle offerte anomale una sotto-commissione composta da dirigenti e consulenti del CAS e presieduta dal dirigente del CAS e RUP del procedimento, ing. Gaspare Sceusa. La sub-commissione aveva valutato positivamente le giustificazioni della RTI Condotte D’Acqua Spa (mandataria) e Cosedil Spa  (mandante) che aveva ottenuto il maggior punteggio, e conseguentemente il Consiglio Direttivo del CAS  aveva affidato l’appalto alla RTI con contratto stipulato il   17 luglio 2014 (per un valore dichiarato di  289.560.523€). Il  TAR di Catania, durante la trattazione dei ricorsi giurisdizionali presentati dalle ditte classificatesi alle spalle della Condotte (Tecnis spa e Sics spa), ha  censurato la condotta della sub-commissione di gara, ritenendo che “non avesse condotto i necessari approfondimenti su un aspetto tecnico fondamentale dell’offerta di Condotte”. Il fatto avrebbe comportato, a fronte di una modifica strutturale di alcuni elementi dell’opera, una nuova approvazione del progetto da parte dei competenti organi di controllo (Genio Civile e Ministero delle Infrastrutture). Il Giudice Amministrativo aveva disposto, quindi, la trasmissione degli atti alla Procura di Messina, che ha avviato le conseguenti, complesse ed articolate indagini, corredate da servizi tecnici.Gli inquirenti, all’esito delle attività investigative, avrebbero appurato, non solo  che i rilievi in ordine a presunte anomalie nello svolgimento dei lavori della sub-commissione erano pienamente fondati, ma che l’esito della procedura di gara era stato determinato da condizionamenti esterni riconducibili ai vertice del CAS ed a consulenti dell’impresa CONDOTTE, collegati ad ambienti politici ed amministrativi della regione siciliana. Un’analisi accurata dei subappalti proposti dalle imprese appaltatrici (frattanto consorziatesi nella COSIGE scarl s.r.l.) ed approvati dalla stazione appaltante, avrebbe rivelato agli inquirenti “la presenza di un singolare affidamento di servizi di consulenza legale e amministrativa, espressamente vietato dalla legge, ad una società di Milano, la Pachira Partners S.r.l., per l’importo di1.650.000 €”. Gli investigatori hanno evidenziato che la società era in realtà una scatola vuota, facente capo a tale Nicola ARMONIUM, il quale a sua volta si sarebbe avvalso della collaborazione esterna dello studio dell’avvocato palermitano Stefano POLIZZOTTO, il quale in passato aveva ricevuto incarichi presso la regione e consulenze da parte del CAS. Gli inquirenti hanno rilevato che ARMONIUM aveva ottenuto, in realtà, un incarico fiduciario dal presidente di CONDOTTE ing. Duccio ASTALDI, poi formalizzato dal Presidente di COSIGE e dirigente della CONDOTTE, ing. Antonio D’ANDREA. Questi  incarichi, conferiti tramite subappalto, erano incredibilmente stati tutti comunicati alla stazione appaltante senza che nulla fosse eccepito. Gli investigatori dalle intercettazioni hanno rilevato che i consulenti, i quali sin dalle prime battute avevano seguito le varie fasi della gara, ancor prima di ricevere qualsiasi formale incarico, erano stati poi premiati con un contratto assai remunerativo, per seguire anche la fase successiva, con l’evidente funzione di assicurare “una morbida gestione dell’appalto”.Gli inquirenti hanno scoperto, inoltre, l’esistenza di un rapporto privilegiato tra ARMONIUM e il vice presidente del CAS (pro tempore) avv. Antonino GAZZARA, che in modo continuativo si sarebbe prodigato per favorire appunto “una gestione favorevole all’appaltatore, attraverso una serie di interventi: proroga di termini inderogabili di consegna di opere, riconoscimento all’impresa di riserve per importi di centinaia di milioni, abbattimento di penali, riconoscimento di premi ed altro ancora”.Gli investigatori hanno evidenziato che per contro, GAZZARA avrebbe ricevuto incarichi professionali dalla società Pachira per circa 30.000€  e la promessa per consulenze future. Il Giudice ha  disposto, altresì, il sequestro per equivalente dei proventi illecitamente percepiti, per un importo di quasi 480 mila €, eseguito nei confronti della società PACHIRA Partners e degli avvocati Stefano POLIZZOTTO, Antonietta SARTORIO e Antonino GAZZARA. Altri  5 indagati figurano nell’indagine. L’esecuzione della misura è stata eseguita dalla  Sezione di P.G. aliquota Polizia di Stato presso la Procura della Repubblica di Messina , dalla Squadra Mobile di Messina e dalle Squadre Mobili di Roma e Palermo.


provvedimento Procura MESSINA e ROMA in PDF  

Roma Guardia Finanza: ex pm arrestato(ora ai domiciliari). Arresti tra Roma e Messina, della Guardia Finanza cha  ha eseguito misure per corruzione in atti giudiziari, frodi fiscali: reati contro pubblica amministrazione.  Giancarlo Longo, 48enne  napoletano, è stato a lungo in servizio alla Procura di Siracusa. L'ex pm Giancarlo Longo, arrestato (ora ai domiciliari) per associazione a delinquere, corruzione e falso, forse non aveva pensato alle riprese video. I G.I.P. dei Tribunali di Roma e Messina hanno emesso le ordinanze di custodia cautelare che seguono  Ordinanza di applicazione delle misure cautelari personali nr. 44630/16 R.G.N.R. e nr. 3079/17 R.G. G.I.P., emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma, nei confronti di:  Piero AMARA  48enne, per i reati di cui agli artt. 416 cc. 1, 2 e 5 c.p., art. 8 D.Lgs. 74/2000, art. 2 D.Lgs. 74/2000, art. 319 ter in relazione agli art. 318 e 319 c.p.;  Fabrizio CENTOFANTI  45enne, per i reati di cui agli artt. 416 cc. 1, 2 e 5 c.p., art. 8 D.Lgs. 74/2000, art. 2 D.Lgs. 74/2000;  Giuseppe CALAFIORE  38enne (domiciliari – attualmente all’estero), per i reati di cui agli artt. 8 D.Lgs. 74/2000, art. 319 ter in relazione agli art. 318 e 319 c.p.;  Ezio BIGOTTI  54enne (domiciliari) per il reato di cui agli artt. art. 2 D.Lgs. 74/2000, artt. 110 c.p., 223 comma 1 in relazione all’art. 216 comma 1 n. 1, n. 2 e 237 R.D. 267/42;  Luciano CARUSO  77enne (domiciliari), per il reato di cui agli artt. 110 c.p., 223 comma 1 in relazione all’art. 216 comma 1 n. 1, n. 2 e 237 R.D. 267/42.  La richiesta di misura non detentiva nei confronti di Virgilio Riccardo, già presidente di sezione del CDS, oggi in pensione, per il reato di corruzione in atti giudiziari contestato in concorso con Amara e Calafiore, è stata respinta per assenza di ragioni cautelari. Ordinanza di applicazione delle misure cautelari personali nr. 4179/15 R.G.N.R. e nr. 544/16 R.G. G.I.P., emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Messina, nei confronti di: Piero AMARA 48enne (carcere), per i reati di cui agli artt. 416 cc 1 e 3 c.p., artt. 81 cpv, 110, 319 ter, 321 c.p., 479 c.p., 56 c.p., 319 quater c.p.;  Giuseppe CALAFIORE  38enne (carcere- attualmente all’Estero) per i reati di cui agli artt. 416 cc 1 e 3 c.p., artt. 81 cpv, 110, 319 ter, 321 c.p., 479 c.p., 56 c.p., 476 c.p., 56 c.p. , 319 quater c.p., 336 c.p.;  Giancarlo LONGO,  48enne magistrato ordinario, già sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Siracusa, ad oggi destinato ad altre funzioni in altra sede, (carcere) per i reati di cui agli artt. 416 commi 1, 2 e 3, 81 cpv, 110 c.p., 319 ter c.p., 321 c.p., 479 c.p., , 61 n. 2 c.p. , 476 c.p., 640 c.p. comma 2, 56 c.p. e 319 quater c.p.;  Alessandro FERRARO  46enne (carcere) per i reati di cui agli artt. 416 commi 1, 2 e 3, artt. 81 cpv, 110 c.p., 319 ter c.p. , 321 c.p., 336 c.p.; Fabrizio CENTOFANTI  45enne (domiciliari) per i reati di cui agli artt. 81 cpv, 110 c.p., 319 ter c.p., 321 c.p.; Giuseppe GUASTELLA  72enne (domiciliari) per i reati di cui agli artt. 416 commi 1, 2 e 3 c.p.; Davide VENEZIA  32enne (domiciliari) per i reati di cui agli artt. 416 commi 1, 2 e 3 c.p., artt. 81 cpv, 110 c.p., 319 ter c.p., 321 c.p.; Mauro VERACE  60enne (domiciliari),per i reati di cui agli artt. 81 cpv, 319 ter c.p., 110 c.p., 479 c.p.; Salvatore Maria PACE   39enne (domiciliari) per i reati di cui agli artt. 81 cpv, 319 ter c.p., 479 c.p., art. 368 c.p.; Gianluca DE MICHELI  43enne per i reati di cui agli artt. 81 cpv, 319 ter c.p., 110 c.p., 479 c.p.;  Vincenzo NASO  43enne (domiciliari) per i reati di cui agli artt. 319 ter c.p., 110 c.p., 479 c.p.; Francesco “Corrado” PERRICONE  54enne, per i reati di cui agli artt. 319 ter c.p., 110 c.p., 479 c.p., 640 c.p. comma 2, 495 c.p.;  Sebastiano MIANO  43enne (domiciliari) per i reati di cui agli artt. 110 c.p., 81, 56 e 319 quater c.p.. Contestualmente, sono in corso di esecuzione perquisizioni locali nei confronti dei soggetti a vario titolo coinvolti nella vicenda.L'ex pm Giancarlo Longo sarebbe stato filmato dalla telecamera piazzata dalla Guardia di Finanza di Messina per l’inchiesta guidata dal Ten. Col. Jonathan Pace,  lui sarebbe stato ripreso mentre, cerca la "cimice" piazzata nel suo ufficio. Il gip di Messina ritiene l’accusato in grado di inquinare prove, dotato di inquietante capacità criminale: ed ha disposto l'arresto. L’accusa delle Fiamme Gialle è per associazione a delinquere per frodi fiscali, reati contro la P.A. e corruzione in atti giudiziari l’attività d’indagine sono state delegate dalle Procure della Repubblica di Roma e Messina,  e procedono in coordinamento investigativo con la Procura della Repubblica di Milano, con militari dei Comandi Provinciali della Guardia di Finanza di Roma e Messina, con la collaborazione di quelli di Palermo, che hanno eseguito, sul territorio nazionale, distinte ordinanze di custodia cautelare, in carcere ed ai domiciliari, in relazione a due associazioni a delinquere dedite, rispettivamente, alla commissione di plurime frodi fiscali e a reati contro la pubblica amministrazione, anche attraverso la corruzione in atti giudiziari. L'ex pm Giancarlo Longo era stato trasferito al tribunale civile di Napoli, ma per il gip,  ciò non farebbe venir meno le esigenze cautelari. 15 i coinvolti tra cui avvocati, imprenditori, un giornalista, consulenti di uffici giudiziari e un ex presidente del Consiglio di Stato, Riccardo Virgilio, accusato di corruzione in atti giudiziari per aver pilotato sentenze in favore del gruppo imprenditoriale Bigotti, che riuscì ad ottenere un appalto di 338 milioni.  Lo scenario che dipingono i magistrati messinesi, coordinati dal procuratore Maurizio de Lucia, è quello di una giustizia divenuta "cosa loro". 2 noti avvocati siracusani, Piero Amara, tra l'altro legale esterno dell'Eni, e Giuseppe Calafiore, socio in affari di Amara e compagno della titolare dell'impresa di costruzione Frontino, che  avrebbero corrotto Longo. Il  magistrato, secondo l’accusa, per anni avrebbe "svenduto" la funzione giudiziaria pilotando procedimenti penali ed intralciando indagini relative a clienti "illustri" dei due avvocati. Il  pg della Cassazione ha chiesto alla sezione disciplinare del Csm di sospendere Longo. 8 giudici colleghi  hanno fatto scoppiare i sospetti sul magistrato, il Csm dopo averli ascoltati aprì la procedura di trasferimento per Longo, Giordano e un altro. Il sindaco, Giancarlo Garozzo, tiene sabato 10 febbraio  alle 10, nella sala “Archimede” di piazza Minerva 5, una conferenza stampa sul tema “Sistema Siracusa e colletti bianchi”. Il sindaco parla della cosiddetta vicenda “Open Land” e sulle conseguenze che si sono riverberate sul Comune. Il sindaco Garozzo afferma “Ho atteso ventiquattr'ore prima di intervenire sugli arresti eccellenti di ieri  perché volevo capire quale sarebbe stata la reazione della Politica e, come pensavo, c'è stato un silenzio quasi totale. La ragione è molto semplice: i politici che possono permettersi di intervenire su questa vicenda sono davvero molto pochi. È un fatto che Giancarlo Longo è stato il pubblico ministero che con maggiore impegno si è occupato del Comune. Sabato spiegherò il perché”.

  Intervento sindaco Garozzo in PDF

Siracusa - Il  sindaco  di Siracusa Giancarlo Garozzo è intervenuto sabato mattina in conferenza stampa su arresti Longo, Amara ed altri in pdf il testo integrale : “Sistema Siracusa e colletti bianchi". su Guardia Finanza: ex pm arrestato.


Messina  - Carabinieri bloccano 1 marocchino pusher, disposti domiciliari ed eseguono carcerazione in istituto minorile per rapina. I  militari del Nucleo Operativo della Compagnia di Messina Sud hanno tratto in arresto in flagranza di reato,   ai domiciliari,  per “detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio” Said EL ARRAK 39enne di origini marocchine.

 

Gli  uomini dell’Arma, intorno alle 18.00, in servizio per  attività di controllo del territorio, hanno notato che lui si aggirava con fare sospetto nei pressi di Villa Dante. I militari hanno deciso di osservarlo a distanza controllando i movimenti e scegliendo il momento più opportuno per intervenire.  I carabinieri, quando hanno avuto contezza che il sospetto stesse per allontanarsi, l’hanno bloccato e  sottoposto a perquisizione personale da cui è emerso che era in possesso di numerose dosi di marijuana. I militari, senza perdere tempo hanno esteso la perquisizione nell’abitazione, nel rione provinciale, dove è stato rinvenuto 1 involucro in plastica contenente quasi 40grammi della stessa sostanza ed 1 bilancino di precisione perfettamente funzionante.  Il marocchino, dopo le formalità di rito, è stato sottoposto agli arresti domiciliari fino alla celebrazione del rito direttissimo, che ha avuto luogo nella mattinata successiva e che si è concluso con la convalida dell’arresto e con la sottoposizione di EL ARRAK Said alla misura cautelare degli arresti domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico. Il blitz dei carabinieri ha dimostrato con quale attenzione venga contrastato il consumo di stupefacenti e conferma il constante impegno delle Forze dell’Ordine a presidio del territorio. A Messina,  ieri pomeriggio,  i Carabinieri della Stazione di Gazzi,  hanno arrestato S.E, 20enne messinese, già noto colpito da un ordine di carcerazione emesso dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Messina, dovendo espiare la pena di 4 anni e 6 mesi di reclusione, poiché riconosciuto colpevole dei reati di “rapina aggravata in concorso e detenzione a fini di spaccio di stupefacenti ”. I fatti di cui si è reso responsabile l’arrestato risalgono al dicembre 2014, quando il giovane, allora appena 17enne, aveva perpetrato una rapina ai danni di un automobilista in concorso con altri complici. Le indagini dei carabinieri avevano permesso d’individuare  i responsabili, circostanza in cui S.E. nel corso di una perquisizione domiciliare finalizzata  trovare la refurtiva fu anche trovato in possesso di un notevole quantitativo di sostanza stupefacente del tipo marijuana nonché di un bilancino di precisione. Il  giovane, dopo le formalità di rito, è stato tradotto presso l’istituto di detenzione minorile di Acireale,  come disposto dall’Autorità Giudiziaria.


MessinaGen. Giovanni NISTRI Comandante Generale Arma  Carabinieri   visita  Comando Interregionale  “Culqualber” Messina. Il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri si è recato presso il Comando Interregionale “Culqualber” dove ha incontrato il Comandante Interregionale ed i  militari che operano nelle legioni di Sicilia e Calabria. Il Gen. Nistri, al suo arrivo nella storica caserma intitolata alla medaglia d’oro al valor militare “Antonio Bonsignore”, è stato ricevuto dal Gen. di Corpo d’Armata Luigi Robusto, Comandante Interregionale accompagnato dal Gen. di Brigata Vincenzo Paticchio, Comandante della Legione Carabinieri Calabria e dal Gen. di Brigata Riccardo Galletta Comandante della Legione Carabinieri. Il  Comandante Generale, dopo gli onori resi dalla guardia schierata in grande uniforme, ha incontrato una rappresentanza di tutti i Carabinieri operanti alle dipendenze del Comando Interregionale “Culqualber”. I militari presenti:  nelle Legioni Carabinieri della Sicilia e della Calabria, dell’Arma territoriale e dei Reparti Speciali, ed i delegati della rappresentanza militare dei CO.I.R. (Comitato Intermedio di Rappresentanza) ed al personale in congedo dell’Associazione Nazionale Carabinieri. Il Gen. Nistri, dopo un indirizzo di saluto, ha espresso la sua soddisfazione per il ritorno al Comando Interregionale di Messina nell’ambito del quale ha avuto, in passato, il privilegio di reggere il Comando Provinciale Carabinieri di Cosenza. L’alto ufficiale ha ringraziato   subito i carabinieri in congedo dell’ANC (associazione nazionale carabinieri) evidenziando come costituiscano l’elemento di continuità tra l'Arma di ieri e quella di oggi. Il Comandante Generale, nel corso della visita, ha ringraziato tutti i militari per “gli eccellenti risultati giornalmente conseguiti nello svolgimento del loro servizio, operando nel territorio dell’Interregionale con dedizione e responsabilità al fianco delle Istituzioni e in favore delle popolazioni, sottolineando il ruolo fondamentale dei Carabinieri quale presidio di legalità e vicinanza dello Stato alle esigenze dei cittadini, soprattutto in un territorio come quello siciliano e calabrese caratterizzato da un elevato indice di criminalità organizzata”. Il Generale Giovanni Nistri ha poi evidenziato:  “l’impegno e la professionalità dell'Arma del Comando Interregionale, testimoniati anche dai recenti brillanti risultati conseguiti con le ultime operazioni di servizio. In tale circostanza, ha ribadito che l’obiettivo istituzionale dei militari deve essere rivolto al conseguimento dell'affidabilità del loro operato, svolto con onestà e responsabilità, proprio perché l’Arma è prima di tutto un punto di riferimento per la gente anche e soprattutto nelle realtà più lontane e disparate delle terre siciliane e calabresi. Un’Arma che dovrà continuare ad essere un presidio delle Stato  vicino alla gente. Il Comandante Generale ha tracciato i valori – quali l’orgoglio, la responsabilità e il senso di appartenenza – ai quali ogni singolo Carabiniere deve improntare il proprio operato, contribuendo in tal modo a preservare la forza e la coesione dell’Istituzione. Infine, il Comandante Generale - prima di lasciare il Comando Interregionale Carabinieri  Culqualber  ha apposto la sua firma sul Libro d’Onore”.


Messina -  Prefetto Ferrandino saluta carabinieri. Il Prefetto della Provincia di Messina, S.E. Francesca Ferrandino, ormai prossima a lasciare la città dello Stretto per ricoprire il nuovo incarico di Prefetto di Catanzaro, di mattina  si è recata in visita presso  il Comando Interregionale Carabinieri “Culqualber” di Messina, presso la Caserma intitolata al “Capitano Medaglia d’Oro al Valor Militare  Antonio Bonsignore”. Il Prefetto è stato accolto al suo arrivo dal Comandante Interregionale, Generale di Corpo d’Armata Luigi Robusto e dopo aver ricevuti gli onori dalla guardia schierata in grande uniforme ha voluto rivolgere un saluto ed un ringraziamento per l’opera svolta quotidianamente dai Carabinieri a tutela della collettività. Il Comandante Interregionale, Gen. C. A. Luigi Robusto, dal canto suo, ha ringraziato a nome di tutti i Carabinieri dipendenti, il Prefetto di Messina per l’attestazione di stima e per la sua vicinanza al Comando Interregionale. Il Prefetto ha incontrato una rappresentanza degli oltre 1300 Carabinieri delle 9 Compagnie e 93 Stazioni che costituiscono il Comando Provinciale di Messina che, capillarmente dislocati in gran parte dei 108 Comuni della Provincia, giornalmente espletano il proprio servizio nel territorio della provincia peloritana. L’Autorità di Governo ha manifestato al Comandante Provinciale, Col Iacopo Mannucci Benincasa,  la riconoscenza per il prezioso e incessante lavoro svolto quotidianamente al fianco della Prefettura e l’apprezzamento per l’impegno degli oltre 2000 Carabinieri, provenienti da tutta Italia, che hanno contribuito ai servizi di ordine e sicurezza pubblica in occasione del Vertice dei Capi di Stato e di Governo del G7 e della Riunione Ministeriale “Pari Opportunità”, tenutesi a Taormina (ME) rispettivamente il 26/27 maggio e il 15/16 novembre del 2017.


Messina  - Scambio auguri a Comando provinciale Carabinieri. Il Colonnello Iacopo MANNUCCI BENINCASA, questa mattina, presso il Comando Provinciale Carabinieri di Messina, ha incontrato i rappresentanti della stampa del capoluogo e della Provincia per uno scambio di auguri.  L’alto ufficiale, nell’ambito dell’incontro ha ricordato alcune delle principali attività condotte dai militari del Comando Provinciale in città ed in Provincia. L’operazione “DOPPIA SPONDA” nel mese di gennaio in cui è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 19 soggetti, ritenuti responsabili – a vario titolo – di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione illegale di armi da fuoco e altri reati. L’operazione “NEBRODI”, nel mese di febbraio, in cui è stata data esecuzione ad un decreto di Fermo della D.D.A. di Catania a carico di 9 persone gravemente indiziate, a vario titolo, di appartenere alla articolazione di cosa nostra etnea operante nei comuni di Bronte, Cesarò e Maniace, nonché di essere autori di atti estorsivi aggravati dal metodo mafioso.  L’operazione “BETA”, nel mese di luglio, in cui è stata data esecuzione ad un’ordinanza cautelare a carico di 30 appartenenti ad una consorteria criminale, collegata alla famiglia mafiosa catanese “Santapaola-Ercolano”, ritenuti responsabili – a vario titolo –  di associazione di tipo mafioso, estorsione, turbata libertà degli incanti, corruzione, riciclaggio, detenzione e porto abusivo di armi, organizzazione di corse clandestine di cavalli, esercizio di giochi d’azzardo, accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico, rivelazione di segreto d’ufficio e altro, tutti aggravati dal metodo mafioso. L’operazione “FIORI DI PESCO”, nel mese di novembre, culminata con l’esecuzione di un ordinanza di custodia cautelare a carico di 12 persone appartenenti ad una consorteria criminale riferibile al “clan BRUNETTO”, egemone nella fascia ionica della  provincia – in particolare nella valle dell’Alcantara – e collegata alla famiglia mafiosa catanese “Santapaola-Ercolano”, ritenute responsabili – a vario titolo – di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, danneggiamento seguito da incendio e traffico di sostanze stupefacenti. L’operazione “PATHOLOGY”, di appena due settimane fa, con l’esecuzione di una ordinanza applicativa di misura cautelare nei confronti di 33 soggetti, ritenuti responsabili – a vario titolo – di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, truffa aggravata ai danni ai danni dell’INPS, falsa perizia, falso in atto pubblico e altro, e contestualmente sono stati notificati 69 avvisi di garanzia nei confronti di altrettanti indagati. Le indagini a seguito dell’omicidio di Roberto SCIPILLITI, avvenuto a Savoca (ME),  svolte in poco più di un mese che hanno condotto all’esecuzione di un provvedimento cautelare a carico dei due presunti autori, uno dei quali era peraltro latitante, poiché gravemente indiziati di omicidio, sequestro di persona e occultamento di cadavere.  Un particolare menzione merita l’attività di indagine svolta a seguito del ferimento, avvenuto il 22 luglio  di una donna che occasionalmente si trovava all’esterno del locale discoteca “M’AMA”. Il fatto per le suo modalità ha prodotto un particolare allarme sociale e la risposta è stata particolarmente rapida ed efficace, permettendo di individuare, in pochissimo tempo,  i due autori i quali pressati dalle serrate ricerche si sono costituiti. La bontà delle indagini svolte in  piena sinergia con la Procura della Repubblica ha portato già ad una loro condanna nel primo grado di giudizio e questa attività rappresenta certamente un esempio di efficienza del sistema di contrasto in questa città.  L’impegno per il vertice dei capi di Stato e di Governo del G7 è stato un banco di prova per gli oltre duemila Carabinieri, provenienti da tutta Italia che, insieme agli appartenenti alle altre forze di Polizia ed alle Forze Armate impegnate, hanno fornito il loro apporto di professionalità e competenza al dispositivo di sicurezza organizzato che ha funzionato con efficienza e efficacia che sono state motivo di unanime apprezzamento. Il  Comandante Provinciale, a margine dell’incontro ha voluto porre l’accento sui risultati della campagna di sensibilizzazione avviata da settembre dai Carabinieri di Messina in relazione alla sicurezza stradale.  Il focus sui comportamenti che possono rendere molto gravi le conseguenze di sinistri stradali anche banali  è stato avviato in concomitanza con l’inizio dell’anno scolastico. Infatti spesso, i ragazzi, i genitori o i nonni sono più preoccupati di giungere a scuola in orario, piuttosto che di arrivarci in sicurezza ed è allora che si assiste a tutto un campionario di violazioni apparentemente innocue ma di fatto pericolosissime: si va dalle vetture in movimento con bimbi in piedi sul sedile anteriore o tenuti in braccio dallo stesso guidatore, al genitore che porta con sè il figlio senza casco o più di un figlio sul ciclomotore. Molti giovani scooteristi, poi, non calzano il casco in maniera corretta o non lo allacciano, per non parlare di coloro i quali usano modelli non omologati. Si ricorda che il casco, per essere efficace, deve essere aderente alla testa, della corretta taglia, sempre ben allacciato e del tipo omologato cioè che abbia superato tutti test previsti dalle normative vigenti: solo così può assolvere efficacemente al compito. I militari dell’Arma hanno dato massima attenzione ai controlli sul corretto uso delle cinture di sicurezza e degli altri sistemi di ritenuta previsti dalle norma (seggiolini, in primis) e sul corretto uso del casco da parte dei motociclisti ed analoga attenzione è stata indirizzata verso l’utilizzo degli smartphone da parte dei conducenti di veicoli. Questi apparecchi, infatti, sono oggi il principale motivo di distrazione per i guidatori e la distrazione è certamente tra le prime cause di incidentalità. I  reparti del Comando Provinciale che operano dall’avvio della campagna di sensibilizzazione, nel capoluogo hanno elevato in città per questa tipologia di infrazioni (guida senza casco, guida senza cintura o di sistemi di ritenuta e uso del cellulare alla guida – sanzionate, rispettivamente, dagli artt. 171, 172 e 173 del Codice della Strada) complessivamente oltre 500 infrazioni di cui:  255 per guida senza casco; 165 per guida senza cintura o senza sistemi di ritenuta; 140 per uso di cellulari alla guida. L’attività è stata svolta non con l’esclusivo intento di elevare una sanzione amministrativa, ma anche e soprattutto per contribuire in modo significativo all’educazione stradale dei cittadini messinesi, al fine di tutelare la loro stessa incolumità.


Messina  - Carabinieri deposta corona alloro e targa in fondale Torre Faro a statua Bambin Gesù. La targa commemorativa è particolarmente significativa perché riunisce visivamente l’impegno di tutti gli uomini e le donne in uniforme che in questa città si adoperano, ognuno nel suo compito quotidiano, per la sicurezza dei cittadini. La manifestazione, si è svolta di mattina,  è stata seguita  in prossimità della spiaggia di Torre Faro dalle massime autorità militari, civili e religiose della città e da alcune scolaresche.


 

Messina - CC ROS: Operazione Beta attività Santapaola a Messina, sequestrate società e beni per 8 milioni €. I carabinieri del R.O.S., con il supporto del Comando Provinciale Carabinieri di Messina, hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo emesso dal G.I.P. su richiesta del Procuratore Aggiunto, dr. Sebastiano Ardita, e dei Sostituti, dr.ssa Liliana Todaro, dr.ssa Maria Pellegrino e dr. Antonio Carchietti.  Il provvedimento s’inquadra nella complessiva strategia di contrasto della Procura di Messina, guidata dal dr. Maurizio De Lucia  ed ha  colpito assetti societari e beni mobili e immobili per un valore complessivo di circa 8 milioni di euro. L’atto   è stato notificato a Vincenzo ROMEO, Pasquale ROMEO e Biagio GRASSO,  raggiunti, lo scorso luglio dall’ordinanza di custodia cautelare cd. BETA, a carico di 30 soggetti, gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, estorsione, trasferimento fraudolento di valori, turbata libertà degli incanti, esercizio abusivo dell’attività di giochi e scommesse, riciclaggio, reati in materia di armi ed altro.    Le  attività svolte dai militari del R.O.S. hanno fatto emergere un grave quadro indiziario relativo all’operatività (mai documentata in precedenza) nel capoluogo peloritano di una cellula di cosa nostra catanese, diretta emanazione della più nota famiglia mafiosa dei SANTAPAOLA e sovraordinata rispetto ai clan che tradizionalmente operano nei quartieri cittadini. I  ROS hanno ricostruito che al vertice del sodalizio, vi sarebbe la figura di Vincenzo ROMEO, che avrebbe operato sotto la supervisione del padre, Francesco (cognato di Benedetto SANTAPAOLA, inteso Nitto), e con la collaborazione dei fratelli, Pasquale, Benedetto e Gianluca. L’attività investigativa aveva tracciato l’esistenza di un’entità criminale ancorata alle tradizioni mafiose ma, al tempo stesso, capace di relazionarsi proficuamente con professionisti locali ed esponenti della amministrazioni locali, proiettando i propri interessi in diversi settori dell’imprenditoria, che aveva pesantemente infiltrato e finanziato. Il sequestro operato dai ROS rappresenta il naturale sviluppo di quell’attività investigativa. L’azione dei militari colpisce quote imprese attive nei settori di maggiore interesse del sodalizio criminale, controllate – totalmente o pro quota – dagli indagati, perlopiù attraverso compiacenti “prestanome”, ed in particolare:  7 società del settore immobiliare e dei lavori edili in genere, alcune delle quali interessate a rilevanti interventi di edilizia abitativa, pubblica e privata, nel capoluogo (riqualificazione di Fondo Fucile e realizzazione di un complesso immobiliare in zona Torrente Trapani); 2 società del settore degli apparecchi da intrattenimento, su cui si stanno concentrando gli interessi delle organizzazioni criminali a livello nazionale.  I militari hanno, infine, sequestrato: un veicolo ALFA; un veicolo AUDI Q5; un veicolo FIAT PANDA; tre immobili siti a Messina;  17 conti correnti. Il valore complessivo dei beni sequestrati ammonta a circa 8 milioni di euro.


Reggio Calabria - GdF sequestra  in porto tra spezie e caffè 218kg cocaina destinata in Sicilia ed Egitto. Le  Fiamme Gialle calabresi hanno scoperto 218 Kg di cocaina, nell’ultima operazione antidroga svolta nelle ultime ore dagli uomini  di Gioia Tauro, con il locale Ufficio Antifrode dell’Agenzia delle Dogane. L’individuazione dello stupefacente è stata puntuale grazie all’analisi effettuata dai militari delle Fiamme Gialle e dai funzionari della Dogana, i quali hanno rivolto il loro interesse verso alcuni container imbarcati su una motonave che aveva toccato diversi porti Sud Americani ritenuti a rischio. Lo stupefacente, al fine di eludere i controlli, era stato occultato in 2 diversi container, caricati rispettivamente in Guatemala e nel Costarica, destinati documentalmente ad Alessandria d’Egitto (Egitto) ed in Sicilia, nei quali erano contenuti spezie e caffè in sacchi.  Il  sistema utilizzato in questo caso è stato quello del cosiddetto rip off, consistente nel riporre immediatamente dietro i portelloni dei container, borsoni o trolley da viaggio contenenti i panetti di coca, in modo da poter essere agevolmente prelevati dai trafficanti durante la sosta delle merci nelle aree portuali. Il  colpo inferto agli interessi economici delle consorterie criminali di stampo mafioso coinvolte nel traffico, l’ennesimo, è di rilievo. La  droga sequestrata avrebbe fruttato, se messa in commercio,   oltre 43 milioni di euro. L’attività svolta dalle Fiamme Gialle in sinergia con l’Agenzia delle Dogane ha consentito il sequestro di oltre 1.360 chilogrammi di cocaina purissima nel corso di quest’anno, dei quali, nel solo ultimo mese, oltre 530. Il risultato è frutto della collaudata sinergia delle istituzioni a presidio del sedime portuale, oramai consolidatasi mediante la predisposizione di piani di intervento complementari, che mirano a contenere le manifestazioni di grave pericolo per la collettività conseguenti all’immissione nel mercato illegale delle sostanze stupefacenti.


Messina -2 truffano anziani, CC presi.  Si tratta di Vittorio Granata 57enne residente a Riposto,  e Umberto Rossi 52enne, di origini napoletane ma residente a Giardini Naxos.  I 2  soggetti sono stati bloccati nel giro  di pochi giorni dai Carabinieri di Messina Sud per truffe ai danni di anziani. Gli episodi si sono verificati in diverse circostanze di luogo e di tempo ma sono gravi ed hanno avuto vittime persone deboli a cui i militari dell’Arma hanno dato un immediata risposta. La prima truffa è stata perpetrata quando da poco erano passate le 13:00 del 17 agosto con Vittorio Granata che ha avvicinato un pensionato della provincia di Messina presso un parcheggio del Policlinico, dove l’anziano si era recato per questioni di salute. Granata, con mille sotterfugi avrebbe cercato di far credere al pensionato di essere una sua vecchia conoscenza ed ha chiesto del denaro per riparare la sua auto. L’anziano  si è insospettito ed ha chiesto subito l’intervento dei Carabinieri della Stazione di Gazzi che si sono messi alla ricerca dell’impostore, nel frattempo allontanatosi. I militari hanno individuato immediatamente il maldestro nei pressi di uno sportello bancomat presente in ospedale mentre, con lo stesso modus operandi, stava cercando di raggirare un altro pensionato che stavolta si era lasciato convincere e che aveva appena prelevato una somma di denaro da consegnare. Il furbo, alla vista dei Militari ha cercato una disperata fuga a piedi lungo le vie che portano ai reparti del nosocomio messinese fino ad essere bloccato e tratto in arresto.  Granata, giudicato con il rito direttissimo il giorno successivo, è in regime di misura cautelare di arresti domiciliari.  La seconda truffa è stata perpetrata da un tipo nella tarda mattinata di sabato, poco prima dell’orario di chiusura dell’ufficio postale di Pistunina, il quale ha avvicinato con fare insistente una coppia di pensionati recatisi all’istituto di credito per effettuare delle operazioni. La scena non è passata inosservata ad un equipaggio del Nucleo Radiomobile di Messina, impegnato in servizio di controllo del territorio. I militari   immediatamente si sono avvicinati per identificare i soggetti. Il maldestro con una mossa repentina pur se in compagnia degli anziani ha raggiunto un’auto parcheggiata di fronte all’ufficio postale e, nonostante gli sia stato intimato più volte l’alt, si è catapultato a folle velocità sulla Statale 114, a quell’ora molto trafficata. L’equipaggio del Nucleo Radiomobile  ha subito inseguito il fuggitivo riuscendo a bloccarlo nei pressi del centro commerciale Tremestieri insieme ai carabinieri della vicina Stazione di Tremestieri. I militari erano giunti in ausilio non appena ricevuto l’allarme del mezzo in fuga che, durante la sua spericolata corsa ha anche urtato un’auto in sosta. Il fuggitivo, una volta bloccato, è stato identificato in Umberto Rossi. Gli accertamenti immediati condotti dagli uomini della Stazione di Tremestieri hanno permesso di ricostruire in brevissimo tempo l’esatta dinamica dei fatti. Rossi, dopo aver individuato una coppia di anziani pensionati che entravano all’ufficio postale, era riuscito con artifizi e raggiri a far credere di essere una persona a loro conosciuta, affetta da seri problemi di salute ed in grave stato di indigenza, ha chiesto un aiuto in denaro ottenendo subito la somma di 180€. Il furbo, ottenuto il denaro, avrebbe cercato di guadagnare ulteriore fiducia dalle vittime, ed ha finto di sdebitarsi regalando loro 2 vecchie giacche di poco valore. Il furbo a quel punto ha avanzato un ulteriore richiesta di denaro accompagnando i due al bancomat, dove hanno prelevato la somma di 200€.  Il  tempestivo intervento dei Carabinieri ha evitato che il maldestro si impossessasse del denaro prelevato, poi la fuga, la corsa senza senso sulla Statale e l’arresto. Per Rossi, vecchia conoscenza delle Forze dell’ordine, si così sono spalancate direttamente le porte del carcere di Gazzi ed adesso si dovrà difendere dalle pesanti accuse di truffa aggravata e resistenza a Pubblico Ufficiale  


Messina - Carabinieri e Cacciatori scoprono coltivazione droga, 90 piante: 1 preso. I militari di Mili San Pietro hanno bloccato  il messinese Felice Bonasera 43enne con l’accusa di  coltivazione piante cannabis indica alte fino a 2 metri. Il  lavoro dei carabinieri della Compagnia di Messina Sud, si è svolto con servizi di prevenzione e repressione al dilagante fenomeno dell’abuso di stupefacenti. L’operazione è scattata ieri nelle campagne di Mili San Pietro dove da giorni i militari dell’Arma seguivano movimenti sospetti nei pressi di un casolare. Gli  uomini  della Stazione di Bordonaro coadiuvati dai colleghi del Nucleo Operativo e dallo squadrone eliportato Cacciatori di Sicilia, attualmente impiegati in supporto alle attività di controllo del territorio in aree impervie, dopo diversi appostamenti,  hanno scelto il momento migliore per fare irruzione nella casa risultata essere di proprietà del  messinese Felice Bonasera. La perquisizione svolta successivamente ha permesso ai tutori dell’ordine di rinvenire all’interno 90 piante di cannabis indica alte fino a 2 metri, interrate in vasi di plastica, in un ambiente illuminato da grossi fari alogeni e refrigerato da ventilatori ed un condizionatore. L’ingegnoso sistema ideato per favorire la crescita dello stupefacente in ambiente chiuso era alimentato da un allaccio abusivo alla rete elettrica pubblica. I  militari nel corso di una seconda perquisizione in un’altra abitazione dell’interessato hanno rinvenuto circa 150 grammi di hashish ed 1 bilancino di precisione. L’operazione si è conclusa con l’arresto del 43enne, accusato di detenzione e produzione di stupefacenti nonché  furto aggravato,  che sarà processato con il rito direttissimo. Il blitz dei carabinieri dimostra con quale attenzione venga contrastato il consumo smisurato di stupefacenti e conferma il constante impegno delle forze dell’ordine a presidio del territorio.


Milazzo -2 kg marijuana tra patate e cipolle: Polizia blocca coppia a fermata bus. Si tratta di Andrea Cuzzupè 42enne milazzese già noto e della compagna Agata Giunta 42enne di Alì. L’atteggiamento guardingo, cauto e circospetto dei 2,  ieri pomeriggio, ha insospettito i poliziotti del Commissariato di Milazzo impegnati nei consueti servizi di prevenzione e repressione del traffico illecito di sostanze stupefacenti. Il personaggio era sceso da un pullman nei pressi della fermata dell’autobus nelle vicinanze del Centro Commerciale Milazzo, ed ha prelevato dal vano  bagagli 1 busta voluminosa, pesante al punto da dover chiedere aiuto alla donna per il trasporto. I poliziotti, hanno fermato i due procedendo alla perquisizione ed hanno accertato che nella busta di cui sopra, in 2 sacchi neri del tipo usato per i rifiuti, tra cipolle e patate, si trovavano ben 2,010 kg di marijuana. Cuzzupè e  Giunta sono stati dichiarati in arresto e condotti, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria,  presso la Casa Circondariale di Barcellona P.G per essere sottoposti a rito per direttissima. La sostanza stupefacente è stato  posto a sequestro.


Messina - Traversata Stretto da Sicilia a Calabria, Fiamme Oro Polizia: promo cultura dono sangue. Una traversata dello Stretto di Messina a nuoto dal forte valore simbolico quella che ieri ha visto protagonisti gli atleti del gruppo sportivo della Polizia di Stato Fiamme Oro, settore Nuoto in Acque libere.  Gli atleti delle Fiamme Oro hanno infatti preso parte all’XI Traversata dello Stretto di Messina organizzata dalla FIDAM, la Federazione Italiana Associazioni Donatori di Sangue, per ricordare che il dono del sangue volontario, periodico e gratuito è il pilastro del sistema trasfusionale italiano ed è strettamente legato all’attività sportiva e a corretti stili di vita. Gli  atleti della Polizia di Stato sono partiti ieri, intorno alle 09.30 da Punta Faro di Messina in un clima di festa ed hanno raggiunto Cannitello a Villa San Giovanni in Calabria.L’evento è stato seguito da equipaggi della Squadra Nautica della Polizia di Stato a bordo degli acquascooter,  le “volanti in mare” che ogni giorno pattugliano la costa messinese.


Messina Donna ferita in sparatoria  fuori discoteca, CC 2 in manette. Si tratta di  Alessandro CUTE' 22enne e Gianfranco ALOISI 24enne. Il ferimento della ragazza si era verificato il 22 luglio davanti al lido del litorale tirrenico messinese.  I due braccati dai Carabinieri si erano consegnati nella tarda serata del 25 luglio.  La  convalida del fermo è stata decisa il 28 luglio con la rubricazione in tentato omicidio ed applicazione della custodia cautelare in carcere.  Il GIP di Messina dott. Fiorentino  ha convalidato il fermo di indiziato di delitto emesso dalla locale Procura della Repubblica nei confronti di Alessandro CUTE'  e Gianfranco ALOISI, i due giovani noti arrestati martedì sera dai Carabinieri poiché ritenuti responsabili del ferimento patito da una ragazza 34enne, attinta alle gambe da 2 colpi di arma da fuoco mentre usciva da una discoteca del litorale peloritano. Lo  stesso GIP, a carico dei due giovani, nell'applicare la custodia cautelare in carcere, ha modificato il capo di imputazione, sostituendo le "lesioni personali" con la ben più grave accusa di "tentato omicidio".


Milazzo ME – Sfondano portone col carro: CC sgominata gang furti.  I Carabinieri Compagnia di Milazzo hanno bloccato 3 persone: Ettore SOLANO 33enne, Massimiliano CANTELLO 28enne e Paolo GRASSO 26enne. I militari nella nottata  hanno fermato il gruppo impegnato nel furto aggravato in concorso. I tre stavano tentando di saccheggiare alcune attività imprenditoriali nell’area industriale di Giammoro. Gli uomini dell’aliquota radiomobile, impegnati in servizio di pronto intervento 24 ore al giorno, stavano transitando in piena notte per le strade del comune di Pace del Mela.  La  centrale operativa  ha segnalato la presenza sospetta di diversi soggetti che si aggiravano nell’area. I militari hanno iniziato una serrata perlustrazione che ha dato i suoi frutti. I  carabinieri in un locale ditta di serramenti hanno sorpreso i 3  che avvalendosi di un autocarro avevano sfondato il portone di accesso all’area interessata iniziando ad adoperarsi ed utilizzando tutti gli arnesi da scasso contenuti nel furgone. I carabinieri infatti avendo  accerchiato i 3 non hanno consentito loro di fuggire sorprendendoli con le mani nel sacco. I tutori dell’ordine, dopo avere bloccato e sottoposto i 3 a perquisizione hanno rinvenuto nel mezzo attrezzi vari da scasso, flex, corde d’acciaio, alimentatore inverter e torce, il tutto sottoposto a sequestro. I tre identificati in Ettore SOLANO, Massimiliano CANTELLO  e Paolo GRASSO sono stati condotti presso la compagnia di Milazzo,  e dichiarati in arresto, in attesa dell’udienza di convalida.


Taormina  MeEstorsioni ad imprenditori, CC scoprono 2 legati a gruppo catanese. Si tratta di Emanuele Salvatore Blanco  43enne nato Catania, residente a Fiumefreddo di Sicilia ed  Antonio Faranda 37enne nato Catania, residente a Fiumefreddo di Sicilia. I militari della Compagnia Carabinieri di Taormina, la notte scorsa, presso la Casa Circondariale di Siracusa hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.i.p.  Eugenio Fiorentino del Tribunale di Messina su richiesta del Procuratore Aggiunto della Direzione Distrettuale Antimafia di Messina-Dottor Sebastiano Ardita- e del sostituto Procuratore della Repubblica-Dottor Francesco Massara-, nei confronti di 2 presunti esponenti di “Cosa Nostra” Etnea,  ritenuti responsabili – a vario titolo – di estorsione in concorso, con l’aggravante del metodo mafioso: Francesco Antonio Faranda, ritenuto appartenente  clan “Brunetto”, egemone nell’area sub-etnea nord-occidentale; Emanuele Salvatore Blanco, ritenuto appartenente  anch’egli al clan “Brunetto”. I provvedimenti di carcerazione sono scaturiti dalla prosecuzione una più complessa attività d’indagine svolta dall’Aliquota Operativa e convenzionalmente denominata “Good Easter” che portò nel mese di Aprile 2017 all’arresto anche di altri due presunti esponenti di spicco di “Cosa Nostra” e con oggetto  l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti anche di Carmelo Porto 59enne nato Catania, residente a Calatabiano (CT),  ritenuto anche per pregresse vicende giudiziarie elemento apicale del clan mafioso “Cintorino”. I  militari dell’Arma, nella prima operazione  durante l’attività di prevenzione avevano acquisito da fonti confidenziali la notizia che appartenenti a clan mafiosi operavano anche nel Comune di Taormina tentando di sottoporre ad estorsione attività economiche e nello specifico rivendite di autovetture.  Gli investigatori hanno appurato, in questa circostanza che i due soggetti tratti in arresto per estorsione in concorso, con l’aggravante di aver agito con il metodo mafioso sempre nell’Aprile scorso,  avrebbero posto in essere atti idonei e diretti in modo non equivoco a costringere un imprenditore titolare di agenzia del luogo a concludere un contratto di assicurazione di autoveicolo con targa di prova, nonostante la targa non fosse registrata alla banca dati, condizione questa necessaria alla conclusione del contratto. I carabinieri hanno appurato nello specifico che l’imprenditore, dopo avere comunicato ad uno degli aguzzini il rifiuto alla stipula del contratto di assicurazione, avrebbe ricevuto  telefonicamente la seguente minaccia     “….Sono problemi tuoi, forza il sistema, premi il bottone e fammi la polizza..” e poi ancora: “…senti tu non lo sai chi sono io? Quando ti chiedo una cosa chiudi l’ufficio e vieni subito a casa mia, non ci vieni?”, altrimenti avrebbe sistemato con le maniere forti la faccenda. I militari  hanno predisposto tra le altre attività un servizio di vigilanza nei confronti della vittima e della sua compagna. I  carabinieri hanno notato la presenza di un soggetto (prontamente riconosciuto in Emanuele Salvatore Blanco) il quale nel tardo pomeriggio ad Aprile si sarebbe posto davanti alla porta dell’agenzia della vittima ed al suo  arrivo vi avrebbe fatto ingresso  soffermandosi per alcuni minuti.  Blanco, una volta uscito si metteva alla guida della sua auto  ma veniva bloccato ed accompagnato presso una Stazione Carabinieri dipendente dalla Compagnia di Taormina.  Le risultanze investigative condotte dai militari hanno trovato riscontro e risultavano concordanti con la Procura della Repubblica di Messina che analizzate le fattispecie di reato hanno ritenuto la sussistenza di esigenze cautelari gravi ed attuali nei confronti di entrambi gli indagati. L’Autorità Giudiziaria ha valutato specificatamente un concreto e grave pericolo di reiterazione della medesima attività criminosa che si ricava agevolmente dalle peculiari connotazioni oggettive della condotta delittuosa descritta.  Gli investigatori hanno valutato determinante anche questa  il coraggio, la determinazione e la collaborazione dimostrata dall’imprenditore che in piena sinergia con la Magistratura di Messina e con l’Arma dei Carabinieri ha permesso di assicurare alla giustizia 2 pericolosi malviventi. La loro opera ha permesso agli inquirenti,  in tempi  brevissimi, di respingere il fenomeno criminale che cercava di trovare spazio nella fascia costiera dell’Ionio e nei vicini comuni limitrofi.  Lew Forze dell’Ordine  auspicano che altri imprenditori possano con celerità rivolgersi alla magistratura inquirente ed all’Arma dei Carabinieri in modo da poter mettere fine al fenomeno, purtroppo ancora presente, delle estorsioni sul territorio. Gli stessi imprenditori denunciando hanno permesso il brillante risultato, frutto di un certosino lavoro di squadra, e che ha saputo, ridare la libertà a loro stessi che da tempo si vedevano costretti a pagare con i loro sacrifici “il pizzo” al sol fine di non avere minacce e ritorsioni ulteriori.


Messina  - Presi 3 ragazzi incendiari per fiamme a colline Fondo Fucile. I minorenni responsabili sono stati bloccati dalla Polizia. Una ragazzina di 14 anni e due coetanei di 13 e 15 sono i responsabili dell’incendio che sabato pomeriggio ha interessato le colline dell’area di Fondo Fucile.I maldestri avevano ancora nelle tasche gli accendini con cui hanno appiccato il fuoco quando sono stati sorpresi dai poliziotti. I ragazzini   hanno consegnato il materiale agli agenti ed hanno confessato quando hanno capito di essere stati scoperti. “Abbiamo fatto una stupidaggine”, ha ammesso uno dei tre. Nessuno dei ragazzi ha saputo dare una spiegazione a quanto fatto. Gli agenti delle Volanti, impegnati nel controllo del territorio, subito intervenuti, erano stati allertati da numerose telefonate di cittadini preoccupati per le improvvise fiamme che velocemente si stavano propagando. Alcune persone avevano notato i tre ragazzini muoversi su per la collina. I Vigili del Fuoco, immediatamente interessati dalla Sala Operativa della Questura, sono riusciti a bloccare l’incendio ed   evitare che le fiamme raggiungessero le abitazioni vicine ai piedi della collina. Una vasta porzione di vegetazione è comunque andata distrutta. I tre responsabili, incensurati, sono stati deferiti alla competente Autorità Giudiziaria per i Minorenni per il reato di incendio boschivo e riaffidati ai congiunti.


Taormina Blitz carabinieri Operazione “De Greci” a Taormina, bloccata gang ladri catanesi su auto. Si tratta dei catanesi Ivan Bertino 31enne, Lorena Consoli 27enne finiti ai domiciliari, Annamaria Di Bella 36enne e Carmelo Di Silvestro 39enne sono stati condotti nel carcere di Catania a “Piazza Lanza”. I Carabinieri della Compagnia di Taormina in collaborazione con  quelli del Comando Arma di Catania Fontanarossa, alle prime luci del giorno all’alba, a  Catania-Librino hanno notificato  4 ordinanze di custodia cautelare di cui 2 in carcere e 2 arresti domiciliari emesse dal Tribunale di Messina - sezione del Giudice per le indagini preliminari-  nei confronti di 4 soggetti già noti alle Forze dell’Ordine, di cui 2 donne, resisi responsabili a vario titolo dei reati di furto aggravato in concorso, indebito utilizzo di carte bancomat. La misura cautelare ha raggiunto Ivan Bertino, Lorena Consoli, Annamaria Di Bella  e Carmelo Di Silvestro  tutti residenti a Catania. Il giudice ha disposto nei confronti dei primi 2 la misura cautelare degli arresti domiciliari e nei confronti degli altri 2 indagati il carcere per cui sono stati condotti a Catania “Piazza Lanza”. Gli indagati, nel territorio di Taormina, sulla fascia costiera,  nei pressi di note discoteche, nell’ambito di un medesimo disegno criminoso ed in concorso tra di loro, con violenza sulle cose approfittando del fatto che i proprietari delle auto  si trovassero in diversi e vari locali notturni, spaccando i finestrini delle macchine facevano razzie all’interno asportando tutti gli effetti personali. La banda era ben organizzata ed all’interno ognuno aveva un ruolo ben definito. Gli  indagati, dopo aver provveduto a frantumare 1 finestrino di una macchina parcheggiata nei pressi di una nota discoteca in Forza d’Agro’, al fine di trarne profitto per loro o per altri, arraffavano e si impossessavano di 1 borsello contenente indumenti, chiavi, carte di credito, documenti ed una borsa da donna con all’interno un piccolo borsello ed una Carta Post Pay. Le indagini dei carabinieri di Taormina e nello specifico di Forza d’Agro’ erano iniziate grazie alla collaborazione di due vittime. 2 derubati si erano presentati presso gli uffici della Stazione Carabinieri di Sant’Alessio Siculo sporgendo denuncia di furto subito e  perpetrato  la notte precedente. Le vittime avevano lasciato in sosta la loro macchina sulla pubblica via nei pressi di una nota discoteca del litorale ionico.  La banda aveva infranto 1 finestrino della macchina aveva arraffato 1 borsello contenente documenti e chiavi, portafogli e carte bancomat.   La  denunciante ha rappresentato ai Carabinieri che sul suo cellulare era giunto 1 Sms dalla sua banca segnalando che, alle ore 3.42 di quella notte, la sua carta bancomat era stata utilizzata presso un vicino sportello di un’agenzia della Banca sita a Taormina nel tentativo di prelevare denaro contante. I  militari hanno acquisito, le immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza, ed in particolare  su un supporto informatico con le riprese delle persone che in quella fascia oraria avevano cercato di prelevare denaro dallo sportello bancomat in questione. Le stesse immagini  venivano dapprima diramate a tutti i Comandi Carabinieri della Regione Sicilia e Calabria e successivamente estese a tutto il territorio nazionale. Gli investigatori, da quel momento hanno avviato un’intensa attività di polizia giudiziaria, in realtà già iniziata ai primi dell’estate. 2 soggetti, in  altra circostanza e sempre nei pressi della discoteca, erano stati tratti in arresto e trovati in possesso sia di refurtiva prelevata dai veicoli parcheggiati che di diversi attrezzi da scasso. I militari in seguito alle diverse indagini esperite hanno acclarato la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza a carico delle 4 persone poi identificate in ordine ai reati contestati. I maldestri infatti oltre al furto aggravato in concorso devono anche rispondere del reato contestato nell’articolo 55 del decreto legislativo 231/07 poiché gli stessi la fine di trarne profitto per loro ed altri hanno indebitamente utilizzato, non essendone titolari,  il bancomat di una vittima tentando di prelevare denaro contante. Il Gip nella sua ordinanza ha osservato come esistessero esigenze cautelari a carico degli indagati riferibili al concreto ed attuale pericolo di reiterazione di reati dello stesso tipo.   Il  Gip ha osservato come tale pericolo emerge in termini di concretezza ed attualità dal fatto che gli indagati avevano agito a volto scoperto incuranti di essere ripresi dal sistema di videosorveglianza con un modus operandi che è tipico di chi svolge abitualmente e con professionalità questo tipo di condotte criminose.  Le  quattro persone indagate, al temine delle operazione, sono state tradotte rispettivamente 2 presso i loro domicili in regime di arresti domiciliari, gli altri 2 accompagnati presso il carcere maschile e femminile di Catania a “Piazza Lanza”.


Messina Polizia ammanetta pusher: 326 g. marijuana nascosta in camera da letto. Si tratta di Cosimo Idotta 33enne messinese, già noto. Il personaggio teneva la droga nascosta nel cassone della serranda della camera da letto. I  poliziotti delle Volanti, nell’ambito di mirati servizi finalizzati al contrasto dello spaccio di droga, hanno rinvenuto e sequestrato nell’appartamento 326 grammi di marijuana. I tutori dell’ordine nella stessa stanza hanno rinvenuto e sequestrato 1 bilancino di precisione, 1 coltellino a serramanico, delle forbici, della carta stagnola, 1 calendario da tavolo sul quale erano segnati numerosi nominativi con i rispettivi numeri telefonici e la somma di denaro pari ad  105 €  ritenuta provento dell’attività illecita. Il trentatreenne è stato arrestato e stamane è stato giudicato con rito direttissimo e condannato alla pena di 1 anno e quattro mesi per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.


Barcellona Pg ME – Carabinieri arrestano 3 evasi, dopo 24ore di latitanza. Si tratta di Emanuele ROSSITTO  18enne, Vittorio SMIROLDO 24enne e Gaetano SCHIACCITANO 21enne. L’arresto dei 3 giovani evasi dal carcere di Barcellona Pozzo di Gotto è frutto di un’articolata attività d’indagine coordinata dalla Procura di Barcellona Pozzo di Gotto, diretta dal Procuratore Emanuele CRESCENTI, ed avviata immediatamente dopo la fuga dai Carabinieri e dalla Polizia Penitenziaria. Emanuele ROSSITTO, Vittorio SMIROLDO e Gaetano SCHIACCITANO, la notte del 13 luglio, dopo aver pianificato accuratamente la loro fuga, avevano divelto le inferriate poste nella finestra della loro cella ed oltrepassato il cortile del carcere. i reclusi hanno superato il muro di cinta dandosi alla fuga, facendo perdere le loro tracce. L’allarme, dato immediatamente dal personale della casa circondariale al 112, ha fatto scattare subito le ricerche da parte dei carabinieri della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto. I  carabinieri, dopo alcune ore, hanno ritrovato a Santa Lucia del Mela l’auto con cui i 3 si erano allontanati per raggiungere il loro rifugio. La   prima ricostruzione dei fatti: gli evasi hanno potuto contare sull’aiuto di 1 complice che li aspettava oltre le recinzioni della struttura penitenziaria con un auto che aveva rubato poco prima in località Fiumarella di Merì. Le ricerche si sono concentrate immediatamente nel territorio di Santa Lucia anche con il supporto dei carabinieri del Nucleo Elicotteri di Catania.  La  latitanza sarebbe stata favorita dalla rete di familiari ed amici su cui i tre giovani hanno potuto contare, non solo nell’hinterland barcellonese ma anche nella città di Messina.  L’appoggio dei parenti sul territorio di Santa Lucia ha permesso ai ricercati d’usufruire di più rifugi messi a disposizione per la loro latitanza. I servizi prolungati di pedinamento, protrattisi senza soluzione di continuità, hanno permesso di seguire gli spostamenti dei famigliari e di poter così intercettare ed arrestare gli evasi. La fuga dei tre giovani si è conclusa nelle prime ore del pomeriggio, quando a distanza di poche ore l’uno dall’altro sono stati localizzati ed arrestati. Vittorio SMIROLDO ha lasciato i compagni per chiedere maggior sostegno e copertura alla sua latitanza dall’amica Silvia Rolla di Messina, la quale già nell’immediatezza dei fatti era stata inserita nella cerchia di amici e parenti che avrebbero potuto dare manforte alla clandestinità dei fuggiaschi. I Carabinieri e la Polizia Penitenziaria, che già pedinavano la donna e tenevano sotto osservazione la sua abitazione, hanno intercettato ed arrestato SMIROLDO al momento del loro incontro lungo il Viale Libertà della città. Altri  uomini impegnati sul campo, seguivano nella pianificazione di un contestuale controllo delle zone d’interesse, la sua convivente, Serena GUERCIO, le  indagini da parte dei Carabinieri si sono concentrate   subito su di lei in quanto sospettata di aver agevolato la fuga.La ragazza, infatti, ha effettuato numerosi spostamenti tra i territori di Milazzo e Santa Lucia del Mela ed era in contatto con i parenti dei fuggitivi che vivevano a Santa Lucia ed a Milazzo. Il  cerchio poi si è stretto sugli altri due i quali, appresa la notizia della cattura del compagno SMIROLDO ed intuendo che le forze dell’ordine fossero vicine al loro ritrovamento, hanno deciso di dividersi. Gaetano SCIACCHITANO ha cercato di raggiungere il porto a Milazzo, ed è stato tratto in arresto dai Carabinieri di Barcellona P.G. mentre si trovava nei pressi della fermata del bus vicino  l’Ospedale di Milazzo. I  Carabinieri e la Polizia penitenziaria nel territorio di Santa Lucia hanno eseguito serrate ed accurate perquisizioni in abitazioni abbandonate nei pressi del Castello e, dopo aver fatto irruzione in una di queste hanno trovato ed arrestato Emanuele ROSSITO.Tutti gli arrestati su disposizione del Sost. Procuratore della Repubblica Sarah Caiazzo sono stati associati alla Casa Circondariale di Messina Gazzi.


Messina -  Rapina a donna anziana dai domiciliari: inl carcere. I  poliziotti delle Volanti ieri mattina hanno arrestato Santo Gasbarro 21enne messinese, già noto, su esecuzione dell’ordinanza di misura cautelare della custodia in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Messina, dott.ssa Daniela Urbani. Il ventunenne, che era stato già arrestato in flagranza lo scorso 13 luglio per evasione, ed è stato raggiunto dalla misura cautelare perché considerato responsabile del reato di rapina aggravata ai danni di un’anziana donna, consumata lo scorso 21 aprile a Bordonaro. Gli accertamenti della Polizia, hanno infatti dimostrato che fu lui a strappare con violenza la borsa ad un’anziana signora, procurandole un trauma alla spalla sinistra. Il  giovane,  come da ordinanza è stato condotto presso il carcere di Messina Gazzi.

Furto, preso 24enne, filmato da telecamere. Si tratta di Giuseppe Esposito  24enne messinese,  già noto. Il personaggio, lo scorso 26 ottobre, aveva depredato una pizzeria nella zona nord, impossessandosi di insaccati e formaggi vari.  Le telecamere nell’esercizio commerciale però l’hanno tradito permettendone l’individuazione. I poliziotti del Commissariato Nord, visionando le immagini del sistema di videosorveglianza, l’hanno riconosciuto e denunciato. Gli  stessi agenti del Commissariato ieri hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Messina.  

Evaso dai domiciliari, preso da  Polizia. Poliziotti  delle Volanti, ieri pomeriggio, nell’ambito degli specifici servizi di controllo delle persone sottoposte a provvedimenti restrittivi della libertà personale, hanno proceduto all’arresto per evasione di Luigi Mancuso 53enne messinese, sottoposto agli arresti domiciliari, non è stato trovato presso la sua abitazione. Il personaggio stamane è giudicato con rito direttissimo, così come disposto dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Messina dr.ssa Federica Rende.


Messina – Ndrangheta,narcotraffico ed armi: Carabinieri, Operazione Scala reale presi 12 tra cui 2 minori. Il provvedimento cautelare, emesso dal G.I.P. dottoressa Tiziana Leanza, su richiesta dei Sostituti Procuratori della D.D.A. dottori Vito Di Giorgio e Angelo Vittorio Cavallo, ha riguardato: Alessandro BRIGANDÌ 18enne nato a Cinquefrondi (RC), custodia cautelare in carcere; Paolo BRIGANDÌ 45enne nato Scherzingen (CH), custodia cautelare in carcere; Antonio DICOSTA 25enne nato a Lametia Terme (CZ), custodia cautelare in carcere; Luigi FIDUCIA 42enne nato a Vibo Valentia (VV), custodia cautelare in carcere; Ignacio Francisco GONZALEZ PEREZ 27enne nato a Santa Clara (Cuba), custodia cautelare in carcere; Romina LAMAZZA 33enne nata a Messina custodia cautelare in carcere; Giancarlo LA TORRE  55enne nato a Roma, custodia cautelare in carcere; Giuseppe MAZZONE  48enne nato a Vibo Valentia (VV)  custodia cautelare in carcere; Giuseppina MERLO  49enne nata a Patti (ME), custodia cautelare agli arresti domiciliari; Antonino NIOSI 21enne nato a Patti (ME), custodia cautelare agli arresti domiciliari. Il Comando Provinciale Carabinieri di Messina, prime ore, nel territorio di provincia ed in quelle di Reggio Calabria e Vibo Valentia, ha dato esecuzione a 2 ordinanze di custodia cautelare, emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Messina e da quello del locale Tribunale per i Minorenni, su richiesta rispettivamente della Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo peloritana e della locale Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni, nei confronti di 12 soggetti (8 dei quali verranno ristretti in carcere, 2 sottoposti agli arresti domiciliari, 1 minore ristretto presso Istituto Penale Minorile e 1 minore collocato in una struttura comunitaria), ritenuti responsabili – a vario titolo – di associazione finalizzata al traffico e allo spaccio di stupefacenti anche a minori, nonché detenzione illegale di armi da fuoco. Il provvedimento restrittivo scaturisce da una complessa attività d’indagine sviluppata, sin dal mese di settembre del 2016, dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Messina, che ha consentito di individuare vertici e affiliati ad una compagine di narcotrafficanti collegata alle articolazioni territoriali della ‘ndrangheta reggina e vibonese, che gestiva una larga fetta dello smercio di marijuana e cocaina nella zona di Patti e nei centri vicini. La clientela del gruppo criminale, per una precisa scelta di strategia commerciale, era quasi interamente costituita da minorenni di ogni ceto sociale, unicamente accomunati dalla dipendenza più o meno marcata dalle sostanze stupefacenti. I luoghi di spaccio preferiti dal gruppo, che poteva contare su una fitta rete di pusher (alcuni dei quali  minori), erano le scuole secondarie e gli istituti superiori dell’hinterland della fascia tirrenica della provincia di Messina, con particolare riguardo all’area pattese, nonché i luoghi di aggregazione giovanile più frequentati, sapientemente individuati e scelti in relazione alla potenziale clientela che li frequentava. Gli indagati, oltre che gestire una propria fiorente rete di spaccio ad dettaglio nella rispettiva zona di residenza, avevano costituivano anche un ulteriore canale di fornitura ad altri spacciatori dell’hinterland tirrenico della provincia peloritana dello stupefacente, proveniente interamente dalla Calabria dove i vertici del sodalizio sgominato potevano contare su stabili e consolidati rapporti “commerciali” con persone contigue alla ‘ndrangheta di Vibo Valentia e di Rosarno in provincia di Reggio Calabria. L’attività investigativa nel suo sviluppo ha già portato all’arresto in flagranza di 2 corrieri e al sequestro di considerevoli quantitativi di stupefacente. Il provvedimento cautelare, emesso dal G.I.P. presso il Tribunale dei Minorenni dott. Michele Saja, su richiesta del Sostituto Procuratore della repubblica presso il tribunale per i Minorenni di Messina, dott. Andrea Pagano, ha riguardato anche due minorenni uno dei quali, un quindicenne, è stato tradotto presso l’Istituto Penale Minorile di Palermo e l’altro accompagnato in una struttura di accoglienza siciliana.


Barcellona PG ME –  Pusher a domiciliari spaccia marijuana: Polizia, in carcere. Si tratta di Marco Coniglio 37enne, nato a Priolo Gargallo. I poliziotti del Commissariato P.S. di Barcellona Pozzo di Gotto hanno eseguito l’ordinanza, emessa dal Tribunale del Riesame di Messina, con la quale è stato accolto l’appello del P.M. presso il Tribunale di Messina, e con cui è stata disposta la misura cautelare personale della custodia in carcere nei confronti del Coniglio,  in atto sottoposto agli arresti domiciliari, perché ritenuto responsabile del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.  Il  trentasettenne, già ristretto agli arresti domiciliari lo scorso 1 maggio, era stato arrestato in flagranza perché, a seguito di perquisizione domiciliare, gli agenti di Barcellona P.G. lo avevano trovato in possesso di circa 550 grammi di marijuana, abilmente occultati nel filtro della cappa della cucina. Il personaggio, nella circostanza era stato nuovamente sottoposto agli arresti domiciliari.


Patti Me Polizia scopre gang 8 rapinatori in villa, operazione “Linea d’Addio 2”.  7 sono gli esponenti raggiunti da misura cautelare in carcere: Gianluca TERRANA 30enne di Termini Imerese (ritenuto dagli inquirenti il capo della banda); Angelo INCARDONA 40enne  di Campofelice di Roccella; Giuseppe AUGETTO 29enne   di Termini Imerese; Francesco LAMIA 28enne  di Termini Imerese; Antonino LA BUA   27enne   di Termini Imerese; Robert Costantin AIOANI  21enne nato in Romania; Iulian Georgian HATOS  22enne nato in Romania. Destinatario di misura cautelare degli arresti domiciliari è: Franco GALATI RANDO 48enne, residente a Tortorici. Gli investigatori hanno chiuso il cerchio per i componenti della banda dei  responsabili di incursioni criminali in ville del messinese e del palermitano. La  Polizia ha scoperto una vera e propria associazione per delinquere finalizzata a rapine e furti. I  componenti della pericolosa banda, protagonisti di violente incursioni criminali in abitazioni del messinese e palermitano tra l’ottobre e dicembre scorsi sono stati definitivamente incastrati dalla Polizia. Gli investigatori sono giunti al brillante   risultato   a seguito di un minuzioso ed intenso lavoro investigativo svolto dai poliziotti del Commissariato di P.S. di Patti, coordinato dalla Procura della Repubblica di Patti. L’inchiesta   ha portato   ha     smascherato le gravi responsabilità in capo ad una banda, cha priva di alcun scrupolo e con violente scorribande, s’ingegnava  al fine di mettere a segno tutta una serie di colpi presso abitazioni private, per lo più ville isolate, del messinese e palermitano, spesso incutendo terrore alle loro vittime. I  poliziotti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Patti, coadiuvati dai colleghi del Commissariato P.S. di Termini Imerese e del Posto Fisso di Polizia di Tortorici, all’alba hanno dato esecuzione all’ordinanza di misure cautelari emessa dal GIP, dr. Andrea La Spada, su richiesta del Sostituto Procuratore D.ssa Giorgia Orlando, con la quale risultano chiare le responsabilità degli 8 individui. L’inchiesta era stata avviata a seguito di una prima fase dopo la violenta rapina ai danni dei coniugi anziani di Ucria, sorpresi in piena notte nel sonno, nell’ottobre 2016, nella loro abitazione dai malviventi. I rapinatori   incappucciati ed armati di coltello e mannaia,   depredarono con violenza di tutto ciò che di valore i due possedevano in casa ed addosso, tenendoli, altresì, sotto sequestro. I  malviventi nel mentre raggiunsero e razziarono una seconda abitazione   a Capo D’Orlando. I  poliziotti riuscirono nello scorso mese di gennaio, a bloccare i pericolosi criminali, individuando a loro carico tutta una serie di responsabilità non solo per la prima rapina, ma anche per la commissione di altri furti in abitazione, messi a segno a Termini Imerese e a Sant’Agata di Militello.L’inchiesta da allora, grazie al prosieguo di un poderoso lavoro investigativo, incessantemente condotto dai poliziotti, ha permesso d’individuare e rivelare una pluralità di soggetti, risultati assiduamente impegnati in una frenetica attività di procacciamento di illeciti profitti. Gli inquirenti hanno  delineato i contorni di un sodalizio criminoso ben costituito ed organizzato,  ritenuto responsabile non solo dei primi fatti, ma di tutta una serie di nuovi atti, commessi anche attraverso violenza diretta alle vittime. L’attività investigativa sviluppata attraverso capillari operazioni di intercettazione telefoniche e di una attenta disamina dei tabulati telefonici, ulteriormente corroborate da preziosissimi elementi acquisiti, soprattutto in questa seconda fase, dall’analisi dei supporti telefonici sequestrati ai soggetti colpiti dalla prima ordinanza di misure cautelari (foto, messaggi vocali e conversazioni istantanee del tipo chat dell’applicativo whatsapp...), ha consentito di cristallizzare in capo ai malviventi una vera e propria associazione per delinquere dedita alla commissione di reati contro il patrimonio e la persona, facendo emergere la sussistenza di saldi legami tra gli associati, rafforzati da un stretta condivisione di interessi, da una assidua frequentazione personale, nonché da prassi operative condivise e reiterate. La polizia ha delineato un’organizzazione che passa attraverso un collaudato modus operandi che parte dalla condivisione informativa dei luoghi e delle abitazioni da colpire, passando poi dai relativi sopralluoghi fino al raggiungimento degli illeciti, emergendo, così, il sistematico ricorso a veri e propri “copioni”, messi in atto mediante il sapiente coordinamento dell’operato di più persone dislocate in posti diversi con specifica ripartizione di ruoli.  Gli investigatori hanno rilevato che   spicca, certamente, la figura di Gianluca TERRANA, a cui è attribuibile un ruolo carismatico. Il giovane sarebbe dotato, secondo gli inquirenti, di una evidente carica propulsiva rispetto alle attività illecite del sodalizio, e sarebbe il promotore ed organizzatore delle attività illecite imputabili alla banda. La polizia ritiene che il personaggio abbia svolto una funzione di minuziosa pianificazione e preparazione dei “colpi” da eseguire, sia tenendo i contatti a monte con i “basisti” INCARDONA E GALATI RANDO dai quali acquisisce le informazioni necessarie all’individuazione degli obiettivi che alla esecuzione degli illeciti, e sia procedendo ad accurati sopralluoghi preventivi sui luoghi prescelti, studiandone i relativi percorsi. Gli inquirenti ritengono che funga da raccordo delle attività dei sodali e, generalmente, rimanga all’esterno delle abitazioni delle vittime a coordinare le materiali condotte dei complici durante gli assalti criminali, rivolgendo loro precisi ordinativi che venivano eseguiti dagli stessi, recuperando gli uomini alla fine o nel momento della fuga. Il capo avrebbe accompagnato sui luoghi gli associati, da lui stesso ritenuti abili ed affidabili per operare nelle incursioni in case prescelte, decidendo addirittura l’abbigliamento da indossare. Il personaggio avrebbe disposto, organizzato e diretto attraverso un collaudato linguaggio metaforico, denominando le azioni criminali  come “campionato di calcetto”, ovvero definendo le stesse, soprattutto nella loro fase operativa, come “operazioni” mutuando chiaramente la terminologia dal gergo militare. La  personalità  e caratura criminale per gli inquirenti è facilmente intuibile laddove lo stesso, come estrapolato dall’analisi del proprio apparecchio telefonico, si ritrae fotografandosi, mentre ostenta un notevole quantitativo di banconote di grosso taglio, provento di una delle tante incursioni, sintomatico della sua spavalderia.  Gli investigatori ritengono che Antonino LA BUA, Francesco LAMIA e Giuseppe AUGETTO siano collaboratori perfettamente a conoscenza delle attività del sodalizio, cui partecipano di volta in volta fattivamente, conseguendone parte dei proventi.   I  fedeli collaboratori di TERRANA, quasi sempre presenti fisicamente nell’esecuzione dei colpi; mettono a disposizione i propri veicoli per gli spostamenti, per i sopralluoghi e per l’esecuzione dei delitti. Angelo INCARDONA per gli inquirenti sarebbe soggetto di vertice che, alla stregua di conoscenze imputabili ad attività personale o discendenti da qualificate relazioni con ulteriori fonti, dispone di un preciso patrimonio informativo connesso a selezionati obiettivi per le azioni criminali del gruppo e le mette a disposizione di esso dietro corrispettivo, interloquendo tendenzialmente con TERRANA. Il personaggio avrebbe  partecipato personalmente a taluni colpi e, comunque, interviene direttamente al bisogno per assicurare la fuga dei sodali. Franco GALATI RANDO,  è ritenuto dalla polizia altra figura di “basista” fonte di cui ci si avvale per la selezione di obiettivi per attività criminali da compiere nel messinese e segnatamente nel territorio nebroideo. I rumeni Robert Costantin AIOANI e Iulian Georgian HATOS  per gli inquirenti costituiscono manifestamente la pericolosa manovalanza delle cui attitudini ed abilità fisiche il sodalizio si sarebbe avvalso, disponendone secondo le esigenze, governandone i movimenti, conducendoli sui luoghi del delitto e recuperandoli a conclusioni delle operazioni criminali o in caso di fuga. L’intensa attività di indagine ulteriormente svolta ha permesso di evidenziare la pericolosità del gruppo e di individuarne le responsabilità dei sodali in relazione ad una serie infinita di scorribande, oltre quelle già evidenziate.  3 colpi in abitazione perpetrati nella notte tra il 2 ed il 3 dicembre scorsi a Lascari ed altro nella notte del 14 dicembre a Campofelice di Roccella, avrebbero evidenziato   chiare le modalità sistematiche di intervento del gruppo, che opera, con metodi ben definiti e tempistiche ravvicinate. La Polizia ha rilevato che l’organizzazione della banda e la sua pericolosità emergono ampiamente nella violenta tentata rapina in abitazione a Termini Imerese la sera del 10 dicembre, allorquando i malviventi, questa volta, armati di pistole e tutti travisati, con passamontagna scuri, sciarpe e guanti fecero irruzione in un’abitazione in zona di campagna. I malfattori intimarono, sotto la minaccia delle armi, alle tre donne anziane presenti di entrare nella stanza accanto. La riluttanza opposta da una delle donne, colpita da malore, scatenò l’aggressività dei criminali, che iniziarono a schiaffeggiare le malcapitate, scaraventandole per terra. La brutale azione criminosa veniva interrotta ed i tre erano costretti a darsi a precipitosa fuga nelle campagne circostanti, grazie alle grida lanciate dalle donne, che attirarono l’attenzione di parenti, vicini di abitazione, che intervenendo in soccorso, ritrovandosi anch’essi coinvolti nell’aggressione e ricevendo dai malviventi violente percosse. In questa occasione, un ulteriore elemento di carica criminosa è rappresentato dal nuovo e più evoluto modus operandi della banda, che, per la prima volta, dall’inizio dell’osservazione del sodalizio, ha fatto ricorso all’utilizzo di armi.


Messina -   Santapaola-Ercolano, DIA sequestra beni Pruiti nei Nebrodi. Uomini della Direzione Investigativa Antimafia di Catania, diretta dal Primo Dirigente della Polizia di Stato dr. Renato PANVINO, collaborata dalla Sezione Operativa di Messina, dalle prime ore della mattinata stanno eseguendo il decreto di sequestro beni emesso dal Tribunale di Catania - Sezione Misure di Prevenzione, su proposta avanzata dal Direttore della D.I.A. Nunzio FERLA, in stretta sinergia con il Procuratore Distrettuale Antimafia dr. Carmelo ZUCCARO, nei confronti di Giovanni PRUITI  41enne (attualmente detenuto), soggetto ritenuto reggente del clan mafioso operante a Cesarò e gerarchicamente inquadrato alle dirette dipendenze del noto Salvatore CATANIA, quale referente territoriale per la zona di Bronte e territori limitrofi della famiglia  catanese “Santapaola”.Gli approfondimenti investigativi avviati dalla D.I.A. di Catania in stretta sinergia con la Procura Distrettuale Antimafia di Catania e quella di Messina, in seguito al noto attentato subìto dal Presidente del Parco dei Nebrodi – Dott. Giuseppe ANTOCI, hanno avuto ad oggetto anche le cospicue erogazioni di contributi AGEA nei confronti di soggetti collegabili direttamente o indirettamente ad associazioni mafiose operanti nel territorio nebroideo, con la svolgimento di mirate indagini patrimoniali. La  D.I.A. tra i numerosissimi soggetti monitorati ed analizzati ha evidenziato la figura di Clelia BONTEMPO, convivente del noto Giovanni PRUITI, fratello dell’ergastolano Giuseppe condannato per associazione mafiosa ed omicidio. Giovanni PRUITI è stato condannato nel 2005 con sentenza n. 392/05 emessa dal GIP presso il Tribunale di Catania per il reato di partecipazione ad associazione di stampo mafioso, associazione diretta da Salvatore CATANIA ed operativa nei territori di Bronte, Maniace, San Teodoro e Cesarò.  Giovanni PRUITI  il 14 febbraio 2017 nel frattempo secondo gli investigatori avrebbe assurto a capo del clan di Cesarò dopo l’arresto del fratello Giuseppe, ed è stato sottoposto a fermo, insieme al noto boss  Salvatore CATANIA, inteso Turi, ed altri, nell’ambito di un’operazione di polizia giudiziaria (cd. operazione Nebrodi) tesa a disarticolare le consorterie mafiose di Cesarò e Bronte. Gli investigatori ritengono che il legame con Salvatore Turi CATANIA abbia consentito al clan di Cesarò, capeggiato dai PRUITI, espressione della potente e pericolosissima famiglia catanese dei Santapaola-Ercolano, di cui il CATANIA costituisce elemento di spicco a capo del clan di Bronte, affiliato alla famiglia Santapaola, di  garantire gli affari illeciti nel territorio che da Bronte si espandeva fino ad Adrano e Paternò. Le  investigazioni hanno tracciato i rapporti con il famoso boss catanese Vincenzo AIELLO e gli emissari dei noti boss palermitani di Cosa Nostra LO PICCOLO. I tutori dell’ordine in particolare, da tale indagine hanno appurato come, in presenza di maggiori controlli e requisiti per ottenere l’affidamento di terreni demaniali (in seguito alla stipula del protocollo di legalità da parte del Presidente dell’Ente Parco, subordinato al rilascio della certificazione antimafia), i clan mafiosi si siano adoperati, con intimidazioni tipiche del metodo mafioso, per avere il controllo di terreni privati tramite i quali ottenere i relativi benefici economici. Le attività investigative della DIA svolte in quel contesto consentivano di documentare come il sodalizio riconducibile a Salvatore Turi CATANIA riuscisse ad ostacolare con il metodo mafioso ogni libera iniziativa agricola-imprenditoriale e condizionare fortemente il libero mercato. Il gruppo criminale avrebbe operato in prima istanza su tutti gli aspiranti acquirenti provocandone il recesso dalle trattative in corso, anche mediante concrete intimidazioni.Le evidenze investigative emerse dalle svariate indagini condotte nel tempo sul conto dei clan mafiosi operanti nel territorio dei Nebrodi, suffragate dalle condanne pronunciate in via definitiva dall’Autorità Giudiziaria, confermano l’elevato spessore criminale della famiglia PRUITI, i cui affari ruotano intorno all'accaparramento dei terreni agricoli in affitto, degli allevamenti e al controllo del settore della commercializzazione della carne. Le indagini condotte dalla D.I.A. si sono sviluppate principalmente sulla ricostruzione reddituale e patrimoniale di Giovanni PRUITI e del proprio nucleo familiare.La DIA in particolare ha evidenziato la sproporzione tra i redditi dichiarati ed il patrimonio acquisito nel corso dell’ultimo decennio, nonostante la cospicua percezione di contributi erogati da parte della Comunità Europea che, tra l’altro, non potevano essere assegnati a soggetti destinatari di misure di prevenzione e dei loro familiari, il patrimonio rilevato dalle investigazioni è risultato frutto di investimenti di gran lunga superiori ai flussi finanziari regolarmente dichiarati. Il Tribunale di Catania, accogliendo la proposta avanzata dal Direttore della D.I.A., ha disposto il sequestro dell’ingente patrimonio di cui  PRUITI risulta disporre direttamente od indirettamente, consistente in imprese operanti prettamente nel settore agricolo (allevamento e coltivazione dei fondi), numerosi terreni agricoli, fabbricato ubicato in Cesarò (ME), diversi veicoli, titoli ordinari AGEA e rapporti finanziari in corso di quantificazione. Il provvedimento è il completamento di una attività più ampia espletata dalla D.I.A. di Catania, che aveva determinato, con la proposta avanzata dal Direttore della D.I.A., l’esecuzione, il  17 marzo 2017, di un decreto di sequestro del patrimonio nella disponibilità di Giuseppe PRUITI, fratello di Giovanni.


 Messina - Polizia blocca presunto responsabile sparatoria villaggio Matteotti. Gli investigatori ritengono si tratti del personaggio già noto  Giacomo SANTAMARIA, messinese 39enne. La  Squadra Mobile della Questura di Messina, ieri pomeriggio ha eseguito la misura nei confronti  di SANTAMARIA Giacomo ritenendolo   l’autore della gambizzazione avvenuta sabato notte su viale Annunziata. L’attività investigativa dei poliziotti è stata tempestiva ed ha permesso di risalire al personaggio che dovrà rispondere dell’efferato gesto. SANTAMARIA è stato raggiunto dai poliziotti presso la sua abitazione dove nascondeva l’arma utilizzata per la commissione del fatto e gli indumenti indossati quella notte oltre che un fucile a canne mozze. Il personaggio è  stato condotto presso la locale Casa Circondariale di Gazzi in attesa di giudizio.


Barcellona PG  - 15enne arrestato per droga. I poliziotti del Commissariato, impegnati in servizi mirati al contrasto di attività illecite in materia di sostanze stupefacenti,  lo scorso 26 maggio a Barcellona Pozzo di Gotto, hanno avvicinato il pusher in via Risorgimento, il ragazzo è scappato abbandonando in un bidone della spazzatura 4 involucri, risultati poi contenenti droga. Gli agenti hanno rinvenuto altra sostanza stupefacente a casa del quindicenne, nascosta in uno zainetto, per un totale di 33,3 grammi di cocaina e 23,5 grammi di marijuana. Rinvenuto e sequestrato in mansarda anche materiale per il taglio ed il confezionamento delle singole dosi tra cui attrezzi, contenitori e sostanza da taglio. Il giovane è stato quindi arrestato e, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, trasferito presso il Centro di Prima Accoglienza di Messina.


Messina -  80enne picchiato e rapinato in casa, agenti ammanettano donna e 17enne del palermitano. I  2 traditi da un pizzino. Si tratta di Angela PORCARO 30enne nata a Termini Imerese ed un ragazzo di 17 anni. I  2 sono stati arrestati dalla Polizia di Patti perché ritenuti i responsabili della grave aggressione ai danni di un ultraottantenne di Gioiosa Marea. La  donna ed il diciasettenne dovranno rispondere di tentato omicidio e rapina aggravata. I 2 maldestri hanno agito con premeditazione e con incredibile violenza per cui sono accusati del tentato omicidio e della rapina ai danni di un ultra-ottantenne aggredito  la sera  dello scorso 15 aprile.  I  fatti si sono verificati a  Gioiosa Marea, in contrada Palombaro, in aperta campagna, dove la vittima vive.  L’anziano stava mungendo una capra nell’ovile, adiacente alla sua abitazione, quando è stato raggiunto da uno dei due autori dell’aggressione: un diciassettenne, originario di Corleone. Il maldestro    ha colpito il malcapitato ripetutamente alle spalle con un bastone.   La  vittima ha tentato di reagire ma sarebbe entrata in scena la complice, Angela PORCARO, già nota per minacce, molestie ed oltraggio a pubblico ufficiale, che non ha esitato a colpire violentemente l’ultraottantenne con delle pietre. Gli aggressori hanno quindi sfilato il portafogli e le chiavi di casa all’uomo che li teneva in tasca e sono scappati via, lasciandolo   esanime a terra con una frattura al cranio, numerose ferite lacero contuse ed escoriazioni nel resto del corpo. I  poliziotti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Patti, sono risaliti ai due responsabili attraverso un capillare lavoro investigativo, partendo da un “pizzino”. La  traccia era stata lasciata dal 17enne che aveva già avvicinato la vittima nella stessa giornata dell’aggressione. Il maldestro si era  presentato in casa dell’anziano nello stesso pomeriggio con un bimbo di pochi anni, chiedendo dell’olio da comprare. La vittima  aveva fatto accomodare il carnefice  al quale aveva offerto da bere ed aveva anche dato un dolcetto al bambino. L’anziano ignaro della trappola aveva chiesto poi al diciassettenne di lasciargli il numero di telefono per poterlo contattare una volta trovato il venditore d’olio. Il maldestro diciassettenne ha scritto su un foglietto il suo numero di telefono  ed   indicato il nome di battesimo ed il luogo di origine. La articolata attività investigativa condotta dai poliziotti, attraverso la descrizione fornita dalla vittima, che, anche se sorpreso alle spalle, era riuscito a riconoscere nell’aggressore il ragazzo accolto in casa poche ore prima, insieme alle testimonianze di alcuni vicini ed ai riscontri calligrafici ha permesso l’emissione di due distinte misure cautelari a carico degli autori del grave episodio criminale. La prima, misura emessa dal GIP presso il Tribunale di Patti, dottor Andrea La Spada, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica, dottoressa Giorgia Orlando, è a carico di Angela PORCARO e ne ha disposto il trasferimento in carcere presso la casa circondariale di Palermo. La seconda, è stata emessa dal GIP presso il Tribunale per i minorenni di Messina, dottor Michele Saya, su richiesta del Sostituto Procuratore, dottor Andrea Pagano, ed ha disposto la detenzione del diciassettenne presso l’Istituto di Custodia per Minorenni di Palermo. Le  misure sono state seguite all’alba stamani dagli agenti del Commissariato di Patti, con la collaborazione dei poliziotti dei Commissariati di Termini Imerese e di Corleone.


Messina Carabinieri trovano droga occultata in vano ascensore  al rione Bisonte. I controlli operati dai Carabinieri di Messina nelle aree più sensibili della città continuano a dare risultati operativi. I militari della Compagnia di Messina Sud e del Nucleo Radiomobile, dopo il rinvenimento di munizioni nel quartiere di S. Lucia Sopra Contesse ed il sequestro di armi e droga a Mangialupi, operate nel mese di aprile hanno ispezionato  il rione di Bisconte.   Gli  uomini della Compagnia di Messina Centro, qualche giorno fa hanno espletato una massiccia azione di controllo condotta nei confronti di soggetti gravati da misure restrittive e nell’ambito di diversi immobili ritenuti di interesse operativo. I carabinieri, nel vano corsa di un ascensore di un immobile di Bisconte veniva rinvenuto 1 involucro in plastica contenente circa 15 grammi di cocaina. Il  sacchetto era poggiato alla base del supporto metallico del telaio, ed era stato perfettamente occultato ma non è sfuggito all’occhio attento dei militari che, avvalendosi dell’ausilio di una squadra dei Vigili del Fuoco di Messina, hanno avuto modo di cercare anche dove qualcuno pensava non si potesse arrivare. I tutori dell’ordine,   poco dopo, nel vano ascensore di un altro stabile di Bisconte,  hanno trovato un altro involucro in plastica contenente questa volta circa 150 grammi di marijuana, occultato con le stesse modalità del primo. Lo stupefacente è stato sequestrato.


Barcellona PG – Ai domiciliari col braccialetto tiene ½ kg droga  in cappa cucina. Marco Coniglio 37enne nato a Priolo Gargallo, aveva infilato la marijuana in sacchetti comunemente utilizzati per surgelare gli alimenti e poi li aveva nascosti nella cappa della cucina di casa. I poliziotti del Commissariato di P.S. di Barcellona Pozzo di Gotto hanno trovato lo stupefacente nel filtro della cappa. 5 sacchetti per un totale di 542 grammi di sostanza stupefacente. Il trentasettenne, già noto per associazione finalizzata al traffico illecito di sostanza stupefacente, detenzione di sostanza stupefacente e spaccio, in atto sottoposto agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, è stato arrestato e, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, trasferito presso la Casa Circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto.


MessinaAutostrade, Dia scopre elargizione incentivi progettuali non spettanti ad alcuni dirigenti. Uomini della DIA della Sezione Operativa di Messina e del Centro Operativo di Catania, dalle prime ore della mattina, a seguito di una complessa attività investigativa,  coordinata dalla locale Procura della Repubblica, hanno dato esecuzione, con il supporto dei Centri Operativi di Reggio Calabria, Palermo e Caltanissetta, ai provvedimenti per l’applicazione di misure cautelari personali e reali nr. 32/15 R.G.N.R. - nr. 750/15 R.G.GIP, emessi rispettivamente il  30 marzo e 11 aprile 2017 dal G.I.P. del Tribunale di Messina. I provvedimenti sono stati emessi, su richiesta del Proc. Agg. Sebastiano ARDITA e del Sost. Proc. Stefania LA ROSA della Procura della Repubblica di Messina, a seguito di una laboriosa indagine svolta, oltre che con i tradizionali metodi investigativi, anche con l’utilizzo di moderni sistemi tecnici di captazione, che ha  consentito di accertare l’indebito percepimento di incentivi progettuali gestiti dal C.A.S. per attività di specifica competenza e mai portate a termine, ovvero esistenti solo sulla carta, ed in forza delle quali venivano distribuite “a tavolino” somme di denaro non spettanti ad un gruppo ristretto di dipendenti del citato consorzio. Le attività investigative,  della DIA hanno accertato che il Consorzio ha a disposizione ingenti somme di denaro da destinare all’elaborazione ed esecuzione di lavori e progetti sulla rete autostradale di competenza. Gli investigatori hanno appurato e che in tale contesto si inseriscono sostanziosi “incentivi” da assegnare a diverse figure professionali previste per la realizzazione delle opere stesse, nonché a propri dipendenti per le proprie competenze tecniche ed il ruolo che svolgono quali “struttura di supporto”, hanno permesso di dimostrare come gli incentivi progettuali siano stati ad appannaggio di un circoscritto gruppo di dipendenti, diversificato per mansione e professionalità, prescindendo dall’effettivo contributo dato nell’ambito di ogni gruppo di lavoro, mentre, di volta in volta, venivano inseriti, in un numero minore di incentivi e comunque a rotazione, altri dipendenti, ai quali veniva fatto riconoscere una quota parte di incentivo progettuale al di là delle prestazioni effettivamente rese o necessarie. Le condotte illecite riscontrate dalla DIA sono il frutto di un sistema collaudato di alcuni Dirigenti in servizio al C.A.S. che, ricoprendo in taluni casi il ruolo di R.U.P. (Responsabile Unico del Procedimento) hanno strutturato un collaudato sistema di elargizione degli incentivi progettuali ad una ristretta cerchia di dipendenti al fine di garantirsi, nel tempo, lauti guadagni ed altre utilità personali, il tutto attraverso la predisposizione di decreti dirigenziali palesemente falsi, comportando così un considerevole danno economico al “Consorzio per le Autostrade Siciliane”.

Il Presidente CAS Rosario Faraci sulla vicenda ha dichiarato:”Profondamente rammaricato per gli sviluppi della vicenda giudiziaria su fatti risalenti al 2012 e 2013 – manifesta, anche a nome della Amministrazione e della Direzione Generale, la totale fiducia nell’operato della Magistratura. Il CAS procederà, secondo legge, ad adottare ogni conseguente provvedimento, come per legge, nei confronti dei dipendenti in servizio destinatari delle misure interdittive disposte dal Magistrato”.

Il  presidente della commissione Ambiente e Territorio dell’Ars, Mariella Maggio dice :

   “Basta con le polemiche inutili, i pregiudizi e i giochetti politici: il Consorzio autostrade siciliane così com’è strutturato non funziona. L’inchiesta della Dia di Messina, che coinvolge ben 57 dipendenti e che ha svelato il folle sistema degli incentivi al personale per progetti a volte inesistenti, lo conferma ancora una volta. Nonostante gli sforzi dell’attuale management di migliorarne l’assetto il Cas continua a produrre perdite e non è in grado di adempiere alla sua mission, quella di realizzare le opere fondamentali per rendere efficiente la rete autostradale e garantire la sicurezza degli automobilisti. Faccio appello a tutte le forze politiche ed al governo Crocetta affinché si valuti con molta attenzione il progetto di fusione del Cas con l’Anas, contenuto nella norma che è stata bocciata in commissione Bilancio. La Sicilia deve avere una società efficiente che si occupi delle autostrade, non può continuare ad avere un’azienda che si è rivelata spesso un carrozzone, comodo per lucrare sulla pelle dei cittadini. In questi giorni cruciali per la manovra finanziaria, governo e Ars dialoghino in maniera serena e concreta: occorre un salto di qualità, la politica non può permettersi in questa situazione di far finta di niente. Agire e subito. Senza tentennamenti”.


Messina - Picchia genitori, 46enne in manette per lesioni e violenze. La Polizia ha arrestato il messinese, inarrestabile nella spirale di violenza famigliare.  Un  46enne messinese, già precedentemente sottoposto agli arresti domiciliari, ieri è stato condotto in carcere dai poliziotti del Commissariato Nord, diretti dalla d.ssa Di Nuzzo. L’ultima vittima in ordine di tempo è stata il padre del turpe. L’anziano è stato sentito a sommarie informazioni negli Uffici di Polizia, mentre portava ancora addosso i segni della violenza subita poco prima. L’anziano genitore infatti aveva evidenti escoriazioni al viso provocate, come da sua stessa ammissione, dal figlio. Vessazioni e percosse, calci e pugni all’ordine del giorno nei confronti di entrambi i genitori, questa la condotta dell’individuo. Tra i precedenti anche la frattura scomposta della tibia ai danni della madre. Un’escalation di aggressività consumata all’interno delle mura domestiche che ieri, grazie alla sinergica collaborazione tra Forze dell’Ordine e magistratura, ha avuto fine.


Messina  - CC scoprono associazione culturale e  night club che maschera prostituzione: ragazze minacciate e sfruttate. I   Carabinieri hanno  sgominato un’associazione per delinquere dedita allo sfruttamento e al favoreggiamento della prostituzione. 3 personaggi  identificati, dopo le formalità di rito: Mauro ABBADESSA 34enne è stato associato presso la Casa Circondariale di Messina Gazzi, mentre  Daniele GALANO 37enne è stati  posto agli arresti domiciliari. Un terzo soggetto colpito da provvedimento restrittivo è risultato, al momento, irreperibile ed è attivamente ricercato. I  Carabinieri della Compagnia di Sant’Agata di Militello in collaborazione con i colleghi pugliesi, nella notte di giovedì 6 aprile, a Sant’Agata di Militello e Foggia, hanno tratto in arresto 2 persone in esecuzione ordinanza di applicazione di misura cautelare personale emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Patti su richiesta della Procura della Repubblica per il reato di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento e allo sfruttamento della prostituzione. I Carabinieri hanno condotto complesse ed articolate attività d’indagine che hanno consentito di ricostruire e documentare l’esistenza di una strutturata e ben coordinata consorteria criminale dedita allo sfruttamento ed al favoreggiamento della prostituzione. I presunti capi dell’organizzazione, tratti in arresto dall’Arma, avevano registrato come associazioni culturali senza scopo di lucro, attività commerciali destinate ad essere adibite a night club, nei quali, con intimidazioni, minacce e violenze, costringevano le ragazze a prostituirsi. Gli indagati, dietro la copertura di una fittizia associazione denominata “Lady Hairon” finalizzata a promuovere “l’organizzazione di manifestazioni e incontri con lo scopo precipuo di migliorare le comunicazioni sociali in modo libero e nell’assoluto rispetto della sensibilità altrui” avrebbero gestito, di fatto, nel centro di Capo d’Orlando un vero e proprio locale notturno all’interno del quale venivano consumati rapporti sessuali a pagamento tra le ragazze, reclutate dagli indagati ed usate come oggetto, ed i clienti. Le donne, formalmente registrate come socie dell’associazione privata, di fatto erano vere e proprie lavoratrici retribuite con importo fisso giornaliero e, in base agli accordi raggiunti, con quota a percentuale sulle prestazioni extra, consistenti dal semplice intrattenimento del cliente con consumazione di bevande ai servizi sessuali richiesti, che i gestori concordavano con i clienti. I rapporti sessuali venivano consumati nei privé allestiti all’interno del locale notturno oppure all’esterno, previo pagamento ai profittatori della tariffa pattuita. Gli arrestati, insieme all’atto sessuale, potevano procurare, a chi lo richiedesse, anche sostanza stupefacente dietro pagamento di un surplus sul servizio offerto. Le indagini hanno preso le mosse dai controlli eseguiti dai Carabinieri. I militari  hanno accertato difformità tra l’oggetto sociale delle associazioni “promuovere il tempo libero attraverso l’attuazione di iniziative e lo svolgimento di iniziative di natura culturale, ludica e ricreativa”, e le pubblicità presenti in rete. Immagini  dai contenuti espliciti, richiami sessuali ed erotici con fotografie di donne svestite in atteggiamenti decisamente provocanti erano apparsi anche sui social. Le investigazioni svolte dai militari, supportate da attività di intercettazione, hanno consentito di acquisire elementi probanti a carico degli indagati. Gli investigatori, nel corso delle attività, hanno evidenziato chiare ed inconfutabili prove che documentavano le condotte poste in essere dagli indagati, gravi episodi delittuosi ed il fine assolutamente criminoso della consorteria criminale costituita. L’Autorità Giudiziaria ha concordato con le risultanze investigative dei Carabinieri, portando in evidenza episodi di particolare crudeltà, violenza ed aggressività usata dagli indagati nei confronti di alcune ragazze. Le vessazioni inflitte dagli aguzzini erano finalizzate a costringere le donne a prostituirsi, creando nei loro confronti un stato di perenne intimidazione e soggezione, che le induceva a non ribellarsi al volere dei “protettori” per paura di ritorsioni. Le giovani, infatti, venivano sottoposte a stringente controllo anche fuori degli orari di lavoro, limitazioni della libertà personale, violenze fisiche e psicologiche, fino al sequestro dei documenti di riconoscimento per impedire la fuga.


Patti ME - Interdonato a vertice Commissariato. Il Vice Questore Aggiunto d.ssa Giuseppina INTERDONATO è il nuovo Dirigente del Commissariato P.S. di Patti. La  funzionaria è entrata nella Polizia di Stato nel 2002 dopo aver frequentato il 92° corso di formazione per Commissari presso l’Istituto Superiore di Polizia a Roma, la D.ssa Interdonato ha diretto, quale primo incarico, l’Ufficio Primo del Compartimento Polizia Ferroviaria di Cagliari. Trasferita nel 2003 presso la Questura di Ragusa con l’incarico di Dirigente dell’Ufficio del Personale, è approdata nel 2008 alla Questura di Messina dove con elevata professionalità, senso del dovere e devozione al lavoro, ha rivestito gli incarichi di Funzionario Addetto all’U.P.G. e S. P., di Dirigente del Commissariato P.S. Messina-Sud, di Funzionario addetto presso la Squadra Mobile e, per ultimo, di Vice Capo di Gabinetto e Portavoce del Questore.


Messina -  Consacrata  Cappella “Virgo Fidelis”. L’Arcivescovo Ordinario Militare per l’Italia, S.E. Mons. Santo Marcianò, il 7 febbraio 2017, alle ore 10.00, a Messina  nella storica Caserma di via Concezione, intitolata al “Capitano Medaglia d’Oro al Valor Militare Antonio Bonsignore”, ha celebrato il rito liturgico di consacrazione della Cappella “Virgo Fidelis”, ubicata all’interno del Comando Interregionale Carabinieri “Culqualber”. La cerimonia, articolata e ricca di significati, presieduta dall’Arcivescovo Ordinario Militare per l’Italia, è stata concelebrata dai Cappellani Militari Mons. Vincenzo Pizzimenti, Vicario Episcopale per l’Arma dei Carabinieri presso il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, Mons. Mario Ranieri della Guardia di Finanza, Sac. Andrea Di Paola della Marina Militare, Sac. Salvatore Falzone dei Carabinieri per la Sicilia Occidentale, Sac. Santo Battaglia Segretario dell’Ordinario Militare, Sac. Rosario Scibilia dei Carabinieri per la Sicilia Orientale, nonché dai sac. Orazio Anastasi, rogazionista, in rappresentanza del Rettore della Basilica Minore di Sant’Antonio di Messina, e Sac. Giovanni Lombardo, della Cattedrale di Messina.Il rito ha avuto inizio con la processione, preceduta da due Carabinieri in grande uniforme, dall’ingresso di via Concezione all’interno della Cappella, dove con l’acqua benedetta è stata aspersa tutta la chiesa lungo il suo perimetro. La manifestazione religiosa è proseguita con la benedizione dei fedeli, la liturgia della Parola e quindi il rito di dedicazione dell’altare.  Il momento centrale della celebrazione, è stato solenne con la successiva unzione, l’incensazione della Chiesa e  la copertura e l’illuminazione dell’altare e di tutta l’aula liturgica. La cerimonia ha suscitato, tra i presenti, particolare emozione quando Sua Eccellenza ha consacrato l’altare mediante unzione crismale e vi ha posto all’interno le reliquie dei Santi Annibale Maria di Francia e Santa Florentie Vergine e Martire.L’Ordinario Militare nell’omelia ha sottolineato l’importanza dell’altare come segno della presenza di Dio e fonte di comunione per il popolo sacerdotale che celebra il mistero pasquale di Cristo. Una  targa marmorea, al termine della funzione religiosa è stata scoperta a ricordo della solenne consacrazione dell’Altare ed intitolazione della Cappella alla “Virgo Fidelis”, Celeste Patrona dell’Arma dei Carabinieri. L’intera cerimonia è stata accompagnata, nei diversi momenti della funzione, dai canti intonati dal Coro Virgo Fidelis diretto da Padre Giovanni LOMBARDO. Rappresentanze istituzionali hanno assistito : la dott.ssa Francesca Ferrandino, Prefetto di Messina, autorità del mondo accademico, autorità militari, nonché Ufficiali, Marescialli, Brigadieri, Appuntati e Carabinieri in servizio della sede. Il Comandante Interregionale Carabinieri “Culqualber”, Gen. C.A. Silvio GHISELLI, al termine della cerimonia, ha evidenziato come la Cappella completi la funzionalità del Comando nell’assistenza spirituale, quale luogo di raccoglimento, preghiera e riflessione per tutti i Carabinieri alla ricerca di un momento di pace, utile a superare le difficoltà quotidiane che sono chiamati ad affrontare ed ha ringraziato tutti coloro che hanno collaborato alla riuscita dell’evento.


Messina - CC bloccano sudanese per furto, mette Caserma a soqquadro durante identificazione. I  Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Messina, erano stati chiamati ad intervenire nella zona sud della città per sventare un furto. La  Centrale Operativa del Comando Provinciale di Messina ha ricevuto la segnalazione di un furto in corso in un supermercato di Tremestieri. 3 “Gazzelle” sul posto  hanno notato un giovane allontanarsi frettolosamente dal supermercato. I  militari hanno bloccato il sospettato ed hanno   appurato che si era introdotto nei locali sfondando la vetrina con un blocco di cemento da diversi Kg trovato per terra. I carabinieri ritengono che verosimilmente il ladro intendesse appropriarsi di generi alimentari. I tutori dell’ordine avendo la necessità di accertare l’identità del giovane, l’hanno portato in caserma per tutte le operazioni del caso, prima fra tutte l’acquisizione delle impronte digitali. Il  giovane quando però si è reso conto di quanto stava accadendo, si è opposto con una strenua resistenza ai Carabinieri, strattonandoli, gettandosi per terra, rovesciando attrezzature anche delicate, tanto da danneggiarle irrimediabilmente. I  militari per riportare il soggetto alla calma e procedere così alla sua identificazione hanno dovuto utilizzare tutte le capacità di convincimento. I carabinieri hanno appurato si trattava di un sudanese  28enne, in Italia senza fissa dimora e gravato da un decreto di espulsione. L’Autorità Giudiziaria ha disposto l’arresto per resistenza a P.U. e che il reo venisse accompagnato presso il carcere di Gazzi, oltre al deferimento per furto e danneggiamento, come disposto in sede di convalida dal magistrato.


Messina  - Favorì rapina in gioielleria, catanese ai domiciliari. I  poliziotti della Squadra Mobile di Messina ieri sera hanno arrestato ai domiciliari Alfio Alessandro PUGLISI 43enne nato a Catania. Gli  arresti della Polizia di Stato per le rapine messe a segno a Messina nei mesi scorsi salgono a cinque. Gli agenti hanno assicurato alla giustizia il quinto uomo ricercato. Il personaggio è stato raggiunto da misura cautelare eseguita ieri all’alba dalla Polizia di Stato. La misura, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Messina, dott.ssa Daniela Urbani, su richiesta del Sostituto Procuratore, dr. Piero Vinci, ha permesso l’arresto di quattro pericolosi rapinatori e del Puglisi, considerato responsabile del reato di favoreggiamento reale, perpetrato a Messina il  3 settembre 2016, due giorni dopo la rapina messa a segno in una gioielleria del centro città. Le indagini della Polizia, coordinate dalla Procura della Repubblica hanno infatti dimostrato che fu lui, il quinto uomo, ad accompagnare uno dei rapinatori,  Salvatore Di Paola, presso un laboratorio gioielleria messinese chiedendo la stima di due bracciali “tennis” e di un anello “solitario” con ancora tanto di cartellino, trafugati due giorni prima. Il personaggio, come da ordinanza, è stato sottoposto agli arresti domiciliari.


Messina - CC blitz  ad imbarcaderi Caronte : arrestati latitante armato e compagna. Il ricercato aveva addosso 1 pistola con colpo in canna. I Carabinieri della Compagnia di Messina Sud hanno messo fine alla latitanza del 46enne messinese, già noto, resosi irreperibile dal mese di aprile dello scorso anno, in quanto gravato da provvedimento cautelare per associazione a delinquere finalizzata alle truffe, al riciclaggio ed alla ricettazione. Il personaggio è stato bloccato agli imbarcaderi della “Caronte” dai militari dell’Arma insieme alla compagna 48enne, anch’ella già nota alle Forze dell’Ordine.  I  due soggetti, all’atto della cattura, erano anche in possesso di 2 pistole con matricola abrasa, di cui una con colpo in canna e cane armato e di numerose munizioni. I particolari dell’operazione illustrati in una conferenza stampa, nella mattinata, presso il Comando Provinciale Carabinieri di Messina.


Messina Trova ladro in auto, proprietario picchiato: 1 ammanettato da poliziotti. La Polizia ha eseguito ordine di carcerazione nei confronti di Claudio SIGNORINO 35enne messinese. Il personaggio dovrà rispondere di tentata rapina, danneggiamento pluriaggravato e possesso ingiustificato di chiavi alterate o grimaldelli. I  poliziotti delle Volanti, stamane, hanno eseguito l’ordine di carcerazione, emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Messina d.ssa Monia De Francesco, nei confronti di Claudio SIGNORINO, ritenuto responsabile dei reati di tentata rapina, danneggiamento pluriaggravato e possesso ingiustificato di chiavi alterate o grimaldelli. Il  trentacinquenne, il 3 dicembre scorso, nei pressi di villa Dante, si era infilato in un’auto in sosta, dopo averne mandato in frantumi il finestrino, ed aveva già tirato via dalla sua sede il display dell’impianto stereo e navigatore satellitare quando è stato sorpreso dal proprietario. Il soggetto, dopo un’accesa colluttazione con la vittima, era riuscito a scappare a bordo di una bicicletta elettrica.  Gli agenti delle Volanti impegnati nel controllo del territorio sono intervenuti sul posto  ed hanno ricostruito la vicenda risalendo all’identità del responsabile, personaggio noto alle forze di polizia. Gli agenti a seguito dell’attività svolta, hanno sequestrato 1 tenaglia e 3 giraviti. I poliziotti sulla pedana della bicicletta elettrica con cui il personaggio era fuggito inizialmente e che poi aveva abbandonato scappando a piedi hanno rilevato i cocci di vetro, verosimilmente appartenenti al finestrino dell’auto scassinata.


Sant’Agata di Militello CC Operazione “Affari di famiglia” 12 misure cautelari. Il  GIP del Tribunale di Messina ha ribadito le seguenti misure cautelari nei confronti dei 12 indagati. Misura cautelare in carcere: Francesco CONTI MICA; Mirko TALAMO; Alessandro TALAMO; Andrea CALA’ CAMPANA; Sebastiano GALATI MASSARO; Giuseppe BARBAGIOVANNI; Michele BONTEMPO VENTRE; Tutti già ristretti presso la Casa Circondariale di Messina Gazzi, fatta eccezione per Andrea CALA’ CAMPANA ristretto presso il carcere di Siracusa;  Misura cautelare agli arresti domiciliari Luisa BONTEMPO; Antonino CONTI MICA; Carmelo CALA’ CAMPANA; Antonino COSTANZO ZAMMATARO; Salvatore MARINO GAMMAZZA. I Carabinieri della Compagnia Sant’Agata di Militello hanno eseguito 12 misure cautelari nell’Operazione “Affari di Famiglia” passano nella competenza della DDA di Messina. I tutori dell’ordine in relazione all’operazione “Affari di famiglia” scattata nella giornata del  6 giugno 2014, con l’esecuzione da parte dei Carabinieri della Compagnia di S. Agata Militello di  22 misure cautelari, hanno proceduto nella mattinata all’esecuzione di una misura cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Messina, su richiesta della DDA del capoluogo. Il giudice ha confermato il teorema accusatorio sulla sussistenza del vincolo associativo a carico di 12 indagati. La sussistenza era stata già espressa nella pregressa misura cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Patti, su richiesta della locale Procura.  Di fatti, la suddetta Autorità Giudiziaria, aveva contestato i vari capi di imputazione, e dichiarato la sua incompetenza funzionale per il reato associativo ex. art. 74 del D.P.R. 309/90, rimettendo il fascicolo ai Magistrati  del Capoluogo di provincia. Il  P.M. della Direzione Distrettuale di Messina ha proposto la nuova richiesta di misura cautelare ritenendo concordanti i gravissimi indizi sui componenti dell’aggregato criminale caratterizzato da una struttura di persone e mezzi che gestivano il traffico di droga nella provincia di Messina, gravitante nei contesti della cosca dei “batanesi”. Gli investigatori hanno evidenziato punto direttivo nel comune di Tortorici e connessioni operative rilevate anche nella provincia di Catania e Palermo dove i sodali si sarebbero riforniti dello stupefacente che poi immettevano sul mercato.


Barcellona P.G. - Carabinieri filmano ed arrestano badante estortore, ai domiciliari. I  Carabinieri della Stazione di Falcone non credevano ai loro occhi quando hanno avuto modo di accertare come l’autore di alcune inquietanti lettere di minaccia con richieste di denaro ricevute da un ottantacinquenne del luogo, fosse proprio il badante dell’anziano. Le manette ai domiciliari, nei giorni scorsi, sono scattate per  Filippo Munnia 46enne, posto agli arresti domiciliari in esecuzione di ordinanza cautelare emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Patti per tentata estorsione aggravata, furto aggravato ed illecito utilizzo di carta bancomat ai danni di un uomo di ottantacinque anni che accudiva quotidianamente come badante. L’arresto, scattato a conclusione di fulminea ma complessa attività investigativa condotta dai Carabinieri, è scaturita dalla denuncia presentata dai parenti del pensionato i quali, preoccupati da quelle lettere minacciose ricevute dall’anziano familiare, avevano deciso di contattare la Stazione Carabinieri del posto. I congiunti hanno riferito come il parente, in pochi giorni, avesse ricevuto più lettere anonime dal contenuto inquietante.   L’anonimo mittente con le missive, chiedeva un vero e proprio “pizzo”: 200 euro al mese da versare in corrispondenza con la percezione la pensione, richiesta che, ovviamente causava nell’anziano un legittimo timore per la propria incolumità e quella della sua famiglia, che nelle lettere anonime veniva esplicitamente minacciata. I  Carabinieri per individuare l’ignoto estorsore hanno deciso di assecondarne apparentemente le richieste : proprio come indicato nelle missive, l’anziano, percepita la modesta pensione, ha deposto 200 euro in banconote, non vere ma fotocopiate, in una busta da lettera, depositandola poi nella propria cassetta della posta, proprio sotto casa. Il  denaro naturalmente era costituito da banconote fotocopiate.  Un  soggetto non è passata più di qualche ora, con fare circospetto, si avvicinato alla cassetta postale cercando, ed anche aiutandosi con un ramo, di estrarre la busta con il presunto “pizzo”.   La  sorpresa è stata duplice: da un lato, infatti, il malfattore si rendeva conto che nella lettera non vi erano soldi veri ma soltanto banconote fotocopiate e, dall’altro, e poi ha trovato i Carabinieri, che intanto assistevano alla scena, grazie ad alcune telecamere collocate sul posto su autorizzazione della Procura, e lo riconoscevano. L’ignoto estorsore in realtà era Filippo Munnia, il fidato ed insospettabile badante che da tempo, godendo della piena fiducia della vittima e dei suoi parenti,  assisteva l’anziano in tutte le sue faccende quotidiane, compreso lo spostamento da casa all’Ufficio postale per il ritiro della pensione. Il prosieguo delle indagini dei carabinieri aggravava ulteriormente la posizione del Munnia, dato che la conseguente perquisizione condotta presso la sua  abitazione ha  consentiva ai militari di rinvenire a casa dell’indagato ulteriore documentazione attestante che lo stesso, in passato, aveva sottratto all’anziano anche la carta bancomat ed aveva eseguito illeciti prelievi per quasi 2000 euro ai danni dell’ignaro vecchietto, che aveva sempre considerato quest’ultimo uno  di fiducia. L’arrestato, come disposto dall’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Patti, Andrea La Spada, su richiesta del Sost. Proc. Giorgia Orlando, che ha diretto e coordinato le indagini dei Carabinieri di Falcone, è stato portato agli arresti domiciliari presso la sua abitazione. Per la risoluzione del caso, decisivo è stato il sostegno della FAI – Federazione delle Associazioni Antiracket e Antiusura Italiana e in particolare dell’A.C.I.O. (Associazione commercianti e imprenditori orlandini) di Capo d’Orlando presso la quale si è rivolta la figlia dell’anziano derubato ed estorto.L’Associazione non soltanto l’ha aiutata a rivolgersi ai Carabinieri ma fornirà anche assistenza legale nel corso del processo che seguirà.


Falcone Me 60enne tenta violenza sessuale di promoter 21enne. I militari della Stazione Carabinieri di Falcone (ME), alle ore 13.00 circa di ieri, hanno tratto in arresto ai domiciliari un pensionato 60enne, incensurato, ritenuto responsabile di tentata violenza sessuale. La vittima, una ragazza di 21 anni, era entrata in casa dell’arrestato per promuovere a titolo informativo alcune tariffe inerenti la fornitura di luce e gas della società presso cui lavora. L’aggressore, dapprima ha finto di mostrare interesse per la cosa, invitando la ragazza ad accomodarsi in casa, e successivamente le ha messo le mani addosso, immobilizzandola e gettandola su un letto.  La ragazza è fortunatamente riuscita a divincolarsi ed a rompere una finestra urlando “aiuto”. Le grida sono state sentite dalla sua collega che si trovava in una casa vicina, e che è accorsa immediatamente in aiuto dell’amica ed ha chiamato il 112.  la pattuglia dei Carabinieri, in servizio nel medesimo centro abitato nel giro di pochissimi minuti, è giunta sul posto ed ha tratto in arresto il malintenzionato.  La  violenza sessuale fortunatamente non si è consumata e la ragazza se l’è cavata con qualche lieve lesione e molta paura. Per il pensionato, invece, sono scattati gli arresti domiciliari, come disposto dal P.M. di turno presso la Procura della Repubblica di Patti.


Messina Presa donna evasa dai domiciliari. Maria DE LUCA 35enne era stata, da circa quindici giorni, posta ai domiciliari presso l’abitazione del compagno, dopo essere stata arrestata con l’accusa di tentata estorsione e lesioni personali aggravate nei confronti della madre che si rifiutava di mantenerla. La donna, dopo un litigio in famiglia, aveva abbandonato la casa dove era ristretta senza avere autorizzazione e senza informare il Comando di polizia. I tutori dell’ordine, avevano avviato le ricerche. Gli  equipaggi del Radiomobile l’hanno trovata proprio a casa della madre, sua precedente vittima, la quale da un paio di giorni sembrava avesse riaccolto la figlia, nonostante quanto le aveva causato in precedenza. La donna è stata immediatamente arrestata, in seguito alla celebrazione ieri mattina del rito direttissimo presso il Tribunale di Messina, e dopo la convalida dell’arresto ha subito una condanna per il reato di evasione, appena commesso, a 7 mesi di reclusione, con i benefici del rito abbreviato. Per Maria DE LUCA è stata ripristinata la precedente misura cautelare, ed è  stata posta nuovamente agli arresti domiciliari.


Milazzo - Carabinieri ammanettano 23enne per rapina ufficio Postale. Si tratta di Giulio GIANNITTO  23enne, residente a Santa Marina Salina ma di fatto domiciliato in zona  Milazzo che deve rispondere anche  di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, porto illegale di armi, danneggiamento. I militari di notte alle ore 03.30 circa,  hanno  udito scattare l’allarme dell’ufficio Postale di Milazzo che ha un collegamento automatico con la Centrale Operativa della Compagnia di Milazzo. I carabinieri della stazione di Milazzo, agli ordini del neo Comandante Maresciallo Capo Tommaso La Rosa, stavano effettuando una pattuglia nel territorio ed in pochi minuti sono arrivati per controllare cosa stesse succedendo. I carabinieri sono stati incuriositi da una piccola finestrella posta in alto, sul retro dell’ufficio postale. L’apertura presentava alcuni segni di effrazione.  I tutori dell’ordine hanno deciso di controllare l’interno della Posta. Uno  sconosciuto,  mentre gli uomini della Benemerita stavano procedendo al controllo, ha aperto la porta d’emergenza antipanico del retro e si dato alla fuga.  I  carabinieri hanno inseguito il fuggitivo per diverse centinaia di metri. Gli inseguitori hanno   “chiuso”  il maldestro in un vicolo cieco. Il  malintenzionato a quel punto si è avvicinato ad uno dei due militari e puntandogli un grosso pugnale alla gola ha cercato di divincolarsi. I carabinieri, con grande freddezza e professionalità, nel corso breve colluttazione, sono riusciti a disarmare il malintenzionato ed ammanettarlo evitando ulteriori e più gravi conseguenze. Uno  dei militari, al termine della colluttazione, ha riportato lievi ferite ad una mano ed  un ginocchio. I carabinieri, da un successivo sopralluogo nell’ufficio postale hanno notato che erano state forzate tutte le casse automatiche ed i cassetti delle scrivanie, erano stati danneggiati diversi arredi e porte interne.   Il  malintenzionato niente  era riuscito a portare via con se. GIANNITTO tratto in arresto in flagranza per rapina impropria, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, porto illegale di armi, danneggiamento, è stato ristretto nel carcere di Messina Gazzi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.


Milazzo Carabinieri centauri inseguono e bloccano 2 con  droga su moto rubata. 1 giovane è stato arrestato per spaccio di droga e 2 denunciati per ricettazione, resistenza e guida senza patente. Il Nucleo Radiomobile della Compagnia di Milazzo, agli ordini del Maresciallo Capo Angelo Floramo, da qualche giorno  nei servizi ordinari di pattugliamento, sta impiegando anche una squadra di motociclisti, a bordo di moto BMW 850. L’impiego dei veicoli a due ruote, particolarmente utili soprattutto nel traffico cittadino, ha portato   subito a risultati positivi. I  Carabinieri motociclisti: a Torregrotta, hanno intimato l’alt ad uno scooter, con a bordo 2 giovani. I due hanno finto di fermarsi ed improvvisamente si sono dati alla fuga sulla statale 113, con slalom tra i veicoli nel traffico. I fuggitivi con manovre pericolose per gli altri utenti della strada hanno tentato di dileguarsi. I due Carabinieri motociclisti, dimostrando perizia e capacità di guida, hanno inseguito lo scooter e dopo un breve inseguimento, sono riusciti a bloccarlo, evitando incidenti e danni ad altri automobilisti ed ai pedoni. Lo scooter, da accertamenti, è risultato rubato il 7 maggio nella zona di Messina Gazzi. Il veicolo  posto a sequestro, è in attesa di essere restituito al legittimo proprietario. I militari a bordo dello scooter hanno fermato: l’autista, un 16enne rumeno, senza patente perché mai conseguita, ed il passeggero un 19enne di Messina, già noto alle forze dell’ordine. I Carabinieri hanno perquisito i due, rinvenuto e sequestrato anche circa 5 grammi di Marijuana. I Carabinieri al termine dell’intervento hanno denunciato: il solo autista per guida senza patente ed entrambi per ricettazione in concorso dello scooter rubato, resistenza a pubblico ufficiale e possesso di stupefacente per uso personale. I tutori dell’ordine a Milazzo, hanno controllato ed ammanettato in flagranza per possesso di stupefacente ai fini di spaccio Mario Grasso, 50enne di Pace del Mela, già noto alle forze dell’ordine. I Carabinieri motociclisti, insospettiti dal comportamento del 50enne l’hanno perquisito, sia personale che veicolare, rinvenendo nella sua disponibilità 10 grammi circa di sostanza stupefacente tipo “marijuana” e la somma in contanti di 400€,  in banconote di vario taglio, provento di attività di spaccio. Il soggetto, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria a norma dell’art. 121 delle norme di attuazione del c.p.p. veniva messo in libertà in attesa dell’udienza di convalida  dell’arresto.  






 

 


 

LAV

          

NON ABBANDONARLI



MESSINA  - Dia sequestra beni mafia 32 milioni € settore ristorazione, a barcellonesi. La richiesta è stata avanzata da Procura DDA ME De Lucia e direttore DIA gen. Governale. L’ingente sequestro della D.I.A. è nei confronti di Pietro Nicola MAZZAGATTI imprenditore esponente di spicco  del Longano.  di Santa Lucia del Mela (ME)   indiziato di appartenere all’organizzazione mafiosa denominata “clan dei barcellonesi”, attiva nel territorio di Barcellona P.G. (ME) e nei comuni limitrofi, costola di “Cosa Nostra” siciliana. Gli uomini  della D.I.A. di Messina, diretti dal Capo Sezione Operativa   V.Q. Michele VIOLA supportati dal Centro Operativo di Catania, diretto dal dott. Renato Panvino, dalle prime ore del mattino, su disposizione del Tribunale Misure di Prevenzione di Messina, ed in esito alla proposta di applicazione di misura di prevenzione patrimoniale formulata a “firma congiunta” dal Procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia, dr. Maurizio DE LUCIA, e dal Direttore della D.I.A., Generale di Divisione Giuseppe GOVERNALE hanno apposto i sigilli all’ingente patrimonio individuato nella disponibilità dell’ imprenditore operante nel settore della ristorazione, banchetti cerimoniali, bar e somministrazione di alimenti. MAZZAGATTI, attualmente detenuto, è  ritenuto dagli investigatori storicamente radicato su quei territori e, forte del suo coinvolgimento nell’organizzazione, sarebbe in breve riuscito a ridurre i propri compaesani in una condizione di assoggettamento ed omertà tale da acquisire di fatto il monopolio delle attività di Santa Lucia del Mela (ME) nel ramo della ristorazione, somministrazione di alimenti e del catering. Il personaggio, nell’ambito dell’operazione denominata “GOTHA VI”, attività che ha fatto luce su ben 18 omicidi consumati e 2 omicidi tentati, commessi tra i primi anni ’90 ed il 2012, è stato colpito da ordinanza di misura cautelare personale, in quanto ritenuto direttamente coinvolto in due omicidi, sia di Fortunato FICARRA, ucciso il 1° luglio 1998 all’interno del bar “Valerie” di Santa Lucia del Mela (ME), che di Domenico TRAMONTANA, appartenente al sodalizio dei barcellonesi in posizione di vertice nell’ambito del gruppo   controllante la zona di Terme Vigliatore, ucciso il 4 giugno 2001 in località Calderà di Barcellona P.G. (ME). MAZZAGATTI risulta essere anche destinatario di misura di prevenzione personale e patrimoniale della confisca, non ancora definitiva, emessa nel 2009.  La DIA  rileva che la pericolosità sociale  sia fondata sul giudizio delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Giuseppe CHIOFALO rese nel maxi processo MARE NOSTRUM, in cui   era imputato. MAZZAGATTI nell’ambito dell’operazione “SISTEMA” è stato condannato per il reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni dei titolari della società CO.GE.MAR. s.r.l. di Barcellona P.G. (ME), questi costretti a corrispondere, nel periodo tra il febbraio ed il novembre 1998, somme a titolo di “pizzo” in relazione a dei lavori di consolidamento effettuati a seguito di eventi calamitosi in Gualtieri Sicaminò (ME). Il sequestro   scaturisce dalle investigazioni della D.I.A. di Messina che hanno messo in luce come  MAZZAGATTI, con l’appoggio della consorteria criminale di riferimento “dei barcellonesi”, sarebbe riuscito, pur colpito da precedente misura patrimoniale, a rinsaldare e fortificare il  patrimonio  comprensivo anche di contesti imprenditoriali importanti quale la prestigiosa struttura ricettiva e sala ricevimenti “VILLA MONT VALERIE”, o anche il bar/gelateria “VALÈRIE COFFEE AND PASTRY nella nota località turistica di Milazzo (ME) ed appena inaugurato, schermandolo con società intestate formalmente ai suoi congiunti; il tutto senza possedere, almeno ufficialmente, entrate lecite e capienti, tali da giustificare gli incrementi patrimoniali intercettati. Il  provvedimento ha portato i sigilli a: 4 imprese comprensive di capitale sociale e compendio aziendale; 14 immobili; 19 terreni; 10 mezzi personali ed aziendali; vari rapporti finanziari, anche intestati a soggetti terzi individuati; il cui valore complessivo è stato stimato, prudenzialmente, in 32 milioni di euro.


BARCELLONA P G  - Associazione mafiosa, albanese condannato a 11 anni  operazione GOTHA. Zanmir DAJCAJ 44enne di origini albanesi è stato arrestato dai Carabinieri della Stazione di Terme Vigliatore. I militari nel pomeriggio di ieri hanno arrestato, il personaggio, già agli arresti domiciliari presso l’abitazione di Terme Vigliatore, destinatario di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale presso la Corte di Appello di Reggio Calabria – Ufficio esecuzioni penali. Zanmir DAJCAJ  è stato condannato a 11 anni di reclusione in regime di carcerazione per il reato di associazione mafiosa. Il provvedimento è scaturito dagli esiti delle indagini convenzionalmente denominate “GOTHA” e “POZZO 2” che hanno delineato l’intraneità dell’arrestato nella consorteria mafiosa dei “mazzarroti” operante in Barcellona Pozzo di Gotto e nel suo hinterland. L’arrestato, al termine delle formalità di rito, è stato associato presso la Casa Circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto.


S.TERESA DI RIVA MEEvade e spaccia soldi falsi a sacerdote, catanese in manette. I carabinieri della Stazione di Santa Teresa di Riva, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. di Messina su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di Roberto Scarpato 38enne di Adrano (CT), già noto, ritenuto responsabile dei reati di evasione, spendita di monete falsificate, truffa. Il provvedimento restrittivo è scaturito dagli esiti di una complessa attività investigativa, sviluppata dai carabinieri di Santa Teresa di Riva. La  denuncia lo scorso Agosto era stata sporta dal parroco del comune presso la Stazione dei militari dell’Arma. Il sacerdote ha denunciato di essere stato vittima di un raggiro da parte di un soggetto di cui sconosceva l’identità. Il parroco, che si trovava in parrocchia, era stato avvicinato da un venditore ambulante il quale ha chiesto di cambiare una somma di denaro in banconote con l’equivalente in monete. Il sacerdote dopo avere reso la somma stabilita all’ignoto malfattore si era reso conto che le banconote ricevute erano palesemente false. I militari dell’Arma hanno acquisito le immagini di numerose telecamere di videosorveglianza poste nella zona, in tutto il comprensorio,  hanno sentito numerosi testimoni in grado di riferire su quanto accaduto. Gli investigatori, in breve tempo, sono riusciti ad individuare in Scarpato il responsabile del reato il quale, tra l’altro nonostante fosse sottoposto agli arresti domiciliari era evaso ed aveva truffato il parroco si Santa Teresa. I  militari, espletate formalità di rito hanno, condotto l’arrestato presso la Casa Circondariale di Messina “Gazzi”. I militari della stazione di Santa Teresa Riva hanno anche tratto in arresto un 35enne di Sant’alessio Siculo, per evasione. Il maldestro è stato sorpreso da una pattuglia mentre stava per uscire da un supermercato. Il tipo vedendo i carabinieri è rientrato nell’esercizio destando l’attenzione. L’atteggiamento ha insospettito i due carabinieri a tal punto che sono scesi dalla vettura ed hanno deciso di procedere ad un controllo più accurato e l’hanno rintracciato nel negozio procedendo ai controlli sul suo conto all’esito dei quali è emerso che  era evaso dagli arresti domiciliari cui era sottoposto. Il  35enne di Sant’alessio Siculo è stato tratto in arresto per il reato di evasione.


PACE DEL MELA ME – Blizt CC in capannone industriale, presi 3 catanesi intenti a rubare. Si tratta dei  catanesi Gabriele Cavallaro 40enne,  Sebastiano Cassone 33enne e Giuseppe Barbera 36enne, già noti alle Forze dell’Ordine. I  Carabinieri Compagnia di Milazzo Pace del Mela (ME) hanno ammanettato per furto aggravato la gang  ladri provenienti da Catania. Una  più incisiva azione di contrasto dei Carabinieri della Compagnia di Milazzo, nel corso della mattinata, ha assicurato alla giustizia il gruppo composto da 3 giovani ritenuti responsabili di furto aggravato. Una  pattuglia della Stazione di Pace del Mela, durante predisposti servizi per la prevenzione dei reati contro il patrimonio, transitando nella zona industriale di Giammoro, ha notato il danneggiamento della rete di recinzione di un struttura industriale. La  Centrale Operativa immediatamente ha  chiesto l’intervento di altre pattuglie in rinforzo per effettuare un attento sopralluogo nel sito industriale. La tempestiva irruzione nel capannone e la successiva battuta nell’area di pertinenza del manufatto industriale ha permesso ai Carabinieri di sorprendere i tre soggetti mentre erano intenti a rubare parecchio materiale ferroso, porte in alluminio, sbarre metalliche e a caricarlo su un furgone in loro uso. I soggetti nel corso della successiva perquisizione effettuata dai Carabinieri sono stati trovati in possesso di numerosi arnesi da scasso. Il materiale da “lavoro” è stato sottoposto a sequestro con  l’intera refurtiva completamente recuperata dai militari operanti. Gli arrestati, dopo le formalità di rito, su disposizione dell’Autorità Giudizuiaria competente, sono stati tradotti presso la Casa Circondariale Barcellona Pozzo di Gotto.


Sant’Agata di Militello  Me- GdF scopre finanziamenti agricoli per terreni appartenenti a defunti: truffa all’AGEA. I militari hanno eseguito: Ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari e sequestrato beni per un valore di 118.000 euro. I finanzieri della Tenenza di Sant’Agata di Militello (ME), a seguito di approfondite indagini nel settore del contrasto delle frodi comunitarie perpetrate nel comparto degli aiuti all’agricoltura, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari ed un decreto di sequestro di beni fino a concorrenza del valore di 118.000 euro, nei confronti del titolare di un’azienda agricola di Tortorici. I controlli eseguiti dalle Fiamme Gialle hanno avuto origine dall’esame di alcune segnalazioni inviate dal Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie della Guardia di Finanza di Roma, che riguardavano aziende agricole beneficiarie di finanziamenti comunitari operanti nella zona nebroidea.   L’attenzione degli investigatori si è focalizzata sui documenti di un’azienda che presentavano alcune anomalie.  I contratti d’affitto di alcuni terreni contenevano dati anagrafici e firme di proprietari che risultavano deceduti in date antecedenti alla stipula (alcuni anche da oltre un decennio). Le domande per gli aiuti erano state presentate attraverso un centro di assistenza agricola di Cesarò (Me). I finanzieri santagatesi, nel corso delle indagini, hanno potuto rilevare l’utilizzazione dei citati elementi falsi in diverse richieste di concessione di contributi pubblici, inoltrate all’AG.E.A., l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura, in un arco temporale tra il 2011 e il 2015.  L’attenta analisi dei dati riportati nelle istanze ha permesso di constatare che la condotta fraudolenta era stata reiterata anche per le annualità 2016 e 2017 con la percezione di ulteriori contributi. Il titolare dell’azienda agricola, è stato denunciato alla competente Autorità Giudiziaria per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, reato che prevede la reclusione fino a sei anni.La  Procura della Repubblica di Messina, successivamente, dopo aver vagliato la copiosa documentazione acquisita, ha disposto ulteriori approfondimenti investigativi volti a riscontrare puntualmente tutti i dati e le informazioni inserite nelle Domande Uniche di Pagamento presentate dall’indagato per tutti gli anni. L’attività investigativa, svolta di militari della Tenenza di Sant’Agata di Militello in perfetta sinergia con l’Autorità Giudiziaria delegante, ha consentito di trovare gli elementi di prova già acquisiti riscontrando la reiterazione della condotta delittuosa da parte dell’indagato. Il  G.I.P. del Tribunale di Messina, al termine delle investigazioni  ritenendo sussistenti i presupposti analiticamente rappresentati dalla locale Procura della Repubblica, ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari ed il sequestro preventivo delle somme presenti sui conti correnti e degli immobili, riconducibili al titolare dell’azienda agricola, sino alla concorrenza dell’importo indebitamente percepito pari ad € 118.717,26. Il fenomeno delle truffe in agricoltura nel territorio siciliano è particolarmente pervasivo, pertanto i contributi sono oggetto di costante monitoraggio da parte di tutti i Reparti del Corpo, che a partire dal 2013 ha ideato uno specifico piano di azione di contrasto alle frodi. L’operazione di servizio conferma il costante impegno della Guardia di Finanza quale organo di polizia economico-finanziaria a tutela della spesa pubblica nazionale ed europea, nonché la capacità di svolgere investigazioni in maniera trasversale e contestuale nei diversi settori di competenza istituzionale.


Messina  - Bulli minorenni: Polizia  deferisce in  libertà 2 minori per  aggressione a coetanei.  Le  volanti della Questura di Messina, hanno ricostruito che 3 amici, sabato pomeriggio,  si erano incontrati a Piazza Cairoli per scambiare due chiacchiere, mangiare qualcosa, fare due passi insieme. I giovani erano seduti su una panchina, ed a pochi metri di distanza, vi era un gruppo nutrito di ragazzi e ragazze che stava confabulando. 1 , con il chiaro intento di attaccare briga, rivolgendosi ai 3, avrebbe chiesto cosa avessero da guardare. Questa  circostanza, oltre che ad essere smentita dagli interessati, li avrebbe portati ad allontanarsi avendo compreso le reali intenzioni del giovane. I 3, distanziandosi  avrebbero  percorso pochi metri, ed il gruppo che li ha seguiti li ha raggiunti.  Spintoni  e pugni sferrati con violenza in pieno viso ad uno dei tre malcapitati sono iniziati senza motivo. Il gruppo si è dileguato velocemente. Il malcapitato è   corso al pronto soccorso ed col referto: “frattura del naso guaribile in trenta giorni”. I  poliziotti delle volanti della Questura di Messina, ieri,  hanno deferito in stato di libertà i 2 responsabili, minorenni di età compresa tra i 14 ed i 16 anni, così come le vittime, con l’accusa di lesioni aggravate in concorso. L’indagine  ha preso il via nell’immediatezza dei fatti: testimonianze, immagini estratte dalle telecamere presenti nei luoghi interessati, sopralluoghi, consultazioni dei social network, hanno permesso agli operatori di polizia di risalire ai 2 aggressori.


Longi  MEFilmato mentre danneggia auto in sosta: Carabinieri bloccano 70enne ai domiciliari. I militari della Stazione Carabinieri di Longi, ieri mattina, hanno ammanettato   B.A. 70enne originario del luogo, resosi responsabile di danneggiamento aggravato e porto illegale di un coltello. I  cittadini a Longi, ormai da diversi giorni, lamentavano danneggiamenti alle proprie auto parcheggiate nel centro abitato lungo la via Libertà. Le  vetture risultavano rigate nella carrozzeria, probabilmente con un oggetto appuntito. La  notizia si è sparsa nel piccolo centro montano ed  in considerazione del ripetersi degli episodi e dell’anomalo movente dei ripetuti gesti, i  Carabinieri della Stazione di Longi hanno predisposto mirati servizi di osservazione. Gli investigatori sono stati supportati anche da telecamere, opportunamente installate proprio per registrare tutti i movimenti nella via presa di mira dal danneggiatore,  peraltro molto vicina alla locale guardia medica e di un B&B. I   servizi predisposti dai Militari dell’Arma dopo diversi giorni, hanno finalmente raggiunto l’obiettivo sperato. I  Carabinieri appostati, nelle prime ore della mattina, hanno avuto modo di individuare una Fiat Panda, dalla quale scendeva il settantenne B.A. che con un coltello in suo possesso, ha iniziato a danneggiare, rigando  la carrozzeria, alcune auto in sosta. L’immediato intervento dei militari operanti ha permesso di bloccare lui, che nel frattempo, a bordo della FIAT Panda, cercava di allontanarsi dal luogo dei danni. L’anziano, è stato sottoposto a perquisizione,  e  trovato ancora in possesso del coltello utilizzato per compiere il raid, successivamente è stato  sequestrato.  B.A. pertanto è stato dichiarato in   arresto e condotto agli arresti domiciliari, in attesa dell’udienza di convalida, a disposizione della Procura della Repubblica preso il Tribunale di Patti (ME).


Messina – Dottoressa 118 aggredita da donna a controllo: Polizia denuncia, lesioni ed interruzione Servizio. I tutori dell’ordine  hanno denunciato una donna per la brutale aggressione attuata ai danni di un medico del 118. I poliziotti delle Volanti della Questura di Messina hanno individuato la signora aggressiva. Le percosse sono state subite da un medico del 118 aggredita brutalmente da una donna, mentre il medico stava prestando soccorso ad una paziente. Un intervento in pieno giorno presso l’abitazione della persona da soccorrere si è trasformato in una serie di pesanti insulti ed inaudita violenza per il malcapitato sanitario. La ricostruzione degli investigatori evidenzia  che l’aggressore fosse intenta a sistemarsi i capelli quando il medico è arrivato in casa, la donna autrice dei fatti di reato è stata  deferita in libertà dai poliziotti delle Volanti della Questura di Messina. Gli agenti avrebbero appurato che alle domande del medico volte ad una completa ricostruzione del quadro clinico della paziente la donna avrebbe reagito con parole offensive, minacce, schiaffi e pugni. La  violenza inaudita sarebbe proseguita anche all’esterno dell’abitazione fino a quando la vittima, presa per i capelli, veniva sbattuta contro il cancello d’ingresso. La  violenza sarebbe stata tale che neanche l’intervento dei colleghi della malcapitata è stato risolutivo ed arrestare la furia. Il sanitario ha trovato scampo solo quando è giunta nell’ambulanza dove e messa al sicuro la ragazza soccorsa. La malcapitata ha poi  contattato la Centrale Operativa per richiedere l’intervento della polizia. Lesioni guaribili in 7 giorni è l’esito della drammatica vicenda che ha comportato anche l’interruzione del servizio pubblico. Gli operatori di polizia, iniziata immediatamente l’attività di indagine, sono risaliti velocemente all’autrice dei fatti che hanno denunciato per i reati di lesioni aggravate perchè commesse nei confronti di un incaricato di Pubblico servizio e interruzione di un Servizio Pubblico o di Pubblica necessità.


Messina -   Spaccio a “Bordonaro”: CC, preso 1 in esecuzione OCC.  I Carabinieri della Compagnia di Messina Sud   hanno bloccato il noto Natale CARDILE 58enne messinese, ritenuto responsabile di detenzione e spaccio di stupefacenti nonché violazione degli obblighi inerenti alla sorveglianza speciale, in esecuzione di ordinanza di applicazione della custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Messina, su conforme richiesta della locale Procura della Repubblica che ha coordinato le indagini.  L’attività, condotte dai militari del Nucleo Operativo sin dal marzo dello scorso anno, hanno fatto emergere che  CARDILE conducesse una lucrosa attività di spaccio di droghe pesanti, localizzata nel quartiere “Bordonaro”. I militari hanno evidenziato che  lui abbia rifornito numerosi consumatori provenienti non solo dalla città ma anche da diverse località della provincia. CARDILE, noto per stupefacenti ed al momento dell’avvio delle indagini sorvegliato speciale di pubblica sicurezza, misura di prevenzione più volte violata, non ottemperando alle prescrizione impostegli,  aveva installato diverse telecamere lungo tutto il perimetro della propria abitazione, per notare in anticipo l’arrivo degli acquirenti e soprattutto quello delle forze dell’ordine. Lo  stratagemma non è però bastato ad evitare che i militari dell’Arma riuscissero ad acquisire elementi di reità a suo carico. I  prolungati servizi di osservazione a distanza ed il sequestro di un notevole quantitativo di sostanze stupefacenti cedute ai consumatori, ha permesso ai Carabinieri di ricostruire per mesi, tassello dopo tassello, i collaudati meccanismi dell’attività di spaccio. CARDILE, dopo le formalità di rito è stato condotto nel carcere di Gazzi,  dove adesso dovrà difendersi dalle pesanti accuse rivoltegli. 


Messina Carabinieri, gen. Del Sette in nuova sede RIS. L’inaugurazione della nuova struttura del Reparto Investigazioni Scientifiche(RIS) a Messina è lunedì 18 dicembre 2017 alle ore 09.45, alla presenza del Comandante Generale  dell’Arma dei Carabinieri Gen. Ca. Tullio DEL SETTE. La struttura è ubicata in via Monsignor Letterio D’Arrigo nr.5. La cerimonia di inaugurazione della nuova sede del Reparto Carabinieri Investigazioni Scientifiche di Messina, è un momento di crescita per l’organizzazione militare che opera con professionalità per lo svolgimento di investigazioni e la risoluzione di quesiti investigativi con l’impiego di tecnologie all’avanguardia ed uomini altamente specializzati. Il  Ris di Messina ha ottenuto vari riconoscimenti internazionali, tra questi, quello di essere stato il primo in ambito mondiale ad aver isolato il Dna da una sola cellula. Gli specialisti del RIS di Messina sono all’avanguardia in ambito europeo anche negli esami dei residui da sparo. Fisici, chimici, ingegneri e biologi lavorano nel Reparto Investigazioni Speciali  e  si occupano di diverse sezioni: Dattiloscopica,  Chimica,  Merceologia Balistica, Biologia, Manoscrittura e Grafica. Il RIS, in occasione del ventennale della sua costituzione ha ottenuto dalla Città di Messina la cittadinanza onoraria. Il Reparto Investigazioni Scientifiche a Messina è nato nel 1992, come piccolo nucleo di supporto alle indagini di Polizia Giudiziaria con la denominazione di Sottocentro I.S. ed un organico di circa 30 uomini. Il Ris ha attualmente quale Reparto I.S. un organico di 72 uomini. Il Reparto è  intitolato al MasUPS Alfio Ragazzi messinese, addetto alla sezione balistica, Croce d'Oro alla memoria, il quale l'11 novembre del 2003 in Iraq è rimasto vittima nel tragico attentato di Nassirya.


Taormina – Clonano bancomat, criptano codici : Polizia sgomina Gang. 1 custodia cautelare in carcere è stata eseguita per Zhelyazkov Dragomir 41enne bulgaro. Il Commissariato di Taormina ha proceduto alla notifica dopo l’arresto  di Zhelyazkov Dragomir  lo scorso settembre, ed attualmente è detenuto presso la Casa Circondariale di Enna. Il soggetto era stato colto in flagranza di reato mentre stava prelevando da uno sportello bancario del centro della perla ionica un sofisticato congegno volto a captare i codici delle tessere bancomat per poi clonarle. I poliziotti, in quella circostanza, a seguito di perquisizione domiciliare, avevano proceduto, altresì, al sequestro di diverse apparecchiature elettroniche. Le indagini incessanti svolte dagli operatori di polizia hanno permesso, a pochi giorni di distanza dalla denuncia sporta dai direttori degli istituti di credito violati, non solo di arrestare l’autore del fatto criminoso ma anche di individuare altri due soggetti. I maldestri in concorso con il bulgaro, avevano partecipato alla manomissione degli sportelli bancari del centro cittadino di Taormina.  Gli  stessi poliziotti che hanno assicurato alla giustizia Zhelyazkov Dragomir, ieri pomeriggio, hanno provveduto a notificare l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dall’Autorità Giudiziaria competente. I  complici, destinatari di analogo provvedimento, sono attualmente irreperibili già dallo scorso settembre, e sono in corso, su tutto il territorio nazionale, attività info-investigative finalizzate al loro rintraccio.


Messina Polizia sequestra  marijuana e cocaina, bloccato pusher a Spadafora. Aveva nove. Carmelo SGRO’ 23enne, nato a S.Agata Militello, è stato individuato dai poliziotti del Commissariato di P.S. di Milazzo e sottoposto a controllo ieri, intorno alle 20.30, all’interno della stazione ferroviaria di Spadafora, è stato preso con 9 dosi di marijuana nascoste negli slip, pronte ad essere smerciate. La perquisizione domiciliare successivamente ha portato al rinvenimento di altra marijuana sfusa dentro 1 bicchiere e di ulteriori 23 dosi della stessa sostanza ben nascoste sotto una bombola del gas in cucina. 2 grammi di cocaina, invece, erano avvolti nel cellophane e ben celati in un altro bicchiere colmo di riso.   I poliziotti hanno sequestrato anche altri oggetti di verosimile provenienza illecita per ulteriori accertamenti. Il personaggio, dopo l’arresto, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, è stato sottoposto ai domiciliari in attesa del rito direttissimo.


Messina - Domiciliari per Cateno DE LUCA e Carmelo SATTA in Operazione congiunta Carabinieri e Guardia di Finanza. I personaggi sono accusati di Associazione per delinquere ed evasione fiscale alla FE.NA.PI..  I tutori dell’ordine del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Messina e della Compagnia Carabinieri di Messina Sud, nella mattinata, in esecuzione di un provvedimento cautelare emesso dal GIP del Tribunale di Messina, a conclusione di articolate e complesse indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Messina, hanno sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari Cateno DE LUCA e Carmelo SATTA in qualità di promotori di un’associazione per delinquere finalizzata alla realizzazione di una rilevante evasione fiscale di circa 1.750.000 euro.  Gli investigatori, nel dettaglio, attraverso le indagini hanno individuato un complesso reticolo societario facente capo alla Federazione Nazionale Autonoma Piccoli Imprenditori ed alla società CAF FE.NA.PI. s.r.l., riconducibili, direttamente od indirettamente, a  DE LUCA ed a  SATTA, che sarebbe stato utilizzato, nel corso del tempo, per porre in essere un sofisticato sistema di fatturazioni fittizie finalizzate all’evasione delle imposte dirette ed indirette. I militari avrebbero in sintesi, sviscerato lo schema evasivo che avrebbe previsto l’imputazione di costi inesistenti, da parte della Federazione Nazionale a vantaggio del CAF FENAPI s.r.l., individuando quale principale centro degli interessi economici il sodalizio. La frode si sarebbe sviluppata basandosi sul trasferimento di materia imponibile dal CAF alla Federazione Nazionale, in virtù del regime fiscale di favore applicato a quest’ultima, che avrebbe determinato un notevole risparmio di imposta. Al termine dell’attività investigativa è stato individuato un indebito risparmio di imposta pari a circa 1.750.000 (sia ai fini I.V.A. che delle Imposte sui redditi delle società). Oltre alle due persone sottoposte agli arresti, sono state deferite a piede libero altri 8 associati. Contestualmente è stata disposta l’esecuzione del sequestro preventivo per equivalente fino all’ammontare dell’indebito risparmio di imposta, sia nei confronti degli arrestati che nei confronti della società CAF FENAPI s.r.l.,  nei cui confronti è stata applicata la normativa in materia di responsabilità amministrativa degli enti.


Video scontri 

Messina -   Scontri tra sostenitori Cavese e Catania in rada S. Francesco, 14 DASPO   a supporter CT.  tafferugli risalgono allo scorso 9 aprile, erano avvenuti presso gli imbarcaderi della Rada San Francesco della Caronte & Tourist tra le tifoserie del Catania e della Cavese. Viso coperto da sciarpe e cappucci, spranghe, fumogeni, calci, pugni, bombe carta: sono gli elementi di un modus operandi ricostruito sapientemente dai poliziotti della Digos di Messina con la collaborazione degli uomini del medesimo Ufficio di Catania.  Il  grave episodio di violenza era stato perpetrato da un gruppo di ultras catanese ai danni di un esiguo numero di tifosi cavesi che a bordo di un furgone era appena sbarcato a Messina dalla nave Zancle per assistere all’incontro Gela-Cavese che nel primo pomeriggio si sarebbe disputato nella cittadina nissena. I  supporter del Catania proprio durante le fasi di ormeggio della nave hanno sfogato tutta la loro ostilità non risparmiandosi  il lancio di bombe carta nel furgone su cui viaggiavano alcuni tifosi della Cavese.  1 minore fu attinta nell’esplosione delle bombe riportando ferite lacero contuse dichiarate guaribili dai medici del Pronto Soccorso in 15 gg. L’attività di ricostruzione e ricerca condotta attentamente dai poliziotti della DIGOS è stata svolta attraverso sopralluoghi effettuati nell’immediatezza dei fatti, attraverso la visione delle immagini registrate dalle telecamere,   le informazioni raccolte da coloro che quella mattina erano presenti sul posto. I tutori dell’ordine   sono riusciti oltre che a raccogliere il materiale usato per offendere anche ad identificare gli autori delle aggressioni. Alcuni catanesi appartenenti ai gruppi denominati “ A sostegno di una fede” e “Skizzati” già noti alle Forze dell’Ordine perché dediti agli scontri con le tifoserie avversarie, sono stati denunciati a vario titolo per i reati di lesioni personali nonchè possesso ed utilizzo di oggetti pericolosi quali artifizi pirotecnici artigianali di origine vietata, fumogeni, bastoni di legno e di plastica. Il  Questore di Messina, a coronamento dell’accurata attività di indagine condotta dai poliziotti della Questura di Messina collaborati dai poliziotti catanesi, ha emesso lo scorso 25 agosto ben 14 Divieti di Accedere alle manifestazioni Sportive (DASPO). Esemplare l’adozione di tre di tali provvedimenti a carico di altrettanti tifosi etnei della durata rispettivamente di 8 e 5 anni con l’imposizione dell’obbligo di comparizione presso gli uffici di polizia in occasione degli incontri di calcio disputati dal Catania, già convalidati dalla locale Autorità Giudiziaria.

Video scontri 


Messina   Il comandante provinciale   Arma Carabinieri    ha presentato il Calendario storico 2018 .


Messina Colpo in cartolibreria, CC 2 presi. Si tratta dei  messinesi Giuseppe Coco 40enne  e  Salvatore Calabrò 51enne  già noti. I militari del Nucleo Radiomobile Carabinieri Messina hanno sventato   il furto in una cartolibreria. I   Carabinieri hanno bloccato   i 2 due autori del  tentato furto. La  telefonata di un cittadino al 112 è stata utile a far sì che fallisse il maldestro piano. Gli uomini delle gazzelle dei Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Messina sono prontamente intervenuti ed hanno bloccato i due nell’esercizio commerciale. Coco e Calabro’ sono finiti in manette con l’accusa di tentato furto aggravato in concorso. I messinesi   su disposizione dell’Autorità Giudiziaria sono stati ristretti ai arresti domiciliari in attesa di essere giudicati col rito direttissimo.


Messina Polizia sequestra pistola carica e cocaina. Si tratta di Domenico Quaranta 56enne di Messina. I poliziotti della Squadra Mobile di Messina ieri hanno trovato 1 pistola semiautomatica marca Browning calibro 6.35 con matricola punzonata e più di mezzo kg di cocaina all’interno di un casolare nella disponibilità del noto messinese Domenico Quaranta. L’operazione condotta dai poliziotti a seguito di una costante attività di osservazione che  da tempo interessa, tra gli altri, il quartiere di Mangialupi, ha avuto inizio nella tarda mattinata quando gli operatori hanno sottoposto a perquisizione il vecchio immobile le cui chiavi venivano fornite dallo stesso indagato. I poliziotti, negli stipetti della cucina avvolta in numerosi involucri trasparenti hanno rinvenuto la sostanza stupefacente, 1 pochette con all’interno 1 bilancino di precisione perfettamente funzionante, numerosi ritagli di cellophane usati comunemente per il confezionamento delle dosi. Gli agenti sempre custodita nell’armadietto della cucina  hanno  trovata l’arma con serbatoio caricatore contenente proiettili inesplosi. La pistola è stata sequestrata con una cospicua somma di denaro custodita dal Quaranta nella tasca del pantalone. Gli operatori della Squadra mobile hanno proceduto all’arresto del soggetto per i reati di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente e detenzione di arma comune da sparo clandestina.


Messina - Guida sotto effetto di alcool e droga. La Polizia di Stato ha denunciato un automobilista per guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. I poliziotti hanno sequestrato droga a bordo dell’auto. L’operazione s’inquadra nelle attività di controllo straordinario su strada dello scorso week-end. Stavolta i servizi specifici, di contrasto al fenomeno della guida in stato di ebbrezza alcolica o di alterazione dopo aver assunto sostanze stupefacenti o psicotrope, sono stati organizzati e messi in atto dalla Questura di Messina nella cittadina di Milazzo. La Polizia di Stato (Polizia Stradale e Commissariato di Pubblica Sicurezza di Milazzo) ha effettuato serrati controlli sugli automobilisti in città, specie nelle zone maggiormente frequentate.  L’attenzione dei poliziotti è alta vicino discoteche, lidi ed altri punti di aggregazione giovanile. Un  team cinofili antidroga è stato presente nel corso dei controlli. I controlli sono stati effettuati con l’ausilio di un’equipe composta da medico e personale paramedico dell’ufficio sanitario della Questura di Messina. L’attività di accertamento delle condizioni psico-fisiche dei conducenti è stata svolta impiegando test qualitativi monouso forniti dalla Fondazione Ania per la sicurezza stradale, a bordo di idoneo automezzo sanitario della Polizia di Stato per garantire la dovuta riservatezza. I tutori dell’ordine hanno utilizzato i precursori per lo screening veloce per verificare la positività derivante dall’assunzione di sostanze alcoliche e stupefacenti nonché gli etilometri per l’accertamento della guida in stato di ebbrezza alcolica. I  veicoli controllati e le persone sottoposte a drug e alcool test  sono stati tanti. 12 le infrazioni accertate al Codice della Strada; 2 le patenti ritirate, 1 per guida sotto l’effetto di alcool, 1 per guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. I  poliziotti nel secondo caso   hanno denunciato in stato di libertà l’intestatario, un messinese, 27 anni, risultato positivo al drug test. Gli agenti hanno sequestrato anche alcuni grammi di marijuana rinvenuta a bordo dell’auto su cui stava viaggiando l’automobilista risultato positivo. La Polizia comunica che i servizi specifici, di contrasto al fenomeno della guida in stato di ebbrezza alcolica o dopo aver assunto sostanze stupefacenti, proseguiranno nelle prossime settimane.


 

Messina – Blitz Carabinieri e Cacciatori di Sicilia, trovata droga in cantina,1 arresto.  Si tratta di Salvatore STRANO 35enne messinese.  Il  lavoro dei carabinieri della Compagnia di Messina Sud, impegnati in servizi di prevenzione e repressione al dilagante fenomeno dell’abuso di stupefacenti continua incessante. I  militari dell’Arma hanno seguito al Villaggio CEP i movimenti sospetti del noto Salvatore STRANO. Gli  uomini al Comando del Maggiore Leoncini coadiuvati dallo Squadrone Eliportato “Cacciatori” di Sicilia, attualmente impiegati in supporto alle attività di controllo del territorio in aree impervie, dopo diversi appostamenti, hanno scelto il momento migliore per fare irruzione in casa di STRANO. La successiva perquisizione ha permesso ai miliari di rinvenire in 1 cantina nella disponibilità dell’interessato circa 100 grammi di marijuana, contenuta in due involucri occultati all’interno di un armadio.  Nel corso delle operazioni è stata rinvenuta anche sostanza stupefacente del tipo cocaina per un peso complessivo di circa 90 grammi, abilmente occultata all’interno di un vecchio “videoregistratore” nascosto in un altro armadio, nonché 1 bilancino di precisione perfettamente funzionante. L’operazione si è conclusa con l’arresto in flagranza di reato del soggetto per “detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio”,  processato con il rito direttissimo conclusosi con l’applicazione della misura della custodia cautelare in carcere. Il blitz dei carabinieri dimostra con quale attenzione venga contrastato il consumo smisurato di stupefacenti e conferma il constante impegno delle Forze dell’Ordine a presidio del territorio. Dalla settimana scorsa sui Monti Peloritani che circondano Messina operano i Carabinieri dello Squadrone Eliportato “Cacciatori” di Sicilia. La presenza delle due squadre, particolarmente specializzate nella ricerca dei latitanti e nei controlli in zone impervie, mira ad intensificare la conoscenza territoriale dell’area peloritana intensificandone il controllo. I  Cacciatori d’Aspromonte, già nel maggio del 2016, furono impiegati con importanti risultati nell’area nebroidea. Attualmente, invece, sono impiegati gli uomini dello Squadrone Eliportato  Cacciatori di Sicilia, costituito nel maggio di quest’anno con base a Sigonella (CT) a sostegno dell'organizzazione territoriale come dispositivo di controllo delle zone impervie e montane dell'isola. In tale ambito, i “Cacciatori” supportano lo sforzo che il Comando Provinciale di Messina conduce già da diversi giorni nella ricerca degli autori degli incendi che hanno così duramente colpito la nostra provincia.

Messina Incendi: Carabinieri Cacciatori di Sicilia Operativi a Messina. I  Carabinieri dello Squadrone Eliportato “Cacciatori” di Sicilia operativi da alcuni giorni sui Monti Peloritani che circondano Messina. Il Comandante dello Squadrone Magg. Matteo Luigi CORCIULO

  ascolta intervista .

 La presenza di due squadre, particolarmente specializzate nella ricerca dei latitanti e nei controlli in zone impervie, mira ad intensificare la conoscenza territoriale dell’area peloritana intensificandone il controllo.   I  Cacciatori d’Aspromonte, in passato a partire dal maggio del 2016, erano impiegati con importanti risultati nell’area nebroidea. Gli  uomini dello Squadrone Eliportato  Cacciatori di Sicilia, costituito nel maggio di quest’anno con base a Sigonella (CT) sono impiegati oggi, a sostegno dell'organizzazione territoriale come dispositivo di controllo delle zone impervie e montane dell'isola. I   “Cacciatori” supporteranno lo sforzo che il Comando Provinciale di Messina conduce già da diversi giorni nella ricerca degli autori degli incendi che hanno così duramente colpito la nostra provincia.


Milazzo  ME- Carabinieri bloccano siracusano con carico stupefacente e soldi € falsi.  Si tratta di  Catello COBUZIO 40enne, già noto per reati in materia di sostanze stupefacenti. I  militari del N.O.R.M. – Aliquota Radiomobile hanno arrestato, per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente e spendita e introduzione nello Stato, previo concerto, di monete falsificate, il 40enne originario di Siracusa trovato in possesso di sostanza stupefacente del tipo “marijuana”, “hashish” e “cocaina”, nonché di  4.500€ in banconote contraffatte, il tutto pronto per essere immesso sul mercato locale. L’attento e capillare servizio svolto quotidianamente dal personale dell’Aliquota Radiomobile ha portato durante un controllo alla circolazione stradale, in prossimità dello svincolo autostradale A/20, ad   accertamenti   all’auto  Peugeot 1006, in ingresso verso Milazzo, di proprietà di Catello COBUZIO. L’atteggiamento nervoso di quest’ultimo durante il controllo, in uno con l’esperienza del personale operante che notava immediatamente il comportamento anomalo dell’interessato, spingeva i militari ad effettuare una perquisizione personale e veicolare al termine della quale venivano rinvenuti, abilmente occultati all’interno di due lettori DVD contenuti in 1 scatola chiusa con del nastro adesivo, 150 gr. di sostanza stupefacente del tipo Hashish, 50 gr. di sostanza stupefacente del tipo Marijuana, 50 gr. circa di sostanza stupefacente del tipo Cocaina nonché  4.500€  in banconote di  50€  chiaramente falsificate poiché recanti il medesimo numero seriale. Il materiale rinvenuto è stato sottoposto a sequestro, mentre tutta la sostanza stupefacente, dopo essere stata sequestrata e repertata, sarà sottoposta ad analisi di laboratorio. Il  soggetto, stante la flagranza di reato, veniva tratto in arresto e, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria competente, condotto presso il carcere di Barcellona Pozzo di Gotto in attesa di giudizio direttissimo, all’esito del quale veniva convalidato l’arresto e disposta la misura cautelare carceraria in attesa degli iter processuali. I carabinieri, contestualmente hanno deferito in stato di libertà un giovane dimorante sull’isola di Panarea, T.F. 41enne  , trovato in possesso a seguito di perquisizione personale e domiciliare gr. 5 di sostanza stupefacente del tipo marijuana e gr. 4 di sostanza stupefacente del tipo “cocaina”. Non poche le persone segnalate ai competenti uffici territoriali del governo quali assuntori di sostanza stupefacente. 10 le persone segnalate dai Carabinieri per uso personale tra Vulcano e Panarea. Prosegue senza sosta il quotidiano impegno dei Carabinieri della Compagnia di Milazzo finalizzato a contrastare la commissione dei reati ed a garantire la tranquillità dei cittadini. L’arrivo della stagione estiva collegato al maggior afflusso di turisti e, conseguentemente, all’aumento delle richieste di sostanze psicotrope, hanno inevitabilmente richiesto una intensificazione dei controlli su tutto il territorio della Compagnia Carabinieri di Milazzo al fine di fornire una maggiore percezione di sicurezza ed assicurare un sereno svolgimento della stagione vacanziera.


Messina Polizia, evaso dai domiciliari preso al bar. Si tratta di Santo Gasbarro 21enne messinese. Il giovane è stato riconosciuto dai poliziotti delle Volanti impegnati nel controllo del territorio, ieri, intorno alle 18.00, in un bar di Bordonaro mentre stava consumando un gelato. Gasbarro, in atto era agli arresti domiciliari perché arrestato appena lo scorso 12 luglio dai militari dell’Arma dei Carabinieri. Il ventunenne è stato raggiunto ed arrestato in flagranza di reato. Il  reato contestato è evasione dalla misura cautelare degli arresti domiciliari per cui è giudicato   con rito direttissimo.


Barcellona P.G. Me   - Polstrada blocca e sequestra 2 ambulanze in servizio senza requisiti.  Gli Agenti del Distaccamento della Polizia Stradale di Barcellona P.G., nell’ambito dei servizi specifici mirati alla sicurezza della circolazione ed in particolare al controllo dei veicoli adibiti al trasporto sanitario di emergenza, hanno sottoposto a fermo amministrativo due ambulanze. Gli  Agenti, in due distinte operazioni hanno proceduto, prima a Patti e successivamente ad Oliveri, al controllo di 2 mezzi di soccorso al fine di verificarne i requisiti. I poliziotti, nel primo caso a Patti hanno accertato che un’ambulanza, di proprietà di una società privata, con a bordo il personale preposto, al momento del controllo stava effettuando un servizio senza che il mezzo fosse coperto dalla relativa polizza assicurativa. L’ambulanza per tali motivi è stata sottoposta a fermo amministrativo e la società privata, proprietaria del mezzo di soccorso, sanzionata con  1600€.Gli  Agenti successivamente ad Oliveri, hanno proceduto al controllo di un’altra ambulanza, di proprietà stavolta di una cooperativa, che stava espletando un servizio con personale al seguito. I tutori dell’ordine in tale circostanza hanno accertato che il mezzo stava circolando senza essere stato posto al  prescritto controllo di revisione. La Polstrada anche in questo caso ha proceduto al fermo amministrativo dell’ambulanza elevando ulteriori sanzioni a carico della cooperativa.


Taormina ME -  G7 Taormina, CC blitz ed antidroga, presi 3.  Il controllo del territorio operato dall’Arma dei Carabinieri in tutto il circondario di Taormina attraverso i militari della locale Compagnia e i Carabinieri delle varie componenti specialistiche che sono giunte a supporto in vista del prossimo G7 continua senza sosta. La massiccia presenza di Carabinieri si sta concretizzando in controlli sempre più frequenti ed interventi ancora più efficaci, che nelle ultime ore hanno consentito di trarre in arresto 3 soggetti, 1 persone per oltraggio, violenza e lesioni gravi a pubblico ufficiale e 2 per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Un italiano, nato in Colombia, senza un apparente motivo, si era scagliato contro un agente della Polizia Municipale di Furci Siculo procurandogli lesioni al setto nasale ed escoriazioni. Il soggetto è stato bloccato dall’intervento dei militari della Compagnia jonica. Il ferito è stato portato al Pronto soccorso del Policlinico Universitario di Messina, mentre l’aggressore è stato dapprima trattenuto in camera di sicurezza e poi giudicato per direttissima. I Carabinieri a Santa Teresa di Riva hanno tratto in arresto un campano 37enne, per detenzione ai fini di spaccio. Il soggetto che già da tempo era seguito da militari della locale Arma è stato sorpreso in casa con diversi grammi di sostanza stupefacente del tipo eroina suddivisa in 20 dosi e 10 grammi di sostanza stupefacente del tipo marijuana ben occultata nella tasca di un giubbotto posto nell’armadio. Il giovane è stato trattenuto  presso le camere di sicurezza della Stazione di Taormina in attesa di essere giudicato con rito direttissimo.    I  miliari dell’Aliquota Operativa della compagnia di Taormina unitamente alle Compagnie di Intervento operativo di Palermo e Bari, appositamente giunte per il G7,  a Santa Teresa di Riva, hanno tratto in arresto un  italiano 55enne, già conosciuto   e deferito in stato di libertà la sua consorte per detenzione ai fini spaccio in concorso. I coniugi in seguito ad una perquisizione personale e domiciliare sono stati colti nella flagranza del reato poiché detenevano 2 grammi di sostanza stupefacente del tipo cocaina e 100 grammi di hashish ben occultata all’interno di un cassetto.  L’arrestato è stato trattenuto presso le camere di sicurezza della Stazione di Giardini Naxos in attesa di essere giudicato con rito direttissimo innanzi alla competente Autorità Giudiziaria di Messina.  30 militari dell’Arma locale e di rinforzo e 18 vetture CC di sono stati impiegati nel servizio.


Milazzo ME- CC, sequestro area 8000 mq adibita a discarica abusiva. I  Carabinieri della Stazione di Monforte San Giorgio ieri, a conclusione di una complessa attività investigativa hanno deferito in stato di libertà 2 soggetti, 1 allevatore italiano  D.G. 49enne, ed suo dipendente S.M. 50enne, ritenuti responsabili a vario titolo di aver costituito una discarica abusiva. L’attività d’indagine è stata condotta in collaborazione col Nucleo Operativo Ecologico Carabinieri di Catania, ha consentito di appurare che i soggetti, mediante lo sversamento illecito e non autorizzato del letame avevano dato luogo ad una discarica abusiva che si estendeva lungo la vallata della contrada Liparano sita nel Comune di Monforte San Giorgio. L’allevatore, titolare di un’azienda zootecnica operante nel settore dell’allevamento di capi di bestiame, prettamente bovini, già dal 2014 aveva realizzato una discarica abusiva riversando il letame e lo sterco in una vallata adiacente all’azienda. L’area interessata, circa 8000 mila metri quadri è stata sottoposta a sequestro preventivo in attesa delle determinazioni dell’Autorità Giudiziaria.


S. Filippo del Mela ME CC, scoperta concussione per parco commerciale: sindaco e vice ai domiciliari.  I carabinieri del R.O.S. hanno notificato questa mattina 2 ordinanze cautelari di sottoposizione agli arresti domiciliari, emesse dal GIP del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto su richiesta di quella Procura della Repubblica a carico di: Pasquale ALIPRANDI, attuale sindaco del comune di San Filippo del Mela (ME); Giuseppe RECUPERO, vice sindaco del comune di San Filippo del Mela (ME). Le indagini, erano state  avviate nel 2010 con la D.D.A. di Messina e successivamente coordinate dalla Procura di Barcellona Pozzo di Gotto, nella persona del Procuratore, dott. Emanuele Crescenti, e del Sostituto dott. Alessandro Liprino, sono state condotte anche attraverso servizi di intercettazione ed hanno consentito di raccogliere gravi indizi relativi alle ipotizzate attività di concussione per induzione in occasione dell’iter autorizzativo del Parco Commerciale, denominato “La città della moda, del commercio e della tecnologia”, destinato a sorgere nella contrada Archi del comune di San Filippo del Mela (ME). I carabinieri hanno evidenziato, in particolare, come l’iter autorizzativo del progetto, presentato dalla società AREA s.r.l. nel dicembre del 2006, avesse subito una lunga fase di stallo. La consulenza tecnica disposta dal pubblico ministero ha evidenziato che il piano di lottizzazione - approvato dal Consiglio Comunale di San Filippo del Mela con la delibera n. 26 del 12 dicembre 2011 - era dimensionato con indici e parametri non corrispondenti a quelli definiti dall'art. 10 delle norme tecniche di attuazione del P.R.G. e sprovvisto della necessaria valutazione di impatto ambientale; inoltre, il progetto del realizzando centro commerciale era sovradimensionato e non rispettoso dei parametri urbanistici ed edilizi, oltre che non compatibile con le specifiche caratteristiche ambientali del contesto in cui l'opera avrebbe dovuto inserirsi). I militari hanno rilevato che una significativa accelerazione del procedimento amministrativo si sarebbe registrata proprio in concomitanza con i fatti oggetto d’indagine. In tale contesto si sarebbe inserito, infatti, Giuseppe GIUFFRIDA, imprenditore di origini catanesi ma operante nel messinese (deceduto nel novembre 2014) che, previa stipula di un contratto di assistenza e consulenza con la società progettista, avrebbe mediato i rapporti con le amministrazioni interessate all’iter autorizzativo. Le  attività investigative dei militari del ROS avrebbero permesso di documentare dazioni di somme di denaro, materialmente eseguite dal GIUFFRIDA anche per conto e nel comune interesse di AREA s.r.l., in favore dell’ALIPRANDI (all'epoca dei fatti Vice Sindaco), del RECUPERO (all’epoca assessore al commercio) e di altri esponenti di quell’amministrazione comunale. Gli investigatori avrebbero evidenziato che si giungeva, in tal modo e nonostante le anomalie progettuali, al completamento del procedimento amministrativo, vincendo la resistenza opposta dai pubblici amministratori, in modo tale da indurre i promotori dell'iniziativa alla corresponsione dell'illecito compenso. Un passaggio di particolare interesse veniva documentato il 20 settembre 2011 a bordo dell'autovettura del GIUFFRIDA, quando si registrava una conversazione  tra lo stesso ed un soggetto successivamente identificato in Giuseppe RECUPERO, dalla quale emergevano espliciti riferimenti ad una contestuale dazione di denaro da parte di GIUFFRIDA in favore dell'interlocutore, il quale agiva anche nell'interesse dei propri sodali. Gli investigatori hanno rilevato un particolare indicativo dell'illiceità della situazione che si andava delineando, nel fatto che gli stessi GIUFFRIDA e RECUPERO, a bordo dell'autovettura del primo, si spostassero dal centro di San Filippo del Mela al locale cimitero, luogo evidentemente più riservato; inoltre, il GIUFFRIDA si sarebbe premurato di non portare con sé il telefono cellulare, all'evidente fine di evitare possibili localizzazioni. GIUFFRIDA avrebbe consegnato al RECUPERO la somma di 12.000€  in contanti (Va bene... sono 12... aspetta, minchia... sono stati contati.... ), perché li dividesse con i propri sodali. Tale conclusione avrebbe trovato conferma nel corso dell'intercettazione ambientale immediatamente successiva, quando GIUFFRIDA riferiva testualmente: "...gli toccano tremila euro l'uno ....ne fanno l'uso che vogliono insomma....", con ciò confermando che la somma di 12.000 euro appena consegnata al RECUPERO avrebbe dovuto essere equamente divisa tra quattro persone. Gli investigatori avrebbero avuto uno snodo fondamentale nella complessa vicenda il 12 dicembre 2011 quando il consiglio comunale di San Filippo del Mela approvò a maggioranza (nonostante alcune perplessità avanzate dal presidente del medesimo organo collegiale) la deliberazione proposta dall'Area Gestione Territorio datata 9 dicembre 2011, riguardante il progetto di piano di lottizzazione dei terreni siti in località Sorgente - Frazione di Archi, presentato dalla Società AREA s.r.l. Il  progetto, dopo l'approvazione della  delibera n. 26/2011 da parte del Consiglio Comunale di San Filippo del Mela (avvenuta il 12 dicembre 2011), superò favorevolmente il vaglio della Conferenza dei servizi. I carabinieri hanno acclarato, infine, che il 29 febbraio 2012, a bordo dell' autovettura in uso al GIUFFRIDA, questi riferiva di avere già versato 12.000 euro e che, ciò nonostante, avrebbe dovuto versare ulteriori somme, cosa che, tuttavia, non aveva intenzione di fare: “3000 glieli devo portare a quelli del Comune........non gli porto niente a nessuno!'!....erano 2500, 3000 no? Dovevo liquidizzarlo, portarlo a 3000 e darglieli a quelli del comune…  già 12 glieli avevo dati e 3 facevano 15 e poi c'era ....inc...”.


MessinaMarito violento ai domiciliari in altra abitazione. La vittima ha vissuto un inferno tra le mura domestiche. La polizia ha arrestato marito violento. Il matrimonio è durato 22 anni durante i quali la donna  ha subito ogni tipo di sopruso, sino a quando ha deciso di denunciare e chiedere aiuto alla Polizia. Le indagini portate avanti dai poliziotti delle Volanti hanno permesso di ricostruire una realtà quotidiana fatta di violenze e maltrattamenti. La vittima era costretta a subire percosse e insulti, violenze fisiche e verbali. Gli scatti d’ira del marito, improvvisi ed immotivati, spesso riconducibili all’abuso di alcool e sempre più frequenti, hanno avuto seguito anche dopo la separazione, nel 2016. Lui ha infatti continuato a perseguitare e molestare la donna. Il soggetto, ieri è stato dichiarato in arresto. Il violento su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, con ordinanza di misura cautelare,  è stato sottoposto agli arresti domiciliari presso domicilio diverso da quello familiare.


Messina CC preso latitante, nascosto in casa balneare con la compagna.  I  Carabinieri di Messina Sud hanno  arrestato Luciano SCIPILLITI.  

La  latitanza di Luciano SCIPILLITI, 32enne messinese   ricercato dall’ 11 aprile scorso è finita verso le 19.00 di lunedì 24 aprile 2017. Il  personaggio  era improvvisamente evaso dal regime della detenzione domiciliare, a cui era sottoposto per gravi reati contro il patrimonio,  venendo così colpito da ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Messina, che con successivo provvedimento ne aveva dichiarato lo stato di latitanza. Le  ricerche dei Carabinieri, dal momento dell’evasione, non si sono mai interrotte e sono diventate via via sempre più intense con il passare del tempo, facendo stringere sempre di più il cerchio intorno al giovane. La fotografia del latitante era a bordo di ogni auto dei Carabinieri in servizio di pattuglia, mirati posti di controllo venivano continuamente predisposti nelle zone e sugli itinerari che si pensava potessero essere battuti da SCIPILLITI i carabinieri   soprattutto hanno eseguito numerosi servizi di osservazione/pedinamento e perquisizioni domiciliari a carico dei  familiari e di tutte le persone in qualsiasi modo riconducibili al ricercato. I Carabinieri della Stazione di Messina Tremestieri unitamente personale del Nucleo Operativo di Messina Sud in particolare,  avevano istituito una vera e propria “task force” di militari incaricati a dedicarsi alle ricerche ed alla cattura del latitante. Gli investigatori hanno svolto l’accurata analisi di tutte le informazioni disponibili, con l’elaborazione di una precisa strategia che veniva quotidianamente aggiornata sulla base dei risultati e delle novità di ogni giorno e l’organizzazione scrupolosa e metodica del lavoro, nulla è stato lasciato al caso ed ogni possibile pista è stata approfondita. I  controlli e le perquisizioni a casa o nei locali di pertinenza di chi risultava potesse fornire supporto od ospitare il latitante ricercato, hanno assunto una consistenza numerica ed una frequenza quasi assillanti, sia di giorno e in piena notte, creando una forte pressione negli ambienti legati al ricercato. Gli investigatori, nel pomeriggio del 24 aprile, hanno avuto la certezza che il latitante si trovasse nascosto in un immobile abbandonato adibito, proprio al fine di sottrarsi alla cattura,  ad abitazione di fortuna, sito nei pressi della stazione marittima di Messina. I militari della Stazione di Messina Tremestieri  e  del Nucleo Operativo di Messina Sud hanno fatto un fulminea irruzione, bloccato e dichiarato in arresto SCIPILLITI, il quale al momento della cattura si trovava con la con la compagna. Il soggetto si è complimentato con i Carabinieri per essere riusciti a localizzarlo e per non avergli lasciato alcuna possibilità di sottrarsi alla cattura. Luciano SCIPILLITI, dopo le formalità di rito, è stato ristretto presso la Casa Circondariale di Messina Gazzi, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.


 

MessinaArmi illegali, polizia 1 in  manette. I poliziotti delle Volanti hanno arrestato, in flagranza di reato, Giuseppe Ruggieri 53enne messinese, ritenuto responsabile del reato di porto e detenzione illegale di armi comuni da sparo e munizioni.  Una  segnalazione alla sala operativa, la sera del 10 aprile u.s., ha avvisato che, in località Mili Marina, un soggetto armato di pistola aveva esploso alcuni colpi. Gli agenti delle Volanti, giunti immediatamente sul posto, hanno identificato il personaggio che nel frattempo si era disarmato. I poliziotti hanno svolto un accurato controllo tra le siepi adiacenti al luogo dove il sospetto era  stato fermato ed hanno  rinvenuto e sequestrato 1 pistola Beretta Cal. 22, ancora col cane armato ed un colpo in canna, che da un successivo controllo è risultata essere stata denunciata come oggetto di furto il  15 maggio 2015. La perquisizione effettuata consecutivamente dagli agenti presso l’abitazione ha permesso di  ritrovare, nel garage occultate in un sacchetto per i rifiuti, altre 2 pistole revolver, 1 Smith & Wesson cal. 38 e 1  antica F.Tettoni Brescia senza matricola. L’arrestato, su disposizione del Sostituto Procuratore dr.ssa Annalisa Arena, è stato condotto presso la Casa Circondariale di Gazzi.


Taormina  -  CC scoprono 3 pusher e stupefacente. L’attività antidroga dei Carabinieri si è conclusa con 1 arresto e 2 denunciati a piede libero. I militari dell’Aliquota Radiomobile e dell’Aliquota operativa, nell’ambito dei servizi tesi alla prevenzione e repressione dei reati in genere, ma soprattutto di quelli inerenti gli stupefacenti disposti dal superiore Comando di Taormina, hanno arrestato un 30enne italiano residente a Giardini, 30enne, per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente del tipo Marijuana. I Carabinieri  già da tempo seguivano il sospetto. I militari, durante un controllo alla circolazione stradale, hanno fermato il personaggio  sottoponendolo a perquisizione personale, veicolare e domiciliare. I  tutori dell’ordine, nel corso delle attività di polizia giudiziaria hanno rinvenuto:  prima sulla persona circa 10 grammi di sostanza e  successivamente con perquisizione 1 bilancino di precisione, 1 involucro di chellophane contenente circa 130 grammi di altra sostanza di tipo marijuana ed 1 busta di plastica contenente ulteriore 115 grammi di sostanza stupefacente sempre del tipo marijuana. L’arrestato espletate formalità di rito è stato trattenuto presso le camere di sicurezza della Compagnia di Taormina in attesa di essere giudicato con rito direttissimo innanzi alla competente Autorità giudiziaria.  I Carabinieri in una medesima operazione, qualche giorno prima avevano denunciato in libertà di 2 soggetti italiani, taorminesi,  27enne e 34enne per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente del tipo cocaina. I due con informativa a parte sono stati deferiti alla competente Autorità Giudiziaria.  


TaorminaRapina banca zona Taormina : CC identificano catanese. Si tratta di

 

 Massimiliano Biffi  33enne. I Carabinieri Compagnia di Taormina hanno eseguito un’Ordinanza di custodia cautelare in carcere per rapina in Banca. 2 rapinatori il 15 maggio dello scorso anno  fecero irruzione nella filiale della Banca intesa di Gaggi. I due giovani costrinsero i dipendenti a farsi consegnare il denaro in cassa ed i soldi che avevano nei portafogli. le povere vittime furono costrette a rimanere in un ripostiglio sul retro della banca vivendo attimi di terrore  per un bottino assai misero. I  rapinatori  a fine colpo fuggirono con poche centinaia di dollari americani e pochi euro sottratti ai poveri malcapitati. I carabinieri in borghese dell’aliquota operativa e quelli della stazione di graniti subito dopo la fuga dei rapinatori giunsero sul posto ed effettuarono un accurato sopralluogo alla ricerca di tracce utili all’identificazione. I Carabinieri della Compagnia di Taormina per quella rapina, hanno eseguito nei giorni scorsi un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dall’Autorità Giudiziaria messinese nei confronti di Massimiliano Biffi  33enne catanese. Il personaggio è stato raggiunto presso la Casa Circondariale di Agrigento dove si trova detenuto per altri motivi. Il provvedimento  eseguito  è scaturito dalle articolate attività d’indagine avviate a seguito di quell’episodio dall’aliquota operativa della Compagnia di Taormina e dai Carabinieri del R.I.S. di Messina. La sinergia tra i reparti dell’Arma ha consentito di creare un quadro indiziario completo. I militari su un sacchetto che era stato abbandonato nella banca hanno evidenziato ed estrapolato tracce biologiche ed impronte digitali che hanno incastrato il giovane catanese, non nuovo a reati di questo tipo. Gli investigatori nel frattempo sono   passati all’analisi delle immagini di tutte le telecamere utili. Gli  elementi raccolti come se fossero pezzi di un grande puzzle,  hanno fornito un decisivo riscontro in merito alle responsabilità dell’arrestato nella commissione di quella rapina e di un altro episodio avvenuto nella provincia di Catania nel 2013. L’azione sinergica e l’importante esito operativo ancora una volta hanno consentito di assicurare alla legge il presunto autore di reati molto gravi. Ora gli inquirenti  stanno vagliando tutti gli elementi per l’individuazione del complice.


Messina – Nigeriano ospite a CARA Mimeo preso a Messina: spaccio ai semafori. Il giovane era munito di  tergivetro e bottiglia in mano, e così forse cercava di sviare qualsiasi sospetto sul suo conto. L’attività di lavavetri al semaforo era da copertura a quella più redditizia di pusher. Il 21enne, era arrivato dalla Nigeria con una richiesta di riconoscimento dello status di rifugiato politico, ma è stato fermato ieri dai Carabinieri del Nucleo Operativo di Messina Centro, al semaforo di Viale Giostra  incrocio via Garibaldi  e   trovato con 87 dosi da circa 0,5 grammi l’una di hashish. Il nigeriano con lo zainetto in spalla, partiva con cadenza quasi quotidiana alla volta di Messina, proveniente dal C.A.R.A. di Mineo, dove era temporaneamente ospitato. I militari avevano avuto sentore che ci fosse qualcosa di sospetto ed hanno iniziato numerosi appostamenti fintanto che i suoi movimenti non hanno lasciato più  dubbi. I militari hanno trovato quasi mezzo etto di hashish già pronto per essere spacciato al dettaglio, è stato sequestrato. il pusher 21enne dopo l’udienza per direttissima in ordine al reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, è stato tradotto in carcere.





 


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